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Autore: 144kagome_alice144    14/08/2015    4 recensioni
La guerra è finita, ma ha lasciato un grande vuoto nel cuore dei nostri eroi. Come sarà il ritorno alla normalità? I ragazzi riusciranno a ricominciare a vivere o avranno ancora il peso della Quarta Grande Guerra Ninja? Nuove avventure, gioie e sofferenze si affacciano all'orizzonte per i giovani ninja di Konoha...
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurama, Team 7, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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                   BATTAGLIA CONTRO L’ODIO: ORA TOCCA A VOI!
 
Le giovani promesse di Konoha si stavano ancora battendo contro gli Zetsu. Grazie al piano di Shikamaru ne avevano eliminati molti, ma ce ne erano ancora tanti prima di poter finalmente tirare un sospiro di sollievo. Continuavano a battersi, proteggendosi a vicenda, utilizzando sempre tutte le loro energie; anche adesso che erano molto provati dai precedenti scontri.

< Ma quanti sono, dannazione! > esclamò Ten Ten atterrando un altro Zetsu. Rock Lee stava combattendo vicino alla ragazza e, girandosi, esclamò < Forza Ten Ten! Non puoi mollare adesso! Devi tirare fuori la tua forza della giovinezza! Fa come ti dice il maestro Gai! > La ragazza lo guardò, disgustata, ma bastò quell’attimo di distrazione, quel secondo in cui si perse negli occhi da stupido del suo compagno di squadra, che non si accorse che uno Zetsu, che aveva appena attivato il Susano’o, la stava attaccando.

Cercò di pararsi il corpo con le mani, chiudendo gli occhi, aspettando il momento dell’impatto; ma quest’ultimo non arrivò. Lentamente aprì gli occhi. Davanti a lei c’era Rock Lee che si era frapposto fra la ragazza e il nemico, salvandola. < Lee.. > sussurrò la ragazza.

Il ragazzo, che aveva le braccia impiegate a tener fermo il nemico, si girò e, sorridendo, le disse < Ten Ten, devi fare più attenzione! Non posso permettermi di perderti! Questa volta proteggerò le persone a cui tengo. Non permetterò che tu venga uccisa. Neji non me lo permetterebbe… > Le ultime frasi le aveva sussurrate, assumendo un sorriso nostalgico in ricordo dell’amico.

Ten Ten lo osservò e, sorridendo, lo aiutò a liberarsi del nemico. Poi lo affiancò < Lee, lo stesso vale per te. Non puoi morire! Neji non lo vorrebbe! > I due si guardarono, facendosi forza a vicenda, ricordandosi del loro migliore amico: non lo avrebbero deluso, non questa volta. Dopo la guerra erano stati male, si erano arresi; adesso, invece, stavano lottando per liberare Konoha da tutto l’odio, lo stesso odio che aveva tormentato Neji per anni e lo stesso odio che, quando finalmente il ragazzo aveva trovato la felicità, lo aveva ucciso.

Annuendo e promettendosi taciturnamente di non morire, ripresero a combattere, con la consapevolezza che Neji era sempre al loro fianco.


Il trio Ino-Shika-Cho era entrato in azione. Con il loro gioco di squadra riuscivano a sbarazzarsi di molti Zetsu.

< Choji, vieni a darmi una mano! > gridò Kiba seriamente in difficoltà. Lo avevano attaccato in due, entrambi con il Susano’o e lui non riusciva a difendersi. < Proiettile umano travolgente! > Choji velocemente riuscì a sbilanciare i nemici, abbattuti dalle zanne rotanti di Kiba e Akamaru. < Grazie mille, amico! > disse Kiba posizionandosi verso l’Akimichi. < Di nulla! >

Purtroppo, Choji aveva lasciato scoperte le spalle dei suoi due compagni di team e, non potendo avvertire, i due non se ne erano accorti. Shikamaru ne stava immobilizzando uno, aspettando che l’amico lo colpisse, ma questo non avvenne. Si girò, preoccupato, ma dietro di lui non c’era nessuno. La presa del controllo dell’ombra si fece più debole e lo Zetsu riuscì a liberarsi.

Formò, con l’aiuto del Susano’o, una spada, indirizzando la lama verso il Nara. Shikamaru non fece in tempo a voltarsi che si vide arrivare una lama di chakra nero proprio addosso…



Intanto, a tre giorni di cammino da Konoha, tre fratelli stavano chiacchierando tranquillamente nella stanza del più piccolo, sorseggiando un po’ di thè. Non erano mai stati molto uniti, anzi, all’inizio i maggiori provavano odio verso il più piccolo, che, con il tempo, aveva imparato a farsi accettare; non solo dai suoi fratelli, ma anche da tutto il villaggio, riuscendo a diventare kazekage.

