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Autore: Uzumaki_Devil_Dario    15/08/2015    4 recensioni
Naruto sa di amare Hinata, sa che lei è la persona con cui sceglierebbe di trascorrere i suoi ultimi giorni sulla terra.
Ma quanto valore ha un sentimento così giovane in confronto a quello di colei che lo ha amato per tutta una vita? Come fare per amare con la stessa intensità con cui è stato amato?
Sesta classificata al 'Head Canon Contest - fin dove si spinge l'Immaginazione', indetto da Maiko_chan sul forum di EFP
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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La fine dell'inverno


"Aaah, sì! Questo sì che è relax!"
Bastò entrarvi e in breve il tepore invitante dell'acqua si fece subito sentire sulla pelle delle ragazze, invogliando con gradevolezza ad abbandonarsi. Come fosse una magia, i muscoli si rilassavano e gli aloni di caldo vapore inducevano alla serenità, a chiudere gli occhi e lasciar riposare persino la mente. Tenten era quella che sapeva godere di più di momenti del genere, comodamente seduta nello stagno termale e con la schiena poggiata sulla roccia levigata della parete divisoria, mugugnava beatamente pervasa dal calore confortante. Ino aveva un modo un po' diverso di apprezzare la cosa, già sognava quanto la sua pelle sarebbe diventata meravigliosamente vellutata e piacevole al tatto dopo quel sublime trattamento. Sakura, poi, cominciò a capire perché a Naruto piacesse così tanto andare alle terme pubbliche; e dire che per molto tempo aveva sospettato che lo facesse solamente per sbirciare dove non doveva.
"Sapete, comincio a pensare che dovrei andare più spesso alle terme pubbliche."
"Dite quello che volete, ma Sai è un genio." si inorgoglì Ino "Avete visto che regalo fantastico mi ha fatto? Dovreste essergli tutte grate che ha pensato di invitare anche voi."
Considerato che Sakura di certo conosceva il ragazzo in questione da ben più tempo della Yamanaka e sapeva che lui aveva una concezione tutta sua su praticamente ogni cosa, ebbe di che ridire sul vanto dell'amica.
"Come no, è più probabile che l'idea l'abbia presa da uno dei suoi libri. Mi immagino il titolo "Metodi per ammorbidire la propria ragazza" o una roba così, e avrà letto di come mandarti per un giorno alle terme con le tue amiche. Sogna pure, se speri che da quella testa bacata possa uscire da sola una buona idea originale."
Per tutta risposta, Ino le mostrò la lingua provocatoria.
"Sarà anche presa da un libro, vuol dire comunque che ha voluto cercare un modo per farmi contenta. E direi che c'è riuscito benissimo."
Vero pure questo. C'era da dire che anche se era nuovo alle aperte relazioni con le donne, Sai stava facendo dei notevoli progressi nei rapporti con la gente. Con Ino, poi, i risultati si evidenziavano, a giudicare da come riuscisse a renderla addirittura più allegra e spensierata del suo solito. E dire che, neppure fino a molto tempo prima, continuare ad affidarsi a quei libri gli causava più problemi ed equivoci che altro.
"Hinata? Qualcosa non va?"
Di tutto il gruppetto, Sakura notò che Hinata era la sola che non sembrava compiacersi pienamente del benessere. Quando era entrata nella vasca, aveva certamente provato il piacere del bagno nelle acque termali, tuttavia quell'apprezzamento pareva essere stato momentaneo; ora era immersa con l'acqua fin quasi sotto il naso, i lunghi capelli le ondeggiavano intorno sulla superficie, gli occhi erano talmente assorti da lasciar intendere che il bagno non l'aveva rilassata abbastanza da evitare di avere fin troppo la testa chissà dove. Difatti, il richiamo di Sakura la prese alla sprovvista provocandole un sussulto.
"S-sì? Scusatemi, non stavo ascoltando."
"Hinata, dovremmo essere tutte qui per rilassarci e avere zero preoccupazioni per la testa, lo sai?"
"Ora che ci penso" aggiunse Tenten "mi sembra che quasi non hai proferito parola da quando siamo partite. Te ne stai lì a riflettere su chissà che."
"Vero, vero. Non è che non ti senti bene?"
Hinata non amava esattamente trovarsi al centro dell'attenzione, in particolar modo se ci finiva così da un secondo all'altro. Tuttavia, viste le inutili preoccupazioni e le conclusioni sbagliate che le sue amiche stavano traendo, cercò di tranquillizzarle... finendo per farlo coi suoi modi un tantino goffi e non misurati.
"No, no, no... cioè, sì, io sto benissimo, davvero! Non c'è bisogno che vi preoccupiate!"
"Oh-ooh, ho capito!" il ghigno che Ino allargò prometteva gaffe imminente "Stai pensando al tuo Naruto-kun, non è così? Ho ragione, vero?"
Come volevasi dimostrare. Messi a nudo in quel modo i suoi pensieri, la povera Hyuga si ritrovò ad arrossire vistosamente, le parole le si ingarbugliarono al punto da impedirle anche solo di provare a negare. Ciò che per lei era imbarazzo, per le altre era più divertimento.
