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Autore: AshiAndSamy    16/08/2015    3 recensioni
La gente purtroppo non capisce cosa significa vivere pesando sugli altri.
Io lo so bene, con la malattia muscolare che ho, non posso fare tutto da sola, devo sempre essere con qualcuno, stare attenta a come mi muovo e cercare di non sforzarmi.
Perché la vita mi odia così tanto ?
Ero felice prima che il mio problema saltò fuori, facevo ginnastica artistica, tutti i miei amici mi volevano bene, ma adesso sento che qualcosa è cambiato in me e in loro.
Dalla parte mia perché mi sono chiusa, ho paura a raccontare quello che sto passando, non voglio che qualcuno mi stia vicino per compassione ma semplicemente deve volermi bene mettendo da parte questa mia parte 'speciale' .
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Ammetto che è difficile.
Difficile accettare il mio difetto, ma continuare a rimpiangermi addosso aiuterà il mio corpo e soprattutto la mia mente? 
Non riesco proprio a capire perché in mezzo a tutte queste persone doveva toccare a me.
Mi sedetti su una panchina appoggiandoci sopra il mio adorato zaino.
Quanto me ne vergognavo di questo ammasso di rotelle e tessuto!
Cercai di distrarmi di far finta che stavo bene e che non stava succedendo niente, ma è complicato quando i pensieri prendono il potere sul tuo corpo.
Chiusi gli occhi per qualche secondo, l'aria fresca scompigliava i miei capelli e rinfrescava un po' la mia mente contorta e stanca allo stesso tempo.
Quando li riaprii fissai un bellissimo cagnolino che vagava per il giardino scodinzolando la coda a destra e sinistra.
Mi immaginai per un secondo come fosse vivere da cane, sempre adorabile e coccolato mentre invece, vivere nel corpo di un essere umano era quasi impossibile : sempre con la paura di essere giudicati o presi in giro, sempre con la paura di sentirsi incompresi in questo mondo sbagliato.
Per qualche istante osservai le espressioni dei passanti e mi sembrarono felici e allegre, mentre invece io a 18 anni sembravo una depressa la quale non sapeva, cosa fare della propria vita, ma veramente quelle persone stavano in pace con loro stessi ? 
Tutti abbiamo problemi.
Il tempo passò in fretta e il cielo cominciò via via a diventare sempre più buio, mi alzai in piedi, afferrai il mio zaino e lo trascinai fino a casa.
Il rumore delle rotelle mi infastidiva e imbarazzava allo stesso tempo; sembrerà stupido ma mi sentivo tornata alle elementari, la gente mi guardava come se fossi un mostro appena uscito da un film horror, ma ero semplicemente Niv, la ragazza con tanto bisogno di affetto.
Ma perché le persone che mi circondavano non lo capivano ?
Mi ritrovai di fronte al portone di casa mia, bussai e entrai.
Ad accogliermi venne mio fratello uno di quei ragazzi bellissimi, capelli neri e occhi verde smeraldo, alto e muscoloso, molto direi.
"Ciao Niv"- mi salutò semplicemente con la mano.
"Ciao a te Davide"- risposi togliendomi le scarpe e il cappotto.
"Senti non ce la faccio più, devi dare quei soldi o continuerà a infastidirmi"- non pronuncia il suo nome mi faceva venire la pelle d'oca.
"Lo so mi ci vuole ancora tempo"- sbuffò infastidito.
Era sempre la stessa storia, ogni qual volta gli spiegavo di Brian mi rispondeva con tono distaccato e scocciato.
Non pensava minimamente al fatto che soffrivo, stavo soffrendo principalmente per colpa sua.
Ma visto che ho un carattere da buttare dritto nel cestino, senza andargli contro mi distesi sul divano davanti al televisore e cercai di distrarmi guardando un documentario sulla terra.
Come al solito non c'ero, mi sentivo invisibile, osservavo lo schermo davanti a me senza aver nessun tipo di interesse, facevo finta di ascoltare ma ero persa nella mia testa.
"Niv"- mi richiamò mio padre.
"Papà sei tornato"- sorrisi.
"Già da molto, ma ho notato che eri interessata al programma e non ho voluto disturbare"- mi accarezzò il viso.
"Si scusami, non mi sono nemmeno accorta che fossi entrato"- cercai di essere il più credibile possibile.
Mi sorrise e si allontanò verso la cucina, mentre io a passo lento e stanco mi diressi verso la mia camera al piano superiore.
Con moltissima calma arrivai nella mia stanza.