Temari stava sorseggiando tranquillamente il suo thè, era felice e sorrideva. Finalmente poteva dire di avere una famiglia.

Ad un certo punto, però, a rovinare la bellissima atmosfera che si era creata, fu il rumore scricchiolante di una tazza di thè che si stava incrinando. Era quella di Temari. < Brutto segno > disse tranquillamente Gaara. < Ma dai! Non crederai mica a queste sciocchezze?! > esclamò invece Kankuro dando una pacca al fratello.

La ragazza, invece, non disse nulla; si limitò a guardare il cielo fuori dalla finestra. Anche lei non credeva a queste cose, però, quella volta che le era capitato, aveva scoperto, subito dopo, che suo fratello era stato catturato dall’Organizzazione Alba. “ Shikamaru.. “ pensò rivolta a quelle nuvole che lui ammirava sempre.



Per Shikamaru sembrò arrivata la fine, ma proprio all’ultimo, quando la spada stava per trafiggerlo, la lama cambiò direzione conficcandosi nel terreno.

Shikamaru si guardò intorno un po’ spaesato, quando vide arrivare Ino < Shikamaru, stai bene? > chiese la ragazza. < S-si, grazie Ino > Infatti era stata lei a salvarlo, esercitando il capovolgimento spirituale sullo Zetsu, facendoli cambiare traiettoria.

La ragazza sorrise all’amico, poi, però si fece seria e, posizionandosi di fianco a lui esclamò < Vedi di non farti uccidere, ho promesso a Temari che saresti arrivato vivo all’altare! > Il Nara arrossì, sussurrando un “ scocciatura “ fra le labbra ripiegate in un sorriso ripensando alla fidanzata.

Infatti, il pigro Shikamaru Nara, colui che non aveva mai voglia di fare nulla, colui che, fra i suoi amici, era diventato per primo chunin; aveva fatto il grande passo poco dopo la fine della guerra.

Lui sospettava che ci sarebbe stata una battaglia a Konoha, i fatti parlavano chiaro, ma sapeva che non poteva parlarne con nessuno; dopo la Quarta Grande Guerra Ninja ogni paese aveva il suo daffare e non potevano chiedere aiuto. Quella era la battaglia di Konoha. Quella era la loro battaglia.

Inoltre per non dare preoccupazioni alla ragazza, molto perspicacie, gli aveva promesso che, quando tutto si sarebbe sistemato, lasciandogli intendere, si sarebbero sposati.

Purtroppo, però, la spaccatura creata dalla spada che voleva uccidere Shikamaru, provocò una voragine nel terreno, già provato dagli attacchi precedenti. Il terreno si spaccò letteralmente in due, risucchiando qualche Zetsu.

I ragazzi cercarono di indietreggiare come potevano, ma Ayame, che stava cercando di liberarsi da uno Zetsu, non fece in tempo, precipitando nel precipizio.

< Ayame! > gridò Itachi precipitandosi nel punto in qui era caduta la ragazza. A quel grido, tutti si girarono, spaventati, per accertarsi che la loro amica stesse bene.

< Ayame! > gridò Itachi al vuoto.

< I-Itachi.. > Un sussurrò, trasportato dal vento, arrivò alle orecchie del moro come una dolce melodia

< Ayame > continuò a chiamarla. Osservando meglio il fondo del crepaccio l’Uchiha vide tanti corpi privi di vita sul fondo. Pregò con tutto se stesso che fra quelli non ci fosse la ragazza; ma, proprio quando stava per perdere la speranza e buttarsi anche lui nel precipizio, notò una esile figura reggersi a stento su una roccia per evitare di precipitare.

< Ayame! - Itachi cercò di allungare il braccio – prendi la mia mano! > La ragazza puntò i suoi occhi nocciola in quelli rossi, a causa dello sharingan, del ragazzo

< Non posso, ho il braccio ferito > sussurrò ormai allo stremo delle forze. Itachi osservò prima il suo volto dolorante, poi il braccio con un grosso taglio, da cui colava del sangue.

< Ti porterò con me! > Una voce macabra, proveniente da sotto Ayame, fece infuriare Itachi.

Lo Zetsu che stava combattendo contro la castana era aggrappato alle sue gambe e stava cercando di trascinarla nel precipizio con lui. Itachi non ci vide più dalla rabbia.

Lui, che era sempre un tipo razionale e calmo, stava perdendo la calma.

Concentrò il suo chakra sui piedi, così da poter camminare sulla parete in pendenza. Arrivò davanti allo Zetsu e lo osservò dall’alto al basso con il suo Mangekyou sharingan. In una frazione di secondo attivò il suo Susano’o rosso e trafisse senza alcuna pietà quel bastardo. Lentamente si avvicinò alla ragazza prendendola in braccio e riportandola in superficie.

