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Autore: Liz    28/01/2009    13 recensioni
Per voi lui non ha tangibilità, è un’esistenza che si fa chiamare Maverick sui forum e nelle chat, e il cui detto è “Sono troppo vecchio per queste stronzate!”.
Vi siete conosciuti per caso, non ne conoscete né l’aspetto né il nome, ma ci parlate da mesi e solo con lui riuscite a sentirvi bene. Suvvia, quella sensazione di totale abbandono, di completa appartenenza e dipendenza… com’era la vita prima di Maverick? Neanche lo ricordate.

Reila odia Evan largamente ricambiata fin dal giorno in cui sono nati; le loro vite persistono così, in questo equilibrio stabile e bilanciato, ormai da anni.
Ma che fare quando si scopre che il proprio amante virtuale, alias “uomo dei sogni”, è proprio Evan?
Ci sono diverse scelte: buttarsi dal balcone, buttare lui già dal balcone, fare finta di nulla o cambiare radicalmente.
Evan sa cosa fare, ma per Reila ognuna di queste opzioni è sbagliata. Che sia il destino a scegliere ancora una volta, quel destino che li ha voluti anche vicini di casa…!
E forse, se ci si impegna, anche nel proprio nemico si può trovare un’occasione per crescere.
>>DAL CAPITOLO 19 [ULTIMO CAPITOLO] "Il cuore di Reila andò a fuoco nel sentire come l’aveva chiamata: “amore”. La bionda alzò il viso raggiante e gli diede un leggero bacio sulla bocca, alzandosi in punta di piedi quanto più poteva per raggiungerlo."
GRAZIE A TUTTI!!
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3-  Cerco il sole, ma non c'è

 

C

’era profumo di dolci. Da dove proveniva?

Era quell’albero che odorava di torta alle mele! E dietro… un coniglietto bianco!

Cominciò ad inseguirlo, nonostante fosse impedita dal vestito bianco e lungo. Ehi, ma da quando era calata la notte?

Faceva freddo e il terreno del bosco era duro e gelido. Comunque le continuava a correre e a cercare quel coniglietto.

Lo vide sparire dentro un lago, nero per la notte e circondato da milioni di rose bianche.

Lentamente si immerse nell’acqua, sollevando leggermente il vestito: era calda, trasparente, leggera; sembrava aria.

Quando si immerse completamente nel lago, vide due porte. Quale scegliere?

Oh, ecco il coniglietto! Stava entrando in quella a destra.

Lei girò la maniglia, lentamente. La porta si stava aprendo…

 

All’improvviso Reila aprì gli occhi, senza muoversi di un millimetro.

Si guardò un attimo attorno: dov’era? Non era casa sua.

E questo divano? Chi le aveva messo un a coperta addosso?

Ah… Evan.

La ragazza si alzò tenendosi la testa, cercando di conservare il ricordo del sogno appena fatto.

«Evan?» chiamò, senza ancora il pieno controllo della voce.

Quel nome risuonò nella casa vuota come una preghiera e rimase sospeso nell’aria beffardo.

Cosa ci faceva in casa del suo peggior nemico? Non avrebbe mai dovuto comportarsi così… Eppure non ci riusciva: ogni volta che pensava a lui non riusciva più a vederlo come prima. Ora lui non era più Evan Williams ma Maverick, la sua occasione di felicità perduta, la sua ciliegina sulla torta mangiata da qualcun altro.

Le mancava la sensazione di avere tra le mani la propria meta, di aver finalmente trovato la ragione per cui svegliarsi, mangiare e respirare.

Come aveva potuto innamorarsi di qualcuno che neanche conosceva? O forse… Reila scosse la testa e si massaggiò il viso.

Si mise in piedi e si diresse in cucina, dove trovò un bigliettino vicino alla sua agenda: quello lì l’aveva toccata di nuovo.

Già nervosa, aprì il pezzetto di carta e lesse il messaggio lasciato dall’ospite.

      “Dopo il lavoro vado a fare la spesa. Cerca di fare in modo di tornare a casa tua entro stasera. Evan”

Come sempre, un pugno nell’occhio sarebbe stato più delicato e premuroso.

Buttò il foglietto e si preparò per andare al lavoro.

~

«Coniglietti?»

«Sì…»

«E cosa centrano i coniglietti?»

