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Autore: imallaboutcalumsbass    07/08/2015    3 recensioni
Isabelle è la figlia del ricco e famoso imprenditore Edward Waldner. Fin dalla sua nascita, è abituata a vivere serenamente nella sua enorme reggia, circondata da maggiordomi, governanti e camerieri, che strisciano ai suoi piedi, ad ogni suo schiocco di dita. Crescendo, si rende conto che la vita che conduce è ricca di piaceri, quanto di oppressioni. Si sente schiacciata ed intrappolata in quel mondo che predilige la perfezione, sente come se stesse sprecando la sua vita, non stesse vivendo tutte le esperienze che una ragazza della sua età dovrebbe e non ne avesse il controllo, a causa delle imposizioni che deve eseguire alla lettera per integrarsi in quella società. Quando incontrerà Calum Hood, un modesto venditore di strumenti musicali, la sua vita di accenderà e si incasinerà.
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Tratto dal primo capitolo:
"Perché hai continuato a mostrarmi le chitarre?" Chiese Isabelle, curiosa. Il ragazzo piegò la testa, elaborando la domanda. "Se sapevi che non mi interessava." Spiegò la giovane. Lui alzò le spalle.
"Perché mi piaceva il modo in cui mi guardavi, mentre lo facevo." Le sorrise, facendo colorare le guance pallide della ragazza in un tenue scarlatto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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How to eat a burger.

Calum digitò velocemente qualcosa sul suo telefono, prima di rivolgersi alla sorella, che continuava a lagnarsi del fatto che stessero aspettando in macchina ormai da un po'.
"Michael mi ha appena scritto che stanno arrivando, chiudi la bocca." Le intimò esasperato. Isabelle ridacchiò quando Mali fece la ripassata al ragazzo, che se ne accorse e le lanciò un pacchetto di fazzolettini, incastrato nel porta oggetti. Quei due erano esilaranti, la giovane avrebbe tanto voluto avere con qualcuno un rapporto così naturale e genuino. Rivolse il suo sguardo fuori dal finestrino ed il suo occhio cadde sullo specchietto, che rifletteva la sua figura. I suoi capelli si erano asciugati malamente, sembrava Eleanor Abernathy, appena uscita da una lotta con i suoi gatti. Constatò che, ultimamente, si ritrovava in lei più del dovuto. Decise di alzare i capelli fra le mani e appuntarli con l'elastico che portava al polso. Non fece in tempo a tastarli, per controllare che non ci fossero bozzi, che in un attimo li sentì nuovamente cadere sulle sue spalle. Si girò sorpresa in direzione di Calum, che le aveva rubato il codino.
"Lasciali sciolti, mi piacciono di più." Le riferì il ragazzo, facendola arrossire istantaneamente. Isabelle odiava il fatto che arrossisse così facilmente, odiava il fatto di mostrare quale effetto Calum avesse su di lei. Quest'ultimo infilò l'elastico al suo polso, per nulla intenzionato a restituirlo. La ragazza non ebbe molto tempo per contestare, perché gli amici di Calum sbucarono su una macchina dalla traversa, la musica a palla che fece tremare tutta la via. I tre scesero dalla macchina e raggiunsero gli altri. Isabelle non sapeva come comportarsi, di certo non aveva dato una buona prima impressione di lei quella sera al Red Moon, non sapeva che idea quei ragazzi si erano fatti di lei, non voleva che la guardassero con scherno ripensandoci. Il primo che si avvicinò fu un ragazzo dai capelli di uno stravagante colore, che salutò calorosamente Mali-Koa, batté il pugno a Calum, poi si rivolse a lei, a cui sudavano già le mani per il confronto. 
"Ti ricordi di me?" Chiese con un sorriso gentile. La ragazza si rilassò leggermente al modo in cui si rivolse a lei, ma fu costretta a scuotere la testa.
"No, scusami." Rispose sinceramente dispiaciuta. Subito dopo, altri due ragazzi li raggiunsero e Isabelle cercò di individuarli nella sua mente. "Mi ricordo di lui." Indicò il biondino. Ricordava perfettamente che lui l'avesse sorretta per qualche minuto quella sera e non si fosse per nulla lamentato, quando lei aveva fatto saltare un bottone della sua camicia, aggrappandosi, con la sensazione di star per cadere. 
"Tutte si ricordano di Luke." Si intromise ridacchiando il terzo ragazzo. Calum lanciò un'occhiataccia all'amico, non tanto per ciò che aveva detto, ma perché non voleva che quelle parole potessero metterla a disagio.
"No, è che..." Provò a giustificarsi la giovane.
"Ricordi Luke e non ricordi me? No, questo non lo accetto. Non potremmo mai essere amici." Esordì il primo, con tono fintamente offeso, sculettando via, verso il locale. Isabelle dovette trattenere un sorrisino, le stava già simpatico. 
"Se non l'avessi capito, sono Luke comunque." Si presentò il biondo, allungando una mano verso di lei, che la strinse. "Lui è Ashton." Parlò anche per l'altro, che la salutò con un cenno. "E la prima donna con cui hai appena avuto uno scontro è Michael." Rise scuotendo la testa, quando Michael urlò un 'vi date una mossa o no?'. 
"Io sono Isabelle." Lo informò la ragazza, come se Luke non ne fosse a conoscenza, a causa dei continui chiacchiericci di Calum. Quest'ultimo decise che fosse il momento di intervenire, prima che il suo amico mettesse in imbarazzo lui o, anche peggio, lei. Il ragazzo avvolse la sua grande mano attorno a quella piccola di Isabelle e la trascinò via, in direzione del mc donald's, con al seguito gli altri. Lei rimase interdetta dal gesto, ma decise di non porsi troppe domande, d'altronde non le dispiaceva per nulla. Quando le porte scorrevoli del locale si aprirono davanti a loro, un odore di patatine fritte li raggiunse, facendo brontolare i loro stomaci, in quel momento più affamati che mai. Isabelle si guardò intorno, notò che quel posto fosse gremito e si stupì di come così tanta gente potesse pranzare con dei panini, quando per lei non rappresentavano nemmeno un quarto dell'antipasto. Quello che ancora non sapeva è che non erano dei "semplici panini". Lei individuò Michael, che aveva già occupato un tavolo e scortò gli altri, senza mai sgusciare via dalla presa di Calum. Quest'ultimo si offrì di ordinare per tutti, garantendo ad Isabelle che avrebbe scelto qualcosa di buono per lei, nonostante le sue proteste bellamente ignorate. Ashton lo seguì, in modo che non dovesse trasportare da solo i numerosi vassoi, mentre gli altri rimasero a parlottare tra loro, coinvolgendo di tanto in tanto anche Isabelle, che ne sembrò lieta. Quando qualche minuto più tardi, i due tornarono con vassoi stracolmi, la ragazza non aveva la minima idea da dove avrebbe dovuto iniziare. Non c'erano coltelli né forchette, guardando un po' in giro si rese conto che avrebbe dovuto sporcarsi le mani. Afferrò il panino goffamente, lasciando spargere tutti i condimenti sul cartone. Michael rise di lei e fu sicura che Calum gli diede un calcio da sotto il tavolo, perché la sua risata scemò in un guaito di dolore. 
"Ti insegno io." Si propose il tinto divertito, cominciando a spiegarle come tenere il panino e come morderlo, senza lasciar scivolare via i condimenti, fra le risate e la salsina continuamente spiaccicata sul suo viso goffamente. "Comunque questo non significa che possiamo essere amici." Puntualizzò poi, con finta aria di sufficienza. Calum non sapeva come reagire ogni volta che Michael se ne usciva con quelle battutine, aveva il timore che lei potesse prendere sul serio determinate parole, non sapeva se 'nel suo mondo' quel tipo d'ironia fosse presente o concessa, di certo Isabelle poteva sopportare qualche battutina, ma era questo il problema, lei non doveva sopportare, lei doveva stare bene in sua compagnia. Quando si girò verso di lei e la notò ridacchiare sommessamente, si rese conto che forse si preoccupava per nulla, ma la vedeva così fragile ed innocente, mentre il mondo in cui lui viveva era un tale stronzo. E sembrò quasi una casualità, che a quel pensiero la stronza numero uno si presentò al loro tavolo, con tanto di borsa firmata e naso rifatto.
"Ciao ragazzi!" Squittì allegra, come se fosse la benvenuta. Nessuno l'aveva invitata, pensò infastidito il ragazzo, non nel momento in cui Isabelle era presente.
"Alissa." Salutò solo Michael, con il falso entusiasmo che solo un televenditore poteva possedere.
"Vi trovo bene." Notò piegandosi sul tavolo, per mettere in mostra la sua scollatura. Il giovane grugrì, girando lo sguardo su tutt'altro spettacolo: Isabelle. Lei masticava qualche patatina, mentre osservava neutra la ragazza che cercava in tutti i modi di stare al centro dell'attenzione, dell'attenzione di Calum, si rese conto, quando due braccia si allungarono sul suo petto. Alissa non si era fatta alcuno scrupolo nel mettersi a novanta, poggiando il mento sulla spalla del ragazzo e abbracciando il suo petto. 











