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Autore: EragonForever    18/08/2015    3 recensioni
Salve, eccomi qui con questa nuova fanfiction tutta su Naruto, che ho imparato ad amare e apprezzare. Dunque, vi volevo solo dire che la storia sarà divisa in due parti. Mi è venuta questa idea x creare qualcosa di tutto nuovo. In conclusione ... buona lettura.
*************
In quell'attimo un verso stridulo squarciò l’aria scatenando il panico totale. Selene allora si svegliò, allarmata nel sentire tutto quel frastuono e corse fuori, spalancando gli occhi.
"Oh no ... sta arrivando.", mormorò, preoccupata.
Jamir, il figlio più grande accorse e la guardò con fare incerto.
"Chi? Chi sta arrivando mamma?", domandò.
Lei indicò un punto preciso alle porte del villaggio, dove era comparsa una colonna di fuoco.
"Mistfire ... la Fenice a 14 Code. Se verrà qui distruggerà ogni cosa!", esclamò.
(Dal prologo)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache di Jamila'
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Capitolo 21: La Comparsa di Ideki

Una mattina l'Hokage convocò Jamir, Kakashi e Kurenai nel suo ufficio. Fu Shizune a farli entrare.

“Ha una missione per noi?”, chiese Kakashi, l'aria annoiata.

Tsunade annuì, seria.

“Si, ho avuto notizie che Ideki è stato avvistato qui in zona, la missione consiste nel perlustrare i dintorni di Konoha, così se vorrà attaccare noi saremo pronti.”, spiegò.

Nel sentire quel nome dannatamente famigliare Jamir spalancò gli occhi e fremette per qualche secondo ma poi tornò serio, annuendo con decisione.

“Si signora, partiamo immediatamente.”, rispose.

“State attenti mi raccomando.”, replicò l'Hokage per poi congedarli.

Prima di partire per la missione, Jamir passò da casa per salutare la sorella.

“Devi proprio partire?”, chiese Jamila, con un triste sospiro dopo che il fratello le ebbe dato la notizia.

Lui si inginocchiò come al solito alla sua altezza e le cinse le spalle e sorrise.

“Ehi, non temere, tornerò presto stai tranquilla, è solo una perlustrazione, tutto qui.”, la rassicurò Jamir.

“Mh ... allora torna presto da me, ti voglio bene.”, mormorò lei, gli occhi velati.

“Te lo prometto sorella adorata.”, rispose il fratello, stringendola a se.

Dopo i saluti partii con la sua squadra per la missione, lasciando Jamila in compagnia dei suoi amici.

La missione che era stata assegnata a suo fratello in verità era molto pericolosa e di questo Jamila ne era certa. Anche se lui l'aveva rassicurata sviando i rischi che avrebbe potuto correre, lei non era affatto tranquilla.

“Non preoccuparti, Jamir è in gamba, ce la farà.”, la tranquillizzò Rayal.

“Io ho fiducia ... ma il solo pensiero di perderlo mi uccide, senza di lui sarei persa e non sarei nemmeno qui capite? Non potrei mai sopportare di perderlo.”, mormorò Jamila, preoccupata.

“Ti capiamo benissimo e sappiamo come ti senti, ma sono sicura che tornerà sano e salvo ...”, replicò l'amica, mettendole una mano sulla spalla.

“Rayal ha ragione Jam, in fondo è tuo fratello, e tu più di noi due dovresti sapere quanto è in gamba.”, aggiunse Ren, serio.

La Chunin a quelle parole sorrise.

“Si ... lo è eccome, è la persona più in gamba che conosca, gli devo più della mia stessa vita ...”

“E allora? Non c'è motivo di cui preoccuparsi.”, la incitò Rayal, dandole una pacca amichevole sulla spalla.

Mh ... lo spero pensò Jamila tra se e se.

Era felice di avere il supporto dei suoi amici, ma lo stesso non era affatto tranquilla.


 

(...)


 

Nel frattempo Jamir e i suoi compagni erano arrivati nel cuore della foresta e li si erano fermati.

