Ciao!
Come
al solito ho aggiornato con un giorno di anticipo, perché domani dopo scuola andrò a casa di una mia amica e
non avrei avuto modo di postare.
Questo
cap apre lo scenario degli addii, preparatevi perché nel prossimo i ragazzi
abbandoneranno il loft… =(
Grazie
mille a:
Angel
Texas Ranger: Eh si, Daniele alla fine si
merita un po’ di compassione xD E cosa farà Andrea, beh te lo lascio
scoprire leggendo il cap! ^^
95_angy_95:
Immagino che dopo aver letto il cap farai i salti di gioia perché Niko rivelerà i suoi pensieri! E
i ragazzi si rivedranno ad un concerto ad agosto e dopo qualche anno, ma alcuni
di loro continueranno a sentirsi con Deb!
vero15star:
Eh si, hanno rotto e il bello e che fanno sentire Deb in colpa! Purtroppo lei è
la prima a farsi gli scrupoli quando loro se ne sono fregati di lei solo in un
secondo momento… Quanto ad Andrea… Chi è che non lo sposerebbe? =D Grazie mille
per i tuoi complimenti, tesoro!
Giulls:
Carissima, mannaggia a te che mi hai convinta a spoilerare! xD xD xD Diciamo
che Deb l’ha combinata grossa, ma con Daniele si aggiusterà tutto in questo
cap! Al momento è Niko che rompe, sigh… Non vorrei essere ei suoi panni, e tu?
^^
_New_Moon:
Tu ami Andrea ed io adoro te, grazie
mille per tutti i complimenti! ^^ Davvero il tuo ex somiglia ad Andrea? Allora
ti sarei grata se me lo presentassi! xD Scherzo, ovviamente =D
Penso
che aggiornerò mercoledì!
La
vostra milly92.
Capitolo 39
L’ultima Cena
“Ehi,
sedicenne!”.
“Ehi,
Ivan! Ciao!”.
Domenica
2 giugno me ne stavo seduta sulle tribune del pubblico mentre i Gold Boyz
provavano l’inedito, nello studio.
Ivan
mi sorrideva, e si stiracchiò lievemente. “Ahh! Sembrerò ipocrita, ma non vedo
l’ora di andare in vacanza…” brontolò, lanciando un’occhiata tetra al copione
che teneva in mano.
“Cosa?!
Oddio, si che sei un grande ipocrita!” mormorai. “Io non ce la faccio a pensare
che domani sera dovrò fare le valigie…”.
“…
E che dovrai dire addio a tutti… Specialmente ad Andrea…” terminò lui per me,
facendomi voltare di scatto a guardarlo.
“E’
un po’ che non parliamo, ma non sono cieco! Ieri ho visto tutti quei bacetti…”
spiegò. “E devo dire che ci sono rimasto, chi lo avrebbe mai detto…”.
Abbassai
lo sguardo, imbarazzata. “Guarda che sono la prima a non crederci, ma purtroppo
tutto finirà, no?” borbottai. “Come farò proprio non lo so…”.
“Oh,
dai, non farla così tragica, ci saranno sempre i concerti, il matrimonio di Max…
Poi sei nella stessa regione di Niko, Daniele…” disse Ivan, prima di lasciare
che un ghigno si impadronisse del suo volto quando lo guardai sbigottita.
“Certo
che lo fai proprio apposta! E poi, figurati, Daniele mi odia e Niko ce la tiene
con me senza dirmi nemmeno il perché…” risposi sconsolata.
“Sarà,
ma per me, anche se hai un anno in più, rimani sempre un po’ scemina, possibile
che non ci arrivi?” brontolò, prima che il solito: “Ivan, vieni, c’è stata una
modifica del copione!” lo costrinse ad alzarsi. “La gelosia, più la scacci e più l’avrai…” canticchiò, dandomi un
pizzicotto sulla guancia e allontanandosi, salutandomi con la mano.
Non
riuscivo a capacitarmi che Niko fosse geloso, anche se i segnali erano
evidenti. Forse dopo quel bacio si aspettava chissà che cosa…
Ma se è stato lui a dirmi che è stata
tutta colpa della febbre?
Quella
storia era decisamente degna di Beautiful, per me. Ero entrata cotta di Niko,
avevo fatto prendere a Daniele una cotta per me e poi mi era piaciuto Andrea… Rossella,
volente o nolente, aveva avuto ragione a quella famosa partita. Era stato lui
il “vincitore” , anche se gli restava poco tempo per esserlo.
Con
questi pensieri mi avvicinai a Luke e Kevin che stavano modificando alcune
cose.
