Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: _black_rose_    17/08/2015    4 recensioni
Magnus e Alec. Alec e Magnus.
-dal testo-
[...]Infine ritornò a guardare Magnus.
Era in piedi nella penombra, tuttavia Alec non aveva problemi a vederlo.
E lo Stregone lo stava guardando a sua volta, meravigliato. I loro sguardi si incatenarono. I suoi occhi erano ancora più luminosi e belli di come li ricordava. Ne distingueva ogni pagliuzza oro e verde attorno alle pupille da gatto dilatate.
La pelle del viso poi era priva di imperfezioni o di segni del tempo, di quel colore ambrato che amava tanto.
Rimase fermo, il vento che gli scompigliava i capelli ma che non gli procurava nemmeno un brivido di freddo. Non sapeva quanto tempo fosse rimasto così. Potevano essere passati secondi, minuti, decine di minuti.
Poi mosse qualche passo verso Magnus. Quando lo raggiunse, gli gettò le braccia al collo, e scoppiò a piangere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Magnus sì asciugò in fretta le lacrime col dorso della mano non appena vide la terra di fronte a sé smuoversi.
Per qualche istante ebbe paura che fossero stati la sua immaginazione e i suoi sensi alterati a fargli avere un'allucinazione o il movimento di qualche ombra, ma quando notò che anche Isabelle e gli altri si erano riavvicinati a dove giaceva seppellito Alec, capì che non si era ingannato.

Cambiò in fretta posizione, mettendosi in ginocchio, e cominciò a scavare nella terra appena vide le punte delle dita dell'altro emergere dal terreno. Prese a scostare la terra più velocemente, incurante dello sporco sulle mani e soprattutto delle parole degli altri, che sembravano volerlo avvertire di qualcosa che non aveva ascoltato. Ad un certo punto una voce alle sue spalle sovrastò le altre. 
"Magnus, devi spostarti. Sul serio, ricordi come Simon mi avesse attaccata appena completata la transizione? Non è stato bello, non ti conviene sperimentare la stessa situazione." Lo stregone riconobbe la voce di Clary e subito dopo quella  sommessa del ragazzo nerd, di cui al momento non voleva sforzarsi di trovare un nome, nemmeno uno che assomigliasse vagamente a quello corretto. "I-io... Mi dispiace, lo sai."
La rossa doveva aver alzato gli occhi al cielo, per poi cercare di rincuorare l'amico. "È tutto okay, era solo per mettere in guardia Magnus."
Simon si avvicinò al corpo di Alec quando tutto il suo braccio era ormai all'aria aperta, e contrastava nettamente con le tonalità scure e ombrose circostanti. "Amico, lascia fare a me, è più sicuro così." 
Magnus lo guardò in un impeto di nervoso e d'astio. "Senti, ragazzo-topo, è del MIO fidanzato che stiamo parlando, che cosa non ti è chiaro della frase 'Io non me ne vado'?" Soffiato ciò si voltò e riprese ad aiutare Alec ad uscire. 
"Ma non lo ha mica detto..." sentì sussurrare il vampiro alla ragazza.
Lo Stregone si voltò e lanciò uno sguardo inceneritore al vampiro, che nel frattempo aveva ricevuto anche una gomitata nelle costole da Clary. Se le occhiatacce avessero potuto uccidere, ecco, quella sarebbe stata la fine del Diurno.

"Magnus, ascoltami. Lo so che non vuoi lasciare solo Alec, ma è per il tuo bene. Lascia che Simon lo tiri fuori di lì e lo nutra per bene, così sarà più gestibile e potrai stare con lui." La voce di Isabelle, accucciata di fronte a Magnus, suonava confortante e relativamente calma, tanto che lui stava quasi per darle retta, ma poi scosse forte la testa. "Mi avete forse preso per un Mondano indifeso?"
"No Magnus. Ti chiediamo solo di spostarti un po', così che Alec non debba piangere sul tuo cadavere in caso ti squarciasse la gola, o autocommiserarsi per averti fatto del male." Questo era Jace, che se n'era tornato col suo tono strafottente da fighetto viziato, a detta di Magnus.
"Oh per Lilith!" Magnus, scocciato, si alzò di scatto e gettò a terra la sacca di sangue che teneva in mano, che per poco non esplose. "Sapete che vi dico? Fate pure da soli!"

