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Autore: HabbyandTsukiakari    07/08/2015    3 recensioni
[Autrice: Tsukiakari] [Fantasy/Avventura/Romantico] [Pairing a sorpresa] [Sleeping Beauty!AU con variazioni] [Presenza del Nyo!Magic Trio]
Tratto dal Capitolo Terzo:
"Fu presa improvvisamente da una struggente curiosità, e poggiò una mano sul portone, che inaspettatamente cedette con un gemito sotto il suo lieve tocco. Entrò impaziente – perché era così impaziente? – e quello che vide la fece sussultare: migliaia e migliaia di strani oggetti formati da una specie di scodella bassa e un manico sottile erano ammassati in grossi cumuli, che riempivano gli angoli dell’immensa stanza. Solo uno di quegli strani oggetti era separato dagli altri, Lettore. Era in mezzo alla stanza, proprio davanti ai piedi della principessa. Non sembrava un oggetto prezioso né interessante in alcun modo: era di rame, polveroso e leggermente bruciacchiato sul retro… ma Erzsébet lo desiderava, con tutte le sue forze, sentiva che doveva averlo! Si lasciò cadere vicino all’ oggetto, con gli occhi che le brillavano di una strana luce e le dita che si protendevano verso di esso, tremanti per l’impazienza. E poi successe, Lettore."
Buona Lettura!
Tsukiakari
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 2P!Nyotalia, Altri, Austria/Roderich Edelstein, Bad Friends Trio, Nyotalia, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo Terzo

 
 
Erzsébet si fermò, senza fiato.
Da quanto stava correndo?
Non ne aveva idea, Lettore, sapeva solo che si sentiva malissimo.
Una specie di nodo le stringeva lo stomaco, e le lacrime non accennavano ad asciugarsi.
Tuttavia, riuscì a prendere coscienza del fatto che non sapeva dove fosse. Le poche finestre presenti erano ricoperte di polvere, e facevano filtrare pochissima luce.
Quando si fu abituata alla scarsa luminosità, la principessa si guardò intorno. Non era mai stata in quella zona del castello, prima d’allora.
Notò che il corridoio terminava con un’enorme porta di ferro arrugginito, piena di chiavistelli e di ragnatele.
Di fianco alla porta c’era un antico specchio, incorniciato da un filo d’argento segnato dal tempo. Non rifletteva alcuna immagine.
D’istinto, tornò a fissare l’immensa porta.
Fu presa improvvisamente da una struggente curiosità, e poggiò una mano sul portone, che inaspettatamente cedette con un gemito sotto il suo lieve tocco.
Entrò impaziente – perché era così impaziente? – e quello che vide la fece sussultare: migliaia e migliaia di strani oggetti formati da una specie di scodella bassa e un manico sottile erano ammassati in grossi cumuli, che riempivano gli angoli dell’immensa stanza. Solo uno di quegli strani oggetti era separato dagli altri, Lettore. Era in mezzo alla stanza, proprio davanti ai piedi della principessa. Non sembrava un oggetto prezioso né interessante in alcun modo: era di rame, polveroso e leggermente bruciacchiato sul retro… ma Erzsébet lo desiderava, con tutte le sue forze, sentiva che doveva averlo! Si lasciò cadere vicino all’ oggetto, con gli occhi che le brillavano di una strana luce e le dita che si protendevano verso di esso, tremanti per l’impazienza.
E poi successe, Lettore.
Appena entrò in contatto con il freddo metallo, il suo corpo fu squassato da una scossa elettrica che le gelò il sangue, privandola di forze. Sentì la sua mente annebbiarsi, le palpebre farsi pesanti e un insopportabile dolore al petto…



