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Autore: Horse_    14/08/2015    9 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                          Twins’s birthday.

 

Thirty-Sixth Chapter.

Pov Nina.

“Nonnooooooo!”


I miei figli si schiantano quasi addosso a mio padre non appena entra dalla porta di casa con mia madre e mio fratello al seguito. I gemelli adorano mio padre sopra ogni cosa, per lui è sempre stato un uomo forte, è quello che gli ha insegnato a pescare -più o meno- e ad andare in bicicletta, cose, che per ovvie ragioni, Ian non ha fatto.

Oggi è il 22 ottobre ed è il settimo compleanno dei bambini, sapevo che mio padre sarebbe arrivato oggi. Ha avuto da fare nell’ultimo periodo e non ha potuto raggiungere me, la mamma e Alex qui ad Atlanta quando ci siamo trasferiti, ma l’importante è che oggi sia qui con noi. In realtà un po’ mi dispiace lasciarli soli per oggi, ma io e Ian abbiamo organizzato qualcosa di speciale per i bambini: una gita all’acquario. L’idea è stata di Ian e io ho subito accettato perché i bambini adorano gli animali e ho trovato che fosse una cosa carina farglielo fare. 

Ian ha delle conoscenze lì dentro e ha affittato l’acquario per noi tutto il giorno, così eviteremo presenze indiscrete da parte di estranei, e staremo tranquilli tra delfini, pinguini, foche e tanto altro. Ovviamente i bambini non sanno nulla di questo e sarà doppiamente una sorpresa.

Quando finalmente i bambini si staccano da mio padre gli vado incontro e lo abbraccio.

 

“Mi sei mancato.”- gli sussurro.

“Anche tu bambina mia.”- mi dice dandomi un bacio sulla fronte. -“Soprattutto i miei nipotini preferiti.”

 

Tipico. Sono anche gli unici che ha perché Alex, a quanto pare, non ha ancora trovato l’anima gemella e un po’ mi dispiace per lui, ma sembra che a mio fratello vada bene così. Spero che trovi veramente l’amore e che sia più fortunato di me questa volta.

 

“Nonno, vieni a conoscere qualcuno.”- urla Joseph tirando mio padre per una mano.

“Nonno, si vieni!”- esclama Stefan tirandolo dall’altra parte. -“Vieni a conoscere Spike!”

“Chi è Spike?”- mi domanda mio padre.

 

Spike, non appena capisce che è arrivato qualcuno di nuovo, arriva in sala tutto bello pimpante e non appena arriva mio padre gli si avventa contro alla ricerca di coccole.

 

“Un cane?”- domanda inarcando un sopracciglio. 

“I bambini lo volevano.”- gli dico alzando le spalle.

 

Mio padre scuote la testa contrariato, ma cinque minuti dopo sta giocando con il cucciolo e si sta comportando peggio dei bambini. 

Sapevo che sarebbe accaduto.

 

“Allora, cosa avete ricevuto?”- domanda poi.

“La mamma ci ha regalato degli archi stupendi!”- gli racconta Stefan mentre Joseph corre a prenderli sul divano.

“Ti piacciono nonno?”- domanda quest’ultimo con l’arco in mano.

 

Sono fatti appositamente a mano, ma ovviamente le frecce non sono appuntite sennò succederebbe il finimondo. Hanno sempre sognato un arco, soprattutto da quando hanno visto in tv un cartone animato chiamato Arrow -esiste anche una serie televisiva con Stephen, un ex membro del nostro cast ma non credo sia adatto a dei bambini così piccoli quindi gliel’ho tassativamente proibito.

E’ l’età dei supereroi questa ed infatti hanno ricevuto da Eric Spiderman e Batman alti 120 cm e ne sono entusiasti. Ian invece ha regalato loro due macchine fotografiche per fare delle foto e credo, tutto sommato, che sia il regalo che hanno apprezzato di più. Edna e Robyn hanno regalato loro delle cose per la scuola e altri supereroi, ora avrò la casa ancora più incasinata di prima.

