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Autore: Danilibre    16/08/2015    2 recensioni
Dal Testo :
"Il minore, stette in disparte fissando gli ospiti. Erano di bella presenza, le voci erano profonde, ma non potevano avere più di 25 anni. Il ragazzo più alto aveva i capelli lunghi, mentre l'altro li aveva molto corti e aveva le lentiggini.
Quando i loro sguardi si incontrarono, Cas perse un battito. Si perse in turbine di colori che i suoi occhi sfoggiavano, per non parlare del suo sorriso, perfetto. "
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Balthazar, Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Erano passate settimane dalla riappacificazione con Dean e nonostante con lui andasse tutto bene a scuola le cose incominciavano a precipitare.
Cas Non era nuovo tornare a casa con qualche dolore o con un occhio nero, ma le cose stavano peggiorando.
I bulli di turno lo vedevano sempre correre tra le braccia di quel ragazzo più grande ogni singolo giorno dopo scuola, ed incominciarono ad insultarlo a pestarlo a causa del suo orientamento.
Perfino a casa, iniziarono i litigi tra i fratelli.
Balthazar voleva andare a parlare con i genitori di questi ragazzi, mentre Gabriel voleva farsi giustizia al posto del minore, che non voleva fare niente.
<  Dobbiamo fare qualcosa!  >  Si alterò Gabriel passando a Castiel del ghiaccio da mettere sul collo.
<  Cosa vuoi fare?! Andare li e picchiarli tu?! potrebbero ricorrere alla polizia! Non voglio ritrovarmi ad andare a trovarti ogni settimana in carcere!   >   Era difficile far arrabbiare il maggiore dei fratelli, ma quando gli toccavano il minore non ci vedeva più.
<   Vuoi renderti conto di quello che hanno fatto questa volta? Lo stavano strozzando! Se Charlie non avesse urlato non sarebbe accorso nessuno a salvarlo! vuoi perdere tuo fratello ? e così ? vuoi sbarazzarti di noi?  >   Gabriel urlava a Balthazar. Erano troppo agitati, questa volta non sarebbe finita bene.
Charlie. La poveretta aveva assistito a tutta la scena, certo non sarebbero mai arrivati a strozzarlo se lui non l'avesse protetta. La lingua lunga della ragazza lo aveva messo in pericolo, con i suoi commenti poco carini e molto coloriti. Ma ovviamente questo non lo aveva detto ai fratelli maggiori.
Castiel era sotto Shock, la gola gli bruciava ogni volta che deglutiva, aveva le nocche sanguinanti, nel tentativo di auto difesa era riuscito a tirare un paio di pugni, ma si fece più male di quanto avesse voluto provocare al suo aggressore.

<  Tu credi che io voglia sbarazzarmi di lui ? Come puoi pensare una cosa così immonda?!  >  sputò fuori le parole
Ad' ogni frase i due si avvicinavano l'un l'altro, sarebbe bastato un minimo gesto per far espodere una rissa.
<  Ba-  > la voce rauca di Castiel si fermò prima di arrivare a metà parola. Il dolore era lancinante, era come avere una lama bollente nella gola.
<  Mi sembra che sia quello che vuoi! DOBBIAMO fare qualcosa!  >  la voce di Gabriel era più squillante del solito.
<  Basta-  > Le lacrime incominciarono a bruciargli i tagli sul volto, ma nulla era calcolabile alla voce rotta dal dolore.
<  Non ho detto che non dobbiamo fare niente, ma non possiamo fare niente noi personalmente!  >  Balthazar sovrastaza Gabriel di almeno 10cm e di sicuro era anche molto più forte di lui.
La voce di Castiel non voleva collaborare quindi prese la prima cosa che aveva tra le mani, un bicchiere contenente dell'acqua, e lo lanciò per terra attirando l'attenzione dei fratelli.
<  Basta.  > La voce Roca era quasi un sussurro.
<  Cas...  > Balthazar si stava avvicinando e non appena fu ad'un passo dal minore si inginocchiò per guardargli il  viso.
<  vuoi che chiamo Dean?  >
Quel nome lo fece sussultare.
NO, non doveva vederlo così.
Sarebbe andato su tutte le furie, si sarebbe precipitato a scuola e avrebbe fatto casino.
Sarebbe perfino ricorso alle maniere forti per farsi dare l'indirizzo di casa dei bulli, Dio sa solo cosa avrebbe fatto in quel caso.
<  No  > riuscì a dire, nonostante la gola andasse in fiamme.
<  Tu stai a casa finché non sarai emotivamente pronto per tornare a scuola, ok ?!   >  Gabriel camminava avanti ed' indietro nella cucina mentre cercava di calmarsi.
