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Autore: Elenami55    09/08/2015    6 recensioni
Avete presente uno di quegli incontri che avvengono per puro caso? Provate ad immaginare che il comandante della prima flotta di Barbabianca, Marco la Fenice e quello della seconda, Portgas D Ace, incontrino e costringano ad entrare nella loro ciurma due sorelle di nome Emi ed Umi, entrambe piratesse. Ipotizzate ora che Marshall D Teach alias Barbanera consegni la minore delle due, Umi, alla Marina per poter entrare nella Flotta dei Sette. Come reagirà Barbabianca? Ed il nostro caro Pugno di Fuoco riuscirà a non farsi catturare da Barbanera nonostante sia andato alla sua ricerca?
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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30. L’astuzia di Emi

Non posso credere a quello che sto facendo. È veramente una cosa assurda: sto seguendo Satch, il comandante della quarta flotta, il mio amico, il mio compagno di avventure, verso villaggio dei Sunnis e non l’ho neanche avvertito che potrebbe cadere nelle grinfie dei mercanti di schiavi; tutto ciò per assecondare Emi naturalmente!
Quella matta, chissà cosa starà combinando in questo momento. Secondo me, le possibilità sono due: se ha trovato Rayan probabilmente sarà con lui a parlare di soldi e di affari del governo, se non l’ha trovato lo starà ancora cercando per l’isola.
Non capisco perché ci tenga tanto a trovarlo, infondo se il motivo fosse sconfiggerlo per poi liberare gli isolani avrebbe potuto benissimo raccontare a Satch tutto quello di cui era a conoscenza e venire al villaggio insieme a noi. Di quest’ultimo fatto non mi preoccupo più di tanto, infondo mia sorella è furba e se decide di agire in un certo modo è perché ha un piano, però per quale motivo è andata da quel sudicio traditore della peggior specie?!  Lo odio, non mi è mai andato a genio e dopo quello che ha provato a farci tempo fa mi chiedo proprio con che coraggio Emi voglia ancora parlargli.
- Attenta al ramo- mi dice Satch, appena in tempo prima che io tiri una testata in una ramificazione di un abete.
- Sono stufa di questa pineta!- alzo la voce, alterata.
Il mio compagno ride sonoramente, facendomi innervosire ancora di più.
Continuiamo lungo questo sentiero per alcuni minuti e finalmente usciamo da questa marea di alberi. Davanti a noi fa capolino il villaggio dei Sunnis o, più precisamente, le rovine del villaggio. Ci guardiamo intorno per poi proseguire il nostro cammino.
- Anche questo villaggio è distrutto, questa faccenda mi puzza di bruciato- esclama Satch, chinatosi per prendere una bambolina semibruciata.
Chissà che atrocità ha visto la proprietaria di quella bambola…
- Forse i Sunnis hanno attaccato gli Shiituud e poi questi ultimi si sono vendicati o viceversa- dico per confondere il mio amico.
- Sai Umi- si alza e mi guarda, serio –inizio a dubitare che la causa di tutto questo sia la popolazione dell’isola-
- Ti do completamente ragione!-
Un rumore di legno spezzato ci giunge alle orecchie e ci voltiamo di scatto nella direzione dalla quale proviene.
- Finalmente siete arrivati, ce ne avete messo di tempo!- esclama una Emi annoiata, avvicinandosi.
- Oh, Miss! Non ti avevo vista, stavo iniziando a preoccuparmi!- annuncia Satch.
Mia sorella si avvicina all’uomo, le è quasi appiccicata e lo fissa negli occhi.
- Che fai? Capisco di essere un bell’uomo, ma…- si blocca e guarda verso il basso, più precisamente fissa stupito la canna di una delle pistole della ragazza premuta sul suo stomaco.
- Emi, ma che cavolo fai?!- dico io, fissando la scena incapace di agire.
- Scusa Satch, non volevo ricorrere a ciò- si spiega lei, togliendo la sciabola dalla cintura del castano.
Qualcuno applaude dal bosco, per poi uscirne seguito dai suoi uomini.
- Complimenti, socia! Davvero un ottimo lavoro- ghigna Rayan.
Subito una trentina di uomini ci accerchiano, puntando i loro fucili contro il comandante della quarta flotta e lasciandomi parecchio disorientata. Ma che sta succedendo?
Mia sorella lancia la lama, appena presa, al biondo che la afferra al volo e la sguaina dal fodero, esaminandola.
- Davvero molto bella! La terrò io. Non credo che ti serva più d’ora in poi- esclama Rayan rivolto al proprietario dell’oggetto –Mmm? Perché quella faccia? Lo sanno tutti che non bisogna fidarsi di Emi, lei è una traditrice di natura- fa un ghigno storto.
- Non parlare male di mia sorella!- abbaia Satch.
“Sua sorella”. Pizzetto considera Emi sua sorella…
- Tua sorella.- ride fragorosamente il biondo –Dimmi Emi, tu hai fratelli?-
- Da quello che mi risulta ho solo una sorellina- risponde la mora.
- Che diavolo stai dicendo, Emi?- spalanca gli occhi Satch.
- La verità. Tu per me non sei niente.-
Rayan ride ancora più fragorosamente di prima, facendomi infuriare non poco.
- Chiudi quella bocca!- gli urlo contro –E tu, Emi, come ti permetti di trattare così nostro fratello?! Per te vale così poco da meritarsi un trattamento simile? Se non fosse per lui saremmo ancora sole e non avremmo una famiglia!- mi scendono alcune lacrime mentre parlo –e poi Ace? Anche Ace per te non conta niente?!-
- Ace è solo un povero idiota. È così stupido da non riuscire nemmeno a capire che ho finto di amarlo per tutto questo tempo-
Fisso esterrefatta la ragazza che ha parlato per cercare anche un minimo segnale che mi faccia capire che stia mentendo. Deve mentire per forza, ma i suoi occhi sono così inespressivi, il suo sguardo così freddo… tutti segnali che queste non sono bugie.
- Un comandante innamorato di te?- sghignazza Rayan –Innamorarsi di una come te, doveva davvero essere disperato per cadere nei tuoi trucchetti, poveretto- scuote la testa sogghignando.
- Basta perdere tempo- ordina la mia sorellona, per poi prendere Satch per il cappotto e sbatterlo a terra, facendo sollevare una nuvoletta di neve fresca –Legatelo e portatelo alla nave-
Alcuni uomini rompono l’accerchiamento, avvicinandosi. Salto sulla schiena di uno di loro, per cercare di rallentarli, ma subito altri due mi afferrano per le braccia e mi trascinano indietro.
- Satch!- urlo.
Il castano prova a far resistenza, ma viene facilmente tenuto fermo dalla forza felina di Emi e legato, per poi essere portato via.








