Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Titillandus    13/08/2015    9 recensioni
Susan Isabel Baston odia il Quidditch, lo detesta con tutta sé stessa.
Ebbene sì, la secondogenita dell'exGrifondoro Oliver Baston, rinomato e ossessionato giocatore di Quidditch, è stata smistata in Corvonero e sembra essere attratta dai libri molto più che da questo sport.
Ma forse c'è una cosa che Susan odia più del Quidditch, anzi c'è qualcuno che Susan odia più del Quidditch: James Sirius Potter.
-
Ci sono capitoli extra riguardanti altri personaggi:
EXTRA UNO: Rose-Scorpius
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Lorcan Scamandro, Lysander Scamandro, Nuovo personaggio, Rose Weasley | Coppie: Lily Luna/Lysander, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
enjoy :)



CAPITOLO VENTISEI

 

Apro gli occhi con una certa fatica, li strofino per mettere meglio a fuoco.

Ma che ore saranno? La sveglia digitale sul comodino di una delle camere per gli ospiti di Rose dice che sono le 10.26.

Non è ancora ora di pranzo, ho un sonno tremendo, e non riesco a capire cosa possa avermi svegliata.

Mi giro sul fianco e lì, proprio , a pochi centimetri dal mio corpo c'è qualcosa, o meglio qualcuno, che non avrei mai immaginato di trovare.

James.

Ho un sussulto, ma spero che tutta me stessa che non lo abbia sentito.

Sono confusa, molto confusa. E più cerco di ricordare come sono finita qui, meno ricordo.

Merlino, fa solo che io non... oddio, non riesco nemmeno formulare il pensiero.

Ti prego, Merlino, no... io non posso... ma certo che no!

Come ho potuto anche solo immaginare una cosa del genere, no, no e no. Assolutamente no.

Ma adesso cosa faccio? Come lo spiego?

Devo per forza?

No, in effetti no.

Cerco di essere il più silenziosa possibile mentre mi allontano dal suo corpo sotto le coperte. Fa che non si svegli, non adesso. Merlino, ti prego, assistimi.

Scosto piano le coperte e metto il piedi per terra, raddrizzandomi, ancora seduta sul letto. La testa mi gira terribilmente, non so come farò ad arrivare alla porta.

Perché queste situazioni? Perché?

Susan sei una deficiente.

Mi ripeto questa frase per qualche secondo nella testa, come un mantra, ma, niente, il capogiro non passa.

Ma non posso decisamente rimanere qui. James non deve vedermi, James non deve ricordare qualcosa che nemmeno io ricordo.

James non deve e basta.

Provo ad alzarmi appoggiandomi al comodino, ma tutta la stanza intorno a me inizia a girare.

Bene. E adesso che cazzo faccio?

Sento le lacrime pungermi gli occhi.

No, Susan, cazzo. Non è questo il momento.

Ragiona.

Mi accascio sul pavimento e non appena mi appoggio a terra va già decisamente molto meglio.

E, cosa più importante, scorgo le mie scarpe sotto al letto. Devo eliminare ogni tipo di prova.

Io non sono mai stata qui.

Una volta recuperate le scarpe e controllato rapidamente di avere ancora addosso tutto, collant soprattutto, decido di fare l'unica cosa che mi sembra fattibile: strisciare fino alla porta.

Una volta fuori sarà tutto molto molto molto più facile.

Non vi chiedo di immaginare la scena, perché non credo che vi avvicinereste mai a quanto siano stati penosi per me quei pochi minuti in cui brandendo una scarpa per mano scivolavo centimetro dopo centimetro verso quella che sapevo essere la mia unica possibilità di salvezza, terrorizzata dall'idea che Potter potesse svegliarsi all'improvviso vedermi lì, così.

Quando poi la porta ha cigolato nell'aprirsi ho temuto il peggio. James ha borbottato qualcosa e il mio cuore si è fermato per un istante. Non credo di essere mai stata così in ansia in tutta la mia vita, mai.

E invece si è solo rigirato nelle coperte e ha continuato a ronfare beato.

Avrei sospirato per il sollievo, ma no, regola numero uno: nessun rumore.

E avevo ragione a pensare che fuori sarebbe stata tutta un'altra vita.

Nessuno in vista, se sorvoliamo su Fred addormentato in cima alla rampa di scale.

Mi accascio per un attimo sulla moquette del corridoio appoggiando la schiena al muro freddo. Un brivido la attraversa e percepisco una strana sensazione di dejà-vù. Come se fosse già successo e come se questa cosa dovesse ricordarmi qualcosa, ma più ci penso, meno ricordo.

