Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SarahSlytherin    07/08/2015    2 recensioni
Una sera d'inverno Draco conosce una ragazza: si chiama Amelia, ha i capelli color mogano, gli occhi verde giada e un carattere difficile, costruito sulla base di grande dolore e sofferenza. E' l'inizio di tutto, di come il destino si possa incontrare proprio sulla strada per evitarlo. Nasce un legame indissolubile e complesso, eccentrico agli occhi di molti, ma attraverso il quale entrambi riusciranno a crescere, mettersi alla prova e, alla fine, carpire il meglio di un mondo all'apparenza senza speranza. E' la storia di come Amelia ha scoperto il vero significato dell'amicizia. La storia di chi ha conosciuto il sapore delle lacrime amare. Di chi, dopotutto, ha imparato ad amare.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Blaise/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6
Baci e vittorie
Image and video hosting by TinyPic


I giocatori scesero in campo, i primi ad allinearsi furono i Grifondoro, seguiti da un'orda di urla concitate e di studenti di ogni casa -eccetto i Serpeverde- che ghermivano striscioni e brandivano bandiere. I tre quarti di Hogwarts faceva il tifo per i rosso-oro e non c'era da stupirsene, visto che solo i Serpeverde si consideravano simpatici fra loro, e il più delle volte nemmeno quello. Poi fu il turno dei verde-argento di schierarsi. La loro entrata in campo fu accompagnata da insistenti fischi e buu di disapprovazione. Amelia si alzò in piedi dal suo posto in tribuna, iniziando ad agitare le mani e gridare per dimostrare tutto il suo appoggio per quella che era la sua casata. Aveva indossato la maglietta che qualche giorno prima il portiere della squadra le aveva gentilmente concesso, era verde sul petto e sulla schiena, fino a confluire in un argento intenso nello spacco delle maniche. In più, un incomparabile stemma Serpeverde era stampato sul davanti. Ammirò l'entrata trionfante di Draco Malfoy, che piroettò in aria per dar prova delle sue abilità, sorridendo fiero alla folla dei tifosi. Pur sapendo che avrebbe dovuto gioire e supportare il Cacciatore della sua squadra, non poté evitare di pensare che anche in quel caso apparisse troppo presuntuoso e vanesio.


La partita continuava già da una buona mezz'ora e manteneva una situazione di stallo. Sia Draco che il Cacciatore della squadra avversaria, Harry Potter, stavano cercando disperatamente il boccino d'oro. Draco ormai sudava e dava segni di cedimento, spostandosi da una parte all'altra del campo senza sosta.
« Malfoy hai già intenzione di arrenderti? » lo canzonò beffardo il suo nemico, vedendolo fermarsi a raso terra.
« No Sfregiato, mi sono fermato a riflettere su come potrò festeggiare la mia vittoria! » lo sfidò con arroganza. Mentre parlava notò una piccola palla dorata dietro la testa del Grifondoro, ma finse di non essersi accorto di nulla, in modo da poter prevalere su di lui. Gli sorrise sfacciato per l'ultima volta prima di gettarsi a capofitto alla rincorsa del boccino d'oro. Volava ad una velocità inaudita, la brezza invernale che gli sferzava il viso: aveva perso da tempo la sensibilità della narice nasale, diventata di un colorito vermiglio che, in contrasto con la pelle biancastra, lo faceva apparire come un clown da circo.
Ma che gliene importava dell'aspetto, adesso che stava per vincere! Harry Potter era riuscito a stagli dietro, però Draco ebbe la meglio: gli ci vollero qualche acrobazia ed una discesa brusca che lo fece rimbalzare contro il terreno ma, alla fine, sentì qualcosa cozzare contro il palmo destro. Si alzò da terra vittorioso, un po' acciaccato, agitando in aria la mano in cui stringeva il boccino, motivo del suo trionfo. Urlò di gioia, come da un po' non gli capitava fare, e i suoi compagni, tra cui Gregor Goyle e Miles Bletchley, accorsero ad abbracciarlo riconoscenti.
Amelia, dalla tribuna, si era quasi commossa, e adesso sfoderava un sorriso a 32 denti, mentre dall'altro lato i tifosi di Grifondoro lanciavano a terra i cappelli per la delusione.



