Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: FreDrachen    17/08/2015    2 recensioni
Cosa potrebbe mai accadere se un Angelo si innamorasse di un Demone? E se il Demone ricambiasse?
Non è impossibile.
A Gabriele e Lilith è successo. E sono disposti a tutto per proteggere il loro amore proibito.
Anche a costo della vita.
Saranno messi a dura prova dagli Inferi e il Paradiso.
Il loro amore riuscirà a scalfire le avversità e perdurare in eterno? O sarà sconfitto condannandoli a un'eterna divisione?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heaven & Hell'
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Capitolo 58

Quivi sospiri, pianti  e alti guai
risonavan per l'aeresanza stelle,
per ch'io al cominciar ne lagrimai…
Divina Commedia Inferno, Dante, Canto III vs.22-24

«Guai a voi, anime prave!
non isperate mai veder lo cielo:
i'vegno per menarvi a l'altra riva
ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo…»
Divina Commedia Inferno, Dante, Canto III vs 84-87
 

Messa quanta piú distanza possibile tra se e il luogo dove si era scontrato con laLupa, si permise di fermarsi un secondo per riprendersi.
Certo, aveva superato la prima prova, ma quanto ci sarebbe voluto prima chel'Infernolo schiacciasse?
Scacció dalla testa quel pensiero pessimista.
Aveva una missione da portare a termine. E nessuno sarebbe stato in grado di fermarlo.
Perso nei suoi pensieri neanche si accorse di aver raggiunto la radura che stava cercando. Il cuore della Selva che celava l'ingresso per l'Inferno.
Con lo sguardo studió ogni centimetro di quella radura, nella speranza di cogliere un particolare che l'avrebbe condotto alla Porta.
Niente da fare.
La radura di persé, non aveva nulla di insolito, nulla che stonasse con ció che la circondava.
Represse un moto di stizza. Non era andato fino a lí per combattere contro una creatura infernale senza motivo.
Avrebbe trovato un modo per intruffolarsi nel mondo nemico.
E nella sua mente trovó la risposta.
Il Libro delle Ombre.
Qualche giorno prima l'aveva sfogliato velocemente senza dargli troppo peso. Ebbe un tuffo al cuore nel pensare che quel momento non non si sarebbe mai aspettato di finire in una situazione simile, preso com'era a trovare un modo oer stare con la sua Beth.
I suoi occhi avevano letto una formula in latino, nel capitolo I sezione "Aprire portali per l'inferno".
Sorrise. Lì per lì non si sarebbe mai immaginato di usarla, ma per salvare Beth era disposto a tutto, anche a ricorrere alle armi dei suoi nemici.
Si posizionò a fianco a un grosso albero ai margini della radura. Se si fosse aperto sul serio un portale, doveva stare attento.
«Aperite portas inferi*»recitó quasi titubante.
Non accadde nulla. Eppure era sicuro che la formula fosse giusta. Dove aveva sbagliato?
Forse, forse doveva caricarla di odio, la vera forza dei Demoni. Doveva sfruttare i mezzi dei suoi nemici se voleva entrare nel loro regno delle tenebre.
Chiuse gli occhi, portando a galla nella sua mente il volto di Jake, in quel momento l'unica cosa che odiava con tutto se stesso.
 «Aperite. Portas. Inferi»scandí bene, tenendo sempre la sua mente concentrata sul volto del nemico.
La terra cominció a tremare, ma Gabe rimase fermo al suo posto concentrato, le mani tese in avanti con i palmi rivolti verso terra.
Dal nulla il terreno si aprí in una scalinata che pian piano cominció a srotolarsi verso il centro della Terra. La sua via d'accesso.
Gabe poggiò il primo piede sullo scalino. Da quel momento la sua unica priorità sarebbe stato uscire dall'inferno con Beth. Il resto sembrava essersi dissolto nella sua mente.
Scese le scale lentamente e in silenzio. I suoi passi risuonavano ritmicamente sulla superficie umida e viscida dalla presenza di muschio, come se per anni e anni nessuno avesse mai messo piede lì.
Il tempo che passò parve un'infinità, ma alla fine trovò la fine di quella lunga scala a chiocciola. E si ritrovò in una caverna, una sorta di grotta naturale di cui scorgeva a stento il soffito. Le sole cose che notava, vagamente bozzate, erano le punte delle stalattiti taglienti come lame. Alle alte pareti erano ancorati acciaini sulle cui punte risplendevano lingue di Fuoco Infernale, che illuminavano in modo spettrale la grotta.
E alla fine vide incombere su di sé la Porta. Enorme, sembrava toccare il soffitto, nera come l'inchiostro. Gabe si avvicinó piano, notando che uno dei due battenti era a terra. La Porta era stata abbattuta da Cristo quando era penetrato nell'Inferno per liberare le anime giuste che erano diventate le prime anime a insediarsi nella Candida Rosa, uno dei tre Cieli non controllati da un Arcangelo, e il più vicino al Signore.
Mano a mano che avvanzava, la sua mente riportó a galla dei versi della Divina Commedia.
 