Shino, che era il più vicino ai due, creò con gli insetti una specie di caverna, dove la ragazza potesse riprendersi tranquillamente. Itachi, dopo aver ringraziato, con un cenno del capo, l’amico, vi entrò.

< Ayame. Ayame > chiamò gentilmente la ragazza.

Quest’ultima, sentendosi chiamare, mosse leggermente le palpebre, per poi aprire completamente i suoi magnifici occhi.

Il ragazzo sospirò sonoramente nel constatare che la ragazza, oltre al taglio sul braccio, non aveva niente.

< G-Grazie Itachi > sussurrò, rossa come un pomodoro la ragazza.

Itachi, all’inizio non capì il motivo di quel rossore, che la rendeva ancora più bella, poi però, osservando che la ragazza era ancora fra le sue braccia, posata sulle ginocchia, stretta al suo petto muscoloso, arrossì a sua volta, allentando la presa, dandole la possibilità di rialzarsi.

Ayame, si alzò lentamente. Stava molto bene fra le braccia dell’amico e, se fosse stato per lei, ci sarebbe rimasta per sempre.

“ Maledizione, ma che mi succede? “ si domandò, dato che, al solo pensiero di rimanere fra le braccia di Itachi, il suo cuore sembrava essergli scoppiato nel petto.

Anche Itachi, nel frattempo, si era alzato con pensieri molto simili alla ragazza. La osservò per un tempo che parve infinito, fino a quando lei non si girò e incontrò i suoi veri occhi.

Quel nero che l’avevano sempre osservata fin da piccola, ora, dopo tanto tempo, la stavano guardando di nuovo. Era così felice che si sarebbe messa a piangere, ma, sentendo i rumori fuori da quella sfera di insetti, rinsalì.

Erano in battaglia e lei non poteva pensare a queste cose mentre i suoi amici rischiavano la vita. Il moro sembrava aver pensato le stesse cose, perché la guardò e sussurrò < Ayame.. >

Lei gli sorrise < Parleremo dopo, ok? Abbiamo una battaglia da vincere! > la forza, mista a dolcezza con la quale la ragazza aveva pronunciato quella frase fece sorridere Itachi che, dopo aver annuito, si avvicinò a lei.

Le carezzò una guancia scendendo sui morbidi capelli ancora legati. Chiuse gli occhi, imprimendosi il suo odore nella mente e nel cuore. Riaprì gli occhi e, con il sorriso sulle labbra, la baciò.

Fu un bacio casto e veloce, ma bastò per far capire ad entrambi che cosa era l’amore. Quando Itachi si staccò da quelle bellissime labbra, notò che Ayame stava sorridendo. Era un sorriso bellissimo, vero, era un sorriso d’amore, era solo per lui.

< Ino, Ayame è stata ferita al braccio! > gridò Shino intento a proteggere il bozzolo in cui erano rinchiusi i due giovani. Ino velocemente annuì, precipitandosi verso di loro.

Ora che Sakura non c’era l’unica kunoichi esperta nelle arti mediche era lei, e questo lo sapeva bene. Era l’unica ninja medico che avevano i suoi amici.

Si mise a correre sempre più velocemente, cercando di evitare che i nemici si accorgessero si lei. Se avessero scoperto che lei era un medico, avrebbero puntato tutti a lei, mandando in fumo il piano di Shikamaru.

Purtroppo, tre Zetsu si accorsero della sua presenza e le si pararono di fronte. < Dove stai andando, biondina? > chiese uno, mentre attivava il Susano’o.

La bionda imprecò mentalmente, cercando con lo sguardo una possibile via di fuga: nulla. Era messa male, davanti aveva tre mostri e dietro il precipizio.

I nemici la spinsero indietro, facendole perdere l’equilibrio; Ino però non si fece impressionare e rimase in piedi a pochi centimetri dal precipizio. Allora quel bastardo di prima, sorridendo, spaccò la roccia, facendola precipitare insieme ai massi.

Ma quello che toccò terra, non furono altro che le rocce, perché lei stava volando sopra le teste dei nemici, su una grossa aquila bianca. < Tutto bene? >

< Sai! – grido entusiasta la bionda, abbracciandolo – Grazie mille > aggiunse dopo con un bellissimo e sincero sorriso.

Il giovane rimase incantato da quella ragazzina euforica e tutto pepe. La studiò attentamente; rimase affascinato dai lunghi capelli biondi svolazzare nel vento, rimanendo però saldamente legati in una perfetta coda di cavallo. Notò, però, delle ciocche fuori posto, e anche il suo corpo, sempre perfetto, aveva dei graffietti qua e là, dovuti agli sconti con i nemici.

