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Autore: milly92    30/01/2009    7 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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L’ultima Cena

Ciao!

Come al solito ho aggiornato con un giorno di anticipo, perché domani  dopo scuola andrò a casa di una mia amica e non avrei avuto modo di  postare.

Questo cap apre lo scenario degli addii, preparatevi perché nel prossimo i ragazzi abbandoneranno il loft… =(

Grazie mille a:

Angel Texas Ranger: Eh si, Daniele alla fine si  merita un po’ di compassione xD E cosa farà Andrea, beh te lo lascio scoprire leggendo il cap! ^^

95_angy_95: Immagino che dopo aver letto il cap farai i salti di  gioia perché Niko rivelerà i suoi pensieri! E i ragazzi si rivedranno ad un concerto ad agosto e dopo qualche anno, ma alcuni di loro continueranno a sentirsi con Deb!

vero15star: Eh si, hanno rotto e il bello e che fanno sentire Deb in colpa! Purtroppo lei è la prima a farsi gli scrupoli quando loro se ne sono fregati di lei solo in un secondo momento… Quanto ad Andrea… Chi è che non lo sposerebbe? =D Grazie mille per i tuoi complimenti, tesoro!

Giulls: Carissima, mannaggia a te che mi hai convinta a spoilerare! xD xD xD Diciamo che Deb l’ha combinata grossa, ma con Daniele si aggiusterà tutto in questo cap! Al momento è Niko che rompe, sigh… Non vorrei essere ei suoi panni, e tu? ^^

_New_Moon: Tu  ami Andrea ed io adoro te, grazie mille per tutti i complimenti! ^^ Davvero il tuo ex somiglia ad Andrea? Allora ti sarei grata se me lo presentassi! xD Scherzo, ovviamente =D

Penso che aggiornerò mercoledì!

La vostra milly92.

Capitolo 39

L’ultima Cena

“Ehi, sedicenne!”.

“Ehi, Ivan! Ciao!”.

Domenica 2 giugno me ne stavo seduta sulle tribune del pubblico mentre i Gold Boyz provavano l’inedito, nello studio. 

Ivan mi sorrideva, e si stiracchiò lievemente. “Ahh! Sembrerò ipocrita, ma non vedo l’ora di andare in vacanza…” brontolò, lanciando un’occhiata tetra al copione che teneva in mano.

“Cosa?! Oddio, si che sei un grande ipocrita!” mormorai. “Io non ce la faccio a pensare che domani sera dovrò fare le valigie…”.

“… E che dovrai dire addio a tutti… Specialmente ad Andrea…” terminò lui per me, facendomi voltare di scatto a guardarlo.

“E’ un po’ che non parliamo, ma non sono cieco! Ieri ho visto tutti quei bacetti…” spiegò. “E devo dire che ci sono rimasto, chi lo avrebbe mai detto…”.

Abbassai lo sguardo, imbarazzata. “Guarda che sono la prima a non crederci, ma purtroppo tutto finirà, no?” borbottai. “Come farò proprio non lo so…”. 

“Oh, dai, non farla così tragica, ci saranno sempre i concerti, il matrimonio di Max… Poi sei nella stessa regione di Niko, Daniele…” disse Ivan, prima di lasciare che un ghigno si impadronisse del suo volto quando lo guardai sbigottita.

“Certo che lo fai proprio apposta! E poi, figurati, Daniele mi odia e Niko ce la tiene con me senza dirmi nemmeno il perché…” risposi sconsolata.

“Sarà, ma per me, anche se hai un anno in più, rimani sempre un po’ scemina, possibile che non ci arrivi?” brontolò, prima che il solito: “Ivan, vieni, c’è stata una modifica del copione!” lo costrinse ad alzarsi. “La gelosia, più la scacci e più l’avrai…” canticchiò, dandomi un pizzicotto sulla guancia e allontanandosi, salutandomi con la mano.

Non riuscivo a capacitarmi che Niko fosse geloso, anche se i segnali erano evidenti. Forse dopo quel bacio si aspettava chissà che cosa…

Ma se è stato lui a dirmi che è stata tutta colpa della febbre?

Quella storia era decisamente degna di Beautiful, per me. Ero entrata cotta di Niko, avevo fatto prendere a Daniele una cotta per me e poi mi era piaciuto Andrea… Rossella, volente o nolente, aveva avuto ragione a quella famosa partita. Era stato lui il “vincitore” , anche se gli restava poco tempo per esserlo.

