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Autore: wingedangel    07/08/2015    1 recensioni
Zaira, principessa delle ninfe, poche settimane dopo il suo sedicesimo compleanno finalmente sogna l'uomo destinato a diventare suo marito e re al suo fianco.
Esce dal lago, pronta a soggiogarlo con un'incantesimo e portarlo via con sè... ma su Alan l'incantesimo non funziona, e Zaira è costretta a farlo innamorare 'alla maniera degli umani'.
Zaira è determinata ma il tempo è tiranno, la regina soffre di una misteriosa malattia che la sta lentamente conducendo alla morte, Zaira deve sbrigarsi se non vuole che le sirene riescano a prendere il potere e cacciare le ninfe dal lago...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 5

 

Zaira e Iris si erano appena sedute in mensa quando Ethan e Alan le raggiunsero, Alan si sedette accanto a Zaira mentre Ethan salutava Iris con un bacio. Zaira distolse lo sguardo, imbarazzata e si voltò verso Alan, che le sorrise.

“Allora? Come è andata la mattinata?”

“ Due ore del professor Smith, una di chimica, di cui non capisco niente, e due ore di inglese, fai un pó tu...”

“Oh, così hai conosciuto la Scott?” Fece lui.

“Già, la lezione non finiva più, anche se il professor Smith era decisamente peggio.”

“ Aspetta a dirlo, prova ad arrivare in ritardo ad inglese, allora si che mostrerà la sua vera natura!” Scherzò Alan.

Zaira si mise a ridere. “Non ci tengo, grazie.”

Zaira aveva appena finito di mangiare quando Alan la prese per mano e la trascinò con sé fuori dalla mensa.

“ Ehi! Che fai?” disse lei, correndo per stare al passo.

“ Beh, ti avevo promesso un giro della scuola, no? Forza, non abbiamo molto tempo prima della fine della pausa pranzo.”

Lui non le diede il tempo di replicare e si incamminò verso l’ala della scuola dove aveva seguito le lezioni del mattino.

“ Ecco, in questa ala della scuola si svolgono tutte le lezioni e i laboratori.”

Attraversarono il lungo corridoio e Zaira si soffermò ad osservare le targhette accanto ad ogni porta, cercando di memorizzare dove si trovassero le aule dei suoi professori e i vari laboratori. Entrarono nel laboratorio di disegno, Zaira fu subito investita dall’odore della carta e dei colori, rimase affascinata osservando i disegni degli studenti appesi alle pareti, non erano al livello dei quadri umani che decoravano il castello, ma erano molto colorati e davano un’aria accogliente alla stanza, non vedeva l’ora di seguire una lezione in quel posto. Non aveva mai provato a dipingere, ma non vedeva l’ora di provare.

Usciti dal laboratorio di disegno entrarono in quello di informatica, Zaira vide una ventina di strane scatole con accanto delle specie di TV, non aveva mai visto niente del genere. Aveva visto alcuni umani al lago con dei ‘computer’ appoggiati alle ginocchia tutti intenti a giocare a premere dei tasti per far comparire delle lettere sugli schermi luminosi, ma aveva sempre preferito sedersi ad osservare il lago e la natura piuttosto che perdersi di fronte ad uno schermo. Guardando meglio le strane scatole vicino ad ogni schermo Zaira notò delle etichette che numeravano i ‘computer’ progressivamente, non avrebbe mai creduto che esistessero computer così ingombranti.

“Non ti fare troppe illusioni, anche se dovrebbero, i prof non ci portano mai in aula informatica, ma se vuoi il pomeriggio l’aula resta aperta per chi avesse bisogno di fare delle ricerche su Internet.” Le spiegò Alan.

Zaira non aveva idea di cosa fosse ‘Internet’ ma a giudicare dalla naturalezza con cui lui ne parlava si sarebbe sentita una stupida a chiederglielo, così decise di lasciare correre e lo seguì fuori dalla stanza. Tornarono verso l’ala centrale della scuola.

“Qui c’è la mensa, la segreteria, e gli armadietti degli studenti, ma questo già lo sai. Ora vieni, andiamo a vedere le aule dei club pomeridiani. Tu quali corsi hai scelto?”

“Ehm… ancora nessuno, che corsi ci sono?”

