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Autore: Hamartia    14/08/2015    1 recensioni
«Desidero che la Luna e le Stelle mi guidino nella notte
Fedeli compagne nell'oscurità durante la strada per i Campi dei Giunchi
Non mi abbandoneranno a vagare eternamente nel buio
La morte che sopraggiunge è vita e rinascita
Lo Sciacallo mi condurrà nella Sala delle Due Verità
Se dalla Divoratrice il mio cuore sarà annientato
La sentenza di Osiride e della giusta Maat accetterò
Se sarò giudicata una Giusta di Voce correrò su prati infiniti col sommo Geb,
Le mie ali dispiegherò con la grande Nut,
E riemergerò giovane e vittoriosa dalle nere acque di Apopis
Non inferiore, ma uguale le Stelle tra loro mi accoglieranno,
La mia luce accompagnerà le altre anime per l'eternità»
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II - Your Darkest Moments
«Regrets collect like old friends
Here to relive your darkest moments
I can see no way, I can see no way
And all of the ghouls come out to play»

[Shake It Out - Florence and The Machine]

 

Mi allontano dal letto e da quelle lenzuola impregnate di morte. Pure e candide lenzuola che io stessa ho trasformato in sudario. Non mi sento in colpa, lei lo desiderava ardentemente. Non voglio giustificarmi, l'ho semplicemente aiutata a prendere il volo senza provare dolore, quel dolore che aveva sopportato già troppo a lungo. Vi sfido a desiderare un modo migliore in cui morire.
Pochi passi ed entro nel caldo ed accogliente salotto, illuminato solo dalla fiamma del caminetto acceso.
Ci sono libri. Libri ovunque: sui tavolini, pile ai piedi della poltrona e del divanetto di pelle rossa, gli scaffali della libreria non hanno un solo spazio vuoto. Esattamente ciò che ci si potrebbe aspettare da una donna che è stata ricercatrice e studiosa di egittologia per più di cinquat'anni. Vorrei stare qui a crogiolarmi nel sapere affondando in quella bella poltrona e godendo della mia rinnovata solitudine.
Solitudine. L'ho sempre amata, quasi come una figlia ama la madre, ma è strano ora che l'ultima persona che era a conoscenza della mia esistenza era morta. Un po' come se non esistessi, come se fossi uno spettro, un'ombra che vaga sulla Terra senza mai trovare pace.
A meno che Christiane non avesse raccontato a qualcuno di me ma ne dubito fortemente. Ci fidavamo l'una dell'altra e per questo, al tempo, decisi di raccontarle la mia storia. Sapeva tutto di me. Le mie forze, le mie debolezze. Non cercò mai di approfittarsene e io mi fidavo ciecamente.
Devo andarmene da questo posto, la dolcezza dei ricordi mi offusca la mente eppure non riesco ad andarmene. I muscoli tesi all'improvviso. I miei sensi hanno captato un movimento appena fuori dalla porta d'entrata. Passi. La porta si apre e si richiude alle spalle di qualcuno. Passi.
Mi nascondo nell'angolo più buio del salotto. Una figura maschile passa nel corridoio e va verso la camera, dove giace il corpo senza vita di Christiane. Un sospiro. Sento la voce di questo individuo, probabilmente parla al telefono. Una porta si chiude e i suoi passi vengono verso il salotto.
Mentre rimprovero me stessa per non essermene andata prima, lui mi vede e si immobilizza nella paura.
-«Tu sei Udajet, immagino..» la voce tremante, il sudore ad imperlargli il volto.
Appena lo dice il mio cuore aumenta i battiti come un cavallo impazzito, un uccellino in gabbia che cerca disperatamente di uscire, i muscoli  bloccati nella tensione. Devo riprendere il controllo.
-«Non pronuncerei quel nome con tale noncuranza, se fossi in te1» gli rispondo infastidita.
-«Chiedo perdono. Mia nonna, Christiane, mi ha parlato di te. Non volevo credere davvero alla tua esistenza, pensavo fosse una delle tante leggende del nostro adorato Antico Egitto. So che ti facevi chiamare Helen quando lei era giovane. Posso chiamarti così?»
Non gli rispondo. Non posso credere che Christiane avesse raccontato a qualcuno di me come ad una storiella per bambini. Ignoranti, oltretutto. Una maschera di indifferenza sul mio volto, mentre la confusione regna nelle viscere.
