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Autore: LadyFrenny    16/08/2015    1 recensioni
Una storia dedicata a tutti i miei amici. La parte divertente? faro loro dei sondaggi a votazione, ed a seconda di ciò che risponderanno modificherò la storia hahahaha
Genere: Avventura, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai senza fiato, le energie gli scivolava via ad ogni passo che faceva. Giorni passati a correre, non sapeva con precisione quanti fossero trascorsi, come potevano essere passate solo poche ore, il calare del sole ed il sorgere della luna erano assenti, il tempo risultava infinito ai suoi sensi.
-Shugar ho paura!-
La ragazza correva al suo fianco anche lei stremata, la loro ipotesi era che l’isola non era disabitata ma infestata da insetti, insetti molto grossi e spaventosi. -Non torna qualcosa..-
-cosa?-
-non so..-
Shugar era di un carattere pacato assomigliando ad un fattone al naturale, ma nei momenti di panico il suo modo di essere lo rendeva il membro della ciurma più sveglio. Aveva tutto il tempo di ponderare le cose senza cadere troppo nel panico.
-hai detto di insetti eh?-
-si- Rispose Yomi calando a terra dalla stanchezza.
Si erano fermati in un angolino appartato al di sotto di un albero, non si erano fermati un attimo in quelle lunghe ore.
-Se fosse come dici tu- Shugar si mise a guardia dietro l’albero per spiare sul sentiero. -Perché ci troviamo alle calcagna solo ragni e sciami di api?-
-Io..non saprei..sfortuna? -
-No, non è questo-
-Allora cos’è?-
La corvina non vedeva il suo volto, però dalla voce capì che aveva scoperto qualcosa.
-L’isola-
-L’isola cosa?-
-E’ come se conoscesse le nostre paure- Concluse.
Lo sguardo del ragazzo si incrociò con quello di lei, si era voltato a cercare conferma.
-..è strana come cosa..-
-Ascoltami Yomi-
-non è una cosa giusta-
-Ascoltami-
-Shugar l’isola non vive-
-Sanno sempre dove ci troviamo-
I due ragazzi si guardavano con la paura negli occhi. Era vera o meno quella ipotesi, dovevano sperimentarlo in qualche modo prima che quelle terre diventassero la loro tomba.
Un ronzio si sentiva in lontananza.

-Ti prego prendimi in braccio!-
-Sta zitto e non rallentarmi!-
Lampo e Soul non erano messi meglio dei suoi amici, non facevano che scappare verso nessuno sapeva dove. La rabbia e la stanchezza sovrastava la paura.
Avevano seminato gli insetti.
-Sto per stramazzare a terra!-
-Resisti Soul cerchiamo un riparo-
-Ma dove?! Qui è tutto uguale e vuoto!-
-Troveremo, cerca!-

-Ho paura…-
-No! Non averne, non pensarci!-
-mi dispiace, sento che sale dalla bocca dello stomaco ed arriva in gola-
-ferma-
-aiutami!-
Silenzio.
-Seriamente lo hai fatto?-
-se non chiudi la bocca mi costringi a rifarlo-
La paura cominciava a scivolare via dalle loro labbra.


-Lampo?-
-dimmi-
-sopravviveremo?-
-Non lo so Soul..vorrei che qui ci fosse Panda a dircelo-
-Io no.. ho paura anche dei fantasmi-
Un’ombra nera comparve alle loro spalle.

