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Autore: Raven_Phoenix    06/08/2015    2 recensioni
ATTENZIONE: Questa fanfic é l'atteso seguito di "Chocolate and Smoke on the School" quindi consiglio di leggere prima quella ^^
Molte cose sono cambiate da quella partenza, ma molte altre sono rimaste sempre le stesse, come i ricordi che lottano per tormentare Mello. Nuovi e vecchi personaggi daranno vita a nuove avventure deliranti in una delle città più stravaganti e imprevedibili del mondo: Londra
"Dopo circa un’ora, grazie ai pochi e semplici passaggi di: una lunga doccia rigeneratrice, crema idratante per il corpo, asciugatura/lisciatura dei capelli, controllo brufoletti, controllo eliminazione di qualunque pelo superfluo sul mio viso, passaggio di cremine energizzanti, un filo di correttore e scelta dei vestiti con obbligo di abbinare la cravatta al colore dei calzini… potevo dire di avere un aspetto presentabile. Sembravo il perfetto uomo d’affari carismatico, il gilet nuovo di pacca che avevo messo era indubbiamente la chicca della giornata.
Ora si poteva dirlo seriamente: Ecco a voi Mihael Keehl in tutto il suo splendore!"
Mettetevi comodi, afferrate una tavoletta di cioccolato e qualche biscotto al burro by Harrods e buon divertimento!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: L/Light, Matt/Mello
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Parte un applauso da stadio*
Mioddio o___o erano secoli che non pubblicavo regolarmente qualcosa! Merito delle vacanze o il tempo perso a far nulla, siccome il mio lavoretto estivo mi permette di starmene per 7 ore incollata al pc a fare tutto quello che mi pare e senza un wifi u.u quale occasione migliore per andare avanti con qualche ff? **
Mi mancava avere tutto questo tempo da poter dedicare alle disavventure dei nostri adorati protagonisti, sempre ammesso che non decidano di scioperare nel giro di qualche capitolo piantandomi in asso ^___^'''' 
Diciamo che sto cercando di darmi da fare per sbloccare la situazione facendo accadere cose indicibili XD e mi sto impegnando per lasciare dei piccoli indizi tra le righe che lascino presagire qualcosina in più, quindi vi consiglio di stare moooolto attenti u_u
Bene, mentre vado a tuffarmi in piscina prima che muoio con questo caldo assurdo vi lascio al capitolo ^^ buona letturaaaaaaa!





Capitolo 14:
 
 
Fissavo quel bigliettino ormai da ore, per tutto il viaggio di ritorno l’avevo tenuto al sicuro dentro a uno dei guanti da moto, e appena ero arrivato a casa l’avevo dispiegato con cura, mettendomi a studiarlo.
La calligrafia era indubbiamente la sua, la più sbilenca e disordinata che avessi mai visto, e oltretutto sembrava avesse scritto con una gran fretta.
Perché mi aveva lasciato un messaggio del genere? Se ci fosse stato qualcosa che non andava avrebbe potuto dirmelo prima che partisse, avevamo passato l’ultima notte insieme, e non ci eravamo separati finché non si era imbarcato per il suo volo. Cercai di ricordarmi per filo e per segno il giorno della sua partenza, ed arrivai alla conclusione che effettivamente Matt quel giorno non portava i suoi occhialini. Doveva averli già lasciati a scuola per me.
-Questa storia per me non ha senso.- disse Rox dopo aver riguardato anche lei per la millesima volta il biglietto –A che scopo lasciarti un biglietto per genere, senza nessun tipo di numero di telefono provvisorio o una mail? Sembra quasi uno scherzo.-
-Non è uno scherzo, ti posso assicurare che quella è la sua calligrafia.- risposi tamburellando nervosamente con le dita sul bordo del tavolo della cucina.
-C’è scritto che sarebbe venuto a cercarti, possibile che in sette anni non ne abbia mai avuto la possibilità?-
-Non lo so, potrebbe essere andato ovunque. Ufficialmente è salito su un volo diretto per la California, ma nessuno può escludere che una volta là la sua famiglia abbia deciso di muoversi ulteriormente da qualche altra parte. Forse la loro era tutta una facciata, sono stati carini con me ma in realtà non approvavano e allora gli ha fatto in modo che non rimanessimo in contatto.- dissi anche se non ero per niente convinto delle mie parole. Matt era sempre stato uno spirito libero, anche se gli si diceva di non fare una cosa lui la faceva lo stesso in un modo o nell’altro, non ci avrebbe dovuto mettere tanto a prendere di nascosto un cellulare usa e getta per chiamarmi oppure mandare una mail da un internet point.
Dalla espressione di Rox sembrava pensarla esattamente allo stesso modo, anche se probabilmente non osava dirmelo per mandarmi ancora di più nel panico.
