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Autore: Inquisitor95    08/08/2015    1 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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20.

Problemi di entità maggiore






Astesia era una delle più importanti città commerciali in assoluto, non era molto diversa dalle altre capitali in effetti; era molto grande, c'erano vari distretti tra cui quelli residenziali, c'era il castello gigantesco e pieno di torri costruito interamente in pietra, tuttavia la sua posizione quasi al centro di Inakarrias la rendeva la città perfetta dove mercanti e viandanti potevano fermarsi per fare rifornimenti o per guadagnare denaro. In quei giorni in oltre c'era aria di grandi cambiamenti, il principe erede al trono si stava sposando con una giovane nobile di Cardojima, un impero lontano a nord-est. L'intera città era completamente in festa per la notizia, arrivammo quasi verso la mezzanotte e la città era ancora movimentata, piena di luci per le strade e gente di ogni genere che festeggiava correndo e ballando ovunque, musiche allegre risuonavano nell'aria grazie a dei bardi, donne e uomini che cantavano allegramente. Astesia si presentava davvero bene vista l'allegria e il calore che emanava. Tuttavia non potevamo concederci in festeggiamenti, il nostro obiettivo era quello di parlare con i sovrani. O meglio l'attuale principe Rustin erede al trono. Ci guardammo in giro appena varcate le soglie della città e trovandoci subito nel distretto residenziale. Dalle vesti dei cittadini avrei detto che quelli erano nobili. Ma la cura dei loro abiti poteva ingannarmi visto le grandi produzioni tessili e metallurgiche nella città. Un altro dei suoi aspetti.
« Rischio di essere scontata, ma dobbiamo trovare una locanda. Immagino che il castello non accolga nessun ambasciatore di notte... » propose Glaremy, sì in effetti era ovvia la cosa ma aveva ragione.
« Credo che potremmo sfruttare la cosa in nostro favore. In fondo le locande avranno ridotto i prezzi vista la bella notizia del matrimonio... » disse Winsper e mi trovai d'accordo con lui.
Una cosa però mi assillava particolarmente: Morkor era davvero difficile da occultare, potevamo riempirlo di coperte per coprirlo ma restava comunque grande e grosso e possente. La cosa bella dei festeggiamenti però era l'eccessivo consumo di alcol e nessuno ebbe modo di notarlo.
« Cerchiamo una locanda disposta ad accoglierci allora! » dissi, ci spostammo subito in avanti cercando di superare la folla in balia ai festeggiamenti.
Grandi banconi pieni di boccali e persone che si ubriacavano di chissà quale scadente birra, in vita mia non avevo mai toccato alcol, non sapevo neanche che odore avesse, era raro trovare un mercante che distillasse liquori tra gli Erranti. Quella puzza... era davvero disgustosa e mi andava alla testa disgustandomi. La locanda che trovammo era anche peggio: c'erano molte persone sui tavoli, bardi che cantavano ballate anche qui, sembrava che non ci fosse neanche posto per sedersi, magari però avevano stanze libere. Era la nostra unica speranza! Eravamo sette e ciò significa prendere almeno tre stanze e chissà quanto avrebbero chiesto di denaro. Incrociai le dita che avessimo abbastanza.
« Saremo costretti a sederci nella mischia... » notò Hematha, poi vidi la sua mano indicare qualcosa in mezzo alla folla. Un lungo tavolo che apparentemente era vuoto, ci avvicinammo subito prima che qualcuno lo prendesse e fu allora che vedemmo chi c'era già. Una donna bassa e piena di muscoli, un corpo ristretto e un viso rotondo, capelli rossi e infiammati che formavano due code intrecciate, i suoi occhi castani erano puntati sul boccale di birra che teneva tra le mani e sorseggiava. Notai subito che alle spalle aveva un'ascia, inoltre la sua armatura in ferro e con piume di pavone la diceva lunga: era una nana combattente.
« Scusi... possiamo sederci? » chiesi avvicinandomi a lei, alzò subito lo sguardo e mi fissò con occhi lucenti e allegri.
Fece un sorriso con mio stupore. « Prego bambolina! » io ero quella piccola? Non mi sentii di controbattere visto che a detta di Brester, i nani erano suscettibili per l'altezza.