Gli avevano fatto strada verso i Dormitori, offrendogli incoraggianti pacche sulla spalla, mentre le femmine gli erano corse dietro imploranti di concedergli un po' del suo tempo. Fingevano di essere tutte delle ammiratrici pur di approfittare di quel momento di fama. Amelia se ne stava in disparte, studiando i movimenti di Malfoy nei confronti delle ragazze che lo idolatravano: alcune si limitava a ringraziarle con un bacio sulla guancia, altre invece le stringeva a sé in abbracci che duravano un tempo infinito. Avvertì una sensazione sgradevole alla bocca dello stomaco e iniziò a stringere con foga i pugni lungo i fianchi. Allargò le narici e il suo respiro iniziò a farsi più pesante per lo sforzo di trattenere la rabbia e il desiderio di fatturare una ad una quelle false galline.
Quando Astoria Greengrass gli si avvicinò famelica, attirandolo a sé per un lato della camicia e stampandogli un bacio al lato della bocca, dovette uscire dalla Sala Comune per dissimulare l'intenzione di prenderla a pugni.
Per Merlino, ha solo 14 anni e già gli ormoni impazziti! pensò, glissando sulla vera ragione della sua collera. Il suono dei suoi passi rimbombava per i corridoi, colmati dalla violenza dell'impatto col pavimento e dall'intensità della camminata nervosa.

Draco, tuttavia, aveva osservato tutto, seguendola con lo sguardo mentre furiosa si era dileguata dalla festa, proprio mentre quella ragazzina del quarto anno gli aveva impudentemente sfiorato le labbra. Non si sarebbe mai opposto ad un comportamento provocatorio come quello che, anzi, sarebbe potuto solo sfociare in un'occasione in più per portarsi a letto qualcuna. Invece, quel giorno, non ne sentiva la necessità. Aveva trionfato due volte a partire da quella mattina: la prima, quando era riuscito a catturare il boccino, la seconda, quando Amelia aveva dato espliciti segnali di gelosia e interessamento.



« Ricordati che sabato sera ci sarà la festa di Lumacorno e si terrà nel suo ufficio » le ricordò il ragazzo di colore.
« Oh no! » esclamò avvilita « Non ho un accompagnatore! »
« Non ti preoccupare » la tranquillizzò « C'è ancora tempo. Ho sentito che Corner sia fra i "Prescelti" del professore, perciò sarà sicuramente presente alla festa. Se ti dovesse invitare, attenta che non ti lasci in mezzo alla pista da ballo mentre corre via piangendo »
La prese in girò Blaise e nemmeno lei riuscì a trattenere una risatina.
« Non credo proprio, penso mi odi! » gli chiarì, con una nota di divertimento nella voce.
« Silenzio! » aveva obiettato Piton, con un tono talmente autoritario e profondo da poter far tremare le vetrate dell'aula « Come sapete le Arti Oscure hanno origine dai peggiori impulsi della natura umana e da essa ne traggono il potere.. »
« Tu con chi ci andrai? » mormorò Amelia sottovoce.
« Penso di invitare Daphne » rispose, muovendo a malapena la bocca.
« Cosa? Perché lei e non Pansy? » pose quella domanda con ovvietà, come se gli stesse chiedendo perché a pranzo non avrebbe bevuto il succo di zucca al posto dell'acqua. Se la sua compagna avesse scoperto chi Blaise aveva intenzione di invitare avrebbe avuto un mancamento. Rifletté su come Zabini fosse così cieco davanti ad una ragazza che da anni gli dava prova giorno dopo giorno del suo amore, nei gesti, negli sguardi, nelle parole e nel tono di voce.. come quella solenne e flemmatico del professore che la stava rimproverando per la sua distrazione.
« Ripeta ciò che ho detto, signorina Alkins » soggiunse gravemente.
« Affinché abbia il miglior effetto distruttivo è necessario che il mago che la pratica nutri.. »
« La volontà di nuocere alla persona. Si è salvata da una punizione signorina » la mise al corrente, riprendendo a camminare per l'aula e continuando la lezione.
« Perché proprio Pansy? » le bisbigliò, dopo qualche attimo di esitazione.
« Lascia perdere » disse in un soffio, rancorosa.



Nella stanza si era diffuso un forte odore di stantio e di chiuso, proveniente dall'anta dell'armadio semiaperta del guardaroba dell'amico scimmione. Draco, davanti allo specchio, si aggiustò il colletto bianco dello smoking, imprecando per la puzza.
« Dannazione Goyle, pulisci ogni tanto quell'armadio, basta usare qualche incantesimo! »
Il ragazzo, dal suo canto, si era guardato intorno smarrito, non capendo quale fosse il problema: probabilmente era abituato a vivere in quella sporcizia. Quando poi incrociò gli occhi accusatori e ridotti a fessure di Draco si fece piccolo piccolo, per quanto la sua stazza gli permettesse e, per la vergogna, si appiattì al muro.
« Va bene, Capo » aveva poi biascicato.
Draco, per quella sera, aveva optato per un completo nero e bianco latte. Si sistemò meglio i polsini, li rivolse verso l'esterno e li chiuse con un paio di gemelli. Studiò la propria immagine riflessa nello specchio, pettinando la chioma bionda e facendola aderire alla fronte. Si accarezzò il volto, che ormai da qualche anno aveva perso la sua rotondità, divenendo scarno e introducendo tratti rassomiglianti a quelli di un uomo. Era cresciuto, e non era solo il disegno più emaciato del viso a confutarlo o la parvenza della barba, ma anche i problemi che si trovava ad affrontare. Se prima la sua più preponderante bramosia fosse quella di umiliare Potter, adesso lui non costituiva null'altro che un minuscolo e superfluo dettaglio di una vita passata. Di quella nuova non ne deteneva più il dominio, difatti non era libero, ma soggiogato dalle circostanze.
« Non doveva andare alla festa, Capo? » lo incalzò flebile Goyle.