Poco dopo arrivarono anche gli altri, che avevo preventivamente avvertito sul fattaccio, e subito si gettarono sul biglietto.
-Stiamo scherzando?!- disse Near guardandolo da più angolazioni e in controluce come se si aspettasse di trovare un’altra scritta segreta.
-A quanto pare no.- risposi massaggiandomi le tempie.
-È indubbiamente la sua scrittura.- precisò Ryuzaki.
-È quello che ho detto.- ripetei per l’ennesima volta –Ritentate con qualcosa che ancora non so, altrimenti dovremo prendere una di quelle lavagnette per fare un elenco in stile CSI.-
-Posso aggiungere che da un idiota come lui un comportamento del genere me lo sarei potuto aspettare.- commentò Light che sedeva svogliato sulla sua sedia guardando desideroso l’arrosto che ribolliva in forno.
-Non è assolutamente un comportamento da lui!- lo incenerii all’istante, ma lui come sempre non sembrò preoccuparsene troppo.
-Va bene, va bene! Ciò non toglie che è stato un modo non proprio carino per togliere il disturbo.-
Ci fu un attimo di silenzio che evidentemente doveva voler dire che la maggior parte dei presenti era d’accordo con le parole di Light, e non potevo nascondere che se avessi da subito scoperto il messaggio mi sarei arrabbiato e non poco.
-Io credo che abbia avuto i suoi buoni motivi per farlo.- disse improvvisamente Ryuk, facendo cascare tutti dal pero. Sembrava estremamente serio  sotto al suo strato di trucco inquietante.
-Perché ne sei così sicuro?- chiese Near
Lui alzò le spalle.
-Intuizione da ex-Shinigami.-
Ci fu un urlo in generale e parecchie cose che volarono verso quell’imbecille di uno spaventapasseri.
-Complimenti bambola assassina, ti sei guadagnato anche il premio per ex-Shinigami più cerebroleso dell’universo. Non mi sorprende che ti abbiano voluto spedire sulla terra, inutile come sei.- disse acidamente Light con una espressione degna del più arcigno insegnante che si divertiva a far deprimere i suoi studenti.
-Beh, almeno sono sicuro che non sia morto.- replicò lui offeso.
Partì un nuovo lancio di oggetti verso Ryuk che stavolta si arrese del tutto e non tirò più fuori nessuna delle sue improbabili predizioni.
La discussione andrò avanti dove si fecero le più disparate ipotesi, compresa l’ipotesi che in realtà Matt fosse un agente sotto copertura e che in realtà si chiamasse con un nome improbabile come Frank Marazza (e in quel momento iniziai davvero a considerare l’idea che i miei amici avessero bisogno tutti una qualche seduta da un buon analista).
Appena mia madre fu di ritorno iniziammo a prepararci per la cena, tirammo fuori il servizio buono (ma non troppo, in vista di possibili lanci di piatti) e l’orribile tovaglia rossa con gli agrifogli ricamati che aveva fatto mia zia. Quando fu tutto pronto e anche il cibo fu messo in tavola scattammo un veloce selfie di gruppo per Danielle, dove mi costrinsero a mettermi delle discutibili corna da renna con tanto di led colorati e un naso rosso intermittente da Rudolf.
La cena da subito prese la piega di una battaglia navale: Ryuk, che immancabilmente cercava di cacciare la sua salsa alle mele, appositamente preparata per lui, su qualunque cosa, che fosse dolce o salato. Ryuzaki che mangiò il menù praticamente al contrario partendo dalla torta al cioccolato con panna che cercò di spalmare per ogni centimetro quadrato di Light, che ricambiava cacciando urli degni di un animale scuoiato. Rox a un certo punto si mise a raccontare di quando ci ritrovammo come clienti i System of a Down, descrivendo ogni minimo particolare di come erano vestiti, cosa avevano chiesto e anche di come avevamo chiesto moooooolto discretamente di farci una foto con loro e autografarla (schiavizzando una povera impiegata incaricata di stampare le cartoline da autografo in meno di dieci secondi), e Near a quel punto iniziò a ricoprirci di insulti siccome era una delle sue band preferite e non avevamo pensato di far autografare neanche un tovagliolino di carta per lui.
-Sei impazzito? Eravamo già patetici di nostro, figurati se avessimo iniziato a chiedere autografi per i parenti, gli amici, gli amici dei parenti e i parenti degli amici.- ribatté Rox.
-Parenti degli amici?- disse Ryuk.
-Amici dei parenti?- fece eco Ryuzaki.
-E gli amici dei parenti che però hanno altri amici?-
-E gli amici dei parenti che hanno altri amici e che hanno parenti?-
-E se invece ci fossero dei parenti che però hanno degli altri parenti?-
-Sarebbero sempre parenti.-
-Non se i parenti principali non sono ancora sposati.-
I due proseguirono con questo discorso per almeno una buona decina di minuti dove noi altri restammo a guardarli esterrefatti, chiedendoci se lo stessero facendo apposta o se davvero stessero discutendo di una vera e propria teoria.