« Che cosa vi porto cari? Oggi tutto gratuito. Offre la casa per la bella notizia... » chiese subito una cameriera avvicinandosi al nostro tavolo. Io non sapevo che dire!
In breve tutti si misero a parlare di quale potente liquore volevano prendere vista l'occasione. La nana continuò a sorseggiare la sua birra osservandomi. A giro i miei compagni dissero una bevanda: Winsper ed Hematha presero una birra (anche se quest'ultima voleva rifiutare di bere), Glaremy prese un liquore al caffé per sé stessa, Tarnyth e Morkor presero qualcosa di più pesante e dall'odore pungente. A quel punto restammo Raphael e io, il ragazzo rifletté pochi istanti su cosa prendersi e poi parlò finalmente.
« Un cocktail di liquori alla frutta! » disse e gli altri fecero una risatina, al mio turno ero nel più totale imbarazzo e non sapevo cosa dire. L'unica cosa che mi venne in mente?
« Per due! » avrei preso la stessa bevanda di Raphael e gli altri mi fissarono straniti, in particolare Glaremy che aveva gli occhi totalmente di fuori per l'incredulità, forse avevo sbagliato?
« Bambolina... ti rendi conto che un cocktail del genere è super alcolico e ti farà girare la testina? Sono certa che tu non hai neanche mai toccato alcol in vita tua! » disse la nana rivolta e me e terminando la birra in un sorso.
« Magari riesco a sopportarlo bene... » poteva essere. Non avevo idea di come agisse l'alcol sul mio corpo e sulla mia mente. Potevo solo immaginare molta stanchezza e confusione.
« Convinta tu. Comunque io sono Yvossa, e come avrai capito sono una nana! » a turno ci presentammo dicendo il nostro nome e quando arrivò il mio lei parve incuriosita. « Che strano gruppetto che siete... siete stranieri di qua, eppure viaggiate per qualcosa in particolare... » si soffermò poi sul qualcosa in mezzo al mio seno e la cosa mi fece arrossire, solo dopo capii cosa guardava. « Quell'amuleto? »
« Era di mia madre. Un prezioso cimelio di famiglia... » risposi con tranquillità, vidi la cameriera tornare da noi e a turno distribuirci le nostre bevande, davanti a me e a Raphael posizionò due boccali pieni di colori brillanti.
« Direi che sia argento... poco valore. Ma immagino che dal lato affettivo valga una fortuna! » si voltò verso la donna che ci aveva serviti. « Un'altra birra! » le comunicò infine.
« Non sapevo che i nani fossero orafi... immagino tu abbia esperienza nelle miniere o coi minerali in generale? » cercai di indovinare, presi il boccale di vetro tra le mani e lo portai leggermente vicino al mio viso.
« No. Sono una ladra. Nel mio lavoro si vedono moltissime robe strane, so riconoscere quando vale la pena di rubare qualcosa... » rispose con sincerità tale da farmi preoccupare.
Una ladra!? Il furto era reato per legge! Non ero mai stata in una città dei nani ma sicuramente anche là c'era quella legge in vigore. « Davvero impressionante... e che ci fai qui? »
A quel punto bevvi dei sorsi della bevanda. Non sapendo però il suo sapore e la sua consistenza, la bevvi come se fosse acqua; in un primo momento mi venne a mancare l'udito per la confusione nella mia mente, subito furono attaccati gli occhi e cominciai a sdoppiare le figure davanti a me, l'alcol arrivò subito al cervello e mi infiammò il corpo come se bruciassi. Lo sentivo scorrere dentro di me e farmi del male, il mio corpo era totalmente in balia dell'alcol e della confusione. Poggiai il boccale sul tavolo avendolo svuotato per metà e prendendo un respiro, era come se mi avessero accoltellato lo stomaco!
« Un po' di pausa. Ho bisogno di viaggiare... sono stanca di stare rintanata a Sigdel, sapete che i nani costruiscono solo città nelle montagne? Avevo bisogno di vedere la luce del sole... » con quella frase potei capire quanto profonda fosse Yvossa, non di certo una ladra comune. « E voi? » si rivolse a tutti noi.
