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Autore: jaki star    18/08/2015    3 recensioni
Un omaggio ad una delle coppie più belle di sempre: che lo ship abbia inizio!
#Roses
Gerard sollevò la mano, stringendo delicatamente lo stelo del fiore fra le dita: lo scarlatto dei petali di quella magnifica rosa gli ferì gli occhi, colpendogli dolorosamente il cuore
#Sunset
Forse, sotto i colori di quel tramonto, entrambi avrebbero iniziato il cammino che avrebbe per sempre alleviato i loro animi dal peso del passato
#Diamonds
“Sai, il diamante è un minerale davvero duro, il più resistente che si sia mai visto! Sai che può tagliare il vetro?” esplicò, entusiasta
#Bells
Titania quasi sorrise, interpretando quel suono come l’eco della sua ultima ora: quello strumento che aveva scandito le sue ore di prigionia tornava a tormentarla, ricordandole che il suo destino non era cambiato.
#Constellations
E le uniche stelle che aveva visto erano fatte di sangue e lividi, e splendevano sulla pelle rovinata del suo salvatore.
#Future
“No. Non voglio festeggiare l’inizio di un altro anno di prigionia”
“Vedrai che tutto cambierà, Erza. E mi assicurerò di essere al tuo fianco, quando accadrà”.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a Roby_Chan_, che mi ha infuso una scintilla di fiducia

 

Diamanti




Il sole tramontava inesorabilmente, segnando la fine di un altro terribile giorno di lavoro. I prigionieri, le ossa scricchiolanti e le spalle curve per le fatiche affrontate, marciavano verso le proprie celle, buchi infernali in cui aleggiava una costante aria di morte che, al calar della sera, diveniva ancora più palpabile. I corpi stanchi divoravano senza ritegno le scarse razioni di sbobba, mentre con più saggezza si dissetavano, attenti a non consumare in poco tempo la poca acqua concessa.
Tuttavia nonostante quest’atmosfera maledetta c’era qualcuno che, a fine giornata, trovava la forza di sorridere entusiasta, come se il calvario a cui era sottoposto non fosse altro che un incubo che sarebbe finito presto e che altrettanto presto avrebbe abbracciato la vita, una via dritta ed in discesa.

“Se tu avessi un gioiello, Erza, con che pietra ti piacerebbe fosse adornato?”.

La rossa sobbalzò, colta di sorpresa: Shou, il piccolo del gruppo, la fissava carico d’aspettativa. Alle sue spalle, Gerard li sbirciava di sottecchi, incuriosito sia dalla domanda posta che, specialmente, dalla risposta che la compagna avrebbe dato.
Scarlett sbatté le palpebre un paio di volte, concedendosi qualche istante per riflettere sull’inaspettato quesito: non aveva mai pensato ad una cosa del genere, e forse era meglio non indagare su come fosse venuta in mente a Shou.

“Bè…” mormorò, dopo la breve pausa di riflessione “Io credo proprio che vorrei… Un anello con un piccolo diamante incastonato al centro: non troppo vistoso, però” soffiò, gli occhioni castani quasi illuminati dall’idea di possedere una cosa così bella e preziosa tutta per lei.

D’un tratto però, un’ombra passò nelle iridi nocciola della ragazza: il gioiello che aveva descritto, non era altro se non l’anello di fidanzamento che suo padre regalò a sua madre.
Con un gesto lento ed inosservato si portò il pugno al petto, come a voler trattenere quel ricordo con sé.
Difatti, tutto ciò che riguardava la sua famiglia e il suo villaggio natale stava svanendo.

“Eeeh? Un diamante? Ma è trasparente, non ha nulla di speciale!” esclamò senza peli sulla lingua Shou, rivolgendo all’amica uno sguardo fra il perplesso e l’indignato.
“Non giudicare così i gusti degli altri, piccoletto” lo ammonì Simon: Erza fece una piccola smorfia, dissimulando la scossa di nervosismo e mortificazione che la risposta repentina del bambino le aveva provocato.

Shou non si curò più di tanto del rimprovero e corse a sottoporre la bizzarra domanda ai compagni.


“Per me hai fatto un’ottima scelta, Erza”.

Gerard le si accostò con eleganza, il solito sorriso sbarazzino sulle labbra: la ragazzina arrossì appena, drizzando la schiena.