C’era una piazzola, dispersa nella foresta morta, tutta silenziosa e vuota, circondata da rovi che non dovevano essere lì. Crescevano di smisura, non cessavano nemmeno un attimo di allungarsi ed attorcigliarsi fra di loro. Una piazzetta vuota, piccina, di lato un piccolo laghetto che stonava l’equilibrio dei pesi visivi. Tutto in torno era buio, silenzioso, stretto, simile ad una prigione abbandonata ma non del tutto, solo una persona aveva peccato così tanto da risiedervi.
In quel laghetto, con l’acqua fino ai fianchi, una ragazza era seduta nel mezzo di quella pozza a prender freddo, con la testa poggiata sulle ginocchia.
L’acqua alla fine non sembrava nemmeno più così ghiacciata, era l’unico posticino in quella cella di rami in cui poteva sentirsi un po’ di più al sicuro, detto così sembra strano, ma cos’era del freddo al paragone della solitudine?
Frenny non sapeva da quanto tempo era lì a sperare che qualcuno la trovasse. Uno dei suoi peggiori incubi si era avverato.
Era sola, al buio, al freddo, in un posto sconosciuto, desolato, silenzioso, poteva impazzire, se non fosse che una parte avrebbe voluto morire il prima possibile. Quelle ore rannicchiata a pensare, ad avere paura, a piangere, era un dito che pressava nella sua ferita ancora aperta.
Se ci fosse Desi qui, non mi sentirei così sola” Se lo ripeteva ogni volta che cercava di fermare le lacrime che bagnavano il suo volto coperto da tristezza.
Voleva dirgli che assieme potevano superare tutto..
Aveva Sistemata sulle spalle la camicia con cui era partita pensando che le avesse dato calore, i capelli bagnati e sciolti cadevano sulle gambe come una ragnatela, anche quelli servivano per scaldarsi se non fosse che ormai erano bagnati di umidità. La stoffa che le rimanevano a dosso era zuppa e fredda come il ghiaccio sulla sua pelle che cercava di prendere calore a fatica. Aveva tolto tutto, Le rimaneva quella camicia sopra le spalle a coprirla ma nulla. Odiava stare sola, lo odiava con tutto il cuore, non aveva più lacrime per far capire quanto lo odiasse ed in tanto il tempo passava stirando al limite quella paura arrivata al culmine.
Se fosse vivo, se fosse” Ci pensava, quella frase era consumata dal desiderio di riabbracciarlo.. Però se fosse lì.. lì con lei.. forse non lo voleva.
La paura aveva cambiato soggetto, aveva cambiato forma, Lei nel profondo aveva paura di affrontare faccia a faccia quel ragazzo, non aveva il coraggio di riprendere il discorso che lasciò i due in sospeso fra di loro, ed ora non potevano più riprenderlo.
Dei passi.

-Corri Lampo corri!-
-Ah adesso sono io che rallento?!-
-CRISTO CORRI!-
 Un’ombra, li inseguiva lenta e poi sempre più veloce dietro le loro spalle, non si staccava, non voleva.
-Giuro, se sopravviviamo la prossima volta che qualcuno vuole scendere su un’isola disabitata, mostruosa, inquietante, schifosa, e non so cosa LO AMMAZZO-
-Con quella lì dietro non è tanto disabitata!-
-SOUL PENSA A SOPRAVVIVERE-
Correre, Correre, Correre.

Due corpi si scambiavano il calore uno vicino all’altro, c’era tutto lì o forse un niente, mancava solo il pensiero della parola “Paura”. Un rumore improvviso distrasse i due dalla loro tranquillità.
SBAM
Da due corpi che prendevano calore divennero quattro. Yomi tirò un urlo pensando che fosse giunta la fine per lei tirandosi addietro, Shugar fu solo schiacciato senza capire cosa stesse succedendo.
-Lampo?! Soul?-
Yomi guardò i due ragazzi accasciati sopra il corpo del terzo, un’emozione di gioia le saltò a dosso come quei due saltarono su Shugar poco prima.
-lo so che mi amate.. ma ho un ginocchio nel fegato ed un gomito nella milza-
La vocina soffocata di Shugar spinse i due ad alzarsi e poi sgrullarsi i vestiti.
Yomi osservò i due col fiatone -come state?!-
-Hem.. vivi credo e voi?-
-Lampo?-
-hem..-
I due ragazzi si guardavano d’intesa, dovevano tener nascosto quello che era successo nelle ultime ore.
-Lampo? -
-Io e Shugar stiamo bene! Questo posto fa paura.. andiamo via vi prego!-
-E Frenny?-
-Lampo?-
-Accidenti è vero.. non lo so.. non so cosa sia successo.. mi sento in colpa non dovevo distrarmi!-
-La troveremo e poi lasceremo questo posto orrendo-
-Lampo?-
-Sono giorni che non mangiamo..-
-Lampo?-
-COSA DIAVOLO VUOI SOUL?!-
-Io nulla.. chiedilo all’ombra che ci inseguiva-
Lampo si paralizzò di colpo, si voltò alle sue spalle e la vide lì fra le sterpe, immobile a fissarli, Si pentiva di aver ignorato Soul tutto questo tempo.
Shugar scattò in piedi, dal che non parlava e rimaneva a riprender fiato a terra ora sembrava agitato e sugli attenti mentre Yomi era pronta a scappare via. -Ragazzi.. s-siete voi?-
Una voce famigliare?