-Vi lascio immaginare come trascorro la maggior parte delle giornate.- mormorò a denti stretti Light cercando di non farsi sentire.
-La prossima volta che provo a parlare e a fare una frase così complessa ricordami di darmi un colpo in mezzo agli occhi prima che sia troppo tardi.- mi disse Rox sottovoce quando arrivarono a parlare dei cugini di terzo grado dei cugini di quinto.
-Non preoccupatevi, se dovesse minacciare di ripetersi una cosa simile vedrò di mettere qualche sonnifero nei loro bicchieri.- si unì alla conversazione bisbigliata mia madre che poi si voltò a sorridere da perfetta innocente quando Ryuk le chiese un parere sul fatto che dopo il ventesimo grado di parentela si potesse iniziare a parlare di conoscenti o “conoscenti parentali”.
Era quasi l’una quando gli altri se ne andarono, Near leggermente brillo.
-E ti possssso giurare che un giornoooo vedrò anch’io incontrerò i Systerm of a Down e mi farò autografaaaaaaare… le mutande!- disse convinto crollandomi addosso.
-Sì, sì, little N. Hai ragione tu.- dissi dandogli qualche colpetto sulla schiena senza riuscire a smettere di ridergli in faccia, Rox dal canto suo piangeva da tanto si stava sbellicando.
Mi chiusi la porta alla spalle per poi scoppiare definitivamente sentendo ancora i rantoli di Near che veniva trascinato in macchina.
-Pagherei milioni per averli tutti a Londra.- disse Rox asciugandosi le ultime lacrimucce.
-Ti ricordo che ritrovarteli in casa praticamente tutti i giorni è un lavoro a tempo pieno.- replicai –Però ne sarei ben felice.- aggiunsi alla fine, pensando che forse avrei potuto pentirmene nel caso un giorno avessi dovuto trovarmi il mio amato e ordinatissimo appartamento saccheggiato.
-Certo che però girare con loro è stancante.- si esibì in un potente sbadiglio –Credo che andrò a fare la nanna come una brava bimba, altrimenti Babbo Natale non passerà.-
-Non vuoi lasciargli latte e biscotti sotto l’albero?- la canzonai.
-Col cavolo, quelli me li mangio io prima di dormire! A Babbo lascio una bottiglia di wodka, quello si che lo metterà in sesto!- rispose ghignando.
-D’accordo, brava bambina dei miei stivali. Io rimango ancora un po’, ok?-
-Agli ordini, capo.- mi schioccò un bacio sulla guancia e si avviò verso il piano di sopra.
Prima di andare a dormire mi sembrava giusto dover avvertire anche mia madre del biglietto di Matt, prima che me ne dimenticassi.
La trovai in cucina, a ripassare la ricetta del tacchino arrosto per il giorno dopo. Sosteneva di essere un po’ arrugginita siccome era qualche anno che non lo preparava.
-Vedrai che ti uscirà benissimo.- dissi andando a rovistare nella dispensa recuperando una mezza tavoletta di cioccolato che avevo lasciato in giro prima.
-Lo spero, tesoro.- disse lei con espressione corrucciata mentre faceva scorrere la ricetta.
-Non farti paranoie.- mi sedetti in faccia a lei, e aspettai.
Lei subito alzò gli occhi.
-Va tutto bene?- chiese quando mi vide un po’ indeciso sul da farsi, non sapevo bene come spiegarglielo né sapevo che reazione avrebbe avuto lei.
-Più o meno. Volevo farti vedere una cosa.-
Tirai fuori dalla tasca il bigliettino e lo allungai sul tavolo.
-Cos’è?- chiese lei incuriosita.
-Ti ricordi di Matt, vero?-
-Beh, certo che me lo ricordo. perché l’hai…-
-No, non l’ho più incontrato- risposi velocemente –Però…-
Dopo aver preso un lungo respiro le raccontai tutta la situazione, e quando mia madre prese il biglietto notai che la mano gli tremava leggermente.
-Oh…- disse per poi passarsi una mano sul viso. Sembrava essere appena caduta nel panico. –Oh…io….no.-
-Che c’è, ma’?- chiesi iniziando a sentirmi leggermente ansioso anch’io, non capendo la sua reazione.
Rimase lì, a boccheggiare ancora per un po’, e infine quando stavo iniziano a pensare che si stesse sentendo male prese un lunghissimo respiro e parlò.
-Io…non credevo che ci pensassi ancora dopo tutto questo tempo.- disse con voce tremante.
-Sì, lo so che è da stupidi, però almeno con questo sappiamo che non mi ha piantato in asso da completo stronzo, no?-
A quel punto mia madre impallidì ancora di più.