"Oh, ma quanto siete dolci!" fece Tenten, intenerita "Non riuscite a stare separati un solo giorno senza sentire la vostra mancanza. Siete davvero la coppia più romantica di Konoha."
Non che lo dicesse così alla leggera, quella era l'opinione comune della maggior parte della popolazione giovanile della Foglia: prima la fama di Naruto gli aveva portato l'ammirazione di molte ragazze del villaggio; in seguito, metà di esse avevano visto i loro sogni infrangersi scoprendolo ufficialmente occupato in una relazione romantica con Hyuga Hinata, mentre l'altra metà adorava e ammirava da lontano la coppia che loro due formavano.
Magari Naruto non ci aveva fatto caso, ma Hinata lo aveva notato eccome. E lei, appunto, non preferiva la popolarità.
"M-m-maaa... ma quale coppia più romantica di Konoha? Io e... Naruto-kun siamo... siamo solo..."
"Follemente innamorati l'uno dell'altra, del tutto innegabile." Sakura, più pragmatica, riprese il controllo della discussione "Ma seriamente, Hinata, anche se pensi a Naruto, che cos'è quella faccia? Quel baka avrà mica combinato qualcosa?"
Grata che l'argomento non fosse più imbarazzante, Hinata recuperò un po' di calma, fino a essere anche incline ad accettare la confidenza che Sakura le offriva.
"Ecco, no... non credo, almeno."
"Non credi? Se non ne sei sicura tu..."
"Il fatto è che... ieri era il nostro primo anniversario."
Subito dopo averlo rivelato, scoprì quanto fosse stata incauta nel farlo. Come se avessero udito la notizia del secolo, tutte e tre gridarono per la sorpresa, abbandonando le loro posizioni rilassate, e si avventarono su di lei desiderose di dettagli... perfino Sakura si era scomposta.
"Il vostro anniversario? Proprio ieri?"
"Non ci credo! Vuoi dire che è già passato un anno da quando..."
"Ho capito!" si inalberò Ino "Quel baka se l'è dimenticato, non è così? Ma brutto... come fa a dimenticarsi di una cosa così importante? Come ha potuto scordare che solo un anno fa ti ha inseguito sulla luna e ha dovuto salvare il mondo per ritrovarti, riprenderti e portarti a duecento metri da terra per darti il bacio più spettacolare e mozzafiato della vostra vita?"
"I-Ino, per favore, abbassa la voce. Non si è affatto dimenticato. Anzi, ieri è venuto lui a casa mia per uscire insieme a me."
Di colpo, dal rimproverarlo Ino passò improvvisamente ad ammirare l'Uzumaki per l'intraprendenza dimostrata. E, naturalmente, desiderò conoscere il resto.
"Oh-oooh, allora il biondino ci sa davvero mettere il cuore quando serve! E quindi, dove ti ha portata?"
"Beh, siamo andati al campo di allenamento..."
Di nuovo, le ragazze ebbero di che mettersi le mani nei capelli, così come Ino si pentì di quel breve momento di ammirazione.
"Non ci posso credere... il campo di allenamento...!"
"Giuro che appena torniamo avrò un bel paio di paroline da rifilare a quell'imbecille." e le parole non sembravano essere le uniche cose che Sakura prometteva di rifilargli "Portare la sua ragazza ad allenarsi nel giorno del primo anniversario..."
"Ehm... veramente..." per qualche motivo, Hinata aveva ripreso ad arrossire "... non ci siamo proprio allenati."
Sembrava quasi che l'Uzumaki lo facesse apposta a far passare le montagne russe alle amiche della sua ragazza, facendole barcollare nell'indecisione se dargli un riconoscimento o no.
"No? E allora?"
"E-ecco... lì... lì c'era un fiume... e... e quel giorno il campo era libero... q-quindi..."
"Quindi?" tutte e tre, con già in testa le loro idee sui successivi sviluppi, stettero in ansiosa attesa.
"Ci... ci siamo..."
"Vi siete cosa?"
"Ci... siamo fatti..."
"Parla più forte, cara, le ziette non riescono a sentirti."
Hinata sapeva che avevano comunque inteso cosa fosse successo dopo. Non sapeva, però, che preferivano mille volte di più sentirlo raccontare dalla sua bocca piuttosto che accontentarsi di immaginarselo.
"Ci siamo fatti il bagno insieme!"
Tirò fuori la verità tutta in un fiato e con un tale rossore in faccia da dare l'impressione che gli aloni di vapore che aveva intorno fossero emessi da lei anziché dalle acque. Al sentire quella rivelazione, Ino andò in estasi mentre Sakura e Tenten avevano delle espressioni allegramente stupite.
"Questo sì che è sorprendente, Hinata, perfino per te. Solo qualche tempo fa non ti saresti mai sognata di fare il bagno insieme a lui. Da quel che mi sembra di capire, state facendo dei passi avanti, vero?"
