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Autore: rora02L    20/08/2015    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Regina, invece di scagliare il sortilegio che tutti noi conosciamo, avesse deciso di rovinare la vita alla figlia di Biancaneve ed il principe, togliendole il lieto fine ?Non ho copiato nessuno, anche se questa idea è già stata usata. Mi ispirerò a Il lago dei cigni, un misto tra la versione originale e quella del cartone.
Dal testo :
Una domanda le affiorò nella mente e chiese al re: “Padre … come si fa a capire quando si è innamorati ?” James sobbalzò, stupito dalla domanda. Le sorrise: “Quando si è innamorati, si pensa sempre all’altro. Si desidera passare tanto tempo con l’altra persona, rivederla e scambiarsi i propri pensieri. Si desidera la compagnia dell’altro ed il suo affetto.” Emma pensò che non avrebbe mai più potuto vedere quel bambino e sospirò: “Temo di essere innamorata, padre. Ma lui … non è un principe. L’ho incontrato mentre rubava del cibo, ma non è cattivo ! Lui … credo … di essermi innamorata di lui, padre.” Il buon re le sorrise, era contento che la figlia le avesse rivelato la verità. La rassicurò: “Bambina mia, ricordi cosa dicevo sempre a tua madre ?" La piccola annuì: “Che l’avresti sempre trovata.”
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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14. Genitori e figli.



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Merlino si sgranchì le braccia, tirandole verso l’alto. Erano tornati alla caverna, insieme al re e alla regina. Il maghetto sorrise loro ed una volta usciti chiese: “Allora, direi che adesso il vostro unico problema è il Signore Oscuro. Ossia la principessa Emma, diciamo. Io ... – alzò l’indice della mano destra, incerto sul da farsi – avrei anche una idea. Ma è un piano un po’ rischioso …” Biancaneve guardò James, che annuì deciso: “Non importa. Abbiamo perso nostra figlia più di cinque anni fa, senza sapere dove fosse né come ritrovarla. Abbiamo vissuto nel terrore di perdere Neal. Anche se le possibilità di salvare Emma fossero scarse, noi tenteremo ogni cosa.”
Il mago annuì solennemente, comprendendo perfettamente il desiderio ed i sentimenti dei due reali. Fece segno di seguirlo e portò tutti alla sua capanna. Una volta dentro, spalancò la valigia e tutti gli oggetti iniziarono a volare, tornando ognuno al proprio posto, persino la ribelle zuccheriera. Merlino schioccò la lingua soddisfatto ed invitò i presenti a sedere.
Iniziò a tamburellare nervosamente le dita sul legno, incerto su cosa e come dirlo. Sospirò e decise di parlare: “Sarò sincero. L’idea mi è venuta mentre eravamo dalla Fata Confetto. Non so se funzionerà o meno … potrebbe rivelarsi anche un autentico fallimento, oltre che una azione pericolosa, dato che vostra figlia oramai è completamente sotto il controllo delle sue pulsioni più oscure.”
Uncino serrò la mascella, ricordando quando la bionda era scappata da loro e lui non era riuscito a fermarla. Sibilò rivolto al ragazzo: “Mi avevi detto che lasciarla andare era la cosa migliore ! Dannazione ! – colpì con l’uncino il tavolo, formando un buco e facendo sobbalzare il principe Neal accanto a lui – Spero per te che il tuo piano funzioni, mago !”
Il ragazzino alzò le mani, fingendosi spaventato: “Calma calma, pirata … non avresti potuto ugualmente fermare l’avanzata dell’oscurità del pugnale e starle accanto avrebbe ferito entrambi.”Killian grugnì seccato e si rimise a sedere, con le braccia incrociate.
Merlino sospirò sollevato ed esclamò rivolto verso il re e la regina: “Dunque, stavo dicendo … cosa … cosa stavo dicendo ?” Il pirata sbottò arrabbiato e spazientito: “Stavi parlando del modo per salvare Emma, brutto idiota di un mago in miniatura !”
I presenti lo guardarono con aria di rimprovero, tranne Merlino, a cui l’insulto non fece alcun effetto. “Ah sì, giusto giusto … - riprese a parlare il biondino – il mio piano si divide in varie fasi, avremo bisogno di tre oggetti. Il primo di essi è l’amore imbottigliato, fabbricato da Tremotino usando il vero amore di Biancaneve ed il re – indicò con una mano i due – Il secondo invece deve essere un oggetto che ricordi ad Emma il periodo passato con il suo caro fratellino … - guardò Neal con un sorriso- ci affidiamo a te, caro. L’ultimo è il più complicato: un pegno di vero amore.”
Tutti si voltarono verso il pirata, che si sentì messo leggermente in imbarazzo. Iniziò a pensare ad un qualche oggetto o simbolo del suo amore per la principessa, accarezzandosi la barba col freddo metallo dell’uncino.
Merlino sospirò spazientito: “Sto parlando del tuo uncino, capitano Jones …”

