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Autore: salamandergirl    15/08/2015    4 recensioni
[NDA: La storia sarà revisionata e conclusa! Consiglio di partire a rileggerla dal primo capitolo perché cambieranno alcune cose. Grazie a chi aspetta il continuo da anni e spero di migliorarla e concluderla.]
[CAPITOLI MODIFICATI 1/15]
[ACEXOC]
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"Quando gli chiesi a quel ragazzo di portarmi via con lui non mi aspettavo la vita meravigliosa a cui sarei andata incontro, a tutte le avventure che avrei affrontato e a tutte le persone che avrei conosciuto. A quei tempi ero solo una ragazzina orfana che aveva solo conosciuto odio e rancore ma che continuava a sperare, sperare in un qualcosa di meglio.
Grazie per aver preso la mia mano tremolante, grazie per avermi fatta diventare una figlia di Barbabianca, grazie per avermi amata.
Se è per te non mi importa essere considerata un demone da tutti, se è per te morirò con il sorriso sulle labbra. Morirei per te Ace."
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Shanks il rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10


 
Shanks aveva cucito sul suo volto il miglior sorriso che aveva a disposizione ma quando si girò, il suo sorriso assunse pian piano mutazioni che portarono alla fine a delle smorfie di dolore.
Ora se la immaginava li a urlare il suo nome perché non ci credeva, e con una mano ben attorcigliata a una corda si teneva in equilibrio mentre l’altra sventolava per cercare di attirare la sua attenzione.
Quale dolore atroce deve sopportare un padre che non vuole far altro che riabbracciare sua figlia?
Quanto vorrebbe poterla stringere a se e sussurrale un “ti voglio bene”.
Avrebbe voluto portarla via da quella nave e portarla con se, salpare per mille avventure o semplicemente bere insieme a lei un po’ di sakè.
Vedere la sua prima scazzottata, allenarla per farla diventare una famosissima pirata.
Regalarle un cucciolo!
Insomma fare cose che farebbero dei padri normali.
Quanto avrebbe voluto festeggiare tutti quei compleanni in cui lui non c’era.
Invece le aveva soltanto potuto regalare un vestito, gliele avrebbe dovuti comprare molti, insieme a gioielli, spade e altre cose.
Si rintanò sconsolato nella sua stanza dove, inutile dirlo, il colore predominante era il rosso.
Si accasciò sull’amaca che utilizzava come letto e penso.
Prese da una tasca una foto e con l’indice iniziò ad accarezzare quel pezzo di carta.
-Oh Saphira … -
Sussurrò intanto che tracciava il profilo della bionda, i capelli boccolosi e luminosi come il sole erano sempre lasciati liberi di correre sulla schiena diafana di lei, che anche dopo ore al suole non cambiava minimamente rimanendo lattea.
I suoi occhi grandi color ambra, rispecchiavano la sua gioia e la sua voglia di vivere, erano perennemente incorniciati da un ombretto rosso.
Le labbra carnose e rosee sempre tirate in un sorrise ingenuo e puro.
In quella foto indossava un morbido vestito a righe che giungeva fino alle ginocchia, e un cappello bianco sulla testa; Un giovine dai capelli scarlatti teneva una mano sulla sua vita mentre con l’altra teneva un cappello di paglia.
-Questa è stata la nostra ultima foto assieme.-
Si ricordava bene il giorno in cui l’aveva lasciata al porto, lei sorrideva con gli occhi lucidi e gli sussurrava un “ti aspetterò per sempre, e ti amerò per sempre.”
E lui le sorrideva, sincero cercando di non fare il pessimista.
Si tennero in contatto con delle lettere e i lumacofoni, e quando gli giunse la notizia del cucciolo che cresceva nel ventre della donna, il rosso non poteva che esserne più felice.
Ma dopo un po’ lei non scriveva più, così cercò di contattare suo padre.
Quando si presentò davanti la dimora, un’anziana uscì per porgerli una lettera e poi scomparve, ma non prima di sorriderli e di dirli “io sono Sakura, mi prenderò io cura di Akane.”.
Akane che meraviglioso nome, pensò Ace, Saphira non poteva scegliere un nome più azzeccato.
Sospiro pesantemente chiudendo gli occhi, e cercò di sognare.