Non avemmo problemi nel dire la verità, eravamo ambasciatori in viaggio da Maryshar per poter parlare con l'erede al trono. La situazione mondiale e la Gilda delle Tenebre, mi chiesi se ci avesse creduto ma pensai di sì; dal momento in cui terminai tutto il boccale del liquore cominciai a impazzire; cercavo di stringere le dita ma le vedevo intorpidite, immobili e impossibili di spostare, come se le avessi pietrificate in qualche modo e non riuscissi a disincantarle.
« Credo che sia meglio che io vada a letto... » dissi spostandomi verso Raphael e cadendogli addosso, non riuscivo per niente a stare in equilibrio neanche da seduta.
« Vi accompagno io. Non vorrei perdervi tra le scale... » disse a mo' di scherzo. Diedi la buonanotte agli altri, non pensai subito alla cattiva figura che avevo fatto con l'alcol.
Dannata me. Non potevo ordinare qualcosa di più leggero? Ero infiammata, stavo bruciando viva. Non riuscivo più a restare lucida, il sonno mi prendeva a schiaffi. O almeno sentivo qualcuno che mi prendeva a schiaffi per tutto il tragitto fino alla camera. Raphael mi stava accompagnando, stretto a me e una sua mano poggiata attorno al mio fianco. Quando arrivammo mi gettai per morta sul letto. Sfilandomi gli stivali e tirandoli via, restando con la veste e la cappa nonostante sentissi caldo!
« Io ritornerei di sotto adesso. Buonanotte Myrah! » disse lui avvicinandosi alla porta per riaprirla e per andare via.
Non potevo permetterglielo! Non volevo che andasse via, e non era solo perché ero ubriaca, volevo averlo accanto a me, dormire insieme al mio amico. « Aspetta... resta con me. Dormi con me stanotte... » la sua mano si fermò prima di toccare il pomello e si voltò verso di me con sguardo normale.
« Cosa avete detto? » chiese come se le sue orecchie lo avessero ingannato, immaginai che le mie parole potevano essere fraintese perciò mi affrettai a spiegarmi.
« Resta con me, non voglio stare da sola... voglio stare con il mio migliore amico! » migliore amico... Raphael non lo era di certo. Era un amico speciale... e forse di più.
« Myrah... sapete benissimo che per il mio codice non posso dormire con voi. Potrei dormire solo con la mia fidanzata o la mia sposa... ho rispetto nei vostri confronti! » disse lui a malincuore, vidi sofferenza nei suoi occhi per aver detto di no.
« Ti prego... non voglio stare sola! » continuai a dire, avevo realmente il bisogno di sentirlo accanto a me, di dormire accanto a lui, ne avevo bisogno come se fosse acqua.
Ci rifletté pochi istanti. Poi si avvicinò al letto con un sorriso largo in volto, scostando appena le coperte e infilandosi nel letto accanto a me. « Va bene Myrah. Pian piano state minando ogni angolo del mio Credo... » mi misi anch'io sotto le coperte e mi spostai accanto a lui, eravamo nel buio più totale della stanza, la luce esterna entrava dalla finestra e mi sentivo protetta dalle sue braccia che si stringevano attorno a me, che mi portavano alla sua armatura. « Resto però con l'armatura! »
Mi lasciai scappare una risata in quello che forse era un attimo di totale lucidità. Stavo per dormire con un ragazzo, una cosa che non era mai successa. Eppure non avevo paura di lui. Non mi avrebbe mai fatto del male o abusato di me. « Grazie Raphael... sei davvero un amico! » mi accucciai tra le sue braccia, affondando il viso sulla sua armatura fredda, inebriata dal suo odore. Perché sì: Raphael aveva un buonissimo odore; non so se lui crollò per primo, il suo respiro cambiò dopo un po', fu più profondo e alzai appena il viso per poter vedere che dormiva.
Sereno. Tranquillo. Sognante. Felice. In quel preciso istante, realizzai qualcosa che cominciò a spaventarmi: Raphael non era più un amico, era qualcosa di più speciale, era energia pura che faceva battere il mio cuore. Era un'ipotesi ormai certa.
Mi stavo innamorando lentamente di Raphael.