“Qualche
problema?” chiesi, fingendomi interessata, mentre i ragazzi si avvicinavano e
Andrea mi dava un lieve bacio senza farsi accorgere dai due, che per fortuna
erano presi da alcuni fogli.
“Ma
sei pazzo…?” sussurrai, mentre Luke rispondeva distrattamente: “No, dovrebbe
essere tutto ok!”.
“Si…
di te…”.
“Che originalità…” dissi in risposta,
spingendolo lievemente. Si limitò a guardarmi intensamente, come faceva tutte
le volte che lo sorprendevo a guardarmi mentre io ero impegnata in altre cose.
E
quello stesso sguardo glielo vidi stampato in faccia quel pomeriggio, dopo aver
registrato l’inedito.
“Ragazzi,
siete stati favolosi!” li incoraggiai, brandendo il pugno non appena uscirono
dalla sala registrazione. “Com’è stato registrare il pezzo?”.
“Non
è una cosa nuova, abbiamo già registrato il tuo regalo di compleanno, no?” mi
ricordò Giuseppe.
“Si,
infatti” concordò Dante.
“Resta
il fatto che siete stati super” ripetei mentre
si allontanavano per parlare con il vocal coach.
“Hai
visto che alla fine la canzone te l’ho dedicata?” se ne uscì Andrea mentre mi
sedevo su una delle sedie dello studio.
Sobbalzai
quasi, ricordando le nostre conversazioni in cui scherzavamo e lui diceva che
mi avrebbe dovuto dedicare una canzone.
“Si,
ma resta il fatto che mi devi chiamare per fare il videoclip….”.
“Ci
puoi giurare!” affermò, e quando risi aggiunse: “Non sto scherzando, ci devi
essere nel videoclip, sempre se non sarai impegnata con il tuo film”.
Ebbi
un tuffo al cuore per l’ennesima volta: avevo decisamente trascurato la
questione dei provini!
“Mi
credi se ti dico che lo avevo proprio dimenticato?” gli domandai. “Ultimamente
ho dimenticato proprio tutto, è tutta colpa tua…” lo rimproverai, spingendolo
lievemente.
“Ma
cosa hai intenzione di fare? Farai i
casting?”.
Ci
riflettei un secondo, esitando, prima di rispondere: “No, ho deciso, non ci
andrò. E’ una sciocchezza, io non ho mai studiato recitazione… E poi non me la
sento”.
Quell’idea
però mi turbò fino al giorno seguente, mentre facevo le valigie e posavo tutti
gli abiti che avevo indossato in tutte le prime time. Posai il vestito azzurro
che avevo indossato la settimana prima con un tuffo al cuore, e lanciai lo
sguardo a quello che avrei indossato l’indomani, un abito bianco e argento.
E
se avessi accettato di fare i provini? Se avessi ottenuto anche una minima parte?
Sono impazzita, non posso, e poi è
meglio isolarmi da questo mondo! Altrimenti non ne uscirò più fuori…
“Deb,
mica hai visto i miei pantaloni verdi?” chiese Lara entrando, con in mano una
pila di vestiti piegati.
“No,
anche perché li avrei notati subito, io non ho pantaloni di quel colore…”
risposi, mentre mi allontanavo per prendere la biancheria intima dal cassetto.
“Ok,
grazie…”.
“Deb,
ti ho portato il cd, così non te lo dimentichi!” disse la voce di Francesco,
mentre bussava alla porta ed io rispondevo: “Entra!”.
Era
tutto indaffarato, aveva quasi il fiatone, e quando presi il cd, che conteneva
la loro versione di “Your song”e mi soffermai a squadrarlo si spiegò con un
breve: “Ho milioni di cose da restituire per tutta la casa”.
La
cosa non valeva solo per lui, il fenomeno “valigie” aveva invaso tutta la casa,
per il corridoio non si vedeva altro che persone che si chiamavano, si
restituivano qualcosa, se ne regalavano un’altra come ricordo…
“Ti
serve una mano, zio?” chiesi a Max quando ebbi finito di fare la mia, entrando
nella stanza dove si erano riuniti tutti i ragazzi.
“No,
ho quasi finito, grazie…”.
“Potresti
darla a me, tesoro!” mi chiamò Andrea, che si stava letteralmente appiccicando
con una camicia che non riusciva a piegare. “Potresti andare nella mia stanza e
prendermi tutti gli altri vestiti mano a mano?”.
