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Autore: Switch    18/08/2015    9 recensioni
Terza storia della serie Heart's mutation, dopo SITR e JTWYA. TMNT 2003
Isabel e Raphael vivono il loro idillio, circondati dall'affetto della famiglia, ma non tutto va sempre liscio.
Tra tornei, battaglie, misteri che si infittiscono e si accumulano, la relazione crescerà o si romperà. E poi, un mistero potrebbe portare a nuove conoscenze, a capirsi meglio.
E un sacrificio non è sempre solo dolore.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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L'arena brillò di verde, dolorosamente. Una luce impossibile da sostenere, che feriva gli occhi; i più li socchiusero, cercando di vedere cosa stesse accadendo: un raggio mortale correva verso Raphael che, ancora inginocchiato dalla foga del colpo portato, sembrava incapace di reagire in tempo.
Lo avrebbe preso in pieno e tutti si chiedevano se quell'energia mistica fosse letale. Non faceva parte della competizione, perciò la magia dell'arena l'avrebbe trasportato via prima di poter essere ferito?

Non mancavano che pochi centimetri all'impatto di quella luce malsana, quando una figura ancora più luminosa apparve, imponente nel Kimono rosso sangue, due Tessen nelle mani già aperti che riflettevano il verde del raggio sconosciuto e la sua bianca brillantezza: Isabel sventolò le sue armi come una stoccata contro la minaccia e la defletté in due direzioni opposte, assorbendo l'energia e disperdendola contro i muri dell'arena.
Ci furono due esplosioni in contemporanea, quando i raggi più piccoli cozzarono contro le pareti, sollevando polvere e detriti.

Raphael si era rialzato e guardava in trance la schiena di Isabel, ferma, rigida. Arrabbiata.
Ci mise qualche attimo prima che realizzasse che lei lo aveva salvato da un attacco probabilmente letale e un minuto buono perché invece si rendesse conto che si era teletrasportata nell'arena dal posto d'onore.

Cos- non puoi entrare qui!” la sgridò, cercando di capire.
Isabel non gli rispose. Rimase altera e silenziosa, i Tessen chiusi stretti tra i denti. Con le mani libere cominciò a trafficare con i nodi dell'Obi, districandoli come meglio poteva.

Cosa stai... vuoi risponderm-”

La voce morì nella gola di Raphael quando, dopo aver sciolto l'Obi e averlo piegato con cura, Isabel sfilò il Kimono e la sottoveste bianca, restando in intimo.
Con tutta la calma del mondo piegò anche quelli e tolse i Tabi e gli Zori, ponendo ogni capo sopra l'altro, chiudendoli tutti in una bolla protettiva.

Cosa stai facendo? Sei impazzita?” le urlò, sconvolto dai suoi atteggiamenti e dalla sua apparente calma. Era seminuda nell'arena del Battle Nexus, davanti a centinaia di esseri di ogni dimensione, senza contare tutta la sua famiglia e il Daimyo.
È il Kimono di Tang Shen, non voglio che si rovini” rispose lei con un tono ovvio, come se lui dovesse sapere perché si stava comportando così.

Si era voltata a guardarlo, infine, e Raphael riconobbe quello sguardo arrabbiato e concentrato, che altre volte aveva visto nel suo viso. Quella risoluzione, ma anche quella luce di paura.
Isabel si girò verso il punto da cui il raggio era arrivato, dandogli nuovamente le spalle.

Avanti, mostrati!” gridò poi dal fondo dei suoi polmoni e la sua voce riecheggiò nell'arena, rimbalzando ovunque, spaventando gli spettatori ormai silenziosi e tesi in attesa di risposte.
Non erano certi che non facesse tutto parte dello spettacolo, ma sembravano percepire la tensione che li scuoteva, che era reale.

Raph stava per aprire bocca per chiederle spiegazioni su cosa stesse accadendo e cosa lei sapesse, quando un enorme boato fece tremare il terreno: la parete di fronte esplose e i detriti e la polvere corsero incontro a loro, letali come proiettili, frammisti a gocce d'acqua di una delle fontane ormai frantumata, che spargeva il getto impazzito ovunque.
Isabel innalzò uno scudo e attese col cuore in gola che il fumo si diradasse per poter identificare il suo nemico.

Un gigante di acciaio e roccia apparve, camminando con scatti cigolanti, con una piccola pietra scintillante incastonata nella fronte e uno degli enormi bracci dotato di una lama affilata: era alto più delle mura dell'arena e ad ogni suo passo la terra tremava.
Isabel ghignò amaramente. Un golem imperiale, non credeva che ne avrebbe mai visto uno.

Continui a nasconderti” mormorò tra sé, abbassando lo scudo e aprendo i Tessen, già in posizione di attacco.

Cosa credi di fare? Quel coso ha cercato di uccidere me!” urlò Raphael portandosi al suo fianco, alzando un braccio per bloccarla.
Appunto” soffiò lei, furiosa. “Voleva attirare la mia attenzione.”
Con un salto lo scavalcò e corse verso la creatura, pronta a combattere.


Daimyo! Dovete fermare questa pazzia! È oltraggioso!” esclamò Splinter, tenendo d'occhio i suoi discepoli con preoccupazione. Non era il solo: Don, Leo, Mikey, Steve e tutti gli altri seguivano l'improvvisa lotta con curiosità e ansia assieme.
Isabel era scomparsa in un istante nel percepire la minaccia contro Raphael, e solo in quel momento si erano resi conto di come fosse stata silenziosa e strana durante quella giornata; Leo e il maestro si stavano dannando l'anima al pensiero che forse lei avesse percepito qualcosa di cui non aveva fatto parola per non farli preoccupare.

Il venerabile Daimyo impugnò immediatamente il suo bastone, pronto a trasportare tutti nell'arena; lo alzò sicuro, chiudendo gli occhi per concentrarsi. Ma non accadde nulla.
Li riaprì sorpreso e spaventato.

Non posso, Splinter-san. C'è una barriera che li isola, un grande potere in atto” rivelò suo malgrado, con voce grave.
Splinter sospirò e riportò l'attenzione verso i suoi figli, con preoccupazione.


