Anime & Manga > Hyouka
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Autore: Cuoredoro    12/08/2015    0 recensioni
ATTENZIONE: REVISIONE DEI CAPITOLI! (Adesso sono scritti meglio). Un'altra cosa che volevo aggiungere era che IL RAITING POTREBBE CAMBIARE. Detto questo spero che la mia storia vi piaccia:
Chi moriva dalla voglia di una seconda stagione di Hyouka a parte me? Spero in tanti, perchè proprio qui potrete trovare il seguito dell'anime dal mio punto di vista! Ci saranno colpi di scena, suspence, scene romantiche, incomprensioni, gelosie, un mistero irrisolvibile e un'incontro che cambierà la vita non solo di Eru, ma soprattutto quella di Oreki!
Genere: Fluff, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eru Chitanda, Houtarou Oreki, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 2

UNA NUOVA VITA


POV. CHITANDA

<<" Oreki-san si e' offerto di accompagnarmi a casa nonostante l'ora, e la cosa, non so perchè, mi ha resa un pò felice" >> .
 
Non era passato molto da quando avevano lasciato la scuola, entrambi a piedi. Il cielo si stava tingendo delle tonalità dell'oro e dell'arancione del sole all'imbrunire. Mentre camminavano, i due passarono accanto ad un parco giochi poco lontano da casa, dove vi erano rimasti ancora alcuni bambini che giocavano a prendere. Alla loro vista Chitanda si fermò un'attimo per guardarli e rimase come incantata:

<< " Aahh... che teneri.. >> Chitanda, mentre pensava, si era commossa ed era diventato inevitabile per lei sorridere alla vista e all'idea di quelle creature apparentemente così forti e vivaci ma allo stesso tempo così fragili, creature frutto dell'amore di tante coppie che si erano conosciute, si erano innamorate e avevano deciso di creare una famiglia...

<<" La vita è una cosa bellissima: fare tutte queste cose, trovare la persona con cui ogni giorno sarai felice e alzarti la mattina col sorriso in volto, sapendo che ogni ostacolo che si porrà dinanzi a te non sarà mai troppo difficile se affrontato assieme alla persona a te più importante, creando una forza che avrebbe il potere di sovrastare qualsiasi cosa, l'amore, e i bambini sono la prova di tale forza, e loro stessi sono una forza ancora più grande... chissà se anch'io, un giorno, mi sposerò e avrò dei figli con cui andare al parco la sera... >>. Mentre Chitanda si perdeva fra i suoi pensieri, notò che Oreki si era voltato verso di lei, poi verso i bambini. Un lampo di genio le attraversò la mente, veloce e fugace, e mentre lo guardava le venne da sorridere. Oreki notò lo sguardo strano della sua amica, sentendosi, non sapendo bene perchè, imbarazzato e leggermente a disagio

<< Perchè ridi? >> chiese subito dopo.

<< Mhmh, mi sono immaginata come potresti essere se fossi un padre >>

La sua domanda, così diretta e naturale, sconvolse non poco Hotarou, che non se l'aspettava di certo.

<< Eh? Un padre? >> chiese sgranando leggermente gli occhi.

Il sorriso di Chitanda, se possibile, si allargò ancora di più. << Si! >>

<< Emh...no. Non sono molto bravo con i bambini, non mi ci vedo proprio, però... >>

