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Autore: LadyFrenny    14/08/2015    1 recensioni
Una storia dedicata a tutti i miei amici. La parte divertente? faro loro dei sondaggi a votazione, ed a seconda di ciò che risponderanno modificherò la storia hahahaha
Genere: Avventura, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Diario di bordo 9
                                                                                                                                                         Giorno XX



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La nebbia era li ad accoglierli e non calorosamente. Avevamo detto inospitale come isola?
Era un vero e proprio incubo da guardare, se per un qualche scherzo del destino diventi naufrago, giungere qui non ti farà che morire di paura. La luce del sole non arrivava a filtrare la nebbia, che arricciava barba e capelli già dalla nave, il cielo era scomparso già da un po’ di tempo da qualche parte. Un piccolo pezzo di mondo sperduto e diviso con ciò che c’è fuori.
La cosa più inquietante? Le coste della spiaggia era ornata di relitti marci e distrutti da chissà quanti anni.
Si potevano riconoscere navi di flotte imperiali di tutto il mondo, bandiere con stemmi di pirati forse famosi ma non abbastanza da essere ricordati, barche di poco conto, pescherecci, zattere e.. Zattere? Se qualche sopravvissuto aveva costruito quella per tornare a casa per quale ragione era ancora ormeggiata qui? Come se la gente fosse.. Sparita.
I cinque amici si guardavano in torno. Zaini in spalla, panini incartati, vestiti appropriati, scarponi chiusi, pronti per esplorare quella terra desolata.
-Che malinconia questo posto-
Lampo si sistemava lo zaino sulle spalle, come tutti aveva una camicia resistente e dei pantaloni lunghi sorretti da una cinghia. Erano panni larghi, ottimi per il movimento, specialmente per il suo lavoro di falegname che lo attendeva. -Hai ragione Lampo.. cominci da qui?- Frenny indicò la costa che stra pululava di alberi. -Si penso proprio che comincio da qui, sarà più facile trasportarli sulla nave-
Shugar si infilava i guanti pronto ad affettare qualche albero assieme a Lampo, mentre ne passava un paio anche a lui.
-Non sarà marcio?- Soul era più avanti a loro ad osservare la corteccia di un albero li vicino.
-E’ solo muffa ma dentro sarà buono, spero..- Yomi si avvicinò a Frenny facendole spalluccia -Andiamo?-
La rossa annuì con un sorriso che se visto bene trapelava ancora della malinconia nascosta.
-Siete sicure?- Chiese Lampo voltandosi.
-Cos- Disse Yomi ma fu interrotta repentinamente da Shugar -Due ragazze sole in questo schifo?-
Lampo alzò le spalle facendo capire che si riferiva a quello, mentre Shugar guardava Yomi come avrebbe fatto un padre.
-Ce la caveremo- Rispose Frenny secca.
La ragazza si scansò la lunga treccia di lato in modo tale che lo zaino non le tirasse i capelli quando camminava.
-Allora noi andiamo!- Yomi salutò tutti con la mano sorridendo, sistemò la camicia per bene dentro i pantaloni e corse dietro a Frenny di poco più avanti, che camminava tranquilla ma cauta.
-Ed io che faccio?- Disse Soul poco dopo che le ragazze sparirono.
-A te la scelta, o ci aiuti ad alzare quei tronchi o vai in esplorazione anche tu con le ragazze-
Lampo lo squadrava dalla testa ai piedi, un corpo cosi gracilino non poteva ne fare da bodyguard alle ragazze ne alzare dei tronchi smorzando il peso ai due.
-Va bene forse.. è meglio se vado a cercare del cibo- Soul annuì con la testa convinto che fosse la cosa migliore, non voleva morire schiacciato da un tronco. -RAGAZZE ASPETTATE SOUL!-
Il mingherlino correva verso le sterpaglie ed urlava sperando che una delle due lo sentisse.
Lampo e Shugar erano rimasti soli a fissare quegli alberi alti e secchi, erano come dei vecchi imbalsamati con l’artrite pronti a darti una bastonata in testa. -AIHA!- Scalpitò Lampo.
-hahahahahahaha- Esclamo ovviamente Shugar.
-Ma di tutta sta spiaggia il ramo proprio sulla mia testa doveva cadere?- Continuava a lamentarsi.
-A me sembra strano che un ramo caschi.. forse Soul non ha tutti i torti-
Shugar prese l’accetta in mano, Lampo era già pronto ad abbattere l’albero dispettoso. Colpivano forte come due uomini grandi e robusti sapevano fare, nella barba folta di Lampo finì qualche scheggia come nella tela di un ragno aspettando le altre compagne, uno dei motivi per cui Shugar si lasciava la barbetta incolta. L’albero cedette dopo pochi colpi, era davvero debole e secco, forse pure malato.
-A me dentro non sembra male, mal ridotto ma trattabile.. una lisciata, una verniciata e può diventare carino-
Lampo osservava l’interno dell’albero attraverso la parte tagliata.
Era comunque un albero vivo ma qualcosa non andava lo stesso. Le piante assorbono le negatività delle zone in cui sono cresciute e questi sembravano rispecchiare un piccolo inferno.
-Se cascano come pere cotte oggi prenderemo molta legna!-
Shugar sorrideva sicuro di se a Lampo, mentre si toccava il muscolo del braccio destro.