Isabel!” urlò Raphael, correndole dietro. Lei si era gettata in un attacco frontale, con i Tessen aperti. Scivolò tra le gambe della creatura, arrivando alle spalle: provò a infilzare le stecche di metallo nella roccia, ma venne risospinta all'indietro.
Va' via! È me che vuole!” gli rispose, scansandosi appena in tempo, prima che il passo del gigante la schiacciasse.

Raph ribatté con un ringhio adirato, conscio che lei gli stesse tenendo nascosto qualcosa, poi si gettò a testa bassa, i Sai ben stretti nei pugni: con un salto prodigioso colpì all'altezza dell'addome del golem, ma le punte delle armi slittarono e stridettero contro la dura roccia senza lasciare nemmeno un graffio.
Ricadde a terra con un tonfo secco e si spostò con un balzo, evitando così di essere colpito dal gigante che continuava a camminare a grandi passi mentre sventolava di qua e di là il braccio munito di spada, fendendo l'aria; dovevano essere veloci e fulminei per non essere colpiti, nemmeno per sbaglio.

Il golem non era una creatura senziente, si muoveva solo per il volere del suo creatore, ma proprio per quel motivo li seguiva con un'ossessione implacabile, gli occhi vitrei sempre incollati su Isabel, la sua preda. Raphael era un moscerino fastidioso, in realtà, ma dato che lo stava attaccando, era diventato un ostacolo da rimuovere per arrivare al suo obiettivo.
Ad ogni passo crepe profonde straziavano il pavimento, e correre era sempre più difficile; se non avessero fatto attenzione, una caduta accidentale li avrebbe resi prede inermi.

Raphael si lanciò in un nuovo attacco, saltando più in alto per raggiungere la pietra sulla testa del golem; dovette scartare il braccio con la spada a metà percorso, ma non si era aspettato l'attacco dell'altro arto e il pugno di roccia lo colpì, ed essendo gigantesco, non ci fu un punto del suo corpo che fu risparmiato: volò come un proiettile contro il muro e sbatté malamente, e cadde poi con un tonfo nell'acqua intorno alla piattaforma, sollevando spruzzi fino al cielo.

Raffaello!” urlò Isabel spaventata, gli occhi d'improvviso bianchi. La magia scorreva libera nel suo corpo, che iniziò di nuovo a brillare.
Schizzò in avanti e colpì contro la gamba del mostro, che esplose al solo tocco in miliardi di frammenti: il golem perse la presa sul terreno, barcollò vertiginosamente e poi crollò al suolo con un boato enorme, facendo tremare la terra.
Isabel si dovette inchinare per non cadere lei stessa per le scosse, poi scattò in avanti e corse verso il bordo dell'arena, scrutando l'acqua di nuovo statica alla ricerca del suo amato.

Raffaello?” chiamò preoccupata, inginocchiandosi.

Per qualche secondo ci fu silenzio, poi con un gorgoglio la superficie dell'acqua si infranse e Raphael riemerse, scrollando la testa come un cane. Isabel lasciò andare un sospiro rincuorato.
Stai bene?”
Sì, solo molto bagnato. Ma almeno mi sono tolto la bava di camaleonte da dosso” le rispose mentre si issava sul bordo, al suo fianco. Si passò le mani sulla faccia, poi la guardò per controllare come stesse lei.
Hai perso la calma?” domandò al vedere i suoi occhi bianchi, a cui ancora non riusciva ad abituarsi del tutto.
Solo un pochino” ammise Isabel con un sorrisino, senza tuttavia lasciar andare il suo potere.

Raphael diede un'occhiata alle spalle, verso il golem crollato al suolo che recuperava pian piano le energie, illuminato di verde: i detriti staccatisi dal suo corpo stavano volando verso di esso, attirati dal potere magico; scheggia per scheggia, la gamba di pietra si stava ricompattando e non mancavano che pochi istanti prima che ritornasse alla carica.

Cosa sta succedendo, Isa?” le chiese velocemente, eppure con tutta la preoccupazione necessaria.
Isabel si morse il labbro, abbassando lo sguardo.

Qualcuno mi ha tenuto d'occhio, nell'ultimo mese. Mi ha spiata, mi ha seguita. Non so perché e non so chi sia, ma ha deciso alla fine di agire” confessò, così come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio.
Avvertì le ondate di rabbia e paura che Raphael iniziò ad emanare e un tremore la scosse, sottilmente.

Perché non me ne hai parlato prima?” lo sentì chiedere, con un tono più ferito che arrabbiato.
Non volevo distrarti dal torneo. Lo so che è sciocco, ma volevo aspettare di sapere chi fosse, volevo essere sicura di non essermi immaginata tutto. Alla fine del torneo te l'avrei detto.”

Trattenne il respiro, colma di rimorso. Sapeva già da tempo che aveva sbagliato a nascondergli la verità, ma non era pentita di averlo fatto; aveva dato a Raphael la possibilità di pensare solo al torneo e aveva vinto grazie a quella serenità d'animo.
Non avrebbe mai pensato che la misteriosa presenza si sarebbe manifestata alla fine di esso, nel momento in cui lui aveva vinto, prendendolo di mira per farla uscire allo scoperto.

Sei riuscita a colpirlo. Dobbiamo collaborare se vogliamo batterlo” disse Raphael, con voce calma.
Isabel fu così sorpresa di non essere rimproverata, che perse la concentrazione sui suoi poteri e la luminescenza attorno al suo corpo scomparve, e i suoi occhi tornarono del loro colore castano.

Io attirerò la sua attenzione e tu colpirai con la magia nel centro della fronte. Se questo golem è come quelli che hai sconfitto in passato, esploderà e diventerà polvere” continuò il mutante, alzandosi in piedi.

Le tese una mano, a cui lei si aggrappò con forza per tirarsi su, grata del tocco caldo, del contatto.
Quando sarà tutto finito, aspettati una tirata d'orecchie. Testarda” soffiò Raphael quando l'ebbe accanto, guardando però di fronte a sé: il golem si stava rialzando con scatti rigidi, la gamba ormai ricomposta, come se Isabel non l'avesse nemmeno scalfita.
Vai!” urlò imperioso, allontanandosi da lei.