Zaira ricordò in quel momento che il giorno prima Soraya le aveva dato una serie di fogli e depliant della scuola da leggere, lei li aveva ignorati, credendo che fossero solo semplici pubblicità. Ora si pentiva di non averli letti, sembrava che in quella scuola fosse obbligatorio scegliere almeno due corsi pomeridiani.

“Beh c’è nuoto, pallavolo, teatro, giornalismo, musica, informatica, ah già, ci sono anche le cheerleader, ma solo se stai simpatica ad Abigail, ma in tal caso non staresti simpatica a me…” disse lui, con un sorriso.

“Perché? Chi è Abigail?”

“Non l’hai conosciuta? Sei fortunata, anche se ho l’impressione che presto toccherà anche a te. È la capo cheerleader della scuola, e ci detestiamo a vicenda.”

“Come mai?”

“Beh diciamo che io l’ho rifiutata e lei è andata a dire a tutta la scuola che sono gay.”

Zaira scoppiò a ridere. Certo quella poteva essere una spiegazione al suo comportamento di quella mattina, ma non ce lo vedeva proprio con un uomo, poi Ethan aveva parlato alla madre di Alan di lei, quindi non poteva essere davvero gay.

“Beh Ethan non sembra pensare che tu sia gay… e anche Iris oggi a lezione mi continuava a tessere le tue lodi. Ho pensato che fosse innamorata di te, ma poi ho visto che sta con Ethan, evidentemente ti ammira molto.” Ammise Zaira.

“ Beh nessuno ha creduto ad Abigail, e fidati, Iris stava solo cercando di spingerti tra le mie braccia. Ma dovrebbe smetterla di cercarmi la ragazza, so farlo da solo, anche se non mi interessa più ormai…” disse.

Zaira notò che era improvvisamente diventato triste, gli dispiaceva vederlo così, avrebbe voluto fare qualcosa per lui, voleva saperne di più, anche se sentiva che costringerlo a parlarne gli avrebbe fatto male, eppure aveva bisogno di capire perché lui non volesse più innamorarsi. Si rese conto che per la prima volta non era la sua missione il principale motivo, voleva saperlo per trovare il modo di farlo stare meglio.

“Come mai? – gli chiese – se non sono indiscreta, ovviamente…”

“è una lunga storia, te la racconterò ma ora non abbiamo tempo, andiamo dai, c’è ancora molto da vedere!” le disse, prendendole la mano e trascinandola con sé.

Che entusiasmo! È una scuola, mica un parco giochi!’ pensò lei.

Alan le mostrò la sala prove del corso di teatro, la redazione del giornalino scolastico e la palestra, poi entrarono in piscina. Zaira rimase incantata di fronte a quella piscina. Era una semplice piscina, nemmeno tanto grande in effetti, ma lei moriva dalla voglia di farsi una nuotata. Era tra gli umani da un solo giorno, ma già le mancava farsi una nuotata in tranquillità. Alan parlava ma Zaira non lo ascoltava. Fu tentata di togliersi la maglietta e i jeans e tuffarsi in acqua, ma sapeva che poi Alan l’avrebbe creduta ancora più strana.

“Ci facciamo un bagno?” Gli chiese, quasi supplicandolo.

Lui rise.

“ Non si potrebbe entrare in piscina al di fuori delle lezioni, ma mi piacerebbe una volta tanto infrangere questa stupida regola e farmi un bagno, ma ora non c’è tempo, la pausa pranzo è quasi finita, e tu devi andare in segreteria a comunicare quali corsi hai scelto.”

Già, i corsi, Zaira sicuramente avrebbe scelto nuoto, ma per il resto non aveva idea di quale altro corso scegliere, non aveva mai provato a fare nessuna delle altre attività, non sapeva se ne sarebbe stata capace, eppure doveva scegliere.

“ Beh senz’altro sceglierò nuoto. Poi non saprei… Iris che corsi segue?” chiese lei, se doveva frequentare un corso su qualcosa che a malapena conosceva voleva almeno avere una faccia amica vicino.

“ Allora a nuoto saremo insieme! Comunque Iris fa teatro e… musica mi pare.” Spiegò Alan.

“ bene, allora io seguirò nuoto e teatro!” decise lei.

“ Saresti perfetta per la parte della sirenetta allora!” scherzò lui.