<   Se non vuoi più andarci potremmo trovare una soluzione diversa  >  Il maggiore gli accarezzava il ginocchio, con gesto materno. Era lo stesso gesto che usava la loro madre quando uno dei fratelli si faceva male.
Annuii, ma in cuor suo sapeva che non poteva fare nient'altro. Sarebbe dovuto tornare a scuola e sopportare Crowley, il capo dei bulletti, ancora per un pò.

Per una settimana Castiel stette a casa, Charlie ogni tanto andava a trovarlo e a portagli i compiti e le novità scolastiche.
Ogni giorno Dean andava a casa sua per passare un po’ di tempo insieme, anche se la maggior parte delle volte lo guardava dipingere o seguivano qualche strano programma in Tv.
I bollenti spiriti tra i fratelli si erano pian piano raffreddati, e anche se sembrava un campo minato, nessuno dei due voleva rischiare un litigio.
Un giorno Balthazar lo portò con se in ufficio, e tutte le signore con cui lavorava volevano incontrarlo e parlargli.
Chissà quanto sapevano  della Famiglia disastrata dell'affascinante avvocato così promettente. A quanto pare sapevano pochissimo, solo che i genitori erano morti.
meglio così. Poco sapevano è meglio era.
La domenica Castiel si sentiva abbastanza bene, così bene da aver accettato di andare a casa dei Winchester per pranzo. Gabriel e Balthazar erano restii, ma accettarono comunque.
Si preparò ed uscì di casa. Aveva lo sguardo fisso sull'asfalto mentre la sua mente ripercorreva le giornate passate.
Se non sbagliava Charlie gli aveva anche accennato al ballo scolastico che si sarebbe tenuto la prossima settimana.
L'amica aveva già adocchiato la ragazza più carina della classe e avrebbe provato a invitare lei. Castiel avrebbe voluto invitare Dean, e al solo pensiero le guance arrossirono.
Se lo immaginò vestito con uno Smoking scuro e tanto bastò a far perdere un battito al suo cuore.
Stava fantasticando su loro due stretti in un abbraccio mentre ballavano davanti a tutti, quando una voce lo fece fermare di colpo.
<  Guarda. Guarda! Guardate chi abbiamo qui!  > La sua voce era inconfondibile.
Il Flashback del volto di Crowley sfocato a causa del poco ossigeno lo fece arretrare di un paio di passi.
Era pronto a scappare se solo le gambe avessero collaborato invece di starsene lì a tremare.
Crowley e la sua piccola banda si stava avvicinando.
<  sai stavamo andando a trovare la tua amichetta.  > Lo informò il bulletto.
I suoi tirapiedi risero osservando la faccia sconvolta di Castiel, ma prima che riuscisse a pronunciare la men che minima parola la voce di Crowley ritornò a catturare la sua attenzione.
<  Sai cosa ho scoperto? che il tuo amato ragazzo abita qui. Che coincidenze non credi?  > Le sue braccia si erano allargate per dare enfasi alla frase per poi unire le mani con uno schioppo. <  Com'è che si chiama? sì dai inizia con la D. Demon? no. Dean?  >  Appena vide la confusione sul volto di Castiel cambiare in rabbia si fece sfuggire una risatina.
<  Tranquillo, non lo toccheremo. Ma la tua amica mi ha offeso e questo non lo posso accettare.  >  Si avvicinava passo dopo passo.
<  Non la toccate. >  Si sentì un coro di voci rispondere " OHH " con finto spavento. <  Sennò cosa mi fai? Angioletto?  >
Non poteva accettarlo, no.
Prima minacciavano la sua unica amica e poi usava quel soprannome come insulto. Non poteva accettare che il nomignolo affibbiatogli da Balt venisse infangato e usato da una persona così sporca.
Preso dalla rabbia gli si avventò contro, gli tirò un pugno. Fu quasi sicuro di rompergli il naso, visto il flusso di sangue che gli colava.
Crowley dopo un attimo di smarrimento gli tirò un destro dritto allo stomaco, costringendolo a chinarsi in avanti con le mani sull'addome. Per poi tiragli un calcio in viso.
Castiel si accasciò a terra e la banda si accanì su di lui.
Pugni, calci perfino degli sputi. Sentì il dolore pervadergli tutto il corpo, incominciava a vedere tutto annebbiato.
Doveva resistere, non poteva cedere.
Con le poche forze rimaste si nascose la testa tra le braccia, ma i calci lo colpirono un paio di volte sulla nuca.
Stava perdendo, faticava a respirare, la testa gli pulsava, tutto il suo corpo lo stava abbandonando, La vista diventava sempre più sfocata.
<  EHI !  > non riuscì a mettere a fuoco la voce, il sangue colava perfino dalle orecchie, ed era difficile udire anche solo la rottura delle ossa.
Fu grato che il massacro finì, riuscì a vedere solo i ragazzi darsela a gambe mentre qualcuno si avvicinava a lui.
