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Autore: Grify    19/08/2015    1 recensioni
Un anno dopo l'iniziazione di Quattro, Olivia: una ragazza abnegante di nome ma non di fatto, impulsiva e arrogante, durante la sua cerimonia della scelta abbandona senza remore la sua fazione per entrare a far parte degli intrepidi. Da subito attira su di se le attenzioni di Eric, capofazione, intrepido e incubo degli iniziati; che siano positive o negative questo è tutto da vedere.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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                    NUOVA VITA
 
Corro. Corro con tutte le mie forze, corro finchè non sento neanche più il dolore ai muscoli delle gambe, corro finchè non sento i polmoni bruciare, finchè non inizia a mancarmi il fiato e avverto il mio corpo avvampare, finchè non sento il vento scombinarmi i capelli mentre sferzo l'aria con il mio corpo. E anche allora, corro. E nonostante tutto, mi sento viva, mi sento libera, libera da ogni restrizione, libera di correre, di ridere, di essere me stessa. Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene e accendermi di nuova energia, sento la sensazione di potenza che mi pervade ogni volta che mi spingo al massimo e quasi non avverto più la stanchezza e il forte dolore alla spalla sinistra, solo i miei piedi che colpiscono l'asfalto e il vento nella faccia. Il gruppo degli intrepidi tutt'a un tratto svolta l'angolo e io lo seguo, poi si fermano definitivamente e io ne approfitto per riprendere fiato. Roy si avvicina con un ghigno a me e a Lisa, praticamente stremata dalla corsa, e ci dice:
-Già pentite di aver scelto gli intrepidi?
Sto per rispondergli quando sento il fischio del treno che corre sulle rotaie, e allora capisco. Mi giro verso Roy e gli chiedo:
-Non dirmi che dobbiamo saltare?!
-Cosa?!?
Fa la mia amica con voce leggermente stridula 
-Si bellezze, tenetevi pronte!
Non appena finisce la frase inizia a correre accanto al treno, seguito dagli altri iniziati, io e Lisa li seguiamo, preparandoci (fisicamente e mentalmente) a saltare. Ho sempre voluto saltare dentro un treno come fanno gli intrepidi, ma, lo ammetto, non ho mai avuto il coraggio di farlo. Vedo Roy, in piedi su un vagone, farci cenno di saltare.
-Prima tu!
Grido a Lisa per sovrastare il rumore del treno. Lei chiude gli occhi e salta, vedo Roy prenderla con la mano destra sotto l'ascella e avvolgerle il braccio sinistro intorno alla vita e tirarla su. Lo vedo prepararsi per aiutare anche me, ma gli faccio cenno di allontanarsi prima di contare fino a tre e...SALTO.
Atterro nel vagone con il piede destro e il ginocchio piegato mentre l'altro è rimasto penzoloni fuori dal treno, entrambe le mani attaccate alla maniglia. Faccio forza con le braccia ed entro del tutto. Guardo giù dal treno per vedere se qualcuno è rimasto sul binario, noto un ragazzo con i colori degli eruditi che non si decide a saltare:
-Avanti, salta!
Gli grido tendendo la mano per aiutarlo, Lisa fa lo stesso; il ragazzo erudito aspetta ancora qualche secondo prima di buttarsi sul vagone, si aggrappa alle nostre braccia e noi lo aiutiamo a salire. Una volta dentro fa un sospiro di sollievo e si spazzola i vestiti. Rivolge a entrambe un sorriso luminoso e poi ci stringe la mano:
-Grazie davvero tante per avermi aiutato, io sono Jonathan, erudito.
-Si, l'avevamo notato.
Risponde Roy sarcastico. Gli rifilo una gomitata nel fianco.
-Figurati, io sono Olivia, piacere.
-Io sono Lisa.
-E...il vostro amico?
-Roy, il piacere è tutto tuo.
Borbotta il mio amico seccato, da quando lo conosco ha sempre detestato gli eruditi, non so perchè. Lisa gli rifila un'occhiataccia che fa finta di non notare, poi sussurra ad un amico, facendosi però sentire chiaramente:
-Un lasso che sottolinea le ovvietà!...perchè ci toccano sempre gli scarti degli eruditi.
Io e Lisa lo guardiamo sconcertate mentre sghignazza insieme ai suoi amici. Lo guardo con disapprovazione prima di tornare a rivolgermi a Jonathan con un sussurro udibile da tutti:
-Scusa il nostro amico...è leggermente ritardato!
Lui smette di ridere e mi guarda. Faccio finta di non vederlo e mi siedo con le gambe penzoloni fuori dal vagone, poco dopo Lisa mi imita mentre l'erudito si siede in un angolo e Roy continua a parlottare con i suoi amici, che mi lanciano qualche occhiata di tanto in tanto. Rimaniamo in silenzio per un pò, durante il quale mi immaginò come sarà rincontrare il mio fratellone e faccio mille ipotesi diverse su quando, come e dove lo rivedrò. 
-Fammi indovinare, stai pensando a Tobias vero?
Guardo Lisa leggermente disorientata prima di fare un leggero sorriso e annuire.
-Come hai fatto a capirlo?
Le chiedo guardando l'ammasso di costruzioni reso indistinto dall'elevata velocità passarci davanti.
-Dai tuoi occhi. Tu forse non te ne accorgi ma ogni volta che ne parli, o lo pensi, i tuoi occhi diventano...non so, più dolci e allo stesso tempo malinconici. Emanano un calore tutto loro...che scalda anche chi sta intorno a te! Come una madre con suo figlio.
-O come una sorella con suo fratello.
Dico triste
-Già...e comunque è anche perchè sorridi come un'ebete.
Mi scappa una risata.
-Beh, grazie per avermelo fatto notare. Comunque è stato davvero toccante il tuo discorso; dimmi te li scrivi la notte o sono folgorazioni di saggezza improvvisa?
-Un pò l'una un pò l'altra.
Ammette con una risatina che contagia anche me. Poco dopo entrambe ridiamo senza controllo tenendoci la pancia. Noi siamo così, a volte alle consolazioni inutili e scontate preferiamo prenderci in giro e scherzare con battuttine ironiche, e io gliene sono grata per questo. A volte ho solo bisogno che qualcuno mi tiri fuori dal mio dolore, non che provi a farci parte.
Parliamo per un pò di come sarà la vita tra gli intrepidi, finchè non veniamo raggiunte da Roy, che si siede al fianco di Lisa.
- Ciao
Esordisce. Ma com'è loquace!
- Ciao
Rispondo
- Ciao Roy
Dice Lisa
- Di cosa stavate parlando?
Gli lancio un'occhiata di sbieco.
- Ti interessa?
Gli domando. Lui sospira rumorosamente mentre Lisa si lascia scappare un sorriso divertito: tra noi tre questi episodi sono all'ordine del giorno!
- Ascolta, vuoi tenermi il muso ancora a lungo? Non ho fatto niente di così male, solo una piccola battuta!
In effetti non è che abbia fatto poi chissà che, ma non mi piace che si prendano di mira persone che non hanno fatto niente, so che sotto la "battutina" l'intento era quello di provocare e mettere a disagio. E penso che come oggi quell'erudito, Jonathan, abbia incontrato qualcuno che lo prenda in giro, domani potrà capitare anche a me.
Guardo seccata Roy e gli dico:
- Ammettilo che ti ha dato fastidio il fatto che quel ragazzo sia un erudito.
- E anche se fosse? Era solo una battuta innocente...eddai! facciamo pace.
Mi risponde con uno sguardo da cucciolo mentre mi porge il mignolo. Io scoppio a ridere insieme a Lisa poi, con l'aria di una mamma che perdona il figlio dopo aver fatto una marachella, gli stringo il mignolo col mio.
- Ma mi da fastidio che tu te la prenda con qualcuno che non ha fatto niente, quindi per favore, evita. Okay?
-Okay.
Cede il mio amico.
-Comunque Olly, sai che un paio di miei amici vorrebbero uscire con te?
Mi dice con un ghigno malizioso.
- Come?!
Rispondo io con gli occhi fuori dalle orbite prima di scoppiare in una risata isterica.
- Ovviamente è uno scherzo, vero? Vero?!
Lui faticando a trattenere le risate risponde:
- Mi spiace deluderti ma...no. Hanno detto che sembri una tosta, e non so se l'hai notato ma George, quello con il ciuffo rosso, ti sta fissando da quando sei salita.
Mi guardo intorno e individuo George tra il gruppo di ragazzi dove prima c'era anche Roy, ha i capelli interamente neri a parte un ciuffo rosso, è alto e pieno di muscoli e tatuaggi, i suoi occhi sono verde chiaro e mi stanno fissando come se fossi un piatto prelibato, non appena i miei occhi incrociano i suoi lui mi rivolge un occhiolino accompagnato da un ghigno. Mi volto di scatto e sento le guance accaldarsi, poi mi rivolgo a Roy:
- Non credevo che i tuoi amici fossero dei maniaci!
 Lui alza gli occhi al cielo ed esclama:
- Ecco che viene fuori il tuo lato da rigida, Olivia, sei un'intrepida adesso e devi reagire come un'intrepida, e credimi se ti dico che arrossire e voltarsi di scatto NON è un comportamento da intrepida!
-Beh su questo ci devo ancora lavorare.
Gli rispondo burbera.
- Certo che però se il tuo amico la fissa in quel modo come vuoi che reagisca?
Mi da man forte Lisa.
- Pensatela come vi pare, ma ti avverto, George è un osso duro e quando vuole una ragazza è molto difficile che si tiri indietro.
Mi dice serio.
- Grazie per le tue rassicuranti parole!
Esclamo sarcastica. 
- Comunque non parliamo più di questo argomento, dimmi Roy in che cosa consiste l'iniziazione degli intrepidi?
Gli chiedo.
- Allora, da quel che so l'iniziazione è divisa in due moduli, il primo è fisico mentre il secondo è mentale, dicono che è il più difficile e sfiancante. Nel primo modulo ci insegneranno a maneggiare le armi, montarle smontarle, centrare i bersagli e cose così, poi ci insegneranno anche i combattimenti...