Un passo, poi un altro ed ancora. Questa figura scura si fermò di fronte la ragazza nel laghetto.
Frenny sentì tutto, ma non si mosse, non alzò lo sguardo, dopo giorni di silenzio assordante come non poteva sentirli? Non era nessuno dei suoi compagni, non sentiva nominare il suo nome da una voce diversa dalla sua, quella che sentiva da giorni nella sua testa fino alla nausea. Era pronta a morire, voleva, lo era già, mentalmente. La figura di fronte a lei non si mosse altrettanto, sembrava più morta di quanto lo fosse già lei.
Era una scena strana, una figura nera simile ad una marionetta col capo chino fissava una figura bianca simile ad una bambola. Ne era affascinato? O solo turbato? Si percepiva qualcosa.
La Rossa alzò la testa lentamente fino a guardare di fronte a se, sentiva qualcosa di strano dentro, come delle farfalle che si svegliano in piena mattina in un vasetto e cominciano a sbattere per uscire via.. era una sensazione che ricordava bene. Fissava dalla vita in giù di quell’ombra, non vedeva bene ma sembravano dei pantaloni molto mal ridotti. Si sentiva vuota dentro ma una piccola goccia di curiosità le era rimasta dentro, le diede la forza di alzare lo sguardo per poi intravedere un volto. Non se ne era accorta, ma ora c’era più luce di quando aveva abbassato la testa tempo fa per non guardare più nulla.
Il volto di lei rimase impassibile, segnato dalla solitudine dolorosa di quei giorni, si alzò in piedi lasciandosi alle spalle la giacca che scivolava via, facendo qualche passo nell’acqua senza forze. Aveva abbracciato quell’uomo alto di fronte a lei cingendogli la vita con le braccia. Era tutto sempre molto muto, cupo, stretto, ma questa volta c’era dell’altro: Vita.
Le sue guance fredde si bagnarono con delle lacrime calde, avevano preso il calore dell’abbraccio silenzioso. Era così bollente il suo corpo, un tepore piacevole come una coperta, le scioglieva qualcosa dentro. Stanca ed affamata decise di cedere in quelle braccia per concedersi del riposo, non riusciva a chiudere occhio, ora invece le palpebre le pregavano di farlo.
L’uomo si piegò a raccogliere dei pantaloni a terra, non sapeva da quanto fossero lì ma erano umidi. Molto meglio dei suoi ridotti a brandelli, gli stavano bene, erano larghi. Non poteva lasciare però lei cosi, anche se la sua pelle bianca per metà era coperta di fango dopo aver sostato nel laghetto. Li di fianco ai pantaloni c’era una canottiera, anch’essa umida ma non da buttare. Le infilò la maglia stando attento a non farle male, ma mentre la infilava era attratto dal suo volto, non smetteva di fissarlo, sembrava morta per il pallore e le labbra violacee, eppure respirava come lui.
Le toccò il viso, il gesto era simile ad una carezza, però intento a scansarle i capelli bagnati dal volto per osservarlo meglio. Si gelava.
Quel posto prima chiuso ora era stranamente aperto, non c’era logica in tutto ciò, si mise in cammino verso il sentiero più battuto con la ragazza in braccio.