“ Bellissima “ pensò il moro. Non trovava aggettivo migliore per descrivere la sua perfezione. Lui la trovava bellissima anche in quella maniera. Eppure era da tanto che conosceva Ino, ma non aveva mai pensato a lei a quel modo, che cosa gli stava succedendo?

< Sai, mi porteresti da Itachi e Ayame? > la voce soave, a parer suo, della ragazza lo risvegliò. Annuì e comandò all’aquila di inchiostro di portarli dai compagni.

Quando la grossa aquila sorvolò il bozzolo di insetti, la ragazza si alzò in piedi < Grazie ancora, Sai > disse con un leggiero rossore sulle guance.

Non sapeva perché, ma in quel momento sarebbe voluta rimanere per sempre con lui, fra le nuvole, come in una fiaba.

Il moro la guardò saltare armoniosa giù dal suo disegno, finendo vicino agli amici. Senza neanche accorgersene, Sai, tornò a combattere con un nuovo sorriso, questa volta, però, sincero.

Shino, vedendo Ino, sciolse la tecnica facendo uscire allo scoperto i due. < Vai Ino, ti copro io! > esclamò alla ragazza che annuì.

Itachi, vedendo Ino, capì subito e lasciò la sua Ayame alle mani della Yamanaka, andando a combattere affianco a Shino.

< Ayame, tutto bene? > chiese Ino avvicinando le sue mani alla ferita della ragazza e iniziando a curarla.

< Si.. > sussurrò in un sospiro la castana ripensando al bellissimo bacio che le era stato dato dall’uomo dei suoi sogni. Senza nemmeno accorgersene, portò le dita del braccio sano a sfiorarsi le labbra “ Il mio primo bacio.. “ pensò.

< Ayame.. è successo qualcosa con Itachi? > chiese curiosa la kunoichi bionda.

< N-No! Ma che dici Ino! > La risposta affrettata e il rossore sulle guancie però la tradirono, facendo assumere a Ino un’espressione indagatrice.

Ayame sapeva che doveva velocemente cambiare argomento, altrimenti sarebbero stati guai.

< T-Tu piuttosto, perché sei rossa? > chiese. Infatti le guancie di Ino erano tinte di un lieve rossore, ma la castana aveva pensato che fosse dovuto allo sforzo.

Ino, a quella domando, arrossì ancora di più, e il suo pensiero, da Ayame con Itachi, passò a Sai.

Ayame capì che c’era qualcosa sotto e, seguendo lo sguardo dell’amica, che involontariamente si era girata, scoprì che cosa aveva potuto sciogliere il cuore della Yamanaka

< Sai.. si, carino.. > affermò con un sorrisino malizioso.

< Già.. > sospirò Ino con ancora lo sguardo fisso su di lui.

Quando si riscosse, notò il sorrisetto e gli occhi indagatrici della ragazza che la fissavano ostinatamente e, solo allora si rese conto di quello che aveva appena detto.
< No, cioè, io.. > balbettò rossa.

< Ho finito! > disse mentre si alzava e, letteralmente, scappava andando a battersi contro altri Zetsu.

Ayame rimase un po’ stupita dalla reazione della bionda, ma poi sorrise e si affiancò al suo Itachi, pronta a combattere di nuovo.

Kiba e Akamaru stavano combattendo utilizzando il loro gioco di squadra. Erano molto affiatati, insieme erano una combinazione vincente.

Purtroppo, però gli Zetsu erano molti, e i due erano stati accerchiati da una dozzina di Zetsu con il loro Susano’o attivo. Era troppo anche per loro.

Naturalmente, né il ragazzo né il cane volevano arrendersi. < Bene Akamaru, mostriamo loro di che cosa siamo capaci! > disse Kiba, con la sua solita spavalderia, mentre faceva dei segni. < BAU! > rispose il cane.

Il ragazzo, però, non ebbe il tempo di eseguire la sua tecnica che si vide attaccare da tutti gli Zetsu contemporaneamente. < Dannazione! > imprecò mentre cercava di schivarli.

< Pugno gentile! > Una ragazzina dai lunghi capelli marroni, fermati con dei fermagli, e gli occhi color perla, in sella ad un cane bianco, della stazza di Akamaru, con la punta della coda rossa, fece ingresso sul campo di battaglia, chiudendo i punti del chakra allo Zetsu colpito.

< Hanabi!? > esclamò Kiba sorpreso. < Forza Kiba, il colpo di grazia! > esclamò invece la ragazzina sempre in groppo all’animale. Kiba annuì, notando che lo Zetsu colpito non riusciva a formare il Susano’o.

