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Autore: LadyFrenny    15/08/2015    1 recensioni
Una storia dedicata a tutti i miei amici. La parte divertente? faro loro dei sondaggi a votazione, ed a seconda di ciò che risponderanno modificherò la storia hahahaha
Genere: Avventura, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un agghiacciante urlo percorse tutta la foresta rinsecchita raggiungendo la spiaggia, dove fu udito da due ragazzi che sistemavano la legna su una barchetta. Era il sesto carico andato in porto, dovevano solo fare quei pochi metri di acqua per arrivare al galeone e buttare su i tronchi. Questa volta però la traversata dovette attendere, Shugar aveva già lasciato tutto a terra pronto ad andarsene.
-Hai sentito!?- Sussultò Lampo girandosi verso dove pensava provenisse il grido.
Si voltò verso l’amico ma non fece in tempo a fare quella domanda che Shugar era già partito di corsa, forse anche lui aveva capito che la voce era di Yomi. -A..Aspettami!-
Lo vide sparire dal punto in cui le ragazze erano passate ore prima, non lo aveva mai visto correre così, non gli diede nemmeno il tempo di rendersi conto di quello che aveva sentito.
-Verso destra?- Sussurrò fra se e se Shugar mentre correva verso il passaggio inaccogliente.
Lampo cercava di seguirlo ma non riusciva a stare al suo passo, avevano preso troppo distacco l’un dall’altro. Nessuno dei due aveva intenzione di fermarsi, questa voglia li rese indipendenti sul percorso che stavano per prendere. “che direzione?” Pensava il ragazzo preoccupato, così tanto che per essere sicuro prese il sentiero andando sempre dritto a se, le ragazze dovevano essere passate per di lì, e con loro Shugar, Era l’unica soluzione plausibile.
-Shugar aspettami! Anf-anf- SHUGAAAAAAAAAR-
Il poveretto correva più che poteva chiamando l’amico mentre il fiatone cominciava a farsi sentire fin da subito. Accidenti poteva aspettarlo no?
No.. anche lui era tremendamente preoccupato per la sua amica, cosa era successo in quel lasso di tempo? Si preoccupava anche per Frenny, se era con lei avrebbero gridato assieme, che fine aveva fatto la ragazza?
Quante domande comparivano nella sua testa, nemmeno fosse un complessato come Frenny stessa, senza offesa per lei. Aveva notato delle impronte a terra solo ora che aveva finito la lista delle domande, purtroppo non si vedevano bene, aveva scordato la torcia sul bagnasciuga e con quella anche lo zainetto con tutto l’occorrente per imprevisti, chissà se Shugar aveva preso qualcosa.. non se ne era accorto.
-TRANQUILLE RAGAZZE!- Urlò all’improvviso.

