Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: NekoRika e Happyaku    30/01/2009    4 recensioni
E se l'Akatsuki non fosse composta da uomini ma da donne?
Beh due autrici hanno messo a disposizione il loro cervello per ragionarci su.
Cosa ne è uscito giudicatelo voi^-^
[Possibili accenni a vari pairing in chiave comica]
1. Akasuna no Sasori
2. Deidara
3. Zetsu
4. Hidan
5. Kakuzu
6. Kisame Hoshigaki
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
kakuzu_akatsuki in rosa

NekoRika presenta^o^ Ed ecco qui il capitolo su Kakuzu donnaxD Adoro questa Kakuzu!*__* A parte il modo in cui è stato trattato Hidan (Povero Hidan..ç__ç Lo abbiamo distrutto>.<°), è davvero un gran personaggio. Insomma, non ci sono donne così in Naruto, proprio nessuna. Una donna adulta, forte, decisa. E, diciamocelo, se il Kakuzu uomo riesce a tener buono Hidan ma non ad addomesticarlo, un po' per volta, mi sa che lei ci riuscirebbe XD Non avrebbe certo vita facile, Hidan.. XD Il rapporto è sempre il loro, ma c'è da tener presente che la psicologia di lei è femminile, quindi molta meno violenza fisica e più psicologica, diciamo che ci va molto sul sottile.. E se, per la questione fisica, c'era l'immortalità dello jashinista a compensare, in questo non ha nessuna difesa, mi sa^^°  E infatti il loro risulta essere un rapporto al contrario, del tipo che in Naruto non si vedrebbe mai. Lei, oltre ad essere più grande, più alta, è anche più forte, più sveglia, più razionale, più matura.. più tutto, insomma XD Di nuovo, povero Hidan>.< Per quanto ci abbia provato a tenerle testa non c'è stato molto da fare. Devo dire che, nonostante il mio personaggio preferito sia stato pesantemente maltrattato, adoro questo capitoloXD E penso scriverò qualcos'altro su questa Kakuzu al femminile, prima o poi*__*

E a seguire, Happyaku. Come l'altra volta, sono ancora Kakuzu, con una differente psicologia questa volta. Ho voluto proprio sottolineare la differenza caratteriale tra i due sessi. Proprio come ha spiegato Nekochan, questa Kakuzu è molto più propensa ad attacchi sul piano psicologico, invece che su quello fisico, per questo abbiamo frecciatine pungenti, che sono molto più dolorose e più profonde per un giovane maschio, nel pieno della sua salute e immortale.
Inoltre al contrario dell'altra sua faccia maschile, Kakuzu-donna è più logica e razionale e ciò comporta una attenzione maggiore per il dopo e per le conseguenze lavorative. Infatti Kakuzu chiede ad Hidan se stesse bene anche se, in realtà,  non le interessasse tanto.
Da questa descrizione, Kakuzu al femminile potrebbe apparire un pezzo di ghiaccio, immobile e non scalfibile (inorridisco a dirlo, ma un pò MarySue), ma in realtà non è così. Anche se si applica per il suo lavoro e quindi per avere un rapporto decente con Hidan, in realtà è un pò scocciata, dopo tutto quello che le combina Hidan durante le giornate, e ci gode pure a vederlo in difficoltà. Si arrabbia quando l'albino fa degli accenni per niente carini sul suo aspetto (al contrario dei soliti insulti: puttana, troia), pur sapendo che in realtà l'apprezzata, e anche molto, non riesce a trattenere  la stizza e l'arrabbiatura. Inoltre caratteristica tipica delle donne, o almento in più dei casi, è l'essere altamente vendicative e non di non scordarsi facilmente del torto subito. Infatti non gli farà passare una notte tranquilla, anche se le acque si erano calmate. Anche nella questione delle terme, Kakuzu  non si fa alcun problema al contrario di Hidan, perchè in fondo, sono ninja e maturi (almeno lei) abbastanza da non imbarazzarsi per queste cose, anzi nel loro ambiente potrebbero capitare cose ben più terribile. Inoltre vorrei specificare tutta la questione di Hidan e la sua attrazione per Kakuzu. Lei naturalemente se ne accorge e magari ci starebbe pure se Hidan non se ne uscisse con certe sparate, da ucciderlo. E' come dire, che per lei non fa nè caldo nè freddo, essendo una donna matura, ma  se ci scapasse tanto tanto. Ma Hidan è alquanto stupido e un pò pudico, credo, in questo genere di cose. E comunque credo che più o meno Hidan sarebbe sempre un pò uke, se succedesse. Credo che abbiamo creato un personaggio femminile, abbastanza, o anche, reale. In fondo tenendo conto della superiorità di Kakuzu in tutto, le abbiamo dato, come dire, delle note dolenti, che il povero Hidan non riesce a trattenersi dal toccare. Non so se è stupido o la immortalità gli ha dato alla testa.XD

Termini tecnici:
Abbiamo voluto inserire dei termini giapponesi, sia perhè studiamo giapponese e diventeranno una nostra realtà (speriamo) e anche perchè, anche se il mondo di Naruto, è un altro mondo, è pur sempre una realtà giapponese. Inoltre credo che diano più credibilità e spessore alla ff. E poi è bello impare cose nuove, no? ; P
Matsuri: Festival estivi. Le persone di tutte le età si raggruppano a mangiare, festeggiare e a giocare. Tutti in yukata. I fuochi sono preceduti da preghiere.
Yukata: Abito tradizionale estivo giapponese e inoltre viene usato come dopo-terme o quando fa caldo.
Ryokan: Locanda tradizionale giapponese.
Futon: Letto tradizionale giapponese
Fusuma: Pannello di carta giapponese, scorrevole. E senza neanche dirlo, ovviamente tradizionale.