Roy si interrompe di scatto e guarda fuori dal treno, quest'ultimo sta iniziando a rallentare mentre si avvicina sempre di più al convoglio di un palazzo di sette piani, senza che Roy ce lo dica, capisco: il quartier generale degli intrepidi.
- Stiamo per arrivare! Tenetevi pronte a saltare!
Ci dice Roy mentre si allontana, seguito da noi. Un sorriso a 32 denti mi spunta in faccia senza che possa farci niente "finalmente, finalmente, finalmente" mi ripeto nella testa.
-Pronta?
Chiedo rivolgendomi a Lisa.
- Pronta.
Mi risponde lei con un sorriso eccitato. 
E senza dire altro, non appena il treno passa accanto al convoglio, prendiamo la rincorsa e saltiamo.
Per qualche secondo sono sospesa in aria, intravedo con la coda dell'occhio l'asfalto sotto di me prima di atterrare con le piante dei piedi, l'impatto mi procura un dolore assurdo al tallone destro, sul quale ho spostato la maggior parte del mio peso, e mi scuote l'intera colonna vertebrale.
Per un millesimo di secondo rimango in piedi, prima di perdere l'equilibrio e rotolare sulla ghiaia. Qualche secondo dopo mi metto a sedere e mi guardo intorno, tutti i trasfazione e anche qualche interno sono distesi in posizioni più o meno normali. Sento le risate divertite degli intrepidi e degli iniziati interni, mi guardo intorno e noto Lisa a qualche metro da me controllarsi il corpo per assicurarsi che sia tutta intera. Sto per alzarmi e raggiungerla quando una grande mano entra nel mio campo visivo, guardo prima la mano e poi il suo proprietario: Ciuffo rosso! (L'ho soprannominato così) Mi guarda con un sorriso obliquo porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi, io, ignorandola, mi alzo da sola, ma nel momento in cui lo faccio sento un forte dolore alla caviglia *ma bene, sei negli intrepidi da neanche un giorno e già ti sei fatta male! Complimenti!* zittisco la voce nel mio cervello. Cerco di non far trasparire il dolore che provo, specialmente davanti a ciuffo rosso, e inizio a spazzolarmi gli abiti come se nulla fosse, mentre gli dico con il sorriso più finto del mio repertorio:
- Grazie ma so alzarmi anche da sola.
- Si lo so, solo credevo ti fossi fatta male visto il modo in cui sei atterrata, avresti potuto storcerti una caviglia.
Mi risponde accondiscendente.
- Beh stò benone!
*Ma davvero Olivia, davvero?!* *TACI!!!*
- Ora se permetti devo andare dalla mia amica. 
Finita la frase lo sorpasso e mi dirigo da Lisa, che adesso sta guardando la scena.
- Comunque io sono George.
Mi dice alzando la voce per farsi sentire.
- Io sono Olivia.
Gli rispondi girandomi un attimo e continuando a camminare, credo di essermi anche sbucciata un ginocchio.
Non appena raggiungo Lisa non ho neanche il tempo di dire una parola che un uomo ben piazzato, che cammina sopra il cornicione, richiama la nostra attenzione:
- Iniziati, attenzione! Vi do il benvenuto negli intrepidi, io sono Max, uno dei vostri capo-fazione. Una volta entrati nel quartier generale inizierà la vostra iniziazione. Per arrivarci, non dovete far altro che saltare dal cornicione. Se non avete abbastanza coraggio per farlo, allora questo non è il posto per voi. Lasciamo a voi iniziati il privilegio di saltare per primi, allora chi si fa avanti?
Max ci guarda uno ad uno.
- Dobbiamo saltare di li?! Sono matti o cosa, ci spiaccicheremo come budini!
Mi sussurra Lisa all'orecchio.
- Non credo proprio.
Le rispondo di rimando. Lei mi rivolge uno sguardo interrogativo. Ancora nessuno si è fatto avanti.
- Bene, bene, abbiamo una volontaria.
Ignorando il dolore al piede mi sono fatta avanti tra gli iniziati, che al mio passaggio sì scansavano come se attorno a me ci fosse un campo di forza. 
Piccola premessa: No, non sono impazzita, tutto il contrario, andando per logica, è chiaro che non è nelle priorità degli intrepidi indurre gente a spappolarsi, specie se sono dei possibili membri della fazione, ma è più che comprensibile che, essendo la fazione dei coraggiosi, loro vogliono mettere alla prova noi "novellini" per vedere se siamo all'altezza delle loro aspettative, di conseguenza deduco che qualsiasi cosa ci sia nel baratro sotto di me, serve a...farci restare sani (forse) e salvi.
Guardo un'ultima volta l'enorme voragine sotto di me, nonostante le mie riflessioni mi vengono conati di vomito al pensiero di dovermi buttare da quell'altezza, mi giro di spalle e intercetto lo sguardo atterrito di Lisa e quello soddisfatto di Roy, prima di allargare leggermente le braccia e tuffarmi.
L'aria mi fischia nelle orecchie mentre sono in caduta libera, e alcuni ciuffi di capelli sfuggito allo chignon ormai sfatto svolazzano da tutte le parti. D'un tratto il mio corpo colpisce qualcosa di duro, che cede sotto il mio peso, l'impatto mi mozza il fiato e passano alcuni secondo prima che  riesca di nuovo a respirare. Una volta presa coscienza del mondo che mi circonda capisco che sono atterrata in una rete. Scoppio in una risata liberatoria e grido
- C'è una rete!
Ma non so se gli altri iniziati mi hanno sentito.
Dopo un pò mi guardo intorno e vedo diverse mani allungarsi verso di me dall'esterno. Mi avvicino al bordo e salto fuori, ma l'impatto, seppur lieve, è comunque troppo forte per la mia caviglia, che cede sotto il mio peso. Ma prima di cadere e fare una figura davvero poco onorevole davanti a tutti questi intrepidi, intreccio le mani intorno al collo di un individuo ancora non ben definito, subito sento due mani grandi e possenti afferrarmi i fianchi e sostenermi.
Una volta ripreso l'equilibrio, alzo lo sguardo per vedere la persona che ho praticamente abbracciato incontrando due occhi che ricordano in modo inquietante il metallo della lama di un coltello, e il solo guardarli mi fa venire un brivido in tutto il corpo; appartengono ad un ragazzo all'incirca di 20 anni, capelli biondi, muscoloso e pieno di tatuaggi, con piercing alle labbra e alle sopracciglia, ha la pelle chiara e...
- Hai intenzione di continuare a fissarmi per molto?
Sbatto più volte le ciglia, confusa.
-Eh?
Quasi sento il suono della mano della mia vocina interiore spiaccicarsi nella sua fronte (può farlo¿) *Svegliati bella addormentata, sta parlando con te!*
- Ehm, come?
Lui alza gli occhi al cielo.
- Ho detto: vuoi rimanere qui impalata ancora per molto o magari mi dici come diamine ti chiami?!
Mi dice all'inizio come se parlasse a una bambina di 3 anni poi usando un tono sempre più arrogante e inviperito. In un attimo mi accorgo della situazione in cui mi trovo e, come scottata, ritraggo bruscamente le braccia dal suo collo, le guance in fiamme
- Guarda che ci sento, non serve che mi gridi addosso.
Rispondo infastidita dal suo tono. Subito dopo realizzo che forse non è stata una mossa intelligente, vedo i suoi occhi assottigliarsi pericolosamente mentre digrigna i denti.
- Una novellina che ti risponde così?! Per di più abnegante? Wow, deve avere fegato...e forse anche un desiderio di morte.
Esclama un ragazzo dietro di lui dai capelli blu che gli arrivano alle spalle, con un taglio sopra il sopracciglio sinistro e un tatuaggio che parte dal collo fino a scomparire sotto la maglietta. Lui lo ignora, lo sguardo concentrato solo ed esclusivamente su di me.
Sento le sue mani stringere i miei fianchi fino a farmi scappare un quasi inaudibile gemito di dolore, prima di lasciare la presa e chiedermi con voce tagliente come un coltello:
- Come ti chiami, rigida?
- Olivia
Rispondo leggermente indispettita per i fianchi e il nomignolo con cui mi ha chiamata.
- Prima a saltare: Olivia.
Annuncia con voce altisonante prima di rivolgermi uno sguardo sprezzante. Sento un boato di acclamazione venire dalla gente che mi circonda, sorrido timidamente prima di voltarmi verso la rete e attendere.
Sento un tonfo e subito dopo noto una macchia rossa rimbalzare nella rete. Ciuffo rosso si avvicina all'estremità e con agilità salta giù e atterra perfettamente in piedi. 
- Secondo a saltare: George!
Esclama lo stesso ragazzo di prima.
Vedo ciuffo rosso posizionarsi sicuro al mio fianco, mentre gli intrepidi lo acclamano a gran voce.
- Sei stata coraggiosa a saltare per prima.
Mi grida per sovrastare il baccano.
- Ti ringrazio!
Rispondo con lo stesso tono di voce alto.
La terza a saltare è Lisa che, ancora tremante, si mette al mio fianco prima di urlare:
- È stato incredibilmente folle!
- Lo so!
Le rispondo, prima che entrambe scoppiamo a ridere.
Dopo che tutti gli iniziati sono scesi dalla rete, sento una voce bassa ma decisa richiamarci. Il mio cuore manca un colpo, per poi pompare frenetico nel petto. Mi giro lentamente, con cautela, quasi avessi paura di sbagliarmi e volessi godermi il più a lungo possibile questa dolce illusione.
Poi, finalmente, lo vedo.
- Tobias.