Raphael corse di nuovo incontro alla creatura, stringendo forte le armi: scansò un pugno che andò a schiantarsi contro il pavimento e colpì il braccio di roccia, inutilmente. Più che farlo arrabbiare, non aveva alcuna speranza di far alcun danno a quel mostro.
Isabel si era rivestita di potere. Gli occhi di nuovo vuoti e splendenti, il corpo leggermente luminescente, corse praticamente non vista alle spalle del golem, volando poi fino alla sua testa. Nelle mani i Tessen chiusi catalizzavano la sua magia, attraversati da elettricità pura.
Aspettò il momento giusto. Raphael stava facendo del suo meglio per attirare completamente la sua attenzione, forse anche troppo: la pietra sulla fronte del gigante si illuminò di verde, con un sibilo minaccioso.

Isabel decise di intervenire prima che fosse troppo tardi. Scese in picchiata, fendendo l'aria con la punta dei Tessen, sempre più luminosa, sempre più veloce.
La pietra emise il suo raggio mortale appena prima che la raggiungesse e nello stesso istante il braccio tagliente del golem la colpì in pieno, scaraventandola all'indietro: cadde al suolo, strisciando per qualche metro sulla superficie sconnessa e dura, graffiandosi ogni centimetro della schiena.
Guardò il cielo rosa sopra di sé, sempre più arrabbiata, gli occhi di nuovo normali.

Sentiva bruciare da qualche parte all'altezza della spalla destra, sentiva qualcosa di caldo bagnarle la pelle e gocciolare al suolo.
Strinse i denti e ingoiò il grido di dolore che premeva per uscire, perché non aveva il tempo per lamentarsi. Si rialzò lentamente, cercando di non forzare la spalla, dove lo squarcio causato dal mostro pulsava e bruciava da impazzire. Il Kanzashi si era rotto durante lo scontro e i capelli si erano sciolti, sparpagliati sulla schiena, e alcune ciocche si appiccicarono al sangue che le ricopriva la pelle, copioso.

Doveva sconfiggere il golem. E non aveva sparato il raggio, prima di colpirla? Come stava Raphael?


Dobbiamo scendere ad aiutarla! È in pericolo” strillò Mikey, che si stava sporgendo fin dove possibile, arrivando a toccare la barriera invisibile che isolava l'arena. Avevano assistito ad ogni istante, così come chiunque fosse presente, senza capire, con la paura nel vedere che il nemico era reale, che attaccava per uccidere.
Voleva raggiungerli. Così come lo volevano gli altri.

Perché la protezione dell'arena non funziona? Perché non viene trasportata via prima di essere ferita?” esclamò sconvolto Don, occhieggiando con preoccupazione il lungo taglio sulla spalla e sul braccio di Isabel, dal quale usciva un lungo rivolo di sangue che imbrattava il reggiseno candido e gocciolava sul pavimento.
La tensione di Splinter era palpabile, così come quella del Daimyo, impegnato a discutere coi suoi sacerdoti per arrivare alla radice del problema, per poter forzare la barriera imposta da un estraneo sulla sua arena e fermare quella oltraggiosa battaglia.

Dov'è Raphael?” domandò Leo, all'improvviso.
Gli occhi di tutti corsero per lo spazio esiguo, finché non trovarono ciò che stavano cercando.
Ci fu un grosso urlo strozzato, unanime, e un grido di orrore di Mikey.


Isabel era di nuovo in piedi, alle spalle del golem. Ma non era al sicuro. La creatura si stava voltando verso di lei, con quella sua andatura rigida.
Dov'era Raphael? Era l'unica domanda che galleggiava nella sua mente. Più forte e importante del dolore.
Riuscì a spostarsi a destra, girando nella stessa direzione della creatura perché non la vedesse, sorreggendo il braccio per non forzare la spalla.
Vide del nero, in fondo. Nero e verde. Ma c'era anche del rosso.
Rosso come il suo. Rosso come il sangue che gocciolava lungo il suo braccio.
E perché Raphael era a terra?

Si lanciò in avanti, ignorando il bruciore, senza pensare a quella mostruosa creatura che la stava cercando e che non ci avrebbe messo molto a trovarla, e corse verso il corpo disteso al suolo, con un orribile magone che le mangiava il cuore.
Ad ogni passo, il rosso era sempre più inteso. Era tutto intorno al corpo. Era sul corpo.
Come riuscì ad arrivare al suo fianco senza inciampare, dato il tremore che aveva iniziato a scuoterla, fu un mistero.

Sbatté le ginocchia a terra con violenza, quando fu al suo fianco. Ma non percepì nessun dolore.
Allungò le mani verso Raphael, gli occhi ricolmi di lacrime.
Quelli vitrei di lui guardavano il cielo, senza poterlo vedere. Un grosso squarcio trapassava il suo torace da parte a parte, lì dove c'era stato il suo cuore. C'era sangue, troppo sangue.
E lui era immobile. Spento.

Le mani tremarono nel toccarlo. Il suo sangue colava su quello di lui con un gocciolio tetro, mischiandosi.
Raffaello?” chiamò, la voce rotta e spaventata, mentre gli circondava il viso con le mani.
Il calore lo stava abbandonando, non c'era più un alito di vita.

RAFFAELLO!” urlò fuori di sé.
Chiunque poté sentire il suo urlo straziante.

Un secondo dopo era rivestita di una luce bianca, impossibile da sostenere. Colpì con le mani il petto del mutante e una scossa di potere passò dal suo corpo all'altro, continua.
Lo avrebbe riportato in vita. Le fosse anche costata la sua.
Le onde bianche e calde raggiungevano Raphael e lo avvolgevano, ma ritornavano indietro, senza guarirlo.

Ti prego” singhiozzò Isabel, come una nenia.
Ad ogni ondata di magia di guarigione che ritornava al suo corpo, realizzava con orrore che non poteva guarirlo, che era... che Raphael ormai era...

