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Autore: yu90    12/08/2015    1 recensioni
Due anni dopo lo scontro, il suo ritorno da Londra, il suo sorriso spento.... quello che Strawberry si porta dentro, lo scoprirà il giovane americano e inizierà un cammino con lei.... La consapevolezza che quando qualcuno sta per lasciarci è devastante... ma i sentimenti della persona amata possono essere potenti per affrontare il dolore che ti devasta... Niente ti può preparare ad affrontare quel momento, ma l'amore può aiutarti a goderti il momento fino alla fine... Senza avere poi rimpianti... è una Strawberry x Ryan
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ryan aprì gli occhi, un rumore aveva disturbato il suo riposo. Non capiva cosa potesse essere, si mise in ascolto…lo sentì ancora, era un suono ritmico ma breve… Qualcuno stava bussando alla porta…
Si alzò di malavoglia dal suo giaciglio, facendo attenzione a non svegliare la ragazza che dormiva accanto a se.
Dopo quel bacio si erano rimessi a guardare il film, non avevano detto niente. Si erano limitati a restare abbracciati su quel divano decisamente non adatto a due persone.
Stirandosi Ryan si avviò verso la porta, sorpreso di ricevere visite a quell’ora.
Aprì il portone e restò sorpreso, davanti a se…Shintaro Momoya…
«Buon giorno… tutto bene?» chiese Ryan iniziando a preoccuparsi, decisamente non era normale ricevere delle visite alle sei e mezza del mattino, non era normale che il padre della ragazza con sui si era addormentato la sera prima fosse davanti alla porta di casa sua… Decisamente tutta quella situazione era assurda, poi un pensiero terribile iniziò a farsi strada nella sua mente… Sakura…
Come ad aver intuito i suoi pensieri Shintaro gli sorrise bonariamente «Scusami per l’ora, ma Strawberry non aveva un cambio di abiti questa mattina e mi aveva accennato che doveva lavorare oggi… Purtroppo non ricordavo il turno ed ho pensato di passare prima di andare in ufficio…» come a giustificarsi gli fece vedere la borsa di carta bianca che reggeva nella mano destra.
Ryan si rilassò visibilmente «Strawberry sta ancora dormendo… Vuole entrare per un caffè?» chiese il ragazzo facendogli segno di entrare.
Shintaro parve riflettere un istante, ma poi scosse il capo «Mi dispiace non potermi trattenere, ma questa mattina ho una teleconferenza molto importante quindi devo andare…»
Ryan notò che aveva fretta, era come se non vedesse l’ora di allontanarsi da tutto e da tutti… «Signor Momoya, so di non essere nessuno per dirle una cosa del genere, ma non è scappando che affronterà il problema…»
L’uomo s’irrigidì sulla soglia del caffè. Come era possibile che un ragazzo lo avesse smascherato, era così palese?
«Non so a che cosa tu ti riferisca» disse fingendo sorpreso l’uomo.
Il biondo gli sorrise appena, un sorriso furbo di chi ha fatto centro.
«Sto solo dicendo che ho visto Sakura… ho accompagnato Strawberry l’altro giorno… Non è scappando da sua moglie e sua figlia che metterà a posto le cose… Lo so perché anche io ci ho provato quando sono morti i miei genitori…»
Shintaro restò sorpreso da quell’affermazione, non era a conoscenza della situazione del ragazzo. Ecco perché era riuscito a smascherarlo senza problemi.
L’uomo lo guardò negli occhi e sorridendogli disse: «Lo so… ma non posso lasciare andare la donna che amo da tutta una vita… Non voglio lasciarla andare…» poi gli porse la borsa e senza aggiungere altro tornò alla sua auto.
 
