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Autore: AlessiaOUAT96    17/08/2015    1 recensioni
Raccolta di One Shot con protagonisti gli Avengers.
Ad ogni personaggio corrisponde un capitolo.
Seguirà una fanfiction
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La sua mano era stranamente ferma. Quella era la sua decisione sin dall’inizio.
-Intrepidi!-
Sì, Clint Barton d’ora in poi sarebbe stato considerato un Intrepido. Non doveva più chiedersi perché fosse nato tra i Pacifici, sin da bambino sognava una vita più avventurosa, più spericolata che non dovesse limitarsi ad arrampicate sugli alberi per raccogliere mele ogni tanto facendo qualche acrobazia seguita dal rimprovero dei compagni.
-Rischi di farti male!- urlavano.
-Lo so ma è divertente!- rispondeva.
No. Sarebbe stato diverso, avrebbe preso un treno in corsa, avrebbe potuto allenarsi senza nascondersi dagli altri membri della fazione.  
Sì, perché lui si nascondeva, era costretto altrimenti lo avrebbero sicuramente evitato. Quale Pacifico avrebbe mai voluto giocare a tirare con arco e frecce? Chi si sarebbe divertito a lanciare coltelli contro spaventapasseri? Chi tra i Pacifici avrebbe impugnato un bastone a forma di spada per ingaggiare un finto duello?

Nessuno, questa era la risposta ed il motivo per cui lo faceva sempre di nascosto sin da bambino  quando si annoiava. Aveva provato con gli Abneganti ma anche loro lo avevano guardato storto e lui era stato costretto a mentire dicendo che era solo uno scherzo per vedere la loro reazione. Una bugia non fa male a nessuno, i grandi lo dicevano sempre.

Una volta aveva incontrato un bambino, più grande di lui, dei Candidi che aveva preso di nascosto dei biscotti e quando fu scoperto in men che non si dica, disse la verità su dove li aveva nascosti.
-Perché non hai detto che non lo sapevi per poi mangiarteli di nascosto per evitare che ti accusassero?-
-Perché le bugie non si dicono- rispose quello dalla stanza in cui era stato messo per punizione.
E da quel momento smise di frequentarli. Non capiva il motivo di tanto scandalo per una piccola menzogna.

Si allenava di nascosto in un capannone abbandonato. Aveva costruito con facilità un arco e delle frecce smussate utilizzando quello che trovava in giro. Se la cavava con la mira sia con le frecce sia con coltelli. Quando aveva undici anni, scoprì che anche due fratelli si allenavano nello stesso posto, una ragazza dai capelli scuri che riusciva a muovere gli oggetti ed altro come se nulla fosse, ed un ragazzo dai capelli biondi chiari che correva come un fulmine.

Non si erano mai accorti di lui, infatti, se ne stava sempre sulle travi del vecchio edificio, pur sapendo che erano pericolanti, non cambiò atteggiamento perché sì, aveva qualche muscolo per la sua età ma era pur sempre un ragazzino di undici anni che sapeva arrampicarsi e tenersi con due mani sopra una trave.
Poi due anni dopo gli venne in mente di pedinarli di nascosto, ovviamente.

Ogni volta che finivano di allenarsi, li lasciava allontanare e poi scendeva, seguendoli furtivamente mentre la notte prendeva il posto del giorno, quando le stelle comparivano in cielo ed il sole tramontava lasciando una scia di colori come arancione e giallo per poi passare al nero della notte con le sue scintillanti stelle e la meravigliosa luna.

La prima cosa che scoprì furono i loro nomi: Wanda e Pietro.
Erano orfani di entrambi i genitori e vivevano con la famiglia adottiva. Guardandoli Clint poté benissimo capire  che non avessero un solido rapporto: i genitori non si curavano molto di loro a parte durante i pasti ed il lavoro che tutti i componenti svolgevano e questo permetteva ai gemelli di uscire indisturbati e tornare  giusto prima dei pasti.

Erano di poco più giovani di lui ma non riuscì a scoprire di quanto. La notte tenevano sempre le finestre aperte e Clint non poteva permettersi di farsi scoprire, così si limitava ad osservarli mentre si allenavano.
Il resto della sua vita passava normalmente senza problemi ma da tempo desiderava cambiare vita: diventare un Intrepido.

Il test non fu un problema, non voleva uccidere il cane ma quando l’animale lo attaccò, lui chiuse gli occhi per non vedere ciò che aveva fatto. Era vero doveva difendersi ma essendo abituato ad una vita pacifica e tranquilla in mezzo agli animali delle fattorie, gli dispiaceva doverlo fare. Il cane non morì al primo colpo, infatti, quando un bambino gli si avvicinò, Clint dovette mettersi fra i due e sfidarlo, l’animale morì poco dopo.
Mentire gli fu molto facile e non dovette usare alcun tipo di arma.

La scelta fu rapida ed indolore, talmente l’adrenalina scorreva nelle sue vene che non sentì nemmeno la lama ed automaticamente senza pensarci nemmeno, lasciò che il sangue cadesse sui carboni ardenti.