Ripetè i segni esclamando < Tecnica della moltiplicazione del corpo! > Una copia di Kiba apparve di fianco al ninja. I due salirono in sella al povero Akamaru e poi si trasformarono nel lupo a tre teste. < Zanna rotante! > esclamò il lupo a tre teste abbattendo i nemici di fronte a sé.

< Questa è una bella sorpresa, che ci fai qui? > chiese Kiba dopo aver ripreso le sue sembianze normali e aver fatto sparire la copia. < Ho pensato che potevate aver bisogno di aiuto.. > rispose a tono la ragazzina con il suo solito sorrisino malizioso.

Kiba sorrise a sua volta. Quella ragazzina era proprio incredibile. Poi il suo sguardo si andò a posare sul nuovo compagno dell’amica. < E questo chi è? > chiese mettendosi in posizione di difesa. < E’ un’amica!-  rispose la Hyuga assumendo la stessa posizione del giovane – Mi ha salvata da qualche Zetsu, non so da dove è venuta, ma siamo diventate amiche. Si chiama Kira! > < BAU! > salutò la nuova arrivata.

Kiba annuì, e ritornò a combattere affiancato da Hanabi. Kira, invece affiancò Akamaru, che sembrava completamente affascinato dalla bellezza di quell’animale. < Akamaru! > lo richiamò il padrone. < Kira! > esclamò la ragazza. I due cani si guardarono e insieme si diressero verso i loro padroncini.

Choji intanto, aveva lasciato Kiba con Akamaru per riunirsi con i suoi compagni. < Ragazzi, sto arrivando! > gridò l’Akimichi mentre attraversava il campo di battaglia ricoperto dai corpi degli Zetsu.

Ino e Shikamaru si voltarono verso l’amico sorridenti, ma quello che videro fece appassire il loro sorriso e li fece sbiancare.

Dietro l’Akimichi c’era uno Zetsu che, con il suo sorriso maledetto, stava per trafiggerlo con la sua spada di chakra.

< Choji! > urlarono i due spaventati. Choji si girò in tempo per vedere la spada che avanzava verso di lui velocemente.

Non ce l’avrebbe fatta a scansarla.

Proprio quando per il ragazzo sembrava la fine, quando a separarlo dalla morte erano due centimetri, Choji venne brutalmente spinto di lato.

Il tempo si fermò.

Choji non poteva credere a quello che vedeva.

Suo padre, Choza, era intervenuto per salvarlo, ma, così facendo, la spada aveva trafitto lui.

< Papà!! > gridò il ragazzo andando a sorreggere il padre.

Choza non riusciva a muoversi, la spada ancora conficcata nel petto. Tossì ripetutamente del sangue. Stava morendo fra le braccia di suo figlio.

Shikamaru e Ino che avevano assistito alla scena andarono in soccorso all’amico, abbattendo quel bastardo.

< Papà! Papà! > continuava a gridare Choji, ormai preda del dolore e delle lacrime. Ino si inginocchiò al suo capezzale, cercando di curarlo con le sue arti mediche, ma ben presto si rese conto che era tutto inutile. Dallo sguardo affranto di Ino, sia Shikamaru che Choji capirono.

< Papà! > continuò a gridare l’Akimichi.

< Choji.. – sussurrò il padre – Tu devi vivere.. Voi siete le giovani speranze.. Voi dovete vedere il futuro.. >

< Papà.. > sussurrò

< Choji, ricordati che tu fai parte del clan Akimichi e sei un membro del trio Ino-Shika-Cho.. Ma soprattutto, Choji, ricordati chi sei! – il ragazzo smise di piangere e guardò il padre – Tu sei un bravo ragazzo.. Faresti di tutto per proteggere i tuoi compagni.. Voglio che questo un giorno tu lo insegni a tuo figlio.. >

< Papà io.. >

< Io sono sicuro che troverai l’amore, figlio mio.. Prima o poi anche tu sarai felice.. Continua a sorridere, continua a vivere.. Sappi che io sono orgoglioso di te.. > Choza chiuse gli occhi.

Si sentiva stanco, sentiva che la morte lo stava portando via. “ Inoichi, Shikaku, il trio Ino-Shika-Cho si completerà nell’aldilà. Lascio tutto in mano hai nostri figli, sono convinto che porteranno avanti i clan con forza e coraggio. “ pensando questo Choza Akimichi morì.

< Papà! Papà! Papà! > gridò Choji di nuovo immerso nelle lacrime. Shikamaru, che capiva bene il dolore dell’amico, poggiò una mano sula sua spalla.

A quel contatto Choji si riscosse.

Guardò Ino, a capo chino sul corpo di suo padre. Anche i suoi due migliori amici avevano perso i padri in guerra, ma non si erano arresi, avevano combattuto anche per loro.