Annuii,
contenta di fare qualcosa di utile per lui e di allontanarmi dagli altri dato
che Daniele aveva fatto una smorfia al suono della parola “tesoro!” , così mi avviai nella stanza che divideva con gli altri
tre a aprii il suo armadio, perdendomi tra magliette, giacche, pantaloni,
bermuda , camice…
“Alla
faccia, i miei vestiti sono di meno” commentai, spostando una pila di canotte.
“Ma
cosa…?” chiesi al nulla, quando notai che nel bel mezzo c’era un pezzettino di
stoffa ricamata nera. Lo sfilai, e con mio sommo dispiacere constatai che non
era un pezzo di stoffa, bensì un perizoma. “Non può essere…” sussurrai
incredula.
Rimasi
a fissarlo, sconcertata, immaginando che fosse un trofeo di Rossella…
“Amore,
hai fatto?”.
La
voce di Andrea mi raggiunse da molto lontano, e non mi diedi nemmeno la briga
di risponderlo.
“Cosa
stai…?” iniziò, avvicinandosi e fissando l’indumento senza capire.
“Non
far finta di non capire” iniziai, gettandoglielo letteralmente in faccia. “E’
di Rossella, vero? Io… io credevo che per te non fosse importante!” urlai.
“Ma
no, io non l’ho mai avuto!” rivelò, fissandolo ancora più sconcertato. “Dove lo
hai trovato?”.
“Non
dire cazzate… So che ormai tra un giorno tutto finirà, ma voglio che almeno tu
sia sincero con me! Perché non me lo dici in faccia che ci tieni davvero a
lei?” mi infervorai, sentendo di tremare per la collera.
“Deb,
piantala!” disse lui, prendendomi per le spalle. “Se avessi avuto qualcosa da
nasconderti di certo non ti avrei mandata qui a rovistare tra la mia roba, ti
pare?” mi fece ragionare.
Non
risposi, abbassando lo sguardo per la vergogna. “Beh, forse è così…” mormorai,
sentendomi decisamente più calma.
“Dove
lo hai trovato?” mi chiese di nuovo.
“Qui…”
risposi, e mentre mettevo le mani tra la pila di indumenti, notai che c’era
anche un bigliettino.
“Caro Andrea, spero che questo piccolo
pezzo di stoffa ti aiuti a non dimenticare quello che c’è stato tra noi, perché
io di certo non lo farò. Sarò stupida, ma mi sono resa conto di amarti in
questa settimana e spero di avere un’altra chanche con te in futuro. Tua
(spero)Rossella”. Lo lessi ad alta
voce, senza parole.
“Oddio”
disse lui, incredulo.
“Beh,
io la posso capire… “ sintetizzai con un nodo in gola.
“Pensa
che non ci avevo mai fatto caso a questo biglietto, lo avrà messo prima di
andar via” decretò Andrea rileggendolo. “Ma se pensa che mi metterò con lei in
futuro si sbaglia di grosso…” aggiunse, posando il pezzo di carta.
“Meglio
che continuiamo, và…” proposi, anche se non facevo altro che pensare ad un
eventuale Tg in cui vedevo lui e la tipa mano nella mano…
Alla
fine io, Lara e Samanta ci recammo in cucina per preparare la famosa ultima
cena, e feci il possibile per combinare qualcosa di buono. Non potetti far
altro che la macedonia di fragole visto che le mie capacità culinarie erano
molto ridotte, ma rimasi piacevolmente sorpresa quando un quarto d’ora dopo vidi
Andrea darsi da fare vicino ai fornelli. “Dovevamo cucinare l’ultima pasta
insieme, ricordi?” mi ricordò con un sorriso, mentre posavo il coltello e mi
sciacquavo le mani sporche di fragola.
“Come
vuoi…” risposi, e rimanemmo soddisfatti quando poco dopo il risultato fu ben
accettato.
“Sei
migliorato, Andrea” constatò Max allegramente, mostrando il suo piatto vuoto.
“Si,
era davvero buona” aggiunse Daniele, lasciandomi lievemente stupita. Gli
sorrisi inconsciamente, e, miracolo, lui ricambiò.
“Ricordate
la prima volta che la cucinò?” domandò Francesco con una vena di malinconia.
“Si,
era tutto emozionato” ricordai, pensando a quel pomeriggio che mi sembrava così
lontano, remoto, in cui avevo iniziato a comprendere che per me Andrea era
qualcosa in più che un semplice amico.
“Ma
grazie al tuo aiuto ce l’ho fatta” mi ringraziò Andrea, dandomi un bacio sulla
guancia mentre prendeva l’acqua.
