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Autore: aasil    19/08/2015    5 recensioni
Christine parte per il college e porta con sé una valigia ricolma di sogni e speranze. E' convinta di condividere la sua nuova casa con altre quattro ragazze, ma il destino ha deciso di aggiungere un po' di pepe alla sua vita.
Dal primo capitolo:
"Quello che mi trovai davanti fu ben diverso da ciò che mi aspettavo.
«T-tu non sei.. Una ragazza» Mi sentii dire. Non lo avevo detto a voce alta vero? A giudicare dalla risata del ragazzo appoggiato allo stipite della porta, l'avevo fatto eccome.
«Direi di no, e visto che abbiamo appurato questa grande notizia, vattene via che devo tornare a finire la mia doccia.» Notai in quel momento lo stato in cui si trovava: i capelli castani erano spettinati e ancora bagnati, goccioline d'acqua imperlavano il suo volto dai lineamenti perfetti e un accenno di barba intorno alla bocca lo rendeva tremendamente sexy."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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DANNATA SORTE

 

 

 

Subito dopo colazione presi un antidolorifico per la gola, sperando che quel fastidio passasse.

Ero sicuramente stata in condizioni peggiori, però mi scocciava che la maleducazione di Alex potesse rovinare la mia prima lezione di musica.
Ero indecisa se dire o no alla professoressa del mio piccolo inconveniente, infondo ogni cantante che si rispetti dovrebbe essere in grado di cantare in qualsiasi condizione no?
«Vuoi riprovare la canzone?» Chiese Meredith un po' preoccupata mentre mettevo i libri nella cartella.
«Non so, Mer.. Non vorrei sforzare troppo la voce, però forse..» Chiusi gli occhi e provai la parte che trovavo più complicata a cappella.
«Cavolo Chris, è perfetta!» Meredith batteva le mani, felice che la situazione non fosse poi così tanto scoraggiante.
Arrivammo in orario in aula, le sedie erano spostate al centro a semicerchio su più file, e un microfono era posto davanti alla platea.
C'erano già alcuni studenti e qualcuno stava accordando i propri strumenti.
«Piacere di conoscervi ragazze, io sono Matt!» Un bel ragazzo alto, dai capelli rossicci ci porse la mano.
«A cosa dobbiamo l'onore di questa presentazione, Matt?» Chiese Meredith ridendo.
«Ho notato due bellissime ragazze che non avevo mai visto, così ho deciso di non perdere l'occasione di presentarmi, madmoiselle.» Le strizzò l'occhio, sicuro di sé.
«Io sono Christine e lei è Meredith.» Mi limitai a dirgli, per non dargli troppa corda.
«Che ne dite se stasera facciamo un'uscita a tre? Magari andiamo al cinema..» Era la mia immaginazione o aveva calcato la parola “tre” ?
«Dico che abbiamo di meglio da fare, playboy.» Meredith lo liquidò lasciandolo a bocca aperta, evidentemente non era molto abituato a ricevere un due di picche.
Notai due ragazze vicino alla finestra che confabulavano e ridacchiavano. Pensai che avessero appena assistito alla nostra scenetta, invece mi accorsi che i loro sguardi erano puntati verso l'ultima fila di sedie.
Alex.
Era chinato sulla sua chitarra e stava suonando qualcosa ad occhi chiusi.
Non lo avevo mai visto così sereno, era completamente assorto nella canzone. Sarebbe stato molto più bello se avesse indossato quell'espressione dolce più spesso, invece del solito ghigno.
Le mani si muovevano sicure e leggere su quello strumento, come se lo accarezzassero. Alzò lo sguardo e vide che lo fissavo, la sua espressione si indurì e girò la testa altrove.
Entrò la professoressa e riportò tutti gli studenti all'ordine, dando inizio alla lezione.
«Salve a tutti ragazzi, io sono Miss. Edwards. Oggi vi presenterete uno alla volta alla classe e a me, cercheremo di conoscerci un po' meglio e dopo vi proporrò un progetto nuovo, che non ho mai provato prima di quest'anno, voi sarete i miei piccoli esperimenti.» Calò il silenzio, interrotto solo dalla sua risata cristallina.
Miss. Edwards era una donna gracile sulla cinquantina, i capelli scuri erano molto corti e lo sguardo estremamente vivo. Sprizzava energia da tutti i pori.