 
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Me ne sto qua, seduta a gambe incrociate, sul letto di Rayan. È da circa due ore che abbiamo lasciato l’isola di Helbor. Solo mezz’ora fa ho mangiato cena in compagnia di quel biondo e di Umi, la quale per tutto il tempo mi ha lanciato occhiate di odio puro e mi ha rinfacciato il tradimento che ho commesso nei confronti di nostro fratello.
Onestamente non riesco a considerare Pizzetto un fratello vero e proprio, ma provo qualcosa che va oltre l’amicizia nei suoi confronti. Insomma, è il primo che è venuto a parlarmi agli inizi della mia carriera sulla Moby Dick, è la persona con cui passo più tempo dopo mia sorella, è il mio compagno di scherzi. Non potrei mai tradirlo eppure in teoria l’ho fatto.
Beh, in teoria ho tradito anche Ace e la mia sorellina tra l’altro mi ha anche rinfacciato questo. Continuava a parlare di tutti i gesti d’amore che Ace mi ha riservato tra cui i baci, le carezze, il tempo passato insieme…
Ogni volta che Umi apriva bocca Rayan si infuriava di più e lei, dopo aver notato questo particolare, parlava ancora di più! Ho dovuto farla portare via da due uomini della ciurma affinché il biondo non la zittisse per sempre con il coltello con il quale stava mangiando. Certo, non gli avrei permesso di farlo, ma agendo gli avrei fatto sospettare che infondo sono ancora legata ad Ace, cosa che in effetti è vera. Sono legata a quel fiammifero e non intendo spezzare questo legame: lo amo troppo e in questo preciso istante mi manca la sua presenza.
Mi scappa un sorrisetto, mi sono proprio ridotta male: non riesco più a stare senza di te, Portgas D Ace.

…Emi, vieni a sederti vicino a me in sala da pranzo, vero? …Emi, non puoi dirmi di no, sono il comandante! …Emi, vieni a fare un giro sullo striker con me? …Emi, dai vieni a dormire da me! Solo per stanotte! ...Mi devi un premio, Emi.

Ecco, mi vengono persino in mente le tue parole, barbecue umano.

“…Hey Emi, sai che hai proprio un bel sedere?

