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Autore: Teen Idle    09/08/2015    1 recensioni
La presidentessa Cora stava nel suo studio privato. In silenzio. Non una parola, un suono, oltre alle sue dita che tamburellavano sulla scrivania. Tic tac, tic tac. Spari. Sembravano degli spari nel silenzio.
Morte.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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​Regina
Regina realizzò con rabbia di essersi persa. Si trovava nella foresta di smeraldi dopo la porta Sud, di questo era certa. Si arrampicó su un albero per avere una visuale migliore: verde, verde, verde ovunque. Gli strateghi le avevano giocato un brutto tiro. Regina voleva piangere e tornare a casa, si sedette su un ramo e pianse sulla corteccia di quella palma.
«Complimenti, tributi. Siete i finalisti della prima edizione degli Hunger Games. È Ruby Lucas che vi parla, per darvi una piacevole sorpresa.»
Il cielo ricominciò a tuonare:«Ognuno di voi ha un disperato bisogno di un oggetto. Noi sappiamo cosa sia, e sappiamo anche come lo potete trovare. Recatevi al festino organizzato alla Cornucopia questo pomeriggio, dove troverete tutto il necessario. Siete tutti cortesemente invitati. A questo pomeriggio, tributi.»
Cibo, le avrebbero sicuramente inviato cibo e forse un'armatura.
Una parte di lei non voleva andare alla Cornucopia. Sapeva che la capitale si stava predisponendo per attuare la sua esecuzione, ed offrirgli quella soddisfazione non aveva scelte.
Passarono minuti, ore, il tempo sembrava essersi fermato. 
Aveva già finito le scorte di cibo, le restavano solamente due bottiglie d'acqua. Ma una persona non vive solo d'acqua, realizzò con amarezza Regina. Era furiosa, in preda all'ira, sferrò un pugno al tronco dell'albero.
Fu un grosso errore.
La sua mano venne letteralmente risucchiata all'albero, quando ritrasse il braccio vide con orrore ciò che restava della sua mano. Non poteva più nemmeno essere chiamata "mano" sembrava che quello che un tempo era stata la sua mano fosse un pezzo di albero.
Regina urlò. Urlò, invocando l'aiuto di qualcuno. Non arrivò nessuno aiuto.
Scese dall'albero, allontanandosi e cercando di raggiungere la Cornucopia in fretta. Non ci arrivò mai, inciampò in una stupida radice.  
Alzò gli occhi e trovò un'altra figura sconvolta: Tremotino
Lo zoppo la guardò per dei lunghi istanti. Poi, con una calma innaturale, le staccò i rami che aveva al posto delle dita. Regina urlò di dolore, per tutta risposta Tremotino la pregò di stare zitta. La ragazza sentiva le lacrime che le rigavano le guance, sarebbe morta. Pianse, perché aveva perso. Pianse, perché non era stata abbastanza.
Poi Tremotino con quei ramoscelli  accese un piccolo fuoco, che si curò di alimentare.
Il ragazzo scomparve nel vuoto, Regina cercò di alzarsi. Invano. Le sue gambe da albero la tenevano ancorata al suolo. E il fuoco si avvicinava verso di lei. Cercò disperatamente Tremotino con lo sguardo, poteva ancora ucciderlo. Sentiva le sue gambe fondersi piano piano con la terra.
Improvvisamente, qualcosa si scagliò contro di lei dall'alto, dolorosamente, una fitta improvvisa. Portò la sua mano al cranio, sentendo del sangue. Era stato talmente forte?
Però, era ancora viva, era ancora capace di sconfiggere quell'altro. Non sospettò chi fosse il colpevole, l'unico in grado di arrampicarsi e colpire dall'alto con quella precisione era morto, aveva visto quel volto nel cielo e i fantasmi non esistevano. E qualcuno bussò sulla sua testa una seconda volta, in modo più forte. Ed un'altra ancora. Solo al terzo colpo comprese l'arma del delitto: pigne fatte di duro smeraldo tagliente. Pigne cresciute sugli alberi, forse pronte a suicidarsi impattando con il terreno tutte in quel momento per ordine degli strateghi, o forse...
Tremotino. Fu tentata di ridere, quando si accorse della stupidaggine della sua cecità, come spesso le accadeva. Com'era semplice! Tremotino si era arrampicato sugli alberi e da lì la stava condannando. Maledì gli sponsor dello zoppo per avergli dato un modo per essere più agile, aveva sentito parlare di microchip che curavano gli zoppi... Quei suoi pensieri erano di una nebbiosa vacuità, come se lentamente la stessero abbandonando, come il sangue che le solcava il collo. Tutto sembrava non avere più senso. Si meravigliava del fuoco, cercando di non bruciarsi, ma aveva smesso di lottare.
Era terrificante. Non aveva una sosta, e si era trasformata in una ripetizione, in una sottospecie di morte. Voleva urlare che bastava così, che quasi era già morta, senza essere consapevole di dire una bugia o meno. 
Sangue. Alla fine lo sentiva dappertutto, sulle mani, sulla nuca, sul collo, sugli occhi. 
Realizzò che ormai era diventata un albero fatto di smeraldi, che ironia. A casa sua era piena di pietre preziose, tranne gli smeraldi ed ora era fatta quasi interamente di smeraldi. Rise, una risata isterica. Era un albero vivente che sanguinava, che morte priva di eroismo. Avrebbe voluto piangere, piangere per la sua stupida morte; ma non poteva, l'orgoglio era più forte.
E la sua visuale era sempre più nera. Alla fine, il fuoco fu un punto, e dopo un ricordo. Poi, non sentì più nulla. Strinse una pigna fatta interamente di smeraldi, mentre il fuoco la divorava.
Così il corpo di Regina sparì, un corpo di smeraldi bruciati nelle fiamme.
Bang.
E ne rimasero solo due. Il cielo mostrò il viso di Regina Mills, poi quel bel volto scomparve per sempre
  
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