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Autore: Dragon gio    18/08/2015    1 recensioni
La mia personale visione della storia dopo il cap 699, non tiene conto degli eventi canonici del manga.
Sono trascorsi due anni dalla guerra, Sakura sta iniziando a cambiare, quello che un tempo era amore per Sasuke ora è divenuto semplice affetto. Naruto continua ad amarla in silenzio, senza mai osare mettersi in gioco. E mentre la giovane si interroga sui suoi sentimenti, Sai si fa avanti con coraggio e decide di dichiararsi alla "racchia".
{Naruto/Sakura ♥ Sai/Sakura} Accenni Hinata/Naruto
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Part 8
Part 8

Per Naruto, poter finalmente diventare l’Hokage, da un lato era qualcosa di incredibilmente fantastico, ma dall’altro si rese conto della mole di doveri e responsabilità a cui andava incontro. In teoria doveva essere investito del titolo da lì a meno di una settimana, ma prima che il tutto fosse reso veramente ufficiale, dovettero passare molti mesi ancora. Finì l’estate, poi arrivò l’autunno e praticamente lasciarono concludere l’anno, decidendo di rimandare il tutto a Gennaio.

La preparazione per assumere il ruolo di Hokage fu più lunga, prolissa e tosta di quanto Naruto avrebbe desiderato. Ma nel frattempo ebbe la soddisfazione di festeggiare i tre anni di Shion e lo fecero con una festa in grande stile, invitando tutti gli amici.
 
Nelle ultime settimane che precedevano la cerimonia, Naruto ebbe modo di rilassarsi e decise di passare tutto il tempo con i suoi bambini. Voleva goderseli più che poteva prima di diventare Hokage, perché sapeva che avrebbe avuto molto meno tempo da dedicare a loro.
 
L’agognato giorno fu finalmente fissato, dieci Gennaio alle ore dieci del mattino, al palazzo degli Hokage Naruto sarebbe stato investito ufficialmente del titolo di Kage. Fecero circolare la notizia ed invitarono all’evento anche gli altri Kage. Pochi giorni prima del gran evento, Konoha era un vero e proprio via e vai di Shinobi provenienti da tutti e cinque i paesi ninja.
La voce era arrivata davvero ovunque, perfino su remote montagne ove, un giovane uomo dai capelli scuri e gli occhi bicolore, stava visitando. Decise che valeva la pena andare a far visita a quell’usuratonkachi, nonostante dovesse interrompere il suo viaggio di ricerca per il mondo.
 
 
La notte precedente il dieci Gennaio, Naruto non chiuse occhio. Gli ci vollero parecchi schiaffi amorevoli da parte di Sakura, prima che lui riuscisse a dormire un paio di ore circa. Per poi risvegliarsi all’alba, più agitato di prima. Esasperata la compagna, decise di tirare fuori quella che lei definiva “l’artiglieria pesante”, che consisteva nel quietare Naruto con del sano… sesso. Seppure colto alla sprovvista, Naruto non rifiutò la gentile offerta, anzi ci diede dentro più del solito per scaricare la tensione. Fu così appagante per entrambi che quando ebbero finito, crollarono senza forze l’uno sull’altro, addormentandosi profondamente. Il sonno ristoratore fu così efficace che quando Sai venne a bussare alla loro porta, Sakura non si rese conto di che ore erano.
“Mh… Sai… sei tu?”
“Sì, Sakura… siete pronti?”
“Uh? Ma è ancora presto…” borbottò Sakura tirandosi a sedere, poi afferrò pigramente la sveglia che era sul comodino dal lato di Naruto. Schiuse gli occhi assonnati e vide l’ora: un quarto alle dieci. Aha, bene pensò, secondo il programma loro sarebbero dovuti già essere in prima fila per il discorso del passaggio di titolo di Kakashi.
“Oh mio dio! Naruto, svegliati! Sveglia!”
Naruto non comprese subito perché la sua adorata e, nudissima, Sakura-chan lo stava scrollando con tale impeto. Per lui fu solamente il più dolce dei risvegli, era sempre un piacere godere della vista del seno nudo della sua amata ballare così davanti al suo naso, di prima mattina.
Dovette scendere dalla nuvoletta dei sogni quando, la forza del pugno di Sakura lo fece volare fuori dal letto portandosi appresso tutte le coperte. Si schiantò con violenza contro la porta, Sai dall’altra parte si spostò per paura che essa venisse sfondata. Fortunatamente non fu così, però constatò che era da riparare, a meno che non volevano tenersela così con la sagoma in rilievo della faccia di Naruto.
“Emh… ragazzi… siamo in ritardo temo…”
“Lo so, lo so!” Sakura uscì per prima, tutta trafelata e ancora mezza nuda. Non che a Sai dispiacesse tale visione, allungò bene gli occhi, d’altro onde, il lenzuolo bianco con cui si era avvolta alla meno peggio non le copriva bene il fondo schiena.
“Sai! Che stai guardando, brutto porco!”
“Io? Nulla!” Sai sfoggiò il suo tipico sorrisetto da sto mentendo palesemente ma spero che tu non te ne accorga.
 