 

“Papà invece ci ha regalato queste!”- spiega Joseph con le macchine fotografiche in mano.

 

Mio padre li guarda contenti ed è felice anche lui, ma credo che non sia ancora il momento adatto per fargli vedere Ian. Lo amava in qualche modo e dopo tutto quello che è successo potrebbe ucciderlo seduta stante perché ha fatto del “male” alla sua bambina. Mio padre ha sempre adorato sia me che Alex, ma… Per me ha sempre avuto un debole.
 

“E l’amico di mamma Spiderman e Batman!”- conclude Stefan indicando i supereroi.

 

Gli sguardi dei miei genitori si posano su di me e io divento rossa come un pomodoro. Solo Alex e pochi altri sanno che mi sto frequentando con Eric e i miei genitori, ovviamente, non lo sanno perché credo che sia relativamente presto. Fortunatamente i bambini trascinano i miei genitori in giro per la sala per mostrare loro tutti i nuovi giochi che hanno ricevuto e non sanno ancora che domani ne riceveranno altri visto che il cast ha preparato una festa a sorpresa per loro e, ovviamente, l’idea è stata interamente di Candice, non poteva essere altrimenti.

La voce di mia madre mi riscuote dai miei pensieri.

 

“Che cosa farete oggi?”- mi domanda.

 

Mi ero scordata di dirle che andremo con Ian all’acquario, ovviamente non è colpa mia visto che non lo sanno nemmeno i bambini. La prendo in disparte mentre i bambini stanno facendo delle foto ad Alex e a mio padre.

 

“Ian ha deciso di organizzare una sorpresa per i bambini, loro non sanno niente.”- le spiego. -“Li porteremo all’acquario.”

“E’ un’idea carina.”- mi sorride. -“Tu e lui quindi?”

“Si, lui ed io. Dov’è il problema?”- le domando.

“No, niente…”- mormora, poi mi accarezza una guancia. -“Sono felice che tu e Ian abbiate chiarito, ma non vorrei che i bambini si abituassero troppo a vedervi insieme. Lui ha una moglie tesoro, non dimenticarlo.”

“Non serve che tu me lo ricorda.”- le dico amareggiata abbassando lo sguardo.

“Non lo dico per ricordartelo, ma per evitare che tu ti faccia del male. Da quando avete chiarito sei… Più te. In questi anni ti ho visto più volte triste e credo che i gemelli in qualche modo ti abbiano risollevata. Non voglio che facciate di nuovo lo stesso errore…”- mi dice.

 

E le sue parole non sono assolutamente false, tutto è vero di quello che ha detto, ma io non ho nessuna intenzione di mettermi con Ian. Insomma, lui ha una moglie e non è interessato a me visto che ci siamo lasciati più di sette anni fa, quindi non capisco dov’è il problema. Ian ha anche accettato di vedermi con Eric, quindi questo vuol dire che a me non è interessato e mi va bene così, l’importante è che ci sia per i bambini.

 

“Lo so, mamma.”- sorrido di sbieco. -“Lui ha altro a cui pensare, l’importante è che ci sia per i bambini.”

“Certo, questo lo so anche io.”- annuisce, poi il suo sguardo si fa più curioso. -“Chi è questo amico di cui i bambini parlano tanto?”

 

Rimango con la bocca leggermente spalancata indecisa se parlare o meno. Non è che non voglia dirglielo, aspettavo di parlargliene quando tutto si sarebbe fatto più solido e più tranquillo e non adesso.

Sono sicura di quello che sto facendo, ormai mi sono abituata all’idea di creare qualcosa di nuovo, ma è ancora tutto così indeciso. Siamo usciti insieme qualche volta -nell’ultimo periodo molto più spesso- e si è integrato anche nel cast, ma volevo fare una presentazione comunque più accurata.

 

“E’ un amico.”- le rispondo evasiva.