"Non saprei, sinceramente. In fondo, era solo un bagno... e poi, eravamo comunque in biancheria."
"Che non è comunque poco, ma mi auguro che quel pervertito abbia fatto bene attenzione a dove tenere le mani."
Argomento sul quale Ino ebbe di che obiettare "Macché attenzione e attenzione! Le mani doveva usarle eccome! Per festeggiare il primo anniversario non poteva che fare bene a terminare in bellezza con del sanissimo..."
Prima che la discussione prendesse una piega troppo privata, Sakura le tappò la bocca con la mano e fece in modo di riprendere il controllo.
"Possiamo ritornare alle cose serie, per favore? Se non sbaglio, c'è da capire cos'è successo con Naruto che fa tanto preoccupare Hinata."
"Guarda che io voglio ancora sapere cos'hanno fatto dopo. Insieme. Mezzi nudi. In acqua."
"Te lo fai dire un'altra volta. Allora, Hinata, ci spieghi che cos'è successo?"
Anche Hinata si era fatta più seria, ripensando a quel particolare modo in cui si era conclusa la sua uscita con Naruto. Più ci pensava, più sentì il bisogno di un parere esterno che la aiutasse a fare chiarezza.
"Ecco... prima che mi riaccompagnasse a casa, ho pensato a un regalo da fargli. Volevo che fosse qualcosa di speciale."
"Beh, non c'è molto bisogno di ingegnarsi per questo." commentò Tenten "Si sa che il suo cuore passa per il suo stomaco che riempie solo di ramen."
"Non la interrompere."
"Gli ho chiesto così di ridarmi quel pezzo della sciarpa che gli avevo regalato l'anno scorso. Ci tenevo a ricucirgliela, quindi gli ho promesso che gliel'avrei sicuramente aggiustata."
Il sorriso di Sakura si allargò, capendo i motivi che stavano dietro quella promessa. Quando Hinata diceva che doveva trattarsi di un regalo speciale, non lo intendeva alla leggera. Quel frammento di stoffa rossa ne aveva passate tante prima che le mani di Naruto potessero riceverla: appartenuta a lui in tenera età e custodita da Hinata per moltissimo tempo, continuamente bisognosa di cure e aggiustamenti dopo essere stata lacerata, bruciata e sbrindellata, quella sciarpa era l'emblema dell'amore travagliato che la ragazza a lungo aveva nutrito prima che lui lo riconoscesse e lo accettasse. Non c'era da stupirsi che adesso Hinata desiderasse tanto riparare quella testimonianza della loro storia, da una semplice idea nasceva il regalo speciale esattamente quanto lei voleva che fosse.
Il volto della Hyuga, però, rimaneva ancora segnato da un'ombra "Però... non sono convinta che lui lo apprezzi."
"Ma come no? Guarda che è un pensiero semplicemente bellissimo. Perché dici questo?"
"Lui ha acconsentito e me l'ha portata... ma poi, quando me l'ha data, ha improvvisamente cambiato atteggiamento. Per qualche motivo... non so, mi è sembrato che qualcosa lo turbasse."
"E non ti ha spiegato perché?"
"Mi ha detto solo di non preoccuparmi, che va tutto bene."
Inutile aggiungere che l'esortazione aveva sortito tutt'altro effetto rispetto allo scopo. Ora Hinata, più che impensierita, era rabbuiata dai timori.
"Io... ho paura di averlo infastidito con la mia proposta. Forse non vuole che gli aggiusti la sciarpa, forse in realtà la preferisce così com'è o..."
"Oh, suvvia, figurati se uno come lui può non apprezzare un gesto così dolce! " commentò Ino "Davvero, Hinata, secondo me non potevi trovare un modo migliore di questo per ricordargli il tuo amore nel giorno del vostro primo anniversario."
"Chiamami strana, ma concordo con Ino-pig." aggiunse Sakura "Di sicuro il problema è un altro. Ad esempio... ecco, lui ti ha fatto un regalo per ricambiare?"
"Beh, no. A dire il vero, non è che lo pretendessi. È stato insieme a me per tutto il giorno, non volevo niente di più."
"Sarà mica che si sente in colpa per non averti regalato niente? Soprattutto dopo aver visto che il tuo regalo è così importante."
"Dite che è per questo?"
"Io dico che sarebbe meglio se ti togliessi il pensiero parlandoci direttamente a quattr'occhi." concluse Tenten "Insomma, evitate di diventare una di quelle coppiette che sorvola sui problemi e poi fa finta che va tutto bene, d'accordo?"
Fermandosi a riflettere per un momento, Hinata pensò che proprio quella soluzione, nella sua semplicità, era quella giusta. Anche se un po' la impensieriva la prospettiva di intraprendere una discussione seria con Naruto, decise che avrebbe seguito i consigli che aveva cercato dalle sue amiche. Per quanto spesso potessero metterla a disagio e in imbarazzo con certi discorsi, in momenti come questo era grata della loro presenza e amicizia.
Questo, comunque, era solo una maniera di affrontare il problema: la maniera del punto di vista femminile.