Ok, dopo quest’ultima affermazione, che oltretutto avevi detto in pubblico, ero arrossita e ti avevo tirato un pugno in testa alla Monkey D Garp così forte che per un attimo avevo creduto di essere diventata più potente di quel vecchiaccio. Ti era spuntato un bernoccolo grande come un pallone, tutti avevano riso come dei babbei e tu ti eri offeso. Pensavo non mi avresti più parlato ed invece quella stessa sera mi avevi bloccata nel corridoio che porta alle camere per poi baciarmi con foga e dirmi che volevi delle scuse. Però tu non volevi delle semplici scuse, Ace e ti eri anche permesso di allungare le mani, così ti eri preso una strigliata dalla sottoscritta e un altro pugno in testa.
Stupido Portgas, non sai quanto mi mancano questi nostri piccoli litigi e non è nemmeno passata una settimana dall’ultima volta che ci siamo visti!
Sento dei passi lungo il corridoio e subito dopo la porta della camera di apre, facendo entrare il suo proprietario. Indossa un paio di pantaloni neri e la sua solita canottiera bianca. I suoi lunghi capelli biondi sono umidi, segno che probabilmente si è fatto una doccia.
A quanto pare, vuole che la sua prima volta con me sia perfetta.
Quando mi vede sogghigna.
- Pensavo di trovarti in altre… posizioni- mi lancia un occhiata maliziosa.
- Non sono come le solite buone donne che ti porti a letto, Rayan- mi astengo dal dire parolacce.
- Oh, lo so, mia cara. Infatti credo che questa sarà un notte molto interessante… spero solo che quel pirata di qui parlava tua sorella non ti abbia toccata.- il suo tono si fa duro, facendomi intuire la sua gelosia.
Rayan è fatto così, lui vuole che le sue nuove conquiste siano solo sue.
- E credi che mi farei toccare da un idiota simile? Ho sempre trovato scuse-
L’uomo scoppia in una fragorosa risata.
- Oh, Emi, tu si che sei una donna tutta d’un pezzo-
Lo osservo mentre va avanti e indietro per la camera con gli occhi puntati su di me. Sta agendo come un predatore che esamina la sua preda prima di attaccarla. Arriva esattamente di fronte a me e lentamente sale sul letto. Con altrettanta lentezza mi fa sdraiare e si mette a cavalcioni sopra di me. Ghigna.
- Stento a credere che questo sia reale…- mi sfiora la guancia con il dorso della mano.
Non gli rispondo, ma stringo più forte  nella mano l’arma che tengo nascosta sotto la mia schiena. Questo lurido idiota ha già osato fin troppo per i miei gusti. Solo una persona può permettersi di fare una cosa del genere con me e quella persona si chiama Portgas D Ace.
Improvvisamente delle urla dal ponte attirano la mia attenzione, ma non solo la mia; anche Rayan si volta verso la finestra che dà su quel luogo.
Approfitto della sua momentanea distrazione per estrarre la pistola e puntargliela alla tempia. Tiro indietro il cane, producendo il tipico click metallico ed attirando lo sguardo della vittima.
- Che diavolo fai?!- mi guarda, truce.
- Oh, non l’hai ancora capito?- uso un tono desolato e teatrale.
- Tu, lurida…- trasforma la sua mano in una falce.
- Ah, ah, ah, io farei il bravo fossi in te. Qua dentro c’è un bel proiettile di agalmatolite e, anche se non è riservato a te, lo userò se necessario- dico, facendolo bloccare -Sono molto difficili da trovare, sai? Non obbligarmi a sprecarlo-
Devo ammettere che questa situazione mi piace un sacco: è da una vita che sogno di farla pagare a Rayan per quello che ha cercato di fare: ha scoperto di chi siamo figlie io ed Umi e voleva venderci alla Marina per intascarsi la mia taglia.
Improvvisamente la porta si spalanca e Satch irrompe nella stanza seguito dalla mia sorellina.
- Buonasera, Miss! Uh, posizione provocante- sghignazza.
- Molto spiritoso, Satch! Hai preso le manette come ti avevo chiesto?-
- Certo!- le lancia in aria per poi riprenderle con una mano ed avvicinarsi al letto.
Appena il mio amico ammanetta Rayan con l’agalmatolite, io spedisco quest’ultimo giù dal letto con un calcio e mi rialzo.
 Umi mi si para davanti, incavolata nera, da quel che vedo.
- Fammi capire bene… tu hai fatto tutta questa recita solo per far arrivare Satch nelle prigioni della stiva, liberare gli schiavi e creare una ribellione sulla nave?! E in più l’hai anche trattato male al villaggio solo per distrarre i nemici e dargli una delle tue pistole perché potesse liberarsi in futuro dalla cella?!-
- Sì, diciamo di sì- metto le mie due rivoltelle nei rispettivi foderi.