Durante il tragitto sul treno la sua attenzione si concentrò su una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi. Si stavano sfidando silenziosamente e nessuno dei due cedette fino a quando non dovettero saltare.
Non si stupì della disinvoltura della ragazza, capì che era un’iniziata  Intrepida interna dal suo atteggiamento e dal suo abbigliamento, ne era stranamente attratto e non ne capiva il motivo.
Saltò dal cornicione come se fosse la cosa più normale al mondo, in fondo era abituato a simili gesti e doveva ammettere che l’aria che si infilava tra i suoi vestiti lo faceva sentire bene, libero da ogni convenzione.

-Come ti chiami? Attento, non potrai più cambiare il tuo nome- chiese qualcuno.
Rispose tranquillamente –Occhio di Falco-
-Benvenuto tra gli Intrepidi-
Con la coda dell’occhio poté notare i capelli rossi della ragazza, poi si girò del tutto e vide che stava sorridendo, trovò quel sorriso meraviglioso, non stonava con nulla di lei.
“Ma a cosa sto pensando?!”

***

GEMELLI MAXIMOFF POV

Di una cosa erano certi: i Pacifici non li avrebbero mai scelti. Vita monotona, non come gli Abneganti, ma pur sempre monotona, lavoro nei campi e ostentazione di felicità. E poi cosa? L’unico loro vero svago erano gli allenamenti serali prima di cena o a volte prima di pranzo. La famiglia adottiva non era molto disponibile, strano di solito le altre lo erano ma la loro no.
-Cosa abbiamo che non va, Pietro?-
-Io credo che sappiano dei nostri poteri, Wanda, ma non vogliono farlo sapere in giro..-
-Per fortuna! Ci mancherebbe che diventassimo Esclusi!- rispose mentre si dirigevano verso il capannone abbandonato.

Da un po’ di tempo trovavano armi rudimentali di vario genere: archi, frecce, coltelli smussati etc..
Non ci facevano molto caso, pensavano che appartenessero a qualcuno che abitava qui, forse prima di diventare un Escluso.
Wanda li utilizzava per allenarsi, sollevava i coltelli e li puntava contro i bersagli e il più delle volte li centrava, anche se capitava che per errore colpisse Pietro che correva come un fulmine su e giù per l’edificio.
-Ahia!-
-Scusa.. ma stai più attento anche tu, non ho ancora una mira perfetta!-

E poi ridevano, lo facevano per non piangere pensando che loro erano diversi dagli altri. Non avevano mai visto persone con poteri come i loro e questo li rattristava.
-Wanda.. noi non siamo diversi..-
-…Lo so.. siamo speciali!- si ripetevano ogni volta che calava un silenzio tombale.
Qualche volta a Pietro sembrava che qualcuno lo stesse seguendo ma per non far preoccupare la sorella, non diceva nulla e dopo un po’ non ci fece più caso.
La loro vita non gli piaceva, speravano che tra gli Intrepidi, trovassero qualcun altro di diver.. di speciale come loro.

Nessuno dei due uccise il cane, Pietro lo stordì correndogli attorno fino a confonderlo, Wanda invece lo sollevò da terra e gli fece perdere i sensi ; per salvare la bambina, utilizzò i suoi poteri per salvarsi entrambe. Nessuno dei gemelli prese il coltello, il formaggio non gli servì a molto dato che utilizzarono le loro capacità.
Uccidere sarebbe andato contro i loro valori ma dovevano aiutare chi ne aveva bisogno e non esitarono. Wanda sapeva che anche se avesse scelto l’arma non avrebbe avuto la forza di usarla anche perché sapeva che il suo corpo non era abbastanza allenato per farlo.

Pietro invece era consapevole che poteva usare il coltello ma si rese conto che sfruttare la violenza in ogni occasione, non portava nulla di buono, sennonché voglia continua di potere sugli altri.

Loro volevano solo salvare l’innocente. Non volevano che morisse come i loro genitori e per questo mentirono e non dissero nulla anche quando stavano per essere strangolati. In entrambi i test, si liberarono con calci e pugni fino a far perdere i sensi al nemico.
Per prima scelse la fazione Intrepidi Wanda e Pietro, non potendo lasciare sola la sorella, fece lo stesso.
Per salire sul treno Pietro prese Wanda in braccio e salirono all’ultimo secondo solo per godersi il vento che il treno sollevava.
Saltare dal cornicione fu difficile e all’inizio esitarono, poi però non volendo vivere da Esclusi, saltarono uno alla volta.

-Nome?-
-Scarlet- rispose Wanda.

Poi arrivò il fratello che precedette la domanda, rimbalzò sulla rete e scese con facilità senza l’aiuto di nessuno –Quicksilver-

Nuova identità, nuova vita.
 

n.d.a. et Voilà! Ecco la seconda One Shot..

Ho trattato sia Barton che i Maximoff solo perché li ho messi nei Pacifici all’inizio.

Farò una One shot per fazione iniziante e poi comincerò la stesura della ff.

La ff “La scelta” diventa il primo capitolo di una raccolta che chiamerò Scelte, ed ogni capitolo avrà il nome del personaggio a cui è dedicato.

 È la prima volta che scrivo con i gemelli e non so se ho reso l’idea del loro legame, spero di non aver annoiato troppe persone.. ammetto che Natasha mi è risultata più facile..

Ringrazio Alex_001 per la recensione!! :) ;)
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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