A distanza di qualche chilometro, a Konoha, c'era chi invece discuteva sulla questione dal punto di vista maschile... per quanto fosse possibile fare un discorso serio standosene stravaccati sull'erba con la faccia rivolta a osservare pigramente le nuvole.
"Dunque, riassumiamo il problema: oggi, che è il mio giorno libero dopo non so quanto tempo, sono bloccato qui a sorbirmi i dilemmi della tua vita sentimentale?"
"Grazie davvero per l'aiuto, Shikamaru, non so come farei senza di te."
Naruto sbottò contro l'amico e la sua solita voglia di non fare niente, contrariato dalla risposta avuta dopo che si era bellamente confidato con lui.
"Vorrei solo sapere perché sei venuto a chiedere aiuto proprio a me. Non è che io sia un pozzo di conoscenza in materia."
"Come no? Sei l'unico che conosco che ha la ragazza, qualcosa ne saprai."
"Sai non sta forse con Ino? Potresti chiedere anche lui."
"Spero tu non stia parlando dello stesso Sai che conosco, quello che saprebbe rispondermi dandomi solo consigli su come usare il..."
"Va bene, va bene, come se non avessi detto niente. Ehi, Choji, consiglialo un po' tu."
Questo era ancora più strano che chiedere aiuto a Sai. Di per sé, soprattutto ora che lo si vedeva intento a svuotare il suo consueto pacchetto di patatine, Choji non dava molto l'impressione di saperne abbastanza sul genere femminile da poter dispensare consigli sull'argomento. Come dirglielo, però, senza intaccare la sensibilità del suo buon cuore?
"Certamente." si offrì lui "Chiedimi pure tutto quello che vuoi, Naruto."
"Ehm... Choji, davvero senza offesa, ma... ecco, non sono del tutto convinto che tu possa darmi l'aiuto che mi serve."
Shikamaru, pur preso dalla sua caratteristica poca voglia di fare, aveva comunque intuito la perplessità dell'amico Uzumaki ed ebbe di che confutarla prontamente.
"In realtà non ne sarei così sicuro. Sai che ha iniziato a vedersi da qualche tempo con una qualche ragazza di Kumo?"
"Eeeh? Stai scherzando, Choji? Non ne avevo per niente idea!"
Neppure Choji stesso ci avrebbe scommesso fino a poco tempo prima, anche lui era nuovo a questo genere di cose. Per questo gli piaceva molto parlarne e farlo con un sorriso sornione sul faccione rotondo.
"Già! Karui è un tipetto parecchio vivace, ma ha un suo perché e inoltre..."
"Aspetta! Karui? Quella Karui?"
"Mh? Ah, sì. Ora che ci penso, mi ha accennato qualcosa sul fatto che ti conosce."
Se da una parte Naruto non era sicuro di come commentare, dall'altra pensò che in fondo non dovesse essere poi una gran stranezza: Ino con Sai, Shikamaru con Temari della Sabbia, ora anche Choji con Karui... chissà come mai a tutti i membri del team 10 piacevano delle persone così strane?
"Comunque, hai detto che Hinata ha voluto ricucirti la sciarpa per farti un regalo, giusto?"
"Ah... sì."
"Beh, allora qual è il problema? A me sembra un gesto molto carino."
"Non sarà solamente che ti senti in colpa per non aver pensato anche tu a un regalo da farle?"
Ma subito dopo aver espresso quest'ipotesi, a Shikamaru bastò volgere una momentanea occhiata all'amico per smentirsi da solo: la faccia di Naruto, nel riprendere il discorso principale, non era la faccia causata dal rimorso per una cosa del genere. Se il senso di colpa c'era, era chiaramente per un altro motivo; il problema era che lo stesso Naruto non lo conosceva e qui entrava in gioco il suo intuito.
"Il fatto è che mentre gliela davo mi sono sentito... non lo so, insoddisfatto. O forse inadeguato..."
Ci provava veramente a dare un nome a quella sensazione deprimente che lo aveva colto in quel particolare momento, era frustrante quanto fosse difficile afferrarne il significato.
Il ninja più forte del mondo era anche il più fragile nelle questioni di cuore, Shikamaru ricordò che persino Sai aveva detto una cosa simile tempo prima. Peccato solo che stavolta non potesse dare all'amico lo stesso aiuto spronante di quell'occasione. Per aiutarlo a uscire dalla difficoltà in cui sguazzava, doveva applicarsi un pochino di più e continuare a prestargli ascolto.
"Aaah! Ma che diamine! Si può sapere cosa diavolo ho che non va?"
Per un momento, l'Uzumaki perse davvero la pazienza, si scompigliò i capelli nell'esasperazione di non sapere perché fosse così giù di corda. Un atteggiamento così era tutto meno che utile a cavarci un ragno dal buco, perciò Shikamaru lo esortò a recuperare la calma.
"Cerca di non agitarti, okay? Così non ti schiarisci le idee e se urli non riesco a pensare come si deve."
