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Autore: Khailea    17/08/2015    2 recensioni
Mente cammino verso la scuola mi sento come se fossi rimasta sola,le persone intorno a me sono come dei semplici manichini neri,passo inosservata,quasi come un'ombra,ma in fondo per tutti è sempre stato così,non ho mai dato nell'occhio fin da quando ero piccola,eppure sono molto diversa dagli altri.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il mio primo giorno di scuola, avevo paura perchè caratterialmente sono sempre stata timida e faticavo a fare amicizia. Al tempo vivevo ancora con i miei genitori che mi accompagnarono a scuola augurandomi di fare tante amicizie e di diventare una studentessa modello. Arrivati rimasi a bocca aperta quando ci fecero fare il giro della scuola.
-Miei cari alunni benvenuti in questa nuova scuola, qui ci aspettiamo il meglio da voi e desideriamo che vi impegnate seriamente per non infangare il nome della nostra amata scuola. Al primo piano ci sono le aule di voi nuovi studenti e di quelli delle seconde, sono dipinte di bianco perchè voi siete esseri puri e tali dovete rimanere per il resto dell'anno. Al secondo piano le pareti sono state decorate di azzurro e sono per il terzo e quarto anno, all'ultimo è stato fatto un violaceo, un giorno arriverete li e sarte alunni modello di cui andare fieri!Mi raccomando contiamo tutti su di voi.-
Il discorso del preside suscito un fragoroso applauso da tutti, io intanto mi stavo guardando attorno, la scuola è completamente bianca e sopra alla porta c'è un grande striscione di benvenuto, il cancello è ciò che mi ha inquietato di più, sembrava quello di una casa stregata. I miei nuovi compagni guardavano tutti davanti, sembravano dei soldati e la cosa mi vece ridere, arrivata in classe ancora non smettevo di sorridere, ero così emozionata. I  professori erano gentili ed io mi impegnavo sempre raggiungendo sempre i massimi voti e rispondendo sempre a tutte le domande, inoltre non smettevo mai di sorridere. Non lo facevo per vanità ma perchè mi veniva spontaneo, ero solo una piccola ragazzina dai capelli rossi che era felice della sua vita....
Non avevo ancora avuto il coraggio di parlare con nessuno ed era già passato un mese, di solito nell'intervallo leggevo e studiamo ma poi un giorno qualcuno mi si avvicinò.
-Ciao!-
-C-ciao.-
-Ti dispiace se mi siedo vicino a te?-
-N-no fai pure.-
-Eheh come sei carina sei arrossita tutta.-
-Ti piace molto studiare eh?-
-Be si...da molte soddisfazioni alla fine, anche se è un po stancante.-
-Magari durante l'intervallo potresti staccare la spina e venire con noi a chiacchierare.-
Il sorriso di quella ragazza mi sembrava così sincero che non potei rifiutare, era così bello avere trovato un'amica. Mi presento tutti quelli nella classe e cominciammo ad uscire ogni giorno, i miei genitori erano fieri di me, studentessa modello e con tanti amici, ed io ero veramente felice. Passarono i mesi e non passava un giorno che non sentissi quella ragazza, ridevamo tantissimo assieme e uscivamo spesso raccontandoci segreti e parlando di quello che ci piaceva e l'aiutavo a fare i compiti, pensavo seriamente che fosse la mia migliore amica.
-Sai sono veramente felice di averti conosciuta.-
-Anche io Flaky, sei così gentile ad aiutarci tutti a scuola grazie a te stiamo migliorando.-
-Haha ma dai non sono cose poi così difficili, alla fine capito il meccanismo è tutto più semplice.-
-Hahaha hai ragione, mi piace tanto stare in tua compagnia. Be del resto sei la mia migliore amica.-
-E tu la mia.-
Mancavano poche settimane al mio compleanno ed io non vedevo l'ora che quel giorno arrivasse, avevo organizzato una festa con tutti i miei compagni, li conoscevo tutti e loro erano sempre felice di stare con me, li aiutavo tutti quando avevano bisogno di ripetizioni o altro e mi dicevano sempre che ero dolcissima ed una grande amica.....poi....
"Flaky ti aspetto nella palestra della scuola, mi raccomando non fare tardi.
La tua migliore amica."
Corsi a perdifiato verso la palestra felice come non mai, avevo un sorriso raggiante e quando entrai il cuore mi batteva a mille...ma tutti mi fissavano in silenzio. Mi sentivo strana come se qualcosa non andasse, cercai lo sguardo della mia amica che si stava avvicinando a me....per poi colpirmi con un pugno in faccia che mi stese a terra.
-Che cavolo hai da sorridere sempre razza di idiota!-
Prese a tirarmi calci in faccia mentre ero a terra, urlavo ai miei compagni di aiutarmi ma questi mi fissavano ridendo, quando i calci terminarono lei mi afferrò per i capelli.
-Idiota chi credi che ti aiuterà?Qui ti odiamo tutti!Sei sempre allegra e di buon umore inoltre sei la migliore della classe!-
Mi sbatté la testa a terra riprendendo a picchiarmi, a lei poi si unirono altre persone.