“Si,
ma se non sbaglio era stata Rossella a dirti come fare il sugo, vero?” chiese
indifferente Niko, nascondendo a stento un ghigno mentre si puliva le labbra
con un fazzoletto di carta.
Udendo
ciò mi irrigidii, ricordando la questione del biglietto, ed Andrea si limitò ad
ignorarlo, dicendo: “Allora, il secondo lo hai preparato tu, Lara, vero?”.
“Si,
ho cucinato le patatine fritte…”.
“Oddio,
come al solito! E dacci un taglio, Lara!” si lamentò Dante accasciandosi sulla
sedia. “Giuro che se al mio ritorno mamma me le cucina…” iniziò.
La
cena continuò, e quando arrivammo al dolce portato da Giovanni continuammo ad
abbandonarci ai vecchi ricordi.
“Dite
la verità, non vi sareste divertiti così tanto se non fossimo venuti noi life
coaches a salvarvi” dissi, mentre prendevo un bignè.
Niko
mi lanciò una strana occhiata che finsi di non vedere mentre Max rispondeva:
“Si, è vero, ci avete tenuto compagnia… Ricordi come ci siamo conosciuti, Deb?”.
“E
chi se lo dimentica… Vi giuro mi sento diversa…” confidai, più a me stessa che
agli altri.
“Si,
io ti vedo più cresciuta” mormorò Giuseppe, dando un morso al su babà.
“Ed
io più bella” aggiunse Francesco, facendo ridere Andrea, che disse: “Si, ma voi
life coaches ci avete anche distratti dal nostro lavoro…”.
“C’è
chi non si è fatto distrarre” precisò Niko acido.
“Di
certo tu non rientri in questa categoria” scattai, stanca di tutte quelle
frecciatine.
“Cosa
vorresti insinuare?” mi domandò con una finta calma, mentre Max guardava la
scena attonito e Daniele iniziava a fissarci.
“Che
una persona si comporta come te solo
quando è gelosa o è turbata, quindi di conseguenza ti sei fatto distrarre”
spiegai con calma, decidendo di dar ragione alle intuizioni di Andrea.
“Tu
non mi hai distratto” sibilò.
“Non
ho fatto nomi, sei tu che lo pensi” dissi, alzando le mani. “Samanta, ti aiuto
a sparecchiare” aggiunsi, iniziando a raccogliere i vari piatti e posate. Niko abbandonò
la stanza, fingendosi indignato.
“Ragazzi,
dopo andiamo tutti in giardino a guardare le stelle, ok?” propose Massimo
cercando di alleviare l’atmosfera.
“Si,
Debora, ricordi cosa avevi detto quando hai accettato di diventare la nostra
life coach?” mi ricordò Dante.
“Si…
Che la nostra ultima serata insieme doveva essere indimenticabile…” ripetetti,
come se lo avessi imparato a memoria. Anche quando lo avevo detto la prima cosa
ce l’avevo con Niko: quante volte avevamo litigato ultimamente…?
Continuavo
a pensarci mentre sistemavo i teloni da bagno per terra, in giardino, insieme a
Daniele. Come al solito ce lo aveva ordinato Max, che voleva farci pace.
“Non
voglio sprecare questa serata ad ignorarti” iniziò, mentre aggiustavo una piega
all’ultimo telone steso per terra.
Mi
bloccai, incredula.
“Ci
sono stato male, è vero, però ormai è fatta, no? Volevo solo farti provare un
po’ come ci si sente ad essere ignorati, anche se per te è diverso, ovvio”
precisò, avvicinandosi.
“Daniele,
mi dispiace, so come ti sei sentito…”.
“E
come continuo a sentirmi ogni volta che vi vedo insieme…” terminò,
avvicinandosi ancora di più.
“Si,
ma non posso farci niente… E da domani anche io starò male, ed avrei bisogno di
un amico che mi stia vicino e che abbia vissuto quest’esperienza con me…”.
“Io
non ti consolerò, sarebbe troppo” dichiarò, ma la sua voce era dolce. “Però
vorrei che fossimo lo stesso amici, in fondo non ce l’ho mai tenuta con te, non
potrei mai odiarti” confessò.
“Posso
abbracciarti?” gli domandai con gli
occhi lucidi, sotto quel cielo stellato che non dimenticherò mai.
Automaticamente
mi strinse a lui sorridendo, e mai come quella volta mi sentii felice di essere
al suo fianco. “Scusami, scusami, scusami…” iniziai a dire, come una sorta di
mantra.
“Ti
scuso, ti scuso, ti scuso…” mi rispose, facendomi ridere.