Entrambi si dovettero lavare e vestire alla velocità del suono, inoltre Sakura dovette pure preoccuparsi di guarire il viso di Naruto, livido a causa della tremenda botta di prima.
Per sbrigarsi, usarono una delle creazioni di inchiostro di Sai, anche se il volo fu parecchio turbolento, a causa dei forti venti che soffiavano quel giorno. Meno male che almeno i bambini erano stati presi in custodia da Mebuki il giorno prima, dovevano già essere arrivati da un pezzo alla cerimonia.
 
Quando atterrarono, scesero barcollando, afflitti da terribile mal d’aria. Sai ci era abituato agli scossoni in volo e stava benissimo, ma i poveri Naruto e Sakura erano pallidi e spettinati. Naruto specialmente aveva tutta l’aria di essere più uno sbandato che il futuro Hokage di Konoha.
“E’ tardissimo! Sai, ti prego prendi tempo, devo dare una sistemata a questo Baka!”
“Ok, ci penso io!”
Sakura trascinò Naruto nei bagni e lì, cercò di aiutarlo a riprendersi ma soprattutto a rimettere a posto la maglia sgualcita, i pantaloni sporchi di inchiostro e i capelli che erano un disastro totale.
“C… come sto?”
Lei lo squadrò da capo a piedi, soffermandosi in particolare sulla maglia.
“Perché anche oggi questa colore arancio fluo? Perché non ti ho fatto indossare quella che ti ha regalato mia madre per Natale?! Oddio, cosa penseranno tutti! Sono una pessima compagna, ecco!”
“Sakura-chan, non penso che staranno a guardare di che colore è la mia maglia…”
“E questa macchia di inchiostro, non va via! Accidenti, dopo pesto Sai come si deve!”
“Ma no, Sakura-chan è stata colpa mia! Non prendertela con lui!”
“Scusami Naruto… vorrei aiutarti ma… sono inutile come sempre!”
A quella frase, le braccia di Naruto scattarono in automatico andando a posarsi saldamente sulle spalle della compagna. Stringendole appena, senza farle realmente male.
“Non dire sciocchezze Sakura-chan! Tu sei qui, conta solo questo per me!”
Le donò il più bello dei sorrisi, il cuore di Sakura sussultò piacevolmente.
“B…baka! Ora basta con le smancerie, dobbiamo andare!”
 
 
Naruto affrontò la cerimonia a testa alta, seppure l’emozione lo stesse divorando al punto che Kakashi si rese conto delle braccia che tremavano mentre gli passava il cappello dell’Hokage. In qualche modo andò tutto bene, sebbene Naruto masticò le parole un paio di volte mentre pronunciava il suo discorso da neo Kage. Ma nessuno poté biasimarlo, la pressione era stata tanta negli ultimi mesi, praticamente aveva avuto gli occhi del mondo intero puntati su lui ed ora le cose sarebbero state anche peggio. D’oltre onde essere colui che aveva salvato il mondo, aveva i suoi vantaggi così come le sue responsabilità. Naruto si era sì guadagnato pienamente il titolo di Hokage, al punto che Kakashi aveva deciso di andare in pensione prima del previsto, ma ora spettava al giovane uomo dimostrare che era realmente in grado di farne il suo lavoro a tempo pieno.
Sakura, dato che era la sua compagna, gli rimase accanto per tutto il tempo, tirandogli a tratti piccole gomitate ogni qual volta la sua sciocca boccaccia stava per fare una battutina di troppo.
Specialmente quando tentava di raccontare le barzellette, alquanto discutibili, che Sai scovava su non si sa bene quali libri. Barzellette a cui solo Naruto riusciva a ridere fino alle lacrime.
 
