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Autore: aasil    11/08/2015    4 recensioni
Christine parte per il college e porta con sé una valigia ricolma di sogni e speranze. E' convinta di condividere la sua nuova casa con altre quattro ragazze, ma il destino ha deciso di aggiungere un po' di pepe alla sua vita.
Dal primo capitolo:
"Quello che mi trovai davanti fu ben diverso da ciò che mi aspettavo.
«T-tu non sei.. Una ragazza» Mi sentii dire. Non lo avevo detto a voce alta vero? A giudicare dalla risata del ragazzo appoggiato allo stipite della porta, l'avevo fatto eccome.
«Direi di no, e visto che abbiamo appurato questa grande notizia, vattene via che devo tornare a finire la mia doccia.» Notai in quel momento lo stato in cui si trovava: i capelli castani erano spettinati e ancora bagnati, goccioline d'acqua imperlavano il suo volto dai lineamenti perfetti e un accenno di barba intorno alla bocca lo rendeva tremendamente sexy."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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LA NUOVA COINQUILINA

 

 

Dopo aver preso i CD dei miei cantanti preferiti, chiusi l'ultima valigia soddisfatta dell'arduo lavoro che avevo appena concluso con successo.

Era stato senza alcun dubbio un trauma dover compattare il mio armadio in tre valige smilze, ma sapevo di non poter portare tutto. La casa in cui sarei andata a vivere in affitto non era molto grande e avrei dovuto dividere la mia futura stanza con una ragazza che non conoscevo ancora.
Quando alzai gli occhi, notai lo sguardo un po' malinconico di mia madre.
«Sicura di aver preso tutto Christine? Possiamo posticipare la partenza ancora di un paio di giorni, almeno hai tutto il tempo di organizzarti..» Apprensiva come al solito, io le volevo bene anche per questo.
«Mamma parto per il college, mica vado in guerra! Se avrò bisogno di qualcosa lo comprerò a Phoenix.» Tentai di rassicurarla, ma la sua espressione mi diceva che non era troppo convinta.
«Si hai ragione, sono un po' in ansia per te tutto qua.. In fondo sei ancora la mia bambina.» Pronunciò quelle parole con un velo di tristezza e mi precipitai ad abbracciarla visto che probabilmente prima delle vacanze di Natale non l'avrei rivista.
Quando mi allontanai vidi che i suoi grandi occhi castani, uguali ai miei, erano lucidi; mi si strinse lo stomaco al pensiero di lasciare i miei genitori e il piccolo Lucas, però quella era la mia grande opportunità, non avrei potuto sprecare la borsa di studio che avevo avuto la fortuna di ricevere.
«Quanto dista Phoenix dal Tennesee?» Si informò mio padre, affacciandosi alla porta con il mio fratellino in braccio.
«Tre ore di volo, verrò a trovarvi il più spesso possibile.» Le loro espressioni si addolcirono, erano felici per il mio futuro, ma allo stesso tempo non riuscivano a vedere quanto ormai fossi cresciuta e avessi bisogno di indipendenza.
Baciai Lucas sulla fronte e quando gli dissi che non mi avrebbe vista per un po', scoppiò a piangere e mi fece gli occhioni dolci, come per dire che non approvava assolutamente. Gli promisi che ci saremmo sentiti ogni sera con la video chiamata del PC, lui si tranquillizzò un po' e mi abbracciò forte, dicendo che avrebbe approvato la mia partenza solo a patto che gli portassi un bel regalo. Risi, lasciandomi cullare da quell’abbraccio: non so come avrei fatto senza il mio angioletto dai capelli biondi.
Quando mio padre tentò di riprenderlo lui si tenne ad una ciocca dei miei capelli castani, cercando di non lasciarmi andare.
«Lucas, che ne dici se andiamo a prepararci una bella cioccolata prima di portare Chris all'aeroporto?» Si lasciò corrompere e mollò i miei capelli, con gli occhi che gli brillavano.
Partimmo un'ora dopo, ogni minuto che passava il mio stomaco era sempre più contratto per l'ansia e la nostalgia che aveva già iniziato ad invadermi.
Li abbracciai per l'ultima volta e passai il cheek-in, dirigendomi verso il mio aereo.
Non ero in prima classe, ma comunque non era scomodo.
Ero seduta vicino ad una signora di mezz'età, con le unghie laccate di rosso acceso, che leggeva una rivista di moda, inutile dire che rimasi un po' delusa, solo nei libri e nei film capita di trovarsi come compagno di viaggio un fotomodello.
Le sorrisi dolcemente e sonnecchiai per tutto il tempo del volo.
L'aeroporto di Phoenix era il caos, impiegai un paio d'ore per riuscire ad avere indietro le mie valige e appena fui pronta chiamai un taxi per raggiungere la casa.
