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Autore: BlackHawk    13/08/2015    1 recensioni
-Non è il posto che fa per te- disse una voce alle sue spalle. Si voltò sorpresa verso l’uomo che le aveva servito da bere, il cui nome le sembrava di aver capito fosse Jet.
-E chi lo dice?- chiese Emma, inarcando un sopracciglio.
-Ti do un consiglio Emma. Finisci la tua birra e vattene da qui.- disse Jet, appoggiandosi al ripiano del lavandino alle sue spalle.
Era a braccia conserte e la fissava intensamente, come a volerle leggere dentro.
-Ho bisogno di un lavoro. Non è facile trovarne uno di questi giorni.- disse Emma, sorpresa che lui avesse sentito la sua conversazione con Kian e l’avesse chiamata per nome.
-Chi è Karen?- chiese lui, dopo un po’.
Emma prese un sorso di birra, sperando che scacciasse il nodo in gola che le si era formato. -Era la mia migliore amica. Lavorava qui. È stata assassinata due anni fa, ma non hanno trovato il colpevole.- rispose Emma, incapace di mascherare la rabbia.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Emma camminava su e giù per la stanza da un’ora.
Subito dopo aver capito che Jet l’aveva ingannata lo aveva insultato per una mezzora ininterrottamente. Poi aveva preso un respiro profondo e si era calmata, cercando di elaborare un piano per uscire di lì.
Le era venuto in mente che da un momento all’altro sarebbe arrivato qualcuno per riordinare la stanza e quindi aveva deciso di aspettare pazientemente, seduta sul letto. Ma nessuno era arrivato, quindi si era sforzata di cercare un altro modo per uscire. Si era affacciata dalla finestra, guardando giù. La loro stanza era al quarto piano, come sarebbe potuta uscire di lì?
Poi era arrivata l’illuminazione. Si era fiondata sul telefono della stanza, per chiamare la reception, ma aveva scoperto che era fuori uso.
La sua ultima chance era stata il suo cellulare. Era scarico, ma aveva portato con sé il caricatore quindi non doveva essere un problema. Aveva preso la sua borsa per cercarlo. Niente. Jet  doveva aver preso anche quello perché Emma non l’aveva trovato da nessuna parte.
Alla fine si era arresa. Era rimasta seduta a terra per ore, in attesa che lui tornasse, ma dopo un po’ aveva sentito il bisogno di alzarsi. Aveva lo stomaco aggrovigliato e il suo cuore batteva forte nel petto, impedendole di respirare normalmente.
E se fosse in pericolo? Se avesse bisogno di aiuto? Perché mi ha chiuso qui dentro? Emma non aveva potuto fare a meno di continuare a tormentarsi tutto il tempo con quel tipo di domande.
Quando sentì il rumore di una chiava che girava nella toppa si fermò. Era Jet? Doveva essere lui.
Tirò un sospiro di sollievo quando incrociò i suoi meravigliosi occhi azzurri. Il sollievo fu subito sostituito dalla rabbia. Si scagliò contro di lui non appena si chiuse la porta alle spalle.
-Che cazzo ti è saltato in mente? Mi hai chiuso qui dentro!- urlò Emma, furiosa.
Jet sospirò. –Non potevi  venire con me, Emma.-
Emma si avvicinò a lui con decisione, fino a trovarsi talmente vicino a lui da poter inalare il suo profumo.
-Sei un coglione Jet! Ti avevo promesso che avrei fatto tutto quello che mi avessi detto, ma tu invece mi hai ingannata!-
-Emma ti prego..- iniziò a dire lui.
-Emma un cazzo! E se ci fosse stata un’emergenza e fossi dovuta uscire in fretta dalla stanza? Mi hai messo in pericolo!-
Jet sussultò. Evidentemente non ci aveva pensato.
-Non puoi continuare così, Jet. Non puoi proteggermi da tutto e da tutti.- disse Emma, addolcendo il tono di voce.
Jet la fissò. Emma vide preoccupazione nei suoi occhi.
-Devi fidarti di me.- gli disse, toccandogli il braccio su cui era tatuata la fascia nera in memoria del fratello.
Jet si concentrò sulla maglia di Emma. –Hai portato questa- mormorò, posandole una mano sul fianco.