Quando finalmente giunse la sera, con essa arrivò anche la stanchezza per l’allegra famigliola. Erano tutti letteralmente svuotati di ogni forza vitale, perfino i bimbi che erano stati messi a letto prima del solito orario.
Dopo una cena veloce si stravaccarono sul divano, guardando un po’ di tv, precisamente Naruto e Sai, mentre Sakura si dedicò alla lettura di un libro.
Mentre faceva nervosamente zapping da un canale all’altro, Naruto se ne uscì con una affermazione che fece sbarrare gli occhi ai due compagni.
“Ragazzi, sapete che oggi ho avuto la netta sensazione di vedere Sasuke?”
“C…cosa?!”
“Sasuke-kun… era alla cerimonia?”
Naruto si rigirò indeciso il telecomando fra le mani, rivolgendo lo sguardo ai suoi interlocutori sedutigli accanto.
“Non ne sono certo ecco… ma c’è stato un momento, un istante proprio, dove in mezzo alla folla ho creduto di averlo visto!”
“Oh…”
“Ma, se era davvero lui perché non si è fatto vedere? Insomma io non capisco! Sono anni che non ci da sue notizie, gli costava tanto farsi vedere?!”
Sia Naruto che Sai, colsero nella voce tirata e stanca di Sakura la medesima frustrazione che esternava ogni volta che l’argomento Sasuke veniva tirato in ballo in una discussione.
“Non so che dire Sakura-chan… ma come ti dicevo, non sono certo che fosse lui! Magari me lo sono immaginato! Cioè… io avrei tanto voluto che lui oggi ci fosse che potrei averlo sognato, ‘tebayo!”
Per quanto tentasse di stemperare la tensione, non vi riuscì, Sakura si alzò improvvisamente e quasi fuggì dai due, accampando la scusa che aveva sonno e andava a letto.
Nel salottino calò il silenzio, Naruto non rimase lì a lungo e raggiunse rapidamente la compagna in camera. Rimasto solo Sai, iniziò a pensare: cosa poteva fare? Odiava vedere la sua famiglia soffrire e stare male, specialmente se la causa era Sasuke Uchiha. Raggiunse a grandi falcate la stanza che era adibita a suo studio di pittura personale, accese la luce e frugò fra i suoi rotoli. Ne aprì uno posandolo sul pavimento, poi intinse un pennello direttamente nella boccetta di inchiostro impastato con il chakra. Iniziò a disegnare dei topolini sulla pergamena, invocandoli tramite la sua tecnica un istante dopo. Si sedette più comodamente per terra, sapeva che lo attendeva una lunga notte, ma non gli importava. Avrebbe fatto questo e altro per la sua amata famiglia.
 
 
Verso le prime luci dell’alba, Naruto venne svegliato dal piccolo Shion, quando aprì pigramente un occhio se lo trovò davanti.
“Neh Shion… tutto bene?”
“Papà Naruto… non trovo il mio papà!”
Il bimbo spiegò di come si fosse alzato per andare in bagno, ma poi passando davanti la camera del padre avesse trovato il suo letto vuoto. Spaventato era subito corso dall’altro papà.
“Shion, rimani qui con la mamma, ok?”
“Mh…”
Mise il piccolo a letto accanto a Sakura, aspettando che si assopisse, poi si vestì velocemente e iniziò a cercare Sai per casa. Non lo trovò in nessuno dei due appartamenti condivisi, ma si era accorto che la porta del suo studio di disegno era spalancata. Aveva dato un occhiata dentro rendendosi conto che mancavano alcune attrezzature che era solito utilizzare in missione, come il rotolo gigante.
Ancora più preoccupato si precipitò fuori, ma essendo Sai molto bravo a coprire le sue tracce non fu affatto facile capire che direzione avesse preso.
 