Divisione dei ruoli
NekoRika: Hidan. Happyaku: Kakuzu.
 

ATTENTION, PLEASE.
Allusioni sessuali più che esplicite, se vi sentiste a disagio, prego non leggete.




Le strade erano affollate, uno sciamare di persone.
Nella penombra sul limitare della strada, posizione strategica per non dare troppo nell'occhio, potevano vederla, tutta quella gente abbigliata negli yukata.
Le ragazze sembravano tante farfalle che si spostavano sui loro zoccoletti estivi.
Un caos di rumori.  Bambini che urlavano rincorrendosi, coppie di  giovani che tubavano mano nella mano, ragazze che incitavano lo sfigato di turno al banchetto dei pesci.
Le signore di mezza età con i figli per mano si fermavano a comprare lo zucchero filato e palloncini colorati.
Già iniziavano a sentirsi i primi preparativi con gli strumenti tradizionale delle preghiere scintoiste che sarebbero avvenute prima dell'inizio dei fuochi, come segno di buono auspicio.
Tutti questi suoni erano paragonabili solamente alla totalità di odori che aleggiavano pesanti nell'aria calda e umida. Era facilmente distinguibile la posizione del banchetto dei ramen fumanti e dei dolcetti caldi ripieni di anko.
Era arrivata l'estate e con lei il tempo dei matsuri.
Non erano stati molto fortunati ad imbattersi in quella scocciatura. I matsuri erano rinomati anche per la presenza di ninja in cerca di un momento di svago provenienti da tutte le nazioni.
Era troppo pericolo viaggiare in quella situazione.
Kakuzu si girò leggermente verso il suo compagno che aveva una espressione scocciata.
"Ci fermeremo qui stanotte. Non è sicuro viaggiare con tutta questa confusione"
"Sei sempre tu a mettermi fretta, a dire che siamo sempre in ritardo per colpa mia, e ora vuoi fermarti qua" sbuffò "che palle, questi miscredenti. E festeggiano pure! Si dovrebbero tutti convertire a Jashinsama, cazzo"
Kakuzu lo guardò attentamente con la coda dell'occhio, osservando le spalle tese e il corpo agitato." Puoi andare a  fare un giro, ma sognanti che ti venga a riprenderti se ti persi o ti cacci nei tuoi soliti casini" si incamminò.
"La solita rompipalle. Chi è che si perderebbe? E di certo non vado a cercarmeli, i casini." Borbottò, seguendola ad una certa distanza.
Anche se Kakuzu era in testa poteva benissimo percepire l'eccitazione del giovane albino, anche lei durante la sua adolescenza era stata contagiata da tutta quell'allegra agitazione che permeava nell'aria.
Anche se Hidan non aveva più quindici anni e avrebbe dovuto capire da solo che non era il caso di stare in mezzo a tutta quella folla.
Allontanandosi dalla via principale, i due incontrarono solo qualche gruppo ritardatario che correva al matsuri, e presto rimasero soli a percorrere le strade asfaltate alla ricerca di un modesto ryokan, dove passare la notte.
Senza spendere troppo.
Se non ricordava male, da quelle parti doveva esserci un'economica locanda e per quanto non le dispiacesse essere in compagnia con un ricalcitrante ma silenzioso Hidan, non si sentiva a suo agio in una città con una percentuale altissima di ninja.
Ninja che erano dietro alle loro spalle a festeggiare.
Che aspiravano alle loro teste, soprattutto.
"Dove stiamo andando? Ma quanto ci vuole? E che cazzo, dicevi a me che mi sarei perso e invece, qua non c'è anima viva."
Già gli rompeva non poco essere in viaggio con una donna -una donna stronza per di più-, ci mancava solo l'essere sballottato in giro come un bagaglio dopo dodici ore di marcia forzata.
Ma che cazzo era passato per la testa al Leader di metterlo in team con quella troia?
Ormai Kakuzu aveva imparato a  non dare troppo ascolto a Hidan.
O almeno il più delle volte.
"Non credi che ci dovremo allontanare dalla confusione, invece che starci dentro?Ancora non ho capito come sei ancora vivo, o almeno con tutti i pezzi"
Prima che potesse controbattere Kakuzu si fermò di colpo, e l'albino le finì dritto contro.
"Ma che cazzo.."
"Ancora non hai imparato a guardare dove metti i piedi, tra le altre cose?"
"Zitta, puttana."
Con un sospiro la donna fece scorrere la porta della vecchia locanda dove troneggiava il kanji della luna all'interno di un cerchio blu.
Non era la prima volta che Kakuzu sostava alla locanda Tsuki.
L'aveva scoperta circa due anni prima e ne era rimasta piacevolmente soddisfatta.
Era costruita come una tipica locanda tradizionale giapponese, con tanto di giardino interno.
Dall'esterno non era ben distinguibile dagli altri edifici, e  la sua posizione in periferia, la rendeva il perfetto punto di riposo per un criminale di livello S.
Senza contare che i prezzi erano bassi, il servizio decente e aveva una discreta piscina termale all'interno.
Con passo sicuro, Kakuzu si avvicinò al bancone d'ingresso dopo essersi tolta i sandali, che prontamente erano stati raccolti da un cameriera.
Non le sfuggi l'indecisione di Hidan, che si guardava attorno indeciso sul da farsi.
Evidentemente non era mai stato in un Ryokan.
Dietro al banco di legno scuro, si inchinò il proprietario, un signore di mezza-età con i primi capelli bianchi.
"Salve, in cosa posso servirla?"
"Vorrei alloggiare per questa notte. Due camere, se possibile."
"Mi dispiace, ma abbiamo tutto occupato. Sa, c'è un grande evento stasera" iniziò il proprietario, mentre la cameriera spiegava a Hidan cosa doveva fare. 
"Capisco. Allora cercherò da un'altra parte" Kakuzu si incamminò verso l'uscita dove l'albino era riuscito finalmente a togliersi le scarpe.
"Aspetti" la fermò l'uomo " Una camera libera ci sarebbe..."
"Mi dica"
"Un  imbecille con i capelli bianchi se ne è scappato dopo aver intasato le vasche termali delle donne. Lasciando, quindi una camera libera e una vasca termale in meno" Aggiunse acidamente "Non vorrei mai lasciare una signorina da sola di notte. Non si sa mai che gente giri da queste parti"