Con questi pensieri mi avvicinai a Luke e Kevin che stavano modificando alcune cose.

“Qualche problema?” chiesi, fingendomi interessata, mentre i ragazzi si avvicinavano e Andrea mi dava un lieve bacio senza farsi accorgere dai due, che per fortuna erano presi da alcuni fogli.

“Ma sei pazzo…?” sussurrai, mentre Luke rispondeva distrattamente: “No, dovrebbe essere tutto ok!”.

“Si… di te…”.

 “Che originalità…” dissi in risposta, spingendolo lievemente. Si limitò a guardarmi intensamente, come faceva tutte le volte che lo sorprendevo a guardarmi mentre io ero impegnata in altre cose.

E quello stesso sguardo glielo vidi stampato in faccia quel pomeriggio, dopo aver registrato l’inedito.

“Ragazzi, siete stati favolosi!” li incoraggiai, brandendo il pugno non appena uscirono dalla sala registrazione. “Com’è stato registrare il pezzo?”.

“Non è una cosa nuova, abbiamo già registrato il tuo regalo di compleanno, no?” mi ricordò Giuseppe.

“Si, infatti” concordò Dante.

“Resta il fatto che siete stati super” ripetei mentre  si allontanavano per parlare con il vocal coach.

“Hai visto che alla fine la canzone te l’ho dedicata?” se ne uscì Andrea mentre mi sedevo su una delle sedie dello studio.

Sobbalzai quasi, ricordando le nostre conversazioni in cui scherzavamo e lui diceva che mi avrebbe dovuto dedicare una canzone.

“Si, ma resta il fatto che mi devi chiamare per fare il videoclip….”.

“Ci puoi giurare!” affermò, e quando risi aggiunse: “Non sto scherzando, ci devi essere nel videoclip, sempre se non sarai impegnata con il tuo film”.

Ebbi un tuffo al cuore per l’ennesima volta: avevo decisamente trascurato la questione dei provini!

“Mi credi se ti dico che lo avevo proprio dimenticato?” gli domandai. “Ultimamente ho dimenticato proprio tutto, è tutta colpa tua…” lo rimproverai, spingendolo lievemente.

“Ma cosa hai intenzione di fare?  Farai i casting?”.

Ci riflettei un secondo, esitando, prima di rispondere: “No, ho deciso, non ci andrò. E’ una sciocchezza, io non ho mai studiato recitazione… E poi non me la sento”.

Quell’idea però mi turbò fino al giorno seguente, mentre facevo le valigie e posavo tutti gli abiti che avevo indossato in tutte le prime time. Posai il vestito azzurro che avevo indossato la settimana prima con un tuffo al cuore, e lanciai lo sguardo a quello che avrei indossato l’indomani, un abito bianco e argento.

E se avessi accettato di fare i provini? Se avessi ottenuto anche una minima parte?

Sono impazzita, non posso, e poi è meglio isolarmi da questo mondo! Altrimenti non ne uscirò più fuori…

“Deb, mica hai visto i miei pantaloni verdi?” chiese Lara entrando, con in mano una pila di vestiti piegati.

“No, anche perché li avrei notati subito, io non ho pantaloni di quel colore…” risposi, mentre mi allontanavo per prendere la biancheria intima dal cassetto.

“Ok, grazie…”.

“Deb, ti ho portato il cd, così non te lo dimentichi!” disse la voce di Francesco, mentre bussava alla porta ed io rispondevo: “Entra!”.

Era tutto indaffarato, aveva quasi il fiatone, e quando presi il cd, che conteneva la loro versione di “Your song”e mi soffermai a squadrarlo si spiegò con un breve: “Ho milioni di cose da restituire per tutta la casa”.

La cosa non valeva solo per lui, il fenomeno “valigie” aveva invaso tutta la casa, per il corridoio non si vedeva altro che persone che si chiamavano, si restituivano qualcosa, se ne regalavano un’altra come ricordo…

“Ti serve una mano, zio?” chiesi a Max quando ebbi finito di fare la mia, entrando nella stanza dove si erano riuniti tutti i ragazzi.

“No, ho quasi finito, grazie…”.

“Potresti darla a me, tesoro!” mi chiamò Andrea, che si stava letteralmente appiccicando con una camicia che non riusciva a piegare. “Potresti andare nella mia stanza e prendermi tutti gli altri vestiti mano a mano?”.

