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Autore: Kpopfan1610    09/08/2015    0 recensioni
Sei mesi dalla sconfitta di Gea. Sembra che la pace sia finalmente duratura... e invece una brutta sorpresa aspetta Percy ed Annabeth in una tranquilla sera di Febbraio.
Nico è felicemente fidanzato con Will Solace, anche se ha ancora problemi a dichiararlo pubblicamente. Si ritroverà messo in mezzo ad una brutta situazione, in cui sarà obbligato a fare una scelta.
Questa fanfiction segue gli eventi del libro "Il sangue dell'Olimpo" della saga "Eroi dell'Olimpo". Se non lo si ha letto, attenzione ai possibili spoiler!
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Percy Jackson, Percy/Annabeth, Percy/Nico
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Chapter 1

 

Nico di Angelo si svegliò grondante di sudore. L'incubo dal quale si era svegliato era ancora impresso nella sua mente, come la scena di un film.

“Non è vero” si disse, tra sé e sé, “è solo un sogno”

Sapeva che non lo era. I semidei molte volte facevano sogni che descrivevano la realtà. Si mise a sedere sul letto, chiuse gli occhi e si concentrò.

Se non è stato solo un sogno, pensò, dovrei riuscire a percepire la morte di Annabeth.

Niente. Non percepiva assolutamente niente. La cosa non tranquillizzò in alcun modo il figlio di Ade. C'era un solo modo per riuscire a scoprirlo...

Scese dal letto, si infilò gli anfibi senza allacciarseli, e si tuffò nelle ombre.

 

Era la prima volta che viaggiava nell'ombra da quando Will gliel'aveva proibito l'estate scorsa. Pensava di essere guarito del tutto dopo sei mesi, eppure la testa incominciò a girargli come dentro ad un carosello.

Per fortuna, il salto fu breve. Si ritrovò all'interno di Central Park, ma in un punto diverso rispetto a quello dove aveva visto Percy ed Annabeth.

Ci mise dieci minuti di corsa ad arrivare lì. Con l'orrore negli occhi, scoprì che tutto quello che aveva visto si era realizzato.

“Percy!”

Il figlio di Poseidone stava ancora piangendo sul cadavere di Annabeth. Non appena sentì Nico chiamarlo, afferrò il pugnale e si preparò ad un attacco. Quando capì che a corrergli incontro non era un altro mostro, bensì il suo amico, si rilassò un po'.

“Nico” la voce graffiata per il troppo pianto, “che ci fai qui? Come sapevi dove eravamo?”

“Mi... è apparso in sogno” il ragazzo si avvicinò a Percy “mi dispiace”

Percy rimase in silenzio per un po'.

“Su una cosa Annabeth aveva ragione: dobbiamo tornare al campo. Nico, ci puoi trasportare tutti?”

“Sì, penso di sì” Nico si avvicinò al ragazzino morto. L'odore nauseabondo penetrò nelle narici del ragazzo, che prese comunque il corpo in braccio per avvicinarlo a quello di Annabeth.

“Non lasciare andare il corpo di Annabeth” lo avvertì, “o si perderà nell'oscurità”.

Percy lo guardò, “Tranquillo. Non lo lascerei andare per nessuna ragione”

Nico afferrò la mano di Percy, mentre con l'altra teneva stretto a sé il corpo del ragazzino, e si tuffò un'altra volta nell'ombra.

 

Spuntarono in cima alla collina del campo, vicino alla barriera protettiva che lo circondava. Nico lasciò andare il cadavere.

“Tu resta qui” disse a Percy, “io vado a chiamare Chirone”

Si precipitò di corsa giù per la collina, in direzione della Casa Grande. Gli altri ragazzi del campo si stavano dirigendo verso le rispettive cabine. Nico non si fermò nemmeno quando qualcuno, probabilmente uno dei nuovi arrivati, gli chiese perché stesse andando così di fretta a quell'ora.

Continuò a correre fino a quando non si ritrovò a sbattere contro Will Solace, il suo ragazzo.

“Hey, perché corri?”

“Scusa, Will... Devo andare da Chirone. Annabeth è... è...” evidentemente aveva ancora gli occhi pieni di orrore, perché Will lo fermò prima ancora che finisse la frase.

“Dov'è?”

“In cima alla collina”

“Ok, tu va' da Chirone” e iniziò a correre verso la direzione opposta a quella di Nico.

Quando Nico entrò nella Casa Grande senza nemmeno bussare, scatenò l'ira di Dionisio.

