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Autore: Evie Frye    10/08/2015    2 recensioni
Un din-don alla porta.
Un'amore ritrovato.
Una nottata di passione.
Un ripensamento
Due cuori spezzati.
Una fuga dal dolore.
Tre lunghi viaggi dove si imparerà ad amare e ad essere amici migliori.
-
A cosa servirà tutto questo?
Sappiamo tutti che non sempre le storie hanno un lieto fine... non sempre l'amore trionfa su tutto...basterà solo volere tanto una cosa, per sistemare tutto e vivere "felici e contenti" ?
Beh venite a scoprirlo con me...
-
Avevo già postato questa fic, ma poi l'avevo cancellata perché non mi sembrava più una buona idea, ma mi sono sempre pentita di quella scelta e quindi eccomi qui a riproporvi questa storia. Spero vi piaccia;)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlotta 'Carly' Shay, Fredward 'Freddie' Benson, Samantha Joy 'Sam' Pucket, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
“Din-Don”

 
Non è che mi manchi.
È solo che se tu non ci sei, io ci sono un po’ di meno.

-Alberto Sorge
 
 
 
 
Era bastato un semplice “din-don” alla porta, seguito da una mia imprecazione, per cambiarmi la giornata, probabilmente la vita.
Sembrava un sogno, non riuscivo ancora a crederci eppure  Lui era lì.
 Freddie  Benson era lì, vestito con un pesante cappotto e dei jeans chiari, aveva una valigia in mano e un secchiello di pollo fritto nell’altra, con un gran sorriso stampato sulla faccia ed io ero li, vicino alla porta con i capelli in disordine e vestita con una semplice felpa di2-3 taglie più grande, probabilmente di Goomer, che era anche sporca di una salsa che un bambino mi aveva rovesciato a dosso 10 minuti prima di andarsene.
 
Non riuscivo a parlare o a muovermi. Ero bloccata da quel sorriso, quasi un ghigno, così bello. Ah quanto mi era mancato!
Fu Freddie a parlare per primo.
“allora, mi fai entrare?” mi disse ridendo, io non risposi, mi limitai ad alzare un sopracciglio e gli feci segno di entrare.
Dopo aver chiuso la porta, mi appoggiai contro essa e lo fissai a mia volta, poi indirizzai lo sguardo verso il secchiello di pollo fritto che aveva in mano
 “da quando fai il fattorino?”  gli chiesi sarcastica, lui rise.
“ne vuoi un po’ Sammy?” mi chiese lui porgendomi il secchiello “così mi piaci Benson” gli dissi afferrando il pollo fritto e inizia a mangiarlo.
“guarda che mica vola via se lo mangi lentamente” mi ammonì divertito, io avendo ancora il pollo fritto tra i denti lo fulminai con lo sguardo “sono solo 5 minuti che sei in questa casa, e già mi dai sui nervi Benson” lo sgridai.
Lui rise di nuovo e mi guardò con uno strano sguardo.
“che hai da guardare? Sembri un maniaco” gli dissi pulendomi la bocca con la manica della felpa. “Cat è in casa?” mi chiese evitando la mia domanda “no, è andata a dormire a casa di un’amica” gli risposi semplicemente.
Lui continuava a fissarmi e, per quanto la cosa potesse piacermi, stava diventando un po’ inquietante.
“si può sapere che hai da guardare?!” sbottai irritata dal suo silenzio. “ti sto solo guardando Sam, sei cambiata” mi disse avvicinandosi “cambiato io? Pff al massimo sono diventata più alta” dissi “no, proprio l’altezza non é cambiata, rimani sempre una nana” mi prese in giro lui “ti ricordo che stai parlando con Sam Pucket! Potrei spezzarti un braccio solo guardandoti Benson” lo minacciai.

