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Autore: XOXO_ARYA    12/08/2015    3 recensioni
Dopo la morte di Aragorn, è tempo per Legolas di intraprendere il suo viaggio verso Valinor.
Sarà pronto ad aprire il suo cuore e a lottare per amore?
NB: i fatti sono basati principalmente sui film e nel racconto compaiono nuovi personaggi non presenti nella storia originale.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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LA VERITA’ NASCOSTA

Guardammo Galadriel in attesa di una spiegazione.

«Isaradith, ci sono cose del tuo passato che non sai. Segreti, celati dietro falsi racconti. Non tutta la verità ti è stata detta, soprattutto riguardo i tuoi poteri. Devi scoprire la verità, o la profezia non si avvererà mai.. » la dama iniziò a camminare per il cortile, come a volersene andare.

«Dama Galadriel aspettate! Non potete dirmi una cosa del genere ed andarvene! Quali cose non mi sono state dette, e chi mi sta nascondendo la verità sui miei poteri? Forse la mia famiglia? E di che profezia state parlando? Vi prego rispondetemi.. » la guardai supplicante, sperando di muoverla a compassione.

« E va bene. Quello che sto per dirvi mi è stato riferito da Gandalf anni fa. Si tratta di una profezia. Non sapevo a chi fosse rivolta finché Legolas non mi ha parlato di te. Fu allora che le parole del mio vecchio amico assunsero un significato. Non posso dirti la verità che si nasconde dietro il tuo passato, mia giovane elfa, ma posso riferirti la profezia, sperando che questa ti sia utile a scoprire la luce in fondo al tunnel. “Quando la signora dei cervi e della natura possiederà la verità, e soltanto quando avrà trovato il vero amore, una nuova Era avrà inizio per gli elfi. Lei sarà la sola speranza per la salvezza, poiché solo lei saprà dare alla luce l’arma più potente di tutte.” »

A stento riuscii a comprendere le sue parole. Mi voltai verso Legolas per cercare conforto nei suoi occhi, ma vidi solo confusione nel suo sguardo.
Cosa voleva dire che non conoscevo tutta la verità, la verità su cosa? Quella sola frase non mi sarebbe bastata, necessitavo una risposta concreta. Mi voltai verso Dama Galadriel e senza esitazione pretesi ulteriori spiegazioni.

«Non posso darti le risposte che tu cerchi. Devi scoprire da sola ciò che anni fa ti fu nascosto per il tuo bene. E sono sicura che ci riuscirai. Devi solo porre le domande giuste alle persone giuste. Abbi coraggio e riuscirai nel tuo intento. Fino ad allora, ti consiglio di limitare l'uso dei tuoi poteri. Scopri prima chi sei, giovane elfa. Mi troverai qui ad aspettarti per iniziare i tuoi allenamenti. Ora va.»

Rimasi immobile al centro del giardino, fissando Dama Galadriel che si allontanava da noi.
Una mano si avvicinò a me, intrecciando le sue dita alle mie. Legolas, il mio elfo.

«Isa è meglio se torniamo a casa. Hai bisogno di riflettere. Andiamo a chiamare Gimli.. » mi strattonò verso l'uscita, dove trovammo Gimli ad aspettarci.

«Elfa ti vedo turbata, la mia signora ti ha forse detto qualcosa che ti ha infastidito?»
Non riuscii nemmeno a rispondere, la mia testa era altrove. Legolas rispose per me.

«No è tutto apposto, è solo stanca. Andiamo Gimli torniamo a palazzo»

Cavalcammo fino a palazzo senza mai fermarci; non smisi nemmeno un istante di pensare alle parole di Galadriel. Chi era responsabile di questi segreti? Chi avrei dovuto interrogare?
Quando arrivammo a palazzo mi recai in tutta fretta nelle mie stanze. Non avevo voglia di parlare con nessuno, tanto meno sapendo che la mia famiglia probabilmente non era stata sincera con me.
Mi appisolai quando la mia mente fu stanca di pensare e ripensare alla profezia.
***
Si precipitò in stanza, senza dare alcuna spiegazione. Mi ritrovai a dover inventare una scusa per placare la curiosità dei miei zii riguardo la visita.
Mi limitai a raccontare degli allenamenti, senza accennare in alcun modo alla parte della conversazione riguardo la profezia. Inventai che prima di iniziare Galadriel aveva chiesto ad Isaradith di meditare, per comprendere fino a fondo la grandezza dei suoi poteri, per capire come svilupparli al meglio.
Mi congedai dai miei zii e mi recai nello studio di mio padre, dove lo trovai intento a discutere con Elladan e Aredhel.