Dentro il suo hotel, per esempio?
Alla fine essere donna aveva qualche vantaggio. Kakuzu scrutò l'espressione -un po' troppo gentile- dell'uomo, mentre Hidan si avvicinava a sua volta.
Da sola?
"L'età ti ha già intontito, vecchiaccio? Non è da sola" anche se il tizio sicuramente lo avrebbe preferito. "Ci sono anch'io, eh."
Non gli piaceva non essere minimamente considerato, proprio no.
Sembrava quasi che il vecchiardo si fosse scordato di lui, troppo impegnato a sbavare dietro a Kakuzu.
Cosa ci vedesse, proprio non lo sapeva.
Anche se, magari un pochino.. per un vecchio senza possibilità.
Si corresse alla fine, dopo aver realizzato il pensiero.
"Taci Hidan"
"No, no va bene" disse l'uomo con una espressione un po' più addolcita verso Kakuzu.
"Ci mancherebbe solo che non andasse bene!"  incrociò le braccia l'albino.
"Non avevo capito che eravate una coppietta. Allora non ci sarà problemi a dividere una stanza.Visto che è così gentile, le farò pagare solo per una persona, va bene?"
"Una stanza? Ma una singola? Con lei non ci.."
"Presa."
"Segua la cameriera, le indicherà la stanza. Eccole le chiavi. E buona permanenza allo Tsuki" si inchinò, solamente verso Kakazu, ignorando il giovane accanto, facendo segno alla cameriera di avvicinarsi e sussurrandole all'orecchio.
Gli occhi della giovane si illuminarono e dalla labbra rosse uscì un risolino guardando il duetto.
"Prego da questa parte"
Hidan si limitò a seguire le due, sbuffando peggio di un treno a vapore, di nuovo totalmente ignorato.
Maledette donne.
Maledetti vecchiacci!
"Eccoci arrivati" disse aprendo la porta, dove ci si ficcò al volo Hidan, sbattendola in faccia alle due.
In risposta all'espressione un po' arrabbiata della ragazza, Kakuzu ringraziò quanto più cordialmente possibile.
I clienti erano pur sempre clienti, sospirò la giovane cameriera.
"Aspetti un attimo" bloccò Kakuzu con la mano sulla maniglia "Il padrone mi ha detto di dirle una cosa"
La donna, dall'alto dei suoi 180 centimetri, fissò la ragazza in attesa che continuasse, ma sembrava che non si sentisse a suo agio a dirlo ad alta voce.
Con un sospiro abbassò la testa, così che la cameriera potesse sussurrarle all'orecchio, qualsiasi cosa dovesse dirle.
Bisbigliata qualche parole, la ragazzina si inchinò e leggermente rossa in volto si allontanò ridacchiando.
Kakuzu scrollò le spalle.
Non capiva dove stava il problema, pensò aprendo la porta.
La stanza appariva spoglia, priva del futon che le inservienti avrebbero portato da lì a poco.
Hidan, in un angolo con la schiena contro il muro, le lanciò uno sguardo imbronciato in tralice.
Era come se le lanciasse un silenzioso Colpa tua.
Naturalmente Kakuzu rispose con un'altra occhiataccia che a chiare lettere diceva Problemi tuoi.
La donna, ignorando lo sguardo fisso di Hidan, si avvicinò all'unico tavolo basso nella stanza, dove ci appoggiò la borsa sganciandola dalla cintura.
Sentendo lo sguardo accusatore del giovane puntato sulla schiena, si sbottonò con calma la chiusura della cappa.
Il suono dei bottoncini risuonò distinto nell'aria, all'albino non era mai parso così evidente.
Con un leggero fruscio del tessuto -strano, su di lui era sempre così rigido-, Kakuzu si scoprì le spalle, inclinando leggermente la testa verso la clavicola.
Il giovane uomo allontanò gli occhi di scatto, in fondo a lui non interessava guardare, sbraitò mentalmente un po' accaldato.
Non riuscì a tenere gli occhi lontani a lungo.
Fanculo anche a gli occhi che avevano deciso di tradirlo!
Era tutta colpa loro.
Anzi, no.
Era tutta colpa di Kakuzu!
Fissò la linea aggraziata della spina dorsale mentre lei la scopriva, intervallata soltanto dalle cuciture.
La schiena nuda su cui spiccavano quattro minute maschere, i possessori dei quattro cuori aggiuntivi necessari per le sue tecniche.
Con movimenti calmi e dosati, la donna ripiegò la cappa dell'Akatsuki e la poggiò sul tavolo.
Si portò le mani alla maschera slacciandola, liberando così le cuciture della bocca.
Alzò le braccia a sfilare il coprifronte, delineando la linea del seno, subito coperto da una cascata di capelli corvini lunghi fino a metà scapole.
Togliendosi di dosso tutta quella roba che le copriva il viso, e mostrandosi effettivamente come una donna.
Già, una fottuta donna con cui avrebbe dovuto condividere la stanza.
Hidan continuò a fissare di sottecchi, sempre più accaldato.
Beh, almeno avrebbero avuto futon singoli.
La linea morbida della schiena, le spalle, il seno che s'intravvedeva sotto il tessuto scuro, prosperoso.
Cazzo, cazzo, cazzo.
"Ho bisogno di una doccia" mormorò più teso di una corda di violino, pronto a scattare verso il bagno per chiudercisi dentro.
"Tanto vale che vai alle terme" replicò lei, senza neanche fare caso al conflitto interiore del giovane. "Sono al piano di sotto".
"Bene.. perfetto." cercò di mantenere un tono di voce quanto più stabile possibile, scattando in piedi, rigido come un pezzo di legno.
Fortunatamente lei era ancora voltata di spalle.
Si liberò della cappa, lasciandola per terra, avanzando a passo fin troppo veloce verso la porta, aprendola e quasi travolgendo la cameriera che stava portando l'occorrente per la notte e gli yukata.
Senza nemmeno accorgersi di lei, quasi corse al piano di sotto.
"Ma che modi!" mormorò indignata l'inserviente, entrando nella stanza e appoggiando per terra il fardello che aveva in braccio.
"Il suo compagno ha scordato lo yukata." aggiunse timidamente.
Kakuzu sospirò. "Non si preoccupi, glielo porto io."
"Perfetto, allora li lascio entrambi a lei e rimango qui a preparare il futon." Non aveva nessuna intenzione di portarlo lei, a quel maleducato.
La donna afferrò gli abiti che la cameriera le porgeva, salutandola cordialmente e imboccando a sua volta le scale che conducevano al piano inferiore.

