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Autore: _diana87    07/08/2015    4 recensioni
Non ricorda più il panorama prima che quell’ondata di fumo nero invadesse la sua visuale.
Neanche nelle sue teorie più assurde avrebbe mai immaginato di vedere il cielo sopra New York tingersi di nero.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cosa spinge una donna delle forze dell’ordine, moderna, affascinante, affabile e in gamba a diventare un mostro?
Perché era così che l’agente Turk aveva definito Kate Beckett.
Si rifiuta di credere a ciò che gli è stato detto durante l’interrogatorio, ma fortunatamente la Gates gli ha concesso qualche giorno di riposo per elaborare il lutto.
Ci è voluto un po’ perché accettasse di cremare ciò che restava di Beckett affinché conservasse almeno le sue ceneri in una piccola anfora donata da Lanie, l’amica stretta di sua moglie. Neanche lei era a conoscenza della duplice identità di Kate e quando aveva consegnato a Castle quel contenitore marrone dorato, non si era messa a piangere. L’aveva solo guardato negli occhi. Le loro mani si erano toccate per qualche istante e sapevano che non c’era bisogno di dire altro. Il dolore che condividevano era immenso e impossibile da descrivere a parole.
La cerimonia funebre era durata pochissimo e si era svolta nel religioso silenzio. Erano presenti la famiglia Castle, Jim Beckett, Esposito, Lanie, Ryan e Jenny. Rick non aveva voluto dir nulla, troppo immerso nei suoi pensieri e accigliato con Beckett. Aveva guardato la sua foto sulla tomba, così sorridente e piena di vita, e si era chiesto perché avesse commesso un atto così orribile. Era infelice nel loro matrimonio? E se era davvero così, quando aveva iniziato a mostrare segni di indecisione? E perché lui non se ne era accorto? Perché lei non si era confidata con lui?
La solita Beckett. La roccia dura impossibile da scalfire, che preferisce issare muri invece di parlare con le persone che ama.
Tornato a casa, si è chiuso in se stesso per tutto il giorno, passando le ore nel loft a tenersi la testa tra le mani, raccolto sulla poltroncina del salotto in posizione fetale.
La mattina dopo, Martha lo trova addormentato, disteso sul divano, che tiene il bicchiere vuoto in una mano e una foto del matrimonio tra lui e Kate nell’altra. La donna scuote la testa e lentamente cerca di prendere quel bicchiere prima che cada a terra, ed è proprio sul pavimento che nota la bottiglia di vodka mezza finita. Sospira, decidendo poi di sedersi accanto a suo figlio. Castle si muove, porta la mano sul torace e compie i primi movimenti di chi si sta svegliando.
“Richard, tesoro”, Martha lo chiama dolcemente, posando la mano sulla sua.
Lui apre gli occhi e sorride. Non è un sorriso felice, ma è di chi è imbarazzato dopo una bravata. Rendendosi conto del suo stato pietoso e della quantità di alcol nel suo alito, si volta con il corpo verso le spalle del divano.
“Madre, non voglio che tu mi veda così.”
“Come se non avessi mai visto qualcuno con i postumi di una sbornia.” Esclama, cercando di rallegrarlo e ci riesce. Per un breve istante le pare di vederlo sorridere divertito stavolta. Torna serio voltandosi verso la diva.
“Devo scoprire cos’è successo a Beckett negli ultimi tempi.”
“Richard, vuoi davvero andare in fondo alla verità? E se ti facesse male?”
“Già fa male, madre. Lei mi ha mentito per tutto questo tempo. E sai qual è la cosa buffa? Che non è viva per poterle dire come avrei potuto crederle dato che lei non l’ha mai fatto quando le esponevo le mie assurde teorie di complotti governativi e alieni.”
Si alza di scatto quando percepisce la presenza di sua figlia che lo guarda con aria giudiziosa. Non vuole farsi vedere in quello stato da lei, e Alexis non vuole che lui soffra. Il labbro tremolante della ragazza gli provoca la reazione spontanea di abbracciarla, ma lei sfugge alle sue premure.
“Ti rendi conto di quello che dici, papà?” Alexis per poco non si trappa i capelli. “Quelli sono terroristi. Tu sei solo uno scrittore, non un poliziotto. Smettila di comportarti come tale.”
Lei lo guarda accigliata con le braccia incrociate al petto, reggendo il suo cuore sull’orlo di esplodere. È pronta a mettersi davanti la porta, braccandogli ogni via di uscita. Tutto pur di tenere suo padre al sicuro. Castle la guarda rammaricandosi con la bocca leggermente aperta. Stupito dalle parole di sua figlia. Lei sa quanto lui ha amato Kate e dovrebbe essere dalla sua parte. Supportarlo.
Martha assiste al gioco di sguardi dispiacendosi.
“Tua figlia ha ragione, Richard”, Castle si volta incredulo verso sua madre. Anche lei adesso? “E nemmeno io voglio che ti immischi in queste faccende pericolose.”
“Ma io devo sapere cos’è successo a Beckett e cosa l’ha spinta a farsi esplodere nel centro di New York. Devo-devo fare qualcosa.” Si guarda i palmi delle mani con il bisogno di doversi appigliare davvero a qualcosa. “Lei non si sarebbe arresa al mio posto pur di trovare la verità.”
Martha sospira pesantemente tanto da sentire di avere sulle spalle un grosso masso da trasportare. Quel peso potrebbe essere l’amore di una madre verso il figlio. Chiude gli occhi respirando affannosamente. È lei l’ago della bilancia.
“Non voglio dover seppellire un’altra bara, Richard.”
Madre contro figlio in una battaglia all’ultimo sangue. La diva corruccia la fronte, si sfrega le mani, rabbrividendo al solo pensiero. Poi posa una mano sulla spalla dello scrittore, percependo tutta la sua tensione e il suo nervosismo, conseguenza di una notte passata a rimuginare su quanto accaduto.
“Pensaci, e se lei ti avesse mandato dei segnali per tutto questo tempo? Qualcosa per farti capire che aveva un problema?”
“Stai prendendo le sue parti?”
“Sto cercando di capire come farebbe un vero detective.”
Ma ragionare come Kate Beckett ed entrare nella sua mente richiede uno sforzo enorme. Non sarebbe bastato un giorno per ragionare sulle sue azioni.
Rick lo sa bene. Lui ha impiegato quattro anni per abbattere i suoi muri, togliendo, ogni giorno, mattone dopo mattone. Sospira. Non vuole compiere di nuovo quel lungo e duro lavoro. Deve scoprire la verità. Adesso o mai più.
Guarda entrambe le due donne. E improvvisamente realizza che sono le uniche presenze femminili che sono rimaste nella sua vita. E anche le uniche due che possono comprendere il suo dolore e la sua voglia di isolarsi dal mondo.
“Posso restare da solo?”
 