Frenny pensava davvero molto in quei giorni, così tanto che non si accorgeva più di vivere se non nella sua testa. Ad un certo punto Yomi cadde sulla sua spalla e questo la riportò sulla terra ferma dove non si era nemmeno accorta di essere arrivata.
-oh! Scusa! Sono inciampata!- Yomi non si staccava dalla sua spalla e questo fece tenerezza alla rossa.
-Tranquilla va tutto bene- Disse lei sorridendole.
Aveva capito che aveva un po’ di paura e faceva bene ad averne, nessuno delle due però lo sapeva ancora. Entrambe avevano la torcia puntata in avanti, senza calcolare quella di Yomi che ogni tanto zompava in tutte le direzioni sospette.
Frenny guardava fissa a terra, no, la terra guardava Frenny, lei aveva solo posato gli occhi per permettersi la ricaduta nel mondo dei pensieri, mentre Yomi la seguiva dal suo mondo di fantasia. Aveva così tante storie horror nella mente in quel momento da maledirsi da sola con tutte le bestemmie che trovava.
Un rumore.
Yomi si girò verso la sua sinistra, ne aveva sentiti tanti fino ad ora ma questo era più forte, la sua attenzione era completamente presa da un cespuglio tanto da avvicinarsi pianto piano. S
i era mosso ancora.
La luce proiettata sul cespuglio era leggermente tremante come la mano di Yomi ma non si limitò a fissare , doveva scoprire cosa fosse. Un animale carino? O forse una vipera? O meglio.. qualcosa viveva su quella terra inospitale?
Raccolse un bastoncino piccolino col quale punzecchiò il cespuglio sperando che uscisse fuori il prima possibile “la creatura” ma non usciva nulla.
Mise le mani nel cespuglio e.. BAAAAAM
Fu così che Yomi morì divorata da un albero.



-ANGOLO DELLO SCRITTORE-

Chiedo scusa gentili lettori per aver interrotto la storia tanto drasticamente, avevo bisogno di suspense per traumatizzare la mia amica che non aspetta altro di morire da tutto il giorno <3
Hahahahahaha quanto sono Stronza riprendiamo va, gn.

-FINE ANGOLO DELLO SCRITTORE-





Mise le mani nel cespuglio per scansare le foglie e.. nulla, non c’era nulla in quel cespuglio, ma qualcosa doveva averlo mosso per forza! Di vento non ce ne era e questo complicava la soluzione che tardava ad essere trovata.
-…Frenny…F..FRENNY?!-
Yomi si era distratta per qualche minuto perdendo di vista l’amica, un albero l’aveva mangiata viva?!
-FRENNY??-
urlava il suo nome in ansia. Illuminava i dintorni con la torcia cominciando a correre per lo stretto sentiero battuto. Essere sola in quel momento aumentava quella paura tenuta a bada sino a poco fa.
-FRENNY SEI VIVA?!-
Cominciava ad avere il fiatone per la corsa, accelerava il passo ma una radice di poco fuori dalla terra bloccò il suo piede facendola cadere. Yomi si alzò per sedersi dolorante, aveva della terra umidiccia su metà volto.
-Che schifo..-
Si cominciò a pulire con un fazzoletto trovato in tasca, mentre con l’altra mano si poggiò di peso su un tronco per alzarsi.
Poteva andare peggio di così?
L’alberello si spezzò sotto il peso di Yomi, era fracido fino al midollo e ruzzolò giù una discesa di sterpaglia secca e terriccio ammuffito, fermandosi dopo qualche capriola e rotolata.
Aveva perso i sensi per una ventina di secondi, aprì gli occhi stordita e confusa, infastidita da uno di quei rumori che sentiva da prima. Le foglie di un cespuglio si muovevano lente, qualcosa stava uscendo allo scoperto.
Lunghe zampe scheletriche e nere spuntavano fuori dal verde, lasciandosi dietro del pelo folto e drizzato, occhi rossi e lucidi che la fissavano da lontano.
Quattro per la precisione.
Un ragno grande quanto due delle sue mani spuntò fuori con sguardo malefico, uno di quelli uscito dai suoi peggiori sogni pronto a tormentarla.
Le zampette presero velocità e cominciò a correre fluido verso la sua faccia ancora atterrata dalla caduta, con le tenaglie ai lati della bocca che si muovevano alla stessa velocità, desiderose di pizzicare.
Un urlo echeggiò nel bosco decrepito alzandosi fino in cielo assieme ai corvi che crearono uno stormo che si espanse a macchia d’olio.
   
 
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