“E se è solo un amico perché stai sorridendo con una faccia da pesce lesso?”- mi domanda sorridendo sorniona cogliendomi sul fatto. -“Ha fatto un regalo anche ai bambini.”

“Perché un mio amico non può fare un regalo ai miei figli?”- le domando.

“Si, certo, ma rimane il fatto che stai ancora sorridendo.”- mi punzecchia.

“E va bene…”- borbotto imbarazzata. -“Forse è più di un amico. Ci stiamo frequentando da due mesi, più o meno. Usciamo ogni tanto insieme e l’ho invitato anche alla messa in onda della prima puntata. Con lui sto bene.”

“L’importante è che non ti faccia soffrire e sono contenta per te.”- mia madre mi abbraccia e mi posa un bacio sulla fronte. -“Me lo presenterai un giorno?”

“Certo.”- le sorrido.

 

Sento il mio telefono squillare -segno che mi è appena arrivato un messaggio- e il nome di Ian compare sullo schermo facendomi sospirare. Afferro il telefono e mi affretto a leggere il messaggio.

 

Sto sistemando le ultime cose e poi ho finito. Potete venire quando volete, Nikki non c’è, è dai genitori a LA.

Xoxo Ian.


 

Tiro un sospiro di sollievo nel leggere che Nikki non è in casa, almeno non ci saranno problemi.

Vado dai bambini in sala e dico loro di prendere gli zainetti, di mettersi le scarpe e gli aiuto con i bottoni del giubbotto. Mia madre spiega ad Alex e a mio padre che non ci saremo per tutto il giorno e un po’ mi dispiace per papà visto che è venuto principalmente per i gemelli per festeggiare il compleanno, ma ormai abbiamo organizzato tutto.

 

“Mamma, dove stiamo andando?”- mi domanda Stefan mentre siamo in macchina.

“Da papà.”- rispondo solo mentre continuo a guidare.

“Come da papà?”- mi domanda Joseph. -“Quindi dopo tu andrai via?”

 

Guardo dallo specchietto e vedo che le loro espressioni si sono fatte improvvisamente tristi.

 

“No, non andrò via.”- sorrido. -“Abbiamo preparato una piccola sorpresa per voi.”

“Davvero?”- domanda Joseph eccitato.

“Io odio le sorprese!”- borbotta Stefan incrociando le braccia al petto.

“Sono sicura che questa ti piacerà.”- gli dico mentre parcheggio la macchina.

 

Invio un messaggio a Ian e gli dico che siamo giù e lo stiamo aspettando. So dove abita di preciso, ma non me la sento di entrare in casa sua ed invadere il loro spazio, non ne ho la forza. Fortunatamente non ci invita a salire e qualche minuto dopo lo vedo scendere tutto trafelato preoccupato di essere in ritardo. Non appena i bambini lo vedono scendono dalla macchina euforici e lo abbracciano, mentre sento Ian fare loro gli auguri di compleanno e chiedere se i regali -le due macchine fotografiche- sono state un successo.

 

“Ciao.”- mi sorride.

“Ciao anche a te.”- gli sorrido anche io. -“Che macchina prendiamo?”

 

Dopo qualche minuto di “discussione” su che macchina prendere optiamo per la sua, visto che è più grande e ci sono già delle cose caricate sopra che molto probabilmente ci serviranno una volta arrivati all’acquario. I bambini si siedono dietro e Ian mi aiuta ad allacciagli le cinture, mentre io sinceramente non so dove sedermi. Con la mia macchina era diverso, il posto del passeggero -quando ha guidato Ian- era mio di diritto, ma qui… Mettermi davanti sarebbe un controsenso.

 

“Vuoi rimanere qui a contare le finestre?”- mi dice ilare Ian. Mi indica il posto del passeggero, accanto a lui. -“Siediti lì, non mordo mica.”