~

“Belle ! Belle, svegliati ! Per mille diavoli, svegliati, bella addormentata !” continuava a gridare Will Scarlett, scuotendo la bruna per la spalla. La ragazza fece una smorfia di dissenso e aprì lentamente gli occhi, accorgendosi solo allora di essersi addormentata mentre faceva da guardia ad Emma. Aprì la bocca scioccata e spalancò la porta della stanza: vuota. Il letto ancora fatto. Belle imprecò mentalmente, dandosi della sciocca.
“Avremmo dovuto farle da guardia da dentro, ci ha fregati !” gridò arrabbiata e preoccupata, precipitandosi giù dalle scale verso l’uscita, seguita a ruota dal Fante. Presero i cavalli e tornarono all’accampamento di Robin. Dovevano assolutamente avvertire tutti dell’accaduto, sperando che i loro compagni avessero notizie del capitano Uncino.
Una volta arrivati a destinazione, chiesero di parlare urgentemente con Robin Hood, specificando che era una cosa di vitale importanza. Trovarono il principe dei ladri seduto nella sua tenda, mentre cullava il suo figliolo mezzo addormentato. Belle e Will si presentarono da lui con il fiatone ed il panico negli occhi, tanto che Robin decise di mettere subito il bambino nella culla e di ascoltare la loro storia, chiedendo preoccupato: “Che cosa è successo ?”
Will deglutì, mettendo le mani avanti e cercando di regolarizzare il respiro: “Abbiamo un problema … - guardò Robin negli occhi, cercando le parole migliori per dirglielo – Emma è scappata, questa mattina non l’abbiamo più trovata. Temiamo si sia cacciata in qualche guaio …”Lo sguardo del principe dei ladri ebbe un guizzo, intuendo cosa probabilmente era successo: “Abbiamo sentito delle voci riguardo al rapimento del figlio adottivo della regina cattiva, Henry. Credo che l’unica persona in grado di compiere un simile gesto sia proprio l’Oscuro.”
“Merda ! – imprecò il Fante, serrando la mascella – Non avrei dovuto fidarmi di quella …” Iniziarono a discutere sul da farsi, sempre più preoccupati per la sorte di quel giovane che non aveva colpe. Temevano che l’Oscura si vendicasse di Regina tramite lui in chissà quali modi malvagi ed efferati.
Anche loro erano contro la regina cattiva, ma non era giusto mettere in mezzo un ragazzino, anche se era suo figlio adottivo. “Dobbiamo salvarlo” disse deciso Robin, pensando anche a come avrebbe reagito lui alla notizia del rapimento del suo bambino. Ne morirei di dolore … non potrei mai perdere anche lui, dopo sua madre Miriam …
Il ricordo della moglie morta era ancora nitido nella sua mente e quel neonato era tutto ciò che lei gli aveva lasciato.