Avevo trovato un annuncio su internet alcuni mesi prima, avrei dovuto condividere il terzo piano di un appartamento con altre quattro ragazze, con due delle quali avevo già parlato per e-mail per decidere la divisione delle camere. Non avevo idea di che tipo di persone fossero o che aspetto avessero, sapevo solo che si chiamavano Emily e Meredith.
Meredith era al primo anno come me, mentre Emily era già al secondo anno e la casa era di sua proprietà, era stata categorica sul fatto che dovessimo essere solo ragazze, sostenendo che la presenza di fauna maschile avrebbe finito per complicare la convivenza. Non potevo essere che d'accordo con questa scelta, visto il mio passato burrascoso con l'altro sesso.
Avevo avuto due ragazzi ed era finita male in entrambi i casi, l'unica ad aver sofferto ero stata io. Dopo quella seconda relazione capii che forse stavo meglio da sola, ripetendomi che non avevo bisogno di un compagno accanto a me per essere felice.
Scesi dal taxi e pagai il conducente, la casa dall'esterno era carina e sopratutto curata. Ogni balcone aveva dei vasi colmi di fiori colorati per donare un po' di vivacità al colore giallo chiaro del muro.
Mi avvicinai al campanello, essendo tre appartamenti era ovvio che ci fossero tre bottoni, non ricordavo di aver letto il cognome della padrona di casa, quindi indecisa sul da farsi, presi il cellulare e telefonai al numero che aveva lasciato sul sito. Rispose al terzo squillo.
«Chiunque tu sia, sono di fretta quindi muoviti a parlare.» Che bel caratterino la signorina, si cominciava bene.
«Sono Christine, quella dell'annuncio per l'appartamento..» Iniziai, ma non mi lasciò finire.
«E' troppo tardi per ritirarsi adesso cara, ormai ho tenuto il posto anche per te. La prima rata dell'affitto la dovrai pagare!» Era saltata subito alle conclusioni, ma io non avevo la minima intenzione di ritirarmi.
«Non ti ho chiamato per ritirarmi, ma per dirti che sono appena arrivata.. Posso salire?» Chiesi timidamente, con la speranza che non si alterasse di nuovo.
«Al momento non sono a casa, fatti aprire, qualcuno ci dovrebbe essere a quest'ora.» Prima che le potessi chiedere il suo cognome attaccò il telefono.
Ero allo stesso punto di prima. Mi feci coraggio e suonai il primo campanello ma non ricevetti alcuna risposta, il secondo e il terzo idem. Dopo numerosi tentativi decisi di provare ad entrare.
Per mia fortuna la porta era socchiusa e mi trovai in una saletta davanti ad una lunga rampa di scale.
Niente ascensore, perfetto!
Non ero nella condizione fisica per portare due trolley e una borsa a mano su per le scale contemporaneamente. Quindi decisi di iniziare con la borsa per poi chiedere aiuto per le altre due (nella speranza che ci fosse qualcuno in casa).
Rischiai di cadere per ben due volte e quando arrivai in cima avevo il fiatone.
Bussai alla porta, ma come mi aspettavo nessuno rispose, quando stavo per arrendermi sentii dei passi. Tirai un sospiro di sollievo e attesi, con il sorriso stampato in faccia, che una della ragazze mi aprisse.
Quello che mi trovai davanti fu ben diverso da ciò che mi aspettavo.
«T-tu non sei.. Una ragazza» Mi sentii dire. Non lo avevo detto a voce alta vero? A giudicare dalla risata del ragazzo appoggiato allo stipite della porta, l'avevo fatto eccome.
«Direi di no, e visto che abbiamo appurato questa grande notizia, vattene via che devo tornare a finire la mia doccia.» Notai in quel momento lo stato in cui si trovava: i capelli castani erano spettinati e ancora bagnati, goccioline d'acqua imperlavano il suo volto dai lineamenti perfetti e un accenno di barba intorno alla bocca lo rendeva tremendamente sexy.
Indossava solo un asciugamano, annodato in vita. Mi sentii andare a fuoco quando il mio sguardo si posò sui suoi addominali scolpiti, non era il fisico di un atleta ma era evidente che andasse in palestra. Quando alzai lo sguardo notai dalla sua espressione che aveva capito alla perfezione tutti i pensieri poco casti che avevo appena fatto sul suo corpo.
Mi sentii un'adolescente, incapace di tenere a freno gli ormoni, stupida, tremendamente stupida.
Indietreggiò per chiudere la porta.
«No, aspetta!» Urlai quasi.
«Senti ragazzina, non ho tempo di stare qui a parlare con te. Iscriviti a qualche sito di incontri a pagamento e vai a sbavare davanti alla porta di qualcun altro.» Il suo tono duro e derisorio mi ferì.
Possibile che a Phoenix fossero tutti così scontrosi?