Mentre sussurro il suo nome sento di avere le lacrime agli occhi, forse sono di gioia, o di sollievo, o non so neanche io di che cosa. Sbatto più volte le ciglia per ricacciarle indietro, non posso permettermi di piangere, non qui e non ora. Sento lo sguardo di Lisa su di me, ma continuo a guardare Tobias. Sembrerebbe che lui mi abbia notata da molto prima, per pochi secondi la sua espressione è commossa e felice, per poi tornare ad essere dura e determinata, vedo i suoi occhi, della stessa tonalità dei miei, indugiare sul mio volto per comunicarmi qualcosa: "Non ora".
Faccio un impercettibile segno di assenso con la testa, al che lui inizia a squadrare tutti gli iniziati prima di parlare:
-Ascoltatemi tutti, io sono Quattro, lei invece è Lauren.
Indica con la testa una ragazza dai capelli corti castano chiaro e tre piercing nel sopracciglio destro accanto a lui.
- Saremo i vostri istruttori durante il periodo dell'iniziazione. 
A questo punto prende la parola la ragazza.
- Interni e trasfazione saranno divisi in due gruppi, il primo gruppo verrà con me mentre l'altro andrà con Quattro. Ora seguiteci.
Mentre cammino attraverso uno stretto passaggio molto poco illuminato, penso al nuovo nome di mio fratello: Quattro. Piuttosto... originale, certo abbastanza strano ma se lui ha deciso così... All'improvviso sento un braccio avvolgersi intorno ai miei fianchi e strattonarmi facendomi scontrare contro qualcosa di molto solido. Alzo lo sguardo per capire chi possa essere e mi ritrovo a guardare due iridi verde chiaro leggermente coperte da un ciuffo di capelli rossi. Il proprietario mi sta guardando con un sorrisetto sulle labbra sottili, arrossisco automaticamente ma prima che uno dei due possa dire qualcosa...
- Permesso.
Una mano si poggia sulla mia spalla e mi spinge brutalmente contro Lisa, facendo finire sia me che lei contro la parete di pietra. Noto che lo stesso trattamento è stato riservato anche a ciuffo rosso (George) che però, essendo più robusto di me e Lisa messe insieme, non è finito spiaccicato sulla parete come noi, anche se l'impatto l'ha fatto barcollare un bel pò.
Capisco subito che la mano che a poco mi faceva finire a gambe all'aria appartiene a quell'arrogante di Eric che, spintonandoci, è passato tra me e ciuffo rosso (non che mi dispiaccia, anzi, mi ha tirato fuori da una situazione imbarazzante) e che si sta facendo largo tra gli iniziati con spallate e spintoni fino a raggiungere Quattro e Lauren.
Vedo George fulminare la sua schiena con lo sguardo e assottigliare pericolosamente gli occhi.
- Scusami Lisa, è che un terrorista mi ha fatto finire su di te!
Mi scuso con la mia amica insultando non molto velatamente il ragazzo di nome Eric.
- Si, l'ho notato.
Mi risponde Lisa, poi usando un tono molto più basso aggiunge:
- Dopo dobbiamo parlare.
E lancia uno sguardo significativo a Tobias/Quattro. Faccio cenno di si con la testa
D'un tratto il gruppo si ferma e Tobias, Lauren...e anche Eric sono fermi d'avanti a noi.
- Gli interni con me, a voi non serve il giro d'orientamento.
Dopo che Lauren pronuncia queste parole i figli degli intrepidi si staccano dal gruppo e spariscono nell'ombra, Roy si avvicina per salutarci e ci da un leggero bacio sulla guancia.
- Buona fortuna!
Ci augura prima di andarsene.
Poi Tobias prende la parola:
- Adesso vi porterò al pozzo, il punto di incontro degli intrepidi. Domande?
Un ragazzo alto, dalla corporatura asciutta ma muscolosa chiede:
- Perchè il nome "pozzo"?
- Lo scoprirai.
Risponde Eric al posto di Toby.
Poi dopo un pò apre una doppia porta ed entra seguito da Tobias.
Non appena entriamo tutti i trasfazione si guardano intorno meravigliati, tutti tranne me.
Flashback:
Boccheggio guardandomi intorno, sono in un'enorme caverna che sembra quasi infinita. Sopra di me ci sono un sacco di negozi e cunicoli scavati nella roccia collegati tra loro da stretti canali e gradini di pietra. Il soffitto è fatto di pannelli di vetro dai quali filtra la luce del sole. 
L'ambiente è rischiarato da lanterne blu e intorno a me ci sono persone con i coloro dei pacifici, candidi, eruditi e, naturalmente, intrepidi. Io sono l'unica abnegante. Vedo diversi ragazzi trasfazione ricongiungersi con le proprie famiglie, ma di Tobias neanche l'ombra. Cercando tra la folla individuo l'unico che può aiutarmi a trovarlo: sta ridendo insieme ad alcuni suoi amici. Mi faccio largo tra le persone e lo chiamo:
- Ehi Roy! Roy!
Si gira e strabuzza gli occhi non appena mi vede, i suoi amici mi studiano con interesse.
- Olivia, che ci fai qui?
- Oh niente di che sono venuta a fare una gita, secondo te?!
Rispondo sarcastica.
- Non sei divertente.
Risponde lui.
- Questo lo dici tu!
Lo rimbecca uno dei ragazzi, è biondo con occhi nocciola e un piercing al naso.
- Oh sta zitto!
Li interrompo prima che inizino a battibeccare.
- Comunque, posso parlarti un attimo?
Mi allontano insieme a lui.
- Stai cercando tuo fratello è così?
Mi chiede con l'aria di chi la da lunga.
- Si ma non riesco a trovarlo! Dovrebbe essere qua ma...evidentemente non immaginava che sarei venuta.
Rispondo abbassando lo sguardo.
- Ed è proprio per questo che sarà ancora più felice quando ti vedrà, i migliori regali sono quelli inaspettati.
Dice accarezzandomi una guancia.
- Adesso aspetta un attimo, cerco di vedere dove si è cacciato.
Annuisco e subito dopo lui scompare tra la folla, poco dopo lo vedo tornare con un sorriso stampato in faccia.
- Fonti sicure mi dicono che si trova al poligono di tiro. Seguimi, ti ci porto io.
Lo ringrazio riconoscente mentre mi fa strada tra i bui corridoi di pietra.
Arrivati a destinazione lui mi indica una porta in metallo dalla quale provengono degli spari attutiti.
- Coraggio, vai. 
Prendo un respiro prima di abbassare la maniglia ed entrare.
Vedo Tobias tenere tra le mani una pistola con la quale colpisce ripetutamente un bersaglio mobile. È di spalle per questo non si è accorto della mia presenza e il rumore degli spari coprono i miei passi. Mi avvicino lentamente e, una volta arrivata a pochi centimetri da lui, gli poso delicatamente una mano sulla spalla. Lui si volta di scatto. Non appena mi vede dilata le palpebre e mi squadra da capo a piedi, quasi non credesse fossi davvero io, poi mi guarda negli occhi e mette la sicura alla pistola prima di buttarla per terra e stringermi in un abbraccio. Solo adesso mi rendevo conto di quanto mi fosse mancato. Ora le sue braccia sono molto più grosse e muscolose di prima, ma il suo odore è sempre lo stesso, un odore che sa di protezione, di sicurezza, un odore capace di tranquillizzarmi e farmi stare bene; lo inspiro a fondo mentre gli circondo il collo con le braccia e gli accarezzo i capelli con la mano. Lui inizia a darmi piccolo baci sulla tempia.
- Non sai quanto mi sei mancato.
Gli dico stringendomi di più a lui.
- Anche tu Olly! Mi dispiace un sacco di averti lasciata sola...
Lo interrompo prima che possa continuare.
- Shhh, non devi dispiacerti di niente. Era la scelta migliore da fare.
Gli dico con un sorriso.
- E non credere sia così facile liberarsi di me. No signore, io sceglierò gli intrepidi, supererò l'iniziazione e ti tormenterò ovunque andrai!
Lo avviso con un risolino mentre sciolgo l'abbraccio.
- Hai intenzione di venire qui?
Mi chiede. Faccio un cenno affermativo con la testa.
- Olivia, l'iniziazione degli intrepidi non è una passeggiata, ci saranno molte...
- Tobias, lo sai che qualunque cosa dirai non cambierò idea, vero?
Gli domando alzando un sopracciglio. Lui sospira.
- Si, lo so!
- Bene, è deciso. E poi sai, credo che gli intrepidi siano la fazione più adatta a me. Insomma: abneganti no, grazie. Candidi: non fanno per me. Pacifici: essere sempre e comunque gentile con tutti e zappare la terra sotto il sole cocente? Non credo proprio. Gli eruditi potrebbero essere un'opzione, ma sono troppo arroganti... e poi non ci sei tu!
Concludo il mio monologo con facendo una giravolta e un piccolo saltello.
Tobias inizia a ridere.
- Sai, ha proprio ragione, tu sei molto più adatta agli intrepidi di me. Sei così coraggiosa Olly, così tenace e determinata!
Mi dice scostandomi la frangia dagli occhi.
- A proposito, come hai fatto a venire qui? Credevo che Marcus te l'avesse proibito.
- A me non frega un bel niente di quello che mi proibisce o no. Sono scappata di nascosto per venire qui.
Gli racconto della mia fuga nei particolari, alla fine del racconto mio fratello scuote la testa e mi dice con tono di rimprovero:
- Non avresti dovuto cacciarti nei guai per me. Adesso Marcus si arrabbierà con te e io non sarò li a difenderti.
- Toby io volevo venire qui, e non mi importa di quello che mi farà quell'uomo, e poi so difendermi da sola se necessario.
Gli rispondo determinata.
-Lo so.
Trascorriamo il resto del tempo a parlare del senso dell'arredamento degli intrepidi e di cose così. Arrivata l'ora di andarmene mi riaccompagna al pozzo. Prima di andarmene lo abbraccio un'ultima volta e gli scocco un bacio sulla guancia dicendogli:
- Ci vediamo alla mia iniziazione fratellone!
