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Autore: Clairy93    13/08/2015    7 recensioni
Si sa, il successo dà alla testa.
Per non lasciarsi ingannare dalla seducente e pericolosa luce della fama, il Detective Sara Carter dovrà ben ponderare le sue mosse per risolvere un caso di omicidio nel quale capire chi recita e chi no sarà indispensabile.
Sara è giovane, ma è intraprendente e sicura di sé.
Forse fin troppo.
Aggrapparsi alle proprie certezze può rivelarsi controproducente. Soprattutto quando dietro l'angolo, è appostato un affascinante attore inglese, pronto a smentirle.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A picture says a thousand words - Un’immagine vale più di mille parole
 

 
Bussano alla porta della mia camera.
E per poco non mi ribalto giù dal letto.
Do una rapida scorsa allo schermo del cellulare.
Sono stata talmente risucchiata dal trascrivere ed esaminare la deposizione di Nicholas Hoult che non mi sono nemmeno resa conto dell’ora tarda.
Mi catapulto di tutta fretta alla porta, lasciando alle mie spalle una scia di fogli volanti.
Davanti a me, nella sua impeccabile quanto genuina eleganza, Ben Barnes sfodera un sorrisetto sghembo.
“Disturbo?”
“Ehm… no, diciamo di no…” farfuglio, passandomi una mano tra i capelli ed evitando che Ben veda il caos nella mia stanza.
Troppo tardi.
Non gli è difficile, considerata la sua notevole statura, scorgere il pandemonio alle mie spalle.
“Mi sembra che tu sia piuttosto indaffarata.”
“Stavo solo…” ma m’interrompo.
Perché dovrei fornirgli spiegazioni? Dopotutto sto facendo il mio lavoro.
E di sicuro non sono tenuta a renderlo partecipe.
“Hai bisogno di qualcosa Barnes?”
“Pensavo ti andasse di uscire. Sai, prendere un po’ d’aria, scambiare quattro chiacchere…”
“Grazie per la proposta.” taglio corto io “Sto bene qui.”
“Hai cenato?” chiede.
Io annuisco, tuttavia il sonoro brontolio proveniente dal mio stomaco non sembra dello stesso parere.
“Dai Sara!” insiste Ben “Esci da questo bunker e vieni a mangiare un boccone!” poi, con aria ammiccante, soggiunge “Offro io.”
“…Va bene.” cedo infine “Aspetta, prendo la borsa.”
Richiudo la porta.
Già mi sto pentendo di aver accettato, ma ormai non posso tirarmi indietro.
Tanto vale rendermi un minimo presentabile, no?
Mi fiondo in bagno, sistemo i capelli, metto un filo di rossetto, acchiappo la borsa e sono di nuovo di fronte a Ben.
“E comunque mi pago da sola la cena.” dichiaro, inamovibile, mentre ci dirigiamo verso l’ascensore.
“Non puoi accettare un atto di galanteria per una volta?”
Io scuoto la testa decisa.
“Sei testarda!” sbuffa lui.
“Più di quanto tu possa immaginare.”