Pazienza. Ho problemi più importanti da affrontare ora.

Mi alzo in piedi e anche se tutto continua a girare intorno a me, la sensazione di euforia per essere uscita indenne dalla camera di James mi persuade a proseguire. Devo trovare un posto in cui sedermi, o sdraiarmi, e fingere che non sia successo niente.

Il piccolo studio di Hermione Granger in fondo al corridoio mi sembra perfetto. Se anche ci entro e trovo qualcuno posso sempre borbottare di averlo scambiato per il bagno. Date le mie condizioni, di cui - tra parentesi - mi vergogno profondamente, nessuno potrebbe sospettare che non stia dicendo la verità.

Ma fortunatamente non trovo nessuno, se non una comodissima poltrona. Davvero invitante.

Ho ancora un sonno tremendo e non credo che nessuno si offenderà se schiaccio un pisolino qui, mentre il resto della casa si sveglia. Così mi accoccolo lasciando che il sonno mi culli di nuovo.

L'ho scampata e me lo devo un po' di riposo.

 

“Sue, ecco dove ti eri cacciata.”

Sento qualcuno ridacchiare.

“Buongiorno.”

Strofino gli occhi e a giudicare dalla massa informe di riccioli rossi che cerco di mettere a fuoco proprio di fronte a me dev'essere Rose a parlare. E la piega che le avevo fatto con tanta cura non deve aver superato la notte.

Rosie? Buongiorno anche a te..”

Dico sistemandomi meglio sulla poltrona. Ho ancora abbastanza sonno e la stanza intorno a me gira incredibilmente. Sto iniziando a ricordare cosa è successo qualche ora fa. Aiuto.

“Tutto bene? Dopo un po' ti ho persa ieri sera..”

“Oh si, si. Tranquilla, non sono abituata a bere molto e la testa mi girava un po'. Però è stata una bella festa, davvero. Proprio bella.”

Rose mi sorride.

“Devo aiutarti con qualcosa?” chiedo. Voglio evitare il più possibile domande a cui al momento non saprei nemmeno rispondere.

“Ma va, tranquilla. Abbiamo tutto il giorno per sistemare.” dice strizzandomi l'occhio.

“Oh, certo. Comunque auguri.” dico.

Che risposta scema.

Ma Rose ride e io con lei.

“Anche a te, Sue. Buon anno.” dice sorridendo.

Non so se posso raccontarle quello che è successo, non so se voglio che lo sappia.

Sono un'amica disgustosa. E mi viene da vomitare.

Buon anno. Si, proprio.

“Ah, ecco. Ti cercavo anche per questa. L'ho trovata in una delle camere degli ospiti mentre ti stavo cercando, credo che James te l'avesse nascosta, perché era proprio sotto un cuscino del letto in cui ronfava, e sta ronfando ancora, beatamente.” aggiunge ridendo mentre mi passa una pochette nera di vernice. La mia pochette nera di vernice.

Le sorrido riconoscente, non tanto per la borsetta, quanto per la sua ingenuità.

Avrebbe potuto trovarla chiunque altro, persino James, e io non avrei mai potuto fingere di non essere mai stata in quella stanza. Invece il destino ha voluto che fosse Rose, il mio angelo dai capelli rossi. Merlino, se è merito tuo, grazie.

“Oh, grazie, Rosie. La cercavo ieri sera infatti, volevo scrivere ai miei.. rimedio subito!”

Sostengo lo sguardo blu mare di Rose per qualcosa come un decimo di secondo, forse meno, prima di fingere di frugare nella borsa alla ricerca del cellulare. Sono una pessima bugiarda e nessuno lo sa meglio di lei. E sono anche una pessima amica, già.

Il mio frugare nella pochette, per quanto in effetti di possa frugare in una pochette, dura sono qualche istante, ma il cellulare mi offre subito un altro pretesto per non sollevare lo sguardo verso la mia migliore amica.

“Io vado a cercare Hugo, se ti va dopo raggiungimi giù.” dice Rose con un sorriso, uscendo dalla stanza.

“Oh certo, Rose. A dopo!”



Sul telefono comunque trovo davvero 3 messaggi.

Mamma:

Buon anno Sue, anche a tutti i tuoi amici.

Scrivimi per farmi sapere quando torni o se dobbiamo venire a prenderti noi. Baci, mamma e papà.

ciao mami, ieri avevo lasciato il telefono in camera e ho visto solo adesso. Poi chiedo a Rose e ti faccio sapere. Ma credo che mi smaterializzerò verso cena. Buon anno anche a voi! :)

 

Drew:

Già il fatto che tu sia ad una festa mi preoccupa, sicura di star bene? Non va contro qualche regola di Corvonero? Fammi sapere, buon anno sorellina.