«Voi non capite, Re Thranduil, potrebbe succedere nuovamente.. »

«Succedere nuovamente… cosa? » domandai alla mia amica. Vidi nel suo volto un misto di sorpresa e timore.

«Le..Legolas. che piacere vederti! Stavamo discutendo con il Re delle nostre nozze.. »

«Aredhel, non serve che tu finga per me. Penso sia giusto che mio figlio conosca la verità. Perché non spieghi lui quello che è successo? »

«Ehm.. si certo. Qualche giorno fa mi recai nella foresta per raccogliere qualche erba medicinale, e fui spettatrice di qualcosa di incredibile. Un cervo maestoso accanto ad un elfa senza vesti, che piangeva. E dietro di lei, in lontananza, un uragano si stagliava sopra il mare, incredibilmente increspato. Quando la fanciulla si accorse della mia presenza scomparve, senza lasciare traccia. Una crepa nel terreno però rincorse il cervo in fuga. Credo si trattasse dei Valar*, ma non ne sono certa. In ogni caso sembravano decisamente infuriati. Siamo venuti a sapere stamattina che dieci elfi hanno perso la vita. I loro corpi sono stati ritrovati in riva al mare. Sono morti annegati. Il mio timore è che qualcosa di grande stia per succedere. Dobbiamo unire le forze, per cercare di capire cosa stia minacciando la quiete di Valinor. »

«Credo che la cosa più saggia da fare sia inviare una rappresentanza di elfi dai Valar per capire se siano loro i responsabili di quello che Aredhel ha visto. » sentenziai, guardando mio padre in attesa di una risposta.

«Aspettiamo di vedere cosa succede. Probabilmente si è trattato di un solo un episodio isolato, se non si ripeterà non dovremo più preoccuparcene. Meglio rimanere fuori dalle questioni dei Valar. » si congedò, lasciando me, Aredhel e Elladan nello studio.

«Vado a cercare mio fratello per far rientro a casa. Ci vediamo nelle scuderie, mia promessa » Elladan guardò con sguardo pieno d’amore Aredhel, carezzandole una guancia. Ero felice che la mia amica avesse trovato qualcuno che la amasse cosi tanto.

Quando l’elfo uscì dalla stanza, interrogai Aredhel: «Come vanno le cose con Elladan? »

«Bene grazie. I preparativi per il matrimonio sono quasi ultimati.. mancano solo due giorni! Sono cosi emozionata! Non avrei potuto chiedere compagno migliore. Elladan è davvero dolce e premuroso. Penso che sarà un buon padre e un buon marito. »

«E i tuoi sentimenti? Sono rimasti invariati dall’ultima volta in cui abbiamo discusso del tuo matrimonio? » la vidi esitare un attimo.

«Beh.. sai anche tu che ho accettato le nozze per ragioni diverse dall’amore. Devo dire però che Elladan è riuscito a conquistarmi. In questi giorni mi sono resa conto di quanto sia cambiata la mia vita e di quanto mi renda felice trascorrere le giornate al suo fianco. Se questo non è amore allora non so proprio cosa sia.. » mi sorrise, e per la prima volta notai quanto fosse cambiata. Non era più la solita elfa competitiva che mi sfidava in ogni cosa e che faceva a gara per essere la migliore. Era più grande, più donna.