Si perché era l’unico posto dove poteva rivedere gli occhi ambrati e la tenerezza di Saphira.
-Saphira … -
*
*
*
Akane era rimasta ferma, in equilibrio sulla ringhiera del  galeone che osservava la Red Force allontanarsi pigramente sull’acqua.
Provò ad urlare, a un cercare un perché, ma niente.
Si sporse ancora di più movendo la mano come a richiamare qualcuno, ma nessuno la ascoltava, nessuno la vedeva.
La mano che teneva la corda si strinse ancora in più intorno a quel vecchio oggetto, fino a far diventare le nocche bianche, una rabbia immensa la invase, ma non poteva farci niente …
Le lacrime incominciarono a rigarli il viso mentre  il cielo si copriva sempre di più di densi nuvoloni grigi che non potevano portare nulla di buono.
“Sopravvivrò. In qualche modo contorto.”
Pensò mentre passava una mano sugli occhi, nessuno doveva vederla piangere, piangere era una cosa da deboli.
Almeno così aveva letto in un libro, Piangere era da deboli, voleva dire che non sapevi far altro che rintanarti in un angolo e piangere perché non potevi far altro.
E in modo era così, aveva riposto tutte le sue speranze in Shanks, ma aveva fatto un buco nell’acqua.
-Questo fa pensare che la speranza è una grande troia … -
Disse lei ridacchiando mentre le lacrime continuavano a scendere lungo le guance diafane, quelle risate poco dopo si tramutarono in singhiozzo finche non in urla di dolore.
Si lasciò cadere sul ponte dove coprì il viso con le proprie mani e si rannicchio di lato.
Si sentiva così debole, così fragile.
Ma non era dolore quello che sentiva quello che sentiva dentro era un gran vuoto che predominava sul dolore così tanto da cancellarlo dalla mente della ragazza.
Lei voleva solo annullarsi, spegnere ogni emozione non parlare più.
La pioggia incominciò ad accarezzarle il suo corpo, facendo scivolare ogni goccia sulla sua pelle e poi appoggiarsi sul pavimento in legno, si mise in ginocchio osservando le goccioline caderle in faccia e nasconderle le lacrime.
La pioggia era una buona amica, faceva si che tutte le persone piangessero tutti assieme e nascondeva le persone che realmente piangevano.
Soprattutto non faceva sentire sola ogni persona che piangeva, ti veniva da  pensare “Anche il cielo è triste” e Akane abbozzò un sorriso mentre continuò a lasciarsi abbracciare dalla sostanza trasparente.
Per un minuto, per un minuto Akane non si sentì sola.
E questo la rincuorò.
“Ma io sono realmente sola al mondo?”
Si alzò traballando, si asciugò nuovamente il viso con una mano e si diresse verso la mensa.
Aprì la porta lentamente vedendo all’interno poche persone, Shona e Akira erano sedute ad un tavolo isolato e mangiavano lentamente una zuppa, Le infermiere bevevano un caffè al loro tavolo e i comandanti bevevano allegri, e li vide il corvino bere senza emozione, sembrava .. triste, preoccupato.
“Sarà una mia immaginazione.”
Pensò Akane entrando senza farsi notare e sedendosi ad un tavolo.
Non aveva voglia di parlare con nessuno, dopo qualche attimo sentì un tessuto caderle in testa, alzò lo sguardo incontrando quello di Satch che la osservava sorridendo.
Sulla fronte si presentava un taglio chiuso da 3 punti, e Akane collegò subito il taglio all’attacco del polipo.
-Scusa. -
Sussurrò lei abbassando ancora di più la testa.
Satch sorrise intenerito e le sedette accanto osservandola.
-Come mai? -
-Per la ferita sulla fronte.-
Lui distrattamente se la sfiorò ricordandosi del polipo che l’aveva gettato sopra una roccia.
-Ma che di questa? Non è stata colpa tua e poi … grazie a questa. -
Si indicò la cicatrice.
-Penelope mi ha curato.-
Sogghignò l’uomo ricordandosi del bacio rubato appena aveva finito le cure.
La ragazza non riuscì a trattenere una piccola risate, seppur piccola era una risata, gli occhi di Ace si illuminarono a quel suono cristallino, simile a mille trilli in festa e voltò il proprio sguardo verso la ragazza, Satch le sfregava i capelli energicamente mentre la ragazza ridacchiava.
