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Autore: niallerguitar    08/08/2015    4 recensioni
Il Trio è stato appena catturato dai Ghermidori, e portato in Villa Malfoy. La situazione sembra disperata e per Harry, Hermione e Ron sembra non esserci via di fuga.
"L'unica cosa che vide in quel momento fu sua zia mantenere la Nata Babbana per le spalle, con la bacchetta puntata alla gola. Vide Weasley e Potter dall'altra parte della stanza urlare. Poi fu tutto così improvviso.
-Expelliarmus- Draco pronunciò quelle parole con così tanta forza che sua zia, insieme alla bacchetta furono sbattute violentemente al muro.
Il biondo non pensò a quello che stava facendo quando prese la Granger tra le sue braccia, con l'intento di smaterializzarsi lontano da quel posto, lontano da tutto quel male. Non si accorse nemmeno che insieme a loro si smaterializzò anche un pugnale d'argento che era appena stato lanciato dalla furia incontrollabile di Bellatrix Lestrange."
Tengo conto di tutto quello che è successo nei libri precedenti e anche di quello che verrà, tranne la morte di Dobby e il futuro di Hermione e Draco.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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If you go away
13
Hermione si svegliò di soprassalto il mattino seguente, con la maglietta intrisa di sudore e i capelli sfatti che le incorniciavano il viso magro e ossuto. Spostò rapidamente la coperta, scoprendosi le gambe anch'esse bagnate. 
Non seppe esattamente il motivo per cui quella notte non aveva fatto altro che rigirarsi nella tenda, tutto quello che sapeva era che non riusciva a pensare a nient'altro. 
Era inutile quando costantemente ci provasse; era inevitabile. 
Nel momento in cui si faceva passare una mano sulle labbra non poteva fare a meno di ripensare al calore che fino a qualche ora fa- quelle stesse labbra- avevano ricevuto. La mano le si allungò impercettibilmente fino alla clavicola, desiderando di sentire di nuovo le sue labbra premere proprio su quel punto. Le sue braccia si tesero piacevolmente quando le mani raggiunsero la pancia scoperta sotto la maglietta, fino a scendere sempre più giù desiderano di ricevere ancora una volta i suoi baci proprio lì. Chiuse gli occhi, assaporando il dolce ricordo dei muscoli di Draco che si flettevano sotto di lei in un modo talmente delicato da essere doloroso. Il suo tocco arrivò fin dentro le cosce, sfiorando di poco la sua intimità e desiderando così ardentemente di sentirlo esattamente in quel punto. 
Sobbalzò e si mise a sedere nel momento stesso in cui aveva formulato quel pensiero nella sua mente. 
Ricordare era inevitabile, ma non poteva accettare il fatto che fossero ancora talmente vividi nella sua mente. Era stato uno sbaglio, uno sbaglio colossale ma non poteva evitare di ammettere di volerne ancora e ancora. 
Si spalmò ancora una volta la mano destra sulla faccia, rassegnandosi al fatto di essere ceduta completamente a lui. Se solo i suoi amici lo avessero saputo, se solo Ron lo avesse saputo... Cosa avrebbero pensato di lei, allora? Che fosse una stupida traditrice? Probabilmente. 
Sentì i suoi occhi diventare ancora più umidi,  ma non se ne preoccupò neanche minimamente. Era stanca di nascondere il suo dolore dietro una stupida maschera, lei non era forte, non lo era mai stata. 
Un singhiozzò fuoriuscì dalla sue labbra socchiuse, e un secondo dopo il silenzio della tenda fu rimpiazzato dalle sue lacrime. Se solo non fosse stata talmente sciocca, se solo non avesse seguito quel suo dannato istinto. 
Pianse ancora al solo pensiero di un Draco trionfante e sorridente che si celava oltre quella tenda, ce l'avrebbe sbattuta in faccia la sua vittoria. Perché, sicuramente Draco non provava nulla di sincero verso di lei. Ma anche Hermione, non riusciva a identificare esattamente cosa provasse per lui. Era solo stanca di provare quell'irritante formicolio nello stomaco tutte le volte che lo vedeva.
Si chiuse le mani intorno al viso quando nella sua mente riaffiorarono le parole che Draco le aveva sussurrato all'orecchio prima di prendere prepotentemente la sua innocenza. Le aveva detto talmente tante volte quanto la trovasse bella, che adesso eliminare quel ricordo era inevitabile. 
Aveva sempre pensato che la sua prima volta sarebbe stata con qualcuno di cui era perfettamente sicura, qualcuno che la volesse realmente bene. Qualcuno come Ron. 
Si rassegnò al fatto che rimanere in quella tenda a piangere non avrebbe sistemato le cose, e decise di parlarne direttamente con lui. Quindi, con le mani tremolanti si avvolse la coperta attorno alle spalle e sospirando uscì dalla piccola tenda lasciandosi dietro il calore che con la bacchetta di Draco aveva emanato qualche sera fa con un incantesimo. 