«Sono davvero felice di sentirti pronunciare queste parole. Ti meriti tutta la felicità del mondo Aredhel. Ora se non ti dispiace, devo lasciarti. Devo andare a discutere con mio padre di alcuni problemi. A presto. »

Mi defilai con una scusa. La verità era che volevo andare a trovare Isaradith. Con la storia della profezia, non avevamo avuto nemmeno un istante per noi. Mi mancava il profumo della sua pelle, il sapore delle sue labbra..
Percorsi la scalinata a grandi falcate, e quando raggiunsi la porta della sua stanza dovetti fingere di recarmi nella mia. Si, perché davanti all’uscio c’era Elrohir con Isaradith, intenti a salutarsi.

***
Non avevo per niente voglia di spendere il mio tempo con Elrohir, soprattutto ora che il mio cervello era occupato dalle parole della profezia. Inoltre ancora non mi ero ripresa dal riposo pomeridiano che mi ero concessa e da cui Elrohir mi aveva destato.
Rimanemmo li davanti alle mie stanze per un paio di minuti, prima che il fratello lo venisse a chiamare. Proprio mentre ci stavamo salutando, passò Legolas. Quanto avrei voluto trascorrere del tempo con lui.. ma avevo delle risposte da cercare. Cosi, non appena Elrohir se ne fu andato, andai alla ricerca di mia madre.

La trovai nella biblioteca del palazzo, con le mie sorelle, tutte e tre concentrate sulla lettura.

«Madre, avrei bisogno di parlarvi. »

«Dimmi pure Isaradith, di cosa devi parlarmi? »

«Dei miei poteri. Ho delle domande a cui non riesco a trovare risposta, e forse voi potreste.. » mi interruppe.

«Certo cara, facciamo quattro passi in giardino, ti va? »

La seguii senza protestare. Dovevo affrontare l’argomento a testa alta, ma senza farle capire nulla della profezia.

«Sapete, non riesco a spiegarmi da dove questi poteri arrivino. Ne voi ne mio padre possedevate poteri, giusto? E nemmeno ora voi ne possedete. Quindi non capisco. Per caso i miei nonni erano dotati di abilità speciali che io ho ereditato? E perché le mie sorelle non le hanno ereditate, se così è? »

«Calma tesoro, quante domande! Hai ragione, nessuno della nostra famiglia possiede doti magiche. Soltanto tu. Sei speciale, piccola mia. Ricordatelo sempre. »

«Ma allora questi poteri da dove arrivano? Li ho sempre avuti? Chi me li ha dati? Perché non ho mai sentito di un dono simile? »

«Si dice che qualche elfo fortunato sia baciato dai Valar e possegga cosi qualche potere. Ma sono solo leggende.. Tu hai sempre avuto i tuoi poteri, fin da quando eri in fasce. Parlavi con i passerotti che sorvolavano sempre la tua culla. Eri cosi dolce tesoro mio. E lo sei anche adesso. Legolas mi ha parlato del tuo allenamento.. mi ha detto che prima di iniziare devi meditare sui tuoi poteri.. »

«Devo prima capire da dove arrivano per poterli controllare a pieno. E su questo Galadriel non può aiutarmi. Finché non scoprirò la vera natura dei miei poteri non sarò in grado di dominarli, ne lei sarà in grado di insegnarmelo. Se c’è qualcosa che non so madre, qualsiasi cosa, vi prego di dirmelo. Ho bisogno di sapere tutto sul mio dono. » la guardai implorante, e vidi nei suoi occhi un bagliore. Nascondeva qualcosa ne ero certa. Dovevo solo capire cosa.

«Ti ho detto tutto quello che so tesoro. Ora è meglio se ti riposi. Devo andare a vedere cosa stanno combinando le tue sorelle in biblioteca. Di sicuro avranno già deposto i libri per dedicarsi a qualche marachella. » mi baciò sulla fronte e tornò a palazzo. La vidi però svoltare verso lo studio, e decisi di seguirla. Dovevo assolutamente sapere cosa nascondeva.