-Quindi… non ce l’hai con lui?-
-Più o meno, cioè… sinceramente non lo so. Adesso vedo la cosa da una prospettiva un po’ più diversa, so che almeno ha cercato di avvertirmi.-
Di nuovo il silenzio.
-Credevo lo odiassi, che ti avesse abbandonato e che non l’avresti mai più voluto rivedere. I-io… non mi immaginavo che…- continuò a farfugliare in preda al panico, sembrava quasi essere sull’orlo della disperazione.
Mi alzai e la presi per le spalle, cercando di capire cosa stesse succedendo.
-Mamma, vuoi calmarti e dirmi cos…- la guardai negli occhi.
Improvvisamente fu come se le leggessi nel pensiero, e finalmente capii.
Rimasi a guardarla non sapendo nemmeno io che razza di espressione dovevo avere in quel momento.
Semplicemente… sapevo.
-Lui è stato qui.-
Vidi gli occhi di mia madre riempirsi di lacrime, e quella fu una conferma.
La lasciai andare e rimasi per un momento nello smarrimento più totale. Rimasi in piedi fissando il vuoto, cercando di immaginarmi la scena di Matt che suonava il campanello di casa mia come quando mi veniva a prendere la mattina prima di andare a scuola.
-Si è presentato qui una sera, circa tre anni fa.- iniziò a spiegare mia madre dopo aver riacquistato un po’ di stabilità.
-Cos’è successo?- chiesi lentamente, come se le parole fossero dense e difficili da espellere dalla mia bocca.
-Mi ha chiesto se eri in casa, e io gli ho detto di no, che eri andato via.- tirò su col naso –Ho pensato che se l’avessi rivisto ci saresti stato ancora più male, e lui non ha accennato nemmeno un istante a quel bigliettino.-
-Non gli hai detto che ero a Londra, vero?-
Scosse la testa.
-Gli ho solo detto che eri andato via, ha voluto sapere dove, ma gli ho detto che mai e poi mai avrei detto dove si trovava mio figlio alla persona che gli aveva spezzato il cuore. Non ha aggiunto altro e se n’è andato.- si nascose il volto tra le mani –Se solo avessi saputo…-
Era venuto per me… e io non c’ero.
Mi sentii come se fossi stato trascinato in un limbo. Mi immaginavo Matt sulla porta di casa con mia madre, lui che chiedeva di me e lei che lo cacciava, e io assistevo senza sapere cosa fare.
Una parte di me sarebbe corsa immediatamente a fermare mia madre, urlando “sono qui!” e si sarebbe gettata tra le braccia di Matt, l’altra invece si sarebbe messa a fianco di mia madre e avrebbe insistito per mandarlo via a calci in culo.
-Mi dispiace così tanto.- disse mia madre che sembrava volersi nascondere dal mio sguardo.
-Non è stata colpa tua.- risposi improvvisamente calmo –L’hai fatto per una buona ragione. Forse… è meglio così.-
Improvvisamente avevo iniziato a pensare che probabilmente era il destino a volere che non ci incontrassimo più, non sentivo il bisogno di piangere o disperarmi. Ero calmo e quasi pacifico.
Mia madre farfugliò almeno altre mille scuse e io gli ripetei che era tutto a posto, la convinsi a bere un tè caldo e ad andare a letto in vista della giornata che si prospettava la mattina dopo e mi ritirai anch’io al piano di sopra.
Mi buttai sul letto fissando il soffitto, e rimasi in quella posizione, completamente vestito per uno, due, tre, cinque, dieci minuti. L’unica cosa che riuscivo a sentire era un peso incredibile sullo stomaco, ma per il resto tutto taceva. Mi aspettavo le lacrime da un momento all’altro, un qualunque segno di cedimento che mi facesse sprofondare nel panico, ma non successe nulla di tutto ciò, e quasi mi spaventai.
Mi alzai dal letto e mi diressi spedito verso la camera degli ospiti, dove trovai Rox profondamente addormentata con il suo solito e orrendo paraocchi notturno tempestato di paillettes viola.
La scrollai provocando diversi suoni che sembravano appartenere a una creatura degli inferi.
-Dammi-un-solo-motivo.- scandì parola per parola fissandomi come se volesse staccarmi un braccio a morsi.
-Matt.- dissi semplicemente.
-Oh, CH CAZZO, TI PREGO!- rantolò ributtandosi indietro sul letto esasperata –Cosa c’è ANCORA?!-
-È stato qui.-
Tutto d’un tratto ogni traccia della sua furia omicida parve dissiparsi in meno di mezzo secondo, e seppi di avere tutta la sua attenzione.
-Adesso?!- chiese con tutta l’intenzione di alzarsi e andare a scandagliare la casa.