“Dan…
Oh, bene, spero solo che il tuo Andrea lo sappia” brontolò la voce sprezzante
di Niko, che era appena entrato in giardino con alcune torce in mano.
Mi
separai da Daniele, e al contrario di ogni mia aspettativa sorrisi. “Piantala
di fare il musone, altrimenti mi dimostri solo di essere geloso per davvero”
gli dissi.
“Si,
sono geloso. E semplicemente perché tu sei venuta qui pensando a me e te ne
uscirai pensando ad un altro” spiegò abbassando lo sguardo cambiando
improvvisamente espressione.
“Io…
stavo scherzando…” borbottai, mentre Daniele diceva che sarebbe andato a vedere
se serviva qualcos’altro.
“No,Deb,
io… Te lo dico, tanto ormai è l’ultima sera e di sicuro l’hai capito… Tu… Mi
piaci per davvero, ecco, ancora prima di quel catastrofico bacio” spiegò,
tenendosi a distanza, mentre mi sentivo sprofondare. Alzò lo sguardo, in cui
riconobbi il Niko che avevo conosciuto all’inizio, non quello stupido con cui
avevo avuto a che fare nelle ultime settimane. Dottor Jekyll e Mr. Hide.
“Cosa?
Ma… no, insomma…! Tu mi avevi anche offesa, mi hai ignorata per tanto, hai….”
tentai di dire, senza capirci nulla.
“Era
per cercare di dimenticarti, ma non ci sono riuscito, ecco. Divento bastardo
quando non ottengo ciò che voglio. Per questo ero gentile con te quando Andrea
si mise con Rossella, per questo ti ho baciata con la scusa della febbre, mi
ero quasi convinto a farmi avanti! E’
dalla terza settimana che mi piaci per davvero, contenta?” rivelò, passandosi
una mano tra i capelli. “Ora però fai finta di non sapere nulla e goditi le
ultime ore con quel tipo” mormorò, accendendo le torce, e per un istante mi
parve di vedere il suo volto rigato da una lacrima. Mi sentii sprofondare.
La
cosa peggiore era che il suo tono era quasi accusatorio come se volesse lasciar
intendere che lì in mezzo la traditrice fossi io, come se lui non avesse
sbagliato nulla.
Non
poteva accusarmi, in tutta quella questione mi ero comportata bene, avevo
mentito ai giornali per lui, lo avevo scusato, avevo sopportato le sue offese,
i suoi sbalzi d’umore e le sue prese in giro… Ora dovevo anche sentirmi in
colpa?
Nonostante
ciò però potevo capire come si era sentito, io stessa avevo provato una
sensazione simile due settimane prima per Andrea e Rossella, e al solo pensiero
mi sentii un nodo alla gola e un macigno sullo stomaco.
Ma nonostante tutto l’ho difeso! Perché? Sono stata fin troppo buona con
lui…
Non
ebbi il tempo di replicare e di darmi a
risposta che vennero gli altri, tutti sorridenti ma un po’ nostalgici.
“Vieni,
amore…” mi chiamò Andrea, facendomi distendere al suo fianco; vicino a noi c’era Max e poco distante Giuseppe
e Lara cantavano una canzone con l’accompagnamento della chitarra.
Non
risposi, perdendomi a guardare le stelle con il capo appoggiato al suo petto,
cercando di evitare lo sguardo di Niko che se ne stava seduto poco distate,
isolato dai vari gruppetti.
“Vorrei
rimanere così per sempre” mormorai, sentendo gli occhi bruciare di lacrime. Mi
voltai verso lo zio, che sembrava ipnotizzato nel guardare il cielo. “Grazie
zio, hai sempre avuto ragione tu” dissi flebilmente, stringendogli la mano e
cercando di non notare la sua espressione interrogativa prima di alzare di
nuovo gli occhi e vedere le stelle, anche se mi riuscì difficile a causa delle
lacrime che mi annebbiavano la vista.
E
le lacrime triplicarono quando mi resi conto che non stavo piangendo per
l’imminente addio con Andrea, bensì perchè mi sentivo il Giuda di quella triste
ultima cena.
Qualche Anticipazione:
“Stronza!”
mi autorimproverai.
______
“Quindi…
Stai così perché sei confusa?” domandò pacatamente lo zio guardandomi
attentamente.
______
Era
uno strazio starsene nell’ingresso con le valige in mano a lanciare un ultimo
sguardo a quella casa che era stata il nostro rifugio per così tanto tempo.
______
“Incrociamo le dita” disse Francesco. “E tu, Max?
Cosa hai scritto?”.
“Venite”.