Nel frattempo, il suddetto si trovava nel bosco al confine di Konoha. La notte insonne non era stata totalmente inutile, i suoi topi di inchiostro avevano stanato la persona che stava cercando, o almeno sperava si trattasse proprio di lui.
Non ebbe dubbi quando, nascosto dietro un albero, intravide in lontananza la figura di un giovane avvolto da un poncho scuro, che si stava allontanando.
Srotolò abilmente la gigantesca pergamena e vi dipinse rapidamente sopra, formulando i suoi sigilli.
“Ninpou, Chou Giga!”
Un paio di leoni di inchiostro si avventarono sulla persona che, apparentemente continuava a camminare ignara di stare per essere attaccata. Quando Sai realizzò che le sue creature si erano scontrate con un illusione, comprese di essere stato fregato.
“Un simile colpo basso da te proprio non me lo aspettavo…”
Una voce bassa e profonda sorprese Sai alle spalle, la schiena era tenuta in ostaggio dalla punta di una lama. Lui alzò le mani in segno di resa.
“Cerca di capire… con te non so mai come dovrei comportarmi… Sasuke-kun…” Si voltò piano, incurante delle reazioni dell’Uchiha, ma comprese non appena lo vide in volto che non aveva intenzioni omicide verso lui.
“Che cosa vuoi? Perché mi hai cercato?”
“Volevo solo accertarmi se Naruto ieri aveva avuto una visione o meno…”
“Mh. Allora il Dobe si è accorto della mia presenza… chissà perché, non ne sono sorpreso…” Sasuke rinfoderò la spada, poi come se nulla fosse fece qualche passo in avanti, dando le spalle a Sai.
“Aspetta Sasuke! Perché non vieni a trovare Naruto e Sakura? E poi, se ci tenevi ad assistere alla cerimonia, perché non ti sei fatto avanti?”
“Ma quanto parli! Non mi ricordavo fossi così ciarliero…” Sasuke incassò le spalle un momento prima di voltarsi nuovamente verso il pittore. Arricciò le labbra mostrando un lieve sorrisetto compiaciuto.
“Ti chiami Sai, vero?”
“Wow, sono sorpreso che tu ti ricorda di me!”
“Le facce antipatiche come le tue, non le scordo facilmente…”
“Da che pulpito…”
Si guardarono in cagnesco per una manciata di secondi, non scollandosi gli occhi di dosso, fino a quando la rumorosa ed esageratamente squillante voce dell’Hokage non li sorprese.
“Saaaai!”
Arrivò come un uragano, stava per gridare ogni sorta di epiteti contro Sai quando non vide Sasuke accanto a lui. Frenò la sua corsa quasi rischiando di piantare i piedi nel fango e spalancò la bocca, mostrando un espressione di puro stupore mista a rabbia.
“M…ma…”
“Dobe, passi per la faccia da scemo, ma pure balbuziente sei diventato? Che Hokage penoso!”
“Zitto, Temeee!” Sasuke incassò, quasi consapevolmente, il poderoso pugno che gli arrivò dritto in testa.
“Questa te la sei meritata Sasuke!”
“Taci, tu!” Pure Sai dovette, suo malgrado, prendersi un bel cazzotto in piena faccia. Stava per domandare, scioccamente, perché lo avesse fatto quando Naruto glielo spiegò per primo.
“Sai, accidenti a te mi hai fatto venire un infarto! E tu Sasuke, perché cavolo non ti sei fatto vivo, ehe? Cosa stavate combinando qui nel bosco?! Dovrei strangolarvi entrambi!”
“Naruto, devo mio malgrado rammentarti che un Hokage non dovrebbe comportarsi così…”
“Tu Sai devi solo stare zitto! Cosa avrei detto ai bambini se ti fosse successo qualcosa?!”
“Oh, allora eri davvero preoccupato per me! Sono commosso…”
“C…che cosa?! Figurati, scemo! Pensavo solo ai bambini!”
“Scusatemi… se avete terminato il patetico teatrino, io mi defilerei…”
“Fermo tu!” La spalla di Sasuke venne trattenuta, in maniera assai poderosa, dalla mano di Naruto. La stessa che aveva perso quel giorno lontano di molti anni fa, per salvare la vita al suo migliore amico.
“Che vuoi, Naruto?”
“Sasuke… perché sei rimasto nascosto fra la folla? Non avevi motivo di nasconderti, ne di fuggire così di soppiatto da Konoha! Questa è casa tua, ‘tebayo!”
Si rilassò improvvisamente, Naruto se ne rese conto dalla tensione che smise di emanare il suo intero corpo.
“Lo so… ma non mi andava comunque di farmi vedere in giro…”
“Aha, sei proprio un caso disperato!”
“Come?!”
“Dai vieni! Voglio presentarti il resto della famiglia! E poi Sakura-chan, sarà felicissima di rivederti!”
Naruto fece segno a Sasuke di seguirlo, lui era rimasto scioccato e con un espressione di puro disappunto. Sai ne approfittò per passargli accanto e sussurrargli in un orecchio.
“Sarà così felice che ti sfonderà di pugni…”
“Sai, non dire certe cose! E poi, figurati se Sakura-chan lo picchia!”
 