Un raggio verde brillò nell'arena, contro di lei.
Si infranse in mille petali contro lo scudo innalzato all'ultimo secondo, sprizzando scintille come un fuoco d'artificio.
Isabel non si era voltata verso la minaccia. Aveva smesso di brillare e stava stringendo la mano di Raphael tra le sue, premuta contro le labbra.
Era freddo. Era già così freddo.

Sotto lo sguardo attonito degli spettatori, -sconvolti nel vedere per la prima volta un'uccisione nell'arena del Nexus,- Isabel incrociò le mani del suo amato sul petto, poi si alzò lentamente.
Si voltò verso il golem e alzò lo sguardo e allora li videro.
I suoi occhi completamente rossi, che piangevano stille di sangue.

Lo scudo cadde, Isabel iniziò a camminare verso la creatura, ma ad ogni passo profonde crepe apparvero, le mattonelle si sbriciolarono come sotto una tremenda pressione.
La luce che la avvolgeva era rossa.
Marchi lividi apparvero in complessi ghirigori e disegni lungo il suo corpo, salendo dalle gambe, rivestendola tutta, dello stesso colore di quella luce malsana che la circondava.

Un altro passo e un'altra porzione di pavimento si sgretolò in polvere finissima. Un forte vento si innalzò all'interno della barriera, in spirali taglienti, inglobando la polvere nel suo tumulto.
Il golem non poteva percepire la minaccia, non sentiva la paura che un altro avrebbe legittimamente avvertito nel vedere quella creatura marchiata di sangue venirgli incontro, ma la sentì avvicinarsi; la pietra verde sulla sua fronte brillò e con un ronzio sparò un raggio mortale: la massa di energia si abbatté su di lei, ma si disperse senza lasciarle un graffio, innocua.

Le striature rosse sul suo corpo brillarono più forte, insieme a quegli occhi minacciosi. Isabel continuava a camminare verso il golem, sgretolando ad ogni passo l'arena, disperdendo senza sforzo i raggi che il mostro aveva iniziato a spararle contro, a ripetizione.
Finché non arrivò ai suoi piedi.

Seguendo un comando mentale del suo padrone, il golem lasciò perdere gli attacchi con la magia e sollevò al cielo il braccio munito di spada, che calò di colpo su di Isabel, immobile a guardare verso l'alto. La pietra smussata e affilata si fermò contro il suo braccio nudo alzato per difendersi, una crepa apparve nel punto dello scontro e iniziò a diramarsi su fino al braccio: esplose in sabbia, finissima e impalpabile.
Il golem indietreggiò.
Non poteva provare paura, ma indietreggiò.
Isabel si sporse con calma e lo toccò in punta di dita, con quelle ondate scure di magia che parevano fiamme dell'inferno.
Un secondo.

In un secondo il gigante di roccia si dissolse al contatto, in una sottile spirale di polvere nera che rimase a galleggiare nelle folate di vento. Isabel si sollevò a mezz'aria, mentre la polvere le gravitava attorno, e il vento cresceva e il pavimento e l'arena si frantumavano anch'essi.
L'acqua, la pietra, il legno svanirono nella pura aria e masse di energia scura apparivano al loro posto, sempre più violente.
Isabel era il nucleo di quel tifone che avrebbe mangiato tutta l'arena.


Cosa sta succedendo?” domandò Leonardo sconvolto. Il suo sguardo vagava impazzito dal corpo di Raphael steso a terra a Isabel, centro di un tornado impazzito di magia che stava consumando tutto ciò che la circondava.
Non aveva mai visto quegli occhi rossi sul suo viso. Non l'aveva mai vista usare un tipo di magia simile.

Isabel ha perso il controllo” sibilò grave Splinter, anche lui ferito, incredulo, straziato dal dolore. “Sta diventando come un buco nero che assorbe e distrugge tutto.”
Il silenzio accolse la sua teoria, un silenzio di dolore.

La barriera, Splinter-san, è caduta!” annunciò d'improvviso il Daimyo, afferrando nuovamente il suo bastone. Guardò verso il saggio ratto, come a chiedergli che volesse fare. Andare nell'arena in quel momento significava rischiare la loro vita.
Non ci fu dubbio sulle facce dei presenti: dovevano scendere e aiutare Isabel, quali fossero state le conseguenze.
Ad un gesto dello scettro del Daimyo, una bolla azzurra racchiuse tutti i presenti, trasportandoli all'interno dell'arena.


Non era rimasto già più nulla.
Le pareti, il pavimento dalle mattonelle gialline, il rigagnolo d'acqua gettato dalle fontane e quelle stesse. Era tutto scomparso, dissolto nella pura aria, assorbito dal corpo rosso che levitava a qualche centimetro dove prima era stato il suolo.
Solo il posto dove giaceva il corpo di Raphael era rimasto intonso, come un santuario intoccabile.

La bolla azzurra apparve e scoppiò, rivelando i suoi ospiti: si coprirono tutti il viso per resistere alle folate di vento; Tomoe venne risospinta da una particolarmente potente, ma Usagi fu veloce ad afferrarle la mano e riportarla accanto a sé.
Isabel!” urlò Splinter, cercando di sovrastare il rumore delle sferzate, simile ad un lamento.
Lei non diede segno di averlo sentito, ma tutti persero presa sul terreno e scivolarono all'indietro di qualche metro.

Isabel!” chiamarono allora tutti insieme, provando a far diventare le loro voci una sola, per poterla raggiungere.
Il loro richiamo si perse ancora, nel vento che iniziò ad ululare più forte.

Non ci sente o non vuole sentirci” strillò Donatello, mentre le code della sua maschera si sbriciolavano per effetto della magia.
Quanto ancora sarebbe stato prudente rimanere, prima di essere cancellati dall'esistenza?

ISABEL!” chiamò una terza voce, una voce che non avrebbe dovuto esserci.
Si voltarono tutti, si voltò anche lei.
Raphael era alle loro spalle, ma guardava solo Isabel, strizzando gli occhi per sostenere il vento.
Era vivo, era illeso.
Lo sguardo di ognuno scivolò incredulo verso destra, verso il corpo ancora a terra e poi di nuovo sulla figura in piedi, e poi ancora sul corpo. Erano entrambi Raphael.
Allora quello in piedi di fronte a loro era forse uno spirito?