-«Lo prenderò come un sì.» con tono titubante continua a parlare «Posso immaginare che non ti saresti aspettata che lei raccontasse a qualcuno di te, mi aveva detto che tieni molto alla tua segretezza. Beh, dovrai ricrederti. Ne parlava spesso. Ti descriveva come un'eroina, una dea in Terra, cose del genere. Tieni presente che ero un bambino e mi sembrava una storia fantastica in tutti i sensi. Crescendo capii che mia nonna era davvero convinta che fosse reale. Pensai che con l'avanzare dell'età cominciasse a perdere qualche rotella.. ma ora che ti vedo.. ci credo.»
Si sedette sulla poltrona, cominciava a rilassarsi. Io non riesco ancora a fidarmi. I piedi ancorati al pavimento. Continuo a fissarlo, i miei occhi puntati nei suoi, smeraldo contro zaffiro.
-«Comunque sia mi aveva avvisato che ti avrebbe chiamata e che forse ti avrei incontrata. L'hai aiutata tu ad andarsene, non è così?»
-«Ho fatto in modo che se ne andasse senza soffrire, era quello che desiderava» gli rispondo in tono indifferente. Inaspettatamente mi sorride, i suoi occhi si illuminano, sussurra un «Grazie» e distoglie lo sguardo. L'unico suono ora è il crepitare della legna nel fuoco.
Dopo qualche minuto si alza, mi si avvicina e porgendomi la mano destra si presenta «Mi chiamo Jeremy. Mi ero completamente dimenticato delle formalità, perdonami» e continua a sorridermi, forse nella speranza che lo contraccambi. Povero illuso.
Gli stringo la mano più forte di quanto una donna con la mia corporatura potrebbe fare. Il sorriso diviene smorfia ma non si lamenta. Allora non è poi così stupido.
-«Come il profeta. Sei un Egittologo anche tu?» gli chiedo per dissimulare la rabbia.
-«Non esattamente. Sono un semplice archeologo.» cala il silenzio. Il silenzio imbarazzante questa volta. Questo mi dà il tempo di guardarlo meglio: è sulla trentina, non troppo alto (ma poco più alto di me), i capelli castano chiaro sono corti e spettinati, gli occhi sono blu con qualche sfumatura più chiara tra il verde e l'azzurro, lineamenti spigolosi e marcati, la mascella pronunciata, il naso rotondeggiante ma non troppo grande e sembra piuttosto muscoloso. Un soggetto alquanto attraente in fin dei conti.
Noto che vorrebbe chiedermi qualcosa, glielo leggo dall'espressione nervosa: continua a mordersi l'interno del labbro inferiore, lo sguardo si sposta in continuazione, da me, alle sue scarpe, al camino, e poi di nuovo a me questa volta per restarci. Apre la bocca ma non ne esce alcun suono e si richiude. Distogli di nuovo lo sguardo.
-«Vuoi dirmi qualcosa o posso andarmene da questo posto prima che arrivi qualcuno a prendere la salma di Christiane?» gli chiedo esasperata.
-«Vorrei che mi raccontassi la tua storia. Insomma com'è andata davvero» mi risponde deciso.
-«Non so cosa ti ha raccontato Christiane ma penso sia stata piuttosto sincera a riguardo.»
-«Per favore. Sono cresciuto con la tua storia e ogni volta mi veniva raccontata in modo diverso»
Mi guarda con un misto di supplica, curiosità e determinazione. La classica determinazione di chi sa che è ad un passo da scoprire una grande verità.
Leggo nella sua mente sincerità e fiducia. So che non mi tradirà in alcun modo un po' come lo sapevo quando lessi nella mente di Christiane la prima volta. Alla fine non mi aveva tradita. Aveva passato il suo segreto ad una nuova generazione come se volesse tramandarlo per proteggerlo. Per proteggere me. Per darmi un posto in cui trovare rifugio e delle persone amiche. Ora capisco.
-«Per qualche assurdo motivo sento che posso fidarmi di te. Quindi te la racconterò se è questo che vuoi. Ma non questa notte. Fra non molto Ra sconfiggerà la notte e ridarà la luce al mondo. Domani sera tornerò.»
Mi voltai per raggiungere la porta rossa ed uscii. Le tenebre mi avvolsero nel loro freddo abbraccio.

1: In Egitto la magia si fondava su due principi basilari: il primo consisteva nella fede assoluta riposta nella forza creatrice dei suoni (pronunciare il nome di una persona significava intervenirvi direttamente e ad un piano diverso dal reale ma più efficace).

 


Heyla!!! Finalmente sono riuscita a pubblicare il secondo capitolo, spero vi piaccia!
Comunque sia ringrazio chi legge e chi commenterà. A presto con il terzo capitolo! :)
Ps. Curiosità n° 2: la prima egittologa donna della storia si chiamava Christiane.
   
 
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