 

Alla fine cedo e mi siedo accanto a lui. Partiamo in direzione dell’acquario mentre i bambini continuano a chiedere dove li stiamo portando, ma ovviamente non possiamo dire nulla altrimenti rovineremo loro la sorpresa. La radio è accesa e si sente solo la voce di sottofondo, ma quando entrambi riconosciamo la canzone di Ed, Kiss Me*, i nostri respiri si fanno più accelerati e allora capisco che anche lui sta pensando a quello che penso io. Questa è la canzone, forse una delle più belle di tutto The Vampire Diaries, dove la situazione tra Damon ed Elena si è sbloccata e io e lui ci siamo dati alla pazza gioia in quel periodo dove tutto era ancora rose e fiori. E fa male ascoltare le parole della canzone sapendo tutto quello che è successo e cosa eravamo prima che tutto questo accadesse, per questo entrambi facciamo per spegnere la radio, in modo da interrompere la canzone, e le nostre mani si scontrano facendomi provare una specie di scossa. Le nostre mani rimangono lì per qualche secondo mentre i nostri occhi si incontrano imbarazzati e carichi di cose non dette, ma il momento magico viene interrotto da Joseph che domanda quando siamo arrivati e allora riportiamo lo sguardo fisso sulla strana come se non fosse successo nulla, ma in realtà non è così.

Arriviamo all’acquario dieci minuti dopo e facciamo scendere i bambini che si guardano attorno confusi e curiosi per capire dove gli abbiamo portati. Quando finalmente riescono a leggere Acquarium i loro occhi si illuminano di felicità e si guardano negli occhi per qualche istante.

 

“Piaciuta la sorpresa?”- domanda Ian visibilmente contento per la reazione dei gemelli.

 

I bambini annuiscono soltanto ed abbracciano entrambi con tale irruenza da farci cadere quasi a terra.

 

“E’ fantastico!”- escalam Joseph.

“E’ una sorpresa bellissima!”- continua Stefan.

“Hai visto?”- domando a quest’ultimo accarezzandogli la testa. -“Ho detto che questa sorpresa ti sarebbe piaciuta.”

 

Prendiamo i bambini per mano, dopo aver preso l’occorrente che ci servirà per la giornata, andiamo all’interno dell’acquario che si rivela più grande del previsto. Ian parla con il proprietario e prende gli ultimi accordi, poi ci dirigiamo insieme in una stanza dove appoggiamo tutte le nostre cose e, visto che non c’è nessuno, non ci sono problemi.

 

“Da dove cominciamo?”- domanda Stefan eccitato.

“Da dove volete.”- risponde Ian sorridendogli e tira fuori dalla tasca la piantina dell’acquario con tutti i luoghi da visitare. -“Potete scegliere qualsiasi cosa.”

“Io voglio vedere i pinguini!”- interviene Joseph.

“Ma io voglio vedere le foche!”- ribatte Stefan.

 

Ecco, lo sapevo. Su queste cose litigano sempre, ma non possiamo sdoppiarci o dividerci, è ancora mattina e abbiamo tempo per fare tutto, quindi devono decidere insieme.

 

“Dovete decidere insieme.”- intervengo io per calmare gli animi. -“Abbiamo tempo e vedremo ogni cosa, però dovrete mettervi d’accordo.”

“Va bene, andiamo a vedere i pinguini.”- borbotta Stefan.

“Andiamo a vedere le foche.”- borbotta Joseph.

“Cosa dicevi sul mettersi d’accordo?”- mi schernisce Ian divertito. -“Siamo al punto di prima.”

 

Ian continua a ridacchiare e lo fulmino con lo sguardo.

 

“Bene, allora decidi tu.”- dico passandogli il testimone.

 

 

Mezz’ora dopo decidiamo di andare a vedere per prima cosa tutti i pesci e Ian ci accompagna in una stanza enorme che contiene vari tipi di pesci dai mille colori. Ce ne sono tantissimi in ogni acquario e i bambini corrono per tutta la stanza da un acquario all’altro per vederne il più possibile e fanno a Ian mille domande -non abbiamo preso una guida perché Ian sa tutto sugli animali e trovo carino che insegni delle cose ai suoi figli.