Quel Raphael si avvicinò a grandi passi verso di lei, ignorando le sferzate di energia, il pavimento consumato, la polvere che volteggiava nell'aria; con un grande sforzo riuscì a raggiungerla, a resistere alla terribile pressione che emanava.
A non rabbrividire mentre sosteneva quello sguardo di sangue, così glaciale.
Il vento si placò e lei ridiscese al suolo, sollevando il viso per guardarlo ancora. Una mano si tese e lo toccò, sfiorò la sua guancia e lì rimase quando sentì che era reale.

Raffaello?” chiese, ma la voce di Isabel era diventata profonda e graffiante come se provenisse da un'altra dimensione.

Raphael coprì la sua mano e le sorrise.
Sono io” disse, stringendo forte la presa. La mano di lei tremò nella sua.
Si voltò a guardare il corpo disteso alla sua sinistra, poggiato sul pavimento, ricoperto ancora di sangue; Raphael seguì il suo sguardo e vide quell'altro sé. Rabbrividì, sottilmente.

Quello non sono io. Non so cosa sia, ma non ero io. Io sono qui, sono vero. Sono vivo” la rassicurò, spostando le loro mani intrecciate sul cuore, contro il battito impazzito che lo scuoteva.
Torna da me, Isa” supplicò, incapace di sostenere ancora quegli occhi rossi, divorato dalla paura di ciò che lei stava diventando.
Raffaello” singhiozzò lei, gettandosi tra le sue braccia.

I marchi scuri scomparvero dal suo corpo, il vento cessò e la polvere si adagiò a terra e Raphael seppe, senza bisogno di allontanarla da sé per guardarla in viso, che i suoi occhi erano tornati normali.
La strinse forte, cercando di calmare il suo tremore, poggiando piccoli baci sui suoi capelli.
Un suono di passi lo costrinse a sollevare lo sguardo, sulla sua famiglia e i suoi amici; erano tutti sollevati, spaventati e increduli allo stesso momento. Mikey, quell'idiota, si deterse una lacrima di sollievo.

Sono vivo. Mentre combattevo mi sono ritrovato in infermeria, prima che il raggio mi colpisse: ho visto quell'altro me apparire dal nulla nello stesso istante e venire colpito al posto mio. Ma non so dirvi come sia successo” spiegò loro, continuando a carezzare la testa di Isabel.

Non è ancora finita. Chiunque abbia creato quel golem è ancora là fuori” esclamò Splinter grave, ma i suoi occhi scintillavano di conforto nel vederli tutti e due sani e salvi.
È qui, sensei. È qui” sibilò Isabel, allontanandosi da Raphael, guardandolo sottilmente coi suoi occhi castani. C'erano tracce di pianto, ma erano di nuovo caldi e normali.

Il Daimyo prese il comando e alzò lo scettro in aria, minaccioso.
Palesati, chiunque tu sia! Come osi interrompere il Battle Nexus e attaccare i miei ospiti?” Il cielo si oscurò, nuvoloni neri si addensarono sul palazzo e l'arena, attraversati da fulmini.
Al di sotto apparvero cinque figure, sospese a mezz'aria. Nessuno di loro era in posizione di attacco o di minaccia, ma emanavano comunque un'aura di potere.

Shi- Shisho?” balbettò incredulo Mikey, riconoscendo nelle figure i loro maestri del Ninja Tribunal.

Chikara-Shisho stava al centro, bella e pericolosa come sempre, i lunghi capelli bianchi intrecciati in una complessa acconciatura e il corpo sinuoso fasciato in un Kimono verde.
Alla sua destra c'erano Kon-Shisho, sottile e misterioso, -coi capelli argentei e un abbigliamento guerriero,- e Juto-Shisho, con le sue solite enormi maniche svolazzanti. Alla sinistra il silenzioso e gigantesco Hisomi-Shisho e il sempre sorridente e rotondetto Antico, piccolissimo in confronto agli altri.
Li guardarono tutti, da sotto a su, meravigliati.

Perdonateci, Ultimate Daimyo. Siamo stati costretti dalle circostanze ad agire in maniera brutale” disse la donna, in fase di discesa insieme agli altri. I cinque toccarono terra, con leggiadria e possanza, senza staccare gli occhi da Isabel. Quelli di Chikara erano verdi, completamente verdi e luminosi, freddi.
Isabel rabbrividì, riconoscendo all'istante quella sensazione.

Quali sono queste circostanze?” domandò il saggio padrone di casa; non voleva scatenare una guerra interdimensionale con i maestri del Ninja Tribunal, rinomati e rispettati, ma se non avessero fornito una valida spiegazione si sarebbe creata una frattura tra i loro rapporti.
Isabel Charmillion” rispose Kon, alzando il dito contro di lei.
Io? Ma siete impazziti? Mi avete seguito, mi avete spiato e costretta ad essere protetta per poter uscire di casa, senza nessun motivo!”
E ti abbiamo attaccato e poi abbiamo mandato un invito al Battle Nexus e inviato anche Joi per farti ingelosire e convincerti ad accettare, per farti combattere” rivelò Chikara, con evidente fastidio sul volto per tutti i problemi che aveva creato loro. “Siamo stati costretti ad attaccare ciò che hai di più caro, per farti uscire allo scoperto.”
Raphael ringhiò di rabbia, bloccato immediatamente da Isabel.

Cos'è quello?” domandò irosa, indicando il corpo a terra che lei aveva scambiato per il vero Raphael, perdendo il senno.
Un clone. Niente più che un guscio vuoto, un'illusione. Tra qualche ora scomparirà nel nulla” rispose Kon, maestro dello spirito. Una cosa del genere era una sciocchezza per lui.