Mi nascosi finché non la vidi entrare nello studio, dopodiché cercai di origliare dalla porta. Una voce era di sicuro quella di mia madre, l’altra era di Elduyr, il mio patrigno. Non potevo permettere però che qualcuno mi vedesse li ad origliare, cosi misi di guardia un topolino, che mi avrebbe avvisato non appena si fosse avvicinato qualcuno a quell’ala del palazzo. I topi erano sempre i più veloci ad arrivare quando si trattava di fare la guardia.

«Dobbiamo dirglielo, Elduyr. Deve sapere la verità. Non imparerà mai a controllare i suoi poteri! E poi hai sentito quello che ha detto tuo fratello riguardo Nessa.. Aredhel l’ha vista nel bosco. Piangeva. Penso abbia il diritto di rivederla non credi? Posso solo immaginare quanto soffra. Temo che la stia cercando. Probabilmente è scappata, per questo è successo tutto quel trambusto in mare. Gli altri Valar la staranno cercando! Dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo decidere noi per lei.. non è giusto. Sai quanto la ami, quanto desideri proteggerla, ma deve sapere. »

«Elinor è una tua scelta, lo sai. Io non posso dirti cosa fare. Nessa ha scelto te e solo tu puoi decidere cosa sia meglio per lei. Però rifletti bene. Si tratta di una Valië**. Per di più sai cosa pensa mio fratello riguardo questa storia. Meno Isaradith ne sa, meglio è per lei. »

«Ci penserò su. Ora è meglio che torni dalle ragazze. Le ho lasciate da sole in biblioteca.. A dopo tesoro. »

Feci giusto in tempo a nascondermi prima che mia madre aprisse la porta. Ma chi era Nessa? Avevo sentito parlare dei Valar parecchie volte. Li avevo studiati sui libri, ma non li avevo mai visti. Non mi ricordavo però di Nessa. Desideravo ardentemente correre in biblioteca a cercare su qualche libro, ma non potevo. Li c’era mia madre, avrebbe capito tutto. Decisi quindi di dimenticare per un attimo la mia missione e di dedicarmi a qualcosa di gran lunga più piacevole.. il mio elfo.

Corsi su per le scale e bussai alla sua porta. Non venne ad aprire, come faceva di solito. Udii solo la sua voce che mi invitava ad entrare.
Aprii delicatamente la porta. Lo vidi, a dorso nudo, mentre si rinfrescava con l’acqua della bacinella posta vicino alla finestra.
Quando si girò verso di me, rimase stupito.

«Avevo chiesto ad un servitore di portare i miei panni a lavare.. pensavo si fosse dimenticato qualcosa e fosse tornato indietro..non credevo fossi tu a bussare. Entra pure Isa. Mi ricompongo in un attimo. » mi sorrise. Non capii più nulla. Guardai la sua bellissima pelle risplendere sotto i raggi di sole che penetravano dalla finestra. I capelli dorati gli sfioravano la schiena. Chiusi la porta e mi avvicinai a lui, senza riflettere. Gli accarezzai i pettorali, su fino al collo, per poi attirare il suo viso verso il mio. Lo baciai con passione, cercando di annegare le mie preoccupazioni in un bacio senza fine. Lo sentii fremere sotto il mio tocco sempre più audace. Non ero io. La mia timidezza era svanita, e la mia ingenuità anche. Quando ero con lui, sentivo solo un gran desiderio ardere in me come fuoco.

Iniziai a baciargli il collo, inebriandomi del profumo che i suoi capelli emanavano. Non sapevo bene come muovermi, la mia inesperienza si percepiva, ma non mi lasciai intimorire. Amavo quell’elfo stupendo e desideravo dimostrarglielo. Non mi importava chi io fossi, quale fosse il mio passato. Mi interessava soltanto che lui fosse nel mio presente, e soprattutto nel mio futuro.

Mi allontanai leggermente per poterlo guardare meglio. Si, era davvero stupendo.
Ci fermammo un istante guardarci negli occhi. I suoi occhi penetranti mi squadrarono. Stava cercando di capire le mie intenzioni, ne ero sicura.

«Isa cosa intendi fare? Non credo tu sia lucida in questo momento. È successo qualcosa prima, con Elrohir? » insistetti, e riavvicinai le mie labbra alle sue.