POV. HOTAROU

 L'affermazione che aveva appena fatto mi aveva spiazzato. Io.... un padre? In effetti non ci avevo mai pensato. Sarà che non me la cavavo molto bene coi bambini ( quando andammo alle terme le reazioni delle sorelline di Mayaka ne erano una prova ) ma sposarsi, diventare un padre, vivere una vita... mi piacerebbe davvero tutto questo? La mia vita "grigia" al fine non spendere energie era contraria ai club della scuola, agli sport e soprattutto alle relazioni sentimentali, nonostante ciò avevo sempre la sensazione che la vita "rosea", come quella di Satoshi, avesse quel non so cosa che mancava nella mia. Dopo un pò di tempo il mio motto " se non devo fare una cosa allora non la faccio, se devo proprio farla allora la faccio alla svelta" era lentamente degradato, fino ad essere completamente andato a farsi benedire. Oramai la mia vita "grigia" era diventata qualcosa più simile ad una vita sfumata, già. Ora conducevo una vita sfumata, dove le cose da fare e da evitare erano confuse e alla fine facevo quello che dovevo fare e quello che pensavo di voler fare. Fino a un anno fa non avrei mai minimamente immaginato di entrare in un club, di incontrare Chitanda, di scrivere un'antologia, di risolvere svariati misteri, di viaggiare assieme a 3 amici e di lavorare part-time in una piscina. Per ora conduco questa vita, ma in futuro vorrei davvero diventare qualcosa di più? Pensandoci bene, non credo proprio. Trovare una moglie, avere figli, lavorare per sfamare tutti, guadagnare... no, troppo faticoso.

Perso nei suoi pensieri non si accorse di aver lasciato la frase in sospeso, lasciando Chitanda in attesa di un continuo.

<< Però? >> gli chiese infatti, curiosa.

Oreki scosse la testa scacciando i pensieri che gli erano frullati per quella sua mente brillante e contorta. << Niente, niente, andiamo >>.

Arrivati davanti casa Chitanda si voltò verso Oreki, ringraziandolo di cuore per averla accompagnata. Mentre si allontanava dal portone dell'immensa proprietà, Oreki la vide mentre sventolava la mano salutandolo e dandogli la buonanotte. Accennando un saluto, Oreki ricambiò la buonanotte muovendosi a lenti passi per tornare indietro, verso casa sua.

<< Meglio che mi sbrigo...>>

Ormai era tardi e se non si sbrigava a tornare a casa avrebbe fatto buio, e freddo, e si sarebbe subito una lagna paranoica da parte di sua sorella. Mentre camminava il cielo si fece pian piano scuro, e di stelle o di luna non ce n'era manco l'ombra, tutta colpa dei nuvoloni che imperversavano sul Giappone, probabilmente l'indomani avrebbe piovuto. I lampioni si accesero, segno che era abbastanza tardi, meglio accellerare il passo. Mentre camminava Oreki ripassò davanti al parco. Vuoto.

<<" Che strano pensare che se un giorno avrei messo su famiglia sarei  potuto venire qui con la moglie e magari con un figlio, ma purtroppo davvero non riesco a vedermici nei panni del genitore, è qualcosa che il mio astuto e accurato cervello non riesce ancora a comprendere >>.

Dopo aver sbuffato sonoramente ai pensieri che gli erano tornati in mente riprese a camminare, ma proprio mentre stava per lasciare il parco intravide qualcosa di scuro correre via fra i cespugli che lo fece sobbalzare.

<<" Un gatto? No, era qualcosa di più grande... Una persona?>> la sua mente si illuminò. << Forse, il ladro di bici! ">>

<< Hoy! C'è qualcuno? Esci di lì >> .

Quando vide ciò che gli si presentò davanti agli occhi rimase pietrificato. Dai cespugli che coprivano lo steccato del parco uscì la figura bassa ed esile di una bambina, doveva avere si e no 6 anni. Aveva lunghi capelli neri come la pece e due occhioni scuri che la facevano da padrone, risaltando nel pallido volto dalle guance paffute. Gli si avvicinò timida e tremante , come se avesse appena fatto qualcosa di male e si aspettasse di essere punita.

<< N-non farmi male, kudasai. >>  aveva le lacrime agli occhi e teneva strette le mani al vestitino bianco che aveva addosso, doveva avere piuttosto freddo, visto che tremava.

<< Eh? >> ma chi era? L'unica cosa che gli venne in mente da dire a una bambina sola di notte. << Dove sono i tuoi genitori? >> chiese guardigno, mentre si voltava a destra e a sinistra, alla ricerca di qualcuno, qualsiasi persona. Ma il parco e la strada erano deserti.