3..2..1

SPLAFH.
Lampo finì per appiccicarsi a qualcosa che gli bloccò la corsa, qualcosa di flessibile ma resistente ai suoi movimenti.
-Cosa diavolo..-
Appiccicoso?
Lampo era perplesso, non vedeva un palmo dal naso, aveva davvero bisogno di una torcia perchè di fronte a lui non vedeva nulla. Cercò di staccare prima la mano a fatica gli sembrava addirittura incollata, passando poi alla guancia fino a staccarsi tutto completamente. Fece tre passi in dietro ma nulla, allora ne fece altre e quattro ed ecco che la vide, enorme, articolata e maestosa: Una ragnatela.
-E’… enorme..-
Lampo sudò freddo a quella visione.. quanti ragni si erano messi a costruirla? O.. quale ragno era artefice di una “casa” cosi grande?
Si avvicinò ad un alberello e ne staccò un fuscello lungo pensando di poter rompere quell’intreccio di fili fastidioso e passare senza problemi. Non aveva calcolato una cosa, quel ramoscello invece di rompere la ragnatela ne rimase impigliato come in una rete.
-Mi tocca prendere un’altra strada…-
Era scoraggiante decidere la direzione da prendere, era troppo buio in quel posto nonostante fosse mezzogiorno inoltrato. Il ragazzo uscì dal sentiero attraversando delle erbacce al suo fianco, erano snervanti e gli ostruivano il passaggio. Cominciò a zampettare su quegli stecchi appuntiti come un leprotto sperando di schiacciare quella robaccia senza graffiarsi ulteriormente, anche se qualche sospiro seccato lo accompagnava nel balletto. Quell’intreccio di rami secchi cominciava a diventare davvero duro anche per i suoi piedi, sentì uno scrocco davvero brutto come se si fosse rotto la tibia, ma non provava dolore.
-Era la mia gamba?-
Si chiese mentre si chinava a cercare cosa aveva calpestato. Vide un pezzettino di legno forse, un po’ strano a dire il vero, lo fissava perplesso e confuso e poi notò a terra qualcosa da cui poteva essersi staccato. La sua curiosità era evidente, afferrò quello strano rametto interrato e cominciò a tirare con tutta la sua forza, sembrava non volerne uscire, così tirava, tirava, a un certo punto delle dita fredde gli toccarono la schiena ma quel tocco era quasi impercettibile.
Lampo cacciò un urlo breve ma intenso(?) alla fine era solo bravo a raccontare storie di fantasmi non a viverle.
-Amico, mi sembravi una donna poco fa- Disse Soul alle sue spalle.
-MA SEI IMPAZZITO?!- gli urlò in faccia -NON POTEVI SEMPLICEMENTE AVVISARE?-
Lampo sudò freddo per la seconda volta, che ce ne sia anche una terza?
-Eri tutto impegnato a fare non so che, non volevo disturbare- Disse per discolparsi dalle accuse.
-Almeno hai ancora la torcia.. aiutami-
Lampo riprese a tirare quel ramoscello per capire cosa fosse, forse un tesoro di qualche genere ma questa volta con l’aiuto di Soul che si mise a tirare con lui, ecco che salta fuori dal terriccio portandosi a presso uno sciame di mosche aggressive, uscite dal buco in cui si trovava quel ramo ambiguo. Le mosche inviperite si accanirono contro la testa di Soul che cominciò ad urlare come una donnicciola, il motivo per cui poco prima sfotteva l’amico e gli si è ritorto contro, mentre girava su se stesso per scacciarle via dal viso.
-Soul calma sono solo mosche!-
Lampo cercava di tranquillizzarlo mentre si sfilò la camicia e cominciò a picchiarlo con quest’ultima in testa, non c’era altro modo per cacciare quegli insettacci. -Oh grazie Lampo grazie!- Disse lui commosso e con il respiro affaticato per la paura.
-Sai che ho il terrore degli insetti- disse per giustificarsi anche qui dalla reazione buffa.
-Passami la torcia su-
Lampo gli porse la mano, prese la torcia da Soul e puntò la luce verso ciò che avevano appena tirato fuori, cominciando.
-secondo te cos’è?-
-Non sembra affatto un ramo- rispose Soul osservando.
-Si, a me sembra più un braccio-
Silenzio.
-Un braccio?- Chiese Soul.
-Eh già- Concluse Lampo.
Silenzio.
I due erano uno al fianco dell’altro, fermi a fissare quelle ossa di ciò che doveva essere un braccio umano seppellito da tempo, effettivamente illuminando l’aria circostante si notavano delle ossa uscire dal terriccio, altro che rami secchi. Delle lucine rosse cominciarono ad apparire sparse ovunque in quel martirio, erano occhi che puntavano su i malcapitati, un predatore che attendeva la fuga e poi l’inseguimento.
I due amici impallidirono.
Un coro di urla riempì l’area circostante mentre cominciarono a correre verso una direzione presa a caso ma lontano di lì, non volevano saperne niente, ne di chi fossero ne cosa fosse successo basta che a loro non toccava la stessa sorte.