Dentro queste quattro mura mi sentivo al sicuro, nel mio mondo, si trovava il mio adorato letto da una piazza e mezza, così comodo e soffice.
Avevo un alto scaffale dove tenevo tutti i miei libri, amavo leggere perché era un modo per allontanarmi dalla realtà e immedesimarsi nel protagonista che, effettivamente, tutto va abbastanza bene e finisce sempre con 'E vissero felici e contenti'.
Mi avvicinai alla finestra che si affacciava sulla strada, e la aprii.
Vidi passare dei ragazzi che ridevano e scherzavano e per un attimo sognai di essere con loro a divertirmi.
Si sedettero proprio davanti a casa mia a fumarsi una sigaretta, avrei voluto veramente essere lì, sembravano felici e spensierati.
Mi affrettai a scendere le scale.
"Vado a cercare Kevin"- inventai.
Kevin era il mio adorato gattino.
Sbattei la porta di casa diretta da quei ragazzi a chiedere se potevo unirmi a loro.
Cominciai a farmi tanti problemi ma non dovevo!
"Quella ragazza mi incuriosisce"- sentii pronunciare quelle parole da una voce conosciuta.
In quel momento, quando capii chi fossero, avrei desiderato tornare indietro ma ormai ero lì.
"Kevin"- trovai il mio gatto pelosone vicino al cancello.
Attirai decisamente l'attenzione dei ragazzi che si girarono verso di me e mi sorrisero.
"Niv"- si alzò in piedi Niall sorridendo.
Gettò a terra la sigaretta che teneva fra le dita e la schiacciò per spegnerla.
A quell'azione il mio stomaco si strinse facendo un dolore assurdo.
"Ciao a te biondo"- mi imbarazzai abbassando la testa.
"Siediti con noi"- continuò cedendomi il suo posto.
Stava dando il suo posto a me ? 
Nessuno lo aveva mai fatto prima d'ora.
Lo ringraziai sedendomi in mezzo a Louis e Liam.
Continuavo a tenere in braccio il mio gatto che si strusciava sul mio petto.
"Carino come si chiama?"- mi domandò Louis accarezzandolo.
"Kevin"-.
"Bel nome Niv, hai buon gusto"- si complimentò con me Zayn.
Sorrisi e guardai Niall, che sembrava non mi togliesse gli occhi di dosso, mi sentivo piccola piccola.
Nessuno mi guardava come faceva lui, con occhi profondi e indagatori.
"Abiti qua allora ?"- mi domandò Harry.
"Si proprio qua"- mi girai per fissare la mia casa, come in fondo stavano facendo tutti.
"Io abito solo due case più in la della tua, certe volte potresti venirmi a trovare"- si avvicinò il biondo.
Annui guardandolo negli occhi.
"Adesso noi andiamo"- si alzò Zayn.
"Certo"- sorrisi.
"Ci vediamo a scuola domani. Ci contiamo"- si avvicinò Liam per abbracciarmi.
Ricambiai leggermente e mi staccai subito.
Vidi i ragazzi allontanarsi mentre invece, rimasi conNiall, e devo essere sincera quel ragazzo era bellissimo.
"Niv, io ti ho aiutata ma voglio sapere perché Brian ti infastidisce "- si avvicinò a me accarezzandomi la mano.
"Niall niente di importante ti prego, chiudi il discorso"- ritirai la mia mano e tirai leggermente le punte dei miei capelli innervosita.
"Di me puoi fidarti anche se mi conosci da pochissimo tempo"- continuò a insistere.
"Niall ti prego, basta parlarne"- lo guardai negli occhi, fissando i suoi occhi.
Erano così profondi e pieni di dolcezza.
Sentii le farfalle nello stomaco quando portò una sua mano sul mio viso, passò le sue dita sulla mia guancia per poi finire dietro il collo.
Il suo profumo inebriò le mie narici.
"Sai dove puoi trovarmi"- si alzò in piedi -"Adesso voglio vedere che entri in casa, prima che io vada via"- si prese cura di me.
Per la prima volta qualcuno nella sua vita aveva fatto sentire Niv piena, completa.
Mi avvicinai a lui guardandolo.
"Grazie"- .
"Di niente, questo e altro per te"- mi sorrise.
Mi girai e mi diressi verso la mia dimora finalmente sorridendo, avevo decisamente fatto bene a uscire.
Quando aprii la porta mi voltai indietro e lui era ancora lì, fermo immobile aspettando che rientrassi.
Lo salutai con la mano e mi chiusi definitivamente la porta alle spalle, mi appoggiai su di essa sorridendo e pensando che forse, avrei trovato degli amici che mi volessero bene per quello che ero, pro e contro del mio carattere .
"Trovato Kevin?"- mi domandò mio padre con un vassoio di arrosto fra le mani.
"No mi dispiace è scappato"- mi staccai sedendomi sulla poltroncina situata in un angolo del salotto.
"Fra poco viene mamma, mangiamo e andiamo tutti a dormire. Domani è un altro giorno"- terminò la sua solita frase.
Sorrisi al pensiero .
 