Perché avete preso di mira Isabel?” domandò Splinter, facendosi avanti il più velocemente possibile. Osservò con rinnovato astio i quattro maestri, che già in passato avevano agito in modi che lui non si spiegava. Ma non si sarebbe mai aspettato dall'Antico un comportamento del genere. Non da colui che era stato il padre adottivo di Yoshi e Tang Shen.
I suoi poteri sono instabili. In un futuro prossimo perderà il controllo e ucciderà e cancellerà tutto ciò che la circonda” spiegò Chikara, con voce grave.
No! Non è vero!” urlò Isabel, sconvolta.
Non le piaceva quella donna. Il suo sguardo, la sua voce, tutto di lei la metteva in allerta.

Sì, lo è, purtroppo. Kon ha visto ciò che accadrà, non c'è da sbagliarsi.”
L'uomo al suo fianco fece un passo avanti e con un gesto elegante delle mani fece apparire un piccolo portale di vento, sulla cui superficie increspata apparvero pian piano delle immagini sempre più nitide: il nulla, il nulla nero e vuoto apparve e al centro di esso c'era Isabel, con dei marchi rossi che le solcavano il corpo, avvolta dalle fiamme; e tutto attorno a lei era distrutto, il fuoco consumava qualsiasi cosa toccasse, e urla strazianti riempivano l'aria.

No! NO! Non sono io! Smettetela!” gridò la vera Isabel, scuotendo la testa. Indietreggiò, sconvolta, strizzando gli occhi per non guardare.
Quando li riaprì erano di nuovo rossi e una sferzata di energia colpì Kon, spezzando la sua concentrazione; il vortice scomparve e così la sua immagine del futuro.

I tuoi poteri non sono mai stati stabili, Isabel Charmillion. Ma non hai mai costituito una minaccia, finché non hai incontrato loro” intervenne Chikara, indicando verso i cinque mutanti che erano la sua famiglia.
Ora che hai qualcosa da proteggere, ora sei anche una bomba ad orologeria. Il tuo potere bolle e ribolle, nutrito dal loro affetto, ma se qualcuno oserà toccarli, se qualcuno di loro verrà ferito o ucciso, tu esploderai e non potrai più controllarlo. Farai del male a chi ami, cancellerai tutto ciò che ti circonda.”

No, no, non è vero, no” ripeteva tra i denti Isabel, indietreggiando ancora. Si scontrò con Raphael, che allungò le braccia per stringerla. Il suo abbraccio era caldo e rassicurante, ma proprio per quello la faceva sentire ancora più sporca e instabile.
Quella sensazione di nulla e orrore che l'aveva riempita quando aveva perso il senno poteva ancora sentirla sulla pelle. Era intossicante, era pericolosa.

Se non ti allontanerai ora da loro, finirai per ucciderli. Tra meno di un anno” sentenziò la donna dai freddi occhi verdi, come un verdetto di morte.
Allontanarsi dalla sua famiglia? Lasciarli per sempre per non far loro del male?

Noi possiamo insegnarti a controllare quel potere. Dovrai venire via con noi se non vuoi rischiare di distruggere tutto ciò che hai di caro.”
La voce di Chikara scivolò tra loro, ma le parole dette vennero recepite dopo qualche istante, tra lo sgomento generale.

Volete prendere Isabel come discepola?” esclamò Raph, semi arrabbiato, stringendola inconsciamente più forte. Non avrebbe permesso che la portassero via, mai.
In un certo senso. Vogliamo contenere il suo potere, insegnarle a spegnerlo. Per il bene del mondo intero.”
Sembrò a tutti un'esagerazione, poi però si ricordarono di essere al centro di un'arena dissolta in pochi istanti dalla sua magia, e non poterono nascondere un brivido giù per la schiena.

Vengo anche io” esclamò Raphael, percependo la reticenza di Isabel nel prendere una decisione.
Non voleva andare via, ma nemmeno essere la causa del loro male futuro.

No, impossibile. L'allenamento a cui verrà sottoposta è particolare e chi non ha poteri non può seguirlo” negò con vigore Chikara, decisa.
Ma io ho l'Università e aiuto Don a seguirla e-”
Potrai continuare a studiare al nostro dojo, ti lasceremo il tempo per rimanere al passo con gli studi e forniremo a Donatello lo stesso tipo di supporto che tu gli fornivi. Non sentiranno nemmeno la tua mancanza.”
Quando? E per quanto tempo dovrò allenarmi con voi?” incalzò Isabel, sempre più sconfitta ad ogni parola che la donna le rivolgeva. La stava schiacciando psicologicamente, ribatteva ad ogni sua negazione con parole sensate e razionali, e i sensi di colpa e la sensazione di essere sporca, di avere qualcosa di sbagliato in sé, crescevano ad ogni secondo in più.
Eppure l'idea di andarsene, l'idea di allontanarsi da Raphael era insostenibile per lei.

Adesso. E per qualche mese, di certo. Padroneggiare gli insegnamenti che ti impartiremo richiederà dei mesi; quanti, dipenderà tutto dal tuo impegno e dalla tua costanza. Meno ti impegnerai, più a lungo starai con noi” rispose Kon, secco.

Mesi. Mesi lontano da Raphael.
Non voleva lasciarlo. Ignorò chiunque e si voltò verso di lui, che in silenzio pensava quanto lei a cosa sarebbe stato meglio fare e cosa invece voleva il suo cuore.
Isabel gli gettò le braccia al collo e lo strinse forte.
Le sue unghie gli perforarono la pelle, si ancorarono alla sua carne con violenza, con disperazione. Avrebbero dovuto strapparla via da lui con forza, se volevano riuscirci.
Lei non lo avrebbe lasciato. Non lo avrebbe abbandonato, nemmeno contro la sua volontà.

Non ti lascio. Non me ne vado. L'ho promesso, te l'ho promesso” ripeté come una nenia contro il suo collo, il corpo che tremava sottilmente.
Lo so” le sussurrò Raphael, carezzandole la testa.
E poi, improvvisamente, la scostò da sé e la tenne lontana, per quanto lei cercasse di riavvinghiarsi con tutta la sua forza.
Le circondò il viso con le mani.

