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Autore: sajin_the_beast    15/08/2015    2 recensioni
Izzy: simpatica, divertente, eccentrica o pazzia allo stato puro?
Chi o cosa potrebbe turbare la serenità di una vita vissuta all'estremo?
Eppure, una volta qualcosa è successo e l'ha quasi distrutta...ma cosa?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Izzy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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LA TRISTE STORIA DEL VETERINARIO DELLE AUTO
Divertente, eccentrica, pazza.
Ci sono molti modi per definire Izzy.
Quello che però pochi sanno è che il comportamento della ragazza dai ricci capelli color carota è il suo modo di dimostrare affetto a chi la circonda.
Ma andiamo per gradi; la nostra storia inizia un pomeriggio di Agosto, in un'afosa giornata estiva.
"Comandante, ci servono rinforzi!" le armate si scontravano, urla disumane riecheggiavano nell'aria e il caldo stava sfinendo i combattenti.
"I mostri intergalattici stanno per batterci, comandante Izzy! Ci servono i fucili laser!" gridò affannato un bambino che veniva rincorso da un suo coetaneo con uno scolapasta capovolto in testa, che reggeva un lungo bastone fra le mani, agitandolo in ogni direzione.
"Che fai Lou?!? Avevamo detto niente bastoni!".
Il "mostro intergalattico" si fermò, arrossì e corse più veloce del vento a risistemare al suo posto il manico di scopa.
Izzy era contenta di essere il capitano, tutti si affidavano a lei per le strategie di "combattimento".
Guardava soddisfatta il suo impero di bambini, suoi coetanei darsi battaglia fra le giostrine del parco giochi.
Ad un tratto si iniziò ad udire un continuo beep provenire dalla bambina, che si guardò il polso: la sveglia del suo orologio aveva iniziato a suonare, era il momento di tornare a casa.
La ragazzina, otto anni ed energia che sprizzava da ogni poro, saltò agilmente giù dalla torretta dalla quale teneva d'occhio gli scontri e si avviò di corsa verso casa, sbracciandosi per comunicare a tutti la sua partenza.
Arrivata al porticato della sua abitazione diede una scorsa all'orologio: mancava ancora un minuto, avrebbe potuto correre più lentamente.
Si sedette sui gradini davanti all'entrata e sfoderò il miglior sorriso del suo repertorio.
Stava aspettando suo fratello, vederla contenta gli avrebbe sicuramente tirato su il morale.
In fin dei conti il suo fratellone faceva il medico, era un dottore!
Anche se in realtà i suoi pazienti avevano un motore e quattro ruote... Era un dottore delle auto, un meccanico come amava definirsi lui. 
Un giorno però le aveva spiegato che le macchine contenevano o avevano a che fare con i cavalli, quindi forse avrebbe dovuto chiamarlo veterinario delle auto!
Izzy decise che gli avrebbe sottoposto il suo dilemma più tardi, quando sarebbe arrivato.
Però ci stava mettendo un po' troppo!
Di solito, anche quando c'era il traffico più denso, non ci impiegava così tanto!
Alzò gli occhi al cielo e notò che le nuvole cominciavano ad addensarsi sopra alla sua testa.
Una goccia di pioggia la colpì sul naso e lei corse a nascondersi sotto il portico in legno, accucciandosi contro la parete della casa.
Poteva sentire tutti i rumori che provenivano dall'interno: i passi svelti e leggeri della madre e i suoi singhiozzi, i passi pesanti del padre e la suoneria del telefono, le grida della madre e le sue corse in giro per la casa, le chiavi della macchina che tintinnavano e la porta accanto a lei che si apriva.
Sua madre uscì di corsa, attraversò la pioggia per lanciarsi nell'auto parcheggiata nel cortile e partì a tavoletta verso il centro della città.
Il padre uscì dopo qualche secondo, con gli occhi lucidi ed il viso paonazzo.
Guardò Izzy negli occhi e, cercando di rimanere composto, disse: “Tuo fratello ha avuto un incidente mentre tornava a casa...la mamma è corsa a vedere come sta".
Izzy non disse nulla, si alzò, andò nella sua camera e si sedette sul letto.
Rimase a guardare la parete bianca di fronte a se, con le lacrime che le si formavano e stringendosi il labbro inferiore fra i denti, per non piangere.
Tutti i suoi sforzi, però, furono vanificati quando entrò il padre: se, restando da sola, era quasi riuscita a calmarsi, la comparsa del genitore la riportò alla realtà e le parve che un'incudine le fosse caduta dritta sul petto.
Le lacrime le rotolarono giù dalle guance, fino a ricongiungersi sotto il mento e inzupparle il colletto della maglia, il suo respiro si fece irregolare e difficoltoso e sentì l'impulso di strappare o rompere qualcosa.
Si lasciò cadere sulle lenzuola, bagnandole di lacrime e si tirò il cuscino sopra la testa, stringendolo ed affondandogli le dita con forza dentro.
Il padre si sedette sul bordo del letto e la strinse delicatamente a se.
Izzy sentiva il cuore battergli velocissimo, come dopo una corsa, e la testa che gli pulsava, soprattutto le tempie, come se fosse in procinto di scoppiare.
Alzò gli occhi dopo qualche minuto ma, incrociando gli occhi del padre, le lacrime ricominciarono a scenderle come una cascata.
Dopo circa un quarto d'ora il campanello suonò e, quando andarono ad aprire, si ritrovarono davanti un uomo a cui mancava metà di un orecchio, ossia lo zio di Izzy, nonché fratello della madre, informato da quest'ultima dell'accaduto.
Si offrì di accompagnarli all'ospedale, per conoscere lo stato in cui versava il ragazzo.
Quando arrivarono di fronte al grande palazzo bianco ad Izzy vennero in mente tutte le volte che aveva frequentato quel posto e il foglio appeso in camera sua sul quale teneva conto di quanti punti erano stati costretti a darle e in seguito a quale occasione.
Si fecero strada fra i lunghi corridoi bianchi in cui aleggiava un forte odore di medicinali, costellati di porte e cartelli, che però non indicavano mai la direzione che dovevano prendere loro.
Finalmente arrivarono nell'ala corretta dell'ospedale e la madre di Izzy corse subito incontro alla famiglia, abbracciando di slancio il marito e nascondendo il viso contro il suo petto per cercare di calmarsi.
Quando ebbe ripreso il controllo guardò l'uomo negli occhi e disse, ancora molto scossa: “Nessuno mi ha ancora detto niente, sono là dentro da tantissimo tempo e io non so come stanno le cose!" poi guardò Izzy e, cingendole le spalle con un braccio, le sussurrò: “Andrà tutto bene, vedrai, le cose si risolveranno".
La donna si fece abbracciare anche dal fratello, che le bisbigliò qualche parola di conforto, stringendola forte a se.
In quel momento un giovane dottore uscì dalla sala operatoria con una goccia di sudore che gli scendeva dalla fronte e un'espressione tetra in volto.
Prese in disparte i genitori della piccola e, stropicciandosi le mani e deglutendo nervosamente raccontò loro la situazione, facendo scoppiare in lacrime la donna, che si accasciò a terra, svenuta.
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Saaalve a tutti. Questa mia storia dovrebbe essere a capitoli…se leggete e gradite, lasciate anche una recensione, un commento e saprò che devo andare avanti…in fin dei conti la storia è già scritta (nella mia testa, si intende) mi basta solo caricarla. Quindi, che altro dire? Spero vi sia piaciuta la mia storiella eee…alla prossima!!! ;)
Sajin_the_beast
   
 
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