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Autore: Darktweet    19/08/2015    1 recensioni
Spesso ci chiediamo da dove provengano tutte quelle strane leggende, collegate alla presenza della "magia" sul nostro pianeta.
Eppure, come sempre, una leggenda ha sempre un fondo di verità.
Una organizzazione segreta infatti cela al mondo la magia affinché regni l'armonia, ma durante la spedizione di una equipe, due membri scompaiono nel nulla.
Lana e Dan, loro figli, indagheranno, accompagnati da Missy e Storne...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: L'inseguimento


Missy fissò la ragazza. Era strano che una tipa come lei fosse così tanto interessata a quel quadro. Chiamarla arte poi. Alla faccia di Michelangelo e Donatello.
“Bruttino” mormorò Missy.
Lana toccò con l’indice il quadro, seguendo col tatto un punto ben preciso. Era uno strano triangolo al contrario con una croce, e un’altra sovrapposta, così da somigliare ad una sorta di stella.
“Sai ci pensavo anche io.” Disse poi Missy, riferita al simbolo.” E’ un simbolo. L’ho visto da qualche parte, ma non ricordo proprio dove. Alla fine mi sono arresa.”
Poi però improvvisamente si illuminò. Il simbolo sul quadro si illuminò.
“Uh lo fa ancora.” Commentò Missy. “Secondo me sotto quel punto ci sta un piccolo neon, o una cosa del genere.”
La ragazza continuò ad ignorarla, poi ebbe uno scatto. Si portò la mano alla collana di perle che portava.
“Tutto bene?” fece Missy, poi vide una luce. E la luce proveniva da quello che Lana nascondeva tra la mano.
“Lana?” La ragazza si girò verso Missy.
“Sicura di non saperne nulla?” chiese la ragazza, trattenendo in mano quella luce. Poi lasciò la collana. La luce proveniva da una sorta di ciondolo pendente dalla collana di perle.
“Che strano ciondolo.” Farfugliò Missy, guardando la luce. Non sapeva se doveva esserne meravigliata o meno.
Improvvisamente la ragazza schioccò le dita, si girò e guardò di nuovo il quadro. Questa volta osservava attentamente gli spigoli della cornice. Poi passò a tastarla.
“Cosa c’è?” fece Missy, sempre più incuriosita dal comportamento di Lana.
“Ecco…” mormorò Lana. Aveva trovato una sorta di incavatura. Una volta tastata per bene, improvvisamente il quadro si aprì.
Esatto, il quadro si aprì, proprio come una piccola porticina, o come nei film, quando si voleva celare qualcosa.
“Sicura che non ne sai nulla?” chiese di nuovo la ragazza. Aveva trovato l’accesso ad un piccolo buco nel muro, dalla forma cubica.
La ragazza scavò bene nell’interno, e trovò un ciondolo, simile a quello che portava, e una sorta di libro.
In tanti anni che viveva lì, quel quadro le era stato del tutto insignificante. Ma ora, aveva tutte le attenzioni di Missy.
“La luce viene da questo…” mormorò la ragazza, indicando il ciondolo.
“Se non ne sai nulla, allora lo sapranno i tuoi genitori.” Fece Lana, sorridendo. Missy non ne stava capendo nulla. Cos’è che doveva sapere? E perché all’improvviso avevano trovato quei due oggetti?
Missy prese tra le mani il ciondolo, che dopo un po’ smise di emettere quella luce.
“Forte!” esclamò la ragazza. Lana però era concentrata sul libro.
“Non ho mai visto questo…” mormorò, mentre girava le pagine. Erano piene di scritte e appunti accanto ai disegni.
“Questo è un grimorio…” fece poi, richiudendo il libro. Poi fissò una scritta sulla quarta di copertina che recitava: “A. Dixen”.
“A. Dixen… Annabeth Dixen è mia madre!” esclamò Missy, guardando il libro.
“Incredibile… non ne ho mai sfogliato veramente uno.” Commentò la ragazza. Missy guardò con più attenzione.
“Sono delle mappe quelle?” fece, indicando dei fogli che fuoriuscivano dal libro. Lana annuì.
“Non immagini proprio cosa sia,eh?” fece Lana, sapendo che Missy non si rendeva conto dell’importanza di quel libro.
“Beh tu lo sai?” chiese Missy, aspettandosi una risposta dal supergenietto che si trovava nella cameretta.
“So di cosa parla… “ disse Lana. “Vuoi venire a casa mia?”
