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Autore: spiritodellaspada    12/08/2015    0 recensioni
Uccido. Scelgo di essere un assassino. È così. Tutti fanno così. È giusto così. Così deve essere.
Lei, ancora tra le mie braccia, esala l’ultimo respiro. Perde le forze e la lascio accasciarsi a terra. Ecco. Sono un sopravvissuto. Oggi.
Non sono più un “Non ancora morto”.
-In un mondo in cui per vivere è necessario sottrarre la durata vitale di altre persone, in un mondo in cui amare è una condanna, il protagonista crescendo si trova a dover affrontare la realtà ed a fare i conti con i propri sentimenti.-
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I mesi passano. Jen è nella fase: “Trova qualcuno da uccidere. Chiunque.”  Le mancano pochi mesi. Deve trovare qualcuno. Io e Kima passiamo il tempo a cercare potenziali prede per lei. Sinceramente è orribile cercare qualcuno da uccidere, ma se non vuoi morire, devi farlo. Io non l’ho fatto. L’occasione mi è capitata senza cercarla, ma non sono tutti così fortunati.                                       
Il giorno del mio sedicesimo compleanno, compleanno che in pochi riescono a festeggiare, a Jen mancano tre mesi. Non riesco neanche a festeggiare in modo decente. Lei sta uno schifo. Kima non sa che fare. Io non so che fare.
Tra l’altro le cose con Kima sembrano peggiorate, e non ho la più pallida idea del perché. Cioè, a parole è come al solito, amichevole, divertente e tutto, è il suo comportamento che è diverso. Ogni santa volta che mi avvicino per abbracciarlo è un trauma. Fa una faccia infastidita, mi scansa, e ha caldo, e non gli va, e questo, e quello, e duemilasettecento altre scuse senza senso. Non so cosa pensare. Cioè se non gli piace che lo tocchi basta dirlo, però diamine, non mi pare gli abbia mai dato fastidio come cosa. Mi pare che gli sia sempre piaciuto abbracciarmi, né mi ha mai respinto quando mi appiccicavo a lui tipo piovra. Voglio dire, siamo cresciuti insieme, vivo con lui e Jen da quando ho memoria, loro sono praticamente la mia famiglia, è sempre stata una cosa normale abbracciarci. E adesso è una cosa problematica…davvero non lo capisco. Gli ho chiesto più volte se era arrabbiato con me…se avevo fatto qualcosa di sbagliato. Ma dice sempre no, che non devo preoccuparmi, che è un periodo un po’ così, e allora mi passa una mano sulla testa accarezzandomi i capelli, mi dice di stare tranquillo e mi tiene la mano per un po’. Il che da una parte mi dà un bel sollievo e una piacevole sensazione, dall’altra mi fa arrabbiare ancora di più perché sembro il suo cane a cui dà un contentino. Dio, a volte ho voglia di picchiarlo. Non mi pare normale che devo supplicarlo per farmi tenere la mano e lemosinare un paio di carezze. Io voglio stargli vicino perché è il mio migliore amico e gli voglio bene, non è che mi sta facendo un favore. Non lo so. Tra l’altro  con gli altri è come al solito, ma con me non più. Forse è perché a Jen manca poco. Forse a lui un po’ piace. Non so. Ho paura che lui le dia la sua vita. Non voglio rimanere senza Kima. Ma neanche senza Jen. Non avrei  il coraggio a scegliere, ma poco importa. Questa non è una decisione che devo prendere io.





Bene, con questo dovrebbero terminare i capitoli indicibilmente corti xD. Alla prossima settimana per un nuovo aggiornamento!
 
  
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