«Bè… ecco…»

All’improvviso Reila alzò il viso dal foglio di carta pieno di conigli disegnati e guardò inorridita il proprio capo, Alex, che la fissava attendendo una risposta.

«AAAAH!! Mi scusi! Non… io ero sovrappensiero e…» urlò lei balzando all’indietro, mentre arrossiva notevolmente.

«Si calmi, signorina Lewis» rise lui, divertito dalla sua reazione.

«S-SI!!» strillò la ragazza, irrigidendosi.

«…Le ho detto di calmarsi» ripeté leggermente scocciato Alex «Allora, posso sapere cosa centrano i coniglietti con un profumo francese?»

«Vede capo, stanotte ho fatto un sogno, dove c’erano i coniglietti, e mi è sembrato un’idea carina per la pubblicità… però…» si interruppe un attimo imbarazzata «p-però se non le piace posso cambiarla!!!» esclamò ricominciando ad urlare, mentre strappava alcuni fogli scarabocchiati.

«Le ho detto che non c’è bisogno di agitarsi così! Mi fido di lei e sono sicuro che quest’idea è davvero geniale» la rassicurò l’uomo, scaldandosi un  pochino.

C’era qualcosa in quella ragazza che lo metteva profondamente a disagio: non sapeva mai cosa dire per non farla agitare, ma aveva la sensazione che se anche fosse stato zitto Reila sarebbe uscita pazza comunque.

Questo suo lato eccessivamente angosciato gli dava sui nervi, ma in contemporanea provava il desiderio di non farla più reagire così, di renderla più forte.

«Senta, signorina Lewis, c’è un modo per non farle prendere un colpo ogni volta che le parlo?»

«F-forse… mi dà fastidio che mi diano del lei… p-però…»

«Niente però. Faremo così d’ora in poi, se questo aiuterà a farti sentire meglio. Giusto… Reila?»

La bionda rimase un attimo interdetta, poi sorridendo disse «Sì!»

Alex sorrise soddisfatto «Però anche tu ora dovrai darmi del tu…»

«Eh?» Reila guardò gli occhi verdi del capo, che brillavano sicuri e spavaldi «Eeeeh?! Ma no, non potrei mai permettermi di…»

«Su non fare troppe storie. È il tuo capo che te lo ordina! Forza, prova»

«Eh? Eh… ehm… A-Alex…?» balbettò confusa e sfiancata.

«È un inizio…» sospirando per lo scarso risultato, guardò l’orologio che segnava le 12 «Ormai è ora di pranzo. Che ne dici di mangiare assieme, mentre mi spieghi il sogno coi coniglietti?»

«Ah! C-Certo come vuol… vuoi!» rispose prontamente Reila, mentre Alex la guidava fuori dal suo ufficio.

~

“Mmm… Ti invita a pranzo, parlate tutto il tempo e alla fine paga lui. Io questo lo chiamo appuntamento!” trillò la voce di Selene attraverso il cellulare.

«Ma abbiamo parlato di lavoro! Non era un appuntamento!» rispose agitata Reila, mentre camminava tranquilla sulla strada verso casa nella luce soffusa delle 6 di sera.

“Se un uomo si prende la briga di invitarti a pranzo…”

«Aaaah!! Non è vero! E comunque Alex non…» all’improvviso Reila si interruppe.

    “Alex non è Maverick”: avrebbe voluto continuare così la frase, ma non ci riuscì.

Ma chi voglio prendere in giro?

Non è Maverick che mi manca, né la sua presenza. Ciò che mi manca è la felicità che mi dava: il mio primo pensiero non è stato “Ho perso Maverick” ma “ho perso la mia speranza”.

Mi sarebbe andato bene chiunque, forse addirittura anche Evan. Sono davvero così egoista?

“Pronto? Pronto Reila?” Selena la riportò sulla terra.

«Ah… scusa»

“Nulla… comunque secondo me è un bene per te uscire con questo Alex. Per dimenticare… Maverick. Anche se è sconsigliabile mettersi con un uomo che pesa meno di te…!”

Reila sbuffò «Sì, hai ragione. Devo andare, ci sentiamo presto. Ciao» concluse spiccia spegnendo la telefonata, mentre alzava il viso verso la propria casa.

Quando mise il cellulare nella tasca del cappotto sentì uno strano rumore metallico: frugò con attenzione e ne estrasse le chiavi di casa.

Le guardò inorridita come se fossero state fatte di stabbio, e le tastò con le dita per assicurarsi che fossero proprio vere.