“Ma insomma, ragazzo! Ti sembra questo il modo di entrare?!” il Dio del vino indossava un pigiama raffigurante dei pegasi in svariati colori, che provvide subito a cambiare con la sua tipica camicia hawaiana tigrata.

“Mi scusi, Mr. D... Devo parlare con Chirone” il fiato corto per via della corsa.

“Che succede?” Chirone entrò nella stanza nella sua sedia a rotelle magica. Evidentemente era più comodo dormire lì che in piedi.

“C'è un problema. Percy ed Annabeth... sono stati attaccati, e lei è... beh...”

Ci fu una pausa di silenzio, in cui Chirone e Dionisio aspettavano che Nico terminasse la frase.

“È morta”

Lo stupore riempì il viso del centauro.

“Annabelle è morta?” il Dio cercò di usare un tono sconvolto, ma non ci riuscì. Tutti sapevano che non gli importava granché dei semidei del campo, infatti non si disturbava nemmeno ad imparare i loro nomi.

“Si, signore. Annabeth è morta”

Dionisio si rimise il pigiama con uno schiocco di dita.

“Beh, domani mattina faremo una riunione dei capi cabina per discutere del problema. Fino ad allora... buonanotte!”

Nico stava per urlargli contro, ma non ne ebbe il tempo.

“Dove si trova?” chiese Chirone.

“Vicino il confine del campo”

“Andiamo”

 

Quando Chirone e Nico raggiunsero il confine, videro che tutti i semidei del campo - una trentina a stento, considerando che era il periodo invernale – si trovavano lì a vedere la situazione.

Will stava finendo di medicare le ferite di Percy, che sembrava non importagli nulla. Piper McLean e il suo ragazzo Jason Grace erano accanto a Percy. Piper aveva la testa appoggiata sulla spalla del figlio di Giove, che piangeva.

“Chirone” una delle nuove arrivate tra i figli di Ecate ruppe il silenzio, “aveva detto che solo i semidei possono attraversare il confine del campo. Quel bambino non era un semidio, no? Come hanno fatto a portarlo qua?”

“Quanto sei stupida! È morto, che minaccia potrebbe mai essere un cadavere?” intervenne un ragazzo della cabina di Atena, della stessa età della ragazza.

“Ok, ragazzi. Tutti a letto!” la voce di Chirone non ammetteva repliche.

Nico, Will e gli altri ragazzi che facevano parte dell'equipaggio dell'Argo II insieme ad Annabeth iniziarono a dirigersi verso i dormitori insieme agli altri ragazzi.

Chirone poggiò una mano sulla spalla di Percy, “Voi potete restare un altro po'” e se ne andò.

Quando rimasero solo loro cinque attorno al corpo di Annabeth, calò il silenzio. L'unico rumore che si sentiva era quello dei pianti soffocati di Piper. Jason la teneva stretto a sé senza dire nulla, ma aveva gli occhi lucidi mentre guardava l'amica. Percy aveva smesso di piangere, se ne stava in piedi, con lo sguardo fisso nel vuoto. Will era accanto a Nico. Il figlio di Ade sapeva che lo voleva consolare in qualche modo, glielo leggeva nello sguardo, ma nessuno dei due sapeva come comportarsi in una situazione del genere.

“Non ce la faccio a stare qui” fu Piper a rompere quel silenzio imbarazzante, “scusate”

Mentre si dirigeva verso la cabina di Afrodite, Jason si avvicinò a Percy.

“Andiamo, amico. Ti farà bene dormire un po'”

Erano rimasti solo Nico e Will. Nico non riusciva a staccare lo sguardo da Annabeth. Riviveva ancora la scena dell'aggressione, a ripetizione continua. Se lui era in quello stato, poteva solo immaginare come si potesse sentire Percy.

“Nico...” Will non completò la frase. Il ragazzo si ritrovò con le braccia di Nico attorno ai suoi fianchi. Non era solito fare queste cose, ma al momento non gliene importava nulla. Aveva bisogno di potersi sfogare, e gli serviva che il suo ragazzo fosse lì per lui. Per troppo tempo era rimasto solo.

“Va tutto bene” Will cercò di tranquillizzarlo, mentre Nico dava finalmente libero sfogo alle lacrime.

 

La mattina dopo erano tutti di malumore. La cabina di Atena non partecipò a nessuna della attività del campo. Gli amici di Annabeth avevano tutti gli occhi gonfi e le occhiaie per la notte in bianco che avevano passato.