Ryan sospirò e si passò una mano tra i capelli. Poco dopo sentì dei passi provenire dal piano di sopra e subito dopo apparve Kyle, ancora un po’ assonnato.
«Buon giorno» gli disse il biondo appoggiando la borsa che gli aveva dato Shintaro nel guardaroba che si trovava all’ingresso.
«Siamo mattinieri questa mattina» sorrise Kyle notando che aveva ancora l’aria assonnata. Di solito il ragazzo si svegliava sempre molto presto, quindi era piacevolmente sorpreso di vedere che si era alzato a poco.
«E’ passato il papà di Strawberry a lasciarle un cambio di abiti…» poi gli scappò uno sbadiglio.
Kyle sorrise nel vederlo comportarsi come un ragazzo della sua età «Allora Ryan devi dirmi qualcosa?» iniziò a trafficare con i vari attrezzi della cucina per mettersi a preparare la colazione per loro tre.
Ryan fece finta di non capire a che cosa si riferisse e fece spallucce.
Il moro sorrise, il ragazzo era arrossito, quindi qualcosa si stava muovendo.
«Non lo so Kyle… adesso lei deve pensare ad altro… non voglio darle ulteriori pensieri, per adesso va bene così… vedremo quello che succede».
Ryan non aveva rivelato niente, ma Kyle con quella semplice frase capì che qualcosa stava cambiando e così decise di non mettergli pressione. La situazione era già troppo delicata.
«Tra poco dovremmo andare a svegliare Strawberry, dobbiamo aprire il locale e presto arriveranno anche le ragazze» disse grattandosi il mento pensieroso.
«Hai ragione, vado a svegliare quella dormigliona» disse Ryan dirigendosi verso l’ex laboratorio.
Kyle restò sorpreso e non poté fare a meno di chiedere «Perché stai andando di sotto se la stanza degli ospiti è al piano superiore?» era davvero confuso.
Ryan si grattò la nuca imbarazzato «Ieri sera ci siamo messi a guardare un film poco dopo che sei andato a letto e ci siamo addormentati sul divano»
«Ah capisco… non voglio sapere altro, va a svegliare Strawberry io preparo la colazione »
Il biondo gli sorrise e sparì nel seminterrato.
Si avvicinò cauto alla ragazza, la osservò mentre dormiva, il respiro lento e regolare, la bocca appena dischiusa. I lunghi capelli rossi sparsi sul cuscino del divano.
Senza rendersene conto si portò la mano alle labbra e ripensò al bacio che si erano scambiati la sera prima. Era stata come una carezza appena percettibile, ma devastante al punto da fargli sobbalzare il cuore nel petto… La cosa che lo lasciava più sconcertato era il fatto che era stata lei a baciare lui e non il contrario.
Si gli era piaciuto e non era nemmeno il loro primo bacio… quello che lui aveva dato a lei era più uno scherzo… Questa volta invece era stato completamente diverso. Era stato intenso.
«Strawberry… svegliati è ora di colazione» le accarezzò il viso e lei poco dopo aprì gli occhi.
Non era più la dormigliona di una volta, adesso con niente sobbalzava.
«Ciao Ryan» disse con gli occhi socchiusi e la voce impastata di sonno.
Il ragazzo sorrise, era davvero dolce appena sveglia.
Strawberry aprì completamente gli occhi e restò a guardare il soffitto per qualche istante.
«E’ passato tuo padre, mi ha lasciato il tuo cambio di vestiti… una fortuna dal momento che ieri ci siamo dimenticati di metterli ad asciugare» sorrise porgendole la borsa.
Strawberry si mise a sedere sul divano, poi prese la borsa dalle mani del ragazzo e arrossì non appena incontrò i suoi occhi.
Con la mente tornò al bacio che lei gli aveva dato la sera prima… Cosa sarebbe successo adesso? Lei era a conoscenza di quello che lui provava, ma ancora non capiva cosa provasse lei… Dopo Mark non si era più nemmeno preoccupata dei ragazzi, non aveva tempo e soprattutto aveva paura che non appena avessero scoperto di sua madre sarebbero scappati.
 
