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Autore: french_toast    16/08/2015    1 recensioni
Montparnasse, dall'alto della sua modestia, aveva pensato che il rosso volesse far colpo su di lui e senza alcuna vergogna ammise a sé stesso di avere una cotta tremenda per un ragazzo di neanche diciotto anni, che tra l'altro era pure un suo alunno.
[ Jehan x Montparnasse / student x teacher ]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jehan, Montparnasse, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jehan si presentò alla cattedra con un sorriso raggiante e un paio di disegni che avrebbe dovuto consegnare tre settimane prima. Poggiò con eleganza i fogli stropicciati davanti al naso del professore, che spalancò gli occhi,incredulo di fronte a quello scempio. "Jehan..." sospirò. "Le linee sono tutte storte. Non se n'è salvata una. Il tuo foglio sembra essere stato investito da un trattore e le proiezioni che dovevi collegare qui," indicò un punto "sono effettivamente qui" ne indicò un altro. "Adesso, secondo te, quanto dovrei metterti?"

Il professore, che noi chiameremo Montparnasse, era un uomo sulla ventina che aveva miracolosamente trovato lavoro subito dopo la laurea. Era uno dei personaggi più discussi di tutto l'istituto, con i soffici capelli neri portati all'indietro, gli occhi verdi, le labbra rosse e carnose, il naso dritto, il viso indescrivibilmente armonioso, il corpo tonico, il portamento aggraziato e la gigantesca cicatrice sulla guancia destra (principale argomento dei battibecchi, ma il resto non era da meno). Alcuni dicevano che fosse andato in guerra, altri che fosse stato un criminale a sfregiargli il volto; semplicemente, era sceso male dalla bicicletta quando era piccolo. Tendeva però ad essere altezzoso e sdegnoso, e aveva troppa poca esperienza per essere definito bravo nel suo lavoro ma, c'era da ammetterlo, faceva quello che poteva per migliorare - il che era strano per lui, considerata la sua inguaribile pigrizia.

Bene o male riusciva a far piacere la sua materia un po' a tutti, ma con Jehan era stato un completo fallimento: nonostante ciò non provava rancore nei suoi confronti, anzi, ne era stranamente intrigato; c'è da dire che il ragazzo era molto grazioso, con i lunghi capelli rossi e una nube di lentiggini sul viso. Incredibilmente trasandato e privo di gusto nel vestire, compensava queste carenze con un carattere dolce e altruista. Parlava di amore ai suoi amici nella stessa maniera in cui loro gli parlavano di sport, sembrava che conoscesse la vita sentimentale dell'intero liceo, e ogni giorno si presentava a scuola con un fiore tra i capelli. Non provava risentimento nei confronti di nessuno e nessuno lo provava per lui, era amato e rispettato da chiunque avesse avuto la fortuna di conoscerlo; non solo perché esternanente tutto in lui ispirava docezza: era gentile, coraggioso quando serve, un buon amico e un ottimo ascoltatore. Era anche una persona stravagante, certamente, anche solo per il fatto che avesse una media del tre stentato in storia dell'arte, quando in tutte le altre materie eccelleva.

Mont pensò che lo odiasse, ma questo pensiero non lo irritava; per qualche strana ragione, invece, lo affascinava. Ci metteva molto impegno nel trovare scuse sempre più creative per evitare l'interrogazione -un cane non può fisicamente ingoiare un intero libro, e qualcuno non può aver messo per sbaglio gli appunti in lavatrice-, e i suoi disegni erano sempre calpestati, stropicciati, sporchi e macchiati di colore. Montparnasse, dall'alto della sua modestia, aveva pensato che il rosso volesse far colpo su di lui e senza alcuna vergogna ammise a sè stesso di avere una cotta tremenda per un ragazzo di neanche diciotto anni, che tra l'altro era pure suo alunno.