-I miei genitori non facevano altro che rompermi su quanto tu fossi allegra e sul fatto che io non andassi bene come te!Per colpa tua loro non mi hanno voluto più bene stronza!-
I colpi si facevano sempre più forti mentre le lacrime ed il sangue prendevano a rigarmi il viso.
-P-perchè...hai detto che eri...-
-Amiche?Che razza di scema l'ho fatto solo per farti fare i compiti al posto mio, credevo che prendendoti tutto quel tempo i tuoi voti sarebbero crollati e invece eri sempre la migliore....poi non smettevi mai di sorridere...hai rovinato la vita di tutti!Se non fossi nata sarebbe meglio per tutti noi.-
-Ma guardatela la cocca dei prof come piange.-
-Facciamogliela pagare così la smette di sorridere.-
-La vuoi sapere un'altra cosa?Io mi sono avvicinata a te solo per pietà quel giorno, facevi pena li tutta sola e volevo mostrare ai prof come fossi buona. Fai schifo, credi di essere come noi?Idiota fai schifo ti sei solo illusa, nessuno avrebbe voglia di stare con una stramboide come te.-
Il cuore mi faceva malissimo, dopo tutto quello che avevamo passato il mio mondo si stava distruggendo....
-Ragazzi perchè non ci divertiamo in un modo "speciale" adesso?-
Mi legarono le braccia e fecero passare una corda attorno al mio collo, poi mi strapparono tutti i vestiti, cercai di urlare ma mi imbavagliarono. Mi trascinarono poi verso il tetto della scuola con la corda legata al mio collo, poi mi calarono facendo dei nodi alle grate con le corde che mi tenevano le mani legate, i polsi mi sanguinavano e qualcuno tirava la corda al mio collo facendomi male, si ammucchiarono sotto di me cominciando a tirarmi degli oggetti quasi fossi un tira a segno. Non sapevo cosa facesse più male se le loro parole o quello che mi stavano facendo...il tempo sembrava non finire mai e quel che è peggio nessuno stava passando vicino alla scuola per aiutarmi. Alla fine mi fecero scendere tirandomi gli ultimi calci e sputandomi addosso.
-Ascoltami cagna...se osi dire quello che è successo la punizione sarà peggiore...chiaro?-
Mi lasciarono sola nel mio sangue e nelle mie lacrime, si fece tardi e zoppicando tornai a casa, non c'era nessuno. Andai nella mia stanza e piansi tutte le mie lacrime, mi chiesi cosa avevo fatto di sbagliato, se mi meritavo tutto quello...da allora le mie giornate peggiorarono. Durante le pause e il ritorno a casa venivo sempre malmenata, mi rubavano gli oggetti tiravano i sassi o ricevevo bigliettini in cui mi auguravano di morire...smisi completamente di sorridere e a causa di quei maltrattamenti la mia media peggiorò. A casa i miei genitori erano sempre infuriati con me, dicevano che ero diventata una delusione e che di una figlia così potevano farne a meno, intanto facevo di tutto per nascondere i lividi e i tagli. Qualche mese dopo che i ragazzi mi tesero un imboscata, e al comando c'era sempre lei....la consideravo la mia migliore amica ed ora era in prima fila per ferirmi. Ero sola nei corridoi mi presero tappandomi la bocca e mi infilarono nel piccolo cassetto che tenevano all'entrata per gli oggetti smarriti, lo fecero poi rotolare giù per le scale.
-Essere piccoli come te ha i suoi vantaggi, puoi stare in questi spazi senza farti male....be a tutto c'è rimedio....-
Tirandomi per i capelli mi fece uscire, avevo il viso sporco di sangue, non riuscivo nemmeno ad urlare. Senza farsi vedere mi portarono fuori mettendomi un pezzo di stoffa in bocca mi legarono le braccia e mi misero nel baule dell'auto di un ragazzo, il viaggio sembrava interminabile poi quando arrivammo mi buttarono di forza per terra legando poi l'altra estremità della corda alla macchina.
-Qui non passa nessuno perciò è il posto ideale per "allungarti"-
La paura mi assalì al pensiero di quello che stavano per fare, cercai di sciogliere i nodi ma l'auto parti....il dolore che provai fu indescrivibile, la mia pelle bruciava staccandosi e lasciando una scia di sangue lungo la strada, acceleravano e rallentavano a loro piacimento, durò ore questa tortura..mi lanciarono contro anche una bibita ghiacciata e passarono su una strada coperta di sassi appuntiti, ormai non avevo più lacrime da versare...
Alla fine del viaggio mi lasciarono nuovamente sola, raccontarono ai professori che ero uscita senza permesso e venni punita sia a casa che a scuola.
-Flaky basta non ce la facciamo più con te!Si può sapere che cosa ti è preso?!Ti comporti come una perfetta idiota!-
Avrei voluto dir loro tutto, ma il pensiero di ciò che potevano farmi mi rendeva muta, ogni sera piangevo in silenzio maledicendo la mia stupida vita. A scuola diventai sempre più fredda con i professori, usavo toni che li infastidivano e dicevano che il mio sguardo dava sui nervi, cominciai a odiare anche loro, prima quando facevo la brava si complimentavano sempre con me adesso invece non si domandano nemmeno cosa sia successo per rendermi così.