Ah Ah Ah, sempre simpatico anche con l'anno nuovo. Auguri anche a te Drew. :P

 

Dave:

Qua in Irlanda non prende niente e mandarti un gufo non mi sembra proprio una buona idea (anche perché non so dove sei), spero che il messaggio ti arrivi comunque. Buon anno, Sue! :)

So che magari come proposta ti sembrerà fuori luogo, ma non mi sono ancora scusato per il ballo, ci facciamo una burrobirra uno di questi giorni?

Ma scusarti per cosa? Dai eh, come fosse colpa tua! Niente scuse, ma una burrobirra più che volentieri. Magari ci sentiamo ancora in questi giorni così ti so dire meglio quando riesco.
Buon anno anche a te, comunque! ;)

Ho proprio voglia di fare una chiacchierata con Dave. È sempre così calmo, così protettivo nei mie confronti. Ho davvero voglia di vederlo.

 


“Baston, è davvero un piacere rivederti così in splendida forma e in così splendida compagnia.”

NO. IO MI RIFIUTO.

Pretendo una lista, e la pretendo adesso, di cosa ho fatto di male nella mia vita per meritarmi tutto questo.

Perché io mi chiedo: perché? Perché adesso e perché qui?

Matthew Davies in tutto il suo splendore. Mano nella mano con la sua nuova biondissima e bellissima conquista, che non merita nemmeno di essere nominata.

“Ciao Domi! Mat, tutto bene fuori da Hogwarts?” chiede Dave per niente imbarazzato dalla situazione.

Come fa Dave ad avere sempre tutto sotto controllo? Come fa a essere sempre così pronto a essere gentile? Persino Mathew sembra spiazzato da tutta questa sicurezza.

“Tutto bene, Robins. Sto collaborando con alcuni allevatori di Draghi in Romania e credo che il mio futuro potrebbe davvero essere là.” e mentre lo dice mi guarda negli occhi.

Il suo futuro, già. Ne avevamo parlato centinaia di volte. Lui voleva seguire i suoi sogni e io ero ben disposta ad accantonare i miei pur di essere felice con lui. Mi sembrava tutto così naturale, invece ero solo troppo innamorata. E non credo che un amore che ti spinge ad annullarti sia un amore sano, ero una storia malata. E solo io so quanto è stato difficile ammetterlo a me stessa.

Credo di essermi persa qualche scambio di battute perché Dave mi sorride incoraggiandomi, mentre gli occhi scuri, quasi neri, di Matthew ancorano i miei in uno sguardo che mi riporta alla mente troppe, davvero troppe, cose.

Ma è il mio turno di dire qualcosa a quanto pare e, nonostante il tumulto che sento crescere nel petto, devo farlo.

“Fa piacere anche a me vederti, Davies, sono contenta che tu stia realizzando i tuoi sogni. A me va tutto a gonfie vele.” dico, fingendomi entusiasta. Ma la mia voce trema sull'ultima parola.

Quante bugie in una sola frase. Non sono mai stata troppo brava a mentire e sia lui che Dave lo sanno benissimo.

È Dave infatti, ad appoggiare una mano sulla mia spalla e a salvarmi. Non avrei retto un secondo in più quello sguardo.

“È stato davvero un piacere incontrarvi, ma io e Susan abbiamo ancora un sacco di acquisti da fare. Ci becchiamo in giro magari.” dice mentre mi spinge delicatamente. Lontano da quegli occhi scuri, lontano da tutto quello che, nonostante tutto, forse vorrei ancora, ma che ora sembra ancorato alle mani perfettamente curate della mia ex amica Grifondoro. Sento un groppo in gola quando Dominique mi rivolge uno dei suoi sorrisi più smaglianti, vorrei ricambiare, vorrei dimostrarle che anche la mia vita è perfetta, che anche io sono perfetta. Ma chi voglio prendere in giro?

Mi limito a fissare un cumulo di neve alle sue spalle, maledicendola con il pensiero. Magari ho qualche talento speciale per i malocchi e ancora non lo so. Quanto ci spero.

 

“Ti va qualcosa di caldo?” Dave mi chiede mentre ci allontaniamo da quell'incontro tanto spiacevole.

Non lo so, non so nemmeno più se mi va di essere qui.

Ma se non voglio farlo per me, almeno devo farlo per lui. È stato così gentile con me, devo fare in modo che passi un bel pomeriggio, è il minimo. Sorridi, Susan. Forza.