Fine flashback 
Quattro ci conduce a quello che chiamano "lo strapiombo" nel lato destro della grotta, che ad un certo punto viene interrotta da una ringhiera sotto la quale il terreno si fa sempre più ripido, più sotto c'è un fiume, sento il rombo dell'acqua nelle orecchie. La vedo correre impetuosa e sbattere contro la roccia, sollevando alti schizzi. 
- Chiunque abbia provato a sfidare lo strapiombo non è mai riuscito a raccontarlo. Vi consiglio di starci alla larga se ci tenete almeno un pò alla vostra vita. A volte le persone fanno confusione tra il coraggio e la stupidità!
Ci avverte Tobias serio, dopodiché lui ed Eric ci fanno fare un giro della residenza, infine ci guidano attraverso una rete di corridoi, si fermano davanti ad una porta di legno, poi Eric prende la parola:
- Per chi di voi non lo sapesse, io sono Eric, e sono uno dei cinque capifazione.
Quello scimmione un capofazione?! Come.è.possibile?
- Sovrintenderò alla vostra iniziazione, organizzerò le coppie per i combattimenti...
- Combattimenti? Che combattimenti?
La domanda è stata posta dallo stesso ragazzo candido di prima. Vedo Eric girarsi lentamente verso di lui e avvicinarglisi con altrettanta lentezza, arrivato a un palmo del suo viso sillaba minaccioso:
- Che sia l'ultima volta che osi interrompermi mentre sto parlando, chiaro?
Il candido, che ha tenuto gli occhi sgranati per tutto il tempo, annuisce.
- Bene, stavo dicendo, anche se interni e trasfazione sono separati, la classifica finale comprenderà entrambi i gruppi.
Aspetto due secondi per assicurarmi che abbia finito prima di porre la mia domanda:
- A che cosa serve esattamente la classifica?
Lui pianta i suoi occhi nei miei e io, al contrario del candido, sostengo il suo sguardo impassibile, se crede che abbasserò lo sguardo se lo può scordare! Lui ghigna sardonico:
- Bella domanda. La classifica serve a due scopi:
il primo è determinare l'ordine in cui sceglierete il vostro lavoro.
Il secondo serve a stabilire chi potrà restare nella fazione, e chi invece diventerà un escluso. Alla fine dell'iniziazione, solo quattordici resteranno nella fazione tra voi e gli interni.
Mi prendo qualche secondo per assimilare le sue parole: noi trasfazione siamo in dodici, mentre gli interni... credo, nove o dieci. Questo vuol dire che alla fine otto di noi diventeranno esclusi!
- Cosa?! Ma...insomma, non potete farlo.
Eric sposta lo sguardo da me a Lisa, che ha appena parlato.
- Oh si che possiamo, se non sei d'accordo puoi anche andartene e diventare un'esclusa adesso.
Le risponde glaciale. Serro le labbra per non dire qualcosa di cui potrei pentirmi.
- Passando ad altro: a partire da domani ogni giorno vi dovrete presentare nei locali per gli allenamenti alle otto in punto, e farete bene ad arrivare puntuali! Gli allenamenti durano dalle 8.00 alle 18.00 con una pausa per il pranzo, dopodiché sarete liberi di fare ciò che volete. Non vi è permesso lasciare la residenza senza essere accompagnati da un membro effettivo dalla fazione. Inoltre avrete dei giorni liberi tra una fase e l'altra dell'iniziazione. Vi saranno dati dei punti ogni mese, che potrete spendere come più vi aggrada. 
Fa una pausa, poi indica con un cenno della testa la porta dietro di lui.
- Questo sarà il posto in cui dormirete nelle prossime settimane. Adesso entrate e cambiatevi, troverete le vostre divise dentro un armadio. Vi do 5 minuti esatti, chi ritarda anche solo un secondo uscirà così com'è, chiaro? 
Al nostro cenno di assenso lui si fa da parte per lasciarci entrare, io è Lisa siamo le ultime, una volta entrate ci guardiamo intorno, la stanza è abbastanza spartana, a parte il grosso armadio in fondo alla stanza. Ci affrettiamo ad appropinquarci per prendere le divise che consistono in una pantacalza nera aderente, una canottiera per i miei gusti troppo scollata, un paio di scarpe da ginnastica e una giacca in pelle dello stesso colore. Mi piace la giacca.
Per cambiarmi ho un pò più problemi degli altri visto che, essendo abnegante, mi vergogno a farmi vedere semi-nuda da degli estranei, ma poi ripensando alle parole del capo-fazione (altrimenti uscirete come siete, e se mi trovassi senza maglietta perchè ero troppo occupata a fare la timida per essere puntuale?!) mi decido a spogliarmi, ma mentre io e la mia amica stiamo per metterci la canottiera sentiamo una voce esclamare in tono derisorio:
- Ma guarda un pò, non credevo che Lisy e la sua amichetta fossero così dotate.
Individuo subito il ragazzo che ha parlato. È stravaccato in un letto vicino e ci sta fissando il seno senza alcun pudore con sguardo languido. Arrossisco di botto e mi metto subito la canottiera e la giacca seguita da Lisa.
- Perchè non vai ad infastidire qualcun'altra con la tua disgustosa presenza, Owell?
- Uh, come siamo aggressive.
Dice alzandosi dal letto e avvicinandosi.
- Fottiti!
Risponde la mia amica.
- Vedo di abbassare il tono micetta, non vorrei essere costretto a sculacciarti!
Questo è troppo. Mi butto addosso a lui e gli tiro un pugno con tutta la forza che ho colpendolo alla mascella, ignorando la fitta di dolore alla caviglia per lo slancio improvviso. Ma sento in pieno il forte dolore alla mano con cui l'ho colpito, non ci faccio caso e lo intimo:
- Ascoltami bene brutto idiota, vedi di stare alla larga da me e dalla mia amica, chiaro?
Gli grido contro con il tono più minaccioso che ho. Gli occhi sono due braci ardenti, e credetemi, se due occhi color mare diventano delle braci, c'è da preoccuparsi.
Lo vedo portarsi una mano alla mascella e guardarmi storto.
- Come hai osato, stupida ragazzina!
Si avvicina velocemente, ma non fa in tempo a colpirmi perchè una mano lo blocca da dietro e lo fa voltare.
- Perchè non te la prendi con me?
Gli chiede un ragazzo...un attimo, quello è Jonathan, l'erudito del treno! 
- E tu chi saresti?
- Qualcuno a cui non piace il modo in cui stai trattando queste ragazze.
L'idiota (lo chiamerò così visto che non mi ricordo come si chiama) fa un verso di scherno prima di dirgli:
- Levati di mezzo.
E girarsi di nuovo verso di noi. Ma ancora una volta l'erudito lo fa girare verso di se, stavolta strattonandolo per la maglietta.
- Lasciale in pace.
Sillaba perentorio.
Succede tutto in un attimo. Il pacifico dà un pugno a Jonathan, che reagisce con una ginocchiata nello stomaco. Iniziano a darsi pugni, calci e quant'altro finchè Tobias ed Eric non li separano. Jonathan ha un labbro spaccato e gli cola sangue dal naso, il pacifico ha un lieve livido alla mascella, dove l'ho colpito io, e i denti imbrattati di sangue.
- Si può sapere cosa diamine è successo?
Chiede il capo-fazione, più scocciato che altro. Nessuno risponde.
- Allora? Ho già abbastanza cose da fare per pensare anche a voi due. Perchè.vi.stavate.picchiando?
Ancora niente.
- Bene, visto che nessuno dei due si decide a parlare, stanotte la passerete entrambi a lucidare tutte le pistole dell'armeria.
Ogni singola cellula del mio corpo mi sta dicendo di farmi avanti e parlare, non posso permettere che quel ragazzo sia punito per avermi difesa. Senza quasi pensare faccio un passo avanti dicendo:
- No!
Tutti gli occhi ora sono su di me. Il capo-fazione e Tobias mi rivolgono uno sguardo interrogativo.
- Ehm, è colpa mia quello che è successo.
Continuo trovando estremamente interessanti i lacci delle scarpe.
Sento uno spostamento e, alzando lo sguardo noto che Eric mi si è avvicinato ed ora mi sta guardando come un mastino pronto ad attaccare.
-Colpa tua?
Ripete.
- Si, colpa mia. Il fatto è che lui.
Spiego indicando il pacifico.
- Mi ha...fatto innervosire, e abbiamo iniziato a litigare, poi è venuto Jonathan e mi ha difeso e... beh lo sai.
Confesso omettendo alcune parti, come il pugno o il fatto che l'idiota guardava me e Lisa senza magliette.
- No è stata anche colpa mia. Sono stata io che ho iniziato la lite.
Ma perchè Lisa deve sempre fare l'eroina?! Adesso saremo in due nei guai.
- Taci, pacifica.
Dal tono che ha usato Eric si capisce chiaramente che non le crede nemmeno un pò, per fortuna! Poi torna a concentrarsi su di me.
- Bene, bene, e così iniziamo presto a scatenare risse, eh?
Mi chiede girandomi in torno. Io lo seguo con lo sguardo, con la coda dell'occhio vedo Tobias fare lo stesso, gli occhi pericolosamente assottigliati.
- Chissà perchè non mi sorprende. Allora vediamo, TU passerai la notte in armeria a pulire tutte le pistole, chiaro?
Annuisco con la testa, guardandolo male. 
- Qualcosa in contrario?
Mi chiede piegandosi e mettendo i nostri occhi alla stessa altezza.
Reprimo il ringhio che mi sale in gola e rispondo:
- No.
Lui ghigna malevolo prima di allontanarsi. Sento lo sguardo insistente di Tobias su di me. Mi giro e lo vedo guardarmi preoccupato. Gli rivolgo un piccolo sorriso con l'intento di rassicurarlo, poi distolgo lo sguardo.
- Forza muovetevi! I cinque minuti sono passati!
Sbraita Eric. Quanto vorrei tirargli un pugno.