Guardami, Isabel” chiese con fermezza. Lei smise di combatterlo e rimase ad osservare i suoi occhi scuri, che amava, e poggiò le mani tremanti sulle sue.
Lo so che non mi lasceresti mai. Lo so che non vuoi più andartene, che non mi vuoi abbandonare. Lo so. Ma devi andare. E io ti aspetterò. Perché so che tornerai” soffiò fuori fiducioso. Si sporse e le baciò le labbra morbidamente, un casto bacio a suggellare la promessa.
La lacrima sfuggita gli finì sul pollice, luminosa e solitaria, quando lei strizzò le palpebre mentre annuiva.
Non voleva andare via, ma doveva.

Raphael la tirò verso di sé e la strinse forte, più di prima, più di quanto consentito, e il battito del suo cuore non era stato più impazzito.
Continuerò a lavorare sulla nostra casa mentre non ci sei. La troverai già pronta quando tornerai” le promise, così sottilmente che nessuno a parte lei poteva averlo sentito.
No, aspettami. La faremo assieme. Non tarderò molto.”

Staccarsi da Raphael fu doloroso, ma necessario o avrebbe cambiato idea all'istante. Si voltò verso gli Shisho, passando con stizza il dorso della mano sul viso.
Perché loro non meritavano di vedere le sue lacrime.

Verrò con voi. Ma voglio almeno vedere la premiazione di Raffaello, prima” annunciò, decisa.
Gli occhi verdi di Chikara splendettero di trionfo.

E sia” concesse con il sorriso amaro di chi aveva vinto. Mostrarsi magnanima verso la sua richiesta era il minimo che potesse concedere.

Isabel rifiutò le cure dei guaritori del Nexus e lasciò invece che fosse Raphael a guarirla con la sua magia, godendosi ognuno dei baci che le rubò per poi restituirlo sul suo corpo, in un silenzio timoroso e riverenziale. Poi infilò nuovamente il Kimono di Tang Shen, ma i capelli rimasero sciolti.
Mano nella mano si incamminò con Raphael verso il luogo della premiazione.

Sulla terrazza c'erano già tutti, e anche il Ninja Tribunal, in attesa. C'era un gran silenzio teso, anche lassù, e sguardi cupi che poco si addicevano ad una cerimonia di premiazione.
Si recò verso il sensei e gli altri, mentre Raphael si portava di fronte al Daimyo.
Si sforzò di sorridere, anche se dentro, al pensiero di doverli lasciare, si sentiva morire. Si voltò per guardare verso il centro prima che loro potessero dirle qualcosa, ma sentì le loro mani poggiarsi sulle sue spalle e trattenere quelle lacrime che pungevano gli angoli dei suoi occhi fu sempre più difficile.

Raphael, della terza dimensione, Terra, io ti incorono Campione del Battle Nexus” disse il Daimyo con solennità, appoggiando sulla sua testa una corona intrecciata di alloro; il capo della dimensione si sporse poi verso uno degli uomini del suo seguito, che teneva uno scintillante trofeo e lo consegnò nelle mani del vincitore.
Raphael lo sollevò al cielo per mostrarlo alla folla che esultava, ma il suo viso esprimeva tutto tranne che gioia.
Il suo sguardo non si staccò mai da Isabel e lei fece del suo meglio per applaudire con intensità e mostrargli un sorriso fiero per la sua vittoria.

E mentre le acclamazioni continuavano, quella voce fredda risuonò, spezzando anche il più piccolo frammento di felicità.
Dobbiamo andare” disse Chikara, rivolta verso Isabel. Un portale di luce si aprì su quello che pareva un antico palazzo giapponese, per quel poco che si poteva vedere da quella piccola finestra dimensionale.

Isabel guardava Raphael, ma sapeva che la donna si stava rivolgendo a lei. Si voltò verso la sua famiglia e li abbracciò uno ad uno, ascoltando le loro raccomandazioni sussurrate all'orecchio, i loro “ci mancherai” e “torna presto” e “ti vogliamo bene”. E i loro abbracci erano culle protettive che non volevano lasciarla andare, che le facevano già sentire la nostalgia.
Aspetteremo il tuo ritorno, figliola” sussurrò Splinter, stringendola teneramente. Ormai piangeva senza ritegno tra il suo pelo morbido, anche se non avrebbe voluto salutarli con le lacrime.
Il maestro la allontanò da sé e le asciugò, con un sorriso affettuoso. Poi la voltò delicatamente, perché si accorgesse di Raphael alle sue spalle, con il trofeo ormai abbandonato al suolo vicino ai suoi piedi.
Era il momento di salutarlo. Ma salutarlo voleva dire che lo stava davvero lasciando, che se ne stava andando per davvero.

Le grandi mani si tesero e afferrarono le sue. Rimasero a guardarsi negli occhi per interminabili istanti, e gli altri sparirono, tutti quanti sparirono.
C'erano solo loro due.

Avevo grandi progetti in mente per la fine del torneo, avevo una sorpresa pronta, qualcosa di spaventoso e grandioso allo stesso tempo” le disse, poggiandosi le sue mani sul petto e stringendole forte. Isabel sentì il suo battito a mille pulsazioni al minuto e qualcosa di duro e piccolo nella taschina all'altezza del cuore; ma era troppo impegnata a perdersi nelle sue parole.
Ma possiamo aspettare. Io so che tornerai e tu sai che io sono qua ad aspettarti. Non preoccuparti di nient'altro.”

Isabel sorrise, sinceramente. E fu grata che anche lui la stesse salutando con un sorriso identico.
Si tese in punta di piedi e lo baciò, il suo campione, la sua roccia, il suo punto fermo in una vita che a volte ruotava un po' troppo.

Tornerò prima che tu possa anche solo sentire la mia mancanza.”
Lo lasciò andare, restia, e si diresse a grandi passi verso il portale e gli Shisho che l'attendevano lì accanto. Chikara le fece segno di entrare per prima e lei infilò una mano nella finestra interdimensionale.