“Una cioccolata calda sarebbe perfetta, ti andrebbe andare ai Tre Manici?” chiedo cercando di essere dolce.

Mi è così difficile il sorriso che gli faccio dopo la mia proposta. Dave sorride subito in risposta invece.

“Ma certo, Sue. Qualunque cosa.” dice prima di spettinarmi i capelli e prendermi sottobraccio.

Per lui è tutto così semplice, così naturale. Non ha bisogno di pensare a cosa sia meglio fare.

 

“Mi spiace. Avrei voluto evitarlo.” mi dice con un sorriso mentre porta al tavolo la sua burrobirra e la mia cioccolata con panna.

Avrebbe voluto evitarlo. Ogni momento che passo vicino a lui mi convinco che probabilmente è davvero la persona migliore che conosco.

Gli sorrido e vorrei convincerlo che è acqua passata ormai, ma non lo è e io non sono brava con le bugie, così mi stringo nelle spalle.

“Non si poteva prevedere.” dico. Non voglio parlare di Matthew.

“Basta non pensarci, - dice - anche se è difficile.”

C'è una strana sfumatura nella sua voce, come se lui ne sapesse qualcosa.

Vorrei chiederglielo, ma mi precede con un'altra domande..

“Cosa hai fatto a Capodanno?”

E ecco che cambiamo argomento per passare subito a un altro altrettanto scomodo.

“Oh, Rosie ha organizzato una festa tranquilla a casa sua con i suoi cugini. Niente di che. Tu?”

Sono proprio indecente a mentire.

“Una festa tranquilla con i Weasley e i Potter? Sicura?” dice ridendo.

Cosa dicevo?

“Io sono andato con i gemelli in Irlanda, hanno dei cugini abbastanza particolari. È stato molto divertente e poi non ci ero mai stato, per quel poco che ho visto Galway è meravigliosa.” continua. “Se sai dove andare, e con chi soprattutto, davvero spettacolare.”

“Ah certo, me lo ha detto Lily che Lys non poteva esserci perché era un viaggio programmato da un po'. Io ci sono stata tre anni fa, d'estate. Mi è piaciuta tantissimo, avevamo anche fatto una gita a Dublino e, giuro, che bella. Non faccio fatica a crederti.”

“Si, ho rubato i gemelli alle rispettive morose, so che mi hanno odiato un pochino.”

Rido, sarà ma Jane infuriata proprio non ce la vedo.

“Sono proprio contenta per loro, però.” dico sincera.

“Anch'io, davvero. Non li ho mai visti così presi.”

“Non so come ho fatto a non pensarci prima, soprattutto per Lor e Jane. Li conosco tutti e due da una vita e non mi aveva mai nemmeno sfiorato l'idea.”

“Se può farti stare meglio nemmeno a me, – dice ridendo – ma buon per loro.”

“Già.” dico sorridendo. Non potrei essere più felice per loro.

“E tu?”

Sobbalzo.

Io?”

“Sì, tu. Siamo solo tu ed io, qui. Non ti interessa nessuno?”

Ah. Che bella domanda. Proprio interessante devo dire.

Mi copro la faccia con le mani e mi scappa un mugugnio.

“Domanda di riserva?” dico senza spostare le mani dagli occhi.

Sento Dave ridere.

“Non sei obbligata, Sue.” dice.

“No, non è che non voglio. È che è complicato.” dico. Fottutamente complicato.

Ecco, poi non è che io muoia proprio dalla voglia di parlarne, quindi se la chiudiamo qui, grazie, prego, ciao.

“C'entra Davies?”

Ma? Perché? Dave, ti prego.

Anche.”

“Mmh, Potter?”

Mi copro ancora di più la faccia con le mani. Perché?

“Può darsi.” mormoro.

“Qualcun altro? Vuoi parlarne?”

Si e poi? Chi ancora?

“Non lo so – sussurro – che situazione orrenda.”

“Non va troppo bene neanche a me, se ti consola.”

Sposto le mani dal viso. Davvero?

“Cioè?”

“Oh, beh, ecco, mi piace una da un po', ma non credo si possa concludere niente. Non le interesso.” dice con tono ironicamente sconsolato, per poi sorridermi.

“Mi spiace, Dave, non ne avevo idea.” dico. E sono sincera.

“Perché allora non hai invitato lei al ballo? Avevi paura che ti dicesse di no?”

Dave si rabbuia un attimo, prima di tornare a sorridermi.

“È complicato.” dice solo.

“Comunque non posso dire che non mi sia dispiaciuto restare così poco al ballo con te. Eri meravigliosa, ancora più del solito intendo.” dice per cambiare argomento.