Fuori, il freddo era ancora insopportabile. Infatti iniziò a pizzicarle il naso e le punte dei piedi dentro gli scarponi. Si fece avanti nella neve zoppicando, trascinando con sé la coperta di lana che in risposta strisciava sulla neve fresca. Le labbra presero a tremare mentre guardava la distesa di neve sotto i suoi piedi desiderando solo per un attimo di caderci dentro e lasciarsi alle spalle ogni cosa. Il fiume scintillava grazie alla tiepida luce del mattino del sole che  lentamente sorgeva lungo le colline, dando larga vista alla distesa d'acqua che si estendeva. Il ghiaccio si stava sciogliendo pian piano, ed Hermione immaginò che fra qualche settimana il fiume sarebbe stata di nuovo pieno d'acqua. Si avvicinò alla riva, contemplando il suo riflesso che le ricambiava lo sguardo attraverso lo specchio d'acqua. Distolse lo sguardo e lo portò precipitosamente da un'altra parte, troppo scossa dalla sua immagina trasandata. 
Ma quando lo portò dall'altra parte, notò un uomo alto e biondo che camminava verso la tenda facendo svolazzare della legna dietro le sue larghe spalle. Aveva lo sguardo basso e agitava in continuazione la bacchetta di fianco a sé, cercando di non farli cadere al suolo. I suoi abiti erano altrettanto trasandati, e per colpa delle scarpe eleganti camminava difficilmente nella neve. I suoi occhi erano grigi e profondi come al solito, le sue labbra erano lievemente rosse per via del freddo pungente. Hermione trasse un sospiro. 
In un primo momento Draco non si accorse della ragazza che si intratteneva goffamente sulla riva del lago, con le braccia incrociate e la coperta indossata con sciatteria sulle spalle. Non si accorse nemmeno del fatto di quanto felice si sentisse, ma fortunatamente- questo- poteva saperlo soltanto lui. 
Un secondo dopo, però, la vide. Inutile dire quanto goffo fosse stato per aver lasciato la presa sulla bacchetta e aver schiantato al suolo ogni pezzo di legno. Hermione gli sorrise debolmente, nonostante non ne avesse la forza. Draco si precipitò a raccogliere i rametti con la bacchetta, cercando di nascondere l'imbarazzo che si stava formando sulla sua guancia. Da quando Draco Malfoy arrossiva? 
Hermione lo raggiunse nel momento in cui Draco non era in grado di vederla. Ma la Serpe sembrava aver perso completamente la capacità di far volare gli oggetti e di pronunciare correttamente l'incantesimo perché continuava a farli cadere. 
<< Dai a me. >> sorrise Hermione, raccogliendo la bacchetta con dolcezza dalla sua mano. 
Draco la guardò debolmente, senza accennare nemmeno ad una singola espressione facciale che le facesse intuire il suo stato d'animo.  Agitò e colpì la bacchetta in direzione dei rametti e immediatamente questi risposero all'incantesimo vibrando nell'aria. 
Draco borbottò qualcosa che somigliava molto ad una specie di ringraziamento taciturno. Hermione annuì e ricominciò a camminare verso la tenda dimenticando per un momento il reale motivo per cui era appena uscita. 
La Serpe nel frattempo adagiò perfettamente i pezzi di legno vicino alla tenda e con un colpo di bacchetta fece apparire del fuoco. 
<< Draco...>> Hermione si voltò, mentre si torturava con insistenza le maniche della maglia.  << Credo che dovremmo parlare di quello che è successo. >> boccheggiò, lasciando trasparire tutta l'agitazione dalla sua voce. 
Draco trasalì leggermente, e si limitò a fissare il fuoco di fronte a sé non sapendo effettivamente cosa dire. 
Cosa era successo? Avevano fatto sesso, e allora? Draco aveva sfogato tutta la sua frustrazione su di lei, e allora? 
Ma era realmente e solamente il piacere che lei gli aveva provocato, il motivo per cui non riusciva più a chiudere gli occhi senza vederla apparire anche nei suoi sogni? Era seriamente la soddisfazione di averla fatta sua il motivo per cui non riusciva più a smettere di pensare a lei? Era stato semplicemente sesso quello che avevano fatto?
Draco rimase in silenzio, sospirando leggermente. Ma nel momento in cui aprì la bocca per parlare, qualcuno lo fece al posto suo. 
<< Credo che dovremmo entrambi dimenticare questa storia, è stato uno sbaglio... Avremmo dovuto fermarci. >> intuì Hermione, abbassando il tono di voce ad un sussurro. 
