Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: oak    18/08/2015    6 recensioni
Cosa succede quando anche l'ultima cosa bella della tua vita ti viene portata via?
Louis Tomlinson e Harry Styles stanno insieme da due anni. E' il giorno del loro secondo anniversario e i due ragazzi si trovano in macchina quando un camion va a sbattere contro la vecchia Mini di Louis, provocando un terribile incidente.
I giorni in ospedale per il ragazzo passano in fretta, ma quando Louis si risveglia dal breve coma una notizia disarmante lo aspetta: Harry ha perso la memoria a causa dell'incidente e non si ricorda più di lui.
Ora non sta che a Louis decidere ciò che dovrà fare: accettare l'amnesia di Harry oppure combattere per ottenere di nuovo l'amore del ragazzo?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Epilogue
 
“Louis, sei pronto?”.
Sentii la voce di Harry urlarmi dal salotto. Mi diedi un ultimo sguardo allo specchio del bagno, passandomi una mano tra i capelli in modo da sistemarli, il gel che pian piano si stava seccando. Sorrisi al mio riflesso e tornai in camera. Infilai velocemente le mie scarpe.
“Louis!” la voce spazientita di Harry mi giunse all’orecchio.
“Arrivo!” urlai annoiato. Perché doveva sempre mettermi fretta?
Lo sentii lamentarsi, ma non colsi le sue parole.
Afferrai la giacca di jeans dallo schienale della sedia e mi precipitai giù dalle scale, scendendo due gradini per volta.
“Eccomi!” dissi, entrando in sala “Hai il pepe nel culo che sei così frettoloso?” chiesi, un sorriso sarcastico sul viso.
“Cerchi rissa, Tomlinson?” mi chiese di rimando, facendo un passo verso di me.
Sorrisi, un déjà-vu di quella scena che mi attraversava la mente.
Erano passati due anni dall’incidente con il camion il giorno del nostro secondo anniversario, e ormai Harry era completamente uscito dall’amnesia. O se non altro aveva iniziato una vita nuova, della quale facevo parte anche io. Di tanto in tanto mi guardava, come per chiedermi qualcosa che non riusciva bene a ricordare, ma poi, dopo aver socchiuso le labbra, le serrava di nuovo e scuoteva la testa, la bocca curvata in un sorriso sottile.
Lanciai uno sguardo fuori dalla finestra: le macchine passavano veloci sul London Bridge, mentre il Tamigi, appena sotto di esso, rifletteva il cielo grigio carico di pioggia.
Io e Harry ci eravamo trasferiti a Londra poco più di un anno prima. Alla fine avevo accettato quel contratto nell’Arsenal, e devo dire con tutta onestà che non potevo lamentarmi dello stipendio, né tanto meno dell’andamento delle partite. Eravamo secondi nella classifica del campionato nazionale. Il mio ruolo non era cambiato: attaccante fino alla morte.
Anche Harry aveva trovato un lavoro. Un negozio di vestiti per uomo lo aveva assunto da circa cinque mesi. Era sempre il commesso favorito, chiunque andasse a comprare lì chiedeva di lui. D’altra parte, lui era sempre disposto a dare consigli e aiutare i clienti che non erano convinti di qualche pezzo del vestito, magari suggerendo loro di cambiare cravatta o gemelli, ma non saprei dirvi bene. Non mi ero mai interessato più di tanto di moda, per questo avevo assegnato a Harry il compito di trovarmi l’abito adatto quando mia madre ci aveva invitati al suo matrimonio.
Il suo nuovo compagno era un tipo apposto. Si chiamava Nicholas, capelli neri come la pece, occhi castani. Era più giovane di lei di un paio d’anni. Penso che il suo naso aquilino fosse la parte peggiore del suo viso, assieme alle orecchie a sventola, ma se non altro era un tipo generoso, e faceva ridere mia madre.
Io avevo chiuso con John il giorno stesso della partita. Dopo aver avvisato la mia famiglia della proposta di lavoro, ero andato in palestra e gli avevo detto che lasciavo tutto. Non valeva la pena perdere le persone che amavo per un paio di soldi. Lui si era arrabbiato, dicendo che avrei dovuto pensarci bene prima di accettare quel lavoro, ma quando aveva cercato di fermarmi era intervenuta Ariana, dicendo che ero libero di fare quello che volevo.
Non ho più visto nessuno dei due da quel giorno. Mi dispiace aver perso l’amicizia di quella ragazza, ma ho ancora il suo numero. Magari un giorno potrei andare a trovarla.
A proposito di amici, da quando sono a Londra Marcus e Clarissa sono venuti a trovarci un paio di volte e con la scusa ne hanno approfittato per vedere la città. L’ultima volta che l’ho vista, Clarissa aveva una pancia di cinque mesi. Ero rimasto colpito che fosse incinta, dato che era più giovane di me di un anno, ma ero anche molto contento per entrambi.  Per quanto riguarda Julian, non l’ho più visto. Marcus mi ha raccontato che si è trasferito in Francia per il lavoro. Probabilmente dovrei mandargli un messaggio, anche solo per sapere come sta. In fondo è sempre stato uno dei miei migliori amici.