Iniziò a chiamare in ordine alfabetico, la prima fu una ragazza bassina dagli occhi blu, Rachel Alisons. Suonava il sassofono in modo davvero piacevole, indubbiamente brava.
Gli studenti si susseguivano e arrivò anche il turno di Matt “il Rosso”, che suonava il violino, e quello di Meredith che fece un figurone.
Sapevo che sarei stata, quasi sicuramente, l'ultima visto che il mio cognome è Williams.
Alex, conquistò tutti con il suo modo di suonare. Anche Miss. Edwards era completamente persa in quella melodia, notai che il 90% delle ragazze nella stanza sospiravano con gli occhi sognanti mentre lo guardavano.
Due persone dopo, fu il mio turno.
Quando mi posizionai davanti al microfono sentii un tremolio alle gambe, la gola non faceva più male, grazie all'antidolorifico, quindi mi incoraggiai mentalmente.
Quando iniziai a cantare, il cuore batteva a mille, e sentii tutta la tensione che piano piano si dissipava, lasciandomi libera di vivere quell'emozione.
Arrivai all'acuto centrale, gonfiai i polmoni, pronta a raggiungere quella nota che per me non era mai stata un problema e.. La mia voce si spezzò. Uscì solo un sussurro un po' stridulo e fastidioso.
Spalancai gli occhi, e notai che tutti mi fissavano. Il mio sguardo si posò istintivamente su Alex, convinta di leggere sul suo viso un'espressione sarcastica e derisoria, tutto quello che trovai fu uno sguardo spento e dispiaciuto.
«Io.. Mi scusi Miss. Edwards non sto molto bene oggi.» Le oche che prima guardavano Alex, ridacchiavano, lanciandomi uno sguardo ogni tanto.
«Non preoccuparti cara, fino a lì la canzone era andata molto bene. Avrai tempo per rifarti.» Tornai a posto, con la coda tra le gambe.
«Dai Chris, non è andata così male, la prof ha capito..» Meredith mi strinse il braccio dolcemente.
Ero in imbarazzo e come se non bastasse le oche continuavano a fissarmi con aria di superiorità.
«Bene, sono molto soddisfatta di tutti voi.» Dicendo questo, Miss Edwards mi sorrise dolcemente.
«Siete pronti per il mio esperimento?» Domanda retorica ovviamente.
Prese una borsa molto grande ed estrasse un'ampolla di vetro piena di bigliettini. Voleva tirare a sorte qualcosa ?
«Uno alla volta pescherete un fogliettino. Su ognuno c'è un numero, ed ogni numero compare due volte nell'ampolla. Le persone che quindi riceveranno lo stesso numero dovranno lavorare insieme e collaborare per i pezzi che vi assegnerò.» Mi sarebbe stato assegnato un compagno di studi quindi? La probabilità che fosse Meredith era estremamente bassa, visto il gran numero di persone in quell'aula.
Pescammo tutti e tornammo seduti ai nostri posti.
«Adesso aprite i bigliettini e io chiamerò i numeri, quando sentirete il vostro vi alzerete così scoprirete con chi siete in coppia.» Le brillavano gli occhi, convinta che quell'esperimento fosse una trovata geniale.
Avevo il numero 23, sbirciai quello di Meredith e vidi che aveva il 37. Come previsto non ero con lei, dannazione.
Mano a mano che la professoressa chiamava, mi guardavo intorno per vedere chi rimaneva.
«Ventitré» Scandì con voce cristallina.
Mi alzai come fossi una molla, ma nessuno di quelli davanti a me fece la stessa cosa, iniziai allora a voltarmi lentamente.
Non Alex. Non Alex. Non Alex.
ALEX!?
La sorte stava tentando di giocarmi un brutto scherzo, era completamente impossibile che dovessi essere davvero con lui!
Tornai seduta e Meredith mi lanciò uno sguardo di supporto.
«Miss. Edwards sarebbe possibile cambiare la coppia?» Non avrebbe mai smesso di stupirmi quel ragazzo.
«E quale sarebbe il motivo, signor ..?» Chiese la donna.
«Stevens, Alex Stevens. Ha sentito anche lei come ha sbagliato la canzone di prima. Non voglio che quell'incapace duetti con me.» La sua voce era dura e mi ferì nel profondo. Perchè tutto quell'astio verso di me? Cosa gli avevo fatto di male? Era come se gli desse fastidio anche solo la mi presenza nella stessa stanza in cui si trovava lui.
«Signor Stevens, questa non è una spiegazione valida. Sono convinta che la signorina qui presente sarà all'altezza delle sue aspettative, ora si sieda che devo continuare la mia lezione.» Lo fulminò con lo sguardo.