“Che vuoi dire?” domandò, recuperando la voce dopo una manciata di secondi: il ragazzino dai capelli blu la osservò sereno, il tatuaggio splendente.
“Sai, il diamante è un minerale davvero duro, il più resistente che si sia mai visto! Sai che può tagliare il vetro?” esplicò, entusiasta “Proprio per questo motivo è la pietra adatta a te: tu sei forte come il diamante e lo devi essere sempre, capito? E poi il fatto che sia trasparente, vuol dire che è puro, un’altra tua caratteristica che devi sempre tenere presente, chiaro?” esclamò ancora, una luce radiosa nelle iridi verdi: Scarlett arrossì a dismisura, imbarazzata da tutti quei complimenti.
“Sai una cosa?” le chiese, prima di alzarsi “Ho deciso che quando saremo grandi e liberi, ti comprerò quell’anello e sarai felice! Te lo prometto, Erza!”.
 


Il rumore dell’acqua scrociante riempiva il silenzio dell’appartamento, quieto e tranquillo dopo giorni di festeggiamenti.
Il getto si affievolì poco a poco, diminuendo quel sottofondo così ritmico e rassicurante: l’acqua calda smise di scorrere dallo spruzzino, ponendo fine ad ogni suono.
Erza mosse appena la mano davanti a sé per disperdere il vapore, come se in realtà volesse eliminare i rimasugli dei ricordi che le erano affiorati alla mente proprio pochi minuti prima. Con una mossa elegante si coprì il corpo florido con un asciugamano, per poi uscire dalla doccia: era da molto tempo che non si concedeva un momento di relax così intimo ed intenso, complice il fatto che aveva combattuto un’estenuante battaglia solo pochi mesi prima. Le ferite avevano richiesto una lunga pausa all’ospedale e la convalescenza sorvegliata non le aveva permesso di tornare a vivere da sola, a casa sua. Ora che le acque si erano finalmente calmate, la grande Titania aveva ottenuto, come i suoi compagni, il diritto di poter tornare nel proprio appartamento. Con un sospiro si pettinò i capelli scarlatti, osservando con vago interesse la lettera che sostava sul suo comodino: un modo bizzarro per comunicarle un misterioso –mica tanto, dato che aveva riconosciuto la calligrafia del mittente- appuntamento speciale,  ma la cosa, tutto sommato, la incuriosiva.
Osservando l’orologio si alzò, decisa a prepararsi in fretta e con impegno: mancava poco al suo misterioso incontro ed intendeva indossare il migliore dei suoi abiti.
 


Erza sospirò, cambiando per l’ennesima volta posizione: si trovava su una comodissima sedia, in un bellissimo giardinetto sul retro di una famosa pasticceria, sotto un bellissimo gazebo decorato con fiori freschi, tuttavia non riusciva a stare ferma. L’impazienza la stava divorando e non le permetteva di stare comoda.
Quando ormai stava per sbottare, lasciandosi sfuggire qualche insulto a causa del ritardo del suo “misterioso” compagno, una voce bassa e tranquilla le giunse alle orecchie.

“Perdona il ritardo” si scusò Gerard, sedendosi di fronte a lei “C’era un po’ di traffico in città”.

La rossa si trovò a deglutire, la bocca improvvisamente secca: non le era mai capitato di vedere il Fernandes in panni così borghesi, e doveva ammettere di trovarlo… Più attraente del solito.
La coda del tatuaggio di Fairy Tail, rosso scarlatto, spiccava da sotto la corta manica della camicia cobalto che indossava.

“Non fa nulla” rispose pacata Erza, con un velo d’imbarazzo nella voce “Solo, dimmi come mai tutta questa scena: mi fai preoccupare” ridacchiò, tornando a rilassarsi.
 
“Sinceramente, non so se devi preoccuparti o meno: un gioiello merita preoccupazione?”.

Il respiro di Erza si mozzò: con lentezza alzò gli occhi, puntandoli nei suoi.

“Siamo liberi. Siamo grandi. E ho anche un lavoro” iniziò, con voce profonda.

Le labbra di Scarlett si dischiusero in un’espressione di puro stupore.

“Tu sei forte. Lo sei sempre stata” dichiarò con voce ferma, estraendo qualcosa dalla tasca dei jeans chiari.

“E sei d’animo puro: sapevo che non saresti cambiata” mormorò, aprendo una scatolina ricoperta di raso rosso: al suo interno, un anello di delicato oro bianco faceva capolino fra cuscinetti candini.
Un diamante piccolo e delicato, faceva capolino dal metallo prezioso: le incisioni delle loro iniziali brillavano insolitamente ai suoi lati.

Il cuore di Erza perse un battito: le sue gote s’imporporarono violentemente, mentre un singola lacrima di commozione e felicità le colò sul viso.

“So che è improvviso ma... Suppongo sia il momento di ufficializzare il nostro fidanzamento, non credi?”.


E, alla ragazza, non restò altro da fare che lanciargli le braccia al collo, un mormorio flebile in risposta. 

"Sì, lo credo anche io".



 

 

  
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