 
* * *

I raggi del sole entravano debolmente dalla finestra, mi fecero capire che era ancora presto. Mi trovavo stesa su un fianco, una mano che mi cingeva lo stomaco, mi trovavo stretta a qualcuno, un ragazzo. Ero letteralmente tra le braccia di Raphael, ciò fece si che il mio cuore cominciasse a pulsare, mi mossi appena eppure lui percepì i miei spostamenti, lo vidi aprire gli occhi lentamente. Con molta più velocità si affrettò a lasciare il letto, si mise prima seduto e restai ad ammirarlo di spalle, poi si mise in piedi e si diresse verso il bagno. Era la situazione più strana del mondo: nella mia mente non ci eravamo addormentati, nella mia mente stavo immaginando me e lui abbracciati a fare l'amore. La cosa mi mise in imbarazzo.
Mi sistemai in fretta assicurandomi che quando fosse tornato fossi stata presentabile, sistemai le mie vesti e mi affacciai alla finestra. Le strade erano ancora piene di persone che festeggiavano, non riuscivo a credere ai miei occhi!
Per quanto ancora festeggeranno? Non possono essere rimasti svegli tutta la notte! Riflettei. Almeno la musica però non si sentiva. Forse per rispetto a coloro che volevano dormire.
Raphael tornò nuovamente nella stanza, il viso arrossato dal contatto con l'acqua fredda e gli occhi ancora mezzi chiusi. Fece un sospiro e si avvicinò a me sorridendo.
« Non vorrei... essere scortese, ma sapete che gli altri parleranno molto di questo? Voglio dire... un ragazzo e una ragazza che dormono insieme... » lasciò intendere ciò che io immaginavo nei miei sogni.
« Stai tranquillo. Non abbiamo fatto nulla di male... » forse ero troppo ubriaca! Non so se ne avrei mai avuto il coraggio, non a mente lucida. « Dovremmo invece vedere se sono svegli... dobbiamo andare subito a parlare con il principe! » con quella frase entrambi fummo di nuovo tranquilli.
Superato l'imbarazzo iniziale andai anch'io in bagno per potermi dare una sistemata migliore anche allo specchio. Nel frattempo Raphael si era alzato di nuovo i capelli neri, schiacciati contro il cuscino. Ci accertammo di avere tutto con noi e lasciammo la stanza per andare al piano di sotto. Non avevamo idea di dove fossero gli altri, fortunatamente al piano inferiore trovammo Glaremy ed Hematha, insieme a loro c'era anche Morkor e stavano parlando.
Ci avvicinammo e mi sedetti accanto all'elfa, intorno gli occhi verdi aveva un'ombra di nero, sembrava assonnata. « Non hai dormito bene? » chiesi amichevolmente, lei scosse il viso.
« Glaremy ha russato tutta la notte. Tu invece... » l'attenzione si era già spostata su di me? « Hai dormito bene? » quella domanda era chiaramente maliziosa, chiusi gli occhi.
« Sì. Abbiamo dormito. » cercai di essere il più lapidaria possibile visto che non volevo parlarne ancora. Morkor mi fissava con uno strano sorriso nascosto tra i veli intorno al volto. Forse per lui la cosa era normale, forse non lo era.
Aspettammo anche Winsper e Tarnyth che si svegliarono poco dopo che fummo scesi. A quel punto fecero colazione, tutto il nostro gruppo rimase in silenzio, c'era una strana tensione e sentivo che tutto era collegato a me, i due ragazzi e Glaremy mi fissavano come per chiedere una spiegazione. Io semplicemente guardavo d'altra parte, mi ricordavo che c'era una nana di nome Yvossa. Era stata simpatica, eppure ora non era presente. O era un'allucinazione?
Ci affrettammo a lasciare la taverna prima che il caos dilagasse anche lì, per strada i festeggiamenti erano realmente durati tutta la notte. In fondo non avevo mai visto una festa come quella, o meglio, mai visto una festa fuori dall'accampamento degli Erranti, il mondo per me era totalmente diverso da come lo avevo immaginato. Era migliore! Gilda delle Tenebre a parte...