Lentamente si alzò, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Di colpo dimagrì e sulla sua schiena apparvero due ali di chakra blu. < Ino, Shikamaru, andiamo! > I due annuirono e si posizionarono affianco all’amico.

Quest’ultimo esclamò < Tecnica dell’espansione! > Il corpo di Choji si ingrandì di colpo, permettendo alla sua ombra di espandersi. < Tecnica della stretta dell’ombra! > disse Shikamaru collegando la sua ombra sulla sua.

Intanto i loro amici, avevano assistito alla morte del padre del loro amico e, capendo le intenzioni del trio, si spostarono tutti.

Ormai gli unici Zetsu rimasti in piedi erano solo una trentina, ce l’avrebbero fatta.

Ino, si concentrò, riuscendo a percepire tutti e trenta i nemici, poi, appoggiando una mano sulla testa del Nara, esclamò < Ripetitore sensoriale! >

Ino era gli occhi, Shikamaru la testa e Choji il corpo.

Insieme esclamarono < Proiettile umano yo-yo! >

Choji, guidato dall’amico, abattè velocemente tutti i nemici, riuscendo a buttarli nel precipizio. La sua forza era incredibile. Quella era la forza del nuovo trio Ino-Shoka-Cho.

Quando tutti i nemici furono abbattuti, tutti si riunirono intorno ai tre; poi, guardando quella colonna di chakra, pensarono “ Ora tocca a voi! “.




Intanto, nella foresta, continuava lo scontro tra le ragazze e i saggi consiglieri.

Quest’ultimi non davano cenno di voler contrattaccare le ragazze, per ora rimanevano sulla difensiva. Hinata si era accorta quasi subito dell’esitazione dei due, osservando gli occhi della sua avversaria.

Koharu teneva lo sguardo basso, ripensava a tutta la sua lunga vita, al secondo hokage e ai suoi vecchi compagni di squadra e a quei ragazzi di cui tutti si fidavano.

Chi sembrava un po’ più deciso era Homura che aveva reso il suo corpo duro come la roccia. All’inizio la rosa si sorprese, ma poi ricordò l’abilità che aveva Kakuzu nell’indurire il suo corpo utilizzando l’arte della terra.

Dopo essersi guardate un secondo, le due si allontanarono dai vecchi e si misero schiena contro schiena < Ha il chakra del fuoco e della terra.. > disse la rosa osservando il suo avversario che era rimasto immobile < Lei possiede quello dell’acqua e dell’aria.. > rispose la corvina osservando l’avversaria ancora con lo sguardo basso.

< Allora!? – esclamò Sakura attirando l’attenzione – Che avete intenzione di fare?! Perché vi ostinate a combattere! Dovreste aver capito che state sbagliando! >

I due osservarono quelle ragazze, poi si ricordarono che non potevano fallire, loro dovevano fermare quelle due.

< L’Uchiha e l’Uzumaki sono pericolosi! > esclamò l’uomo deciso osservando con astio la rosa < Non possiamo permettervi di vincere! > completò la donna rialzando lo sguardo.

Le due amiche si trovarono ad indietreggiare. Negli occhi dei due consiglieri c’era l’odio. “ Zetsu.. “ pensarono. Doveva essere stato lui ad alimentare il loro odio, era lui la causa di tutto.

< Avete paura? > chiesero i due anziani osservando le due indietreggiare sempre in posizione di difesa.

A quella domanda le due sussultarono, riprendendo una posizione normale e fissando il loro sguardo in quello dei saggi. Un sorrisino tingeva le loro labbra

< Noi vi sconfiggeremo! > esclamò Sakura concentrandosi sul suo chakra interno

< Non permetteremo che l’odio vinca! > disse Hinata decisa, mentre concentrava il suo chakra nelle mani. < Passi dei due leoni! > urlò poi la corvina, mentre le sue mani venivano ricoperto da un chakra blu.

Le due, sempre con quel sorrisetto deciso, scattarono verso gli avversari.

Hinata procedeva alle 64 chiusure utilizzando la sua tecnica, mentre Sakura combatteva utilizzando tutto il suo chakra, protetta della tecnica che, soltanto lei, il quinto e il primo hokage sapevano utilizzare: la rigenerazione senza segni.

Koharu, vedendo arrivare Hinata, balzò indietro, creando dei segni < Arte dell’acqua: Tecnica dei proiettili marini! > Una miriade di proiettili si scagliarono sulla corvina. Velocemente, la donna si portò alle sue spalle e, eseguendo i segni < Arte dell’aria: Lame del vuoto! > Delle lame d’aria attaccarono la ragazza da dietro.