«I-io sono.. La nuova coinquilina... Cioè credo, io... Potrei aver sbagliato porta.» Farfugliai, incapace di pronunciare una frase di senso compiuto.
«Sei Christine?» Come diavolo faceva a sapere il mio nome?
Arrossi violentemente quando si passò una mano fra i capelli e il suo asciugamano calò di qualche centimetro.
«Si» Risposta secca, così come la mia gola. Decisi di guardarlo negli occhi per evitare che il mio sguardo indugiasse ancora sul suo corpo. Erano di un verde molto intenso, come i boschi di pini in primaver-Stop! Chris, smettila di fissare quel ragazzo. Presi un profondo respiro cercando di calmarmi, neanche fosse la prima volta che vedevo un ragazzo mezzo nudo!
«Ti immaginavo più carina.» Con un'alzata di spalle si voltò e tornò dentro, lasciando però la pota aperta. Dal momento che sapeva il mio nome, dedussi di aver bussato alla porta giusta.
Che maleducato! Poteva anche essere il più bello del mondo ma non si poteva permettere di trattare così una persona che nemmeno conosceva.
E poi dov'era finita tutta la determinazione di Emily su una casa di sole donne!? Se solo mi avesse avvertito che aveva cambiato idea mi sarei risparmiata una figura pietosa.
Entrai in casa e appoggiai la borsa, che avevo ancora in mano, vicino alla porta.
Il salotto non era molto spazioso, c'era un divano a tre posti e davanti un televisore con ancora il tubo catodico.
La carta da parati era di un verde chiaro, intonata con il tappeto al centro della stanza.
Da dietro l'angolo sbucò un altro ragazzo, anche lui molto bello. Il classico tipo che fa girare la testa a tutte, alto capelli biondi e occhi blu.
Si può sapere dov'ero finita? Su figolandia?
«Ciao, sono Sam! Benvenuta a casa nostra! Tu sei Christine vero?» Mi porse la mano, e io la strinsi, felice di aver incontrato qualcuno che fosse cordiale con me.
«Chiamami pure Chris! Mi stavo chiedendo.. Dove sono le altre ragazze? Emily mi aveva detto che ..» Finii con un filo di voce.
«Meredith è in camera a studiare ed Emily è andata dal parrucchiere. Hai già conosciuto Alexander?» Quindi era quello il nome di quel cafone antipatico?
«Si, credo.. Mi ha aperto lui la porta.» Ero un po' titubante.. Non si era presentato quindi non potevo avere la certezza che lui fosse Alexander.
«Era tanto che bussavi? Mi dispiace non averti sentito ma stavo ascoltando un po di musica in camera.. Dalla tua faccia scandalizzata deduco che vi siete già scontrati, non fare caso al suo caratteraccio. Fidati di me che lo conosco da una vita.» Non potei che sorridergli, ringraziando Dio per avermi fatto incontrare una persona normale.
«Vieni, ti mostro la tua stanza.» Ripresi la borsa e lo seguii lungo lo stretto corridoio. Mi indicò dov'era il bagno e mi disse che se avessi avuto bisogno di qualsiasi cosa sarei potuta andare a bussare alla sua porta.
«Eccoci arrivati, Meredith è dentro. Ti lascio fra le sue mani..» Sperai con tutta me stessa che Meredith fosse gentile come lui.
«Grazie mille Sam.» Mi voltai per aprire la porta.
«Aspetta, ma tu hai solo quella valigia?» Chiese stupito.
Le valige! Persona più sbadata di me non esiste.
«Le ho lasciate a piano terra, vado a prenderle!» Mentre mi avviavo mi prese per un braccio fermandomi.
«Non ti preoccupare, faccio io!» Non potei far altro che ringraziarlo di nuovo, prima di entrare nella mia stanza, elettrizzata per il mio futuro.



Hoooola!
Se state leggendo queste parole vuol dire che avete letto tutto il capitolo e questo mi fa molto piacere.
Questa storia l'ho scritta più di un anno fa e l'avevo lasciata incompiuta, in questi giorni però ho sentito che i miei personaggi mi chiamavano perchè volevano ancora avere un futuro.
Stamattina ho ripreso a scrivere e mi sono ripromessa che continuerò in ogni momento libero. 
Mi impegno a pubblicare un nuovo capitolo a settimana, spero che mi seguirete in molti.
Grazie per la lettura, spero di ricevere qualche recensione :)
- Aasil ♥

   
 
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