Magnus era frustrato. Frustrato e un bel po' scombussolato per ciò che era avvenuto nelle ultime ore. Controvoglia si distanziò dagli altri, andandosi ad appoggiare col fondoschiena su una lapide grigia rettangolare a qualche metro dal gruppo. Che si arrangino tutti, pensò. Gli dispiacque solo non aver potuto continuare ad aiutare il suo Fiorellino, di certo non era con lui che era arrabbiato, ma alla fine era proprio Alec quello che ci stava rimettendo, dovendo arrangiarsi a scavare da sotto terra, senza nessuno che collaborasse.
Isabelle e gli altri se ne stavano a circa un metro di distanza dalla tomba, tranne il Diurno, che vi era accucciato di fronte e teneva vicine le sacche di sangue.
Magnus rabbrividì dal freddo e si strinse le braccia attorno al petto, in cerca di conforto.

Qualche minuto dopo, il terreno ebbe un altro sussulto, più forte del precedente; lo Stregone riportò in fretta lo sguardo dalle sue scarpe alla tomba, e vide che si era formata praticamente una piccola voragine, dalla quale stava uscendo il suo Alexander, facendo leva sulle braccia.
Magnus si rimise diritto in piedi, e si trattenne dal catapultarsi verso il moro.

Alec, una volta alzatosi, si guardò intorno spaesato, fino a che il suo sguardo non cadde involontariamente sulle due sacche di sangue che Simon, in piedi di fronte a lui, teneva in mano. All'improvviso sentì un dolore lancinante alle gengive e pochi istanti dopo al labbro inferiore, e portò una mano alla bocca, per poi notare che le dita, oltre a essere sporche di terra fin sotto le unghie, ora lo erano anche di sangue rosso scarlatto. Abbassò la mano e il suo sguardo incontrò quello del Diurno. 
Questo portò una delle due sacche alla bocca e l'aprì con gli affilati canini. Prima che potesse passargliela, Alec vide che l'espressione dell'altro era cambiata. Gli occhi si erano fatti più scuri, le pupille dilatate al massimo e aveva cominciato a deglutire a vuoto.
"Dove hai preso queste sacche?" chiese il vampiro senza specificare a chi stesse ponendo la domanda. Dalle sue spalle giunse una voce che Alec avrebbe riconosciuto tra mille. "Dalla banca del sangue, da dove altrimenti?" Spostò lo sguardo nella direzione da cui proveniva la risposta, e vide la figura maestosa di Magnus.
"Quindi è sangue umano." Quella del Nascosto non era una  una domanda, ma il "Sì" dello Stregone giunse comunque.
Alec si chiese perché se ne stesse in disparte. Aveva uno sguardo che tradiva dolore e rabbia. Ne era lui la causa? Era forse arrabbiato con lui? 
Indugiò su Magnus ancora qualche istante, poi spostò lo sguardo. Se era lui la causa della sua rabbia, non sapeva proprio quale fosse il motivo.
Simon non aveva replicato altro, dopo la conferma dello Stregone, ma i suoi tratti si erano induriti.
Alec sentiva il suo corpo quasi bruciare e implorare qualcosa. Ma che cosa? si chiese. Sembrava che gli avessero iniettato veleno nelle vene, e la gola gli doleva ancor di più. Era tutto così strano.

Simon gli si avvicinò e gli porse la sacca aperta. D'istinto allungò subito la mano, come se i suoi movimenti fossero sconnessi dagli ordini impartiti dal suo cervello, afferrò il sacchetto e lo portò alla bocca, cominciando a berne a grandi sorsate il contenuto. Era dolciastro e aveva il sapore metallico del ferro. Ma soprattutto era inebriante.
Prese anche la seconda sacca, che aprì da solo, e la terminò in pochi secondi, per poi gettare a terra la plastica rimasta.
Sentì che il bruciore dentro di sé cominciava a scemare, così come il senso di fame e vuoto. Si chinò e ne raccolse una terza da terra, posata di fianco ai piedi di Simon.