 

“Guarda Stef!”- urla Joseph indicando dei pesciolini arancioni. -“Sono come Nemo!”

 

Joseph corre vicino a Stefan e si mette ad osservare i pesci.

 

“Si chiamano Pesci pagliaccio.”- dice loro Ian mentre Stefan e Joseph annuiscono interessati. Ian si volta verso un altro acquario ed indica un altro tipo di pesce. -“Quello è un pesce palla.”

“Ma papà”- obietta Stefan. -“non assomiglia per niente a una palla.”

“Questo tipo di pesce si gonfia soltanto se si sente minacciato.”- spiega Ian. -“Ora è tranquillo, quindi è normale.”

“Ma io volevo vederlo…”- borbotta Joseph.

“Tesoro, non dobbiamo disturbare un povero pesce.”- gli dico dolcemente inginocchiandomi di fronte a lui. -“Siamo qui per vederli e per lasciarli in pace, ricordi?”

 

Joseph annuisce e mi da un bacio sulla guancia poi va a vedere altri tipi di pesci insieme a Stefan. 

Passiamo da una vasca all’altra, poi arriviamo in una sala dove ci sono numerosi granchi di tutte le dimensioni e mi vengono i brividi a pensare che alcuni sono stati trovati nelle nostre spiagge vedendo quanto sono grossi.

 

“Non ti mangiano mica Neens!”- ridacchia Ian divertito alle mie spalle.

“Qui no. Ma in mare si.”- borbotto.

“Non penso proprio.”- mi dice sorridendo. -“Hai intenzione di non entrare più in acqua?”

“Assolutamente si.”- incrocio le braccia sotto il seno. -“Non voglio incontrare quei mostri.”

 

Dico indicando un  granchio enorme con le chele alzate. Assolutamente no, non andrò mai più al mare.

 

“Ma mamma!”- mi rimprovera Joseph. -“Se li lasci lì non ti fanno niente.”

“Si, ma non voglio sfidare la sorte.”- ribatto facendo una smorfia e sento che i gemelli e Ian ridono alle mie spalle.

 

Dai granchi passiamo a vedere i cavallucci marini, i serpenti d’acqua -altra cose che mi fa capire che non andrò più al mare-, vari tipi di alghe e coralli, per poi arrivare in una sala a cielo aperto dove tengono i pinguini e lì i miei occhi diventano a cuoricino nel vedere quei cosetti carini e coccolosi appiccicati tra di loro per riscaldarsi e i bambini sembrano del mio stesso avviso visto che non staccano gli occhi dai pinguini.

 

“Sono…”- inizia Joseph.

“Bellissimi.”- termina Stefan.

“Ma perché stanno così vicini?”- domanda Joseph. -“Hanno forse freddo?”

Stanno vicini per riscaldarsi, si.”- conferma Ian, poi indica due pinguini e vedo due piccole testoline sbucare da tutto quel pelo bianco. -“Quelli sono dei cuccioli di pinguino.”

 

E allora i gemelli iniziano a ripetere a macchinetta quanto sono carini -e io non do loro assolutamente torto- e di quanto vorrebbero accarezzarne uno, ma giustamente capiscono anche loro che devono stare con la loro mamma e in un ambiente più protetto e mi stupisco del loro ragionamento, ma sorrido anche orgogliosa.

E’ quasi l’una quando decidiamo di iniziare a mangiare qualcosa perché il giro è ancora lungo visto che mancano ancora gli squali, le foche, i trichechi insieme ai leoni marini, i delfini e penso che ci sia anche un’orca** se non ho capito male.

Quando abbiamo finito di mangiare continuiamo con il nostri giro e finalmente accontentiamo anche Stefan e andiamo nella sezione dedicata alle foche e ce ne sono tantissime, insieme a dei cuccioli di foca tutti bianchi che sembrano fatti di cotone.