Annuii, contenta di fare qualcosa di utile per lui e di allontanarmi dagli altri dato che Daniele aveva fatto una smorfia al suono della parola “tesoro!” , così mi avviai nella stanza che divideva con gli altri tre a aprii il suo armadio, perdendomi tra magliette, giacche, pantaloni, bermuda , camice…

“Alla faccia, i miei vestiti sono di meno” commentai, spostando una pila di canotte.

“Ma cosa…?” chiesi al nulla, quando notai che nel bel mezzo c’era un pezzettino di stoffa ricamata nera. Lo sfilai, e con mio sommo dispiacere constatai che non era un pezzo di stoffa, bensì un perizoma. “Non può essere…” sussurrai incredula.

Rimasi a fissarlo, sconcertata, immaginando che fosse un trofeo di Rossella…

“Amore, hai fatto?”.

La voce di Andrea mi raggiunse da molto lontano, e non mi diedi nemmeno la briga di risponderlo.

“Cosa stai…?” iniziò, avvicinandosi e fissando l’indumento senza capire.

“Non far finta di non capire” iniziai, gettandoglielo letteralmente in faccia. “E’ di Rossella, vero? Io… io credevo che per te non fosse importante!” urlai.

“Ma no, io non l’ho mai avuto!” rivelò, fissandolo ancora più sconcertato. “Dove lo hai trovato?”.

“Non dire cazzate… So che ormai tra un giorno tutto finirà, ma voglio che almeno tu sia sincero con me! Perché non me lo dici in faccia che ci tieni davvero a lei?” mi infervorai, sentendo di tremare per la collera.

“Deb, piantala!” disse lui, prendendomi per le spalle. “Se avessi avuto qualcosa da nasconderti di certo non ti avrei mandata qui a rovistare tra la mia roba, ti pare?” mi fece ragionare.

Non risposi, abbassando lo sguardo per la vergogna. “Beh, forse è così…” mormorai, sentendomi decisamente più calma.

“Dove lo hai trovato?” mi chiese di nuovo.

“Qui…” risposi, e mentre mettevo le mani tra la pila di indumenti, notai che c’era anche un bigliettino.

“Caro Andrea, spero che questo piccolo pezzo di stoffa ti aiuti a non dimenticare quello che c’è stato tra noi, perché io di certo non lo farò. Sarò stupida, ma mi sono resa conto di amarti in questa settimana e spero di avere un’altra chanche con te in futuro. Tua (spero)Rossella”. Lo lessi ad alta voce, senza parole.

“Oddio” disse lui, incredulo.

“Beh, io la posso capire… “ sintetizzai con un nodo in gola.

“Pensa che non ci avevo mai fatto caso a questo biglietto, lo avrà messo prima di andar via” decretò Andrea rileggendolo. “Ma se pensa che mi metterò con lei in futuro si sbaglia di grosso…” aggiunse, posando il pezzo di carta. 

“Meglio che continuiamo, và…” proposi, anche se non facevo altro che pensare ad un eventuale Tg in cui vedevo lui e la tipa mano nella mano…

Alla fine io, Lara e Samanta ci recammo in cucina per preparare la famosa ultima cena, e feci il possibile per combinare qualcosa di buono. Non potetti far altro che la macedonia di fragole visto che le mie capacità culinarie erano molto ridotte, ma rimasi piacevolmente sorpresa quando un quarto d’ora dopo vidi Andrea darsi da fare vicino ai fornelli. “Dovevamo cucinare l’ultima pasta insieme, ricordi?” mi ricordò con un sorriso, mentre posavo il coltello e mi sciacquavo le mani sporche di fragola.

“Come vuoi…” risposi, e rimanemmo soddisfatti quando poco dopo il risultato fu ben accettato.

“Sei migliorato, Andrea” constatò Max allegramente, mostrando il suo piatto vuoto.

“Si, era davvero buona” aggiunse Daniele, lasciandomi lievemente stupita. Gli sorrisi inconsciamente, e, miracolo, lui ricambiò.

“Ricordate la prima volta che la cucinò?” domandò Francesco con una vena di malinconia.

“Si, era tutto emozionato” ricordai, pensando a quel pomeriggio che mi sembrava così lontano, remoto, in cui avevo iniziato a comprendere che per me Andrea era qualcosa in più che un semplice amico.

“Ma grazie al tuo aiuto ce l’ho fatta” mi ringraziò Andrea, dandomi un bacio sulla guancia mentre prendeva l’acqua.