Quando Nico uscì dalla cabina 13, poté notare che non si respirava quell'aria di allegria che riempiva solitamente il campo. Iniziò a dirigersi verso la Casa Grande per la riunione dei capi-cabina che si sarebbe tenuta tra pochi minuti.

“Prima di iniziare a discutere del problema, dovremmo sapere cos'è successo” Malcom, figlio di Atena, iniziò la riunione.

Tutti si voltarono verso Percy, aspettando che iniziasse a raccontare, ma lui se ne stava seduto al suo posto intorno al tavolo da ping pong con lo sguardo basso. Quando si accorse che nessuno stava più parlando, alzò lo sguardo per capirne il perché e si ritrovò gli occhi di tutti addosso.

“Scusate, ragazzi... non ce la faccio”

“Ehm... posso raccontare io quello che è successo” disse Nico

Gli altri semidei erano sconvolti tanto quanto lui. Nico odiava attirare l'attenzione su di sé. Di solito alle riunioni se ne stava zitto nel suo posto cercando di confondersi con le ombre.

“L'ho visto l'altra sera mentre dormivo” continuò il ragazzo.

“E come mai tu l'avresti visto?” nonostante Clarisse LaRue si era calmata parecchio da quando faceva la madrina del figlio del coach Hedge, non era cambiata poi molto.

“Non lo so” Nico cercò di contenersi per non urlarle in faccia, “so solo che è successo”

Il figlio di Ade incrociò lo sguardo di Percy, che gli rivolse un silenzioso 'grazie'. Iniziò a raccontare l'accaduto, l'attenzione di tutti rivolta a lui. Cercò di non tralasciare nulla, fermandosi ogni tanto per evitare di piangere.

“Strige?” chiese Piper quando il racconto di Nico fu finito, “non l'ho mai sentita prima”

“Fa parte dei miti romani” spiegò Jason.

“Esatto” confermò Chirone, “sono mostri della stessa specie delle Empuse e delle Lamie”

“Il mito parla di una ragazza, Polifonte. La ragazza si unì alle cacciatrici di Artemide, ma Afrodite non era molto contenta della scelta 'niente ragazzi', quindi la fece innamorare di un orso”

“Tipico di mia madre” borbottò Piper.

“Da quell'unione nacquero Agrio e Orico, selvaggi come il padre. Si misero a praticare il cannibalismo e, sebbene Artemide volesse ucciderli tutti e tre, furono puniti venendo tramutati in strigi”

“Il problema principale è un altro” disse Clarisse, “se ci attaccano di nuovo, come li sconfiggiamo se non possiamo attaccarli con il bronzo celeste o l'oro imperiale?”

“Solo se hanno bevuto prima il sangue umano sono intoccabili” chiarì Malcom.

“In ogni caso” intervenne Chirone, “fanno parte dei miti romani. Avviserò il Campo Giove. Per ora abbiamo finito così. Vi richiamerò appena avrò novità”

E i ragazzi del campo furono liberi di andare a svolgere le attività del giorno.

 

 

Reyna Avila Ramírez-Arellano non si aspettava una chiamata tramite messaggio Iride da parte di Chirone. Si trovava insieme a Rachel, l'oracolo del Campo Mezzosangue, l'arpia Ella e Frank Zhang, il secondo pretore di Nuova Roma per finire di ricostruire i Libri Sibillini.

Quando gli fu comunicato della morte della loro amica, ci fu un attimo di silenzio.

Reyna abbassò lo sguardo, “Anche noi abbiamo perso dei ragazzi. Quattro, in tutto”

“Strigi?” chiese Chirone.

“Come lo sa?” disse Frank.

“È lo stesso mostro che ha attaccato anche qua” Chirone era perplesso, “Rachel, il dono della profezia è tornato, giusto? Riesci a predire qualcosa?”

La ragazza chiuse gli occhi, concentrandosi. All'improvviso, fu avvolta dal fumo verde dell'Oracolo di Delfi.

Greci e Romani un'altra volta insieme combatteranno

In numero pari essi dai Campi partiranno

Nel grande cimitero la battaglia si svolgerà

Il regno del terrore da lì risorgerà

Perché la missione con successo possa finire

Alcuni mezzosangue lì dovranno perire.

 

Quella sera si svolse il funerale di Annabeth. Ovviamente spettava a Nico, in quanto figlio di Ade, preparare la cerimonia. Quella era la prima volta dalla sconfitta di Gea che ne organizzava uno. Era stato già brutto dover organizzare i funerali di ragazzi che nemmeno conosceva, per questo fu tremendo.