-Ti pare che se fosse qui in questo momento sarei così tranquillo?!- gli lanciai un cuscino in faccia –È stato qui tre anni fa, ma mia madre non sapendo del bigliettino l’ha mandato via. Non me l’ha mai detto perché pensava che ci sarei stato male di nuovo.- dissi quasi tutto d’un fiato, senza riuscire a credere che quelle fossero davvero le mie parole.
-Oddio- iniziò a scandagliarmi da capo a piedi, e lentamente iniziai a veder comparire una certa sorpresa nei suoi occhi –E tu… stai bene.- non me l’aveva chiesto, era una constatazione.
-Già.- dissi ancora più stupito di lei –Sono… calmo.-
-Possibile che…ormai non ti importi più?-
-Altroché se mi importa! È questa la cosa più strana. Quando ho trovato il bigliettino pensavo di dover morire da un momento all’altro, ricordi? Mi hai dovuto mettere in sella alla moto di peso!- replicai –Possibile che Near, Light e Ryuzaki mi abbiano drogato durante la cena per testare qualche loro nuova invenzione?-
-Non essere stupido, se avessero voluto testare qualcosa su di te avrebbero sicuramente scelto qualcosa di molto più stupido che ci avrebbe portati a ridere come dei cretini, che so, una sostanza che avrebbe iniziato a farti venire la erre moscia.-
-Mh… effettivamente non hai tutti i torti.- concordai –Ma allora cosa mi sta succedendo?-
Rimuginammo entrambi per un po’, ma io più che altro mi stavo facendo una veloce analisi fisica, cercando qualche sintomo che mi facesse capire che in realtà stavo male anche se non sembrava.
-Forse…- disse improvvisamente Rox come se avesse appena avuto una illuminazione.
-Cosa?- la incalzai spalmandomi su di lei dall’impazienza.
-Ehi, non invadere la mia riserva personale d’ossigeno e stammi a sentire!- replicò lei spingendomi via –Potrebbe essere possibile che tu non ti stia disperando perché ora hai la convinzione che non ti abbia mai abbandonato del tutto? Riflettiamo, hai sempre vissuto nel dubbio, non sapevi che fine avesse fatto, se stesse bene, addirittura se fosse ancora vivo, e soprattutto non  sapevi se ti avesse lasciato di sua spontanea volontà o perché doveva esserci un problema di fondo che non dipendeva da lui. Non sapevi assolutamente niente, invece ora hai ricevuto parzialmente delle risposte, e diciamocelo, da un lato potresti essere felice perché è venuto a cercarti, quindi vuol dire che non ti ha dimenticato, anzi.-
Assimilai le informazioni cercando di capire se combaciavano con il mio stato d’animo, ed effettivamente avrebbe potuto funzionare perfettamente.
-Potresti essere un genio.- dissi dopo la mia attenta riflessione –Però ciò non toglie che dovrei essere almeno un minimo arrabbiato, che so, con mia madre per avermelo tenuto nascosto. Anche se a dire il vero mi sembrava così dispiaciuta da non poter credere che l’abbia fatto per cattiveria nei miei confronti.-
-È ovvio che non l’ha fatto con quello scopo. Sei suo figlio! Ti proteggerebbe a tutti i costi in qualsiasi situazione. Ricordati che ti ha visto partire e andare lontano da lei anche per colpa di Matt. Anche se è felice per la tua nuova vita sarà sempre in pensiero per te perché lei non può essere lì. Se te l’avesse mandato a Londra e tu avessi fatto una nuova crisi per colpa sua senza che lei potesse essere d’aiuto? Non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.-
Annuii.
-È incredibile come la mia mente riesca a fare questi pensieri inconsciamente, da solo non ci sarei mai arrivato.-
-Modesto anche in queste situazioni, come sempre.- disse ironicamente Rox guardandomi di traverso.
-Non ho detto che tu non mi abbia aiutato.- risposi alla svelta.
-Perciò… adesso che farai?- chiese lei ritornando un po’ più seria.
-Cosa vuoi che faccia? Non ha lasciato una mappa con una bandierina sulla posizione in cui si trova ora.-
-Ma se tu lo sapessi?-
La guardai alzando un sopracciglio.
-Mi stai chiedendo cosa farei?-
-Cavoli, da quando sei diventato così intelligente?- replicò tirandomi una ciocca di capelli.
-Ehi, i capelli no!- strillai allontanandomi e rischiando di cadere dal letto di faccia.
-Non girare in giro alla domanda, idiota!- mi minacciò lei spingendomi ulteriormente per farmi cadere.
-NON LO SO, VA BENE?!- gracchiai poco prima di cadere definitivamente, ma mi riguardai bene dal trascinare anche Rox con me.
Mi ritrovai con una guancia dolorante contro al freddo pavimento, e sentii lei imprecare alle mie spalle.