-Certo che somigliano a Padre e figlia.-
Disse Marco rivolgendo un’occhiata fugace ad Ace, il quale annuì intenerito.
Akane poi si alzò e con passo lento uscì dalla porta.
-Satch come mai se ne andata?-
Chiese Halta.
-Ha detto che doveva pensare a delle cose. -
Ace si alzò deciso ed arrivò alla porta ma Shona lo fermò.
-Sig. Ace e se … lei in questo momento vorrebbe stare da sola?.-
Ace si volto deciso in volto.
-Nessuno vuole realmente stare da solo.-
Disse per poi andarsene.
Akira rimase a guardarlo e capì l’amore che provava per Akane, glielo si leggeva negli occhi.
Sorrise leggera mentre con una mano tastava la gamba sinistra, sulla quale si potevano scorgere un taglio lungo tutta la gamba dove Nana aveva dovuto metterci ben 20 punti.
Sospirò spostando lo sguardo su un paio d’occhi color ossidiana dalle mille sfumature turchesi.
Si incantò ad osservare i lineamenti decisi del suo viso soffermandosi però sempre su quelle gemme.
-Sono meravigliose.-
Soffiò in un sussurrò mentre la sorella non smetteva di parlarne della prossima isola di quanti soldi avrebbero preso, ma Akira pensò a quanto sarebbe stato bello rimanere ancora un po’ li.
-Neh sorellina, abbiamo risparmiato un bel po’ per questo viaggio!
Continuò gioiosa la ragazza sventolando un sacchetto ricolmo di soldi davanti alla sorella.
-Si sorellona.
Sorrise per poi alzarsi e uscire.
Un lampo di gelosia le si propagò per tutto il corpo, sua sorella era così perfetta.
Ballava divinamente con una grazia pari a quella di un cigno regale, la pelle ambrata si intonavano hai suoi occhi color nocciola affilati che riuscivano a stregare qualsiasi uomo, e i capelli come seta che le giungevano fino alle ginocchia.
E naturalmente non potevano mancare le forme generose di lei, che sapeva come mettere in mostra.
Sua sorella era il suo contrario.
Sospirò pesante mentre si appoggiava alla ringhiera della nave, l’acqua le cadeva gentile sul corpo e chiuse gli occhi beandosi di quel leggero contatto che da sempre aveva avuto il potere di placare il suo animo inquieto.
Intanto un ragazzo dai capelli neri si muoveva velocemente per raggiungere la stanza della rossa.
Arrivato di fronte alla porta busso sentendo solo la voce di Felpato dall’altra parte della stanza, tocco il pomello muovendolo così facendo aprì la porta.
Una stretta al cuore, ecco come definì quel dolore che lo pugnalò all’improvviso.
-Akane …. -
Akane era raggomitolata sul letto, il viso nascosto tra le ginocchia, Felpate gli giunse incontro e lo guidò dalla padroncina, saltò sul letto per poi leccarle un braccio ma non ebbe nessun effetto così scese dal letto posizionandosene ai piedi.
Ace la raggiunse in poche falcate e la chiamò, ma la ragazza non l’ascoltò anzi, si strinse ancora di più a se.
-Akane come stai?
Chiese lui accarezzandole un braccio ma subito si diede del deficiente.
Che domanda di merda era quella?
La ragazza prese con una mano il braccio di Ace e con un sussurrò gli chiese qualcosa.
Lui annuì e si stese accanto a lei abbracciandola, il viso di lei era premuto sul petto di lui e gli bagnava con le lacrime la pelle e ripeteva come  una litania “scusa”.
Ace le accarezzava lentamente il capo mentre i tremoli del corpo di lei andavano a affievolirsi.
-Io, non ho nessun diritto di rimanere in vita. -
-perché dici questo?? -
Chiese sconstandola dolcemente dal suo petto vedendo i suoi occhi arrossati e lucidi che chiedevano aiuto e … amore.
-Sono scampata per un miracolo, io … sembra che il mio destino sia già scritto con il sangue. Ace io ho paura.NON VOGLIO SOPRAVVIVERE A QUESTO SCHIFO IO VOGLIO VIVERE!  SI VIVERE! VIVERE MILLE AVVENTURE CON TUTTI VOI SENZA AVERE UN NEMICO CHE .. CHE ..