Zaira sorrise, triste, ripensando alle sue sorelle e alle sirene che minacciavano il suo regno. Perché le cose non potevano restare come quando era bambina? Perché le sirene ora dovevano volere il lago tutto per loro?

“ Ehm… ho detto qualcosa che non va?” chiese Alan, preoccupato dal suo repentino cambio d’umore.

Lei si riscosse subito, non poteva farsi vedere debole, e non voleva dovergli mentire.

“ Non è niente, tranquillo.”

Alan sospirò, la sua risposta non lo aveva convinto.

“ Anche tu hai i tuoi scheletri nell’armadio, vedo. Bene, andiamo dai, o faremo tardi.”

Si diressero in silenzio verso la segreteria. Zaira non riusciva a capire se Alan si fosse offeso, non parlava ma l’espressione non era arrabbiata, allora perché aveva smesso di parlare? In fondo anche lui non voleva parlarle del motivo per cui non voleva avere più ragazze, allora perché se la prendeva ora?

“non è niente davvero, è solo che non mi piace molto quella storia, tutto qui.” Mentì lei.

Lui le sorrise, convinto, o almeno così sembrava. Andarono in segreteria e appena Zaira finì di compilare il modulo di iscrizione ai corsi suonò la campanella, la pausa pranzo era appena finita.

“Uff... è già ora di tornare in classe? - sbottò Alan - allora mi sa che mi toccherà tornare in classe alla svelta prima di arrivare in ritardo anche oggi. Ma mi raccomando, prima o poi la dobbiamo fare quella nuotata clandestina!”

Zaira si mise a ridere, ma annuì, non vedeva l'ora di farsi una nuotata da sola con lui.

“ Promesso?” chiese lui.

“ Promesso! Lo aveva detto Ethan che mi avresti portato su una cattiva strada!” rise lei.

“ Veramente la nuotata abusiva l'avevi proposta tu!”

“ Touchè!” ammise lei.

“ Ok, ora vado prima di farmi sospendere, ci si vede!”

Alan corse via e Zaira consultò il suo orario pomeridiano... la aspettavano due lunghe ore di matematica; matematica dopo la pausa pranzo? Tanto valeva tentare il suicidio! Zaira non era mai andata bene in matematica, Soraya aveva provato mille volte a spiegargliela, ma non c'era nulla da fare, la matematica le aveva dichiarato guerra dalla prima volta che si erano trovate l'una di fronte all'altra. La ragazza considerò l'idea di cominciare a saltare le lezioni già dal suo primo giorno di scuola. In quel momento vide Iris uscire dalla mensa, così la raggiunse.

“ Ehi, ciao. Alla fine Alan ti ha lasciata andare, vedo. Che lezione hai adesso?” le chiese Iris.

“ Matematica” rispose Zaira, rassegnata.

“ Mamma mia! Sembri un condannato nel braccio della morte! Dai, su con il morale, siamo a lezione insieme! Vedrai che appena la capisci la matematica è anche divertente!” le rispose l'amica allegra, incamminandosi.

Zaira non riusciva a credere alle sue orecchie.

“ Ti piace la matematica?”

“ Si, perchè?”

“ Sei sicura? La matematica! Quella cosa con tutti quei numeri... ti piace?”

Zaira non riusciva a capacitarsene, l'aveva sempre vissuta come una tortura, non aveva mai trovato alcuna utilità in tutti quei numeri messi a caso, e ora Iris le diceva che addirittura si divertiva? Quell' umana non era normale!

“ Si, mi piace. Che c'è di strano?” disse Iris, con naturalezza.

“ Se lo dici tu...”

“ Vedrai, la Collins ti piacerà!”

Zaira ed Iris entrarono in classe, si sedettero vicine e attesero l'ingresso della professoressa. Entrò una signora sulla cinquantina, con folti capelli ricci rossi che le contornavano il viso, occhi castani e una corporatura piuttosto robusta. Si sedette alla cattedra e scorse i volti dei ragazzi e appena il suo sguardo si posò su Zaira sorrise.

“ Tu devi essere Zaira. - disse, controllando il registro. - come è andato il tuo primo giorno? Spero che i tuoi compagni ti abbiano accolto come si deve. Vedrai, ti troverai bene qui. Ora, passando alla parte noiosa. Come andavi in matematica nella tua scuola?”