 

“Sono tutti bianchi.”- esclama emozionato Stefan indicando i cuccioli di foca. -“Cambiano colore quando crescono?”

“Certamente. Il bianco permette loro di mimetizzarsi con la neve e il ghiaccio in modo da sfuggire ai predatori.”- spiega Ian.

“Chi potrebbe mai mangiare le foche?”- domanda Joseph sbigottito.

“Qui in America nelle spiagge ci pensano gli squali, ma molto spesso sono le orche a mangiarle.”- spiego loro accarezzando ad entrambi la testa.

 

Stefan si aggrappa alla mia maglietta triste.

 

“Ma non è giusto, mamma.”- mormora.

 

Gli sorrido dolcemente.

 

“E’ la vita tesoro. Anche le orche e gli squali devono mangiare, funziona così la catena alimentare.”- cerco loro di spiegare.

“Così come le foche e i pinguini mangiano i pesci.”- termina Ian.

 

Rimaniamo un altro po’ a guardare le foche e i bambini si divertono, come hanno fatto per tutta la mattinata, a fare le foto agli animali. Visitiamo anche i trichechi, dei simpatici animali con delle strane zanne, poi arriviamo nella vasca dello squalo e qui i gemelli lo guardano affascinato. Non è una cosa da tutti i giorni vedere uno squalo bianco e pochi centimetri di distanza separato solo dal vetro. Ed è inquietante vederlo mentre nuota all’interno della sua vasca in modo quasi circolare, mentre i bambini lo guardano incantati. E penso a quante persone muoiono ogni anno per colpa sua, in generale, e la cosa mi fa rabbrividire.

 

“E’ fantastico!”- esclama Stefan indicandolo.

 

In questo credo che abbiano preso da Ian.

A me mette solo paura.

 

“Si, è il più grande predatore di tutti i tempi!”- dice Joseph adorante.

“A dir la verità c’è un predatore più grande di lui e si trova proprio qui.”- interviene Ian.

“Davvero?”- domanda Joseph a bocca aperta.

“Si, andiamo a vederlo.”- dice Ian e ci incamminiamo verso un’altra stanza.

 

Penso proprio che ci stia portando dall’orca e qui si va dal male in peggio. Se lo squalo mi incuteva paura questa mi incute terrore. La vasca che contiene l’orca è enorme e si trova praticamente all’aperto e davanti a noi ci sono delle tribune dove sicuramente di solito le persone si siedono per assistere ai vari spettacoli. Vediamo l’orca subito dopo, in realtà notiamo la pinna nera che si erge sull’acqua.

 

“Eccola lì!”- dice Ian indicando con un dito la pinna dell’animale.

 

Ci avviciniamo piano alla grande vasca e i bambini ci chiedono di prenderli in braccio per vedere meglio e io e Ian li accontentiamo. Rimangono sbalorditi di vedere l’enorme animale acquatico e meravigliati di quanto sia bello e intuisco, dalle loro parole, che questo, fino ad ora, sia il loro animale preferito. Rimaniamo circa dieci minuti ad osservare il povero animale all’interno della grande vasca e vediamo più volte la sua testa uscire, poi ci dirigiamo verso la vasca con i delfini.

Ora sono finalmente più tranquilla perché i delfini non mi incutono terrore e sono veramente degli animali molto socievoli.

I bambini si avvicinano al bordo della grande vasca e i delfini si avvicinano a loro.

 

“Possiamo fare delle foto anche a loro?”- domanda Joseph con la macchina fotografica in mano.

“Io avevo intenzione di fare qualcosa di meglio.”- sorride loro Ian guardandomi. 

“Che cosa?”- domanda Stefan visibilmente curioso

“Andiamo, forza.”- dice Ian.

 

I bambini lo seguono a ruota curiosi ed eccitati, mentre io continuo a domandarmi cosa voglia fargli fare.

