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Autore: CappelloParlante    16/08/2015    1 recensioni
Dietro alle porte scorrevoli e scricchiolanti dell' autobus non si sa mai bene ciò che si può trovare. Può essere un obliteratore di biglietti rotto, l'ultimo posto a sedere libero, una vecchina che si lamenta per le mezze stagioni scomparse o un omone sudaticcio che non va molto d'accordo con il deodorante. Si può rimanere terrorizzati trovando il controllore che non si vedeva dall'anno passato proprio il giorno in cui non si è riusciti a comprare il biglietto oppure entusiasti di rivedere quel ragazzo carino seduto in fondo, un po' trasandato, che non si riusciva ad incontrare da qualche settimana. Puoi ascoltare di storie d'amore fallite, pettegolezzi succulenti sulla figlia dell'autista oppure sentire semplicemente la recensione dei banchetti migliori del mercato che proprio non ci si può perdere. Si può ridere mentre il vecchio che si regge in piedi a fatica racconta scherzi fatti durante i suoi anni da militare, o trascriversi la ricetta speciale della peperonata della signora vestita di verde che, assicura lei, non rimane sullo stomaco. Sedetevi comodi e preparatevi ad ascoltare, allora, perché da questo momento sarete testimoni silenziosi della vita dei passeggeri del 538/. E non sarà sempre una passeggiata.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Come si poteva notare benissimo, quella mattina triste e un po' grigia, sul 538/ non c'era nessun Giancarlo Molinari ad incespicare sul fondo dell'autobus, nessuna camiciola colorata e nessun borbottio burbero. Il vociferare tra i sedili si limitava soltanto ai classici commenti acidi di Mariuccia e Annetta, che discutevano sulla nuova collezione estiva di un qualche stilista americano. "L'ho sempre detto che l'Italia è la migliore, in fatto di moda" esclamò orgogliosa Annetta, una mano sul petto. Mariuccia annuì brevemente "e non solo, pensa un po' alla nostra cucina regionale!" rispose partecipe. Annetta fece una smorfia sconsolata "se solo non ci fossero sempre solo guastafeste a comandare il Paese" sussurrò tristemente. " Proprio vero! Basta guardare la faccia da rincretini-" "Mariuccia, Annetta, scusate, vi volevo domandare una cosa" interruppe pacifico Paolo, aggrappandosi ad una maniglia. La nuova stagione aveva portato in lui ben pochi cambiamenti, spiccava alla vista soltanto un nuovo bastone da passeggio, più scuro e ricurvo del precedente. Annetta alzò gli occhi al cielo "cosa vuoi, Paolo?" domandò annoiata. "Beh" il vecchio fece una smorfia "stamattina Giancarlo mi ha chiamato, e mi ha detto che non sarebbe potuto venire con me al bar in Corso Europa perché aveva vinto un premio e doveva andare a riscuoterlo. Io, curioso, gli ho chiesto di cosa si trattasse" mormorò assorto "e lui mi ha risposto che aveva appena ricevuto una lettera da una compagnia di crociere. Mi ha detto che ha vinto un viaggio gratis per lui e per sua moglie, Ines, tutto pagato" borbrottò assorto. Lanciò una lunga occhiata alle due vecchine "ciò che si domandava, e che mi domando anche io, è come ha fatto a vincere questa crociera se non ha partecipato a nessun concorso" concluse. Mariuccia arrossì visibilmente "e allora? Noi cosa ne possiamo?" chiese velocemente. Paolo la guardò male "non so, ho l'impressione che sia uno scherzo poco divertente di una di voi due" sussurrò. Poi guardò Annetta, che si fissava le mani intrecciate in grembo "o di entrambe, ovviamente" scrollò appena le spalle. Annetta parve risanvinre "oh, Paolo, piantala" sbottó secca "Ines avrà risposto ad un sondaggio su un giornaletto e poi se lo sarà scordata, lo sai che memoria ballerina ha". Paolo aspettò qualche secondo prima di parlare "sarà" sussurrò "ma non finisce qui, sappiatelo" concluse, tornando poi al suo sediolino in fondo all'autobus. Mariuccia rabbrividì "ecco, ci ha scoperte!" sussurrò concitata allungandosi verso Annetta. "Shh! Parla piano!" rispose questa sgranando gli occhi "non abbiamo fatto nulla di male. Giancarlo andrà all'indirizzo della compagnia di crociere e chiederà del premio. Quando gli diranno che non ha vinto un tubo se ne tornerà a casa, fine del gioco" mormorò velocemente "e, parte più importante, intanto noi potremo fare parlare Serena con Francesco senza spiacevoli interruzioni". Mariuccia, non molto convinta, annuì. "E se riconoscesse la mia calligrafia? Dopotutto cosa ne so io di come scrivono le ragazze che lavorano per le crociere..." chiese poi, ansiosa. Annetta alzò gli occhi al cielo "Gesù, che svampita!" mormorò