Ho sempre pensato che questo genere di complimenti fosse troppo smielato e nascondesse secondi fini, qualcosa che meritasse un pugno dritto sui denti oppure qualcosa che andasse completamente ignorato. E invece detto da Dave, con quegli occhi grigi così sinceri, mi fa arrossire.

Lui ride.

“Oh, andiamo Sue! Come se non te lo avesse detto nessuno! Persino a me sono giunti dei commenti su quanto fossi bella la sera del ballo. E uso “bella” perché io sono educato.”

Ma Dave? Cosa dici? Il mio colorito non deve essere migliorato perché lui ride ancora di più.

“Ma tu sei matto!” dico senza alzare lo guardo dalla mia cioccolata, che decido finalmente di assaggiare.

Dopo qualche minuto Dave ha smesso di ridere e io sollevo lo sguardo e lo osservo mentre beve qualche sorso della sua burrobirra dorata.

“Sono contenta di averti conosciuto, conosciuto meglio, intendo.” dico. E non so davvero come mi sia venuto in mente di dire una cosa del genere.

Dave strabuzza gli occhi e spero che non sia troppa la burrobirra che, evidentemente, gli è andata di traverso.

“Dici davvero?” dice dopo parecchi colpi di tosse.

“Sì, beh... .” Forse non era il momento migliore per dirglielo, ma sono proprio fortunata ad averlo conosciuto meglio in questi ultimi mesi. Ed è soprattutto merito del Quidditch, per quanto mi costi ammetterlo.

“Anch'io sono felice, Sue. Ho sempre pensato che fossi una bella persona, ma non avevo mai avuto occasione per un motivo o per l'altro. E non hai deluso le aspettative.” dice con un sorriso.

Sorrido anch'io. E adesso non mi costa.

 

“Adesso devo proprio scappare, Sue. Ma grazie per oggi. Davvero.” dice sistemandomi il ciuffo sotto la cuffia, appena usciti dai Tre Manici di Scopa.

“Grazie a te. Anche a me è piaciuto.” dico con un sorriso.

Le labbra di Dave mi sfiorano la fronte, prima che lui si allontani piano, mi guarda dritta negli occhi e non mi sento esaminata o giudicata. Non mi sta sfidando, e il suo sguardo color cenere non mi mette in imbarazzo. Sorrido di nuovo, che bella questa sensazione di pace.

Poi con un guizzo, prima che io possa accorgermene o fare qualsiasi cosa per impedirglielo, Dave si riabbassa improvvisamente e appoggia le sue labbra calde sulle mie, solo per un istante.

Ma...

“Spero che mi perdonerai, Sue. Ma non potevo permettere a quei due di gareggiare per il tuo cuore senza nemmeno provare a darmi una chance. Ora so che sarà ancora più complicato per te, ma almeno sai perché lo è anche per me.” dice con semplicità, mentre io sono ancora completamente spaesata. Quindi sono io la ragazza... la ragazza di cui è innamorato...
Ma siamo sicuri? Chi se l'aspettava?

“Spero che riuscirai a capirmi, lo spero davvero, Sue. Ma ora devo proprio andare, la mia sorellina... sai, la baby sitter... Scusa.”

Poi mi sorride e con una giravolta su sé stesso scompare, sollevando qualche spruzzo di neve.



Non ve lo aspettavate, io lo so. E invece sì. Ci ho messo un po', ma eccolo qua.
So che la maggior parte dei vostri cuori è già stata ampiamente conquistata da James, già da tempo, ma credo che il mio abbia un debole per Dave e non so cosa farci. Lo trovo irresistibile e anche una parte di Sue è d'accordo con me, ma è innegabile che la situazione sia molto più che complicata per la nostra povera Corvonero. Ma: tempo al tempo. Ci sono ancora un sacco di cose che devono succedere, un sacco di domande a cui bisognerà dare una risposta prima o poi e più di metà anno scolastico da trascorrere a Hogwarts. 
Vi ringrazio infinitamente per come continuate a seguirmi e leggermi. Le recensioni all'ultimo capitolo (addirittura dieci) mi hanno davvero riempito il cuore.

Vi amo tutti. Un sacco. GRAZIE GRAZIE GRAZIE ♥
Qualsiasi cosa vogliate scrivermi, dire riguardo alla storia, ai personaggi, a quello che è successo o qualsiasi cosa vogliate chiedermi non esitate a scriverlo. Non appena avrò tempo risponderò ad ogni cosa, giuro.
Un bacio grande.
Titi :)

 

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Titillandus