Hinata non si spaventò < Palmo d’aria! > Il chakra interno di Hinata respinse entrambi gli attacchi della vecchia.

< Tecnica delle 64 chiusure! > esclamò poi correndo verso Koharu.

Quest’ultima, poggiando le mani per terra < Muro acquatico! >

Un muro d’acqua si frappose fra le due, annullando l’attacco della Hyuga. “ Maledizione.. “ pensò.

Poco distante Sakura continuava ad attaccare Homura < Arte del fuoco: Tecnica del drago di fuoco! > Un immenso drago di fuoco si scagliò contro la rosa.

Quest’ultima preferì evitarlo, saltando di lato; così facendo, però, non si accorse che la tecnica era una trappola. Homura si aspettava quella mossa dalla ragazzina e si fece trovare sulla sua traiettoria; poi, appoggiando le mani su terreno esclamò < Arte delle terra: Prigione di roccia! >

La terra sotto i piedi di Sakura si mosse, cercando di schiacciarla. “ Dannazione! “

Stringendo i denti, la rosa, con tutte le sue forze, concentrò il chakra nelle sue braccia e, con una forza mostruosa, riuscì a liberarsi da quella morsa di terra. Le due amiche si ritrovarono schiena contro schiena, con il fiatone, molto provate, ma decise.

Non potevano permettersi di perdere. C’era troppo in gioco: il villaggio, la tanto agoniata pace, le vite dei loro familiari e dei loro cari amici, ma soprattutto, le vite delle persone che amavano di più al mondo. Perdere significava perdere anche loro, di nuovo, e questo era un rischio che non volevano assolutamente correre.

Sakura avrebbe dato la vita per Sasuke, dopo che aveva scoperto la verità sul suo clan si era ripromessa che avrebbe fatto di tutto per non farlo soffrire.

Anche Hinata era disposta a morire per Naruto, non poteva permettere che quel sorriso che gli aveva regalato tanta forza in tutti quegli anni, si spegnesse.

< Non potete sconfiggerci, noi siamo molto più forti di voi! > esclamò Homura < Rassegantevi, non avete speranza! > infierì Koharu

< Io.. Io.. Io non mi arrenderò mai! – esclamò decisa Hinata – Non posso arrendermi, perché questo è il mio credo ninja! > disse sorridendo.

A quelle parole anche Sakura sorrise, poi disse < Non importa se siete più forti di noi, noi non possiamo permettervi di vincere! Noi aiuteremo Sasuke e Naruto anche a costo della vita! >

La ragazza aveva pronunciato con foga quelle parole, ne era profondamente convinta e, dallo sguardo, si poteva capire benissimo che anche la corvina era pienamente d’accordo.

Homura e Koharu rimasero interdetti osservando la decisione delle due.

Gli occhi smeraldini della rosa brillavano di decisione, forza e amore. Quelli chiari della Hyuga rispecchiavano la sua timidezza, ma anche profonda decisione e forza che era disposta a mettere in campo.

I due vecchi saggi non immaginavano che quelle ragazze potessero avere tutta quella forza. Le avevano osservate a lungo mentre guarivano i ragazzi all’ospedale e anche dopo, ma nei loro occhi potevano vedere solo disperazione, paura, debolezza e dolore. Quelle non erano le due ragazze che avevano osservato a lungo.

C’era una forza che le aiutava, una forza che loro non riuscivano a vedere, mentre agli occhi delle ragazze era molto chiara.

Loro sapevano che cosa era l’amore e avevano sperimentato che cosa voleva dire soffrire. Sapevano che cosa era l’odio, la morte e la guerra, ma sapevano anche che cosa si provava a vedere il sorriso della persona amata, degli amici; sapevano che cosa voleva dire assaporare le labbra tanto desiderate fin da piccole e sapevano che non avrebbero più permesso che quelle labbra si ripiegassero ancora in una smorfia di dolore.

Quelle labbra dovevano essere sempre sorridenti, dovevano sempre essere vive, dovevano saper dire “ ti amo “ anche se non ne conoscevano il significato; ma per questo c’era tempo. Sakura e Hinata avrebbero insegnato a Naruto e Sasuke ad amare, ma prima dovevano sconfiggere quei due, che come scopo volevano solo la loro sofferenza.

Inoltre entrambe sapevano che mentre loro stavano combattendo lì, più avanti i due amici si stavano scontrando con il nemico più forte: Nikumi. “ Noi vinceremo qui, voi dovete vincere là. Ora tocca a voi, fatevi valere! “

Quella silenziosa promessa, fatta con amore, ma anche con ammirazione e speranza, diede nuova forza e coraggio alle ragazze che ripresero a combattere. Entrambe sapevano di poter contare l’una sull’altra, e non solo, sapevano che al villaggio i loro amici li stavano aspettando, combattendo anche loro.