"Lo so, ma... questa cosa comincia a farmi perdere la testa! Sto con la ragazza più bella e gentile del mondo, che mi ama da una vita e vuole farmi un regalo con tutto il suo amore! Perché cavolo non riesco a essere contento?"
Proprio in mezzo a quello sfogo, accadde qualcosa. Naruto era troppo preso dalle sue stesse lamentele per accorgersene, mentre lo stratega più brillante di Konoha colse in esse le parole chiave per dare finalmente un'interpretazione al suo stato d'animo.
Ecco, quindi, come stavano le cose. Si alzò a sedere puntellandosi sulle mani.
"E va bene, Naruto, vuoi sapere come la penso?"
"È appunto quello che ti ho chiesto."
"Secondo me, tu non ti senti ancora all'altezza di Hinata."
L'espressione che assunse Naruto diede il giudizio alla sua ipotesi: aveva fatto centro.
"Pensaci, lei per te ha sempre fatto follie pur di aiutarti." Shikamaru elencò con le dita tutte le prodezze che Hyuga Hinata aveva compiuto in suo nome "È stata innamorata di te per un sacco di tempo, facendo di tutto per farti accorgere di lei. Più di una volta ha rischiato la morte per salvarti la vita. Durante la guerra ti ha ridato la forza di combattere quando stavi per crollare, ha pensato prima a te che al suo dolore per aver perso suo cugino Neji. Per proteggerti ha dovuto mandare giù un boccone amaro e fingere di respingere i tuoi sentimenti quando finalmente ti sei dichiarato a lei. Ti ha sempre amato senza riserve e ancora adesso vuole riparare la sciarpa perché pensa che rappresenti i suoi sentimenti per te... e credo, amico mio, che proprio mentre gliela stavi dando tu lo abbia inconsciamente compreso."
Più parlava, più Naruto ascoltava rapito, arrivando sempre più a realizzare la fonte del problema. 
"Insomma, non si può dire che per te non ne abbia passate tante. Tu, in un anno, che cosa hai fatto di preciso per ricambiare il sentimento che lei prova da una vita intera?"
"... salvarla da uno squilibrato che voleva sposarla e distruggere la Terra conta?"
"Dipende. Tu credi che questo basti a pareggiare i conti?"
La risposta era pressoché scontata... altrimenti il dilemma non sarebbe neppure sorto. Se da un punto di vista esterno la sua era stata una vera prodezza compiuta, per lui sembrava un perfetto niente.
Choji aggiunse la sua opinione "Tra l'altro, Naruto, hai provato almeno a spiegare a Hinata come ti senti? Non credo che dovresti farla preoccupare dopo che ti ha visto andare via in quel modo, no?"
Vero anche questo. Hinata non era stupida, forse aveva solo sorvolato, ma di sicuro non le era sfuggito l'atteggiamento distaccato che doveva aver avuto in quel momento. E lui aveva pure avuto la bella pensata di dirle di non preoccuparsi... proprio a lei che era così brava a capire quando in realtà qualcosa non andava.
Shikamaru poteva essere il più svogliato che conoscesse e Choji più ingordo di chiunque altro, ma erano tipi in gamba capaci di dare i migliori aiuti. Grazie a loro, era arrivato a capire con chiarezza il problema e, in più, aveva trovato una soluzione. Quello che doveva fare adesso non gli era mai apparso così chiaro e definito in testa.

A parte i discorsi un po' fuori luogo, Hinata pensò di aver passato una giornata abbastanza piacevole. Il bagno alle terme, nonostante le preoccupazioni che aveva inizialmente avuto, l'aveva parecchio aiutata a rilassarsi e lei era riuscita a goderselo. In più, le sue amiche avevano trovato altri passatempi per trascorrere la giornata, tipo girare per alcuni locali e negozi tipici della cittadina, così aveva evitato quei continui pensieri per la testa.
Era sulla via di casa, sulla strada per villa Hyuga, ora meditabonda su come seguire il consiglio di Tenten. Vero che non voleva che lei e Naruto diventassero in quel modo, inclini a non dialogare apertamente dei loro problemi, tenendosi dentro i propri pensieri. Che cosa sarebbe successo quando avrebbero finalmente avuto un argomento serio su cui discutere? Quanto sarebbe stato facile tirar fuori tutto quello che era stato trattenuto e finire per dire la cosa sbagliata?
<< Farei davvero meglio a parlare chiaramente con Naruto-kun... >>
"Hinataaa!"
Solo, non pensava di farlo in un futuro così immediato. E sicuramente non immaginava che si sarebbe fatto vedere Naruto a presentarle così bellamente l'occasione per farlo, per questo, colta di sorpresa e del tutto impreparata, le sobbalzò il cuore nel vederlo arrivare in corsa verso di lei; doveva averla vista arrivare a casa sua. Giuntole davanti, all'ingresso del cortile della villa, il ragazzo fu così esausto e affaticato da piegarsi in avanti poggiando con le mani sulle ginocchia.
"Naruto-kun?"