                  .       .      .
 
"Tesoro svegliati"- mi svegliò mia madre aprendo la persiana.
Fortunatamente non ero una di quelle ragazze che al mattino era già nervosa.
"Buon giorno mamma"- le sorrisi stiracchiandomi un pochino.
"Ti vedo di buon umore dopo tanto tempo"- uscì dalla stanza ridendo.
Mia madre era un angelo, capiva sempre cosa avevo e come stavo.
Mi alzai veramente felice, ieri sera non ho fatto altro che pensare a Niall, le sue labbra sottili e i suoi occhi color ghiaccio.
Dentro sentivo un mare di nuove emozioni.
Mi preparai in fretta, con dei semplici jeans un maglione e le mie adorate scarpe da tennis, legai i capelli in una ordinata coda di cavallo e preparai lo zaino.
Nella scuola dove andavo, le divise non si portavano, in fondo ognuno doveva vestirsi in modo diverso da tutti per esprimere quello che era.
L'abbigliamento è una proiezione di come ci sentiamo, quando siamo tristi indossiamo colori scuri, ad esempio il nero, mentre quando siamo felici, tendiamo a indossare toni chiari, come il bianco.
Non so ma per me è così, e visto che adesso mi sento veramente felice il mio maglione e bianco latte.
Quando in camera finii di riordinare il mio letto, mi diressi in cucina per sgranocchiare qualcosa e riempire il mio pancino affamato.
"Buon giorno"- salutai papà dandogli un dolce bacio sulla guancia.
Mi salutò con un sorriso.
Mio padre era la persona più dolce del mondo, sempre al mio fianco a sostenere le mie sofferenze e le mie gioie, ad ogni mio sbalzo di umore e della mia malattia.
Devo smetterla di parlarne, o non farò che stancarti.
Mangia una succosissima pera e mi sedetti in salone a osservare la televisione.
"Muore donna di 38 anni uccisa dal marito, causa gelosia.
Si trovava in casa Matilde quando il marito, preso da un'attacco di gelosia la ..."- cambiai canale.
La mattina il telegiornale non era dei miei programmi preferiti e anche se tutti dicono di guardarlo, io non lo faccio.
Perché se tanto di bello non dicono niente ? 
Come per esempio anche solo un bambino che è riuscito a salvare un gattino sull'albero? 
Questo non fa stampa per questo non lo dicono, a parer mio.
Feci Zap per tutti i canali e quando trovai finalmente un documentario che parlava delle razze canine, si era fatta ora di andare a scuola.
Afferrai titubante il mio zaino e uscii di casa salutando i miei genitori intenti a baciarsi appassionatamente.
Decisi che quella mattina non sarei andata direttamente a scuola con l'autobus, ma mi girai verso la casa di Niall e mi avviai per quella direzione.
Mi tremavano le gambe, mi chiedevo se gli andava di vedermi oppure no.
Mi ritrovai davanti a una casetta simile alla mia, con un grandissimo giardino fiorito di margherite e viole, molto curato direi.
"Vado a scuola, ciao mamma"- sentii urlare da quel ragazzo che mi aveva fatto perdere la testa in un giorno.
Quando arrivò al cancello si accorse di me.
"Niv buon giorno"- si avvicinò dandomi un bacio sulla fronte.
"Ciao"- mi intimidì.
"Venivi a trovarmi?"- domandò sorridendo.
"Stavo andando a scuola in verità"- mentii.
"Peccato che stai andando nella direzione opposta"-rise.
Mi accorsi solo un attimo dopo che la scuola si trovava dall'altra parte della strada.
Non riposi e rimani tutto il tempo in silenzio.
Quando arrivammo davanti a scuola mi si presentò una situazione al quanto imbarazzante e brutta.


Eccomi qua, ho fatto tesoro delle recensioni dell'altro capitolo e spero vivamente di avervi soddisfatto
Fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio, al prossimo capitolo.

xxAshiAndSamy
  
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