Missy restò stupefatta. Un invito ufficiale da sua maestà Lana in villa Baxter. E non era una presa in giro?
“Beh visto che dovevamo leggere gli appunti di matematica, potremmo…” farfugliò Missy, ma Lana ridacchiò.
“Pensi ancora alla matematica?” fece, smettendo di ridere improvvisamente, quando, proprio alle spalle di Missy si materializzò una sorta di sfera bluastra, che somigliava ad un occhio minaccioso.
Lana raggiunse la porta, indietreggiando.
“Usciamo. Andiamo via!” esclamò la ragazza, prendendo per mano Missy.
“Come, dove andiamo? E cos’era quella cosa?” Missy ne capiva sempre di meno.
“Saranno nei paraggi. Dobbiamo fuggire!” esclamò Lana. Uscirono dall’appartamento. Lana bussò più volte il pulsante accanto alle porte dell’ascensore, nervosamente.
“Ah… andiamo!” esclamò, prendendo l’amica e scendendo velocemente le scale. Chi l’avrebbe mai detto, la signorina sapeva anche correre per le scale.
Velocemente uscirono dal portone, ma le aspettative di Lana divennero reali. Due uomini vestiti in completo nero aspettarono le due ragazze.
“Andate da qualche parte, belle signorine?” fece quello più alto, dai capelli rossicci.
“Potremmo aiutarvi.” Disse quell’altro, facendo un ghigno.
“No, grazie…” mormorò Missy, appena dietro Lana. Sentì la ragazza stringere i pugni.
“Sono loro!” esclamò Lana, spingendo quello alto. “Corri!”
“Ma cosa succede?” chiese Missy, correndo dietro la ragazza.
“Muoviti, muoviti!” esclamò lei.
Missy sentì i due correrle dietro. Uno dei due farfugliò qualcosa come: “Glaciari!”. Improvvisamente Missy sentì freddo ai piedi: sotto di lei il tombino divenne di ghiaccio. La ragazza scivolò all’indietro, ma per fortuna fu sostenuta da Lana.
“Raggiungiamo casa mia, lì saremo al sicuro, corriamo!” esclamò Lana.
Missy avrebbe scommesso oro che in quattro anni non aveva mai visto Lana muovere un dito durante le ore di educazione fisica, se non per passarsi lo smalto. Eppure eccola lì, veloce come una gazzella.
La vide schivare un’onda verde e non seppe come, Lana si girò e grazie a delle scintille azzurre, assorbì una sorta di scossa elettrica, senza farsi male.
Le due svoltarono un angolo per seminare i due tipi, ma si ritrovarono in un vicolo cieco.
“Oddio, oddio, oddio!” esclamò Missy.
“Sta giù!” esclamò Lana, mentre si nascose accanto a delle campane per la raccolta differenziata.
“Che schifo, che schifo.” Mormorò poi, disgustata.
Missy vide i due in completo correre e passare oltre il vicolo e trasse un sospiro di sollievo.
“Seminati.” Mormorò.
“Per ora…” fece Lana, fissando la fine del vicolo che dava sul corso principale.
“Cosa facciamo?” chiese Missy. “E poi devi spiegarmi cos’è questa storia.”
Lana si alzò e si avvicinò furtivamente alla fine del vicolo.
“Possiamo andare.” Disse, poi attraversando la strada. “Però ora che ci hanno viste, possono avere una nostra traccia”
“Traccia?” Missy non capiva granché. Si limitava a seguire la ragazza. Esattamente non sapeva perché lo faceva. Per gli appunti di matematica e per quella faccenda del diario…?
Presero una salita, e la attraversarono velocemente.
Si videro nel fondo delle villette. Una di quelle doveva essere quella di Lana.
“La mia è quella in fondo.” Fece Lana, indicando una delle villette più belle e grandi della zona.
Poco prima di raggiungere la villa di Lana, i due uomini in nero svoltarono la salita.
“Eccole!” esclamò quello alto, correndo per raggiungerle.
“Lana!” esclamò Missy, iniziando a correre. Le due raggiunsero velocemente l’ingresso della grande villa. Evitando degli strani fulmini neri. Il perimetro era recintato da grosse mura in mattoni rossi, mentre l’ingresso era definito da un grande cancello dove sulla cima era incisa una grossa B.
Lana bussò al citofono più volte, mentre i due erano quasi vicino alle ragazze.
   
 
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