L’anno scorso Lottie si è diplomata, quindi io e Harry siamo saliti su a Doncaster per assistere al giorno del diploma. Mia madre aveva organizzato una bella festa, con la torta e tutto. Avevano partecipato anche i compagni di Lottie, e avevo visto un paio di loro provarci spudoratamente con lei, ma quando avevo cercato di intervenire, Harry mi aveva preso per un polso, proibendomi categoricamente di immischiarmi. Avevo sbuffato, ma poi avevo annuito, senza però smettere di tenere d’occhio mia sorella.
Seguii con lo sguardo una grossa goccia di acqua che cadeva dal cielo. Poi mi voltai verso Harry.
“Haz, qui viene giù il diluvio universale. Sei sicuro di voler andare lo stesso?” chiesi, passandomi una mano tra i capelli. Ormai raggiungevano la base del mio collo. Avrei dovuto tagliarli, certo, ma per qualche motivo al pubblico piacevo così com’ero.
“Ma ho prenotato il ristorante” Disse lui, guardando con aria da cucciolo la porta.
“Beh, chiamali e di’ semplicemente che abbiamo avuto un contrattempo” Consigliai, sfilandomi la giacca scamosciata. Lui sbuffò e aprì la bocca per ribattere, ma io lo zittii immediatamente. “Ho comprato il gelato. E se ti va possiamo vedere uno di quei dannati film strappalacrime che ti piacciono tanto. Ne avremmo una dozzina, non fai che comprarli” Dissi, guardandolo. Lui sorrise, mostrando i denti bianchi.
“Dici davvero?” chiese, guardandomi speranzoso.
“Certo! Avrai speso metà del mio stipendio in quei DVD” Risposi, alzando gli occhi al cielo. Lui mi spinse leggermente.
“Non intendevo quello, idiota” Disse, poi mi guardò, rimanendo per un attimo in silenzio. “Tira fuori il gelato, io scelgo il film” Aggiunse alla fine, sfilandosi la giacca beige e camminando verso il corridoio. Ridacchiai, seguendolo con lo sguardo, e poi andai in cucina.
Aprii il freezer bianco alla destra della porta, osservandolo alla ricerca del gelato. La scatola verdognola mi saltò subito agli occhi.
Quando tornai in sala, due cucchiaini alla mano, Harry era comodamente sdraiato sul divano, i pantaloni del pigiama con lo stampo delle barche a vela addosso. Sospirai.
“Sai sempre essere così dannatamente sexy” Dissi ironico, buttandomi accanto a lui.
“Sono i pantaloni da serata film, questi!” ribatté lui, mettendo il broncio “E poi me li ha regalati mia nonna.”
“Tua nonna lo sa che hai 22 anni, vero?” chiesi, appoggiando la mia testa alla sua spalla. Lui alzò il braccio, avvolgendomi e stringendomi a sé.
“Per le nonne non si cresce mai” Affermò, una nota filosofica nel tono di voce. Sorrisi.
“Dai, fai partire questo film” Dissi, accoccolandomi più che potevo al suo petto. Lui schiacciò un pulsante sul telecomando, e la tv iniziò a trasmettere la prima immagine del DVD. Non sapevo nemmeno di che film si trattasse, ma infondo nemmeno mi interessava.
“Se senti il bisogno di piangere io sono qui, Boo” Disse Harry, una leggera sfumatura divertita nella voce. Gli tirai una manata sul petto, e lui se lo massaggiò con la punta delle dita.
“Non chiamarmi Boo” Dissi, la voce annoiata. Lui ridacchiò, e la risata vibrò nel suo petto. Mi avvolse anche con l’altro braccio, stringendomi a sé. Sentii le sue labbra premere contro i miei capelli castani, e un sorriso involontario mi affiorò sulla bocca. Inspirai il suo profumo a pieni polmoni e poi lanciai uno sguardo oltre la finestra.
Fuori la pioggia cadeva fitta, ricoprendo di una coltre biancastra le case di fronte a noi. Le macchine sfrecciavano veloci per le strade, mentre il rumore dell’acqua che batteva contro i tetti riempiva l’aria, attutendo ogni altro suono.
Chiusi gli occhi, e per un momento mi sembrò che il mondo si fosse fermato.
Eravamo solo io, Harry e quello stupido film degli anni ’90.


Angolo autore
E siamo giunti al termine anche di questa storia, la mia seconda qui su efp. Tutto è bene quel che finisce bene, esatto?
Termino questa storia a malincuore: la scrissi più di un anno fa, ricordo di averla iniziata nel luglio 2014 e ora sono qui a dirvi che è terminata. Mi avete resa davvero felice con i commenti lasciati a questa storia. Mi dispiace davvero molto dire ufficialmente che Let it be è finita.
Tuttavia, sto lavorando su qualcos altro, qualcosa di migliore, e prometto che prima o poi arriverà, anche se non so dirvi quando. Sarà più lunga, sempre basata sui Larry, ma questo è tutto quello che posso dirvi.
Spero che molte persone nuove inizieranno a seguire la storia, anche se è completa.
Non posso fare altro che mandarvi ancora un bacio grande e salutarvi per un po'.
Alla prossima! xx
Franci ♡

Twitter: @xshekeepsmewarm

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: oak