Dopo che le ragazze della cabina di Atena lavarono e cosparsero di essenze il corpo, le chiusero gli occhi e le misero delle dracme, il pagamento per Caronte, che avrebbe portato l'anima di Annabeth al cospetto dei tre giudici: Minosse, Eaco e Radamanto.

A quel punto, i ragazzi – sempre della cabina 4 – trasportarono il corpo fuori. Al posto del solito falò che veniva accesso ogni sera, si trovava un letto fatto di legna secca. Il corpo fu appoggiato lì, tutti i ragazzi del campo attorno.

Nico si trovava accanto a Percy. Dopo che quest'ultimo finì il suo elogio funebre, Nico prese una torcia e la accese. Si avvicinò con molta cautela ad Annabeth e lasciò cadere la torcia alla base del letto. Le fiamme presero subito fuoco, mentre lui tornava al suo posto, accanto a Percy. Si voltò a guardarlo, e i suoi occhi verde acqua riflettevano le fiamme di fronte a lui.

Il figlio di Ade appoggiò una mano sulla spalla dell'amico, “Mi dispiace”

“Già... anche a me”

“Sai, forse...”

Nico non finì in tempo la frase che Chirone arrivò dietro di loro.

“Ragazzi, ho parlato con Reyna”

Nico e Percy si voltarono verso il centauro.

“Sono stati attaccati anche loro. E Rachel ha avuto una profezia”

I ragazzi rimasero in silenzio aspettando che il direttore delle attività del campo finisse di parlare.

“Ne abbiamo discusso molto io e Reyna, e siamo arrivati alla conclusione che lei ci manderà qui due dei suoi. Domani mattina ci sarà un'altra riunione”

I ragazzi annuirono e Chirone si allontanò, diffondendo il messaggio anche agli altri capi-cabina.

Nico guardò Percy, “Secondo te che cosa dice la profezia?”

Percy tornò a concentrarsi su Annabeth, che stava lentamente diventando cenere, “Non lo so... e per ora mi sta bene così”

Tutti i ragazzi del campo rimasero svegli fino a quando il fuoco del falò non si spense lasciando il posto ad un mucchio di cenere, che fu raccolto in un vaso. Ormai mancava poco all'alba, ed i semidei si stavano dirigendo tutti verso le loro cabine, quando un rumore attirò la loro attenzione.

“Che cos'è stato?” chiese un figlio di Ermes.

Piper guardò i suoi amici, “Sembrava...”

“Non può essere” rispose Nico.

Jason perlustrava il cielo per capire da dove era venuto quel rumore, “Guardate! Là!”

Un oggetto color bronzo si stava avvicinando a vista d'occhio verso il campo.

“WOOOOOOOOOOOAAAAAAAAAAAAAAAAH!” un urlo di gioia arrivò fino alle loro orecchie.

“È Festus!” esclamò Percy.

Quando il drago di bronzo atterrò vicino a loro con un tonfo assordante, il ragazzo che vi stava sopra scese scivolando per la coda. Con lui c'era anche una ragazza.

“Ehilà ragazzi! Vi sono mancato?” nessuno disse niente, erano ancora sotto shock. Leo, il figlio di Efesto che sei mesi fa si era sacrificato perdendo la vita per salvare tutto il mondo dall'ira di Gea, ora stava lì, di fronte a loro. Prese la ragazza che era con sé per mano e la fece avvicinare.

“Ragazzi, lasciatemi il piacere di presentarvi...”

“Calipso!”

La ragazza fece un sorriso in direzione di Percy e Nico, “È un piacere rivederti, Perseus Jackson!”

 

 

 

~ Nota dell'autore ~

Eccomi qui!! Leggermente in ritardo, ma sono tornato :D

Non ho avuto molto tempo per scrivere questa settimana, così ho scritto il capitolo di fretta e furia stanotte, ma ero troppo stanco per rileggerlo e pubblicarlo. Quindi se il capitolo vi sembra un po' sbrigativo, mi scuso, ma è il meglio che potevo fare all'una di notte xD

Mi scuso anche per la profezia di Rachel, non sono molto bravo a scrivere frasi in rima ahahah

Per il resto, beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno un pochino.

La domanda che può venire spontanea finendo il capitolo è: “Come mai Leo ci ha messo sei mesi ad arrivare al Campo Mezzosangue? Che ha fatto nel frattempo?” (me lo sono chiesto io stesso mentre sviluppavo la trama) e vi posso dire che nel prossimo capitolo cercherò di darvi una spiegazione xD

Quindi... stay tuned, e alla prossima! ;)

   
 
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