 
Naruto dovette ricredersi ampiamente quando, non appena ebbero varcato la soglia di casa, una Sakura furibonda stampò un gancio destro in pieno volto di Sasuke.
“Shannarooo!”
“Ecco appunto…”
“S…Sakura-chan, che fai?!” gridò Naruto mettendosi le mani fra i capelli nel panico totale.
“Questo è per non esserti fatto più vedere a Konoha negli ultimi anni!”
Sasuke, volato per terra si massaggiava turbato la guancia appena gonfiata dall’amica, chiedendosi come mai Sai continuasse a ripetergli che era stato fortunato che lei ci fosse andata leggera.
“Se vuoi mettere piede in casa nostra, dovrai prima scusarti Sasuke!”
“Sakura-chan…” Naruto era letteralmente sconvolto dal comportamento della compagna. Anche se sapeva che non amava più romanticamente Sasuke, credeva che continuasse comunque a volergli talmente tanto bene da essere sempre pronta a perdonarlo, come aveva già fatto in passato. Invece ora si trovava dinanzi una giovane donna su tutte le furie, che sbarrava l’ingresso di casa con aria di volerle suonare ancora per molte ore al suo ex primo amore.
Sasuke senza emettere un fiato si rimise in piedi, si scrollò un momento il poncho impolverato e poi con una flemma allucinante chiese scusa. Sakura parve soddisfatta della sua risposta, si fece da parte permettendogli di entrare, Sai e Naruto si lanciarono un occhiata di intesa. Forse il peggio era superato.
 