Emma lo guardò confusa. Di che stava parlando?
–Ce l’avevi il giorno in cui ti sei presentata per la prima volta al Serendipity.- spiegò Jet, con un tono strano.
Emma non ricordava affatto di aver indossato quella maglia.
Una serie di ricordi riaffiorò nella sua mente, come un fiume in piena. La prima volta che avevano parlato, quando lui era stato davvero scortese nei suoi confronti; il bacio che lei gli aveva dato fuori dall’ufficio di Kian per evitare che il suo capo la sorprendesse ad origliare; la passeggiata che avevano fatto quando si erano incontrati per caso e lei gli aveva parlato di Karen.
Le tornò poi in mente il modo in cui si erano baciati quella sera a casa di Jet e quando lui le aveva parlato di Alec nel cuore della notte; la scenata che aveva fatto quando un cliente le aveva offerto da bere e il modo in cui aveva cercato di difenderla in presenza dei russi.
Ma furono gli ultimi ricordi a colpirla con maggior forza. Il giorno in cui Jet le aveva detto tre cose di lui che l’avevano turbata nel profondo e infine quel viaggio in macchina in cui lui aveva difeso suo fratello, che affermava di essersi innamorato di Serena in pochissimo tempo.
A quel punto capì. Gli afferrò il viso con decisione e lo baciò come se lui fosse la sua unica fonte di ossigeno.
Jet le afferrò i fianchi e l’attirò verso il suo corpo caldo e forte, rispondendo al bacio di Emma con la stessa energia e violenza. La sollevò quel tanto che permise ad Emma di allacciare le gambe intorno alla sua vita e poi la spinse contro il muro. I loro corpi aderivano in un modo tale che la fece rabbrividire di piacere.
Si ritrovò a baciare Jet in modo frenetico, con la schiena schiacciata contro la parete alle sue spalle. Lui cercava la lingua di Emma con la propria e spingeva i fianchi contro i suoi, chiarendo quanto la desiderasse.
Emma infilò una mano sotto la maglia di Jet, toccando il suo torace muscoloso, mentre lui la baciava sul collo.
-Devi togliertela-disse Emma, ansimando. Sollevò i bordi della maglietta e gliela sfilò, lanciandola poi in un punto indefinito della stanza. Fece scorrere la mani sul suo petto, seguendo ogni curva con le dita.
Jet smise di baciarla e socchiuse gli occhi, apprezzando il tocco delicato di Emma. Quando li riaprì erano di un azzurro profondo e intenso, nel quale Emma si stava perdendo sempre di più.
La guardò per un momento, come se avesse paura che lei potesse fermarlo e poi la sollevò, dirigendosi verso il letto. Dopo averla adagiata delicatamente riprese a baciarle il collo, mentre con una mano cercava di aprire i jeans di Emma. Se ne liberò come se fossero un ostacolo fastidioso e cominciò ad accarezzarle le cosce.
Emma si staccò da lui solo un attimo, il tempo di sbarazzarsi della  maglietta e del reggiseno.
Jet rimase immobile per alcuni secondi. La guardava come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto e il cuore di Emma batté più forte.
La baciò dolcemente sulle labbra e poi dedicò la sua attenzione al seno di Emma, con una lentezza che le faceva venire voglia di urlare. La portò al limite, stuzzicandola crudelmente con la lingua e con le mani.
Ci sono quasi, pensò Emma, avvertendo una sensazione che ormai non provava da tempo. Gemette frustrata quando lui si allontanò da lei.
-Voglio essere dentro di te.- sussurrò Jet, strusciando l’erezione dura contro di lei ed eccitandola  ancora di più. Lo vide liberarsi dei jeans e infine dell’ultimo ostacolo che li separava.
Jet si sdraiò sopra di lei, in modo da non schiacciarla con il suo peso.
Emma ansimò, poi però un pensiero fastidioso si insinuò nella sua mente.
-Aspetta- disse, ricorrendo a tutta la forza di volontà che aveva. –Hai…-
-Sono pulito Emma. Non sto con una donna da moltissimo tempo e con le altre ho sempre usato precauzioni.- la rassicurò. –Prendi la pillola?-
Emma annuì impercettibilmente, felice che il suo ciclo fosse così irregolare da aver bisogno di qualcosa che lo normalizzasse.