«Aspetta..Isa aspetta. Dimmi cosa c'è che non va.. Parlami.. »

«Non ora. Non voglio parlare ora. Ho solo una gran voglia di stare con te. Voglio dimenticarmi dei problemi, solo per oggi. Voglio stare con te, anche se non potremmo. Ti prego... ti prego baciami..>> mi guardò stupito.

«Sai che se continui cosi non riuscirò a fermarmi. Ti desidero troppo.. » dai suoi occhi e dalle sue parole traspariva una sorta di sofferenza.

«Non respingermi, ti prego.. » gli accarezzai i capelli, attirando ancora una volta il suo viso verso il mio. Lo baciai, questa volta con rabbia. Perché doveva essere sempre tutto cosi difficile?
Mi spinsi contro il suo corpo sempre di più, accarezzandogli con una mano la schiena.

«Isa è sbagliato. Tutto questo è sbagliato.. » sussurrò tra un bacio e l'altro.

«Ti amo, Legolas. Solo questo conta.»
Lo vidi accendersi in un istante.


***


Non riuscii a frenare il mio desiderio. La sollevai da terra, e stringendola forte a me la guidai verso il letto. La adagiai dolcemente sulle soffici coperte.
Non sapevo bene come comportarmi. Non era la prima volta che mi approcciato in quel modo ad un'elfa, ma di lei mi importava davvero.
Le accarezzai la guancia, cercando di capire cosa fare.

«È meglio che tu vada. Probabilmente ti staranno cercando.. sarebbe sciocco farci scoprire insieme, non credi? »

«Pensi che io sia qui solo per dimenticarmi del mondo? Pensi che io possa pentirmi? Non è cosi. So che sai che non ho mai avuto contatti, soprattutto di questa natura, con altri elfi. Come faccio a farti capire che per me esisti solo tu? »

«Sei scossa per qualcosa, lo capisco. Sarebbe saggio che tu ci pensassi su prima di..mmm.. »

«Quella sera, durante il banchetto di Aredhel e Elladan.. So che anche tu hai sentito quello che ho sentito io.. »

«Tu non capisci! Io ti desidero Isa. Follemente. Ma non così. Non se questo vuol dire averti solo per farti da diversivo contro i problemi che ti affliggono. »

«O..OK. Però sappi che anch'io ti desidero. Anche se non mi credi. Mi fa stare male starti vicino senza poterti toccare. »

«Anche a me fa male. »

D'improvviso qualcuno bussò alla porta. «Principe Legolas, è pronta la cena. La stanno attendendo nel salone. »

«Arrivo subito grazie. Non vi disturbate a chiamare mia cugina.. Ci penso io grazie. Potete andare.»
Mi voltai verso la mia elfa. «È meglio scendere prima che ci trovino qui insieme. »

Uscii dalla stanza richiudendo la porta. Controllai che non ci fosse nessuno nel corridoio, dopodiché bussai alla porta della mia camera e mi diressi verso la sala da pranzo, solo.
Dietro di me, dopo qualche minuto, arrivò anche lei.

La cena fu abbastanza tranquilla, discutemmo di faccende di poca importanza. Mio padre non menzionò nemmeno una volta la questione dei Valar raccontataci da Aredhel.
Vidi Isa molto tesa mentre cercava di nascondere qualsiasi emozione. Era successo qualcosa. Doveva essere per forza cosi, la mia elfa era sempre stata una persona solare e allegra, e non mi riuscivo proprio a spiegare questo suo atteggiamento.
Finita la cena si congedò dicendo di volersi recare in biblioteca a scegliere un libro da leggere per conciliare il sonno, e così fece. Non la seguii, per non dare nell'occhio; aspettai prima che tutta la famiglia salisse nelle proprie stanze, poi la raggiunsi in biblioteca.

Era seduta su una poltrona, con appoggiato sulle gambe un grosso libro, assorta nella lettura.

«Cosa leggi di cosi interessante? »

«Niente di che, qualche leggenda sull'origine di tutto.. mi affascinano in particolare i Valar.. »

«Allora hai sbagliato libro. » Cercai tra gli scaffali il libro giusto e glielo porsi.