- Ma tu sei un genio!- urla, gli occhi scintillanti di ammirazione –Però la prossima volta fammi il favore di avvertirmi!- si volta verso il nostro nemico, ammanettato e seduto contro il muro –E per quanto riguarda te… sei un odioso ornitorinco in calore!- gli tira un pugno in faccia.
Ok, mia sorella ha appena picchiato un nemico…
Credo proprio che quei matti della ciurma di Barbabianca le stiano facendo un brutto effetto.
- Emi…- mi osserva con gli occhi lievemente lucidi –Mi fanno male le nocche della mano ora!- piagnucola.
- Sai… non ho parole-
Costringo Rayan ad alzarsi e, dopo aver dato l’ordine di andare sul ponte, mi incammino, spintonando fuori il nemico.
Arrivata, noto che gli ex schiavi hanno ormai buttato in mare tutto l’equipaggio della nave e che ora stanno combattendo tra di loro. Queste due tribù non si possono proprio vedere!
- Ah-ehm!- tento di attirare l’attenzione su di me, fallendo.
Tutte queste persone non ne vogliono proprio sapere di smettere di prendersi a calci e pugni; persino donne e bambini combattono tra di loro.
- Hai visto cos’hai combinato, Emi?- mi prende in giro il mio prigioniero con odio.
- Cos’ha combinato Emi?! Ma se hai fatto tutto tu!- gli sbraita contro Umi.
Prendo una delle mie pistole e sparo un colpo in aria.
Un sussulto scuote tutti i presenti che finalmente mi degnano della loro attenzione.
- Per favore, smettetela di azzuffarvi o sarò costretta a rispedirvi nelle celle-
- Un’altra nemica, prendiamola!- urlano alcuni di loro.
- Ma che nemica! Siamo della ciurma di Barbabianca!- sbotta Umi.
Immediatamente tutti si bloccano. Evidentemente temono l’imperatore bianco e preferiscono non provocarlo.
- Ho una domanda: sapete governare una nave?- chiedo.
Il silenzio generale mi fa capire che la risposta è no.
- Allora vi conviene stare buoni, altrimenti non tornerete mai più sulla vostra isola. Questa può suonare una minaccia, ma non lo è. È una condizione che dovete accettare per poter rivedere la vostra terra. Per me sarebbe impossibile gestire l’imbarcazione con una rissa in corso-
Gli appartenenti alle due tribù si lanciano ancora qualche occhiata di disprezzo, poi, con mia grande felicità, si sistemano in zone opposte del ponte, mettendo a tacere i loro battibecchi.
- Non sapevo che fossi così diplomatica, Miss- scherza Satch, appena arrivato.
- Ci sono molte cose che non sai di me, Mister Pettinatura Pomposa- scherzo a mia volta.
Uno strano oggetto tra le mani del mio amico mi fa spalancare gli occhi. Non posso credere che sia veramente quello che penso, eppure la forma, le spirali sulla buccia… non può essere.
- Dove cavolo hai trovato un frutto del diavolo?!- esclamo, sbalordita.
Questi frutti sono rarissimi da trovare anche nel Nuovo Mondo!
- Era nella camera del biondino, mi sono permesso di rovistare nei cassetti- ridacchia –Ho avuto fortuna, vero?- mi fa l’occhiolino.
- Un frutto del diavolo?!- Umi glielo strappa dalle mani –Finalmente avrò dei poteri!- esclama con gli occhi scintillanti.
Le prendo il frutto prima che lo mangi, consapevole che le regole della Moby Dick dicono chiaro e tondo che esso è di chi lo ha trovato, il quale può farne quello che vuole.
Lo ridò al legittimo padrone, spiegando a mia sorella le mie motivazioni.
- Satch, ti prego…- gli fa gli occhi da cucciolo lei.
- Mi dispiace, Umi, ma sei troppo piccola per ingerirne uno! E poi pensa se fosse uno zoo zoo modello rospo-
Afferro Rayan per la canottiera e lo fulmino con lo sguardo.
- Che tipo è: paramisha, zoo zoo o rogia?-
- Scopritelo da soli, cani-
Lo butto a terra, esasperata.
- Hai intenzione di mangiarlo?- domando al mio compagno.
- No, voglio prima scoprire i suoi poteri- mi sorride –E poi voglio mostrarlo a papà e fare un po’ d’invidia agli altri comandanti- ridacchia.
- Sei sempre il solito…-













Nota dell’autrice
Salve a tutti, gente!
Ed eccomi tornata con un capitolo bello pieno di dialoghi!
Come avete letto, Emi stava recitando per imbrogliare gli schiavisti! Dite la verità, stavate già iniziando ad odiarla e a dubitare di lei, vero?
Oltretutto alla fine del capitolo ecco apparire il famigerato frutto Dark Dark! Satch dovrebbe gettarlo in mare a mio parere.
Ora vi lascio e spero di tornare presto con un nuovo capitolo, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Ciaoo!

 
   
 
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