"Ehi... anf.. anf... eh... eh eh... che fortuna... anf... spe... speravo proprio... di trovarti..."
"Che ti è successo? Perché hai tutto questo fiatone?"
"Oh, beh... ho solo corso... un po' fino a qui... sai, come ho detto... ci tenevo davvero... a vederti..."
Da un lato, guardare quanto si era affannato solo per vederla le fece pulsare notevolmente forte il cuore; dall'altro, ebbe una tale premura per lui da temere che a momenti sarebbe collassato lì dove si trovava, perché quel respiro così affannato faceva intuire che aveva corso molto più di quel poco che lui sosteneva.
"Ma... non c'era bisogno di ridurti così. Vieni dentro, riposati un po'."
Tenerlo per mano era un tipico gesto affettuoso al quale aveva ormai fatto l'abitudine, sebbene in certi momenti l'emozione di tanta intimità tornasse a farsi sentire. Lo portò con sé fin dentro la villa, lo fece accomodare davanti a un tavolino del salotto e lì lo fece attendere per portargli dell'acqua. Assetato com'era, Naruto ne bevve tre bicchieri di fila prima di essere reidratato.
"Aaah, ora sto molto meglio! Grazie, Hinata."
"Non c'è di che."
Calò il silenzio, uno di quelli che non mettevano in una bella situazione agiata. Fu come se si fosse perso il motivo dell'incontro e nessuno ricordasse più cosa volesse dire o chiedere al proprio partner, o per meglio dire, non sapesse più quali parole mettere insieme per dare inizio al discorso. Sguardi schivi, silenzio insostenibile e vuoti tentativi di romperlo... per alcuni (troppi) minuti andarono avanti in questo modo, cercando o aspettando quell'innesco che desse loro la semplicità di iniziare apertamente un dialogo.
Poi Naruto vide qualcosa sopra un altro tavolo accostato alla finestra: un cesto contenente delle matasse di filo rosso, materiale da cucito di recente acquisto. Accanto, i resti della sua sciarpa erano lì posati e pronti per essere lavorati... anzi, guardando più attentamente, notò le nuove cuciture che chiudevano gli strappi più grandi, applicate con tale cura e perizia da non far quasi distinguere dove iniziavano o dove finivano i rammendi sulla stoffa vecchia.
Ecco, quindi, l'innesco "Hai già iniziato a lavorarla."
Indotta dalla sua osservazione, Hinata seguì la direzione del suo sguardo e vide l'oggetto della sua attenzione. E, di nuovo, assistette al viso solitamente splendido e solare del ragazzo che si rabbuiò, vide il suo sorriso attenuarsi e i suoi occhi diventare malinconici. Si rimproverò duramente per aver lasciato la sciarpa così bellamente esposta prima di partire per le terme.
Naruto si alzò dal suo posto. Con sorpresa della ragazza, fu per andare a prendere quel pezzo di stoffa e tornare a sedersi dov'era prima con esso fra le mani.
"Ora che ci penso, non ti ho mai detto che sei davvero brava, lo sai?"
"Eh...?"
Inaspettatamente, era tornato a sorriderle. Non fu una maschera che mise sopra quel velo d'ombra di solo un momento prima, fu un sorriso di semplice genuinità che tornò a rallegrarlo.
"Certo. Si vede la cura che ci metti in quello che fai, guarda qui che cuciture precise. Le tue mani sembrano adattissime per fare questo genere di cose."
Quel complimento così appassionato e sincero le provocò un lieve rossore, come apprezzamento, intrecciò fra loro le dita di quelle mani che le elogiava "Grazie... sei carino a dirlo."
"Sai, non vedo l'ora che sia finita."
"Davvero?"
"Sì, davvero."
Volle cogliere anche lei la palla al balzo e seguire quanto Tenten le aveva detto, raccolse l'audacia che serviva a porre la domanda. Finì, invece, per restare con la bocca aperta prima che ne potesse uscire parola.
"Scusami, Hinata."
Rimase in silenzio, colta alla sprovvista da quell'improvvisa dichiarazione. Lo guardò, confusa: perché adesso stava chiedendole scusa?
"Ero venuto proprio per questo, a dire la verità." spiegò lui "So che l'altra volta non ti ho dato esattamente una bella impressione. Sai, mentre ti davo la sciarpa mi sa che ti ho fatto pensare a qualcosa di sbagliato e non volevo."
Lei persistette nel mutismo. Non si spiegava come, ma lui già aveva capito tutto, sapeva quale fosse la sua preoccupazione. Naruto era una continua sorpresa: sebbene in certe cose non fosse molto intuitivo, era riuscito a immaginare e a capire come lei si sentisse. Ora eccolo lì, a scusarsi in ginocchio, cercando di rimediare allo sbaglio. Se non era da lui questo...
Seguendo la corrente del discorso, ne prese parte anche lei e volle fargli conoscere in modo più approfondito il suo stato d'animo.
"Ascolta, Naruto-kun, io... non nego di essermi fatta un'idea in quel momento. Io... ho avuto il timore che tu... non volessi il mio regalo. Ho creduto che me lo stessi lasciando fare controvoglia e..."