«Ecco, qui dovresti trovare qualcosa di più specifico. Come mai questo interesse proprio ora? »

«Oggi ho sentito per caso un discorso tra mia madre e Elduyr.. parlavano di me. Di qualcosa che non mi è stato detto.. e che in qualche modo è collegato alla Valië Nessa. Sto cercando di capire quale sia questo legame.. e quindi ho bisogno di informazioni su di lei. »

«Capisco. Delle Valië purtroppo so poco e niente.. so che Nessa è la sposa di Tulkas. Probabilmente il libro che ti ho indicato saprà dirti di più. Isa sai che ci sarò sempre per te vero? Non importa quale sia la verità che ti è stata celata. »

«Lo so, grazie Legolas. » mi accarezzò la guancia. «Io rimango ancora un po' qui a leggere. Buonanotte. » mi lasciò intendere con quella frase che voleva rimanere da sola, e cosi la lasciai li, su quella poltrona, e mi avviai verso le mie stanze.


***

Dovevo assolutamente capire chi fosse questa Nessa. Desideravo allo stesso tempo stare con il mio elfo, ma dovevo prima cercare di fare luce su quello che avevo origliato quel pomeriggio, e nessun momento era più propizio di quello. Finalmente tutti erano nelle proprie stanze, e io avrei potuto leggere tranquilla senza dovermi preoccupare di essere scoperta.

Cercai tra le infinite pagine del libro alla ricerca di quel nome, quando alla fine lo trovai.
 
“Nessa, conosciuta anche come la Ballerina, è la Valië sposa di Tulkas.
Agile e veloce, ama tutti gli animali della foresta, che vengono a lei perché è uno spirito selvaggio. I cervi però sono le sue creature preferite, e la seguono ogni volta che vaga per campi e boschi. Come prova della sua velocità e agilità, si dice sia in grado di vincere questi stessi cervi in corsa.
Le piace ballare nei verdi campi di Valinor.”

Questo era tutto quello che il libro consigliatomi da Legolas diceva riguardo Nessa. Anche lei amava la natura, e anche lei prediligeva i cervi, come me. Ma a parte questo non vedevo nessun legame tra me e lei. Probabilmente ero troppo stanca per capire. Riposi il libro e mi massaggiai le tempie, cercando di dare un senso a tutto quello che avevo appreso. Un movimento catturò la mia attenzione. Ero sicura, qualcosa fuori dalla finestra si stava muovendo. Qualcuno forse, o forse era solo il vento.
Giunsi alla conclusione che sarebbe stato meglio riposare, e riprendere a pensarci il giorno seguente. Così salii in camera.

Non ebbi quasi il tempo di infilarmi sotto le coperte che mi addormentai. Ero davvero esausta.

Mi svegliai a notte fonda, avvolta tra le braccia di qualcuno. Il mio cuore perse un battito. Era cosi buio che non riuscii a distinguere chi fosse la persona che mi stava abbracciando. Non sapevo se muovermi, se sciogliere l’abbraccio, o se rimanere immobile. Respirai piano, finché quelle braccia muscolose non strinsero la morsa. Ero in trappola. Cercai di concentrarmi, di utilizzare gli altri sensi per cercare di riconoscere anche solo un dettaglio che mi riconducesse ad un volto. Chiusi gli occhi, ormai inutili visto il buio, e mi concentrai. Due labbra mi sfiorarono il collo, inaspettatamente.

«Non mi riconosci nemmeno più? Devo averti davvero ferita oggi.. » cosa ci faceva lui qui, nel mio letto?
Si allontanò da me per accendere una candela sul davanzale. E lo vidi, in tutto il suo splendore. Legolas, mio cugino, il mio unico amore, con una bellissima camicia bianca e dei pantaloni in seta blu, scalzo e con i capelli raccolti in una coda dietro la schiena.