Finalmente pace!
Aveva trovato immediatamente le terme -Jashinsama era con lui!-, e, come preannunciato, erano tutti al matsuri, quindi libertà totale.
"Ah, Jashinsama!" sospirò beatamente, immerso nell'acqua calda fino al petto, la schiena adagiata contro uno dei massi che delimitavano il perimetro della vasca. Il suono della fontana di bambù risuonò tra i comodi catini dispersi tutti intorno, vicino al bordo.
Forse venire fino a lì non era stata un'idea così cattiva, dovette riconoscere, già dimentico di quanto successo in precedenza.
Considerando che quella tirchia aveva messo a disposizione qualche soldo per pagare una pensione decente e non una bettola, poteva quasi sentirsi soddisfatto.
Chiuse gli occhi beandosi del contrasto tra la notte fresca e l'acqua calda, ma durò poco.
Li riaprì sentendo il rumore di una persona che entrava in acqua, l'apparenza celata dalla densa nuvola di vapore.
"Mh?" assottigliò lo sguardo, tentando di mettere a fuoco. "E ora chi diavolo è?"
"Chi vuoi chi sia, Hidan?"
Un tuono a ciel sereno.
L'albino sgranò gli occhi, fissando la figura, iniziando a scorgerne le forme.
Non era certo una voce maschile, quella.
"Che.. che.. Ma queste sono le terme degli uomini, Kakuzu!"
"E allora?"
"Come e allora? Tu non dovresti essere qua! Maledetta pervertita! Mai un attimo di pace, che devi esserci sempre tu!" avvampò, abbassandosi nell'acqua fino al mento.
"Datti una calmata. Non è che non hai mai visto una donna nuda" si avvicinò ancora, senza vergogna "Vero?" aggiunse dubbiosa.
"Ma che diavolo dici!" si rannicchiò ancora più su sé stesso, portando le mani a coprirsi, per quanto, al buio e in quel vapore, non si vedesse effettivamente nulla.
"Non è questo che intendevo! E' che tu non dovresti essere qui.." aggiunse, dubbioso.
" Le terme femminili sono state intasate da un idiota dai capelli bianchi" spiegò Kakuzu, appoggiandosi di schiena alle pietre del bordo accanto al ragazzo.
"Capisco.." indietreggiò istintivamente nel vederla così vicino.
Hidan si gelò sul posto, a differenza di Kakuzu che, totalmente rilassata, scivolò leggermente più in basso, dando una visuale migliore dell'incavo dei seni, cosa che non scappò all'occhio esagitato dell'albino.
Il giovane non sapeva se era per tutto quel calore, o perché non aveva mangiato niente dopo dodici ore di marcia forzata, ma iniziava a girargli la testa.
Kakuzu pigramente voltò lo sguardo per vedere cosa stava facendo il suo compagno, fin troppo teso, e qualcosa catturò il suo occhio.
Era quello che ci voleva.
Hidan si accorse del movimento della sua compagna solamente quando la morbida carne dei seni gli sfiorò il braccio, in un movimento tanto leggero da sembrare involontario.
Non ebbe il tempo di rendersi conto che effettivamente era involontario.
Kakuzu, uscendo leggermente dall'acqua, riuscì ad afferrare l'agoniato catino di legno, ma quando si girò per riempirlo, si accorse che qualcosa mancava.
Dove era Hidan?
Una scia di bollicine era l'unico indizio che l'albino si era lasciato dietro.