Amelia si era incamminata in ritardo verso la festa appositamente per evitare di incrociare Draco. L'imbarazzo e il disagio avrebbero prevalso, e lei non voleva far altro che trascorrere una bella serata. Una volta giunta nello studio del professore, fu accolta da un Lumacorno visibilmente ubriaco e col viso arrossato.
« Ragazza mia! Che piacere! Prego, prego, entri e si diverta! »
In quella stanza, apparentemente più grande del normale, si udiva provenire una musica festosa da ogni angolo del soffitto e gli studenti presenti, tra cui riconobbe Luna Lovegood e Harry Potter, erano impegnati a danzare al centro dell'ufficio. Si avvicinò al tavolo del buffet solitaria, fino a che Blaise non le si accostò.
« Amelia, allora ti stai divertendo? » le chiese gioviale. Era accompagnato da un'affascinante ragazza bionda, che teneva nascosta la mano nell'incavo del suo gomito.
« Io comunque sono Daphne! » si introdusse la sua Dama, esibendo un sorriso raggiante e bianchissimo, i denti perfetti e ben allineati.
« La mia Daphne! » l'aveva corretta Zabini. Poi si erano avventati l'uno sulle labbra dell'altro, avidi di passione, senza attendere una risposta da Amelia, che sospirò stancamente, rabbrividendo alla vista di quello scambio di effusioni.
Acchiappò una strana tortina verde e la inghiottì con ingordigia, scoprendo con piacere che fosse molto più gustosa di quanto il colore suggerisse. Si ripulì la bocca ancora piena mentre dall'altro lato della stanza Michael Corner le si avvicinò cauto. Per poco non si strozzò alla vista del suo quasi ex venirle incontro.
« Sei molto bella questa sera » si era complimentato con lei in modo impacciato. Ed in effetti si sentiva veramente bella quella sera, aveva sistemato i capelli con molta cura ed aveva indossato il suo vestito per gli eventi speciali: era nero, con una banda viola che le stringeva poco sopra i fianchi, valorizzando la forma del seno e le curve. Non le aveva nemmeno dato il tempo di replicare, che si abbandonò ad una dichiarazione smielata e stucchevole.
« Sai ho pensato molto a noi ultimamente, e anche all'accaduto di quel giorno. Ho dedotto che non avrei mai dovuto credere alle parole di quell'infame di Malfoy, piuttosto avrei dovuto dare fiducia a te che sei la persona a cui tengo di.. » Amelia aveva continuato ad annuire distrattamente, troppo educata per confessargli che non gliene importasse proprio nulla di tutto quel discorso.
« Allora andiamo a ballare » gli aveva proposto, con l'intenzione di farlo tacere.
« Davvero? Io e te? » le aveva chiesto speranzoso, gli occhi azzurri e pacifici che brillavano di ottimismo sotto la chioma castana.
« Certo, perché no »
L'aveva condotta al centro della sala da ballo, chiudendo la mano nella sua con estrema delicatezza. Poi, avevano incominciato a danzare.
« Credi.. credi di potermi dare un'altra possibilità? » Amelia scosse lentamente il capo con disappunto. No, non gli avrebbe concesso una seconda chance perché, sotto sotto, non ce n'era mai stata una. Erano così simili che al massimo sarebbero potuti diventare fratelli. E questo lei lo aveva capito dopo, ripensando ai casti baci rubati alla luce del sole che non le avevano lasciato null'altro che l'ombra del passaggio delle sue labbra.
Lui annuì accondiscendente e le sorrise fraterna, per poi stringerla un po' di più a sé. Di rimando, Amelia appoggiò la testa alla sua spalla, in segno di affetto ma soprattutto di ossequio.

Draco, nel frattempo, assaporava il gusto della gelosia che ferisce l'animo, mortifica la dignità e arrovella i pensieri. Si versò un bicchiere di Whisky incendiario e lo bevve tutto in un sorso.  Ne aggiunse un altro po' dentro al calice appena si fu svuotato, ma stavolta appoggiò soltanto il liquore alla labbra, continuando a rivolgere lo sguardo alla coppia Serpeverde-Corvonero che continuava a danzare, l'uno accollato all'altro, al centro della stanza.
Strinse il bicchiere con vigore fra le dita, e si trattenne solo quando credette di romperlo. Poi, lo ripose sul tavolo del buffet. Non avrebbe affogato la rabbia nell'alcool, avrebbe agito.

