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Autore: yu90    06/08/2015    3 recensioni
Due anni dopo lo scontro, il suo ritorno da Londra, il suo sorriso spento.... quello che Strawberry si porta dentro, lo scoprirà il giovane americano e inizierà un cammino con lei.... La consapevolezza che quando qualcuno sta per lasciarci è devastante... ma i sentimenti della persona amata possono essere potenti per affrontare il dolore che ti devasta... Niente ti può preparare ad affrontare quel momento, ma l'amore può aiutarti a goderti il momento fino alla fine... Senza avere poi rimpianti... è una Strawberry x Ryan
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Due anni erano passati dalla guerra con Profondo Blu, due anni dove tutto era cambiato, dove lei era cambiata.
Prima entusiasta e sorridente per partire insieme a lui, poi il suo ritorno… La sua Strawberry era apparsa davanti al caffè pochi giorni dopo la partenza.
Non aveva rivelato il motivo del suo ripensamento, ma non era stata più la stessa.
Questa cosa però fu chiara solo a due occhi color del mare… Solo Ryan si era accorto del suo cambiamento e l’aveva osservata per tutto il tempo….
Cosa fosse successo in realtà alla sua micetta gli era sconosciuto. Forse la rottura con Mark l’aveva scossa, ma ogni volta che le ragazze nominavano l’ex fidanzato scattava come una molla e un velo di rabbia le copriva gli occhi color cioccolato.
Lui e Kyle erano rimasti in Giappone, ormai avevano ricominciato con la loro vita e il locale andava bene, il tutore aveva realizzato il sogno di aprire una pasticceria e Ryan aveva accettato di buon grado la decisione, soprattutto dopo il ritorno della Rossa.
 
Solo lui aveva colto il cambiamento, solo lui aveva capito che qualcosa era cambiato, ma gli sfuggiva il cosa, fino a quel pomeriggio, fino a quella maledetta chiusura del locale.
Strawberry si era trattenuta di più al locale perché aveva fatto tardi anche quel giorno, su questo non era cambiata, ma notava qualcosa di diverso adesso nei suoi occhi. Improvvisamente il suo cellulare prese a squillare e lei fisso quel piccolo oggetto con occhi pieni di terrore… Attese ancora, poi con titubanza aveva risposto e le sentì solo dire «Papà...» poi Ryan aveva visto i suoi occhi sbarrarsi e poi il cellulare caderle tra le mani.
Subito le era stato davanti, le lacrime le rigavano le guance, poi con il dorso della mano se le asciugò e gli sorrise.
Recuperò il piccolo cellulare e senza guardarlo gli chiese: «Posso andare via prima?! Recupererò domani te lo prometto»
«Cosa succede? Perché stai piangendo… Strawberry» le bloccò il polso.
«Non sta succedendo niente» disse lei staccandosi di malo modo dalla sua presa…
Kyle li aveva sentiti ed era uscito dalla cucina ed era rimasto fermo a guardarli.
«Smettila di raccontarmi storie… Strawberry non ti lascio andare via in queste condizioni… Dimmi la verità e ti lascio andare…»
Strawberry gli fece un sorriso che non aveva allegria…
Cosa le stava succedendo? Poteva dirlo a Ryan? Perché dirglielo adesso? Perché non continuare come aveva fatto in questi due anni?
Ripensò alla frase di suo padre «Ha smesso di rispondere ai trattamenti piccola… adesso dobbiamo solo aspettare» il cellulare le era caduto di mano a quelle parole, non poteva essersi rassegnato… Doveva fare qualcosa… Cosa?
Guardò gli occhi azzurri del biondo e le venne l’idea, lui era un genio, lui poteva aiutarla.
«Ryan tu sei un genio? Tu forse puoi aiutarmi»
Ryan la guardò, alzò il sopracciglio destro «Se posso aiutarti lo farò, ma spiegami…» incrociò le braccia al petto, adesso si stava seriamente preoccupando.
«Puoi modificare il DNA ancora una volta? In questo caso dovresti togliere invece di aggiungere geni…»
Ryan non capiva, Kyle si era avvicinando notando che le spalle della ragazza stavano iniziando a tremare, ma il biondo gli fece capire di non intromettersi, doveva capire cosa stava succedendo.