Socchiuse le palpebre.
La vista offuscata, confusa.
Avvolto in una pesantezza che non gli apparteneva, mugugnò qualcosa nel sentire una fitta alla testa spezzare quello stato di dormiveglia.
Si sentiva intontito, spiazzato.
Cos'era successo?
Sbatté le palpebre, una, due volte, focalizzando i contorni delle figure tutt'attorno a lui.
Un'esplosione lo colpì, facendolo sussultare e peggiorando ulteriormente il dolore alla testa.
Una luce accecante lo travolse, facendogli serrare gli occhi, di nuovo.
No, insomma, seriamente, che diavolo stava succedendo?
Riaprì esitate le palpebre, cercando nella penombra una risposta.
Solo la parete in legno chiaro.
Voltò il capo, nel sentire un secondo botto, una luce rosa e verde ridipingere la stanza, trovandosi ad ammirare i colori di un fuoco d'artificio accendere la notte.
Corrucciato, si issò sulle braccia per mettersi a sedere, tentando di capirci qualcosa.
Come c'era finito lì?
Le lenzuola scivolarono sul grembo, mettendo in mostra lo yukata -che non ricordava di aver indossato-, e lo guardo venne inevitabilmente calamitato da qualcosa.
Un altro botto, e una sagoma si stagliò contro il buio della notte, adagiata sullo stipite del fusuma*, aperto a mostrare il cielo stellato.
Vedere Kakuzu, mentre si godeva il fresco di sera.
Cos'era quella, un'altra dimensione?
Ricordava solo un gran caldo -troppo caldo-, e una marea di puntini luminosi che viaggiavano davanti al campo visivo, e poi più nulla.
Era stata lei ad averlo trascinato in camera?
Figuriamoci, probabilmente lo aveva chiesto a qualcuna di quelle tizie -o almeno sperava-.
Ma, un momento.. Non erano al Matsuri anche quelle lì?
E allora cosa.. meglio non pensare, non pensare, assolutamente non pensare, decise, risoluto.
Avrebbe vissuto molto meglio senza saperlo.
Si alzò in piedi, barcollando leggermente, avvicinandosi a sua volta al fusuma per vedere al meglio lo spettacolo oltre la finestra -e solo quello-.
Così da non dover pensare ad altro.
Prese posto accanto a lei, con al solita distanza di sicurezza.
"Come sta la tua testaccia?", la mora allungò la mano verso il cesto di frutta tra di loro, scegliendo a caso.
 Per esperienza sapeva che essere diplomatica era la cosa migliore.
"Bene." borbottò lanciandole uno sguardo, indeciso tra il sapere e il non sapere.
E non poco preoccupato, al riguardo.
Ci mancherebbe, lo avrebbe lasciato anche lì ad annegare se non per il fatto che lo avevano visto con lei, e sai che problemi le sarebbero piombate addosso. Leader in primis.
Mica sapevano tutti che erano immortale, pensò mordendo rabbiosamente la mela.
L'albino distolse lo sguardo dai fuochi d'artificio, nel sentire distrattamente lo sgranocchio più che energico.
Lo sguardo un po' stranito, a fissare il povero frutto, soffermandosi sulle labbra morbide, bagnate da un po' di succo.
Succo che scivolò lento tracciando una linea sinuosa sulla bocca, scendendo fino al mento, dove si soffermò appena un istante.
Lentamente perse il suo appiglio, precipitando sul petto della donna e continuando al sua corsa sulla pelle color caramello, scomparendo tra le colline dei seni, lasciati parzialmente scoperti dallo yukata che andava allentandosi, slacciando la fascia che lo chiudeva in vita.
La mano si adagiò elegantemente, sostando per un attimo sul seno, seguendo la traccia zuccherina fino a raccogliere quell'unica goccia.
Le dita tornarono alle labbra, che si dischiusero per accogliere le falangi, raccogliendo il liquido gustoso, le palpebre socchiuse.
Gli occhi velati, smeraldini, si voltarono verso di lui.
" Cosa stai guardando?"
E l'immagine si dissipò, lasciando vedere la triste realtà.
Semplicemente una Kakuzu con uno yukata ben stretto in vita, con il seno ben coperto, che lanciava il torsolo della mela oltre il parapetto, giù nel giardino.
Maledetti sogni ad occhi aperti!
Avvampò, ritrovandosi più che accaldato, voltando lo sguardo all'istante, fingendosi interessato verso un cielo dove i fuochi d'artificio erano ormai finiti.
Sentì lo sguardo persistente della mora scrutarlo, con una insistenza infuocata, che non fece che peggiorare la sua precaria situazione.
Le guance in fiamme, ben paragonabili ad un'altra zona altrettanto calda.
Si raccolse su se stesso, cercando di celare il problema agli occhi attenti di Kakuzu che stavano pericolosamente indagando.
" Senti, Hidan" L'albino era peggio di un pezzo di legno " per la nostra cooperazione lavorativa, perché io sono una donna seria sul posto di lavoro, ti dico subito.."
Incerto, spostò solamente lo sguardo verso la donna. Avrebbe sciolto il cuore di una frigida zitella.
"Non hai speranze"
La pausa durò solo pochi secondi, prima che scoppiasse l'inferno.
"Che cazzo dici!" rosso in viso fino alla punta delle orecchie, prima per l'imbarazzo e poi per la rabbia, alzandosi in piedi di scatto. "Chi è che vorrebbe una vecchia racchia come te, stronza! Ma guardati, sei tutta una cucitura, e tu pensi che io vorrei.. Vorrei.." si bloccò di colpo, avvertendo un brivido percorrerlo dal basso ventre fino ai capelli, nel rendersi conto, in una volta sola, delle condizioni in cui stava, e, del modo in cui, da quella posizione, dovesse notarsi tutto.
Scattò a sedere, di nuovo, rannicchiandosi contro il pannello di carta.
Tentando di ricomporsi.
"Non so di cosa tu stia parlando" borbottò, senza guardarla, cercando una via di fuga.
"Continua a mentirti se questo ti aiuta a rimarginare la ferita nell'orgoglio"
Lei, tutta una cucitura!? Era la sua tecnica!
L'albino balzò in piedi, di nuovo, ora effettivamente arrabbiato -nonostante gli stimoli dal basso che ancora non tacevano-.
"Non posso stare a sentire le tue stronzate, me ne vado a letto!"
A quanto pareva erano una nota dolente, Kakuzu ancora si meravigliava di quanto gli uomini fossero attaccati a quel fantomatico orgoglio maschile.
I suoi occhi seguirono l'albino, come il gatto che guarda il topo, godendosi delle sue difficoltà.
Come avrebbe reagito Hidan nel vedere che c'era un solo futon?
Presto ebbe la risposta.
Il ragazzo si era gelato davanti al loro letto, un'espressione totalmente persa fissava i cuscini gemelli vicini, che lo osservavo con aria beffarda.
Era una congiura.
Kakuzu concluse malignamente che era stata davvero un'ottima idea fermarsi per la notte, finalmente tutto il karma negativo stava rifluendo sulla sua causa. Hidan.
La donna riusciva a capire razionalmente che tutta quella cattiveria era dovuta solamente  al fatto che l'albino aveva offeso il suo aspetto, cosa stupida, perché non le importava niente di Hidan, ma per un qualche motivo non riusciva a trattenersi.
Hidan si girò lentamente verso di lei, scontrandosi con uno sguardo pesantemente irrisorio.
Ce l'avevano tutti con lui!
" L'hai fatto apposta, troia maledetta! Lo so, che se sapevi che ci stava solo una fottuta stanza in questo fottuto albergo con solamente una fottuto bagno termale e un unico fottutissimo futon! Avevi progettato tutto fin dall'inizio! Anche il matsuri di merda! E i fuochi e la mela e la goccia di succo. Tutto, cazzo boia!" rimase senza fiato.
Kakuzu, rimase interdetta.
Ma che cazzo stava dicendo? E quale goccia di succo?
Soprattutto, però, in tutto quel ragionamento di minchia, che colpa aveva lei?
Lentamente si alzò, lo sguardo ridotto a fessure, incandescente come lava.
Era la prima volta per Hidan, che la vedeva così arrabbiata.
Che giorno sfigato, cazzo.
Kakuzu fece un passo verso l'albino, la postura, l'andamento pari a quello di un grosso felino affamato.
Involontariamente, Hidan fece un passo indietro, ma subito si rese conto di aver perso terreno, e aver dato un altro colpo al suo povero orgoglio.
"Ah, se allora la metti così, vuol dire che dormirò nel bagno!"
Kakuzu rimase un'altra volta spiazzata.
Sembrava quasi una ripicca.
E ci si chiuse sul serio.
"Stronza, spero che avrai gli incubi!", urlò al sicuro dietro la porta.
Quando mai avrebbe imparato a tenere la boccaccia chiusa?
"E vedi di non smanettarti troppo, che voglio dormire stanotte!" rispose rivolgendo uno sguardo inceneritore agli assi della porta.
Non fece eco nessuna risposa.