«Strawberry ci sei?» le chiese Ryan guardandola con attenzione.
«Si scusa, grazie mille… » disse alzandosi di scatto e correndo al piano di sopra per cambiarsi.
Ryan restò sconcertato dalla sua reazione… Certo se lo era immaginato, ma vederlo accadere gli aveva fatto male e non poco…
 
La colazione passò velocemente e poco dopo la ragazza corse negli spogliatoi per prepararsi al suo turno di lavoro.
Ryan la osservava da lontano, c’era qualcosa nei suoi occhi che non riusciva a decifrare, ma non le avrebbe chiesto niente, non aveva bisogno di altre cose di cui preoccuparsi, poi presto sarebbero arrivate le ragazze e questo bastava già a renderla nervoso.
 
Andò ad aprire il locale e poco dopo arrivarono le altre ragazze.
Fu Mina la prima a parlare «Lei dov’è?» chiese con il suo solito tono sbrigativo.
Ryan sollevò il sopracciglio destro, i loro occhi fissi uno nello sguardo dell’altro «Si sta cambiando» il tono era glaciale.
Mina scese di sotto seguita dalle altre che provavano a calmarla, Ryan percepì distintamente Lory dire «Così non risolvi niente Mina calmati».
Il biondo girò il cartello nuovamente da aperto a chiuso, prima era meglio mettere a posto questa situazione.
Kyle lo guardò perplesso e lo seguì negli spogliatoi.
Arrivarono davanti alla porta chiusa e sentirono le ragazze litigare furiosamente.
Bussarono, Pam aprì la porta e fece segno loro di entrare «Datemi una mano a farle ragionare, Mina ha attaccato Strawberry e questo è il risultato»
Ryan per la prima volta urlò «ADESSO BASTA»
Silenzio…
Nessuno in quella stanza aveva il coraggio di parlare.
«La volete finire, credete di risolvere qualcosa litigando in questo modo?» il biondo aveva abbassato il tono, aveva attirato la loro attenzione.
Lory e Paddy guardavano fissi il pavimento, Mina incontrò gli occhi del biondo e iniziò a parlare «Perché tu dovresti essere arrabbiato con lei, dopotutto tu sapevi tutto… Noi siamo state tenuto all’oscuro per anni, poi aveva il coraggio di dire che eravamo le sue migliore amiche?»
Ryan si stizzì «Se fossi presa meno da te stessa, avresti chiesto queste cose a Strawberry senza attaccarla…»  Mina sgranò gli occhi.
Ryan aveva ragione, era così presa dal fatto di essere stata tagliata fuori da non averle chiesto il motivo di quella decisione.
«Sai Mina, sarebbe bastato osservarla da quando era tornata da Londra, le avete mai chiesto il perché di quella decisione o cosa fosse successo con Mark? No eri troppo presa dalla tua vita per rendertene conto… Tu hai il coraggio di dire che è la tua migliore amica, ma non ti sei accorta di nulla»
Il biondo abbassò lo sguardo non appena la rossa lo fissò, Strawberry era sorpresa, Ryan la stava difendendo.
«Tu te ne sei accorto?» chiese facendo la saputella Mina.
«Io si… da non l’ho mai attaccata» i due sembravano due leoni pronti a sbranarsi.
Kyle aveva capito il vero problema, la ragazza era ferita, Ryan arrabbiato e nessuno riusciva a comunicare.
Prese la parola «Ragazzi calmatevi… Ascoltate le motivazioni di Strawberry prima di attaccarla, capisco che siate ferite, ma non ha bisogno di perdere altre persone adesso… So che vi volete bene, ma il modo è sbagliato…» riuscì a placare gli animi.
Fu Lory a porre la domanda «Perché ci hai tenuto nascosto una cosa così per due anni Strawberry?» il tono ferito, gli occhi bassi.
Strawberry sapeva di avere sbagliato, poi le tornò alla mente la lite furiosa che aveva avuto con Mark.
Prese un respiro profondo «Sono tornata da Londra perché non sopportavo la presenza di Mark… quando gli avevo detto di mia madre… bhè mi ha lasciato affrontare tutto da sola… Avevo paura che voi avreste fatto lo stesso» iniziò a piangere.
Mina prese la parola non trattenendo nemmeno lei le lacrime «Sei una stupida, siamo rimaste con te quando abbiamo scoperto che Mark era profondo Blu, siam rimaste sempre al tuo fianco, abbiamo combattuto con te dandoti la nostra forza perché ci fidavamo di te… Tu non ti sei fidata di noi»
Tutti i presenti restarono a guardare le due ragazze che piangevano al centro dello spogliatoio.
«Avete ragione… Ma dirlo ad alta voce, voleva dire accettare la realtà… Io non voglio accettarla… Io…» non riuscì a terminare la frase, i singhiozzi cominciarono a farla sussultare.
Mina si avvicinò e la strinse forte «Io ci sarò sempre per te, non devi affrontare tutto da sola… Stupida» poi si abbracciarono e piansero strette.
Lory, Pam e Paddy si unirono all’abbraccio.
Kyle in quel momento si rese conto che non c’erano persone migliori per il progetto che lui e Ryan avevano messo in piedi anni prima.
Il biondo uscì lasciando la stanza… Si sentiva inerme nel vederla, lui non poteva fare niente… poi un’idea gli balzò alla mente e senza che gli altri se ne accorgessero uscì dal locale.
 