-Non ti rendi conto che infanghi il buon nome di questa scuola!-
Sembrava che importasse solo questo a loro, imparai a non ascoltarli e ad evitare il più possibile i miei compagni di classe, spesso però mi prendevano ed andavo in infermeria a medicarmi le ferite, però le cicatrici che avevo nel cuore non sarebbero mai guarite. A fine anno decisi di andarmene di casa, i miei continuavano a chiedermi il perchè di questa scelta, di cosa mi fosse successo, io però non rispondevo e non mi voltai nemmeno a salutare quando chiusi la porta alle mie spalle, avevo un lavoro e potevo mantenere sia la mia iscrizione a scuola che avere una casa mia. In seconda la mia vita non fu tanto diversa, i ragazzi continuavano a torturarmi picchiandomi per sfogare la loro rabbia, nella mia mente continuavo a chiedermi perchè si comportassero così, se quelle motivazioni poi fossero giuste, non ricevetti mai delle risposte nemmeno quando provai a parlarci. Finalmente però in terza quasi tutti si erano trasferiti in altre scuole, rimanevano solo poche persone che però smisero di picchiarmi, divenni un'ombra che passa inosservata tra la gente, e questi divennero per me semplici manichini. In quarta non rividi più nessuno di loro, nemmeno a scuola o in città, ma la storia si ripeteva ogni anno, venivo presa di mira dalle malelingue ed evitata come la peste, nessuno si avvicinava ma sentivo chiaramente le loro parole di odio per una ragazza asociale con uno sguardo che sembra dirti continuamente "Ti odio." Perchè alla fine era così, io li odiavo. Quando poi dovetti andare in quinta il preside mi comunicò la mia classe.
-Ti sei rivelata solo uno scarto, i tuoi voti sono orrendi, marini la scuola sei un'asociale e incuti timore a chi ti sta intorno. Quelli come te compromettono il nostro buon nome. Non posso permettere che ci trascini nella feccia insieme a te. La tua classe sarà quella nera in fondo al corridoio del quinto piano, li non potrai danneggiarci.-
E così finì in quella classe che per la scuola non esisteva....e per me andava più che bene...



 
 
Finito di raccontargli tutto Flippy adesso mi sta guardando con aria furente, quasi mi spaventa i suoi occhi sono terrificanti e pieni di una furia omicida. Però non dice niente e mi stringe tra le sue braccia.
-Ti prometto che ti proteggerò da chiunque provi a farti del male, io non voglio che tu soffra ancora. Non ti lascerò sola..-
Quelle parole alle mie orecchie suonano sincere, il mio cuore dice che non sta mentendo, allungo le braccia e rimaniamo abbracciati per qualche minuto mentre mi accarezza i capelli, poi io lancio un urlo e mi stringo più forte a lui.-
-C-che succede!?-
-S-sono senza vestiti!-
-O-o-o s-si scusa!E-ecco t-tieni questa maglia.-
Chiude gli occhi e si gira permettendomi di metterla, che imbarazzo accidenti me ne ero completamente dimenticata!La sua maglia verde mi sta tre volte più grande, quasi mi arriva alle ginocchia.
-F-fatto?-
-Fatto...-
Si gira lentamente, in viso è completamente rosso ma io di sicuro non sono da meno...
-Dovremmo occuparci delle tue ferite, aspettami qui.-
Mentre lo aspetto ne approfitto per guardarmi intorno, il letto di Flippy è molto ampio ha due morbidi cuscini e una coperta marrone, le pareti sono dipinte di verde, c'è un solo armadio aperto nella stanza che contiene vari pantaloni maglie e giacche, ai muri ci sono solo pochi quadri di diversi paesaggi.
-Eccomi.-
Delicatamente mi disinfetta i graffi, brucia solo un po per fortuna, mi fascia con estrema cura chiedendomi in continuazione se stringe troppo, è veramente dolce....
-Ecco fatto.-
-Grazie.-
Notando meglio lo trovo un po assonnato.
-Vorresti dormire un po?-
-Che?-
-Sembra che tu abbia molto sonno.-
-Be sai com'è sono le sei e mezza del mattino...e tu?-
Devo ammettere che anche io mi sento piuttosto stanca, prima che abbia il tempo di rispondergli però lui prendendomi di sorpresa mi fa distendere sul cuscino, è così morbido che quasi mi addormento sul colpo ma subito mi irrigidisco.
-C-che stai facendo?!-
-Questa è casa mia e tu sei mia ospite perciò dormi e fammi recuperare il sonno perso.-
Maledetto ma come può dire una cosa così facilmente!Sto per rispondergli ma lui si è già addormentato cingendomi con un braccio la vita e stringendomi a se, la situazione è veramente imbarazzante riesco a sentire il suo respiro sul mio viso... però. Non me la sento di svegliarlo, è molto carino quando dorme...be per qualche ora non finirà il mondo no?Mi accoccolo contro il suo petto col viso che va a fuoco ma con un sincero sorriso sulle labbra e insieme ci addormentiamo.
   
 
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