Erano da poco passate le due.
Gli animi si erano calmati -e non solo quelli-, e Hidan stava iniziando ad apprezzare molto più il terreno della foresta rispetto che la vasca da bagno dell'hotel.
Circospetto, si avvicinò alla porta, appoggiandovi l'orecchio e tendendo l'attenzione per captare qualche rumore.
Niente, il silenzio assoluto.
Timidamente, abbassò la maniglia, socchiudendo la porta, sbirciando dall'apertura.
In piena vista, Kakuzu, stesa di lato, il capo sostenuto dal gomito, leggeva il solito libro di economia, non dando cenni di averlo sentito.
Non osò aprire di più la porta, rimanendo a fissarla, aspettando che lei facesse il faticoso primo passo.
In fondo era colpa sua, no?
Lo sguardo ancora distolto dal suo viso, scivolò dai capelli corvini della compagna al libro.
Una, due, tre pagine.
Dopo ben cinque pagine lette attentamente, ancora lei sembrava non avere intenzione di comportarsi razionalmente, e riallacciare i rapporti.
Continuò a spostare il peso da un piede all'altro, indeciso sul da farsi, e quasi sussultò quando, dopo minuti e minuti di attesa, sentì la voce di Kakuzu.
" Hai già finito?"
Avvampò, per l'ennesima volta, richiudendo di scatto la porta.
Quindi ci ripensò, schiudendola di nuovo e guardandola.
"Racchia." borbottò, richiudendosi dentro giusto in tempo per evitare la costina del libro che andò a schiantarsi contro il legno della porta.