Meredith capitò insieme a Matt “il Rosso”. Non era andata molto bene nemmeno a lei infondo, anche se la sorte peggiore era toccata a me.
Quando Miss. Edwards terminò di chiamare i numeri ci comunicò il nostro piano di lavoro.
«Se siete due cantanti canterete a cappella, se siete due musicisti suonerete canzoni solo strumentali, se siete un musicista e un cantante arrangerete la canzone in modo da renderla appropriata allo strumento che avete a disposizione. Se non rispetterete le scadenze che vi darò vi verranno tolti dei punti, e questo pregiudicherà la vostra valutazione finale.» Si interruppe e scrutò le nostre facce con sguardo serio.
«Per mercoledì dovrete preparare una canzone a vostra scelta. E non fate quelle facce! Due giorni sono più che sufficienti.» Solo due giorni? Il pensiero di passare ore a provare insieme ad Alex mi faceva venire la nausea.
Lui si lamentava di essere in coppia con me? Cosa avrei dovuto dire io allora? Era stato tremendamente maleducato sin dalla prima volta che ci eravamo visti, non poteva bastare il suo bel faccino per cancellare quello che pensavo di lui.
Al termine della lezione io e Mer ci dirigemmo in silenzio verso la lezione successiva. Forse se avessi parlato in privato con Miss. Edwards avrebbe capito che mi risultava impossibile lavorare con un elemento del genere.
«Dai Chris non ci pensare. Magari conoscendolo puoi cambiare opinione su di lui.» Tentò Meredith.
«Hai sentito anche tu quello che ha detto no? Io sono un' “incapace”, mi ha umiliato davanti a tutti più di quanto non avessi già fatto io stessa cantando quella maledetta canzone. Lo odio.» Parlai velocemente con la necessità di sfogarmi.
«Pensare a quanto lo odi non ti servirà a niente. Stasera quando arriverai a casa parlerai con lui e proverete quella canzone. Se non vuole ti aiuterò e vi rinchiuderò in camera sua finchè non si deciderà a smettere di fare lo stronzo.» Arrossii mentre diceva la parte del rinchiuderci in camera insieme. Stupidi ormoni.
La giornata passò troppo presto, e il momento fatidico non faceva altro che avvicinarsi.
Meredith era andata a casa di Matt a provare, Sam ed Emily erano usciti insieme, alla fine il biondino aveva ceduto. Non posso negare che mi era caduto un po' in basso, ma chi ero io per giudicare?
Dopo aver fatto l'aerosol, cenai da sola, erano già le otto passate ed Alex non si decideva ad arrivare. Ribollivo dalla rabbia, se avessi preso un brutto voto sarebbe stata colpa sua. Presi il PC e iniziai a cercare qualche canzone che potesse fare al caso nostro. Avremmo dovuto sceglierla insieme, era inutile che la cercassi da sola, così mi stesi sul divano per riposarmi un po' e prepararmi mentalmente alla scenata che avevo intenzione di fargli.
Mi svegliai di soprassalto quando sentii la porta chiudersi, finalmente era arrivato. Quando lo misi a fuoco il mio cuore perse un battito, era così affascinante con quel giubbetto di pelle nera.
«Dobbiamo parlare. Ora.» Dissi cercando di apparire sicura di me.
«No, sono stanco. Me ne vado a letto.» Cercò di defilarsi ma io fui più veloce e mi parai davanti a lui. Affondai gli occhi nei suoi, erano più scuri quella notte, forse era stanco davvero. Ma in quel momento non mi interessava.
«Tu non vai proprio da nessuna parte! Non hai idea di quanto io mi sia data da fare per vincere questa borsa di studio. Non la sprecherò solo perchè un cazzone come te è troppo stanco per provare!» Ringhiai accecata dalla frustrazione.
«Togliti di mezzo.» Cercò di aggirarmi ma io rimasi ferma senza farlo passare.
«Voglio sapere cosa ti ho fatto. Perchè merito tutto questo odio da parte tua? Dalla prima volta che ci siamo visti non hai fatto altro che trattarmi male. Sono stufa di questa situazione, dovremo collaborare quindi cerca di comportarti da persona civile. Non voglio esserti simpatica o diventare tua amica, ho solo bisogno di quel voto!» Urlavo, forse non avrei dovuto ma non riuscii a trattenermi.