Arrivati alla sala adibita a mensa io, Lisa e Jonathan ci sediamo ad un tavolo libero e poco dopo ci raggiungono Roy, che guarda storto l'erudito ma non dice niente, ciuffo rosso e una ragazza di nome Summer, è alta, ha i capelli azzurri con qualche riflesso verde legati in uno chignon morbido al quale sfuggono alcune ciocche che le incorniciano il viso bellissimo, al naso ha un piercing ad anello, tra le narici, e la sua pelle è molto bianca, come la mia. Non appena si siede rivolge un grande sorriso a me, Jonathan e Lisa prima di presentarsi:
- Molto piacere, io sono Summer, voi?
- Io sono Olivia, anche per me è un piacere.
Le rispondo cordiale.
- Io invece sono Lisa.
Le dice lei ricambiando il sorriso.
- Jonathan
- Vi hanno mai detto che avete degli occhi stupendi?!
Dice a me è Lisa con un sorriso sincero.
- Ehm, grazie.
- Grazie, anche i tuoi sono molto belli.
Balbettiamo in risposta un pò spiazzate e in imbarazzo.
Con la coda dell'occhio vedo Roy e ciuffo rosso ghignare divertiti.
Dopo un pò iniziamo a chiacchierare tranquillamente, anche se Jonathan è piuttosto timido, forse per via della presenza di Roy, così cerco di coinvolgerlo il più possibile. 
Durante il tragitto dal dormitorio alla mensa io e Lisa ci siamo avvicinate piano a lui e l'abbiamo ringraziato, invitandolo a pranzare con noi, ed eccoci qua.
Tutti mangiano i loro hamburger allegramente, io invece guardo quello nel mio piatto con circospezione, poi ne spezzo un pezzettino e lo assaggio. Il sapore è davvero buono così inizio anch'io a mangiarlo con gusto. Una volta finito Roy e ciuffo rosso si offrono di andare a prendere il dolce: la famosa torta al cioccolato degli intrepidi. L'aspetto è davvero invitante, con la forchetta ne prendo un pezzettino e lo porto alle labbra. Non appena il cioccolato entra in contatto con le mie papille gustative è amore al primo assaggio. Non ho mai mangiato qualcosa di così buono e dolce. Divoro la mia fetta in 5 minuti, anche se dopo sono talmente piena che mi sembra di scoppiare.
Avverto gli altri di stare per uscire e mi incammino all'uscita della mensa, cammino per un pò finchè il mio stomaco non si stabilizza, poi mi dirigo verso lo strapiombo e mi appoggio alla ringhiera. Guardo le onde infrangersi sulla parete rocciosa. Sento uno spostamento d'aria alla mia destra e girandomi vedo che Eric è accanto a me e mi fissa dall'alto in basso, lo guardo come per dire "tu non dovresti essere qui...che ci fai qui?"
- Iniziata, stasera alle 22.00 in punto ti aspetto fuori dal dormitorio.
Detto questo si china su di me e sibila con voce minacciosa:
- E sarà meglio che arrivi puntuale.
Sposto indietro il busto quasi inconsciamente e faccio un cenno d'assenso. Lui ghigna e con la mano prende qualcosa dalla tasca,  continuando a guardarmi negli occhi, non capisco cos'è finchè non l'avvicina al mio viso e lo passa sulle mie labbra, non in modo rude come mi sarei aspettata, il suo tocco è stranamente leggero e mi procura brividi nelle braccia e nella schiena. Cosa mi prende?! *Adesso ti spiego: la colpa è di una cosa chiamata ormoni, che ti portano...*
Sopprimo la vocina nella mia mente e mi concentro sul capofazione che ora sta riponendo il fazzoletto con cui mi aveva pulito le labbra di nuovo in tasca. Dovevo essermi sporcata di cioccolata! Non posso credere di essermi impiastricciata come una bambina di sua anni! E soprattutto che LUI mi abbia vista così e mi abbia anche umiliato ripulendomi la bocca. Che figura di... *MODERA IL LINGUAGGIO!* Finalmente la mia mente è tornata a dire cose utili.
- Dovresti stare più attenta quando mangi del cioccolato.
Pronuncia queste parole come una semplice constatazione, anche se avverto un pizzico di scherno nella sua voce, e non posso impedire alle mie guance di tingersi di rosso.
- Ehm, ok.
Gli rispondo titubante, lui ruota su se stesso e sparisce in uno dei tanti bui corridoi, non appena sparisce dalla visuale io mi copro il viso con le mani e mormoro:
- Stupida! Stupida! Stupida!!!
Dopo un pò decido di non tornare in mensa ma di avviarmi al dormitorio.
(Arrivo a destinazione 1 ora, 30 minuti e parecchie informazioni dopo...non ricordavo la strada)
........................................
 
- Ma dove ti eri cacciata?!
Mi chiede Lisa una volta entrata in dormitorio. Io, che avevo gli occhi chiusi, li apro lentamente e la guardo, lei alza un sopracciglio in attesa.
- Volevo riposarmi un pò e sono tornata in dormitorio, scusa se non ti ho avvertita.
- Lascia perdere.
Risponde lei con una scrollata di spalle.
- Ma non farci l'abitudine!
Mi dice subito dopo in tono minaccioso. Sorrido malandrina.
- Si, mamma.
Rispondo con una vocetta acuta e infantile. Lei mi guarda assottigliando lo sguardo. Veloce e scattante mi toglie il cuscino da sotto la testa e inizia a colpirmi in faccia, io disorientata cerco di fermarla e, rotolando, cado dal letto. Non faccio in tempo a rialzarmi che Lisa continua a colpirmi dicendo:
- Così.Impari.A.Prendermi.In.Giro!
Io inizio a ridere cercando di alzarmi e deviando i colpi con le braccia.
- BASTA. BASTA!
Grido tra una risata e l'altra. Dopo un pò Lisa si ferma e io mi abbandono sul pavimento scossa dalle risate.
- Così impari!
Mi dice con un sorriso vittorioso, subito dopo mi allungo e arpiono le sue caviglie, facendola cadere su di me e iniziando a farle il solletico.
- No, dai. Smettila!
Mi supplica tra una risata e l'altra.
- Chi è che deve imparare cosa?
Le domando ignorandola. Lei cerca di rialzarsi, ma io mi ci tuffo addosso e la spingo contro il pavimento. Ormai ride talmente tanto da far lacrimare gli occhi.
- Daiiii, smettila.
Si lamenta cercando di stabilizzare il respiro. All'ennesima protesta smetto di farle il solletico e, con un sorriso divertito, mi poggio con le spalle al fianco del mio letto.
La guardo ansimare per terra e mettersi a sedere a fatica, la faccia rossa per le risa e i capelli spettinati, e penso che io sia conciata anche peggio di lei viste le cuscinate che mi ha rifilato.
Dopo un pò mi alzo e mi siedo sul letto, seguita da lei che si posiziona accanto a me.
- Lisa non sai che figuraccia che ho fatto!
Le dico mentre mi sistemo i capelli che avevo precedentemente sciolto e legandoli in una coda alta.
- Sentiamo.
Mi risponde lei pronta a farsi un'altra risata.
- Quando sono uscita dalla mensa, ho incontrato Eric, il capofazione...
Ma mi interrompo non appena sento la voce ti Tobias.
- Rigida, esci fuori.
Mi rivolge queste poche e fredde parole prima di varcare di nuovo la soia. Cavolo sono sua sorella! Va bene che deve mantenere le distanze con gli altri, ma almeno chiamarmi per nome.
- Te lo racconto dopo, ma ti anticipo che c'entra qualcosa il cioccolato.
Dico velocemente a Lisa prima di raggiungere "Quattro" fuori.
- D'accordo.
Mi risponde seguendomi con lo sguardo.
Una volta uscita lo trovo ad aspettarmi, le spalle dritte e l'espressione seria, sto per parlare ma lui mi anticipa:
- Seguimi.
Ed inizia ad incamminarsi attraverso i corridoi poco illuminati. 
Si ferma davanti una porta in acciaio che apre e tiene aperta facendomi cenno di entrare. L'interno è un mini appartamento, faccio appena in tempo a notare un letto che sento le braccia di Tobias sollevarmi da terra e stritolarmi in un abbraccio, mentre la sua risata mi arriva alle orecchie. Gli avvolgo le braccia intorno al collo e mi unisco alla sua risata.
- Sei qui. Sei qui finalmente.
Dice con la voce rotta dall'emozione.
- Non posso crederci, non sai quanto mi sei mancata Olly! E ora sei qui.
- Anche tu mi sei mancato un sacco Tobias.
Gli rispondo con gli occhi lucidi.
Dopo un tempo indefinito sciogliamo l'abbraccio, lui mi prende la testa tra le mani e inizia a darmi piccoli baci sulla fronte, sul naso, sulle guance e sugli occhi. 
- Ancora non ci credo, quando ho sentito il tuo nome mi sono sentito come se fossi tornato a respirare dopo mesi di apnea. E quando ti ho visto...non sai quanto avrei voluto correrti incontro e stringerti e non lasciarti più andare. 
Mi abbraccia di nuovo, appoggiando la fronte sulla mia spalla.
- Olivia...cos'è successo oggi con quel pacifico?
Mi chiede con aria corrucciata. Io apro e chiudo la bocca un paio di volte. Non posso dirgli che mi sono arrabbiata e gli ho tirato un pugno perchè mi ha guardato...il petto! Primo: perchè ho paura della sua reazione. Secondo: mi vergogno a dirlo a mio fratello!
- Ehm...abbiamo litigato, l'ho già  detto. E io gli ho *coff* tirato un pugno.
Lo vedo sorridere leggermente.
- Bhe, almeno ti sei mostrata forte, ed è un punto a tuo favore nell'iniziazione.
Poi torna all'attacco:
- Ma...non mi hai detto CHE COSA ha fatto per farti arrabbiare.
- Niente, beh, ha fatto una battuta di pessimo gusto.
- Ok ok, fine dell'interrogatorio.
Si arrende alzando le mani, mostrandomi i palmi e sospirando.
- Ehi, Toby, lo sai che ti voglio bene, ma...non me la sento di parlarne.