-Ti dico che erano delle tarantole! Delle tarantole velenose!-
-No erano insetti, tanti insetti!-
-La smettete voi due?-
-Shugar lasciali stare-
Sulla costa c’era un falò acceso, tutti radunati a scaldarsi infreddoliti a morte, ma dalle loro facce tese si notava che qualcosa non andava anche se più calme di prima.
-Quindi è questo che è successo?-
-Si, in poche parole mi aveva preso alle spalle, sono sempre stato lì ma non mi lasciava, poi quando è scappato via dopo quel botto mi ha trascinato qui..-
-Sono contenta di rivederti Panda, non sai quanto-
Yomi si butto sopra le gambe del ragazzo per abbracciarle più forte che poteva.
-Avevo letto qualche articolo, ed un libro al riguardo- Accarezzava la testa della ragazza -Dopo vari studi avevo scoperto di essere diretti in una terra dove le navi sparivano..una testimonianza affermava che le paure più profonde venivano a galla su questa terra. La sua fobia verso i calamari gli si era materializzata di fronte sterminando i suoi compagni-
-Questo spiega la sua presenza la giù..-
-No Yomi non spiega il perché di ciò-
-Shugar taci, tu non sai cos’è la “Magia”-
-Soul ti rompo quelle mani se riaprì quell’arcobaleno immaginario su ogni parola che vuoi sottolineare-
-Eddai Lampo, siamo vivi e vegeti sorridi-
-Ma Frenny?-
La domanda di Panda fece calare il silenziò fra i presenti. Tutti guardavano la fiamma danzare al centro del loro circolo, gli davano da bruciare tutto quello che trovavano sperando che il fumo potesse simboleggiare un punto di ritrovo per tutti. La notte era calata prima del previsto, la fiamma illuminava quanto bastava per chi faceva la guardia mentre tutti gli altri dormivano, Il giorno dopo con più precauzioni si sarebbero ripresi l’amica.
Soul cercava di non cedere al sonno, ce la faceva, non ce la faceva, ce la faceva. Riaprì gli occhi e vide un’ombra comparsa di fronte a lui di poco distante, quando? Aveva chiuso gli occhi solo per pochi secondo. Prese un paletto di legno, gli diede fuoco e poi lo lanciò verso la figura impaurito. La fiamma cascò vicino all’uomo illuminandone i dettagli.
-Shugar Shugar! Lampo! Ragazzi svegliatevi!-
Soul scuoteva tutti alla rinfusa, Yomi fu la prima ad alzarsi e riconobbe l’amica lì di fronte a lei.
-Frenny!-
-Cosa, dove?!-
-Che succede?-
-Frenny?-
Yomi corse dall’amica che dormiva accucciata fra delle braccia, più si avvicinava e più notò anche lui.
-Desi?!-
La ragazza saltò a dosso i due stringendoli forte con le lacrime agli occhi, erano ancora una volta tutti riuniti allegramente, non proprio tutti ma due di loro erano stati restituiti. Shugar prese Frenny per levare il peso a quel ragazzo evidentemente stanco, forse aveva visto in lontananza il fumo. Panda aprì una coperta rimanendo seduto nel suo giaciglio, Shugar la lasciò a lui che l’avvolse nella coperta e la tenne con se per darle calore, era davvero fredda.
Soul corse Verso Desi per mettergli una coperta a dosso, Yomi era lì che lo abbracciava e cercava di scaldarlo strofinando le mani sulla sua schiena.
-Vieni a riposare! Come sono felice di rivederti! Rivedervi! -
Desi si avvicinò al focolare con i due che gli stavano di fianco, non smetteva di fissare Frenny ora nelle coperte abbracciata da panda.
Lampo si avvicinò dandogli un abbraccio veloce -Tutto bene amico!?-
-E’.. bellissima..-
-Cosa?-
I tre lo guardarono allibiti.
-Come si chiama?-
Silenzio.
   
 
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