Dopo aver bevuto la terza sacca di sangue, il mondo intorno a sé sembrava più vivo e luminoso, tutto appariva scintillante come i glitter che usava il suo ragazzo sui capelli, il vecchio cimitero... un posto felice. 
Mentre faceva correre lo sguardo intorno a sé incontrò Clary. Gli sembrava di poterle vedere ogni singolo capello rosso e tutte le doppie punte. Alla sua destra, Isabelle. Lei no che non aveva doppie punte. Si soffermò a guardare la sorella. Aveva una mano sul volto, che stava asciugando le lacrime versate fino a poco prima. La sua chioma era lucente e impeccabile. Aveva la pelle chiara e luminosa, così come gli occhi. Per non parlare dell'oro di quelli di Jace, che sembrava avrebbero potuto illuminare da soli una stanza buia. Guardò bene il biondo. Poteva vederne ogni minuscola imperfezione, ognuna delle quali, a suo parere, lo rendeva ancora più bello.

Infine ritornò a guardare Magnus. 
Era in piedi nella penombra, tuttavia Alec non aveva problemi a vederlo. 
E lo Stregone lo stava guardando a sua volta, meravigliato. I loro sguardi si incatenarono. I suoi occhi erano ancora più luminosi e belli di come li ricordava. Ne distingueva ogni pagliuzza oro e verde attorno alle pupille da gatto dilatate.
La pelle del viso poi era priva di imperfezioni o di segni del tempo, di quel colore ambrato che amava tanto.

Alec riusciva a vedere e a sentire un sacco di cose che prima non era in grado di cogliere. Tutti i suoi sensi erano amplificati. Gli sembrava di essere stato cieco e sordo, ma ora non più, ora vedeva. Vedeva Magnus bello come non lo aveva mai visto; era sempre la stessa persona, sì, ma arricchita di tutti quei dettagli che nemmeno uno Shadowhunter dotato di rune della vista avrebbe potuto vedere. La lievissima cicatrice all'altezza del tricipite destro, ad esempio. Nonostante conoscesse il corpo di Magnus praticamente alla perfezione, non era mai stato in grado di vederla. 
O il suo profumo. Una volta sentiva sulla sua pelle solo l'odore di sandalo e caramello, adesso invece era una magia combinata del solito sandalo, una lieve scia di bruciato e, sotto sotto, dell'odore metallico del sangue.

Rimase fermo, il vento che gli scompigliava i capelli ma che non gli procurava nemmeno un brivido di freddo. Non sapeva quanto tempo fosse rimasto così. Potevano essere passati secondi, minuti, decine di minuti.

Poi mosse qualche passo verso Magnus. Quando lo raggiunse, gli gettò le braccia al collo, e scoppiò a piangere.

 

Angolo della me:
Sono tornata in tempi piuttosto contenuti, rispetto al mio solito. 
Magnus, poverino, è piuttosto nervoso e si rifà su Simon. Ma noi lo amiamo e giustifichiamo comunque, nevvero? 
E Alecuccio è preso dall'ebbrezza del sangue umano, come era capitato a Simon. Ho appena terminato CoFA e sì, il titolo del capitolo viene da lì, quando Simon descrive i vampiri che lo hanno trasformato come "fiori di carta bianca". E io, non sapendo che titolo dare, ho ritenuto fossero provvidenziali quelle quattro paroline. E poi adoro l'immagine che evocano. Qualcuno strangola con me quella subdola di Camille? Please.
Ringrazio di cuore Trislot, Federica (che non vuole essere citata col suo nick) e la new entry kalisi81_. Ovviamente anche tutti gli altri lettori silenziosi che invito sempre a fare un cenno della loro presenza. <3 
A presto!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: _black_rose_