E per Draco quelle parole furono come una pugnalata al petto perché, proprio nel momento in cui apriva la bocca per accettare il fatto che quello che avevano condiviso non era stato soltanto sesso, lei l'aveva ucciso dicendogli di dimenticare. 
Ma come poteva Hermione considerare quella passione qualcosa di talmente scontato da dover essere dimenticato? Come poteva Draco dimenticare il modo in cui i le loro anime si erano uniti in uno solo? Come poteva dimenticare i suoi fianchi, i suoi occhi e quelle sue dannatissima labbra? Doveva dimenticare anche il modo in cui lei aveva urlato il suo nome? No, non ne era capace. 
Ma lei, evidentemente l'aveva già fatto. Per Hermione sembrava talmente semplice parlare di tutto quello, come se fosse stata una semplice avventura. Ma per lui non lo era affatto, perché mai si era sentito talmente bene tra le braccia di qualcun'altro. 
Annuì freneticamente, mentre la rabbia si faceva spazio fra i suoi lineamenti. << Ovvio, Granger. Non avresti dovuto nemmeno ricordarmelo. >> sbottò. 
Hermione in un primo momento sembrò incupirsi ma quello dopo si era ridotta semplicemente ad annuire. Infondo se lo aspettava. Come poteva anche solo per un momento pensare che da parte sua ci fosse stato del sentimento? Si sentiva talmente usata, era disgustata da sé stessa. Perché lei ci aveva stupidamente messo il cuore, mentre lui evidentemente no. 
Gli diede le spalle, e prese a camminare dalla parte opposta. Non riusciva nemmeno a guardarlo. Camminò con furia verso la tenda, mentre le scarpe affondavano nella neve lasciando impronte sempre più profonde. Si voltò per un attimo, solo per controllare se Draco la stesse seguendo, ma ovviamente no: infatti la Serpe stava camminando dalla parte opposta diretto chissà dove. 
Aprì la zip della tenda con uno schiocco per poi entrarci dentro. Si sedette, avvolgendosi le braccia alle gambe. In realtà, in quel momento non si sentiva né triste né abbattuta. Era semplicemente rassegnazione il sentimento che la tormentava. Hermione gli aveva detto di dimenticare, perché era sicuro che dopo l'avrebbe chiesto lui. Almeno in questi modo, lei avrebbe sofferto di meno. 
Inserì la mano nello zainetto che aveva rubato all'Hotel, tirandoci fuori un pezzo di carta e una penna Babbana che ormai Hermione non usava da anni. 
Si concentrò per un'istante, poggiandosi la penna sulle labbra mentre pensava alle parole giuste da imbrattare sul foglio. 
"Caro Harry" Scrisse disordinatamente. 
Aveva seriamente bisogno di parlare con lui in quel momento, infatti ogni volta che ci scriveva sopra qualcosa sembrava sentirsi ogni secondo un po' meglio. 
" E' da un po che non sento né te che Ron, spero che entrambi stiate bene. Da me è tutto okay. Le discussione tra me e il Furetto si sono leggermente placate, quindi credo di star mantenendo abbastanza tranquilla la situazione. 
Vorrei tanto essere lì con voi, solo Godric sa quanto. Non mi dilungherò molto, solo... Spero in una tua risposta, solo per avere la certezza che non mi abbiate dimenticato.
Un abbraccio, 
Hermione. " 

La lettera non era niente di esageratamente accusatorio, anche se le intenzioni di Hermione erano abbastanza palesi. Era arrabbiata, con lui, con Ron, con Malfoy e con sé stessa. 
I suoi due migliori amici l'avevano abbandonata e lei si era ritrovata sola con la Serpe che non era mai riuscita a sopportare ma che le era entrata talmente dentro. 
Piegò la lettera, scrivendoci sopra a lettere più piccole il nome di Harry. Si alzò velocemente, ripulendosi i jeans dalla sporcizia e si precipitò fuori intenta a trovare Draco. 
Voleva chiedergli di aiutarla a spedire quella lettera a Harry, sperando che lui l'avrebbe aiutata. Ma mentre camminava le sue speranze diminuivano sempre di più perché aveva l'assurda convinzione che Malfoy l'avrebbe solamente derisa. 
Si inserì tra due alberi particolarmente grossi mentre i suoi occhi marroni schizzavano da una parte all'altra per individuare la figura alta di Malfoy. Ma improvvisamente, quando sentì delle voci echeggiare attraverso gli alberi, si schiacciò contro uno di loro nascondendosi dalla vista degli ospiti. 
Ma non vedendoli arrivare oltre la distesa bianca decise di raggiungerli lei stessa con il cuore che saltava ad ogni passo. Man mano che si avvicinava le voci sembravano diventare impercettibilmente sempre più forti e prepotenti. Quando fu abbastanza vicina, riuscì ad individuare tre sagome e non ebbe dubbi su chi fossero. 