Con la moto sfrecciava velocemente per le strade di Tokyo, sapeva esattamente dove stava andando, aveva bisogno di risposte e le avrebbe ottenute.
Giunse dinanzi ad un grattacielo, dentro avrebbe trovato il suo obiettivo…
Una giovane segretaria lo accolse «posso aiutarla» disse giocando con una ciocca dei lunghi capelli castani.
«Shintaro Momoya» disse secco.
Doveva parlare con il padre della ragazza, doveva capire…
La donna davanti a lui lo fissò perplessa, poi gli chiese cortesemente chi dovesse annunciare.
Ryan si sentì sollevato quando Shintaro lo ricevette.
Salì nel suo ufficio, trovò l’uomo seduto alla sua scrivania.
Appena lo vide entrare Shintaro si alzò dalla sua postazione e si avvicinò al ragazzo «Cosa posso fare per te?» chiese cordiale.
«Non vorrei sembrarle invadente, ma devo sapere la situazione di Sakura…» era stato diretto come una lama.
«Immaginavo che prima o poi io e te avremmo avuto questa discussione» disse con un sorriso amaro sul volto.
«Mi scusi Signor Momoya, ma se vuole che stia vicino a Strawberry devo sapere che cosa devo aspettarmi… a cosa vado incontro…» nessuno dei due aveva smesso un istante di guardare negli occhi l’altro.
«Mettiti seduto, ti racconterò tutto» disse Shintaro sospirando, poi gli fece segno di sedersi di fronte alla sua scrivania.
Ryan guardò la scrivania di Shintaro e notò che aveva solo un portafoto dalla forma strana, dentro ad esso tre fotografie, uno dove raffigurava lui insieme alla sua famiglia, con una Strawberry piccola, quella accanto mostrava sua moglie e sua figlia e l’ultima ritraeva solo la madre della ragazza.
Shintaro notò che le stava fissando e mettendosi a sedere disse «Si somigliano molto lei e sua madre, non solo nell’aspetto, anche nel carattere…» incrociò le mani davanti al viso.
«Allora ragazzo cosa vuoi sapere?» disse serio l’uomo.
Ryan non si lasciò intimorire, mettendosi comodo sulla poltrona di fronte a Shintaro chiese «La situazione di Sakura… è così irreversibile?»
L’uomo aveva capito già da tempo che quel ragazzo sapeva il fatto suo, sorrise appena, poi gli disse: «Purtroppo ha smesso di rispondere alle terapie, non sanno più cosa fare, l’unica cosa è tenerla in ospedale per assisterla… non possiamo nemmeno sperare in un trapianto di midollo, purtroppo la situazione è compromessa a tal punto che un intervento potrebbe ucciderla e se anche non morisse durante l’intervento, la percentuale di riuscita è bassa… Sakura è sempre stata cagionevole di salute» abbassò lo sguardo sulle foto.
«Scusi l’invadenza, ma non sarebbe più facile sia per lei che per Strawberry avere Sakura a casa e darle assistenza li?» Ryan conosceva bene quel tipo di malattia, dopotutto aveva una laurea in ingegneria genetica, ma perché non farle passare a casa quello che le restava da vivere?
«Il problema Ryan è che io da solo non posso permettermi quel tipo di terapie a casa, ecco perché sto lavorando tanto… vorrei poter riportare la madre di mia figli a casa… Lo vorrei tanto…»
Adesso si spiegava il continuo lavorare di Shintaro, rinunciava a del tempo prezioso con la donna che amava per regalare il tempo che le restava con la figlia.
«Capisco… Scusi» Ryan non sapeva bene come comportarsi, di solito era lui a far sentire le persone in quel modo.
«Non preoccuparti Ryan, Sakura è stata felice di averti li con Strawberry, ha detto che le fai tornare il sorriso… quello vero…»
Ryan non ce la faceva più, doveva lasciare quel posto, doveva pensare ad una soluzione, avrebbe fatto di tutto per la sua gattina.
«Adesso la lascio al suo lavoro, mi scusi ancora per averla disturbata» poi si alzò e se ne andò.
Shintaro restò perplesso da quella strana reazione, ma dopotutto aveva capito da tempo che quel ragazzo sarebbe stato importante per la figlia, nonostante fosse geloso della sua bambina, sentiva di poter accettare quel ragazzo, lui avrebbe dato la vita per lei.
 