<< N-non.. farmi male... kudasai >>

Adesso lo aveva preso alla sprovvista, era stata maltrattata? In queste situazioni ci voleva una presenza femminile, qualcosa che potesse tranquillizzarla. Intanto che ci pensava si tolse la giacca che aveva addosso per porgergliela e si chinò all'altezza della bimba, che gli stava lontano a debita distanza.

<< Hai freddo? >> chiese con la sua classica voce monotona. <<"  accidenti... sembrare più amichevole mi riesce malissimo, anzi non mi riesce proprio">>.

D'altro canto, la bambina continuava a non cambiare espressiome. << N-non farmi male kudasai! >>

Oreki stava iniziando a farsi prendere dal panico. <<"Accipicchia, non ho la più pallida idea di che fare! Non posso mica andarmene via come se non avessi visto nulla! Che cosa faccio? Vediamo...">>

Mentre cercava di pensare a qualcosa per quell'assurda situazione un aiuto dal cielo cadde in suo soccorso, sottoforma di sussurro.

<< S-sì... >>

<< Eh?>>

La bambina continuava a tremare. stretta al suo vestito bianco che la faceva sembrare un fantasma. << Ho..... freddo>>

<< Eh? Ah, si >>.

Oreki si avvicinò alla bimba che indietreggiò subito. Sembrava un cane abbandonato, che ha paura di tutto e di tutti e non si avvicina a nessuno. Allora fece qualcosa che probabilmente non si sarebbe mai sognato di fare o di dire neanche nei suoi sogni più bui. Allungò le braccia con la giacca in modo da avvolgerla, ma senza farlo ancora, sorrise (un sorriso sincero, non forzato) e disse:

<< Non avere paura, non c'è pericolo, sei al sicuro adesso, vieni qua, c'è un bel calduccio. >> Lui stesso si stupì di quel tono caldo. Ma da dove era uscito? Fatto stava che stava funzionando e per questo non si fece domande. La bimba sembrava essersi tranquillizzata, abbassò la testa, come per pensarci su un attimo. Poi si avvicinò, passo per passo, fino ad arrivare davanti a lui lasciandosi avvolgere.

<<" Hoy....e adesso? Ora che ci penso non posso tornarmene a casa, cosa direi ad aneki? e a papà? " Ah, ciao, ecco ho trovato questa bambina al parco e sembra sia stata maltrattata, che ci faccio? " NO. no, no e no. E' una cosa a dir poco inverosimile... No, c'è una persona che conosco abbastanza bene da sapere che saprebbe cosa fare in certe situazioni >>.

Oreki non era abbastanza sicuro su come presentarsi, ma infondo non importava, era sicuro che quella persona avrebbe compreso, e lo avrebbe aiutato.

Bruururu....

<< Ah.... >> la bimba abbassò lo sguardo sul suo stomaco, complice di quel brusio.

<< Eh? Hai fame? >>

<< Mh... si >>

Oreki passò dal confuso allo stupito..stava per chiedere alla bimba se ce la faceva a camminare ( voleva portarla in un bar che conosceva e che rimaneva aperto sempre fino a tardi ) quando si accorse che era scalza. Okay, ora era alquanto... curioso.. di sapere chi fosse veramente quella bimba e cosa le fosse successo, ma ogni cosa aveva il suo tempo. Posò lo sguardo su quello fragile della bambina, abbassandosi alla sua altezza.

<< Ti porto in un posto dove possiamo mangiare un pò, vuoi che ti prenda in braccio? >>

Ebbene si, la situazione di quella bimba aveva spogliato Oreki di ogni suo ideale di "risparmio di energia" e decise di dedicarsi a lei, anche perchè non c'era da scherzare su una situazione del genere. Così si voltò, lasciò che la bimba si potesse mettere sulla sua schiena reggendola dalle gambe in modo che non cadesse e si diresse verso il bar.

Nessuno dei due si era accorto che qualcuno li stava silenziosamente seguendo.