Ci troviamo in un pub di Brighton.
E’ un posticino alla mano, senza pretese.
Luci soffuse, cameriere che si destreggiano fra i tavoli portando ai clienti boccali stracolmi, un accenno di musica jazz in sottofondo.
In un angolo, intenti a seguire una partita di rugby, un gruppo di amici è incollato allo schermo del televisore ed esulta ogni tanto.
Addento con un morso il mio hamburger.
“Pensavo fossi più… sofisticata.” osserva Ben, guardandomi assorto.
“Tipo cena in un ristorante esclusivo e a lume di candela? No, grazie.”
Mi sorride.
“Non ho detto che sia un male.”
Tracanno un sorso di birra ghiacciata ma il boccone mi rimane comunque in gola e fatico a mandarlo giù.
“Beh, tu sarai circondato da modelle per me un’insalata scondita!” dico, atteggiandomi.
“Oh sì, ed è snervante! Rinunciare a questo…” Ben intinge generosamente una patatina nel ketchup “Mai!”
Io lo seguo e, con un cenno d’intesa, la divoriamo.
“Cosa ti ha fatto pensare che io sia un tipo sofisticato?” gli chiedo poco dopo.
“Ecco… sei molto metodica, e ci tieni ad avere tutto sotto controllo. Le tue parole d’ordine sembrano essere disciplina e perfezione. Insomma Sara, infondi una certa soggezione...”
Barnes si gratta la nuca, chiaramente imbarazzato.
“E’ vero, molti hanno questa impressione.” confermo io “Però trae in inganno sai? Sono sempre stata una cattiva ragazza. E’ stata la scuola di polizia ha rimettermi in riga.”
Lui spalanca gli occhi.
Sara Carter una cattiva ragazza?! Nah, non ci credo!”
Batto decisa una mano sul petto e pongo ben in vista l'altra.
“Giuro!”
Lui incrocia le braccia, con fare provocante.
“D’accordo. Fammi un esempio.”
“A sedici anni avevo una moto. Era assolutamente meravigliosa! Ricordo quanto lavorai duro per permettermela. All’epoca stavo con un motociclista e facevamo parte di una piccola banda. Eravamo sempre in giro, a combinare qualche ragazzata, con il rombo dei motori che ci accompagnava ovunque… Insieme alle grida delle vecchie infastidite del baccano.”
“Io ho sempre voluto essere un motociclista.” rivela Ben, con occhi sognanti “E’ figo!”
“E’ molto più che figo!” lo correggo “La velocità, l’adrenalina e tutto il resto... Ma ora, sono dalla parte della legge.”
Lascio scorrere l’indice sulla condensa del mio boccale, pensierosa e con un poco di malinconia per i vecchi tempi.
“Ma tu Barnes potresti proporre di interpretare un motociclista in un film. Sai no, con i teschi tatuati sull’avambraccio, la bandana e la tuta attillata…”
“Non credo sia il mio destino.” mormora Ben, evidentemente non cogliendo il mio sarcasmo “Ho sempre avuto ruoli non proprio da... duro. Pensa che una volta, mi hanno persino fatto indossare delle extension! Ho ancora impresso nella mente il prurito insopportabile…”
“Ma è solo un caso!” gli faccio notare, eppure lui m’indirizza un’occhiata dubbiosa.
“Solo un caso? E se ti dicessi che da ragazzo…ero in una boy band?”
Trattengo una risata.
“Mi prendi in giro.”
“Affatto! Una vera boy band, con coreografie e mosse sensuali annesse. Se ci ripenso mi viene da piangere!”
“Imbarazzante…” farfuglio, nascondendo il viso nel bicchiere.
Barnes inclina il capo, stizzito.
“Ti prego Sara, non infierire!”
Rido.