L’Uchiha venne fatto accomodare nel salottino, mentre Sakura si era defilata quasi subito per preparare qualcosa da bere all’improvvisato ospite. Naruto non aveva perso tempo ed era corso a prendere i bambini, nonostante Sai avesse tentato invano di fargli capire che stavano ancora dormendo.
Quando Sasuke si vide arrivare l’amico con un piccino in braccio e un altro più grandicello ciondolante dal sonno accanto a lui, inarcò un sopracciglio alquanto sorpreso.
“Vedo che ti sei dato un gran da fare in questi anni…”
“Bé, ecco non è che siano entrambi figli miei! Cioè, per me lo sono ma… ecco… ‘tebayo!”
“Shion, è figlio mio…” affermò Sai andando a recuperare il suo bimbo che stava praticamente dormendo in piedi. Se lo portò sul divano, lasciando che il piccolo si accasciasse su lui riaddormentandosi.
“Sì, è così! Invece Shinachiku è figlio mio, ‘tebayo!”
Sasuke osservò prima Naruto poi Sai, cercando di fare il punto della situazione.
“C’è qualcosa che mi sfugge… abitate assieme?”
“Sì!”
“E chi sarebbe la moglie di questo qui?” domandò senza alcun pelo sulla lingua indicando Sai. Naruto stava per aprire bocca ma poi la richiuse un istante dopo, non sapeva bene come fare a spiegare la loro particolare situazione.
“Io Sasuke.” Sakura era appena rientrata nel salottino con in mano un vassoio, da cui spiccavano diverse tazze da tè con teiera. Lo posò sul tavolo e poi proseguì il discorso.
“Bé, non sono sua moglie ma sono stata la sua fidanzata anni fa e abbiamo avuto un bambino assieme… ora sto con Naruto e ho avuto un figlio anche da lui!”
Fu qualcosa di incredibile assistere al mutamento di espressioni che avvennero in Sasuke, il tutto durò solo una manciata di secondi ma fu ugualmente pazzesco.
“Oh…”
“Accidenti, abbiamo scioccato pure Sasuke Uchiha! Dobbiamo essere fieri di noi!” disse all’improvviso Sai dopo un imbarazzante, fin troppo lungo, silenzio.
“Non me lo aspettavo… in un certo senso… siete una specie di famiglia giusto?”
“Sì, è così!” ribatté senza remore Sakura, mostrando fra l’altro un sorriso estremamente sereno. Sasuke nemmeno si ricordava di averle mai visto una simile espressione dipinta in volto. Ne fu sinceramente colpito.
“Esatto Sasuke! Ed ora che ci sei qui anche tu, la nostra famiglia è davvero al completo!”
Le parole di Naruto attraversarono la mente di Sasuke come una scarica elettrica, fu la sensazione più piacevole che avesse mai provato dal giorno in cui era partito da Konoha. Tentò di sorridere, ma non ci era più abituato e si rese conto che gli risultava difficoltoso.
Naruto gli diede una pacca sulla spalla, quasi come se avesse capito, ma d’altro onde lui lo comprendeva meglio di chiunque altro fin da quando erano solo bambini. Non c’era mai stato bisogno realmente di parlare fra loro due, semplicemente si capivano al volo.
“Bentornato a casa, Sasuke…” affermò infine Naruto, poi preso dall’euforia del momento chiese a Sakura di preparare una stanza per poter far fermare l’amico qualche giorno a casa loro. Lei fu costretta a rammentargli che non avevano una camera per gli ospiti e, che se davvero Sasuke voleva fermarsi lì da loro, doveva accontentarsi del divano.
 
“Naruto, non affannarti troppo, non ho intenzione di rimanere, devo ripartire!”
“Cosa? Ma perché?! Non ti vediamo da anni, non pensarci nemmeno di sparire di nuovo nel nulla per chissà quanto!”
“Tu non capisci, ho ancora tanti luoghi da visitare e molte cose che vorrei fare…”
Sia Naruto che Sakura stavano andando in escandescenza, erano pronti a replicare con fermezza alle sue parole. Solo che ciò che disse Sasuke un attimo dopo, li spiazzò totalmente.
“Prima di ritornare a casa...”
“Potresti comunque rimanere almeno per oggi, non ti pare?” La proposta di Sai fu largamente appoggiata dal resto della famigliola. Furono talmente insistenti che Sasuke dovette arrendersi a loro, anche se secondo Sai non fu poi uno sforzo così terribile come voleva far credere.
 