Guardare gli richiedeva troppe energie, e preferì concentrarsi sulla respirazione, spezzata dal dolore.
<  Cas!  > qualcuno gli tocco il braccio e il dolore si trasformò in un urlo.
<  SAM! chiama l'ambulanza! presto!  > la voce di Dean era così allarmata, eppure non volveva coinvolgerlo.
<  Cas concentrati sulla mia voce. Non lasciarti andare.  >
Era pronto a dirgli addio. Non sentiva nessun rimorso. Aveva avuto dei fratelli stupendi, forse troppo per un ragazzo come lui. Aveva un'amica speciale, e gli augurò tutto il bene che si possa mai provare.
E poi c'era Lui. Il ragazzo che più aveva risvegliato i suoi desideri adolescenziali.
Ci fu un lampo di Luce bianca, La voce di Dean andava pian piano sciamando e poi il nulla.
Era tutto nero.
Forse ora avrebbe potuto rivedere i genitori, Avrebbe vegliato sulle persone a lui care come l'angelo che Balt pensava che fosse.
Vide il suo corpo nudo circondato da ali, delle stupende e giganti ali Marrone scuro. Era sospeso a mezz'aria, nell'aria c'era l'eco della voce di Dean mista a quella di Charlie e dei fratelli.
Chissà come l'avrebbero presa... Chissà se Gabriel e Balthazar  sarebbero riusciti a superare anche questa.
 " Gabriel... Balthazar... vi prego, fate che questa cosa non vi segni per sempre. Siete forti, siete intelligenti, ve la caverete. “  Due Sagome gli stavano andando in contro: Erano i suoi genitori.
Provò un senso di sollievo nel vederli, ma i loro volti erano sconvolti.
<  Cosa ci fai tu qui?  > La voce rauca del padre lo raggiunse come un'eco.
<  Come...  > sussurrò Cas.
Un qualcosa di elettrico gli bruciò il petto, sobbalzò e vide qualcosa di bianco puntatogli addosso. Sembrava una lampada attaccata al soffitto.
Molte voci parlavano, davano ordini, tutt'intorno a lui.
Il dolore tornò più acuto di prima, le gambe, le braccia, la testa, Gli martellavano e pulsavano. Tutto si annebbiò di colpo e l’oscurità lo catturò come se lo aspettasse.
Le voci smisero di colpo, la lampada era svanita, non sentiva niente.
Ma un'eco riuscì a passare: <  Ti prego.  > Non era possibile. Stava piangendo? Stava imbrattando i suoi occhi così magnifici con delle insulse lacrime? Per lui? no...
"  Ti prego Dean, si felice per me. Ora potrò rivedere i miei genitori.  "
Vide le persone a lui care piangere davanti ad' una lapide col suo nome inciso.
Balthazar rigido con lo sguardo rivolto al terreno, mentre Gabriel era inginocchiato accanto alla bara, col Trench del fratello stretto tra le braccia. NO.
Non voleva tutto questo, non avrebbe fatto così male ai suoi fratelli, non voleva vederli in quelle condizioni.
Il cuore ricominciò a battere, lentamente.
Non aveva fatto ancora tante delle cose che avrebbe voluto provare : Non aveva ancora baciato Dean, voleva iscriversi al college, voleva riabbracciare i fratelli.
I suoi genitori potevano aspettare, c'erano cose più importanti che aveva lasciato in sospeso.
Cercò di muovere le ali, ma sembravano come incatenate ad un muro invisibile.
Ogni sforzo gli provocava dolore, ma tirò con tutte le sue forze.
Pian piano le piume incominciavano a cadere, più tirava e più il dolore si faceva lancinante.
Non voleva essere debole.
Le Ali incominciavano a muoversi, facendo dondolare le catene.
<  No !  > urlò a se stesso.
Riuscì a sollevarsi da terra, ma le ali faticavano a muoversi, La schiena gli bruciava, le piume coloravano l'oscurità.
<  Ti prego  > l'eco della voce di Dean si faceva sempre più nitida pian piano che prendeva quota. Allungò una mano come per raggiungerla ma il bruciore alla schiena si fece più acuto.
Si sentì un suono simile ad ‘uno strappo. Gli erano rimaste poche piume, vide le catene attaccate alla muscolatura delle ali. Doveva strapparsele.
Tirò con le ultime forze rimaste e cerco di concentrarsi sull'eco, mentre qualcosa di caldo gli bagnava il dorso. Ci stava riuscendo, nonostante il dolore, sentiva sempre di meno le catene.
 "  Ancora qualche sforzo...  " pensò
proprio mentre l'ultimo pezzo si staccò, qualcosa lo prese per il polso. Una mano calda lo tirò sostenendolo.
Castiel perse i sensi.
 
   
 
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