«Strawberry non è una cosa semplice, spiegami per favore, non puoi chiedermi di modificare un DNA togliendo frammenti e non spiegarmi niente…»
Strawberry pareva non ascoltarlo e così riprese con il suo discorso delirante secondo il biondo: «Sarebbe possibile?»
Ryan la fissò per un istante poi scosse la testa «No Strawberry non si può togliere materiale genetico… »
Strawberry restò in silenzio, poi le lacrime iniziarono a rigarle il volto, dicendo cose apparentemente senza senso.
«Allora lui ha ragione dobbiamo aspettare… Ryan io non posso farcela… io non posso aspettare senza fare niente, ho salvato il pianeta e non posso fare niente per un solo essere umano? Perché?»
Ryan le bloccò le spalle e addolcì lo sguardo, doveva capire che cosa la stava devastando fino a quel punto.
«Dimmi cosa ti succede, ti starò accanto io non me ne vado…»
Strawberry si staccò da lui iniziando a camminare nervosamente per la stanza «No, te ne andrai anche tu come Mark io devo affrontare questa cosa da sola…»
Kyle a quel punto decise di intervenire «Strawberry fidati di noi… Non ce ne andremo…»
La rossa lo fisso e abbassando gli occhi disse: « Non risponde più alle cure…»
Ryan non ci stava capendo più niente e allora le sollevò il mento con due dita e con una dolcezza che lui stesso non riconobbe le chiese «Chi non risponde più alle cure? Spiegami, ti giuro che io non me ne vado… Lo hai visto, quando sei tornata da Londra io ero esattamente dove ti avrei detto che mi avresti trovato»
La ragazza si perse in quel cielo limpido quali i suoi occhi e in un filo di voce disse quello che per due anni si stava tenendo dentro «Mia madre…»
Kyle e Ryan si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi il biondo la strinse in un dolce abbraccio.
Il pasticciere prese la parola: «Andiamo in cucina, una cioccolata calda ci aiuterà a chiarirci su quello che adesso dobbiamo fare»
Strawberry si sentì come risvegliata, sempre restando attaccata al braccio di Ryan li seguì e poi si mise a sedere vicino al bancone dove Kyle creava le sue deliziose torte.
Il biondo non le aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.
Aveva capito che sua madre stava male, ma ancora non aveva spiegato niente.
Kyle le porse la tazza con il liquido caldo, lei se la rimirò tra le mani, assorbendo quel calore.
Senza che nessuno dei due le disse niente iniziò a parlare…
«Il motivo per cui sono tornata da Londra è perché hanno trovato la leucemia a mia madre, quando lo dissi a Mark lui mi fece capire che il problema era mio, che non potevo impedirgli di inseguire il suo sogno, anzi mi disse che io non avrei potuto fare niente, che dovevo restare con lui… Ma io non potevo, provai a spiegargli che volevo stare con mia madre e che per me era importante e lui senza molti problemi mi disse di andarmene e di non cercarlo mai più, questa cosa non doveva interferire con i suoi progetti e che già per colpa mia aveva dovuto aspettare, alludendo così all’episodio con Profondo Blu….»
Ryan restò fermo ad ascoltare la ragazza, non le fece domande, non disse niente. Lo stesso fece Kyle
I loro occhi si incontrarono e lei riprese a parlare, contenta di potersi togliere quel peso dallo stomaco.
«Quando rientrai mia madre sembrava sempre la stessa, i medici erano speranzosi e io decisi di non dirvi niente perché avevo paura… Paura di trovarmi nella stessa situazione con Mark. Non mi pento di averlo lasciato, anzi mi sono sentita libera di essere me stessa e così ho fatto finta di niente, poi però le cose hanno iniziato a cambiare, mia madre ha iniziato ad entrare e uscire dall’ospedale e io non potevo fare niente, avevo dato la vita per un ragazzo che non era niente alla fine e sono inutile per mia madre…»
«Non è colpa tua… non dipende da te la sua malattia…» Ryan la stava guardando fisso nei suoi occhi.