Effetivamente era MOLTO affamata. Arrivati al bar aveva ordinato per la piccola una tazza di latte caldo e una brioche, che apprezzò molto visto che la divorò in un decimo di secondo. Uscirono da bar, con ancora Oreki che la teneva in braccio. Un sussurro che sapeva di latte e marmellata all'albicocca gli sfiorò il collo.

<<..... Ariga..tou >>

Eh? da quando avevano lasciato il bar non aveva fiatato e Oreki pensava d'aver fatto qualcosa che avesse potuto mettere la piccola in difficoltà, invece no. Era sollevato e.... felice. Non aveva mai fatto ringraziare un bambino per qualcosa che aveva fatto, di solito i bambini gli si tenevano alla larga. Sentiva una specie di calore espandergli dentro, e si sentiva bene. Non aveva mai provato nulla del genere, solo una volta, quella in cui disse a Chitanda che si sarebbe occupato lui dei lavori finanziari della sua azienda, ma lei non aveva ben capito, nonostante ciò gli aveva sorriso in un modo così dolce che Oreki non potè far a meno di sorridere a sua volta, e mentre ci pensava, non si era accorto che aveva raggiunto la residenza Chitanda e che nel frattempo la piccina si era addormentata. Suonò il campanello. Ne uscì fuori Chitanda, con una gonna lunga bianca e una maglia a maniche corte azzurrina con addosso un grembiule, si vede che stava preparando la cena. Quando uscì e lo vide, i suoi occhi sgranarono dalla sorpresa.

<< Oreki-san? Che ci fai qui? >>

<< Mi serve una mano >> e si girò per mostrare la bambina.

Chitanda la guardò ancora più sorpresa, e se possibile i suoi occhi sgranarono ancora di più. Volse lo sguardo a Oreki, confusa, in cerca di spiegazioni, e li fece entrare. Prese la bimba in braccio per portarla a letto, nella sua stanza. Poi si spostarono in cucina, dove si fece spiegare cosa era successo, e alla fine del racconto guardò Oreki preoccupata:

<< E se l'avessero abbandonata veramente? >> chiese;

 <<" Non l'ho mai vista così preoccupata>> pensò <<" E' diversa da quella volta dell'episodio del cioccolato di Mayaka...meglio rassicurarla..." >>.

<< Non lo so, ma era impauritissima quando ho provato ad avvicinarla, e poi era scalza, magari è scappata di casa >>

POV HOTAROU

Alla mia ipotesi Chitanda spalancò pian piano gli occhi per poi abbassare lo sguardo a terra. Ci stava pensando seriamente, ad ospitarla.

<< Per adesso posso tenerla qui se vuoi, i miei genitori non torneranno a casa per le prossime due settimane per motivi di lavoro, e inoltre da domani iniziano le vacanze di Pasqua, abbiamo tutto il tempo per scoprire chi è. Però non potrò tenerla per sempre >> .

<< Mh..in effetti... forse dovremmo avvisare la polizia >> in effetti era la cosa più giusta da fare, pensò.

<< NO! >>

Chitanda e Oreki si voltarono di scatto e videro la bimba in piedi, appena davanti alla porta con un cuscino in mano, con le lacrime agli occhi, che li guardava implorante e chiedeva di non chiamare la polizia.

<< La polizia.... non ti piace? >> Chiese Chitanda con tono dolce e comprensivo.

La bambina rispose abbassando lo sguardo << ... no. >>. Aveva gli occhi lucidi.

<< Ok, allora non la chiamiamo. Vuoi un pò di latte? >> le chiese Chitanda, sorridendo

<< Mhh.... si >> fece timida.

<< Allora vieni, te ne scaldo un pò >>

Dopo dieci minuti Oreki le fissava incredulo: c'era Chitanda seduta sulla sedia in cucina che teneva in braccio la bambina che beveva il latte. Oreki era a due passi da loro e poteva ben vedere lo sguardo attento e dolce al tempo stesso di Chitanda, mentre la guardava. Sembrava.... una mamma.