«Devi essere impazzito! Torna nelle tue stanze scellerato! Se ti trovassero qui cosa succederebbe? E poi non sono presentabile.. »

«Oggi però non mi sembrava che i vestiti fossero un problema.. comunque se è quello che desideri, ti lascio sola. »

Si avvicinò alla porta ed ebbi poco tempo per decidere, cosi affidai al mio cuore la scelta.

«No, resta. Ti prego resta con me. »

Tornò lentamente vicino al mio letto e si adagiò accanto a me, prendendomi tra le sue braccia. Chinò il suo viso sul mio, sfiorando le mie labbra. Non passò molto prima che il bacio diventasse un vortice travolgente. Fu un bacio duro, pieno di passione; uno scontro di labbra, lingue, denti, entrambi premendo come se potessimo avvicinarci ancora di più. Ci ritrovammo avvinghiati, in un insieme di pelle e tessuto, i corpi caldi l’uno contro l’altro. Legolas mi sollevò, trascinandomi sopra il suo corpo, succhiandomi via l’anima ad ogni bacio. Rotolammo insieme, fino a che non mi ritrovai esattamente allineata sotto il suo corpo. La mia veste da notte, che mi lasciava scoperte le gambe, aderì al mio corpo quasi come una seconda pelle, seguendo ogni mia singola curva. Ammirai il corpo del mio principe, possente, ma allo stesso tempo cosi delicato e perfetto. Mi persi in tutto ciò che di lui mi era familiare, e in tutto ciò che non lo era: il chiarore della sua pelle, la curva della sua vita, le sue spalle muscolose, le poche cicatrici, ricordo di battaglie ormai lontane..
Lo sentii ridere, una risata sommessa e roca.

«Solo guardandomi si può capire quanto immensamente io ti desideri.. lo stesso però non vale per te. »

«Guardami. » spalancò gli occhi e li fissò nei miei. Il suo sguardo affamato avrebbe intimorito chiunque, ma in quel momento io non ero già più Isaradith, la timida elfa che rifugiava nei boschi per evitare tutto e tutti. Ero Isa, la Isa del principe Legolas, la Isa di cui non sapevo più nulla, nemmeno il passato.

«Io ti voglio. Voglio tutto questo. Voglio noi due, insieme. »

«Io lo voglio se tu lo vuoi. Non farei mai niente per ferirti, lo sai. Ti amo troppo..»

Vidi il suo sguardo preoccupato. «Voglio che sia tu. Desidero essere tua, tua soltanto. »
Avvolsi le mie gambe intorno alla sua vita, attirandolo a me. Mi baciò sul collo, scendendo giù fino alla spalla.

«Sai che se andiamo avanti non sarò più in grado di fermarmi.. » sussurrò tra un sospiro e l’altro. Il desiderio si era già impossessato del suo corpo.

«Non fermarti. Non voglio che tu smetta.. » strinsi la presa su di lui, cercando nuovamente le sue labbra.