Il profondo sospiro di Naruto la indusse a fermarsi. Si diede della stupida, sicura di aver detto una frase di troppo lasciandosi eccessivamente trasportare dalla sincerità del momento.
"P-però... però è colpa mia, in fondo. Sono stata troppo frettolosa, mi sono fatta subito un'idea sbagliata e non dovevo..."
"Hinata, stammi a sentire, per favore."
Ammutolì di nuovo, colpita da così tanta serietà. Ebbe subito modo di scoprire che quel sospiro non era dovuto a un dispiacere provocato dalla sua confessione: era una forma di biasimo per se stesso.
"Ti ho fatto avere io delle idee sbagliate perché mi sono comportato male con te. Invece di spiegarti tutto subito, ti ho solo detto di non preoccuparti di niente... e guarda un po', alla fine ti ho fatto preoccupare lo stesso. Certo che non sono proprio il top come ragazzo, eh?"
"Non dire così..."
Le dita della mano fasciata scorsero sulla lana della sciarpa, ne cercarono la sofficità anche attraverso il bendaggio.
"Quando guardo questa sciarpa, mi capita di ricordarmi tutto quello che hai passato a causa mia."
Più che aiutarla a capire, questo le fece sorgere altre domande per la testa, più di quella che voleva porgergli inizialmente. Di che stava parlando, adesso?
"Io so che per me hai fatto follie, spesso anche rimettendoci, e le hai fatte per tua libera scelta. Senza nemmeno pensarci due volte. Come posso spiegare... è fantastico che una persona possa amarne un'altra per così a lungo e spingersi fino a questo punto come hai fatto tu. E un sentimento del genere sarebbe diretto proprio a me? Pazzesco... e pensare che da quando ero bambino ho sempre cercato qualcuno che mi volesse così tanto."
Posò la sciarpa sul tavolino e, spinto da una strana euforia, si avvicinò a Hinata prendendola per le spalle.
"Sei una persona semplicemente incredibile, Hinata, non sai quanto invidio come tu riesci ad amare qualcuno con tutta questa integrità. Trovo che sia... bellissimo."
"Naruto-kun... ma cosa stai dicendo? Parli come se tu non provassi la stessa cosa. È forse così?"
"Vuoi la verità, Hinata? Non lo so se è lo stesso."
La ragazza tornò in silenzio, guardandolo stranita. Non passò molto prima che Naruto si rendesse conto di aver detto qualcosa di facilmente fraintendibile, che andava spiegata nella sua giusta sfaccettatura. 
"Voglio dire... sono sempre innamorato di te, su questo non ci piove. Quello che cerco di dirti è che... insomma, non sono sicuro che quello che provo per te riesca anche solo a reggere il confronto con quello che provi tu. Con tutto quello che tu hai fatto per me, mi sembra di non aver concluso mai niente per ricambiarti come si deve. Uscire tanto spesso insieme a te, baciarti o fare altri gesti affettuosi... io non voglio amarti in un modo così tiepido, voglio fare di più."
Hinata cominciò a intendere. Sollevata, gli sorrise amabilmente, toccata dalle parole del suo ragazzo, dal suo bisogno così forte di fare qualcosa che mostrasse degnamente il suo sentimento, renderlo all'altezza del suo. Gli toccò il viso con la mano gentile, inducendolo ad ascoltarla.
"Sì, capisco quello che vuoi dirmi. Ma sai, è chiaro, per me, che non ne capisci ancora molto di queste cose. L'amore non è un sentimento dovuto, è il più libero fra tutti. Non hai bisogno di importi obblighi per dimostrare qualcosa, soprattutto a me. Sei libero di amarmi nel modo che più desideri, io a te non potrei chiedere altro più di questo, te lo assicuro."
"Non è qualcosa che sento di doverti, è qualcosa che sento di volere. Andiamo, Hinata, non pensi anche tu che meriteresti qualcosa di meglio? Tu hai cercato di darmi tutto di te, addirittura la tua vita. La verità è che per me, invece, sarebbe troppo facile amarti dandoti quello che ho. Quindi ecco cosa voglio fare: voglio amarti dandoti quello che non ho."
C'erano delle volte in cui Naruto tendeva a esprimersi in maniera un tantino impacciata, rendendosi goffo e, a tratti, anche divertente. Altre, contrariamente, parlava con una profondità così criptica da mostrare quanto fosse molto più maturo della sua età, il che lo rendeva davvero ammirabile, a dispetto di qualsiasi altra impressione potesse dare la sua aria sempliciotta. Questa era proprio una di quelle volte in cui lei, benché non lo comprendesse completamente, finiva per ammirarlo in tal modo: si prometteva di offrirle tutto quello che lui... non aveva?
"Che... che cosa intendi dire?"