Per me si va nella città dolente,
 
Già sulla sua pelle sentiva il dolore e l'odio proveniente da sotto disé, dove si snodava ininterrottamente fino al centro della Terra l'Inferno. Sentiva le forze che pian piano lo abbandonavano, come se quel luogo le risucchiasse via e se ne nutrisse.
 
per me si va ne l'etterno dolore,
 
Se smetteva di camminare gli pareva quasi di sentire già le grida di dolore dei dannati, condannati per le loro colpe di cui si erano macchiati in vita, per l'eternità.
 
per me si va tra la perduta gente.
 
Quanto odioriusciva a covare il cuore degli uomini? Lui stesso, che a suotempo era stato vivo, non riusciva ancora a comprendere come facessero gli esseri umani a lasciarsi tentare dal male. Una scappatoia nella vita? Un modo per sentirsi importanti e superiori agli altri?
Un vero mistero.
E quando fu sotto il portone lessel'ultimo verso, la condanna definitiva per i dannati li rinchiusi.
 
Lasciate ogni speranza, voi c'entrate.
 
Perché l'Inferno era questo, un luogo che toglieva tutto in primis la speranza, la speranza di redenzione per le anime lí condannate per l'eternità, o almeno fino al Giudizio Universale.
"Chissà come la prenderebbero se sapessero che abbiamo sventato l'Apocalisse" si ritrovó a pensare. L'avrebbero scuoiato vivo? Massacrato di botte?
Meglio tacere su questo, concluse con convinzione.
Si fermó davanti all'uscio della Porta. L'interno sembrava il vuoto piú assoluto, una macchia scura simile al catrame.
Allungó la mano, e questa si trovó a toccare, come aveva pensato, una superficie oliosa e poltigliosa. Quello era il primo passo che non l'avrebbe condotto nell'Inferno vero e proprio. Ad attenderlo si trovava prima l'Antinferno, almeno stando dalla mappa di James.
Con disgusto si fece corraggio e in una sola corsa di catapultó della sostanza. Ad attenderlo trovó buio. Buio e silenzio. Silenzio rotto dal suo respiro affannoso. Sperava che l'Inferno vero e prorio fosse piú illuminato e non così desolante.
Camminó tastando il terreno solido(almeno era solido)che aveva sotto i piedi cautamente. Di accendere una fiammella di Fuoco Celeste non se ne parlava. Si sarebbe fatto scoprire subito.
Quand'ecco che all'improvviso dal nulla sentí delle grida, pianti e sospiri, lamenti come quelli in un campo di battaglia dopo un massacro. Lingue diverse si attorcigliavano tra loro, e non sempre erano di profonda supplica. Gabe sentí anche delle parolacce  e bestemmie blasfeme contro il suo Signore. Tra una parola e un lamento e l'altro sentira rumore di percosse. Ma questi suoni non duravano con la stessa intensità, alcune volte si affievolivano come se le anime lí torturate si allontanassero, e poi senza preavviso ecco che le grida tornavano a levarsi alte.E alla fine comprese di chi si trattava. Erano gli ignavi, coloro che erano vissuti senza infamia e senza lode, senza schierarsinè con il bene né con il male.
Né beati né dannati.
Gabe aveva sentito che tra loro c'era un gruppo di Arcangeli che al momento della prima Apolalisse si era definito Neutrale e che il suo Signore alla fine della guerra aveva condannato e che erano stati confinati da Lucifero nell'Antinferno.
Ma non ne scorse nessuno nel gruppo di anime che man mano si stava avvicinando alla sua posizione. L'uomo in testa brandiva una bandiera bianca vuota che girava senza meta di qua e di là, e dietro un gruppo eterogeneo di gente che la seguiva bramosa. Correvano senza sosta su un tappeto di vermi, inseguiti da vespe che li pungevano ripetutamente. Il loro sangue impregnava il terreno bevuto senza sosta da quei vermi...
Gabe sentì lo stomaco contrarsi. Aveva visto di peggio, non c'era dubbio ma vedere quella gente ridotta in quelle condizioni gli faceva venire il voltastomaco.
Ignavi. Gente che non aveva mai fatto una scelta o che se l'aveva fatta non se n'era mai assunta la responsabilità;gente amorfa che non ha mai voluto emergere e che si è sempre nascosta dietro a qualcuno, un tiranno o un amico. La loro condanna eterna era procedere in un moto perenne senza scopo, come la loro vita.
Cercò di focalizzare qualcuno che avrebbe potuto scorgere tra quella gente, ma era come se i nomi scivolassero via dalla sua mente così come i volti. Era come se i loro visi non rimanessero impressi nella mente ma che scomparissero come se fossero disegnati con l'inchiostro simpatico.
Non si trattenne ulteriormente e continuò il cammino.
Bastarono solo pochi metri che si dimenticasse di loro.
 