La sua lingua esplorò ogni angolo della mia bocca. Un’ondata di piacere mi pervase. Soffocai un gemito, stringendomi ancora di più contro di lui. Fu un attimo: fece scorrere le mani lungo il mio corpo, sotto la veste, fino ad arrivare al mio seno. Si fermò un istante, i suoi occhi chiedendomi il permesso di continuare.
Gli accarezzai le braccia, spingendolo a proseguire con le sue carezze. Scivolò sul mio corpo, depositando una scia di baci che dal collo scese lungo il mio seno. Dovetti mordermi il labbro per evitare di svegliare qualcuno. Proseguì riempiendo di baci umidi il mio corpo inerme. Si fermò all’altezza della mia vita, e di nuovo mi fissò con occhi preoccupati, cercando un mio consenso.
Feci cenno di si con la testa, il massimo che potei fare in quel momento.
Mi spogliò, lasciando che la mia pelle si illuminasse sotto i raggi di luna. Rimase a guardare il mio corpo quasi affascinato, poi si tolse a sua volta i vestiti e si sdraiò sopra di me. La stupenda sensazione della sua pelle calda contro la mia mi pervase. Non esisteva al mondo altro modo per essere più vicino a lui di questo, se non quello di spaccarmi il petto in due e lasciargli tenere il mio cuore tra le mani.
Sentii le sue mani scorrere senza più barriere sul mio corpo, e per un istante mi sentii bellissima, come se il suo sguardo amorevole avesse infuso in me una sicurezza che mai prima d’ora avevo avuto. Mi baciò, ancora e ancora. Caldi languidi baci lenti, il cui ritmo aumentava seguendo il battito crescente dei nostri cuori, guidando i nostri corpi in una danza travolgente. Ogni bacio era diverso, ogni bacio sempre più veloce, più vorace, più intenso. Mi abbandonai a lui, le sue mani tremanti che scorrevano sempre più veloci ed abili sul mio corpo, attirandomi a se in un silenzioso scontro di labbra, mani, corpi.
E anche nel momento finale, anche quando mi sentii trasalire, mi spinsi contro il suo corpo, non potendo fare a meno di sussurrare il suo nome.
Legolas si piegò a baciarmi e, dolcemente, iniziò a muoversi. Sentivo sotto le mie dita la tensione del suo corpo, che lentamente si fondeva con il mio. Eravamo una cosa sola, due anime in una; mi sentii completa, avevo trovato finalmente la metà della mia mela, e non me la sarei mai lasciata scappare, per nulla al mondo.
Continuammo cosi, fino a quando sentii un’ondata di piacere esplodermi in petto. Chiusi gli occhi e mi abbandonai a quella stupenda sensazione, mentre il corpo del mio elfo si adagiò sul letto, esattamente accanto a me. Lo sentii respirare pesantemente; dopo un paio di minuti sentii la sua mano cingermi i fianchi ed attirarmi a se in un abbraccio pieno d’amore.

«Ti amo » gli sussurrai all’orecchio, intrecciando le mie mani tra i suoi soffici capelli.

«Anch’io ti amo. Sei stupenda, davvero, e io non potevo desiderare un’elfa migliore. Ti amo Isa. »

Mi addormentai cosi, tra le sue braccia, felice di aver condiviso tutta me stessa con la persona che più amavo al mondo. Probabilmente era sbagliato, ma non mi importava. Eravamo felici, e questo era quello che contava davvero.




*I Valar sono personaggi di Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore Tolkien, molto probabilmente sul modello delle divinità olimpiche greche. Sono divinità che entrarono nel Mondo all'inizio del Tempo, e il cui compito fu quello di completarlo. Ogni Vala ha potere su un particolare elemento, sono immortali e in quanto esseri di puro spirito possono assumere forme fisiche diverse benché preferiscano mostrarsi spesso sotto forma di Elfi o Uomini o rimanere invisibili.


** Valië, femminile di Valar. Rappresentano le compagne dei Valar. Hanno anch’esse poteri legati ad un particolare elemento, e possono anch’esse assumere diverse forme.



Holaaaa!!! UCCIDETEMI CI HO MESSO UN MESE AD AGGIORNARE LO SO! Ma sto scrivendo la tesi di laurea e sto facendo davvero fatica a sstar dietro a tutto..
Beh.. eccovi il capitolo! Ho deciso di inserire nella mia trama i Valar, che sono presenti soltanto nei libri e mai nemmeno menzionati nei film. Spero, per chi non li conoscesse, che le spiegazioni che ho messo con gli asterischi siano sufficienti, in caso contrario.. mi trovate qui, pronta a chiarire ogni vostro dubbio! ^_^
In questo capitolo mi sono abbandonata al romanticismo *-* solo che.. probabilmente dovrò cambiare il rating se vado avanti cosi :O

DOMANDONA: ma questa Nessa chi è secondo voi? Cosa ne pensate del segreto di Elinor? e di Isa e Leggy?

Come sempre un big big GRAZIEEEE a tutti quelli che leggono in silenzio, ai miei lettori assidui che commentano capitolo dopo capitolo (vi amo sappiatelo :3) e anche a chi mi segue o ha messo la mia storia nei preferiti. *-*

Un bacioneoneone Mei <3
   
 
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