Al caffè le ragazze chiarirono tutto, aprirono il caffè e tornarono alla loro routine. Strawberry aveva notato l’assenza di Ryan per tutto il giorno, aveva chiesto a Kyle, ma lui ne sapeva quanto lei.
La giornata di lavoro terminò ma del biondo nemmeno l’ombra.
«Noi andiamo» dissero in coro le ragazze.
Kyle le salutò cordialmente, ma si rese conto che Strawberry non era con loro «Strawberry?» chiese alle ragazze prima che lasciassero il caffè.
Fu Pam a rispondere «Dice che vuole aspettare Ryan…» poi se ne andò con il cellulare alla mano.
Kyle sorrise alla modella, poi raggiunse la ragazza nel salone «Strawberry…» chiamò calmo.
«Sono qui Kyle» disse lei.
Si era rannicchiata sul divano nel sotterraneo dove aveva dormito la sera prima.
«Non so a che ora sarà di ritorno Ryan… ti accompagno a casa?» le disse restando fermo nella sua posizione.
Poco dopo si aprì la porta sul retro, Ryan era tornato.
Strawberry e Kyle gli andarono incontro.
«Ehi cosa fai ancora qui?» chiese il biondo vedendosela davanti.
«Io avevo bisogno di ringraziarti per oggi…» abbassò lo sguardo arrossendo, si era ricordato del bacio.
«Tranquilla, dai andiamo ti porto a casa…» poi riprese le chiavi della moto e un secondo casco e uscirono sotto lo sguardo bonario di Kyle.
 
Arrivarono davanti casa della ragazza, dentro c’era la luce accesa, sicuramente Shintaro era a casa.
Ryan si ritrovò a sorridere, avrebbe fatto tutto per quella ragazza…
«Vuoi entrare?» chiese la ragazza scendendo dalla moto e porgendogli il casco.
«Passa un po’ di tempo con tuo padre… io sarei il terzo in comodo…» disse abbozzano un sorriso.
La rossa si spinse verso di lui e gli diede un bacio sulla guancia.
«Grazie» disse poi guardandolo negli occhi.
Lui non disse niente, si limitò a darle un leggero buffetto sul naso, poi ripartì alla volta di casa sua.
 
Strawberry entrò in casa e restò senza parole, davanti a se ritrovò le sue migliori amiche, suo padre e lei, sua madre.
 Era a casa… Sakura era in piedi nel corridoio che la fissava sorridente
«Mamma» disse correndole incontro…





Colpo di scena.... come mai Sakura è a casa... spero che questo capitolo vi sia piaciuto
  
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