Camminò spedito, come se nulla potesse fermarlo. E in effetti era la verità. Era disposto a tutto, la mente era già calata completamente nella missione. Arrivò ai piedi di una piccola salita che percorse senza problemi e senza accenno di fiatone, merito dell''addestramento. Arrivato sul dosso si ritrovò a fissare un fiume che si snodava dall'orizzonte come un serpente impetuoso. Sulla sua riva scorse sagome che pian piano che si avvicinava riconobbe come umane. Se ne stavano accalcate su un pontile e sembravano bramose di passare all'altra riva.
L'Acheronte. I fiume infernale, il confine vero e proprio tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Gabe capì che le anime venivano condotte sulla riva dalle Succubus per essere poi portate nell'Inferno vero e proprio.
Ma perché tutti avevano questa fretta di attraversarlo? Sapevano cosa riservava l'altra sponda del fiume? Michael gli aveva spiegato in parte come funzionava. Come un condannato a morte che vuole affrettare il supplizio, così la giustizia divina li sprona a trasformando il terrore in desiderio.
Man mano che si avvicinò sentì crescere nel cuore una sorta di disgusto. Le anime si spingevano, insultavano, tagliavano la fila per piazzarsi tra i primi. Gabe si affrettò a confondersi tra di loro. Per fortuna le leggi all'inferno erano cambiate, e le anime giravano vestite. Tanto i Demoni avevano constratato che avrebbero patito comunque le loro pene.
Il suo sguardo vagó fino a posarsi su un'imbarcazione nera, una gondola di proporzioni simili a quelle di un battello. Quello che piú spiccava era la figura imponente del timoniere, un vecchio dalla lunga barba bianca e vestito in una tunica dall'aspetto antico. Fissava con malvagità le anime che gli stavano davanti con due occhi ardenti come braci.
Girava il suo remo nell'acqua scura con lunghe vogate, borbottando tra sé e sé infastidito.
Poi, attraccata a riva l'imbarcazione, lo alzó al cielo, cominciando a sbraitare:«Che cos'avete da urlare? Trattenete il fiato per le pene che vi attengono! Io sono Caronte, il Traghettatore, e dove vi porteró non ci saranno altro che dolore e disperazione, gelo e fuoco, le tenebre eterne».
Le anime a fianco a Gabe sbiancarono. Non sembravano avere piú tanta voglia di attraversare l'Acheronte. E quando presero consapevolezza di ciò che stava per accadere cominciarono a tremare di paura, bestemmiare contro il Signore, i genitori, la loro terra...
Rassegnati, i futuri dannati si misero in fila ordinata sul pontile, e se qualcuno rompeva le righe o si tirava indietro, si trovava Caronte pronto a colpirlo con il remo. A ogni cenno del Demone si sistemavano sulla nave. Gabe si trovava a metà fila, e quando arrivò in prossimità di Caronte trattenne il fiato. Avrebbe capito che non era una comune anima? La fortuna fu però dalla sua. Caronte distolse lo sguardo dopo avergli gettato un'occhiata indifferente, e Gabe si affrettò a prendere posto tra un uomo e una donna. All'apparenza sembravano persone distinte. Ma cos'avevano combinato per finire li?
Venne sbalzato debolmente in avanti quando il battello si staccó dalla riva. Gabe si voltó verso la spiaggia constatando che nuove anime si stavano ammassando là dove si era trovato fino a un istante prima.
La barca scivolava lieve sulla superficie scura, anche se ogni tanto pareva scontrasse qualcosa.
Gabe gettò uno sguardo all'acqua, raggelando.
Appena sotto la superficie scorse dei cadaveri, del tutto diversi da quelli dei film horror. Erano salme vere e proprie, zuppe e rigonfie, inespressive come la morte. Alcune erano a faccia in giù, altre in su, e quelle che riusciva a scorgere avevano tutti le labbra viola e la pelle cadaverica. I capelli ondeggiavano nell'acqua, e i corpi si scontravano l'uno con l'altro al passaggio del battello.
Caronte nel vedere l'orrore dei suoi passeggeri, rise sguaiatamente.«Li vedete? Questi sono i disperati che hanno tentato di fuggire dall'Inferno attraverso l'Acheronte. Poveri sciocchi! Non avevano mai capito che dall'Inferno non c'è via d'uscita»
Una violenta scossa di terremoto percorse l'Acheronte da cima a fondo.
Gabe si rannicchiò su se stesso stando ben attento a non farsi sbalzare fuori dalla nave.
E alla fine arrivarono a riva, dove ad attenderli trovarono due strade che portavano in due direzioni diverse.
Nessun cartiglio simboleggiava dove portassero, ma in quella di destra Gabe scorse una debole luce.
Le anime scesero con espressioni sconfitte dipinte sul viso, e imbucarono la strada di sinistra. Senza farsi notare Gabe invece si tuffò in quella destra, sperando fosse la strada più breve che conduceva alla sua Beth.











Angolo autrice:
Ciao a tutti^^
Eccomi finalmente con un nuovo capitolo XD
Qui siamo entrati ufficialmente nell'inferno...e nel prossimo...surprise ^^
ringrazio tutti voi che seguite la storia :3

Drachen
   
 
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