-Cosa vorrebbe dire “non lo so”? Come minimo dopo tutti questi anni passati a fracassare le palle a tutti con questa storia dovresti provare a cercarlo anche tu, o perlomeno metterti un po’ più in mostra. Potremmo sacrificarci e crearci un profilo facebook anche se va contro ai nostri voti anti-social.-
-Nemmeno lui sarebbe persona da social network, gli unici posti dove si iscriveva online e con nomi falsi erano i tornei online di videogiochi di cui io non ci ho mai capito e mai ci capitò una sega. Possiamo scartare questa possibilità.-
-Ecco, lo vedi? È ovvio che vuoi cercarlo! Sai già mentalmente pensando a un piano escludendo a priori le cose più inutili.-
Tipico, mi aveva incastrato e io come sempre ci ero caduto in pieno.
-Tu dici?- chiesi abbastanza scettico.
-Non voglio neanche sentire le tue inutili scuse. Anche se io sono convinta che lui non ti meriterebbe dopo essere sparito così e che se ti ama veramente sarebbe riuscito a trovare un modo per trovarti invece di fare quella scenetta con tua madre, voglio anche che tu sia felice e che questa faccenda si chiuda una volta per tutte ora che il caso è stato riaperto.-
-Mi sembri uno di quegli investigatori con la faccia da Bulldog di NCIS quando parli così.- commentai alzando un sopracciglio, ma lei parve non accorgersene nemmeno.
-Molto bene, da domani inizieremo ad elaborare una strategia, e voglio andare a fondo di questa faccenda. Oh sì, mio caro, non sai ancora con chi hai a che fare.- disse convinta rialzandosi raggiante.
-So benissimo con chi ho a che fare.- mormorai facendomi scivolare una mano lungo il viso; avevo già paura.
Non aveva mai dato segno di volermi aiutare a ritrovare Matt prima d’ora, aveva sempre riservato un comportamento ostile verso di lui, sempre con la convinzione che non avrei dovuto farmi condizionare così tanto da lui. Non avevo idea se avrebbe indotto delle ricerche con dei segugi o avesse chiamato un qualche investigatore privato, ma potevo aspettarmi qualcosa di simile da lei.
-Allora posso dormire tranquilla? Non tenterai il suicidio proprio nella notte di Natale, vero?- disse dopo che mi fui tolto aggraziatamente dal suo letto, iniziando a sentire le palpebre leggermente pesanti.
-Non preoccuparti, credo che mi mangerò qualche tavoletta di cioccolata e andrò a dormire felice e spensierato come una bambino.- risposi mentre già avevo aperto la porta.
Feci una rapida deviazione di nuovo in cucina, raccattai un po’ di cioccolata e tornai in camera mia.
Rimasi pensieroso ancora per un po’, facendo passare il tempo leggendo qualche giornale britannico online, e alla fine crollai sprofondando in un sonno pesante, fatto di sogni poco definiti.
 
Il mattino dopo mi svegliai con la luce stranamente bianca e ovattata che entrava dalla finestra, e subito mi resi conto che stava di nuovo nevicando. Enormi fiocchi cadevano talmente fitti da non riuscire quasi a distinguere lo steccato di casa mia, e la strada semi-deserta confermava che era finalmente arrivato il Natale.
Rabbrividii appena scesi dal letto e andai subito alla ricerca di un maglione pesante che avevo messo sul fondo della valigia.
Trovai mia madre che praticamente non aveva chiuso occhio tra l’ansia di non riuscire a far venire perfetto il tacchino e l’idea persistente che adesso la odiassi. Ci misi almeno una buona mezz’ora per convincerla che non avessi assolutamente la minima briciola d’odio nei suoi riguardi, dopodiché ci pensò Rox a rialzare gli animi arrivando come un turbine con lo spirito natalizio a mille.
Inspiegabilmente i poteri sovrannaturali della mia amica violetta si estesero ulteriormente quando arrivò mia zia: riuscì a guadagnarsi subito la sua simpatia e il pranzo passò senza nessun genere di intoppo, concludendosi con pance piene e sorrisi soddisfatti.
Dopo il caffè scartammo i regali, e io ricevetti una collana di dvd horror che cercavo da tempo da mia madre, un paio di immancabili calzini di lana riempiti con delle tavolette di cioccolata da parte di mia zia e una giacca in pelle nuova da Rox. In compenso io avevo recapitato nel giuso ordine un foulard a mia madre, una bottiglia di vino pregiato a mia zia (ormai era il suo punto debole, lo sapevano tutti) e una palette di ombretti Lancome a Rox. Modestamente mi era diventato facile fare regali alle donne, merito del mio lavoro.
Quando finalmente ci alzammo da tavola era già pomeriggio inoltrato, e dopo essere rimasti a chiacchierare in salotto iniziai a scrivere agli altri per trovarci in serata.