“Bene, ora non ci resta che perlustrare la foresta ma è meglio restare uniti per qualsiasi evenienza, ma in ogni caso evocheremo alcune copie per riuscire ad avere un campo maggiore che prenda tutta la zona.”, disse Kakashi.

Gli altri annuirono e poco dopo tutti e tre evocarono alcune loro copie per poi partire per la perlustrazione. La foresta era enorme e per perlustrare ogni angolo fino al confine ci sarebbe voluto qualche giorno, ma per quanto si impegnassero non ottennero nessun risultato. La sera del quarto giorno il gruppo si era riunito per fare il punto della situazione.

“Accidenti, è come cercare un ago in un pagliaio, le mie copie si sono spinte quasi al confine, ma niente.”, esordì Jamir, scoraggiato.

“Mh ... purtroppo neanch'io ho trovato niente e nemmeno le mie copie a est ...”, disse Kurenai.

“Mi duole dirlo, ma anch'io non ho avuto successo.”, replicò l'Hatake, deluso.

All'improvviso però si alzò un vento gelido e un insolito chakra impregnò l'aria. Era talmente potente che persino Kakashi rabbrividii.

“Cercavate me?”, sibilò una voce nell'aria.

Subito misero i kunai alla mano, pronti a difendersi.

“Ideki, maledetto bastardo, fatti vedere!”, ribatté Jamir, alquanto irritato.

In quell'attimo davanti a loro si materializzò una figura smunta, i suoi occhi gelidi occhi smeraldini incutevano terrore. Nel vederlo il Jonin ringhiò.

“Finalmente sei uscito allo scoperto maledetto serpente”

Ideki sogghignò a quelle parole.

“Guarda un po' chi c'è, pensavo che il vostro clan si fosse estinto da un pezzo, ma a quanto pare mi sbagliavo. Quindi immagino che tu sappia dove si trovi la mia Mistfire.”, ribatté.

“Non te lo dirò mai maledetto!”, sbottò l'altro, fremente di rabbia.

Ideki allora sospirò.

“Immaginavo che non avresti collaborato ... bene, allora non hai alcun motivo di vivere!”, esclamò.

Detto questo si preparò a colpire i suoi compagni con tutta la sua potenza. Il suo potere iniziò a crescere a dismisura e un chakra oscuro lo avvolse. In una luce purpurea il suo corpo mutò e si trasformò in un enorme Kishin nero come la pece e gli occhi rossi come il sangue dal corpo affusolato decisamente più grande del normale e con sguardo di brace aprì la bocca pronto ad attaccare e poco dopo una sfera di energia infuocata venne scagliata dritta dritta verso il gruppo. Con un ultimo gesto disperato, Jamir riuscì a mettersi in mezzo tra i suoi compagni e il colpo nemico venendo però colpito in pieno e scaraventato a qualche metro di distanza.

“Questo è solo l'inizio ...”, sibilò Ideki per poi scomparire.

Subito i suoi amici si precipitarono in suo soccorso. Era ridotto malissimo e le sue innumerevoli ferite però non si rigeneravano.

“Vai a chiamare l'Hokage, subito.”, disse Kakashi.

Kurenai annuì e senza esitare corse a perdifiato verso Konoha più in fretta che poté.

La vita di Jamir era appesa a un filo.
 

Angolo dell'Autrice

Rieccomi qui con un un altro capitolo, spero di non andare troppo veloce.

E per la gioia della mia migliore amica MartinForever è entrato in scena il mitico Kakashi, che è anche il mio idolo.

E poi entra in scena anche la bella Kurenai.

E per finire il cattivo, Nash, che già odio.

Spero di averlo scritto bene questo capitolo. Dovevo far tornare un po' di azione non vi pare?

Se sto andando troppo veloce ditemelo. Ringrazio ovviamente AkaneChan95 e MartinForever per le loro recensioni e per le loro splendide storie che mi emozionano sempre di più.

In conclusione spero che la mia storia vi piaccia. Al prossimo capitolo.

Con affetto EragonForever! (Capitolo revisionato)

   
 
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