Lui si avvicina a me con un espressione seria e mi posa una mano sulla guancia, gli occhi improvvisamente freddi.
- Ti ha fatto qualcosa?!
- No, no, certo che no. No ne ha avuto nemmeno il tempo.
Lo rassicuro in fretta, lui rilassa le spalle e si allontana.
- Bene.
Dice.
- Ora siediti, devo dirti un paio di cose.
Mi dice indicandomi un divanetto a due posti alla mia destra. Mi siedo al suo fianco e aspetto. Lui inizia a parlare.
- Allora, stanotte sarai in punizione con Eric. Visto che conosco il tuo carattere, e anche il suo...
- Un attimo.
Lo interrompo.
- Siete amici?
Gli domando nel panico "fa di no, fa di no, fa di no!"
- No!
"Per fortuna"
- Ma abbiamo fatto l'iniziazione insieme.
- Quindi ha la tua stessa età?
Chiedo.
- Si, ora potresti ascoltarmi e non interrompere?!
- Ok, scusa.
Rispondo con un sorrisino.
- Allora, dicevo, conosco sia il tuo che il suo carattere, e voglio avvisarti. Eric è un tipo crudele, senza scrupoli e sadico; gli piace terrorizzate la gente e sottometterli. Tu sei coraggiosa, testarda, orgogliosa, impulsiva e a volte strafottente, e sicuramente proverai l'impulso di rispondergli a tono ogni volta che potrai. Devi cercare di trattenerti Olivia, di morderti la lingua e far finta di niente. È un tipo pericoloso, e non so cosa potrebbe farti se si arrabbiasse con te, specialmente se siete soli...e io non potrò essere li per difenderti.
Le sue parole mi fanno imbestialire. I miei occhi lampeggiano minacciosi. Serro i pugni fino a far sbiancare le nocche.
- Io non ho bisogno della protezione di nessuno! Non so se lo sai, QUATTRO, ma per un anno io sono stata da sola con con un mostro, e tu non eri lì per difendermi, eppure me la sono cavata benissimo da sola! E non pensare neanche per un secondo che io mi stia zitta e abbassi la testa davanti alle provocazioni di quello scimmione decerebrato!
Dalla sua reazione capisco di aver esagerato.
- Mi dispiace. Mi dispiace di averti lasciato da sola con lui...e di non essere stato lì per difenderti... di averti abbandonata e di essere stato un'egoista e...
Lo fermo prima che posso continuare.
- Shhhh. Tobias io non intendevo questo, non voglio farti sentire in colpa nè rinfacciarti niente; volevo solo farti capire di essere grande abbastanza da sapermi difendere da sola e...di averlo già fatto.
- Lo so. Lo so. Tu sei la mia piccola, forte guerriera, e non so dirti quanti io ti ammiri. Ma non voglio che ti accada più niente, hai già sofferto abbastanza, io...cercherò sempre di proteggerti, anche quando non ce ne sarà bisogno. Sei mia sorella Olivia! Sei la mia famiglia.
Dopo qualche attimo di silenzio decido di parlare.
- Se...se ti farà stare più tranquillo, cercherò di controllarmi stasera, cioè, cercherò di non dare modo ad Eric di prendersela con me, va bene?
Mi guarda per un pò sorridendo.
- Grazie, mia piccola guerriera.
Mi dice accarezzandomi il viso.
- Ma lo faccio SOLO per te sia chiaro.
- Adesso, dimmi, cos'hai fatto in quest'ultimo anno?
Ascolto il suo racconto in silenzio (silenzio?!) "Beh magari qualche commentino ogni tanto" (convinta!) "ma fatti gli affari tuoi" 
Comunque, sono molto elettrizzata ora che so che cosa mi aspetta al l'iniziazione...ma anche molto agitata, ma cerco di non pensarci. Ora so che mio fratello si è fatto degli amici che lo trascinano alle feste e che gli organizzano appuntamenti che (lui sostiene di non sapere il perchè) finiscono sempre male. Mi ha raccontato un pò del suo lavoro in generale e mi ha fatto vedere i tatuaggi che si è fatto, sono davvero belli, sicuramente anch'io mi farò dei tatuaggi. Abbiamo parlato, riso e scherzato per un pò. Poi lui ha detto di dover andare, così si è trasformato di nuovo nel freddo e serio istruttore e mi ha riaccompagnato al dormitorio.
...................................................
 
Alle 21.59 esco fuori dalla porta del dormitorio e trovo il capofazione già fuori ad aspettarmi con postura rigida e sguardo serio.
- Seguimi.
Detto questo si gira e inizia ad incamminarsi. "A forza di seguire le persone presto conoscerò tutta la residenza" penso tra me e me.
Dopo un pò mi ritrovo in una stanza molto grande piena di pistole, proiettili e un sacco di altre cose di cui non conosco il nome.
Sempre in silenzio Eric prende una pistola e mi fa cenno di avvicinarmi, esegue delle strane mosse ed estrae altrettanto strani pezzi dalla pistola e inizia a pulirla utilizzando...uno strano "liquido" e una strana stoffa (credo che tu stia iniziando ad abusare del termine "strano") "FATTI GLI AFFARI TUOI!" (OK!!! Che brutto carattere) "cfff" (cos'era quello?) "non ti interessa!"
- Tutto chiaro?
In un millesimo di secondo mi ritrovo improvvisamente catapultata nella realtà, Eric ha finito di pulire la pistola e mi sta guardando con aspettativa...e io mi ero distratta. Mi mordo il labbro e lo guardo come se gli fosse spuntata un'altra testa, nel panico. "Che faccio? Che faccio? Che faccio? Vocina...un aiutino?" "Oh quindi adesso vuoi il mio aiuto eh?" "Eddai!, non fare la permalosa,  cosa faccio?" "-.- digli che non hai capito bene come si fa e chiedigli di ripeterlo" "Ok ok"
- Io...non avrei capito molto bene...
I suoi occhi luccicano pericolosamente mentre mi scrutano sempre più tempestosi.
- Hai ascoltato cosa ti ho detto?
-...ehm può darsi che...
- Che?
Mi incita con le parole, anche se il suo tono sembra voglia dire:"Attenta a cosa rispondi, perchè potrei staccarti la testa"
- Mi sono distratta un attimo e tu avevi già finito e io non ho capito come si fa e andavi troppo veloce e non sono riuscita a seguirti.
Dico tutto d'un fiato senza smettere di guardarlo negli occhi, nonostante il suo sguardo mi faccia rabbrividire.
- Ascoltami attentamente, mocciosa, sono stato fin troppo tollerante con te, ma la mia pazienza ha un limite molto facile da oltrepassare, e credo che tu non voglio vedermi perdere la pazienza, no?
- Preferibilmente no.
Gli rispondo e lui assottiglia gli occhi.
- Ti conviene tenere a freno la lingua, e attivare il cervello, o potresti trovarti molto, ma molto male.
Tra poco scoprirete il perchè io non abbia scelto gli eruditi, 3.2.1...
- Ok. Ma posso dirti una cosa? Dovresti rilassarti un po', insomma, non so se te ne accorgi, ma appari piuttosto nevrotico e sembrerebbe che tu abbia l'ossessione di incutere timore ad ogni essere che possa provarlo. Sta calmo! Non muori se provi ad essere un pochino più piacevole e magari ti togli di dosso quell'aria da belva costantemente assetata di sangue.
Concludo il mio discorso con il tono più innocente che ho e, mentre guardo i suoi occhi allibiti e furenti allo stesso tempo e il muscoli del collo e delle braccia guizzare vistosamente, penso a quello che ci ha detto Tobias vicino allo strapiombo:
- A volte le persone fanno confusione tra il coraggio e la stupidità.
Credo di essere tra quelle persone. Però c'è da dire che la sua espressione è a dir poco stupenda. Trattengo con la forza la risata che lotta feroce per uscire dalle mie labbra.
Poi mi viene in mente la promessa che avevo fatto a mio fratello di non cacciarmi nei guai e di non provocare il capo-fazione e subito mi sento in colpa per non aver neanche provato a mantenerla...perché devo sempre essere così dannatamente impulsiva?! 
- COME OSI RIVOLGERTI A ME IN QUESTO MODO STUPIDA MOCCIOSA CHE NON SEI ALTRO!
Eric ha iniziato a sbraitarmi contro guardandomi con due occhi simili a delle braci ardenti, vedo una vena sul suo collo pulsare vistosamente...mi sono messa in un enorme pasticcio. Eppure dopo 16 anni di convivenza con Marcus avrei dovuto imparare a tenere la bocca chiusa e a non svegliare il cane che dorme. Mi punta un dito contro il collo e si avvicina pericolosamente alla mia faccia, lo vedo ghignare in un modo talmente sardonico da mettermi paura, cosa ha intenzione di fare?! 
- Adesso pulirai tutte le pistole, che tu lo sappia fare o meno, e dopo, sconterai la tua seconda punizione.
Deglutisco vistosamente, era meglio se stavo zitta. E ora come cavolo le pulisco le pistole, sono tentata di chiedere di nuovo al capofazione di rispiegarmelo, ma lascio perdere. Cerco in tutti i modi di fare appello alla mia memoria e maneggio l'arma come se fosse una bomba, dopo i primi, su per giù 40 tentativi disastrosi, inizio a sentire una leggera stanchezza e sbadiglio piano, i miei occhi si appannano, sbatto più volte le palpebre per scacciare il sonno. Dopo un tempo che mi sembra un'infinità credo di aver svolto i passaggi in modo giusto e richiamo l'attenzione di Eric per mostrargli la pistola, lui, che ha seguito ogni mio movimento, si limita a rivolgermi uno sguardo scocciato e a farmi un cenno della testa con un'espressione che vuole dire: "Sono convinto che tu non sappia fare meglio di questa schifezza quindi va avanti."
Io emetto un leggerissimo sospiro e prendo una seconda pistola.