Zaira esitò, non sapeva se le lezioni private di Soraya potessero essere interpretate come 'scuola', ma in ogni caso la matematica non sarebbe mai stata il suo forte.

“ehm… domanda di riserva?” disse lei.

La professoressa rise.

“ Non preoccuparti, sono qui per questo, se non capisci qualcosa chiedi pure senza problemi. Ora ragazzi, cominciamo.”

Alla fine della lezione Zaira dovette dare ragione ad Iris, la Collins le piaceva, era della matematica che avrebbe fatto volentieri a meno.

“ Allora? Avevo ragione vero? La matematica non è poi così male!” le disse Iris mentre uscivano dalla scuola.

“ Beh, la Collins mi sta simpatica, ma la matematica per niente!”

Iris rise.

“ Vabbè, io ora devo andare a lavorare. Ma ricordati che domani si va a fare shopping insieme!”

Zaira sorrise, non vedeva l'ora. Ma non sapeva che Iris lavorasse, era un'abitudine degli umani? Avrebbe dovuto trovarsi un lavoro anche lei? Ma come avrebbe fatto a trovare un lavoro? Conosceva così poco del mondo degli umani, e la magia di persuasione non era il suo forte, era Soraya quella brava in quelle cose.

“ Lavori? Dove?” chiese.

“ Qui di fronte, al Black Rose Pub. Lavoro i weekend e un paio d'ore al giorno durante la settimana. Purtroppo mia madre ha perso il lavoro e mio padre riesce a malapena a mantenerci con il suo stipendio, così cerco di portare a casa qualche soldo extra, non è granchè, ma è meglio di niente.”

Zaira rimase affascinata, era un atteggiamento molto maturo da parte della sua amica. Sembrava così allegra e spensierata, non avrebbe mai pensato che avesse problemi a casa. Per una ragazza di sedici anni non doveva essere facile lavorare e studiare; nonostante Iris avesse sempre il sorriso sulle labbra la sua non doveva essere una vita facile. Zaira non potè fare a meno di riconsiderare la sua vita, lei aveva sempre avuto tutto ciò di cui aveva bisogno, e anche di più, invece Iris doveva lavorare per assicurare alla sua famiglia una vita dignitosa. Aveva sempre considerato gli esseri umani inferiori alle ninfe, ora invece si rendeva conto di quanto si sbagliasse, certo, forse non avevano poteri magici, ma non si fermavano davanti ai problemi, non perdevano tempo a lamentarsi, si rimboccavano le mani, e trovavano una soluzione, a costo di inventarsela. Erano davvero degli esseri pieni di risorse.

“Ma come fai a studiare?”

“Beh cerco di stare attenta in classe per risparmiarmi lavoro a casa. Ma con il professor Smith non funziona molto, infatti in storia sono una frana! - le disse con un sorriso – Comunque, vuoi venire a fare un salto al Black Rose anche tu? Così ti offro qualcosa e chiacchieriamo ancora un po'?”

Zaira annuì e insieme si diressero verso il pub. Chiacchierarono un po' del più e del meno, Zaira era contenta di aver trovato un'amica tra tutti quegli umani. Si conoscevano solo da una giornata, quindi forse era presto per parlare di amicizia, ma Zaira e Iris erano entrate da subito in sintonia, e ora scherzavano insieme come se si conoscessero da sempre. Zaira non vedeva l'ora di tornare a scuola il giorno dopo, e di passare il pomeriggio con Iris. Sarebbe stato piacevole non pensare alla missione per un po'.

CANTUCCIO DELL'AUTRICE:
Ciao a tutte, eccomi con un nuovo capitolo, lo so ci ho messo troppo (sorry!!) e probabilmente questo capitolo è un pò noioso, ma volevo presentare la scuola poi la storia è proseguita da sola, quasi indipendentemente dalla mia volontà(si lo so, è un ragionamento un pò contorto, ma c'est la vie...). Comunque ora abbiamo conosciuto meglio Iris e in un certo senso anche Zaira. Ok, la smetto di blaterare e vi lascio, ci vediamo al prossimo capitolo! Grazie a tutte per le recensioni, le seguite e le preferite, vi adoro! A presto.
Baci
wingedangel

   
 
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