Amelia si sentì strattonare con violenza per poi essere afferrata per un braccio.
« Ehi! » era stupita, quasi spaventata.
« Corner te la rubo un attimo, se non ti dispiace » disse ironico rivolgendosi al Corvonero, che lo guardò smarrito.
La trascinò fuori dalla festa, lontano da occhi accusatori, lontano da quel verme di Michael Corner. Continuò a tenerla stretta con prepotenza fino a che, giunti in un corridoio deserto, non la spinse contro il muro, mettendoci forse troppa forza, visto il sordo suono dell'incontro della sua schiena con il marmo gelido.
« Malfoy.. mi.. fai.. male! » disse, lasciando sfuggire un ansito soffocato.
Lui continuò a fissarla, gli occhi d'argento inumani, svuotati dallo spettro della gioia, invischiati dalla rabbia di quel momento.
« Perché eri con lui?!» inveì, facendola tremare di paura.
« Non.. sono.. affari.. tuoi! » ringhiò la ragazza.
« Dopo quello che è successo ancora caschi fra le sue braccia? Quel secchione piagnucolone! » sbottò, continuando a strattonarla per le spalle.
« Non parlare di lui in quel modo! Di sicuro è una persona migliore di te! » si oppose, cercando di sottrarsi alla presa salda delle mani di lui sul suo corpo. Gli si scagliò contro, armata delle unghie con cui gli graffiò le braccia e dell'odio che nutriva la sua rabbia come il vento alimenta il fuoco.
Draco lasciò la presa per qualche attimo, poi tornò a posarle le mani ai lati delle spalle, stavolta con un'altra intenzione. Intrappolò le labbra nelle sue, facendo cessare le grida e i lamenti. Un nuovo tipo di gemito sortì dalla sua bocca, di piacere e di passione. Si soffiarono sui denti, il respiro caldo di lui di un sapore misto a tabacco ed alcool che le faceva venir voglia di vomitare, ma le offriva anche uno strano senso di assuefazione. Pensò anche che fosse leggermente ubriaco, poi smise definitivamente di pensare quando le loro lingue si scontrarono e lui iniziò a giocare con i suoi seni da sopra l'abito da sera.

Draco fece aderire meglio il suo corpo a quello di Amelia. La addossò a sé, strusciando la sua erezione contro la gamba di lei coperta dal lungo abito. Non osava guardarla, gli bastava sapere che lei fosse li e, soprattutto, che non si fosse opposta a quel bacio. I respiri affannosi si mescolarono e lui affondò i polpastrelli nei suoi capelli morbidi, attirandola di più a sé per poterla assaporare meglio. L'aveva baciata in un impeto di rabbia, in un impulso che oscillava fra la passione ardente e una celere urgenza.
« Che cosa sta succedendo qui? »
Il professor Piton non molto più lontano li stava osservando, abbandonato dall'usuale maschera di impassibilità, che aveva lasciato posto ad un'espressione incredula. I lati della bocca rivolti verso il basso che gli tiravano la pelle, una smorfia di disgusto impressa sul volto. Non ebbero il coraggio di replicare perchè, effettivamente, qualsiasi cosa detta sarebbe risultata volgare. Amelia spinse Draco in avanti, il bisogno impellente di allontanarsi da lui.
« Mi pareva doveste essere alla festa di Lumacorno. E lei, signorina Alkins, credevo di averla vista con il signor Corner qualche attimo fa, o mi sbaglio? » chiese sarcastico « Forza, se ne vada. »
Amelia obbedì senza obiettare, si sistemò meglio l'abito e si diresse sbrigativa verso l'ufficio del professore di Pozioni.
« Quanto a te Draco.. » aggiunse, appena la ragazza si fu allontanata « Copulare per i corridoi non ti servirà a portare a termine gli ordini del Signore Oscuro. Non hai ancora pianificato nulla, devi cominciare ad agire! »
Draco lo guardò astioso, senza ribattere, perché in fondo era consapevole della legittimità dei suoi rimproveri. Aveva perso troppo tempo a biasimarsi per il proprio destino.
« Non ho bisogno del suo aiuto! » ribadì con livore.
« Non fare lo sciocco Draco! Tu hai paura!»



SPAZIO AUTRICE: non ho nessun appunto da fare su questo capitolo, ci tengo a ringraziare i lettori e chi ha recensito. Dite un vostro parere! Secondo voi Draco è troppo spinto?

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SarahSlytherin