“Si, ma se non sbaglio era stata Rossella a dirti come fare il sugo, vero?” chiese indifferente Niko, nascondendo a stento un ghigno mentre si puliva le labbra con un fazzoletto di carta.

Udendo ciò mi irrigidii, ricordando la questione del biglietto, ed Andrea si limitò ad ignorarlo, dicendo: “Allora, il secondo lo hai preparato tu, Lara, vero?”.

“Si, ho cucinato le patatine fritte…”.

“Oddio, come al solito! E dacci un taglio, Lara!” si lamentò Dante accasciandosi sulla sedia. “Giuro che se al mio ritorno mamma me le cucina…” iniziò.

La cena continuò, e quando arrivammo al dolce portato da Giovanni continuammo ad abbandonarci ai vecchi ricordi.

“Dite la verità, non vi sareste divertiti così tanto se non fossimo venuti noi life coaches a salvarvi” dissi, mentre prendevo un bignè.

Niko mi lanciò una strana occhiata che finsi di non vedere mentre Max rispondeva: “Si, è vero, ci avete tenuto compagnia… Ricordi come ci siamo conosciuti, Deb?”.

“E chi se lo dimentica… Vi giuro mi sento diversa…” confidai, più a me stessa che agli altri.

“Si, io ti vedo più cresciuta” mormorò Giuseppe, dando un morso al su babà.

“Ed io più bella” aggiunse Francesco, facendo ridere Andrea, che disse: “Si, ma voi life coaches ci avete anche distratti dal nostro lavoro…”.

“C’è chi non si è fatto distrarre” precisò Niko acido.

“Di certo tu non rientri in questa categoria” scattai, stanca di tutte quelle frecciatine.

“Cosa vorresti insinuare?” mi domandò con una finta calma, mentre Max guardava la scena attonito e Daniele iniziava a fissarci.

“Che una persona si comporta come te solo quando è gelosa o è turbata, quindi di conseguenza ti sei fatto distrarre” spiegai con calma, decidendo di dar ragione alle intuizioni di Andrea.

“Tu non mi hai distratto” sibilò.

“Non ho fatto nomi, sei tu che lo pensi” dissi, alzando le mani. “Samanta, ti aiuto a sparecchiare” aggiunsi, iniziando a raccogliere i vari piatti e posate. Niko abbandonò la stanza, fingendosi indignato.

“Ragazzi, dopo andiamo tutti in giardino a guardare le stelle, ok?” propose Massimo cercando di alleviare l’atmosfera.

“Si, Debora, ricordi cosa avevi detto quando hai accettato di diventare la nostra life coach?” mi ricordò Dante.

“Si… Che la nostra ultima serata insieme doveva essere indimenticabile…” ripetetti, come se lo avessi imparato a memoria. Anche quando lo avevo detto la prima cosa ce l’avevo con Niko: quante volte avevamo litigato ultimamente…?

Continuavo a pensarci mentre sistemavo i teloni da bagno per terra, in giardino, insieme a Daniele. Come al solito ce lo aveva ordinato Max, che voleva farci pace.

“Non voglio sprecare questa serata ad ignorarti” iniziò, mentre aggiustavo una piega all’ultimo telone steso per terra.

Mi bloccai, incredula.

“Ci sono stato male, è vero, però ormai è fatta, no? Volevo solo farti provare un po’ come ci si sente ad essere ignorati, anche se per te è diverso, ovvio” precisò, avvicinandosi.

“Daniele, mi dispiace, so come ti sei sentito…”.

“E come continuo a sentirmi ogni volta che vi vedo insieme…” terminò, avvicinandosi ancora di più.

“Si, ma non posso farci niente… E da domani anche io starò male, ed avrei bisogno di un amico che mi stia vicino e che abbia vissuto quest’esperienza con me…”.

“Io non ti consolerò, sarebbe troppo” dichiarò, ma la sua voce era dolce. “Però vorrei che fossimo lo stesso amici, in fondo non ce l’ho mai tenuta con te, non potrei mai odiarti” confessò.

“Posso abbracciarti?”  gli domandai con gli occhi lucidi, sotto quel cielo stellato che non dimenticherò mai.

Automaticamente mi strinse a lui sorridendo, e mai come quella volta mi sentii felice di essere al suo fianco. “Scusami, scusami, scusami…” iniziai a dire, come una sorta di mantra.

“Ti scuso, ti scuso, ti scuso…” mi rispose, facendomi ridere.