<< Come ti chiami? >> Le chiese Chitanda con fare dolce

<< Yui >> disse a bassa voce

<< Ti va di rimanere qui a dormire, Yui-chan? >>

<< ... si >>

<< Menomale! >> Disse sinceramente felice, e anche Oreki, ora, era decisamente più rilassato. Poi pare che a Chitanda venne un dubbio.

<< Però... come facciamo con le attività del club, Oreki-san? Dobbiamo dirlo anche a Fukube-san e a Mayaka-chan? >>

Oreki impallidì. << No, non necessariamente, e poi... mi ci vedo già Satoshi e Mayaka che dicono qualcosa sul fatto che non si immaginano me che mi prendo cura di un bambino, meglio evitare >> Era davvero, davvero, meglio evitare. Gli sarebbe costato una fatica terribile.

<< Allora che si fa? >>

<< Possiamo fare a turni: chi va al club e chi sta con Yui >> <<" Metodo improbabile, ma almeno non perderemo di vista la situazione scolastica ne quella venutasi a creare" >>. pensò.

<< Mh, ok. >>

<< Ok, allora io vad- >>

Non fece in tempo a finire la frase che Yui lo prese per un lembo della maglia urlandogli.

<< No! >>

<< Eh? >>

<< Qua... >>

<< Eh? >>  Oreki era totalmente confuso.

<< Stai qua... >> disse. La voce si perse in un sussurro. << ..perfavore >>

Chitanda la guardava stupita, poi guardò Oreki che era confusissimo e non sapeva che fare, così Chitanda prese in mano la situazione.

<< Potresti fermarti a dormire qui, Oreki-san, c'è la stanza degli ospiti che è poco lontano dalla mia camera >>

<< Eh? ah... prima devo chiamare a casa >> disse tentando di fuggire a quell'assurda cosa che si era venuta a creare.

<< Okay >>

<<" Meglio uscire un'attimo e allontanarmi da tutta questa situazione... E ora che cavolo dico a Tomoe?? Se le dico che rimango a dormire a casa di una ragazza mi prenderà di mira per i prossimi 20 anni, meglio dirle che sono da Satoshi ">>. Detto questo si sfilò il cellulare dalla tasca, componendo velocemente il numero della sorella.

.......tuuuu....tuuuuu.........

Una voce furente prese a strillare sfondandogli i timpani. Cercando di sovrastare quel fiume di domande sul dov'era a quell'ora e che diavolo stava combinando rispose in fretta.

<<  Calmati onee-san, stò bene, mmh, mi ero addormentato... si, a proposito di questo rimango a dormire a casa di Satoshi per un progetto di scienze, non cucinare per me stasera, mmh, mhh, si..... EH!? Riparti? Dalla mamma? Per quanto? aah... eh? viene anche papà con te? ..Io? Io....( si girò un'attimo a guardare Chitanda e Yui)... no, resto qua, ho le attività del club.. e smettila! Ok, si ho le chiavi di casa... già sta sera? mmh... ok. ciao, ciao, salutamela, mhh, ciao. >>

Dopo un lungo sospiro tornò dentro casa. Seguì Chitanda nella camera degli ospiti e, dopo che lei gli fece il futon, si sedette per parlarle  del fatto che sua sorella gli aveva appena detto che lei e suo padre se ne sarebbero andati per un tempo indeterminato e che, se voleva, poteva ospitare anche lui Yui a casa sua. Anzi, ora che ci pensava era l'unica soluzione ed era capitata proprio a fagiolo. Capitava spesso che la sua famiglia si mettesse a viaggiare, si, ma il tempismo di quell'assurda coincidenza gli fece comunque venire i brividi. Chitanda ne sembrava contenta. Si alzò per andare in camera sua con Yui, che la seguì, e se ne andò lasciandolo solo nella stanza per gli ospiti dove avrebbe dormito quella notte, a sole tre stanze lontana da quella della ragazza.

<<" Accidenti... che situazione..." >>  e, mentre ripensava alla piega incredibile che aveva preso quella searata, si addormentò, in un sonno senza sogni.
   
 
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