Passarono altre due ore prima che Hidan cedette l'orgoglio alla necessità, all'urlo disperato della sua schiena.
Il più silenziosamente possibile, aprì la porta, avvicinandosi cautamente al futon dove la mora già dormiva.
Si fermò, osservandola attentamente, per captare un qualunque movimento e rendersi conto se era sveglia o meno.
S'inginocchiò cautamente, imprecando in silenzio nel sentire scrocchiare le ginocchia, prendendosi qualche altro momento per controllare.
Alzò le lenzuola, attento a non far entrare il freddo e, molto lentamente, entrò nel futon, cercando di mantene quanta più distanza possibile tra lui e la donna.
Rilassandosi, finalmente, si lasciò cullare dall'odore di pulito delle lenzuola, cedendo immediatamente al sonno, stremato.

Si svegliò per la fastidiosa sensazione di piedi ghiacciati.
Faticosamente si mise a sedere, emettendo un lamento per la rigidità della schiena.
Con occhi assonnati, notò che le finestre erano spalancate e le coperte buttate all'angolo opposto della stanza.
A quanto pareva, a quella stronza di Kakuzu non era bastato farlo svegliare al gelo, ma lo aveva anche buttato fuori dal letto.
Che stronza.
Per la prima volta, Hidan decise che non avrebbe mai più fatto riferimenti negativi all'aspetto della sua compagna.
Maledette donne e le loro seghe mentali.
Attraverso le nebbie della sua coscienza appena svegliata, riconobbe il rumore scrosciante della doccia, probabilmente era Kakuzu che faceva il bagno.
Dolorosamente gli tornò in mente la sera prima e per questo riuscì a deviare il pensiero al suo stomaco, vuoto da ben ventiquattro ore.
Alzandosi, mugugnando per tutte le giunture scricchiolanti, si avvicinò al tavolo basso dove era stato lasciato il cestino della frutta.
Meglio di niente, pensò concentrandosi sul dolore alla schiena e cercando di alleviarlo massaggiandola delicatamente.
Probabilmente per la stanchezza, non si accorse subito dell'articolo di intimo nero lasciato accanto alla frutta.
E come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
La mano dell'albino deviò la sua traiettoria dalla frutta sulle mutandine.
Lentamente, come se maneggiasse una reliquia, le alzò portandole ad altezza d'occhio.
Erano nere, tipiche per Kakuzu, ma non si era mai immaginato che fossero decorate in pizzo, e tanto meno che l'orlo laterale fosse sottile.
Primi che gli venissero altri strani pensieri, la porta si spalancò, facendolo saltare come un gatto a cui si rizza il pelo per lo spavento, nascondendo istintivamente la refurtiva dietro le spalle.
Hidan fissò colpevole la donna, che ammantata solo con un asciugamano lungo fino metà cosce, si avvicinava al tavolo, per prendere i suoi vestiti.
L'albino si allontanò cautamente, sempre tenendo ben strette le mutandine dietro la schiena, pregando Jashinsama che non se ne accorgesse.
Kakuzu si piegò leggermente in avanti, ignorando completamente lo sguardo intenso del ragazzo, scostando gli abiti  a cercare il suo intimo.
Ma non trovò un pezzo.
Hidan osservò la schiena della donna, irrigidirsi per poi voltarsi ad affrontarlo, con una espressione neutra in volto.
"Hidan, lo so che nascondi quella cosa dietro la schiena.Tirala fuori e sarò caritatevole"
Proprio con un pervertito la doveva mettere il Leader?
" Cosa cazzo dici! Non è assolutamente vero, chi vorrebbe le mutande di una rac...", resosi conto dello sbaglio, si portò le mani a coprirsi la bocca, ancora stringenti il tessuto.
Kakuzu non fu caritatevole.
Sfruttando il momento di imbarazzo e di difficoltà del ragazzo,  afferrò saldamente, con un filo di chakra sgusciato dalla giuntura sulla gamba, la caviglia dell'albino e con un colpo deciso, lo issò a mezz'aria, lasciandolo a penzolare a testa in giù.
Come la forza di gravità comandava, immediatamente lo yukata ricadde in faccia a Hidan, lasciando esposta tutta la parte inferiore del corpo.
Sentendo la sgradevole sensazione di aria fredda sulla pelle rovente di parte delicate, cercò subito di coprirsi, tenendo alla bene e meglio i due lembi dello yukata sul basso ventre.
"Stronza! Puttana! Cosa ti passa per quella cazzo di testa! E sarei io il fottuto pervertito?! Mettimi giù. Ora!"
Questa volta non lo aveva detto racchia.
Alla fine, un modo per educarlo c'era, pensò Kakuzu avvicinandosi a lui.
Il giovane bloccò la sua lingua, quasi mordendosela, vedendo il seno della donna a pochi centimetri dal suo naso.
Che intenzioni aveva?
Quella distanza di sicuro non migliorava la sua situazione alle parti basse, iniziata prima con l'episodio delle mutandine e poi peggiorata con l'apparizione di Kakuzu in mini-asciugamano.
La donna, grazie alla sua altezza non dovette neanche alzarsi in punta di piedi, con un colpo secco strappò dalla morsa delle mani del ragazzo la propria biancheria, sussurrandogli all'orecchio.
"Come vuoi"
Lasciandolo cadere di testa e picchiando la spalla.
Senza degnare di uno sguardo i suoi pietosi lamenti, raggruppò nelle sua braccia i vestiti e si trasferì in bagno a cambiarsi.
Chiudendo la porta.
Brutta stronza. Quante volte lo aveva detto in quelle ultime ventiquattro ore?