«Non posso fare niente per lei se non stare a casa ad aspettare… Mio padre si sta rassegnando all’idea che prima o poi lei non ci sarà più e adesso che ha smesso di rispondere alle cure…» non riuscì a continuare.
Silenziose lacrime le scesero sul viso.
Kyle le sorrise dolce e le disse con il suo tono paterno: «Non sei da sola, non lo sarai mai, perché noi saremo sempre con te, non lo affrontare da sola, permettici di starti vicino…» Strawberry fissava il moro senza riuscire a parlare.
«Kyle ha ragione, non lo affronterai da solo… Te lo avevo detto io per te ci sarei sempre stato»
Strawberry guardò prima il moro e poi il biondo. Ryan era l’ultima persona che si sarebbe aspettata di avere al suo fianco in quel momento.
Si alzò in piedi e li guardò entrambi, poi riuscì solo a dire «Grazie» i singhiozzi iniziarono a percorrerle il corpo.
Ryan le fu accanto e la strinse a se.
Sapeva l’angoscia che stava provando, la sua paura, le avvertiva, le percepiva e avrebbe tanto voluto cancellarle, ma purtroppo nonostante il fatto di essere un genio non poteva curare il cancro, non poteva fare niente per la sua piccola micetta.
Lei lasciò che le lacrime uscissero e una volta che si fu calmata, Ryan sciolse l’abbraccio e le sorrise accarezzando con il dorso della mano le lacrime che le erano rimaste attaccate alle ciglia.
«Ryan… non dirlo alle ragazze» disse lei flebile abbassando lo sguardo.
«Quando vorrai sarai tu a dirglielo…»
Strawberry si sentì improvvisamente leggera e sorrise al biondo. Ryan riconobbe il suo sorriso dopo tanto tempo, quello era il sorriso che voleva vedergli sempre e lui avrebbe fatto di tutto per ridarglielo.
La rossa guardò l’orologio alla parete erano le nove di sera, suo padre non era ancora rientrato altrimenti il suo cellulare avrebbe preso a suonare senza sosta.
Il biondo intercettò il suo sguardo e le disse «Ti accompagno io, vatti a cambiare»
La ragazza sorrise di gratitudine e poi corse nello spogliatoio.
Kyle fissò Ryan per qualche istante: «Stalle vicino Ryan, sei l’unico a cui lo permette…»
Il biondo non disse niente, si passò una mano tra i capelli appena stizzito.
«E’ un bel casino Kyle… abbiamo salvato il pianeta intero e non riesco a salvare una sola persona… Non riesco a fare niente per lei»
Il moro capì la sua frustrazione «Falle conoscere il vero Ryan, quello che è da sempre innamorato di lei»
«Non le servono altre preoccupazioni» poi si zittirono, lei era ritornata. La divisa era stata sostituita da un paio di jeans che le fasciavano le gambe lunghe e snelle, una maglietta a mezze maniche e un paio di stivaletti che arrivavano alle caviglie. In mano aveva un giacchino di pelle.
Ryan si rese conto di quanto fosse cresciuta in fretta quella ragazzina.
«Sono pronta » disse legando i lunghi capelli rossi in una bassa coda laterale.
«Prendo la moto» disse il biondo facendole segno di seguirlo fuori.
 
Ryan estrasse la sua moto rossa dal garage, l’accese per far scaldare il motore e poi le porse un casco.
Strawberry gli sorrise e indossò l’oggetto. Ryan l’attirò a se per controllare che lo avesse allacciato bene e poi sorridendole con il suo solito modo di fare le disse «Brava ragazzina»
Lei in risposta gli diede un colpo sulla spalla, non per fargli male ovvio, ma per abitudine, lo facevano sempre quando lui la punzecchiava.
Ryan infilò in casco e salì anche lui in sella. Strawberry si strinse a lui come se quello fosse il posto per le sue braccia e il ragazzo partì alla volta della sua casa.
Arrivarono in dieci minuti e notò che era tutto spento.