«Reila! Sei appena tornata anche tu?» la voce sorpresa di Evan le fece venire un infarto.

Si girò lentamente ed annuì tremante, guardando con fare colpevole il ragazzo carico di sacchetti della spesa.

«Alla fine sei riuscita a trovare una soluzione per tornare a casa tua?» chiese lui, leggermente sorpreso dalla reazione della bionda.

 «AH!!» come un fulmine lei nascose le chiavi appena ritrovate nella giacca «Ecco, io… no! Non ce l’ho fatta, scusa. Non è che…»

«Sì, vabbè. Ho capito, devo ospitarti ancora» sospirò infastidito «Dai, muoviti.» le intimò alla fine, allontanandosi verso il portone del proprio condominio.

Reila lo osservò allontanarsi ed esitò un attimo, abbassando il viso completamente rosso.

Mosse un passo esitante verso Evan, e lo raggiunse senza riuscire a guardarlo.

Inconsciamente, ho associato al nome Maverick la parola felicità…

~

Evan sistemò l’ultimo cartone di latte nel frigorifero, ormai pieno come non lo era mai stato: ieri sera si era leggermente vergognato che Reila avesse scoperto in che condizioni alimentari viveva, e ora voleva darle l’impressione che fosse stato soltanto un caso.

Chiuse la porta del frigo e cominciò a sparecchiare la tavola dove avevano appena cenato, mentre Reila sistemava silenziosamente i biscotti nella dispensa. Aveva qualcosa di strano, anche lui se n’era accorto: l’espressione era assorta, come se stesse pensando a troppe cose, e i movimenti erano lenti e distratti.

Non era la solita Reila e per questo si sentì a disagio.

La considero davvero… una stupida.

Sorride sempre come una scema, si diverte con niente e non capisce mai nulla. Ho sempre odiato questo suo essere superficiale e insulsa, e mi veniva facile sapere come comportarmi con lei.

Ma quando assume quest’espressione, io cosa dovrei fare?

Per me, lei è pur sempre Apple…

Finì di risciacquare l’ultimo piatto e di incastrarlo nella lavatrice e poi si rivolse a Reila con decisione «Senti, che ne diresti di fare un gioco?»

«Eh?» domandò lei sorpresa, voltandosi di scatto.

«Un gioco. Facciamo un gioco, per passare la serata»

«Che gioco…?»

«Ti sfido a… alla dama da bere!!» annunciò fiero, mostrandole la scatola del gioco.

«D-DA BERE?! M-ma io non… non reggo molto l’alcol!» farneticò spaventata Reila, sudando freddo: l’ultima volta che aveva bevuto due cocktail si stava per spogliare in mezzo a tutti. Per fortuna, Selene era con lei e gliel’aveva impedito.

Evan annuì consapevole «Lo sapevo… sei una pappamolle»

«Eh?» urlò lei, irrigidendosi indispettita.

«Non hai il fegato per sfidarmi, sai già di perdere…»

«NON è VERO! TI SFIDO A VINCERE!!!!» proclamò decisa più che mai.

~

«Evan, ma tu che lavoro fai?»

«Sono proprietario di un locale-ristorante»

«EEEEH?! Ma non dovresti passare tutta la tua vita lì allora?»

«Ma che dici? Siamo in due a gestire: io faccio il turno di giorno, il mio amico di notte»

«Ah… e-e ti piace?»

«Sennò non lo farei, no?»

«Mh»

«AH! Mangiata!»

«Coosa?! Noo! Mi tocca bere ancora!!»

«Non vorrai mica tirarti indietro?» la provocò Evan.

«NO!»

Reila prese in mano il quinto bicchierino pieno di vodka alla pesca e lo bevve alla goccia, strizzando gli occhi per il bruciore avvertito lungo la gola, fino allo stomaco.

«Aaaah!» sospirò rumorosamente, battendo con forza il bicchiere di vetro sul tavolo «Non è giusto però… Tu hai bevuto solo una volta…» sbiascicò barcollando.

«Non è colpa mia se sei una schiappa» la rimproverò il moro freddo, facendole mettere il broncio.

Reila mosse una pedina indispettita e gli fece la linguaccia.

«Mangiata ancora»

«EEEH?! Ma è impossibile!!»

Evan sorrise «Sai, c’è una cosa che mi sono sempre chiesto»

«Cioè?» chiese lei mesta, mentre alzava l’ennesimo bicchierino al cielo prima di berlo.