Ci vediamo presto” esclamò, voltandosi un secondo per rivolgere a tutti loro un grande sorriso, forzato o meno.
Poi attraversò il portale, rigidamente, senza più voltarsi; gli Shisho la seguirono uno dietro l'altro, senza guardare né salutare nessuno di loro. Solo l'Antico, l'ultimo a passare, si girò per un istante verso Splinter e gli rivolse uno sguardo di scuse, che però il ratto mutante ignorò.
E sparirono, lo stralcio di Giappone scomparve quando il portale si richiuse su sé stesso, lasciandoli a guardare nel punto dove era stato.
Si era portato via Isabel, se l'erano portata via.

Raphael sentiva ancora i fischi e le urla della folla festante, e la corona di alloro gli cingeva la testa a ricordargli che era campione e la coppa ai suoi piedi scintillava fiera ora che le nuvole scure si stavano dissipando, lasciando che la luce di quel cielo rosa filtrasse di nuovo.
Ma non era felice.
Era il campione, aveva ai suoi piedi una folla adorante e il rispetto di centinaia di guerrieri. Ma non era felice.





Note dal torneo (ultime):

Raphael ha vinto il torneo, ma deve salutare Isabel, “requisita” a viva forza dal ninja tribunal. Fin dall'inizio erano loro a tenerla d'occhio.

Il ninja tribunal è un gruppo di quattro maestri del ninjitsu, riunitisi in tempi antichi per sconfiggere lo Shredder Tengu, un demone che è poi l'originale Shredder. All'inizio insieme a loro c'era anche l'originale Oroku Saki, il più valoroso del loro gruppo di cinque, ma poiché fu corrotto dal potere del demone e ne divenne la nuova incarnazione, gli altri quattro dovettero combatterlo e ne smembrarono il corpo per impedire la sua risurrezione.
Dato che però un suo risveglio era predetto, presero come discepoli le quattro tartarughe e Joi, Adam, Faraji e Tora per allenarli per quel compito.

Sono chiamati Shisho, un'antica parola giapponese per “maestro” o “insegnante”, che denota rispetto. Sono esseri umani diventati immortali e posseggono poteri inimmaginabili, imparati con secoli di studi e sacrifici. Possono tutti trasformarsi nei loro avatar spirituali, dei draghi.

Chikara Shisho è l'unica donna del gruppo. Ha i capelli bianchi e gli occhi verdi, splendenti. È la maestra ninja della forza, può volare, lanciare raggi, ha poteri di telecinesi e controllo sulla natura.
Ha un carattere un po' rude e diretto e sembra essere il leader del gruppo. La sua arma è il Kanabo, una enorme mazza ferrata che lei muove con facilità.

Hisomi Shisho è gigantesco e non parla mai. È calvo, con gli occhi arancioni, luminosi.
È il maestro ninja della furtività, proprio perciò non parla mai, segue le tre S del ninjitsu della furtività: speed, secrecy and silence (velocità, segretezza e silenzio).
Ha un carattere paziente, ma la sua presenza silenziosa sa anche essere minacciosa. Le sue armi sono due Tessen.

Kon Shisho è alto e sottile. Ha i capelli argentati e gli occhi bianchi, splendenti.
È il maestro ninja dello spirito, ha poteri di precognizione e può controllare il vento.
Il suo carattere è tagliente, le poche volte che interviene sa essere incisivo. Le sue armi sono due Katana.

Juto Shisho è alto quanto Kon, ma di corporatura normale. Ha capelli neri e gli occhi luminosi blu. Il suo Kimono ha le maniche lunghissime e svolazzanti.
È il maestro ninja delle armi. Il suo carattere non è definito, interviene troppo poco per delinearlo. Di certo è coraggioso e risoluto. Le sue armi sono tantissime, tutte nascoste nelle maniche del suo Kimono e padroneggia praticamente qualsiasi arma.

L'Antico (Ancient one) viene accolto nel ninja tribunal alla fine della quinta stagione, quando Shredder Tengu viene di nuovo sconfitto. I membri del tribunal però lo chiamano Il Giovane (Young one).

L'Antico ha trovato Hamato Yoshi quando quello era un bambino e chiedeva l'elemosina per le strade, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. Capita la potenzialità di Yoshi, l'Antico decide di prenderlo con sé e insegnargli l'arte del ninjitsu (anche Yukio Mashimi, un amico di Yoshi, viene preso, ma solo per l'insistenza di quest'ultimo).
Tang Shen era un'altra bambina che lui accolse nella sua casa e della quale sia Yoshi che Yukio si innamorarono.

Poi, Tang Shen venne uccisa da Yukio per gelosia e Yukio morì per mano di Yoshi in cerca di vendetta; alla fine, perse anche l'ultimo dei suoi figli adottivi, quando Shredder uccise Yoshi perché sapeva che era un guardiano degli Utrom.
Reputa Splinter e le turtles come la sua famiglia, come un bizzarro nipote e quattro assurdi pronipoti.

È un piccolo cinese, coi capelli bianchi e gli occhi castani, rotondissimo e saggio. A dispetto del suo aspetto è veloce e molto forte. Sa essere punzecchiante quando vuole e ha un discutibile senso dell'umorismo. Adora mangiare.
Ha più o meno gli stessi poteri degli Shisho, ma è molto più giovane di loro, che hanno almeno settecento anni, perciò avrà tutto il tempo di eguagliarli. Non si sa il suo avatar spirituale, né se possa prenderne la forma.

(Anche Leo, Don, Raph e Mikey possono diventare i loro avatar spirituali, che sono dei draghi; mentre gli altri quattro accoliti possono solo manifestarli in spirito, -un orso, un lupo, un falco e un leone,- ma non ne prendono la forma.)


Ecco la svolta, un momento decisivo della storia: Isabel deve andare via, deve imparare a controllare i suoi poteri prima che esplodano e cancellino tutto. Ce la farà?
La separazione non è semplice per nessuno, ma Raph si dimostra più maturo di come ce lo aspettiamo.
Eh, di cose da raccontare ce ne sono ancora. Perciò salutate Isabel e andiamo avanti, que serà, serà.

Fiu, vi giuro non vedevo l'ora che il torneo terminasse. Adesso altre avventure ci attendono e altri misteri.
Mi inchino di gratitudine, grazie per leggere, seguire, commentare, preferire.

Un enormissimo abbraccione per tutti. Ma non troppo, c'è caldo!



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