Jet intrecciò le mani alle sue e si posizionò fra le sue gambe.
La baciò di nuovo e poi con una spinta decisa entrò dentro di lei.
Emma si costrinse a non urlare. Era passato molto tempo dall’ultima volta che aveva fatto sesso e Jet se ne accorse.
-Sei così stretta- le sussurrò ad un orecchio. Rimase fermo per alcuni secondi, come se volesse darle il tempo di abituarsi a lui.
Emma si sporse in avanti e lo baciò.
Jet non ebbe bisogno di altro. Cominciò a muoversi lentamente dentro di lei, i muscoli delle spalle e del collo che si flettevano ad ogni suo movimento. All’improvviso velocizzò il ritmo, alternando spinte energiche e vigorose a baci profondi e violenti.
Emma ansimò più forte quando cominciò a sentire una pressione crescente al basso ventre. Jet le toccò il seno ed Emma esplose. Il suo urlo fu inghiottito dal bacio feroce di Jet.
Lo sentì irrigidirsi dentro di lei poco dopo e poi venire in modo violento, urlando il suo nome.
Jet uscì lentamente da lei e si ritrovarono sdraiati fianco a fianco, entrambi sudati e ansimanti.
Quando lui l’attirò verso di sé Emma lo baciò dolcemente.
-No- mormorò poi, con un sorriso stampato sulla faccia.
Jet la guardò confuso. –Che c’è piccola?- chiese preoccupato.
-La risposta alle tre domande è no- sussurrò Emma felice, mentre la stanchezza prendeva il sopravvento.
***
Emma si svegliò con una senso di soddisfazione che non aveva mai provato in vita sua. La testa poggiata sul petto di Jet e le gambe intrecciate alle sue. Quando si spostò leggermente per ammirare il suo viso si accorse che era sveglio.
Le rivolse uno di quei sorrisi che lasciavano Emma senza fiato. Si sporse in avanti e la baciò.
-Dormito bene?- le chiese poi, infilando una mano nei suoi capelli lunghi.
Emma annuì, poggiando di nuovo la testa sul suo petto.
-Prima di addormentarti..- iniziò a dire Jet, con un tono strano- hai detto qualcosa.-
Emma cercò di fare mente locale. Cosa gli aveva detto?
Poi ricordò. Gli aveva detto che la riposta alle tre domande era no. Sussultò quando si rese conto della verità. Lo amava.
-Non ricordo- mentì Emma. Non poteva dirglielo perché temeva che lui si sarebbe comportato in modo irrazionale e non le avrebbe permesso di aiutarlo a liberare James. E poi Jet non le aveva mai detto di amarla.
-Hai detto che la riposta è no. Alle tre domande. Quali domande?- insisté Jet.
-Davvero Jet, non ricordo- disse Emma, accarezzandogli dolcemente il petto.
-Ho fame- disse poi, cambiando argomento.
-Bel tentativo, Emma-
-Ma è vero! Non ricordo e poi sto morendo di fame.- replicò Emma, mentre si tirava su.
-Forse hai fatto troppa attività fisica- la prese in giro Jet.
Emma alzò gli occhi e sbuffò sonoramente. –Si vede che non ho più l’età. Sì, deve essere così. Credo che dovrò starmene buona d’ora in poi. Niente più attività fisica.-
Jet sorrise e poi cominciò a farle il solletico.
-Ok, basta. Ti prego- lo supplicò Emma, dopo poco.
-Doccia?- chiese Jet, in tono malizioso.
Emma scoppiò a ridere, ricordando la mattina che si era svegliata a casa sua.
-Dopo andiamo a mangiare però- disse Emma.
Jet annuì e poi la baciò di nuovo.
 
Angolo autrice
Scusate per il ritardo! Purtroppo ieri non ho avuto proprio il tempo materiale per scrivere!
Spero che pubblicando due capitoli sia riuscita a farmi perdonare e soprattutto spero che l’attesa sia valsa la pena…
Dal prossimo capitolo torna l’azione comunque, giuro ;)
Alla prossima!
   
 
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