«Che cosa vuol dire il tuo nome? È parecchio strano»

«Un cazzo! È il titolo di una canzone giapponese e basta. Se la canzone si fosse intitolata Mame [*], mi sarei chiamata anche io così!!» urlò sguaiatamente, agitando per aria il bicchiere vuoto.

Evan la osservò ondeggiare completamente ubriaca «Ma allora non lo reggi davvero l’alcol! Sei già completamente ubriaca!!»

«Ehehe!» rise lei, dolcemente.

«…Forza, tocca a te»

Reila mosse una pedina, silenziosamente. Poi, senza alzare il viso cominciò «Grazie Evan, qualunque cosa tu stia facendo per me. Ma Maverick… Maverick mi manca, tantissimo, anche se era un’illusione. E tu…tu… ora…»

«…io ora cosa?» domandò Evan serio.

«zzz»

«Eeeh?» alzò di scatto gli occhi verso la ragazza, riversa addormentata sul tavolo.

Non ci credo. È davvero scema!

Com’è possibile addormentarsi così nel mezzo di un discorso?!

Evan si morse un labbro, pensieroso.         

                     “Maverick mi manca tantissimo”

All’ennesimo sussulto della ragazza, decise di alzarsi e di avvicinarsi a lei; la prese per il busto e se la mise in spalla, stringendola per la schiena, mentre lei si avvinghiava inconsciamente al suo collo.

«Mmm… Maverick…» mormorò nel sogno.

La depose dolcemente sul divano e la coprì con una coperta, stando attento a non svegliarla.

Dopotutto, lei, per quando odiosa e stupida, era Apple…

~

Reila sbatté velocemente le palpebre più volte, prima di riuscire a svegliarsi: c’era un intenso profumo di caffè, che le diede un motivo sufficiente per alzarsi e cominciare la giornata.

«Buongiorno» la salutò Evan, mentre versava la bevanda scura in due tazze.

Reila rispose sorridendo, senza capire bene cosa ci facesse lì a bere il caffè con lui.

«Senti… ieri sera, stavi per dire qualcosa. Ti ricordi cosa…? Su Maverick» chiese diretto: sì, ci aveva pensato su tutta la notte.

«Ah? No, mi spiace! Che stavo dicendo?» rispose lei, con l’espressione più ebete di questo mondo. Evan scosse la testa disperato e pose la tazza vuota nel lavandino.

Lui, che fino a tre giorni prima era il suo antagonista più accanito, ora le preparava il caffè sorridendo.

Reila si ricordò le parole che le aveva detto la sera del misfatto: “Succederà ciò deve succedere”.

Forse era destino che ora diventassero amici…!

Mentre Reila era immersa nei suoi deliri mattutini, Evan stava già preparandosi per uscire e andare al lavoro: nel prendere la giacca però fece cadere anche quella di Reila, che era posta accanto alla sua.

La sollevò svogliato, ma un rumore strano lo fece incuriosire: guardò per terra e notò che dalla tasca erano cadute alcune chiavi, legate da un cinturino con scritto “casa”.

Le raccolse facendole tintinnare «Reila»

«Si?»

Il moro ritornò in cucina con passo veloce e con violenza posò le chiavi sul tavolo, sotto gli occhi attoniti di Reila.

«Mi credi scemo, eh? Pensi che io sia stupido! Si può sapere perché mi hai mentito?» urlò senza freni.

«E-ecco… i-io… non lo so» balbettò lei, incapace di guardarlo in faccia, mentre cominciava a torturarsi le mani come ogni volta che era profondamente agitata.

«Come sarebbe a dire che non lo sai! Ma allora sei davvero cretina! Perché stanotte sei rimasta a casa mia, quando potevi benissimo… aaah! È inutile, vero?» la provocò, aumentando ancora la voce «Tu sei completamente idiota, non sai nemmeno perché fai certe cose!!»

«Evan…» tentò di dire la bionda, ma la voce le morì in gola quando vide il viso scuro e arrabbiato del ragazzo.

«Senti, ora basta. Ti sei divertita abbastanza a tirarmi scemo, da stasera non voglio più vederti in questa casa» concluse Evan, enfatizzando le ultime parole.

Reila non sapeva che cosa rispondere: neanche lei sapeva perchè aveva agito così. Non c’era un motivo, semplicemente aveva avuto quell’impulso irrefrenabile.