Era buio. Antonio non vedeva nulla, assolutamente nulla. Tastò il terreno intorno a sé, e sussultò quando avvertì dei morbidi capelli  sotto la sua mano. Il proprietario della chioma sobbalzò, e gli afferrò la mano facendogli emettere un gridolino di terrore. –Qui êtes-vous?- domandò nervosamente una voce familiare, e quella domanda lo fece sospirare di sollievo.
–Francis!-
-Tonio?-
-Ragazzi?-
-Gilbert!-
-Meno male che siamo insieme…-
-Il problema è dove siamo- precisò Francis, tremando.
Un fascio di luce piovve dall’alto e li illuminò spietatamente. Gilbert sbatté le palpebre. Quella luce faceva male agli occhi, soprattutto ai suoi che erano albini. Dovette tenerli ben chiusi, coprendoseli con le mani.
–Dove siamo, ragazzi?-
-Qui non c’è nulla- mormorò Antonio, scioccato.
–O perlomeno, non si vede nulla- disse Francis cercando di cogliere qualche particolare, senza successo.
Lo spazio sembrava finire nei limiti di quel cono di luce.
Una risatina malefica li fece sussultare. –Come siete divertenti, mes petits!- trillò la voce di Francine di Marsiglia, facendo rabbrividire Francis. –Davvero adorabili- continuò allegramente la voce. –Controlliamo se siamo tutti… allora, l’Impavido c’è. Poi viene il Nobile, e infine il Puro. Oh, sembra che manchi la pedina più importante… senza di lui non possiamo giocare! Sarebbe un peccato!- si sentì uno schiocco e un altro fascio di luce piovve dall’alto a poca distanza da loro, illuminando una figura familiare.
–Roderich?- mormorò Gilbert, riconoscendo il cugino.
–Oh no, trésor, lui è il Vero Amore- lo corresse Francine, divertita. –Il… Vero Amore?- chiese Antonio, confuso. –Oui, monsieur Antoine. Suppongo che siate tutti a conoscenza della maledizione che ruota intorno alla principessa Erzsébet.-.
Roderich sussultò. –Ora che ci penso… ce l’hanno raccontata quand’eravamo bambini. Francamente non mi è più tornata alla mente. È come se l’avessi dimenticata…- -È vero!- concordò Antonio. -Come se fosse una cosa di poca importanza... non ci ho più pensato!-. Gli altri due annuirono.
–Questo perché ho fatto in modo che fosse così- spiegò Francine, con una punta di orgoglio nella voce. –Persino i genitori della principessa non ne hanno memoria. Cominciarono a dimenticarla quando l’editto contro le padelle terminò. Capite, non avremmo potuto giocare se i sovrani avessero affidato Erzsébet alle fate…-
-Cosa sono le… padelle?- la interruppe Antonio.
La donna emise uno squittio di fastidio per essere stata interrotta.
–Non sono nulla di pericoloso in sé, ma sono fatali per la principessa, che ora giace in un sonno simile alla morte grazie ad esse, e vi ha trascinato anche gli invitati al suo compleanno e tutti gli abitanti del castello.- -Dobbiamo risvegliarla- ringhiò Gilbert, furioso, –e te la faremo pagare per tutto questo.- -Oh, l’Impavido- ridacchiò la voce di Francine –sei la pedina più interessante, ma non riuscirai a crearmi problemi. Comunque, ho deciso di darvi una possibilità per risvegliare la dolce Erzsébet e tutti i vostri nobili amici. Dovrete superare tre prove, e non vi garantisco che ne uscirete insieme. Due di voi potrebbero rimanervi intrappolati, e se non vi dimostrerete all’altezza, vi costeranno la vita. Ci vorranno gentilezza, intelligenza, sacrificio e coraggio. Se tenterete di evitare le prove, morirete. Volete cimentarvi in quest’impresa? Volete riavere la vostra cara Erzsébet?-.
I ragazzi si guardarono, cercando coraggio e approvazione negli occhi degli altri.
–Sì- rispose Roderich, a nome di tutti.
Un fuoco viola divampò intorno a loro, mentre una risata malefica riecheggiava nell’oscurità. –Bonne chance!

 
I quattro giovani nobili fremevano di determinazione, mentre il paesaggio intorno a loro cambiava.
Una pesante afa li assalì di colpo, e sentirono il terreno cedere sotto di loro.
L’aria sembrava tremare per il terribile calore, deformando il cielo azzurro falso.
Erano in un deserto.
Gilbert si tolse immediatamente la cotta di maglia e il mantello, lasciandosi la candida veste decorata dalla croce nera e la spada; Gilbird gli si poggiò su una spalla, arruffando le piume e pigolando. Anche gli altri alleggerirono i proprio vestiti.
–E ora? Cosa dovremmo fare?- chiese Francis, asciugandosi le goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte.
Antonio sussultò, sgranando gli occhioni verdi.
–Ragazzi, ho come una specie di istinto…- mormorò Antonio, voltandosi in modo da dar loro le spalle. -…da questa parte- concluse, incamminandosi.
Gli altri tre si guardarono e, in silenzio, seguirono lo spagnolo.

Gilbert era confuso. La cosa che lo inquietava di più era la disarmante sicurezza di Antonio e l’assoluta fiducia che sentiva di dover riporre in lui.









Angolo dei pomodori lunatici
Hola!
Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto molti impegni (è meglio non ricordarli per evitare il complesso di Romano XD)
Dovrei anche essere in punizione, forse.
Ordunque! Questo capitolo è un po' più corto rispetto agli altri, ma era necessario, anche per aumentare la suspence (non odiatemi!)
Breve ma abbastanza intenso, direi. Quella str... strega antipancake di Francine ha radunato tutti i nostri baldi giovanotti! Ora il senso della filastrocca di Dana ha un senso, nevvero?...
Be', in poche parole ciascuno dei nostri pollastrelli eroi ha un ruolo fondamentale, nel salvataggio di Sisi. Ed ecco un'altra, grande differenza con la fiaba originale: le tre prove! *nona sinfonia di Beethoven in sottofondo*
Ce la faranno a uscirne tutti interi? Mah. Personalmente, io ne dubito.
Tanti churros alle grandiose Lettrici che recensiscono questa umile storia, ovvero Generale Capo di Urano, Tay66 e Princess Vanilla!
Un grazie anche a chi ha messo la storia nelle seguite/ricordate <3
Concludo lo spazio autrice con un annuncio: da domenica fino alla prossima domenica sarò in un paesino sperduto tra gli Appennini, in un bungalow, completamente isolata dal resto del mondo T^T quindi, se non aggiornerò domenica mattina, vi lascerò con il fiato sospeso per otto assurdi giorni! Gomenasai, gomenasai! (/T^T)/
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Adios, churros y besos,
Tsukiakari
   
 
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