Ma all’improvviso, è come se mi svegliassi.
Ma cosa diamine sto facendo?!
Perché sto permettendo alla Sara simpatica, chiacchierona e alla mano di prendere il sopravvento?
Questo non deve accadere.
Mai.
Soprattutto sul lavoro.
E sono un’emerita idiota se l’ho permesso.
Mi schiaffeggio mentalmente per poi richiudermi rapida in me stessa.
E ciò non sfugge a Ben.
“Tutto bene?” mi chiede.
“Voglio tornare in camera.”
Faccio per alzarmi ma lui, con eccezionale prontezza, mi ferma per un braccio.
“Cosa c’è Sara?”
“Te l’ho detto! Voglio tornare all’albergo.” sbotto, infastidita “Ho bisogno del tuo permesso?”
Lui alza i palmi in aria e mi fissa allibito.
“Non capisco perché devi comportarti così. Stiamo avendo una normale chiacchierata. Cosa c’è che non va?”
Questo non va Barnes. Non va bene che tu sia venuto a Brighton, non va bene che io mi sia lasciata abbindolare e te lo abbia permesso, non va bene che io sia qui…”
“...Con me.” termina lui, tristemente.
“Già. Perciò se vuoi scusarmi…”
Raccatto le mie cose mentre percepisco lo sguardo insistente di Ben seguire ogni mio movimento.
“Ora ho capito…” dichiara in fin di voce, riducendo gli occhi a due fessure.
“Bene, mi fa piacere.” lo liquido, ma lui non demorde.
“Ho capito perché ergi questa corazza.”
Sbuffo.
“Ancora con la psicanalisi?!”
“E’ come se fossi costretta a portare una maschera. Devi sempre mostrarti sicura di te, tutta d’un pezzo, capace di comandare. Perché in fondo tu adori dire alla gente cosa deve fare.”
Serro le mani a pugno, percependo le unghie nei palmi.
“Questa non sei tu Sara, ma è il ruolo che ti sei imposta di interpretare.” prosegue Ben “E lo sfrutti a tuo piacimento, per non lasciarti coinvolgere e mantenere sempre un distacco.”
“E non ti sei mai chiesto il perché del mio atteggiamento?”
Questa volta sono io che lo ammutolisco.
“E’ vero, seguo delle regole ben precise e rinnego ogni tipo di distrazione che mi distolga dal lavoro. E sì, sono anche una stronza rompiscatole! Ma non ho altra scelta Barnes. E’ l’unico modo che ho per affrontare tutto questo, per reagire alle pazzie che vedo là fuori, e non rimanerne vittima.” m’interrompo, agitata, cercando di regolarizzare il respiro “Devo essere forte se voglio infondere coraggio ai parenti delle vittime. Come pensi ci si senta a doversi recare nelle loro case e rivelare che quella sera il figlio non tornerà per cena?”
Ben si china e mi rivolge uno sguardo dolce.
“Sara, tu sei forte! Sei la persona più coraggiosa che abbia mai incontrato. Ma per me coraggio è anche essere onesti con se stessi, non fingere di essere qualcuno che non sei. E il fatto di ridere, lasciarti andare qualche volta, non è una mancanza di rispetto verso le vittime. Perché rimani comunque un ottimo detective che compie egregiamente il suo lavoro e dà giustizia a decine di famiglie.”
Trascino il dito lungo il bordo del bicchiere.
“La fai facile tu…”
“Ma lo è!” replica Ben “Tu vuoi complicarti l’esistenza ma non ce n’è bisogno! Sei un ottimo poliziotto, non devi dimostrarlo.”
Non rispondo.
Mi limito a guardarmi attorno, per non incrociare il suo sguardo.
“Senti, non parliamone più.” Ben si sfrega le mani “E ti chiedo scusa se ho detto qualcosa che ti ha infastidita.”
Vorrei aprirmi con lui.
Dirgli cosa penso. Sfogarmi.
Perché in fondo m'ispira fiducia.
Vorrei farlo…
Ma per fortuna c’è la vibrazione nella tasca dei miei jeans ad impedirmi di compiere una cavolata del genere.
E’ Richard.
“Pronto?!” dico con un po’ troppa enfasi.
Lo sento ridere.
“Brutto momento?”
Gli uomini davanti alla televisione erompono in uno schiamazzo.
“No, anzi. Hai bisogno Ric?”
“Ma dove sei Sara?” chiede invece lui “E cos’era quel rumore?”
“Sono in un pub.”
“Ah! In ottima compagnia mi pare di capire!”
“Sono con Barnes.”
“Oh. Capisco…” s’infiltra un silenzio imbarazzante “E…vi divertite?”
“Ric! Mi hai chiamato per un valido motivo o per sapere come trascorro il mio tempo libero?”
“Tratta bene quel ragazzo Sara!” mi raccomanda, con una nota d’ironia “E cerca di tenere la pistola nella custodia.”
“Se non ti dai una mossa Richard, la mia prossima vittima sarai tu.”
“Frena i tuoi bollenti spiriti tesoro! Ho delle novità sul caso Seyfried.”


 
Angolino dell’Autrice: Ciao miei croccanti cornetti Algida!
Come procede questo caldo agosto?
Spero siate al mare, spaparanzati sotto l'ombrellone e con un bel bibitone ghiacciato.
Io sono tornata dalle mie vacanze al mare, per questo non sono riuscita a pubblicare prima.
Come sempre ci tengo a ringraziarvi veramente di cuore per la dolcezza e l’affetto che mi riservate ogni volta. Siete splendidi!
Vi auguro un buon proseguimento!
Ve amo ‘na cifra!
Vostra Clairy

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