Attraversammo tutta la città a piedi, superando edifici residenziali, campi di grano, piccoli ruscelli e chiese. Arrivammo finalmente davanti il grande portone di pietra del castello, una struttura di forma conica con le torri, un terreno gigantesco su un fianco a alcuni mulini che giravano velocemente grazie al vento che stava spirando. Fummo fatti ricevere subito quando Glaremy si fece avanti mostrando alcune lettere con il sigillo dell'Imperatore e la sua firma. Ci fecero subito passare a accomodare in un antro illuminato dalle candele e delle grandi finestre ai lati. Mi chiesi in un primo momento perché le candele fossero accese, immaginai che dovevano essere ancora spente o forse erano incantate.
A noi si avvicinò una donna dall'altro lato della sala, uscì da una stanza luminosa e si chiuse la porta dietro. Si avvicinò a noi a braccia aperte, man mano che si avvicinava potei vederne i dettagli: aveva un fisico magro, alta quanto me o poco più grazie ai tacchi, indossava un bellissimo vestito con gonna ampia di colore rosa e bianco, un abito brillante grazie ai diamanti sul corpetto. Il colore perfetto vista la sua pelle rosea e i suoi capelli ricci e lunghi, colorati di nocciola così come gli occhi. Dimostrava di essere parecchio giovane e allegra.
« Che bello! Vi aspettavamo da molto! » disse arrivando davanti a noi e stringendomi la mano, aveva la stretta di un ragazzo! « Sono la principessa Angelin De Mustar di Cardojima. È un piacere conoscervi... ho sentito molte storie d'avventura sul vostro conto! »
Istintivamente tutti noi ci inchinammo alla futura regina di Astesia. Storie? « Immagino. Non mi vanto però delle nostre imprese... » forse era una cosa stupida da pensare, ma in fondo avevo ucciso un drago di ferro e una chimera.
« Che sciocchina che siete. Da noi questi sono atti davvero valorosi. Ma immagino che non siate qui per parlare con me... il mio futuro marito ci attende nella sala delle udienze. Vi ci porto subito... » mi aveva detto “sciocchina”. Per un attimo avevo pensato che fosse una ragazza normale, invece mi sbagliavo.
Ci spostammo seguendo la principessa Angelin, aprì una porta ed entrammo in una bellissima sala piena di specchi, lampadari giganteschi che illuminavano tutta la stanza con i riflessi del sole, grandi finestre si affacciavano su un giardino immenso e pieno di cespugli di rose. In città non erano i soli a festeggiare, questa stanza era piena di nobili e persone che festeggiavano, al centro ballavano persino, chi in coppia chi no. Tutti erano felici e facevano fracasso. Probabilmente quella notte nessuno aveva dormito in città!
Eppure per quanto pensassi fosse assurdo, mi piaceva tutta quella confusione e quell'agitazione. I nobili salutarono la loro prossima regina e ci rivolsero un cenno, non ci fermammo però a parlare con loro, molti alzarono il naso quando ci videro passare. Forse per le nostre vesti semplici e i nostri aspetti trasandati. Seguimmo Angelin oltre la sala da ballo ed entrammo in una stanza dove c'era un giovane in piedi, abiti neri stavano sotto una bellissima armatura fatta di quelle che sembravano ossa di drago, non c'era prezzo per qualcosa di così bello e affascinante! Il ragazzo poteva avere trent'anni, un viso strano e quasi deforme, occhi azzurri come lo sono i miei, capelli argentei e corti con una frangia sulla fronte. Un fisico muscoloso che faceva a pugni con il viso. Angelin corse verso l'amato e gli diede un bacio sulle labbra, un sorriso stampato in volto e sugli occhi che mi fece parecchia invidia. Era bello sapere che c'era ancora tanto amore e che non si ci soffermava sull'apparenza. Era bello vedere quei due ragazzi insieme.
« Vi aspettavo... finalmente possiamo parlare. » cominciò a parlare il principe Rustin. Ci avvicinammo tutti quanti restando però a pochi metri di distacco dai due nobili.
« Avete già ricevuto notizie da Maryshar deduco. Immagino saprete anche che cosa siamo venuti a chiedervi! » era meglio passare direttamente al motivo per cui eravamo arrivati.