Shugar correva velocissimo saltando gli ostacoli agilmente, la paura di perdere yomi le ragazze era forte tanto da non sentire la stanchezza.
-YOMI? FRENNY? RAGAZZE? HEI?-
Cercava di far sentire la sua voce lontano nella speranza di ricevere risposta. Dovevano sentirlo, il richiamo. Aveva una voce pacata e tranquilla nel quotidiano, ora doveva sforzarsi di alzare i toni, doveva propio.
-Lo sapevo! Non dovevamo lasciarle andare!-
Si rimproverava tra un salto e l’altro, era così buio tutto in torno che non sapeva nemmeno lui come faceva a saltare buche e radici ma riusciva a farlo.
-DOVE SIETE?-
Cosa avrebbe detto Yomi se lo vedeva correre così per lei?
Sicuramente avrebbe cominciato a stuzzicarlo ed a dargli fastidio.. ora la tentazione di lasciarla lì era forte.
ma se non l’avesse trovata chi lo avrebbe fatto al posto suo? Non doveva pensarci, doveva trovarla e poi a dopo l’inconveniente.
E Desi? Se fosse successo qualcosa a Frenny non glielo avrebbe mai perdonato, o almeno questo aveva capito l’ultima volta che lo vide. Lì, sulle sue gambe, ancora sprizzante di vita, ed ora? Morto.
-RISPONDETE!-
Era determinato, correva, nulla poteva fermarlo, tranne una radice. Vola di lato, Ruzzola, sbatte a terra.
Alzò il capo rintronato dalla botta, si vedeva il bordo da dove era caduto sgretolarsi lentamente ancora, troppo alto per ritornare sui suoi passi. Si voltò.
-Yomi?-
Una figura famigliare era distesa a terra, forse senza vita, non si muoveva ne rispondeva. Il fracasso dei suoi insulti sembravano un vago ricordo in quel momento in cui il tempo era fermo. S
i catapultò dalla ragazza, inginocchiandosi al suo cospetto e le prese il capo per appoggiarlo sulle sue gambe. Due dita le toccarono il collo, si percepiva ancora un battito dentro di lei. Era viva.
-Tranquilla ti porto io in salvo-
Le disse guardandosi in torno per capire in primo luogo dove si trovasse. C’era qualcosa vicino la ragazza, peloso, nero, orrendo, un ragno enorme mai visto prima, giaceva a terra schiacciato da una mazza con forza, era disgustoso. Ci pensò a fondo, doveva averlo ucciso per forza Yomi qui a parte loro non c’era nessun’altro. Sorrise a quella deduzione, lei era fortemente terrorizzata dai ragni, la sua aracnofobia la perseguitava da quando era bambina ma ora non lo era più. Non era morta, ne in fin di vita, era solo svenuta dopo aver affrontato la sua paura maggiore.
Ma che cosa era la paura? Lui aveva paura? Cominciò a pensare a questo, mentre alzò la ragazza che teneva fra le sue braccia come una principessa.
Si sentiva un ronzio, lieve, modesto, ora forte, ancora di più, un ronzio fastidioso e continuo, entrava nella testa a tormentarlo finchè non capì cosa fossero senza guardare.
Delle api sbucate dal nulla avevano preso di mira la sua faccia. Qualcuna era già lì che voleva pizzicare senza paura di morire, non poteva sopportarlo. La fifa nascosta per anni uscì allo scoperto con una manciata di piccole produttrici di miele, doveva andarsene prima di impazzire o prima di essere divorato da migliaia di aghi.

Un urlo echeggiò nelle orecchie di una ragazza, le fece mettere i piedi a terra, di nuovo.
Frenny era persa nei suoi pensieri, doveva proprio smetterla, assentarsi in quel modo dal mondo non faceva che portare problemi a lei ed agli altri. La rossa si girò di scatto.
-Yomi?-
L’amica non era dietro di lei, pensava fosse sempre lì, dove l’aveva persa? O si era persa lei? Non capiva cosa stesse succedendo.
Camminava e camminava mentre la testa era un caotico porto con idee che sbarcavano a manetta, questa volta però era lei a naufragare da sola nel bel mezzo del nulla. Alle sue spalle vi erano dei rovi che prima non aveva visto ne era sicura, lei veniva da li, dove era il senso logico della situazione?
-Chi ha messo lì quei rovi..- bisbigliava.
Non sapeva come tornare in dietro, l’amica era dispersa, lei era dispersa, Lampo e Shugar sicuramente le avrebbero fatto una ramanzina colossale e non avevano torto. In quel momento sperava di riceverla, pensava “hei sono qui, sgridatemi, venite a prendermi” ma nessuno poteva sentire nella sua testa.
-In dietro no, bhe si va avanti..-
Mai voltarsi in dietro le dicevano sempre i vecchietti saggi, questa volta non poteva nemmeno volendo.
Si fermò senza una ragione, tornò a quei rovi, non c’era modo di tornare in dietro, non era abbastanza forte per tagliarli tutti di netto. Non era abbastanza forte per lasciarsi alle spalle la strada percorsa. Ricordi. Non era forte per dimenticare.
Una gocciolina di sangue scendeva dall’indice, una spina era entrata rude nel momento in cui cercò infilare la mano per capire quanto fossero profondi. Il volto era triste, fissava vuoto la mano fasciata, con l’indice rosso cremisi.
Forse aveva paura di tutta quella solitudine, di rimanerlo per sempre, fino alla fine dei suoi giorni.
Quanto le mancava Desi, non aveva parole per esprimere il suo dolore, non aveva parole per spiegare cosa stava per succedere.
   
 
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