Strawberry scese dalla sella e si sfilò il casco «Papà non è ancora tornato» disse più a se stessa che a qualcuno in particolare.
Ryan notò il suo sguardo ombrarsi e così scese dalla moto, la sistemò sul cavalletto e poi la chiuse con la catena.
La rossa lo aveva osservato senza capire cosa avesse intenzione di fare.
Il biondo sorrise « ho detto che non me ne sarei andato, non ti lascio da sola, poi tu devi ancora cenare e anche io… andiamo a mangiare qualcosa da qualche parte?» le sorrise dolce.
La ragazza restò piacevolmente sorpresa, poi però ripensò a suo padre e al fatto di non volergli dare preoccupazioni così azzardò la sua idea «Ti va di restare a casa e magari ordiniamo una pizza,  non vorrei far preoccupare papà »
«Ok » fu la sua risposta e insieme entrarono in casa.
Strawberry accese la luce e solo in quel momento si accorse di quanto era stata sola…
Si tolse le scarpe imitata dal biondo, poi si mise alla ricerca del numero della pizzeria.
Ryan si guardava intorno, non era mai stato a casa della rossa, c’erano tante fotografie che la ritraevano insieme a sua madre, erano molto legate, su quello non c’erano dubbi, poi altre foto che ritraevano le ragazze, i suoi genitori insieme e le ragazze, in qualche scatto c’erano anche lui e Kyle.
«Trovato… Come la vuoi la pizza?» chiese lei sorridendogli e facendogli segno di seguirla in cucina
Ordinarono e poi iniziarono ad apparecchiare.
Ryan osservava la ragazza correre da un pensile all’altro, poi la vide alzarsi sulle punte per prendere la caraffa di vetro.
«Ti aiuto» disse lui sorridendole «Ti avevo dato i geni del gatto non della scimmia» la prese in giro bonariamente.
«Peccato non avere più gli artigli o avrei graffiato il tuo bel faccino» mise un finto broncio, poi scoppiarono a ridere.
Dopo poco arrivarono le pizze e si misero a mangiare sempre continuando a chiacchierare di tutto, dei loro hobby di quello che piaceva a lei, con sua grande sorpresa Ryan scoprì che aveva una grande passione per la fotografia che le era stata trasmessa da Sakura sua madre. Tutte le foto che aveva visto prima le aveva scattate lei. Doveva ammettere che era brava.
Ryan l’ascoltava parlare, poi la vide alzarsi e prendere la macchina fotografica.
«Cosa vuoi fare ragazzina?» lei gli sorrise senza rispondere, poi scattò una foto.
Ryan non se l’aspettava.
«Me ne mancava una tua… è difficile catturare la tua vera essenza, ma ci riuscirò prima o poi» Ryan scoppiò a ridere e le disse «accetto la tua sfida ragazzina».
Finirono di cenare, sparecchiarono e poi si misero comodamente sul divano a guardare un film.
Strawberry si sentì meglio quella sera, non era da sola e lo sapeva, ma per quanto poteva appoggiarsi a Ryan?
L’americano parve intercettare i suoi pensieri e le disse: «Non sei da sola… quindi adesso prova a rilassarti un po’»
La ragazza sorrise e si mise comoda sul divano.
Senza rendersene conto Ryan le mise una mano intorno alla spalla e lei si lasciò abbracciare.
Strawberry appoggiò la testa sulla sua spalla e stese le gambe. Poco dopo si addormentò.
Ryan se ne accorse e chiuse gli occhi anche lui poggiando le labbra sulla sua testa, dandole un leggero bacio.
Quando Shintaro rientrò li trovò addormentati dolcemente sul divano. Non che gli piacesse vedere la sua bambina abbracciata ad un ragazzo, ma si rese conto che la sua piccola stava sorridendo e in quel sorriso rivide Sakura, l’amore della sua vita che non era ancora disposto a perdere.






Buona sera, è la prima volta che scrivo in quedto fandoom, ma la storia mi è venuta in mente ieri sera e come per esorcizzare una paiura incoscia ho deciso di scrivere... spero vi piaccia e di leggere qualche vostro commento... un bacione
  
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