«Non ti scaldare tanto, lo so che sotto sotto speravi di essere in coppia con me.» Sguardo malizioso, voce roca. Sapeva come incantare una donna ma io non ci sarei cascata.
«Non è vero.» La cosa strana era che una parte di me per un millesimo di secondo aveva davvero sperato di essere con lui. Non riuscivo più a capire come ragionasse la mia testa, lo odiavo ma allo stesso tempo mi attraeva come una calamita.
«Non dire bugie. So esattamente cosa pensi.» Sussurrò avvicinandosi a me.
«Tu non mi conosci.» Dissi sottovoce, indietreggiando.
«Si che ti conosco. Sei come tutte le altre, una sognatrice che immagina ancora il principe azzurro. Una viziata, che pretende che tutti siano carini con lei.» Il suo viso era a pochi centimetri dal mio, mi sentivo totalmente fuori posto e incapace di spiccicare parola. Sollevò una mano e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sfiorandomi il viso. La sua pelle era morbida e lasciò una scia infuocata su di me, facendomi rabbrividire involontariamente.
«Sei così prevedibile Chris, scommetto che in questo momento ti lasceresti anche baciare da me..» Era così vicino che potevo sentire il suo respiro sulla mia bocca, pregustando il suo sapore. Non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue labbra e da quel dannato piercing.
Quando le nostre bocche stavano per scontrarsi ritrovai un minimo di lucidità. Gli tirai uno schiaffo con tutta la forza che avevo in corpo, che riecheggiò nella casa vuota. Era dal nostro primo incontro che avrei voluto farlo.
«Tu non mi conosci.» Ripetei prima di girare i tacchi e andare nella mia stanza.



Eccomi di nuovo qua,
come promesso dopo circa una settimana sono tornata ad aggiornare la storia.
La scelta di mettere Chris ed Alex in coppia è stata abbastanza ovvia per dargli modo di imparare a conoscersi e a collaborare.. Ne vederemo delle belle!!
Finalmente Chris si è decisa a tirare fuori un po' di carattere e a mettere in riga Alex che misteriosamente torna a casa in tarda notte. Dove sarà andato? Lo scoprirete presto!
CURIOSITA': Per l'ampolla con i fogliettini mi sono ispirata al film di Leonardo Pieraccioni "Ti amo in tutte le lingue del mondo".

 

DAL CAPITOLO IV


Mi sfuggì un gemito quando mi morse il lobo dell'orecchio e il suo respiro si infranse contro il mio collo, accarezzai la lieve barba sulle guance e gli feci alzare il viso per baciarlo di nuovo, volevo sentire ancora il suo sapore sulle labbra.


***

«Non ti odia, è solo che.. Non sa avvicinarsi alle persone, ha avuto un passato difficile.»

 

Baci xx
- Aasil

   
 
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