La verità era che Jehan non lo odiava nè lo amava, lo considerava "indegno del suo mestiere" ma senza provare per lui alcun sentimento negativo (che non trovavano spazio nel suo animo delicato). Aveva avuto un insegnante incredibilmente bravo durante i primi tre anni del liceo e lui vi era particolarmente legato. La prima volta in cui vide il novellino fare lezione, questi si autoelogiava e parlava in una maniera così frivola, superficiale, inconsistente che a Jehan aveva fatto venire il voltastomaco; da allora smise di pensare Mont come un educatore e un mentore, e decise anche che lui dovesse esserne a conoscenza. I suoi voti iniziarono a scendere in picchiata e i suoi genitori inziarono a preoccuparsi ma a lui non importava, perché in cuor suo sapeva che era nel giusto e accettava stoico le punizioni e i rimproveri, non dicendo mai una parola. Certo, forse non è stata una delle sue idee migliori ma, di base, questo sacrificio è stato fatto per una buona causa.

Seguirono dei momenti di silenzio, interrotto da Montparnasse. "Guarda, ti do un'altra occasione: fai di nuovo questi disegni e portameli tra una settimana. Siamo a fine quadrimestre, per favore, non voglio lasciarti il tre." "La ringrazio," Non sembrava sincero. Mont sospirò, mentra l'altro continuava a parlare: "Non so fino a che punto potrà esserle utile avermi dato un'altra possibilità, ma la ringrazio." Suonò la campanella dell'ultima ora e gli studenti (Jehan compreso) si affrettarono ad uscire. Mont restò solo nell'aula vuota, passandosi esasperato una mano sopra il viso. Quel diavoletto aveva intenzione di portare dei disegni peggiori di quelli di prima.

***

Quello stesso pomeriggio, Montparnasse ebbe un'illuminazione.

Stava lavorando su degli appunti nella sua scrivania quando gli balenò in mente un'idea a dir poco geniale: i corsi di recupero. Partendo dal concetto che nessuno può essere così scemo da avere un'insufficienza in storia dell'arte (fatta eccezione Jehan, che era un caso a parte), gli serebbe bastato fare lo splendido con la preside, offrirle il caffè o lanciarle sguardi languidi per ottenere qualche ora in più con il suo studente preferito. Avrebbero potuto parlare e chiarire le loro incomprensioni, oppure limonare immediatamente sulla cattedra - idea che a Mont non dispiaceva, ma che gli faceva salire dei strani sensi di colpa.

E quindi il giorno seguente offrì un caffè alla povera donna, avendola trovata sola davanti alla macchinetta e piombando con uno scatto davanti a lei, le fece cenno di posare i propri soldi e da vero galantuomo le offrì il caffè con i cinquanta centesimi presi in prestito dal bidello. La preside rimase positivamente impressionata (Mont aveva continuato, aspettando che la bevanda fosse pronta, con incredibili lusinghe) e non si chiese neanche il perché di queste gentilezze, fino a quando il giovane non introdusse nel discorso i corsi di recupero.

L'espressione della donna cambiò dallo stupito al divertito in meno di un secondo e per un attimo Mont pensò che avesse saputo della sua cotta inopportuna, e che quindi sarebbe stato licenziato seduta stante e sarebbe andato a vivere sotto i ponti o, ancora peggio, a casa di sua madre. Come aveva fatto, quella megera? Era stato attentissimo a non far trapelare nulla, sempre indifferente e disinteressato quando si parlava di Jehan, addirittura la maggior parte delle volte si asteneva dal guardarlo - e per lui non era di certo una cosa facile!

"Lo sapevo che volevi arrotondare un po' lo stipendio, birbantello!" La preside interruppe l'interminabile monologo dell'insegnante, che tirò un sospiro di sollievo "Non so come faremo con i finanziamenti, forse ti dovremo pagare un po' di meno. Però, se vuoi comunque provare a fare questi benedetti corsi, io proverò a trovare i soldi." E fece l'occhiolino a Mont. Questi deglutì e la ringraziò, poi, inventandosi qualche scusa, si defilò.




-note dell'autrice-
È la prima storia che pubblico dopo diversi anni (sono nervosissima tbh) e spero veramente che vi sia piaciuta! Il secondo capitolo arriverà un po' in ritardo perché sarò in vacanza per le prossime due settimane ;;
Un ringraziamento speciale alla mia amata consorte Myrtus http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=143971#main ) che mi ha sostenuta e aiutata in questo travaglio e ha avuto pure la pazienza di rileggere la ff ogni volta che scrivevo due righe nuove tvb
Un bacione a tutti quelli che hanno avuto il coraggio di leggere sta cosa, vi ringrazio di cuore :**

   
 
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