-Credo sia il Natale più tranquillo e tradizionale che io abbia mai fatto in vita mia. Sicuramente meglio di quando avevamo deciso di fare quel pranzo in quel locale a tema piratesco qualche anno fa.- disse Rox che si era appena seduta comodamente sulla poltrona che aveva rivendicato come sua preferita, tenendo in grembo una tazza di tè alle spezie fumante.
-Già, era da un po’ che non ce ne stavamo alla larga dal casino estremo della “big city”.- mi immaginavo come dovesse essere Londra in quel momento, con un tripudio di luci e la gente che passeggiava per strada per smaltire il pesantissimo pranzo o che si stava preparando psicologicamente a una cena.
Da una parte un po’ mi dispiaceva, era uno dei momenti che mi piacevano di più, forse per l’atmosfera portata ai limiti dell’immaginabile, il tutto avvolto in quel gelo pungente che ti autorizzava a bere cioccolata calda a tutte le ore del mattino e della notte.
Era strano, ma nonostante fossi a casa sentivo che c’era qualcosa che non andava.
-Credo di avere nostalgia di casa. Casa mia.- dissi improvvisamente guardando fuori dalla finestra per osservare i giganteschi fiocchi di neve che non accennavano a diminuire, sperando che mia madre non fosse a portata d’orecchio.
-Certo che sei strano.- disse Rox sghignazzando sotto ai baffi –Dovrei essere io a dire una cosa simile.
-Lo so, però… è come se sentissi di dover essere lì.- alzai le spalle, non sapendo nemmeno come poter descrivere in un altro modo quello che provavo.
-Per il momento goditi le vacanze, abbiamo tutto il tempo per tornare a terrorizzare la nostra Londra.-  si accoccolò in una delle sue pose contorte che solo lei poteva trovare comode e tirò fuori il suo cellulare, iniziando a mandare messaggi a destra e a manca.
-Gli altri hanno chiesto se ci va di fare un giro più tardi.- dissi dopo aver consultato anch’io il mio povero iphone che era stato preso in ostaggio da una terribile cover natalizia.
Notai solo allora un altro messaggio che mi era sfuggito mentre mandavo insulti in contemporanea a Near e a Light.
Danielle.
Lo aprii aspettandomi un semplice “buon natale”, ma trovai un messaggio piuttosto strano.
“Ehi, tesoro! *_* spero tu stia passando un bellissimo Natale! Mi dispiace ma non credo di potervi raggiungere nemmeno per capodanno ç__ç però mi voglio far perdonare! Appena leggi questo messaggio scrivimi se sei a casa tua, non te ne pentirai u_u”
Aggrottai le sopracciglia e risposi digitando la risposta alla velocità della luce.
“Ehiiii, buon Natale anche a te ** che peccato per capodanno T-T al momento sono a casa, vuoi farmi cadere in testa un meteorite per caso? o.o”
Attesi una nuova risposta, ma lei si limitò solo a visualizzare il mio messaggio poco dopo.
Pensai che dovesse avere da fare e non rimasi a pensarci troppo sopra, anche se avevo il presentimento che di li a poco sarebbe successo qualcosa.
Qualche ora dopo, mentre stavamo guardando Polar Express (eravamo senza speranza, quel film era diventata quasi un’ossessione) il campanello suonò, facendoci saltare tutti per aria.
-Non possono essere già qui, Ryuk ha appena mandato una foto di lui e suo fratello che si stavano ancora ingozzando, non chiedermi di cosa, so solo che era con le mele.- disse Rox guardando con sospetto la porta.
-Ma’? Aspettavi qualcuno?- urlai verso la cucina dove si sentiva arrivare il chiacchiericcio tra lei e mia zia.
-No, tesoro!- rispose lei ridacchiando; dovevano aver aperto il vino che avevo portato.
Sospirai alzandomi, sperando di non trovarmi davanti qualcosa di altamente imbarazzante come qualche spogliarellista vestito da pacco regalo inviato da Near, giusto per farmi morire d’imbarazzo.
Guardai attraverso lo spioncino, e inquadrai solo un ometto calvo che tremava dal freddo, tutto intabarrato in una sciarpa enorme e una orribile cuffia arancione.
Incuriosito aprii la porta, rabbrividendo per il freddo assurdo che faceva fuori, e appena l’uomo mi vide tirò un sospiro di sollievo.
-Oh, bene. Non ho sbagliato casa allora.- disse aprendosi in un sorriso rubicondo –Buonasera, lei dovrebbe essere Mello, vero?-
Strabuzzai gli occhi. Come faceva quello a sapere chi ero?
-Bu-buonasera. Sì, sono io.- risposi spiazzato.