Circa 20.000 volte sono stata sul punto di addormentarti in piedi, ma sempre "gentilmente" richiamata da quello che ormai è il mio capofazione preferito.
Sono arrivata alla 23 pistola circa quando Eric mi dice:
- Puoi fermarti, metti tutto apposto ed esci...e cerca di non appisolarti o potrei appenderti allo strapiombo per le caviglie!
Ed esce sbattendo la porta. "Gentile come sempre" faccio un gigantorme e rumoroso sbadiglio molto poco femminile e mi affretto a mettere tutto in ordine, in uno strano stato di stordimento e con le palpebre calate a metà sugli occhi. Una volta finito esco e trovo Eric ad aspettarmi, la postura rigida e lo sguardo gelido e vigile, come se non sentisse per niente la stanchezza delle ultime 20 ore (ok ho sparato un arco di tempo a caso, ma sono comunque molte ore!) "ma diamine come fa a sembrare così riposato?!" 
Le sue labbra si incurvano in un ghigno che, se fossimo in una situazione normale (dove non starei morendo di sonno per esempio) non mi toccherebbe, ma in questo momento mi sento impotente e avvilita sapendo che la mia tortura non è ancora finita, faccio un lungo respiro cercando di controllare i nervi, ho la gola secca, ma rimango impassibile e aspetto che lui dica qualcosa. Dopo un pò si decide a degnarmi delle sue parole:
- Allora, piccola pivella impertinente, se tu qualche ora fa avessi tenuto la tua lingua appuntita al suo posto a quest'ora saresti potuta andare a dormire e continuare la tua punizione domani, come tra l'altro farai, ma visto che hai una fastidiosissima inclinazione a parlare a sproposito credo di dover provvedere personalmente a farti imparare a tenere chiusa quella tua boccaccia.
Mentre pronuncia le ultime parola mi si avvicina e per accentuare il concetto mi stringe le guance con il pollice e l'indice, in modo da farmi pronunciare le labbra. Scuoto la testa in modo da liberarmi dalla sua presa allontanandolo al contempo spingendo con le mani sui suoi avambracci. Lui mi rivolge un ghigno strafottente, dopodiché mi artiglia un braccio e mi trascina per diversi corridoi, cerco di liberarmi strattonando il braccio e puntando i talloni per terra, finendo per incespicare.
- Guarda che so camminare anche da sola!
Esclamo mentre cammino con un piccolo trotto per star dietro alle sue grandi falcate, infastidita. Lui per tutta risposta mi strattona forte il braccio spostandomi al suo fianco. Basta. Sono stanca, ho le mani indolenzite e questo bruto mi sta trascinando per tutta la residenza come se fossi un oggetto e io non riesco a liberarmi e la mancanza di sonno rende il tutto insopportabile, spingendomi al limite. Sento la parte alta dello stomaco stringersi in una morsa nauseante. Senza volerlo avverto gli occhi bruciare e il respiro accellerarsi. No, non posso crollare, non davanti a lui e non per una simile sciocchezza! Cerco di calmarmi e di respirare, smettendo di dibattermi e seguendolo docilmente. Qualche istante dopo riesco a ricacciare indietro le lacrime e a tranquillizzarmi. Concludo che non servirà a niente ricominciare ad opporre resistenza così per il momento lo lascio condurmi, nonostante il dolore al braccio. Mi domando se mi verrà un livido, bah comunque non importa, sarà uno fra i tanti.
Ad un tratto si ferma davanti ad una spessa porta di ferro che apre poco dopo, spingendomi dentro e chiudendola alle nostre spalle.
La stanza è grande e luminosa, su una parete sono posti diversi bersagli mentre in un tavolo lì vicino noto dei coltelli dalla lama affilata e scintillante.
- Davanti al bersaglio.
Dice il capofazione prendendo tre coltelli e affilandoli tra loro.
- Cosa?
Mi guarda senza smettere di fare cui che sta facendo.
- Sei sorda? Mettiti davanti al bersaglio.
Un pò titubante faccio come mi dice, consapevole che protestare o anche solo chiedere spiegazioni  sarebbe solo uno spreco di tempo ed energia.
Lui si mette ad un paio di metri di distanza con un coltello nella mano destra e altri 5 nell'altra.
Poi con un sorriso davvero poco innocente dice:
- Non muoverti, qualunque cosa ti dica di fare la tua testolina, non farla.
Subito dopo mi tira un coltello che si conficca alla sinistra della mia testa. Sobbalzo leggermente per lo spavento e sgrano gli occhi.
- Immobile!
Mi redarguisce Eric.
- Ed occhi aperti.
Aggiunge. Prende un altri coltello e lo scaglia contro di me. Faccio del mio meglio per rimanere immobile mentre guardo il coltello sferzare l'aria. Sento il mio fianco destro bruciare e abbassando lo sguardo mi accorgo del sangue che fuoriesce da uno strappo nella maglietta. Il coltello perfettamente incastrato tra il mio braccio e il fianco...non credo sia un tiro sfortunato.
- Ops
Sento il capofazione esclamare con tono tutt'altro che sorpreso. L'ha fatto apposta!
- Testa dritta!
Lo guardo mentre si prepara a tirare di nuovo. Prende la mira. Il coltello si conficca vicino al cranio.
Mentre si prepara al prossimo lancio sorride in modo inquietante, come un predatore affamato che finalmente trova la sua preda.
La lama mi colpisce di striscio la spalla sinistra. La successiva si pianta esattamente sopra la mia testa, e quella dopo ancora vicino il collo. Sembra che il sonno mi abbia abbandonato, adesso sono lucida e in all'erta. Seguo ogni movimento di Eric. Prende un altro coltello. Prende la mira. Porta indietro il braccio. Mi esce un gemito strozzato prima di premere la mano sulla coscia. Sento sulle dita qualcosa di caldo e scivoloso. Il coltello lanciato mi ha procurato un taglio profondo e un pò doloroso. Premo più forte per tentare di soffocare il dolore.
- Finiamo qui per oggi.
Pronuncia queste parole il capofazione mentre si avvicina e stacca i coltelli dal bersaglio, il volto impassibile. Vorrei tanto tirare un pugno a quel faccino, ma mi limito a guardarlo male.
Lui rimette i coltelli al loro posto e si incammina verso l'uscita
- Vai in infermeria.
Dice sull'uscio.
- Non so dov'è.
Ribatto
- Non è un problema mio.
Ribatte prima di uscire e sbattersi la porta alle spalle.
Digrigno i denti, tremando di rabbia. NON È UN PROBLEMA SUO! Ma certo, ovviamente lui mi usa come bersaglio vivente, mi ferisce ripetutamente e poi non è un problema suo!
Faccio due lunghi respiri prima di fare il punto della situazione: sono sola; è notte; sono ferita; devo andare in infermeria; non ricordo dov'è l'infermeria *forse perchè hai il senso dell'orientamento pari a 0* mi punzecchia la mia mente; le uniche strade che conosco sono quelle per arrivare al dormitorio, al pozzo e da mio fratello.
Per un attimo penso di andare da Quattro, lui in quanto membro della fazione saprà sicuramente dov'è l'infermeria, poi però decido che non sia una buona idea, primo, perchè non voglio dirgli di aver "provocato" Eric e sentirmi dire:"Te l'avevo detto", secondo, non voglio svegliarlo e farlo preoccupare inutilmente e terzo, non voglio fare la figura della debole andando a piangere dal fratellino per un taglietto.
Penso che potrei andare ai dormitori degli interni e svegliare Roy...ma non so la strada. Alla fine opto per tornare al mio dormitorio, svegliare Lisa e farci venire in mente qualcosa. Strappo un pezzo di stoffa dalla mia maglietta e la metto intorno alla ferita a mo' di fasciatura.
- Lisa, ehi Lisa, Lisa!
La chiamo strattonandole una spalla. Socchiude gli occhi e fa un mutilo di protesta.
- Che c'è?
- Senti, ho un taglio alla gamba, non è che sai dov'è l'infermeria o...non lo so.
Mi guarda un attimo, gli occhi velati in parte dal sonno a cui l'ho strappata.
-Cosa?!
- Eric mi ha ferito la gamba e devo andare in infermeria.
-COSA?!
Esclama a voce alta.
-Shhh, abbassa la voce! Sai dov'è l'infermeria?
-Fortunatamente per te si! 
Dice alzandosi e infilandosi un paio di pantaloni e una maglietta neri.
-Ma come ti ha ferito? L'ha fatto apposta? Tu non hai fatto niente? Non ti ha nemmeno aiutato a tornare qui? Almeno ti ha chiesto scusa?! Questo è abuso di potere!
-Lisa!
La richiamo interrompendo la sua raffica di domande.
- Anche se lo dicessi a qualcuno, cosa pensi che accadrebbe? Che lo sbattano fuori dalla fazione e noi viviamo felici e contente? Credimi,no! E poi...io l'ho provocato, mi avevano messo in guardia e invece sono stata stupida e imprudente. Ora mi faccio curare la gamba e fine della storia. Ok?
-Se per te va bene...
Camminiamo lungo una serie di corridoi che per me e la mia gamba sembrano infiniti. Finalmente siamo arrivate. Lisa bussa alla porta. Non riceviamo risposta. Bussa di nuova. Sentiamo dei rumori provenienti dall'interno e una voce femminile imprecare. La porta di spalanca d'un colpo e ci troviamo d'avanti una donna sulla 40 d'anni, coi capelli corti e biondi, l'espressione per metà assonnata e metà arcigna.
-Che volete?
Ci chiede in tono brusco.
-La mia amica si è ferita una gamba. Non è che potrebbe fare qualcosa perfavore?
La donna mi squadra per un paio di minuti con espressione infastidita, soffermandosi sulla "benda improvvisata" macchiata di sangue.
-Entrate.
Dice infine, precedendoci all'interno. Io e Lisa entriamo guardandoci intorno, la stanza è illuminata da fredde luci, ci sono diverse file di letti, tutti con lenzuola bianche e immacolate, in contrasto con le pareti nere, nell'aria si avverte l'odore sterile di disinfettante, nel complesso non ha un aspetto molto accogliente.