Lui annuì lentamente. « Sì. Ho letto dell'alleanza tra Maryshar e Serpah grazie a voi. E pare che vogliate anche il mio regno nell'alleanza... sono ben disposto a unirmi nella battaglia... sono parecchio preoccupato: cosa sappiamo di questa Gilda? »
Nel suo volto stava chiaramente pensando a qualcosa, prima che potessi parlare io fu Glaremy a precedermi. Fece un saluto militare. « Posso rispondere io: sono in sei ancora. Non sappiamo nulla di loro se non che vogliono far tornare le ombre su Gaia. Immagino con lo scopo di evocare il Demone degli Abissi... » a quelle parole i due giovani tremarono.
Angelin si separò dal fidanzato portandosi le mani davanti le labbra. « Ma è terribile! » disse con un accento strano, probabilmente originario di Cardojima. « Cosa possiamo fare? »
Fu il principe Rustin stesse a proporre una soluzione. Ovviamente dovevamo fare qualcosa. « Recentemente abbiamo avuto problemi con degli attacchi da parte di un gruppo di orchi... » la cosa ci fece restare col fiato sospeso. Morkor come si sentiva in quel momento? Non potevo saperlo. « Crediamo che operino con la Gilda delle Tenebre... hanno attaccato alcune campagne vicino al villaggio di Xlamerfa. Dista meno di un giorno da qui... vorrei chiedere il vostro aiuto; gli orchi non ci hanno mai attaccati... e la venuta di questa Gilda... è tutto troppo improvviso per essere una coincidenza! »
Dovevamo controllare la situazione. Gli attacchi si erano quindi ripetuti con uno schema preciso. Ma che interessa poteva avere la Gilda nell'attaccare un villaggio? Perché non realizzare un costrutto come il drago di ferro contro Maryshar? Probabilmente sapevano come ci muovevamo, un costrutto era troppo debole visto che sapevamo come ucciderlo adesso.
« Va bene. Controlleremo noi stessi. Non ci staremo molto, ve lo assicuro Vostra Maestà! » dissi chinando il capo per rispetto e inchinandomi allo stesso tempo.
« Mi raccomando: fate in fretta... tra una settimana ci saranno le ufficiali nozze tra me e Angelin e qui al castello terremo un ballo; voglio che siate presenti... mi farebbe parecchio piacere che ci foste! » disse il principe Rustin prima che ce ne andassimo. Accettammo volentieri l'invito.
Facemmo la strada a ritroso grazie ad alcuni servi elfi che ci scortarono fuori dal palazzo reale, ovviamente Hematha e Tarnyth cambiarono d'umore diventando parecchio seri. Non avemmo bisogno di fare particolari rifornimenti visto che potevamo trovare alcune cose anche a Xlamerfa. Ci dirigemmo direttamente verso l'uscita della città quando qualcuno davanti a noi ci impedì di passare, una nana dalle treccine rosse.
« Yvossa. Che piacere rivederti! » dissi salutandola amichevolmente. Lei sembrava offesa con noi per qualcosa.
« Vorrai dire vedermi da sobria! » disse con la sua voce profonda. Mi sentii in imbarazzo. « Sono rimasta parecchio incuriosita dal tuo gruppetto... vorrei esserci anch'io a salvare il mondo! » era forse impazzita? Rischiava la vita con noi.
« Yvossa... è molto pericoloso venire con noi e tu... »
« Pensi che non sia una brava combattente? Dammi un'occasione e ti stupirò bambolina! Sono forse la miglior combattente che tu possa trovare a Inakarrias! » disse Yvossa sicura delle sue abilità. Ci pensai pochi istanti ancora.
« D'accordo. Preparati perché partiamo subito. »






Angolo Autore:
Eccomi nuovamente con un capitolo, ma che cosa sta succedendo alla nostra Myrah? Cosa prova realmente per Raphael? Diciamo che c'è molta confusione anche sul lato sentimentale! Vedremo presto come si risolverà la situazione con la Gilda e la questione degli orchi; a presto col prossimo capitolo ^^ E ovviamente un grazie come sempre ai lettori e a Fantasy_Love_Aky per la recensione.
  
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