Quando Kakuzu uscì poco dopo, vestita, trovò il suo compagno dove se lo aspettava, in un angolo a borbottare tra sé e sé.
Non aveva nessuna voglia di starlo a sentire e tanto meno di aiutare a raccogliere i cocci.
Era grande abbastanza per risolvere i casini che si procurava da solo, o almeno doveva iniziare, per il bene del loro rapporto lavorativo.
Con calma prese la cappa, abbandonata precedentemente sul tavolo e mettendola, gli rivolse una occhiata ammonitrice.
"Ti precedo a fare colazione. Ti dò mezz'ora, vedi di non farmi aspettare"

Quella fu la prima volta che Hidan arrivò in anticipo.




Thanks To:

Saeko no Danna: (Rika) Beh, sono contenta che hai deciso di commentare!^___^ Hidan donna.. Mi piace un sacco, ma anche Kakuzu donna non scherza*___* Questi perosnaggi mi piacciono talmente tanto che potrei decidere di scriverci delle fanfiction anche al di fuori di "Akatsuki in rosa", e già sto facendo disegni su disegni XD Naturale che Hidan parli in quel modo fine, grazioso, e soprattutto molto femminile, no?*__*
(Happy)  Se ti sei divertita a leggere di una Hidan donna che parla così, allora per fare vacanza ti consiglio la Toscana, là siamo talmente sboccati, che è tutto un divertimento! Prendi ad esempio me, ormai non riesco più a controllarmi, escono fuori come se avessero una loro volontà, inoltre mi fa strano parlare senza aggiungerci qualche intercalare che dia forza al discorso. Anche se non si raggiunge di certo il livello di Hidan, anche se qualche perla delle più fini, l'ho suggerita io, modestemente XD


Amaranth93: (Rika) Mira? Non ci sono mai stata, anche se so che è vicino. Com'è? Carina da visitare? Abbiamo deciso che, appena fa bel tempo, ci dedicheremo a prendere autobus random per visitare i dintorni di Venezia, potremo capitare anche lìXD Cosplay di karin.. Che brutta cosaç__ç Karin è un personaggio che non riesco proprio a digerire. Non che mi abbia fatto qualcosa di male, ovviamente, è proprio una questione a pelle. Non mi va giù.. Sarà che, anche lei, sbava dietro a Sas'ke-.- (No, non sono una fan di Sas'ke XD Diciamo piuttosto che lo detesto). Comuqnue non preoccuparti, i cosplay non sono tanto simiglianza (salvo casi particolari) quanto capacità nel prepararli e nell'indossarli. nemmeno io somiglio ad Hidan, figuriamoci XD Ma ho già pianificato la cappa in modo che nasconda quanto più possibile la ciccia e quel po' di seno che ho, i capelli li avrei biondi, ma per dare più volume prendo una parrucca (argentata o bianca, così da farli albini), e per il resto vado di trucco. Per accentuare ancora di più la somiglianza pensavo infatti di fare la versione Jashin XDD Beh, potresti vedere un po' di personaggi che ti itneressano, e provare a capire non tanto a quale somigli di più, quanto quali evstiti starebbero meglio su di te. Per il resto le parrucche e le lenti a contatto giocano un ruolo fondamentale XD Sì, l'uomo torna XD Ma bisognerà aspettare ancora qualche capitolo.
(Happy) Oddio che schifo, le zaffate di maionese! @__@ A Lucca del 2008 ho visto una Karin, che era una goccia d'acqua, non posso dire che non fosse bella, ma di sicuro non riuscirei a fare il suo cosplay. In fondo, fai cosplay di un personaggio che ti piace e per divertirti, no? Oggi sono andata a comprare  due metri di strizza-ciccia. Si, un bell'elastico alto, che mi servirà per intrappolare la buzza. Eh, si, questi sono i trucchi che impari dopo anni di esperienza. In ogni caso, andreste a fare il cosplay da qualche parte? Più che per le combinazioni di cibo, che anch'io ho i miei limiti, non mi faccio problemi a mangiare prima il dolce e poi salato e di nuovo dolce. Tanto quando finisce tutto in pancia, non fa più tanta distinzione, no? XD Mi sa che sono più il tipo che piace progettare più che creare. Parlo, parlo, parlo e non mi decido mai a buttare giù qualcosa, ma forse sotto il frustino severo di Neko-chan, riuscirò a combinare qualcosa. Chissà.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: NekoRika e Happyaku