- Mettiti li.
Dice l'infermiera indicandomi un lettino.
Faccio come mi ha detto, facendo attenzione alla gamba ferita.
L'infermiera armeggia con alcuni scaffali contenenti ampollette e bottiglie di varie grandezze, poi si dirige in un armadietto.
Una volta finito mi raggiunge con diversi oggetti tra le braccia e li poggia sul comodino di fianco al letto.
-Togliti i pantaloni.
Mi ordina sbrigativa. Mi affretto a fare come mi dice, non so perchè ma questa donna mi intimidisce ancora più di Eric.
Controlla con meticolosità la zona interessata, dopodiché prende un batuffolo di cotone e ci versa un liquido contenuto in un'ampolletta per poi tamponarlo sulla ferita, ripulendola dal sangue. Il suo tocco è incredibilmente abile e delicato e in pochi minuti il forte  bruciore che avvertivo si attenua. Dopo, utilizzando un altro batuffolo, spalma una pomata trasparente sulla ferita per poi fasciarla con una benda più o meno stretta.
-Ecco fatto pulcino, tieni la gamba a riposo per qualche oretta, poi non dovrebbe più darti tanto fastidio; ho visto ferite ben peggiori di questo taglietto.
Mi dice pungente. Abbasso lo sguardo, imbarazzata dalle sue parole, cosa avrei dovuto fare se la ferita non smetteva di sanguinare?! Però nonostante il suo carattere bisbetico e polemico devo ammettere che è molto brava nel suo lavoro.
-Grazie tante, mi scusi per averla disturbata signora...
-Helen...Scommetto che tu è la tua amica siete due mammolette trasfazione...per caso la ferita te la sei fatta inciampando su un sassolino, pulcino?
Mi schernisce Helen con una risata amara
-Non sono di certo così imbranata da cadere su un sassolino...e il mio nome è Olivia, non pulcino né tantomeno mammoletta. 
Rispondo in tono controllato ma gelido.
-Il fatto di essere trasfazione non vuol dire che siamo più deboli di qualunque altro interno.
Aggiunge Lisa, punta sul vivo.
-Grazie ancora Helen.
Dico prima di rimettermi i pantaloni ed incamminarmi verso il dormitorio, ignorando categoricamente il dolore alla gamba.
Una volta arrivata a destinazione mi butto a peso morto sul letto, senza neanche spostare le lenzuola.
-Lisa, grazie.
Le dico mentre la guardo avvicinarsi a me.
-Prego Olly, però mettiti sotto le coperte o ti prenderai una polmonite con l'umidità che c'è in questo posto.
Mi risponde sottovoce.
-Noo sono troppo stanca.
Mugolo chiudendo gli occhi. Subito dopo sento due mani afferrarmi le spalle e spingermi verso l'alto; emetto uno sbuffo di disappunto, decidendo di alzarmi e scostare le lenzuola, sapendo che altrimenti Lisa non mi avrebbe lasciato in pace.
-Così va bene mammina?
Le chiedo sarcastica.
-Si.
Mi risponde con un sorriso, dopo mi rimbocca le coperte e va al suo letto.
-Dormi bene.
Mi dice.
-Anche tu.
Chiudo gli occhi, in attesa che il sonno venga a prendermi. "Forse ho esagerato con l'infermiera, insomma mi ha preso un pò in giro però mi ha anche curato la gamba. Me la sarò presa per troppo poco? Certo anche lei però non doveva infierire. L'ho svegliata nel cuore della notte forse era solo innervosita e per questo ci ha detto quelle cose,ma anche io sono stata sveglia tutta la notte per di più in compagnia di quell'antipatico Capofazione. Chissà perchè si comporta in questo modo, gli sto antipatica? Beh è vero che sono stata un pò scortese ma non c'era bisogno di maciullarmi la gamba! Peró anche io ho reagito male quando Helen mi ha detto quelle cose. Ma non l'ho di certo usata come bersaglio umano..."
Espiro rumorosamente, decidendo di non pensare più, almeno per stanotte (o quel che rimane di questa notte) a quello che è successo. Chiudo gli occhi e mi aggrappo al cuscino, aspettando che il sonno venga a prendermi per portarmi via da tutto quello che è successo oggi e da quello che dovrò affrontare nelle prossime settimane.
........................................................
 
Fluttuare. Ecco cosa mi sembra di star facendo. È una sensazione strana, non percepisco niente intorno a me, sono in un posto dove non esiste il buio o la luce, esisto solo io, come se i miei sensi si arrestassero entro i confini del mio corpo, talmente leggero da apparirmi quasi inconsistente. Eppure qualcosa la percepisco...il nulla. Come si può sentire la mancanza di qualcosa che non dovrebbe neanche poter essere percepita? 
Tum.Tum.Tum.Tum.
Un ritmo veloce e costante si fa strada attraverso il velo invisibile che mi circonda.
Tum.Tum.Tum.Tum.
È sempre più forte, sempre più vicino.
Tum.Tum.Tum.
Adesso non sto più galleggiando, ora sto scivolando, e mi dirigo verso quel rumore. Scivolo lentamente, avendo con unica meta quel suono. Ma non sto scivolando verso il basso, bensì verso l'alto, come se le leggi della natura si siano modificate. D'un tratto mi sembra di attraversare un barriera invisibile e sottilissima, mi sento come se emergessi dall'acqua.Non scivolo più. Il rumore ora è più nitido e il mio corpo più..."concreto". Realizzo di essermi svegliata.
Tum.Tum.Tum.
Apro gli occhi, per poi richiuderli, accecati dalla luce fredda delle lampade al neon. Li apro lentamente, mettendomi a sedere, ancora parecchio assonnata visto e considerato che ho dormito solo poche ore.
In un secondo momento mi accorgo che il rumore che mi ha fatto uscire dal mio sonno altro non è che il suono prodotto dall'infrangersi della mano del capofazione Eric contro il metallo dello stipite della porta. Mi ritrovo a pensare a quando, solo qualche ora prima, quella stessa mano era sul mio fianco, stringendolo in una presa salda per sorreggermi. Per un attimo ho la sensazione di avvertire ancora il suo calore, impossibile da non percepire anche attraverso la barriera dei vestiti, così in contrasto con il freddo glaciale degli occhi. 
Una volta resami conto dei miei assolutamente anormali pensieri mi affretto a tornare alla realtà, scuotendo la testa. Deve essere lo stato di regressione cerebrale post-risveglio. Intorno a me tutti ormai sono svegli e guardano Eric e Tobias perplessi e assonnati.
-Mi spiace aver interrotto i vostri sogni pieni di arcobaleni e tulipani piccoli marmocchi, ma non so se lo sapete, oggi è il primo giorno d'iniziazione e vi voglio svegli, scattanti e in piedi entro e non oltre 15 minuti da adesso, vi consiglio di sbrigarvi.
Dice inizialmente in tono calmo, facendolo man mano salire e assumere una sfumatura minacciosa.
Esce dalla stanza a passi pesanti. Tobias mi lancia un'occhiata prima di seguire il capofazione fuori.
Senza neanche avere il tempo di stropicciare i miei poveri occhi stanchi vengo afferrata quasi brutalmente per un polso e trascinata al bagno delle ragazze da Lisa che mi tira un paio di lunghi asciugamani, mentre lei prende due tute. Le butta su una panca e mi prende una delle tovaglie.
-Dobbiamo sbrigarci! Abbiamo solo 15 minuti.
Sembra davvero in ansia. Detto questo entra senza esitazioni in una delle docce sotto il mio sguardo sbalordito.
Mi lego i capelli in un frettoloso chignon prima di girare la manopola. L'acqua fredda riesce in parte ad allontanare il sonno e farmi riacquistare lucidità. Controllo la benda intorno alla gamba, assicurandomi che non entri in contatto con l'acqua. Una volta fino di lavarmi mi avvolgo nell'asciugamano ed esco per prendere una delle due tute, me la metto velocemente, dopo lego i capelli in un'alta coda aspettando che Lisa finisca.
-Bene, possiamo andare.
Le dico incamminandomi fuori dal bagno, ma vengo bloccata quasi subito dalla sua mano.
-Non ancora!
Ribatte con un sorrisino.
-Aspetta qui.
Schizza fuori dal bagno come se fosse inseguita da un cane rabbioso, torna poco dopo con in mano una specie di contenitore.
-Mentre tu ieri eri a parlare con Quattro io ne ho approfittato per fare degli acquisti.
Mi informa con un ghigno. Sto per domandarle che tipo di acquisti ma vengo preceduta:
-Preparati ad essere truccata dalla sottoscritta!
Esclama eccitata, con in mano qualcosa che assomiglia molto ad una matita.
-Tu vuoi...truccarmi?
Le chiedo strabuzzando gli occhi.
-Certo, e non accetto un "no"! Non sai quanto ho aspettato questo momento. Ora chiudi gli occhi.
-No, aspetta! Mi piacerebbe molto truccarmi, visto che non l'ho mai fatto e sono curiosa di come potrei apparire, ma non credo che sia appropriato ad un allenamento. Facciamo così, per oggi non mi trucchi ma quando usciremo ti prometto che potrai fare di me ciò che vuoi, che dici?
Insisto.
Sbuffa contrariata, ma alla fine cede:
-D'accordo, ma voglio almeno metterti un pò di lucida labbra.
-Va bene.
Le concedo con un sorriso.
Dopo aver aspettato che lei si truccasse, uscimmo insieme dal dormitorio, in perfetto orario.
 
Angolo di Grify
Ciao a tutte :D per prima cosa voglio ringraziare Alex_001 e Vallinz_00 che hanno recensito lo scorso capitolo, spero che il secondo capitolo non vi abbia deluse XD ringrazio anche chi ha letto lo scorso capitolo e chi ha letto questo, spero vogliate lasciarmi una recensione per farmi sapere se la storia vi piace o meno.
Un bacio da Grify 
  
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