Lo riuscivano a percepire. Tutti i cuori, fino ad ora martoriati dalla sofferenza, si stavano unendo in uno solo, pronti a combattere ancora una volta con quello che veniva definito Odio.




< Signorina Tsunade, signorina Tsuande mi sente?! > Shizune continuava ad urlare, infondendo chakra alla sua sensei.

Quest’ultima era crollata sfinita dopo che Yamato aveva assicurato che nel villaggio della Foglia non c’erano più Zetsu.

Grazie all’intervento del quinto hokage le perdite erano state molto poche, ma a caro prezzo. Tsunade non aveva più le forze per muoversi, si sentiva sempre più debole, ma prima di svenire, i suoi pensieri andarono a quei giovani a cui lei doveva molto

“ Ragazzi, dovrete scontrarvi ancora una volta con l’odio, ma so che questa volta sarà l’ultima. Vi affido Konoha, proteggetela come avete sempre fatto e continuate a espandere quel legame che voi chiamate semplicemente “ amicizia “. Sono fiera di tutti voi. – I suoi pensieri si focalizzarono su tutti i ragazzi -“  Itachi. Ayame. Rock Lee. Sai. Ten Ten. Shino. Kiba e Akamaru. Shikamaru. Choji. Ino. Hinata. Sakura. Voi siete la nuova generazione che prenderà in mano il villaggio e il mondo ninja. “

– Poi, la sennin, con un sorriso, ripensò a quei due ragazzi, odiati fin da piccoli, ma adesso rispettati e ammirati, chiamati addirittura “ Eroi “ “ Naruto, Sasuke, voi insieme vincerete questa battaglia. Ora tocca a voi.. ragazzi.. “

Con il sorriso sul volto Tsunade cadde in un sonno profondo, fra le braccia di una spaventata Shizune.



Tutte le copie di Naruto erano scomparse, portando all’originale la notizia di aver sconfitto tutti gli Zetsu.

Kakashi e Gai, stremati e senza forze erano seduti nella piazza, ancora circondati dai cadaveri dei loro precedenti nemici. Non si dissero nulla, non ce ne era bisogno, ma entrambi non poterono fare a meno di osservare quella colonna di chakra e pensare “ Ora tocca a voi.. “

Gli allievi avevano superato i maestri, era una nuova era.

Un vento caldo, ricolmo di tutte le emozioni degli abitanti si sollevò dal villaggio, scivolando leggero sul campo di battaglia e sui corpi ormai morti di amici e nemici.

Arrivò fino ai ragazzi, rimasti fuori dal villaggio, aspettando il ritorno degli amici. Attraversò la foresta, osservando le due ragazze battersi e poi si diresse fino ai due ninja che sorrisero.

Loro ce l’avrebbero fatta. Riuscivano a percepire che tutte le speranze erano riposte in loro. Tutti credevano in loro.

Con un balzo deciso, atterrarono in una radura, dove al centro si erigeva quell’immensa colonna, nella quale c’era lo Zetsu nero, il colpevole di tutto. Guardò i due con profondo odio, avvicinandosi lentamente.

La resa dei conti era vicina; Naruto e Sasuke lo sapevano, ora toccava a loro!






Spazio Autrice

Salvee!! Questo capitolo è un pò lunghino, ma spero sia abbastanza per farmi perdonare per il ritardo..
Non mi convine molto, ma spero che sia perlomeno leggibile.

Avrete capito le coppie che metterò nella storia, che ne pensate? La mia preferita è Ayame e Itachi, mi è piaciuto veramente molto scrivere il loro pezzettino, spero vi piaccia anche a voi..
Inoltre quel pigrone di Shikamaru si è deciso a fare il grande passo, chi se lo immaginava? ( Io non molto.. ) 
Volevo precisare che le coppie sono come quelle nel manga, solamente che non metterò Choji con Karui. Non ho niente contro di loro, ma semplicemente credo che la loro coppia è impossibile per il sempice fatto che nell'anime ( e anche nel manga ) non si sono mai parlati! E poi mi vengono fuori con una bambina!? Comunque non vi preoccupate, troverò una ragazza anche per il nostro Choji!
Approposito di Choji, ho fatto morire suo padre.. Spero di aver reso la scena abbastanza degna e bella per una morte, dato che in Naruto le morti di tutti sono abbastanza epiche.
Spero che il tutto vi sia piaciuto, fatemi sapere comunque!
Ringrazio ancora tutti voi per il grandissimo sostegno, quando avrò un pò d tempo risponderò alle recensioni



Alla prossima                                                                                          144kagome_alice144

 
  
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