Siccome la risposta della ragazza non arrivava, Evan si spazientì: uscì di casa in fretta e furia, mettendosi la giacca, lasciando Reila in lacrime.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[*] Mame () = fagiolo (la confessione di una colpa da parte dell’autrice…?)

La canzone che cita Reila è “Reila” dei The GazettE (i miei veri e unici amori jrock *w*)

 

Note totalmente inutili

Bravi bravi, così va già meglio <3

9 recensioni, 26 preferiti e 400 letture *_* Me moooolto felice, e quindi contenta di scrivere e quindi più veloce (più o meno).

In teoria in questo momento ho scritto solo un dialogo, quindi è ancora poco ç_ç E ora dovrei continuare a scrivere, ma stanotte ho dormito circa 3 ore e… il mio cervello si rifiuta di lavorare più di tanto ed è assalito da idee malsane.

 

Dopo cose di cui non vi può fregare minimamente, passiamo ai ringraziamenti.

 

Grazie a: akane_val Akasuna no Chocolat aquizziana  B r o K e n BLU REI Cavolovai CEIWIN Devilcat federikuccia giunigiu95 hinata_in_love kekkafrepunk kira988 Kokky kyraya la_regina momica Niis ninasakura piper__73 queen of night Selene_Malfoy Valentina78 vampistrella vero15star _sefiri_ , per i preferiti *__* mi fa tantissimo piacere ritrovare persone che hanno seguito altre mie storie!!!

 

Valentina78: Grazie ^__^ sono contenta se mi dici che riesco ad esprimere molto i sentimenti dei personaggi, è proprio ciò che mi sono prefissata *__* che ne pensi di questo nuovo capitolo?

_sefiri_: oho, così mi fai arrossire >__< Sono contenta che ti piaccia Reila, però non è Nana Komatsu colei a cui mi sono ispirata, anche se ci assomglia *_* Oh, ti piace Alex… ho notato che piace a molti… mah XD vedremo. Continua a seguire, ci tengo *_*

Kokky: oh, quanta pressione ç_ç non aspettarti cose troppo grandi, avrei paura di deluderti ç_ç XD in effetti…per il personaggio di Selene mi sono ispirata a te come carattere *__* e per la storia del sorriso… vedrai XD Ciu

Black Lolita: Mia adorata! Mi spiace ma dovrai aspettare un po’ per sapere il motivo del loro odio… anche tu, non aspettarti chissà che cosa ç_ç mh, hai ragione: l’atmosfera tra Reila ed Evan è molto cambiata! Del resto hanno scoperto di essersi innamorati per sbaglio XD Ciu!!

Meikucch: Sei troppo tenera socia >///< grazie per tutti i complimenti e l’appoggio! Non vedo l’ora di giovedì *___* ti vi it bì XD

Vampistrella: Sono felice che la mia storia ti piaccia *___* ma… Reila forte? Decisa? °_° può dare questa impressione, ma fidati non è affatto così! Non ha idea di come comportarsi con Evan: prima cerca di ignorarlo, poi si trova a chiacchierare con lui e alla fine decide di fare la seria e scontrosa… insomma, è molto confusa. È vero che non dà affatto a vedere ciò che prova… per questo è parecchio difficile farla agire XD come personaggio è problematico, perché è complicato farla comprendere al lettore… grazie per l’immenso appoggio!!! *__*

Vero15star: Grazie *O* sei troppo buona! Anche io vedo molto bene insieme Evan e Reila, ma non è detto che debba per forza nascere amore v_v vedremo *w*

BLU REI: Ohhh!! Quanti complimenti, grazie *__* definire le chiavi un “tocco da maestro”… XD mi farai montare la testa!! “lui che cerca un sorriso per cambiare idea su di lei” …tu hai già capito tutto di Evan °_° Ciu

Piper__73: Non preoccuparti, anche io molte volte non riesco a recensire sempre le storie che seguo ^_^ Sono felice che la mia storia ti piaccia, spero che continui a ritenerla carina *__*

 

Scusate se non risponderò alle recensioni ogni volta, ma io tendo a divagare troppo XD e poi manca il tempo, il tempo!!

 

Forza forza, commentate!! Voglio sentirvi tutti almeno una volta *__*

 

“Nel caso… sarebbe sconveniente che un superiore portasse a cena una dipendente?”

Alla prossima!!

 

 

   
 
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