In una di quelle notti cupe, in cui anche la Luna sembra farsi beffe di lui, allunga il braccio dall’altra parte del letto scoprendo il vuoto e l’orribile verità che c’è qualcosa che manca. Si siede sul bordo, realizzandosi più pesante del solito, con la consapevolezza che ora la verità gravida sulle sue spalle: deve scoprire cos’era successo a Kate negli ultimi tempi.
Le gambe lo dirigono nel suo studio dove, sfinite, crollano sulla sedia della scrivania. Gli occhi pesanti si rifiutano di aprirsi, mentre la mente vaga andando a rifugiarsi nell’unico posto felice che conosce: i giorni in cui le cose tra lui e lei andavano bene. Giorni in cui potevano sentirsi vivi.
Lentamente sposta le mani sulla scrivania quando nota sbucare un foglio da sotto la tastiera. Come mai non se ne era accorto prima? Tocca la carta spiegazzata dapprima incuriosito, poi intimorito, infine spaventato quando riconosce la calligrafia.
 
L’amore vince su tutto, diceva mia madre.
Ma può il nostro amore bastare per una vita intera?
Tesoro, nessuno merita di vedere l’orrore che ho visto io.
Neanche i nostri figli.
Perdonami.
Ti amo.
Kate.”
 
Stava forse tentando di dirgli qualcosa? Era questo il segnale che non aveva colto?
Lei era incinta? E se sì, come era possibile dato quel loro problema?
Si alza di scatto, prendendo il foglio con sé.
Ecco la spinta che gli serviva per iniziare la sua ricerca della verità.
Di qualunque orrore avesse accennato Kate, Rick deve trovarlo.
E il primo passo sarebbe stato tornare al distretto ed affrontare i suoi colleghi.




Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Inutile descrivere lo strazio di Riccardone al momento... 
Neanche Martha e Alexis sembrano dargli parole di conforto...
Lui solo contro tutti per scoprire la verità su Kate, e poi spunta quel foglietto!
Cosa avrà voluto dire la nostra detective? Castle troverù qualche risposta alle sue domande\ipotesi?
Non ci resta che aspettare e sospirare ancora :p
Alla prossima!
D. <3




 
   
 
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