Lui si avvicinò ancora di più, aveva ragione, ero davvero bassa in confronto a lui, gli arrivavo al petto.
“ah davvero Pucket? Dimostramelo” mi sussurrò ad un orecchio.
Mi stava sfidando, e la Mamma di certo non si sarebbe tirata indietro.
Mi avvicinai piano a lui e gli rifilai un bugno nello stomaco che lo fece piegare, poi gli presi il braccio destro e glielo misi dietro la schiena facendolo alzare di scatto e ringhiare dal dolore. Mi accostai al suo orecchio e gli sussurrai prendendolo in giro “te lo avevo detto, Mamma gioca per vincere”  ma appena finii di dire la frase, Freddie aveva capovolto la situazione.

Si liberò dalla presa e mi fece cadere sul divano, bloccandomi subito dopo con il suo corpo, questa volta fu lui ad accostarsi al mio orecchio “cosa stavi dicendo Sam?” mi disse in un sussurro che mi fece perdere un battito, ma Sam Pucket non si lascia fregare da queste sciocchezze e subito dopo, facendo uno scatto di reni, ribaltai la posizione e cademmo tutti e due sul tavolino che si ruppe sotto il nostro peso e finimmo a terra, uno sopra l’altra. Freddie mi strinse in un abbraccio per evitare che mi facessi male cadendo.
“tutto bene?” mi chiese sciogliendo l’abbraccio
“si tutto bene, tu invece?” chi chiesi apprensiva… strano.
“bene” mi rispose semplicemente. 
“meglio così, mi sarebbe dispiaciuto se il tuo bel faccino si fosse fatto male” lo presi in giro, lui rise di gusto.
“sarebbe dispiaciuto anche a me se il tuo corpo si fosse fatto male” mi disse maliziosamente facendomi l’occhiolino. Gli diedi un piccolo schiaffo sul petto e mi alzai dal suo corpo  mettendomi seduta sul divano, lui rimase seduto a terra.
“Benson hai rovinato un quasi momento romantico” lo rimproverai incrociando le bracci al petto. “ho davvero rovinato un momento romantico? Ah Sam, sei proprio cambiata” mi disse alzandosi e scompigliandomi  i capelli.
“eh smettila!” mi lamentai “ e poi ho detto un ‘quasi’ momento romantico Benson, la mattina lavati bene le orecchie” gli dissi sistemandomi i capelli ribelli.
Lui i alzò e si sedette accanto a me sul divano.

“sai Sam, mi sono mancate questi battibecchi e… mi sei mancata tu” mi disse ridendo e accarezzandomi una guancia.
“tu non mi sei mancato Benson” gli dissi “ah si?” mi chiese lui avvicinandosi piano alle mie labbra. “no, non mi sei mancato per niente” dissi avvicinandomi  anche io
“nemmeno questo ti è mancato?” mi sussurro a un centimetro dalle mie labbra e poi mi baciò.
Un bacio dolce e semplice all’inizio. Mi morse il labbro inferiore, facendomi sussultare dal dolore. Il bambino voleva giocare. Gli morsi a mia volta il labbro. Lui mi prese il volto fra le mani e approfondì il bacio. Le mie mani nei suoi capelli e le sue sui miei fianchi, e stato WOW!
“qui si sta un po’ scomodi” mi disse tra un bacio e l’altro “lo stavo pensando anche io” ansimai in risposta “camera tua è libera?” mi chiese prendendomi in braccio
“Cat non è in casa” gli ricordai “meglio così” disse e mi baciò di nuovo mentre ci avvicinavamo in camera.
 
Il resto, lo lascio immaginare a voi…
 
 

Angolino mio:
Allora? Che ve ne pare?
Per chi aveva letto questa storia prima che la cancellassi, probabilmente avrà notato che non ho cambiato quasi nulla, giusto qualche dettaglio qua e la.
Non so quando posterò il prossimo capitolo, visto che avevo cancellato i 4 capitoli che avevo scritto perché l’idea non mi piaceva più, quindi devo riscriverli.
Ma non temete! Farò il prima possibile!
Vi mando un saluto e… Ciauuuu!
   
 
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