“Dan… Oh, bene, spero solo che il tuo Andrea lo sappia” brontolò la voce sprezzante di Niko, che era appena entrato in giardino con alcune torce in mano.

Mi separai da Daniele, e al contrario di ogni mia aspettativa sorrisi. “Piantala di fare il musone, altrimenti mi dimostri solo di essere geloso per davvero” gli dissi.

“Si, sono geloso. E semplicemente perché tu sei venuta qui pensando a me e te ne uscirai pensando ad un altro” spiegò abbassando lo sguardo cambiando improvvisamente espressione.

“Io… stavo scherzando…” borbottai, mentre Daniele diceva che sarebbe andato a vedere se serviva qualcos’altro.

“No,Deb, io… Te lo dico, tanto ormai è l’ultima sera e di sicuro l’hai capito… Tu… Mi piaci per davvero, ecco, ancora prima di quel catastrofico bacio” spiegò, tenendosi a distanza, mentre mi sentivo sprofondare. Alzò lo sguardo, in cui riconobbi il Niko che avevo conosciuto all’inizio, non quello stupido con cui avevo avuto a che fare nelle ultime settimane. Dottor Jekyll e Mr. Hide.

“Cosa? Ma… no, insomma…! Tu mi avevi anche offesa, mi hai ignorata per tanto, hai….” tentai di dire, senza capirci nulla.

“Era per cercare di dimenticarti, ma non ci sono riuscito, ecco. Divento bastardo quando non ottengo ciò che voglio. Per questo ero gentile con te quando Andrea si mise con Rossella, per questo ti ho baciata con la scusa della febbre, mi ero  quasi convinto a farmi avanti! E’ dalla terza settimana che mi piaci per davvero, contenta?” rivelò, passandosi una mano tra i capelli. “Ora però fai finta di non sapere nulla e goditi le ultime ore con quel tipo” mormorò, accendendo le torce, e per un istante mi parve di vedere il suo volto rigato da una lacrima. Mi sentii sprofondare.

La cosa peggiore era che il suo tono era quasi accusatorio come se volesse lasciar intendere che lì in mezzo la traditrice fossi io, come se lui non avesse sbagliato nulla.

Non poteva accusarmi, in tutta quella questione mi ero comportata bene, avevo mentito ai giornali per lui, lo avevo scusato, avevo sopportato le sue offese, i suoi sbalzi d’umore e le sue prese in giro… Ora dovevo anche sentirmi in colpa?

Nonostante ciò però potevo capire come si era sentito, io stessa avevo provato una sensazione simile due settimane prima per Andrea e Rossella, e al solo pensiero mi sentii un nodo alla gola e un macigno sullo stomaco.

Ma nonostante tutto l’ho  difeso! Perché? Sono stata fin troppo buona con lui…

Non ebbi il tempo di replicare e di darmi  a risposta che vennero gli altri, tutti sorridenti ma un po’ nostalgici.

“Vieni, amore…” mi chiamò Andrea, facendomi distendere al suo fianco;  vicino a noi c’era Max e poco distante Giuseppe e Lara cantavano una canzone con l’accompagnamento della chitarra.

Non risposi, perdendomi a guardare le stelle con il capo appoggiato al suo petto, cercando di evitare lo sguardo di Niko che se ne stava seduto poco distate, isolato dai vari  gruppetti.

“Vorrei rimanere così per sempre” mormorai, sentendo gli occhi bruciare di lacrime. Mi voltai verso lo zio, che sembrava ipnotizzato nel guardare il cielo. “Grazie zio, hai sempre avuto ragione tu” dissi flebilmente, stringendogli la mano e cercando di non notare la sua espressione interrogativa prima di alzare di nuovo gli occhi e vedere le stelle, anche se mi riuscì difficile a causa delle lacrime che mi annebbiavano la vista.

E le lacrime triplicarono quando mi resi conto che non stavo piangendo per l’imminente addio con Andrea, bensì perchè mi sentivo il Giuda di quella triste ultima cena.

 

Qualche Anticipazione:

“Stronza!” mi autorimproverai.

______

“Quindi… Stai così perché sei confusa?” domandò pacatamente lo zio guardandomi attentamente.

______

 

Era uno strazio starsene nell’ingresso con le valige in mano a lanciare un ultimo sguardo a quella casa che era stata il nostro rifugio per così tanto tempo.

______

 

“Incrociamo le dita” disse Francesco. “E tu, Max? Cosa hai scritto?”.

“Venite”.

  
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