Ho esaurito i modi carini con cui salutare, perciò dirò solo "buonasera".
Che poi, in realtà, non avevano nulla di carino i miei saluti, ma hey, una ragazza può sognare.
Isabelle conosce (AGAIN) l'Allegra Compagnia, perché ammettiamolo, la prima volta che li ha incontrati non era esattamente cosciente, in ogni caso sembra sentirsi a suo agio con loro, in special modo con Michael che, a tal proposito, è stato esilarante immaginarlo in divaH mood. Sono consapevole che, per il resto, è un capitolo alquanto piatto, l'unica emozione che mi ha suscitato è stata la voglia di correre al mc. E' da settimane che non ci mangio, anche l'avatar del mio profilo ha percepito la mia astinenza. Ah si, poi c'è anche questa tizia che spunta dal nulla a fine capitolo, Calum sembra alquanto infastidito da lei. Che ne pensate voi? Sarà una comparsa irrilevante? Io ho onestamente questa malsana idea di aggiungere uno spoiler del prossimo capitolo, giusto per stuzzicare un po' la vostra curiosità, so...

"Magari lui non potrà darti una lezione perché sei una ragazza..." Premise. "Ma io posso." Concluse, mollandole un pugno sul naso, scatenando nei presenti la medesima reazione sconvolta.

Ora sono curiosa di sentire le vostre teorie, vedremo qualcuno aggressivello, a quanto pare. Alla prossima!
   
 
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