Due di loro tenevano puntate le bacchette contro un'ultima sagoma che Hermione non fece fatica ad individuare. Draco si teneva a debita distanza, anch'egli armato di bacchetta, dai due ragazzi che somigliavano così ardentemente ai suoi due migliori amici. 
Il cuore le si bloccò in gola quando fu abbastanza vicina da averne la certezza. Si spalmò una mano sulla bocca, per evitare che un qualsiasi rumore potesse uscirne. Si nascose dietro un grosso albero mentre le sue orecchie origliarono perfettamente ogni parola. 
<< Cosa?!- era Ron. << Come non sai dov'é? Stupido verme schifoso, io ti uccido! >> 
<< Ron, non è il momento. >> sbottò Harry, puntando ancora più furiosamente la bacchetta verso Draco. 
Il Serpeverde in risposta strinse la presa intorno alla bacchetta, stringendo gli occhietti perfidi e guardando Harry con rabbia. 
<< Si, stupido deficiente.- continuò Malfoy, e questa volta guardò Ron. << Te l'ho detto, non so dove è andata. >> 
Ron e Harry si scambiarono delle occhiate dubbiose, mentre si avvicinavano sempre di più.
<< Lascia che controlli, allora.- propose Harry, scrollando le spalle. - Se non c'è come dici tu, ce ne andremo. >>
Draco restò per un momento in silenzio, mentre le sue labbra si avvicinavano in un ghigno furente di rabbia. Poi con voce netta, approfittando del fatto che Harry si fosse distratto lo disarmò con un incantesimo, facendo lo stesso anche con Weasley. 
Le bacchette volarono con forza lontano dai due Grifondoro, ma arrivarono abbastanza vicine ad Hermione che aspettò un momento prima di raggiungerle. Infatti, non poteva credere a quello che stesse succedendo. 
<< Andatevene prima che cambi idea.- ringhiò Draco, stringendo la bacchetta talmente forte che le nocche si ingiallirono. - Qui non potete starci. Inoltre, lei. non. è. qui. >> aggiunse, sottolineando con rabbia ogni parola. 
<< Expelliarmus. >> ulrò un terza voce, che fino ad un secondo fa non aveva fatto parte della conversazione. 
Hermione infatti avanzò incerta verso i suoi amici, disarmando Draco con un solo colpo. La Serpe aprì la bocca,  sorpreso. I suoi occhi si strinsero mentre la guardava avanzare verso di lui con la bacchetta stretta in mano e un'espressione totalmente diversa da quella che aveva qualche ora fa. 
Infatti lo sguardo di Hermione sembrava sussurrargli quanto schifo gli facesse in quel momento. 
<< Eccola! Lei è qui! Oh Malfoy, hai superato il limite! >> ulrò Ron, ma la sua voce sembrava talmente lontana. 
Infatti, adesso c'erano soltanto lei e Malfoy. 
<< Hermione, ti prego... >> sussurrò talmente sottovoce che solo la Grifondoro riuscì a udire quelle parole. 
Lei era pronta, aveva uan voglia matta di ucciderlo. Adesso. Aveva la bacchetta dalla sua parte. Poteva vendicarsi per tutto il dolore che le aveva provocato. Poteva farlo. 
<< Mi disgusti, Malfoy. >> ringhiò, quando furono a pochi centimetri di distanza. 
Nel frattempo i suoi amici li sentiva come se appartenessero a due mondi lontani e completamente opposti. 
Gli occhi di Draco sembravano essere diventati umidi dopo quelle parole, come se non riuscisse più a controllare quello che facevano. Malfoy lasciò per la prima volta che le sue emozioni trasparissero, lasciò che si mostrassero perché era talmente stanco di sigillarle. 
<< Hermione, se te ne vai...- borbottò, con la voce che tremava ad ogni parola. -Se te ne vai, non potrei sopportarlo. Per favore perdona tutto quello che ti ho fatto, sento di poter essere migliore... Sento di poterlo fare per te, ti prego. >> sibilò, cercando di trovare nei suoi occhi quella passione che avevano la notte in cui avevano fatto l'amore. Dov'era finita quella ragazza? 
<< Malfoy, sei l'essere più ripugnante che abbia mai conosciuto. Ti prego, smettila di parlare, di guardarmi. Smettila di fare qualsiasi cosa. >> disse, e  a quelle parole la sua voce si ruppe completamente spazzando via quell'espressione dura dal suo volto. 
Subito le sue lacrime furono fermate da Ron che la trascinò verso di sé, allontanandola da Draco che in risposta iniziò ad urlare. 
<< Non toccarla, maledetto Weasley! >> urlò spingendo Harry che gli si era parato davanti. 
"Addio, Draco" sembrò leggergli sul volto prima che Potter lo schiantasse con la bacchetta e la fece cadere al suolo. 
   
 
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