Le ultime parole le aveva urlate, con dolore e disprezzo, stringendosi a lui.
-Sai Akane, per me quello che hai detto sono tutte delle grandi stronzate. Ma se tu non credi di meritare il dono che si chiama vita di darò un motivo per continuare a vivere.
La ragazza alzò il capo e lo osservò aspettando una risposta.
-Se tu morissi io ti seguirei nella tomba.
disse lui accarezzandole il viso.
-perché tu sei l’unica luce che io abbia mai visto.
Incatenò i suoi occhi a quelli bianchi, che ormai erano diventati turchesi, di lei
-Tu sei nata per incontrarmi, credi almeno a questo.
Si avvicinò lentamente lasciando il tempo alla ragazza di scostarsi, cosa che non avvenne.
Anzi fu lei ad avvicinarsi di più per assaggiare quelle fini labbra.
All’inizio fu solo un contatto dolce dove le bocche premevano, ma dopo poco Ace chiese il permesso di lei per far si che la sua lingua entrasse nella bocca di lei, cosa che la ragazza accettò.
Le braccia della giovane si portarono dietro al capo di lui dove iniziarono a giocare con i suoi ciuffi ribelli mentre le braccia del corvino alla vita della rossa.
La lingua di Ace le accarezzò lievemente le labbra di lei per poi entrare lentamente, cosa che fece salire il calore della ragazza dove il suo cuore iniziò a battere forte e strinse di più a se Ace, anche il corvino iniziava a sentire il suo cuore esplodere per tutte quelle emozioni, che soltanto sentire le mani di lei su di lui, sentiva.
Ace sfioro con un tocco leggero la lingua di Akane la quale si fece più avanti scambiando quel tocco tenero continuarono così per un po’ giocando con le loro lingue  in una danza un po’ goffa all’inizio ma poi che divenne sensuale e ricca di passione.
Ace si stacco un po’ per riprendere fiato e la guardo sorridendole cosa che anche lei ricambiò, Akane si sentiva in paradiso e una nuova sensazione si fece strada in lei.
Un calore le si propagò nel ventre e iniziarono delle strane pulsazioni che non sapeva spiegarsi il perché ma il tutto era … piacevole.
Anche per Ace delle nuove emozioni si fecero largo in lui, soltanto a guardarla si eccitava lei era semplicemente perfetta.
-Ace, ora cosa siamo? -
Chiese insicura avvicinandosi di nuovo a lei, Il corvino le posiziono le mani sul collo dove c’è la attaccatura dei capelli e la osservò, gli occhi languidi in un miscuglio di emozioni, le guance arrossati e le labbra gonfie e rosse.
-Akane, io …. -
Un tonfo sordo, e Ace si addormentò sul seno di lei.
-Ace … -
lo chiamò lei, ma non ci fu nessuna risposta e così capendo che la narcolessia avesse fatto colpo arrivandogli un pugno in testa, che non servi a niente a parte far crescere un bernoccolo, urlò.
-ACE SEI UN DEFICIENTE!


Angolo autrice Heylaaaa!
partiamo col scusarmi per il ritardo e l’ora ma il computer ma cancellato il capitolo ben 5 volte.
Sorvoliamo, stavolta ho salvato tipo 9.000.000.000.000.000 volte quindi pubblico.
Stavolta ho dato un po’ d’amore, spero che vi sia piaciuto e Akira sarà un bel personaggio da descrivere.
Le sorprese sono due, una è la copertina non sono un genio ma spero che vi piaccia dato che me la sono cavato solo con paint, e poi
*rullo di tamburi

Akane come sarebbe secondo me

Questa sarebbe Akane disegnata da me ho preso spunto da uno dei miei personaggi preferiti e poi ho liberato la mente e immaginato la nostra rossa.
Un grosso bacio e un grande ringrazziamento a tutti voi che leggete e chi recensisce.
Grazie anche a chi ha messo la mia storia nelle preferite/seguite/ricordate.
Grazie mille a tutti siete tantissimi e mi fate venir voglia di migliorare e di portare avanti la fic.
Un grosso bacio by sala-chan.


 
   
 
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