affranta "e, comunque, anche se fosse, cosa vuoi che succeda? Te lo dico io, nulla! Ora zitta che è il momento delle scommesse". Infatti, durante questo teatrino, il 538/ si era avvicinato alla fermata di Ponte della Libertà, terra di Sofia della Creta. Quella mattina Mariuccia e Annetta incrociarono le dita delle mani e qualuna dei piedi pregando che la loro alleata nel piano "Amore sull'autobus" riuscisse a non perdere il mezzo. I loro desideri furono esauditi perché Sofia, leggiadra come non mai, percorse con qualche delicata falcata i tre gradini per salire a bordo e andò verso di loro. "Buongiorno Mariuccia, buongiorno Annetta" mormorò mostrando la dentatura perfetta e regolare. Le due anziane sorrisero di rimando mostrando le dentiere giallognole. "Allora" iniziò Annetta "oggi, come promesso, Gian non c'è, ma io e Mariuccia non abbiamo uno straccio di piano...che si fa?" domandò. Sofia fece un sorriso allegro "ora aspettiamo Andreino Piccino con calma, poi, quando sarà qui con noi, vi illustrerò quello che dovremmo fare". Le due vecchine ghignarono, complici. Quando l'autista annunciò con un certo pathos la fermata di Chiesa della Santissima Annunziata, ogni passeggero all'interno dell'autobus era nella sua postazione da combattimento, ciò che avrebbe dovuto fare ben impresso nella mente. Mariuccia e Annetta, che fischiettavano stonate facendo finta di nulla, erano sedute nei loro classici posti a sedere per disabili. Sofia accanto a loro, in piedi, un sorriso sin troppo accomodante sul viso e un piedino che batteva a terra nervoso. Andrea, infine, se ne stava accanto alla porta d'ingresso, pronto ad acciuffare Francesco non appena fosse entrato. Paolo, all'oscuro di tutto, fissava curioso gli altri dal suo sedile accanto al finestrino. Quando le porte scricchiolanti si aprirono, Serena aveva già la vaga idea di cosa sarebbe accaduto da li a poco, ed era totalmente terrorizzata. Entrò con passo tremolante e venne accolta dalle tre donne, mentre, alle sue spalle, Francesco veniva portato da un Andrea particolarmente ridanciano sul fondo del bus. "Allora cara, pronta per il grande giorno?" chiese Annetta sorridente. Serena fece una smorfia "che grande giorno?". Mariuccia ridacchiò garrula "ti sei messa anche dei bei pantaloni, brava, ce ne sarà bisogno". Serena, che non capiva ufficialmente un tubo, lanciò un occhiata persa a Sofia. Questa le sorrise "tranquilla, Serenella, vieni con me" sussurrò prendendole una mano. Serena la seguì incerta "dove stiamo andando?" chiese preoccupata. "A fare due chiacchiere con il mio Andreino e con Fracesco, ti farà bene" rispose allegra. Serena strattonò la mano da quella dell'altra "assolutamente no" sussurrò impaurita. "Dai, Serena, fidati, Andrea mi ha detto che piaci a Francesco già da un po'" le disse sorridente. Serena arrossì" davvero?" chiese, incredula. Sofia fece una smorfietta "beh, no, non ha detto proprio così, ma ormai ci siamo" sussurrò velocemente. Infatti, alzando lo sguardo, Serena vide Andrea e Francesco, quest'ultimo stranamente rosso, venirgli in contro. Quando i quattro ragazzi si trovarono l'uno di fronte all'altro, pronti all'azione, accadde, come nei peggiori film demenziali, il grande finimondo. Sofia stava parlare, cercando di rompere il ghiaccio, ma la voce che si sentì non fu la sua, ma quella dell'autista. "Scuola!" strilló perforando i timpani a tutti i presenti. Quando l'autobus frenò all'improvviso, Sofia cacciò un urletto e si aggrappò al solido Andrea, principe senza macchia e senza paura. Ma Serena, senza equilibrio dalla nascita, si ritrovò a barcollare pericolosamente e a cadarere su Francesco. La ragazza sfortunata chiuse gli occhi mentre si stringeva forte al petto asciutto del ragazzo, mentre le sorgeva spontaneo sulle labbra una preghiera imparata a catechismo. Quando ebbe il coraggio di aprire gli occhi di nuovo, trovò quelli dolci e premurosi di Francesco a fissarla, assorti, facendola arrossire. Rimasero così, stretti in un forte abbraccio senza dire una parola, sino a quando non dovettero proprio scendere per andare a scuola. Mentre Serena usciva scombussolata dal 538/ con uno strano Francesco sorridente a seguito, Annetta si asciugò una lacrima solitaria dal viso. Mariuccia la guardò stupita "piangi?" domandò. Annetta fece di no con la testa. Poi prese un sospiro tremante " è che so già come andrà a finire, ed è così commovente" sussurrò con una smorfia che, guardata bene, poteva sembrare un vero e proprio sorriso.
   
 
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