"Dico che è così che voglio fare con te. Voglio regalarti tutto me stesso, il mio futuro, insomma. A dire il vero, l'unica certezza che ho sul mio futuro è che un giorno diventerò sicuramente Hokage, ma per il resto... non ne ho la minima idea, non so cos'altro mi aspetta. Quindi lo affiderò a te, ti darò tutti i miei giorni e il mio tempo su cui non ho certezze."
Non ci fu parola che Hinata fu capace di proferire, basita com'era per via di tutte quelle con cui Naruto aveva composto la sua dichiarazione.
Non semplicemente limitarsi a dividere la sua vita con lei, bensì offrirla per prendersi cura di lei. Come si faceva a rispondere a un'affermazione del genere che voleva dire una e una sola cosa?
"Naruto-kun... mi stai chiedendo di..."
Le sorrise sornione, confermando "Già. In fondo, anche una famiglia è qualcosa che non ho né ho mai avuto, però a te la darò lo stesso. Insomma, sempre che mi dirai di sì."
Le parve di aver perso il respiro, pur avendo ancora il sentore dell'aria entrarle e uscirle dal petto. Il tempo si dilatò al punto da diventare un unico istante continuo.
Chiuse gli occhi. Le memorie fluirono, calde lacrime felici fluirono con esse.

Lo amava da sempre. Lo aveva amato anche quando lui guardava solo in avanti sul sentiero della sua vita, mirando a raggiungere le sue destinazioni lontane, senza fermarsi un attimo a girarsi a guardare chi lo seguiva.
I suoi sentimenti non lo avevano mai raggiunto, mai erano stati corrisposti... ma proprio in questo dolore avevano persistito. Anche osservare la felicità di lui poteva essere la sua, anche a costo di lasciar crescere il suo amore da solo sin da quel lontano giorno di inverno. Nessun altro, però, sarebbe stato al centro del suo mondo come lo era stato lui, poter accettare di non vedersi ricambiata era una crudele menzogna a se stessa.
Anno dopo anno, inverno dopo inverno, la sua voce aveva fatto l'impossibile per arrivare a Naruto.
Naruto l'aveva udita, finalmente. E quella, proprio quella, era la fine del suo ultimo inverno solitario.

"Naruto-kun... io..."
Di colpo, la realtà tornò a farsi sentire con il rumore del fusuma che si aprì all'improvviso. Davanti a loro due, ancora intenti in una vicinanza troppo intima, giganteggiò la figura di uno Hyuga Hiashi dalla faccia di pietra, così seria da essere indecifrabile. Poco ma sicuro, comunque, che si trattava della faccia di chi aveva ben sentito quello che era stato detto lì dentro.
Pessimo tempismo? O no?
"Pa-padre?"
"Hiashi-san?"

Sì... in un certo qual modo, la fine dell'inverno era più o meno arrivata.
Fine
 
Spazio autore
Salve a tutti, gente, benritrovati qui con questa nuova one-shot scritta per partecipare al contest che avete letto nell'introduzione. E visto che, come da regolamento, se nell'introduzione scrivo che la storia partecipa a un contest, devo lasciare il link per il concorso da qualche parte, quindi ve lo mollo qui :) se magari a qualcuno di voi venisse in mente di partecipare, vi dico sin da ora che per iscrizioni e consegne il limite di tempo è il 30 settembre. Tutti i dettagli sono comunque nel link sottostante
http://freeforumzone.leonardo.it/d/11074627/Head-Canon-Contest-Fin-dove-si-spinge-l-Immaginazione-/discussione.aspx#idm129089348

Che dire, invece, di questa storia? Sicuramente che è nata per merito del grande maestro Roberto Benigni che, vedendo uno dei suoi spettacoli, mi ha dato l’idea di base per realizzare questa storia, ovvero “Amare è proprio questo: amare vuol dire donare ciò che non si ha. Questo è l’amore, perché è facile donare quello che si ha e mettersi l’anima in pace. No, bisogna regalare il nostro tempo, noi stessi, i nostri giorni, la nostra presenza.” Diciamo pure che, senza di lui, avrei finito per ritirarmi dal contest per non essere riuscito a tirare fuori un’idea decente.
Quanto al titolo della fanfic e all’ultima parte della storia, diciamo pure che hanno ampiamente a che fare con la canzone d’amore ufficiale di Hinata per Naruto, anche quella mi è stata di ispirazione per la scrittura.
Che altro dire, mi è piaciuto scrivere questa storia, ma non credo che lo farò mai più per partecipare a un contest. Per una volta ho pensato che sarebbe stato bello provarci e confrontarmi con altri autori, ma trovo che scrivere storie secondo istruzioni date da altri sia un po' limitante, quasi non avevo avuto idee per questa qui. Detto questo, non credo che lo rifarò mai.
Per concludere, prima di salutarvi, vi comunico che finalmente sono riuscito a prendere anch'io le ferie e, se tutto va bene, magari è la volta buona che nelle prossime due settimane riuscirò a darmi da fare come voglio e a concludere finalmente la mia storica "Strigoi". Detto questo, vi saluto, vi ringrazio e buon Ferragosto a tutti.
Jaa na!
   
 
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