Spero solo che non abbia intenzione di fare qualcosa di pericoloso, ma mi fido di Ian quindi credo che farà vedere loro i delfini da più vicino. Ian parla con un ragazzo che avrà all’incirca vent’anni e con una giovane vicino alla porta e quest’ultima ci fa cenno di seguirla.

I bambini si guardano emozionati attorno e il loro sguardo viene catturato in modo particolare da un delfino che continua a tenere il muso dall’acqua particolarmente interessato.

 

“Volete provare ad accarezzarli?”- domanda il giovane ai bambini.

“Mamma, possiamo?”- si rivolgono entrambi a me.

 

Guardo Ian per qualche istante preoccupata, ma alla fine mi convinco e annuisco sorridendo ad entrambi. I delfini sono animali buoni ed adorano i bambini, quindi non credo che bisogna preoccuparsi.

In realtà sono preoccupata, si, sono sempre animali, ma mi fido delle intenzioni di Ian, perché evidentemente lo sapeva, quindi guardo i bambini che si avvicinano cautamente agli animali. Il ragazzo aiuta i bambini ad accarezzare i delfini a giocare con loro e non li ho mai visti più felici di così.

 

“Si stanno divertendo.”- constata Ian accanto a me.

“Parecchio.”- annuisco felice. -“Credo che sia il loro miglior compleanno questo e ti devo ringraziare.”

“Non mi devi ringraziare, ho solo pensato che questa fosse un’idea carina per loro e qualcosa di nuovo.”- mi dice leggermente imbarazzato.

“Grazie comunque.”- dico soltanto.

 

Andiamo via dall’acquario quasi alle 7.00 pm e andiamo a casa di Ian visto che ho lasciato la macchina lì.

Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per domani sul set dove Julie ha detto che deve annunciare grandi novità e io e i bambini torniamo a casa.

 

 

 

*credo che tutti i fan Delena più accaniti l’abbiano ascoltata più e più volte con la scena in sottofondo. La canzone fa da colonna a una delle scene più belle di tutto TVD, quando Elena, ormai vampira, balla con Damon al pensionato e poi per la prima volta Damon ed Elena fanno l’amore.

** Non è surreale, in America esistono veramente gli acquari con le orche che, a mia opinione, sono degli animali fantastici e non adatti, visto la loro stazza, a stare negli acquari ^^



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Buon fine settimana a tutte, eccomi qui con il nuovo capitolo, un po' in ritardo rispetto al solito, visto che pubblico sempre nel primo pomeriggio, ma oggi sono stata via tutto il giorno, ma tranquille, non mi sono dimenticata di voi ^^
Questo è il capitolo più lungo che abbia mai postato di questa storia -ce ne sarà uno più lungo avanti, capirete voi quale quando lo leggerete- ed è un capitolo veramente tranquillo, il compleanno dei bambini. Non poteva essere certamente movimentato, ma credo che questo capitolo ci sia veramente voluto ed inoltre sembrano una famiglia unita, anche se in realtà non è proprio così.
Nella prima parte del capitolo è arrivato il padre di Nina, non mi ero certamente dimenticata di lui come avete visto, ed ha davvero un bel rapporto con i bambini. I bambini raccontano, per sbaglio, che c'è un amico nel cuore di Nina e Michaela vuole subito sapere (come farebbe ogni mamma!), ma la nostra Nina ci va con i piedi di piombo perchè prima vuole essere sicura di tutto -non che sia convinta di Eric, ma si frequentano ancora come 'amici'.
Il resto del capitolo è relativamente tranquillo, togliendo la parte in macchina (ditemi che avete riconosciuto la canzone, vi prego ahahahaha) e a quanto pare i due sono ancora connessi in qualche modo.
Ecco, non ho nient'altro da dire, solo che sarà veramente importante la novità di Julie :)
Ringrazio le fantastiche dieci ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, finalmente le visite e le recensioni sono di nuovo aumentate, così come le persone che inseriscono la storia tra le varie liste e sono assolutamente felice di questo!
Ci vediamo lunedì 17 agosto, alla prossima <3


 

  
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