 
Per la grande occasione Sakura aveva deciso di cucinare qualcosa di speciale, fortunatamente Sai si fece avanti prima che la giovane donna si avvicinasse realmente ai fornelli. Naruto la convinse a rimanere con lui e Sasuke a chiacchierare, inoltre Sai era alquanto suscettibile quando stava in cucina, non voleva nessuno intorno a disturbarlo.
Si misero in sala a parlare, costrinsero Sasuke a raccontargli qualcosa dei suoi lunghi viaggi, di cosa avesse visto e fatto negli ultimi anni. Nel frattempo i bambini si erano svegliati, Shinachiku stava seduto in braccio al suo papà scalciando animatamente come suo solito, invece Shion si era sistemato accanto a Sasuke. E non aveva smesso un istante di fissarlo da quando si era tolto il poncho, mettendo in mostra una manica apparentemente vuota.
Dopo aver rimuginato in silenzio per molto tempo, Shion si fece coraggio e avvicinò una piccola mano alla stoffa stringendola forte. Quando si rese conto che non c’era davvero l’arto e che non era un illusione, si spaventò allontanandosi. Sasuke, che si era accorto di cosa stesse facendo, si voltò verso lui accennando un sorriso di sfida.
“Ce ne hai messo di tempo per trovare il coraggio di farlo… volevi sapere se mi manca un braccio?”
Shion scosse la testolina su e giù, senza tutta via parlare.
“Sei muto per caso?”
“Neh Sasuke, non è muto! Shion è solo timido!”
“Mh, strano, pensavo avesse la lingua biforcuta come suo padre!”
“Guarda che ti sento Sasuke…” ringhiò Sai mettendo la testa fuori dalla cucina, sfoggiando il suo miglior sorriso plastico. Naruto attese che sparisse di nuovo dietro la porta per poi esclamare a voce alta, di proposito ovviamente “E’ una mia impressione, oppure il suo carattere sta peggiorando Sakura-chan?”
“Smettila! Lo sai che è capace di farti mangiare veleno per aver detto certe cose?”
“Ha ha! Hai ragione!”
Nel momento di confusione, Shion si fece forza e riuscì finalmente a parlare a Sasuke.
“Hai la bua al braccio?”
Sasuke non reagì alla domanda, al contrario Naruto e Sakura si preoccuparono per lui. Soprattutto temevano la sua risposta.
“Qualcosa di simile…”
“Non ti fa male?”
“Ora non più!”
Shion come colto da un improvvisa illuminazione, si girò verso la madre, gli occhi pieni di speranza animato dalla tipica innocenza infantile.
“Mamma, curalo tu!”
“Tesoro… io non…”
“Mi ha già curato… infatti ora sto bene…”
Il bimbo non comprese, lui continuava a crucciarsi per l’arto mancante e voleva trovare a tutti i costi il modo di guarirlo.
“Mamma, tu sei bravissima! Perché non lo curi?”
“Vedi Shion, ci sono cose che nemmeno la mamma può fare…” Sakura tentò di spiegare come poteva la complicata situazione di Sasuke. In realtà, era possibile eccome ridare un braccio all’Uchiha, ma era stato lui stesso a rifiutarlo anni orsono. Era stata una scelta personale e dettata da giuste motivazioni, che però non potevano essere comprese da un bambino così piccolo. Inoltre era certa che nemmeno Naruto avrebbe voluto raccontare ai loro figli del passato turbolento del loro ex compagno di team.
“Mh… ho capito… mamma, quando sarò grande voglio trovare io il modo!”
“Come?”
“Studierò e diventerò bravo come te! E poi curerò il suo braccio!”
Sakura sorrise intenerita e commossa nel sentire dire certe cose al suo piccolo, non aveva idea che a Shion interessasse la medicina. Prima di allora il bambino aveva espresso unicamente interesse nell’arte, diceva di voler imparare a dipingere come il padre. Per quello il cuore le si riempì così tanto di gioia, anche se sapeva che a quell’età era normale avere un aspirazione differente ogni giorno, ne fu ugualmente felice.
 
 
Fu una bella giornata per la strana grande famiglia del team sette, praticamente fecero tarda notte prima che Sasuke riuscisse a defilarsi dalla combriccola.
“Sasuke, non far passare altri cinque anni prima di rifarti vivo, mi raccomando!”
“Farò il possibile, Dobe!”
“Non cambi mai, neh Teme?!”
Naruto e Sasuke si salutarono con una stretta di mano, mentre Sakura lo abbracciò teneramente.
“Tieni, qualche provvista e un kit per il pronto soccorso, potrebbe serviti nei tuoi viaggi!”
“Grazie Sakura…”
Sai si limitò a salutarlo con un cenno, non poteva dire di essere particolarmente legato a lui, inoltre la punta di astio fra i due non si era ancora dissipata nonostante fossero passati tanti anni.
 
Naruto e Sakura attesero sull’uscio di casa che Sasuke svanisse avvolto dalla nebbia che era calata sul villaggio, come un fantasma che ritornava dal suo luogo di origine.
Quando rientrarono, Sai notò subito quanto fossero mogi e depressi, anche se il suo orgoglio pizzicava fastidiosamente, sentiva il bisogno di tirarli su di morale.
“Che ne dite se mettessimo a letto i bambini, e poi ci guardassimo un film? Potrei preparare i pop corn per l’occasione!”
Entrambi i giovani gli sorrisero riconoscenti, la tristezza per la lontananza di Sasuke in qualche modo veniva sempre colmata dall’affetto di Sai nei loro confronti. E di questo gliene sarebbero stati eternamente grati.
 
 
 
  
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