-Molto bene!- esclamò rincuorato –Mi scusi per il disturbo, sono Takashi Yzawa, sono della Rush Production. Devo consegnarle questa con la massima urgenza.- frugò con una mano nel giaccone e estrasse una lettera piuttosto voluminosa, porgendomela con il braccio che tremava per il freddo.
-Oh…ehm… grazie. Di cosa si tratta?- chiesi con una certa diffidenza mentre la prendevo tra le mani titubante.
-Ho ricevuto l’ordine categorico di non dire nient’altro, mi dispiace.- rispose lui alzando le spalle –Ora mi scusi, ma è proprio meglio che vada prima che mi si congelino anche le sopracciglia. Tu guarda, mandarmi fuori! Sono un uomo d’ufficio e stufetta sotto alla scrivania per scaldarmi i piedi, io!- borbottò a bassa voce, come se non lo sentissi da quella distanza ravvicinata.
-Certo. Allora… arrivederci.-
L’uomo si aprì in un ampio sorriso, come a ringraziarmi infintamente di averlo congedato.
-Arrivederci, e Buon Natale!- disse mentre già stava percorrendo goffamente il vialetto verso una macchina nera parcheggiata a bordo strada.
-Buon Natale anche a te, buffa imitazione giapponese di un Hobbit…- dissi sommessamente sapendo che ormai non poteva più sentirmi, guardandolo con sospetto mentre si allontanava.
Richiusi la porta massaggiandomi velocemente le braccia per scacciare il freddo che si era insinuato fin nelle ossa e raggiunsi Rox in soggiorno.
-Chi era?- chiese lei con gli occhi che luccicavano d’interesse.
-Un tizio parecchio strano.- risposi mentre prendevo una copertina e mi lanciavo sul divano –Mi ha dato questa.-
Si buttò accanto a me, rubandomi immancabilmente metà coperta, facendo uno scanner alla busta.
La guardai meglio anch’io, ma oltre a riportare l’intestazione “Rush! Production Record” non c’era scritto altro.
-Beh? Cosa aspetti?- mi incitò Rox che fremeva dalla curiosità.
Sbuffando aprii la busta con delicatezza e tirai fuori un plico di cartoncini colorati.
-Che cazzo…- individuai un foglio più grande bianco su sui c’erano scritte poche righe a computer, e lessi velocemente.
 
“Ciao ragazzi! Mi sarebbe piaciuto tantissimo rivedervi di nuovo tutti, ma forze maggiori purtroppo non me l’hanno permesso, ma non intendo arrendermi, perciò ho deciso di farvi avere il mio regalo di Natale! Fate buone vacanze, a presto!
                     Danielle & Cronic Freaks”
 
-Ah, è Danielle!- esclamai sorridendo.
Mi voltai verso Rox e la trovai impietrita.
-Ci credo che è lei, guarda!- disse alzando quelli che credevo fossero dei comuni bigliettini d’auguri –Sono dei biglietti per la loro prossima data a Londra, platea vip!- squittì mostrandomi sei biglietti su cui troneggiava “V.I.P” in oro al centro, in tutto sei.
Oltre allo stupore per quel regalo inaspettato una sola domanda mi frullava per la testa.
-E adesso come lo dico agli altri senza che abbiano un attacco di cuore?!- 




Ooooooooh, cm'ooooon Mello! Ammettilo che lo spogliarellista vestito da pacco regalo l'avresti apprezzato u_____ù 
A parte che mi sento una completa idiota a scrivere capitoli natalizi a luglio-agosto sperando che pensare alla neve mi porti un po' di refrigerio, a causa del caldo sto ideando cose talmente allucinanti da vergognarmene quasi XD devo decidere se mantenerle oppure essere caritatevole con voi e risparmiarvele! 
E quindi sembrerebbe che Matt non sia uscito del tutto di scena come certi pensavano, ma cosa sarà mai successo al nostro piccolo grande maniaco? Continuerà a restare su un secondo piano senza mai degnarci della sua presenza o in qualche modo potrebbe decidere di rifare la sua comparsa? E cosa potrebbe succedere in entrambi i casi? Mello rischierà una volta per tutte un crollo psicologico? (NdMello: Chessimpatica -_____-)
Rimanete sintonzzati u__u cercherò di aggiornare di nuovo a breve!
Grazie mille come sempre a tutti quelli che seguono la storia, e noto piacevolmente dalle statistiche che diventano sempre di più *__* davvero, io e la mia autostima che si rialza ogni volta che posto un nuovo capitolo non sappiamo come ringraziarvi <3 
Come sempre se avete dubbi o domande non esitate a chiedere e cercherò di rispondervi senza creare spoilers u_u anzi, potrei anche scegliere le domande migliori e fare uno speciale a fine capitolo approfondendo meglio ** mwohohoh
Appuntamento al prossimo capitolo!
Ciauuuuuu <3
Raven :3
  
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