~

Biancaneve tremava. Quel luogo che un tempo era la sua casa, era diventato un rudere e le ricordava ancora nitidamente la battaglia che era avvenuta cinque anni prima. Guardò poi piangendo i suoi amici nani tramutati in pietra. Li abbracciò uno per uno, chiedendo perdono.
Era tutta colpa sua, tutto ciò che era successo era stato a causa di quella bambina di dieci anni troppo sciocca per capire che un segreto va mantenuto e che non sempre le madri sanno ciò che è giusto per i propri figli.
“Vorrei non averlo mai fatto …” pianse disperata tra le braccia del marito, singhiozzando a riprese. Killian ricordò che Emma aveva avuto una reazione simile quando erano andati in quel palazzo in rovina. Si domandò quale fosse la motivazione per cui Regina provava tanto rancore verso la famiglia reale, in particolar modo Biancaneve.
La regina tirò su col naso e si pulì il volto con le mani, cercando di riprendersi. James le diede un dolce bacio sulle fronte: “Non lo sapevi, tesoro … lo avevi fatto a fin di bene. Volevi che Regina avesse ancora sua madre … non sapevi che cosa sarebbe successo. Ora però stiamo per perdere nostra figlia … e lei sta per perdere noi. Devi farti forza, Biancaneve.”
La mora annuì, voltandosi verso il giovane Merlino, che sorrideva commosso: “Anche io ho perso mia madre … ma adesso dobbiamo pensare ad Emma. Vi ho portati qui solo perché la regina ne sentiva il bisogno, ma dobbiamo subito recarci alla dimora di Tremotino … - alzò un dito al cielo, si voltò con una piroetta – in marcia !”
Tornò indietro ai cavalli, seguito dagli altri, che lo guardavano sbigottiti. Uncino si avvicinò al principe e commentò: “E questo sarebbe il grande mago ? A me sembra solo uno stupido ragazzino …”
Venne fulminato dallo sguardo di Merlino, che con un gesto della mano gli fece venire un breve crampo allo stomaco, abbastanza intenso da farlo piegare in due. “Come hai detto, signor capitano pirata ?” lo schernì il biondino, balzando sul suo destriero bianco con grande agilità. “Facci strada, capitano Jones …” disse poi rivolto al pirata, che fece un sorriso sghembo: “Questo round lo hai vinto tu … come volete, grande mago.”.

~

“Robaccia … - gettò a terra una fialetta di vetro vuota – inutile … - una bacchetta in mogano – no no no …” Merlino non sapeva più dove cercare, aveva praticamente distrutto e frugato tra tutte le fialette che il vecchio Signore Oscuro aveva lasciato nella sua dimora. Si grattò la testa, smuovendo i capelli biondi: “Forse in qualche altra stanza … magari nelle segrete …” Uncino sbuffò, era già stanco di quella ricerca. Voleva trovare Emma subito, non gli importava d’altro.
In quel momento entrarono nella stanza Belle e Robin, insieme ad un paio di ladri della loro brigata, tutti armati fino ai denti e circospetti. Il principe dei ladri fu il primo ad abbassare l’arma, riconoscendo Killian e gli altri: “Siete tornati. Meno male, abbiamo urgente bisogno di voi.” Bella annuì e fece cenno ai suoi compagni di mettere giù le armi, facendo capire che erano amici.
La bruna si avvicinò poi al gruppo, guardando confusa Merlino, ma non chiedendo nulla a riguardo: “Si tratta di Emma. Ha rapito il figlio della regina cattiva … e temiamo che voglia fargli del male.” Uncino sgranò gli occhi, preso dal panico, insieme ad i componenti della famiglia reale.
L'unico che rimase tranquillo nonostante la notizia fu il giovane maghetto, che alzò le spalle non curante: “Non possiamo fare nulla per fermare Emma. Se non toglierle i poteri e per farlo … ho bisogno della fiala di Vero Amore.” Guardò dritto negli occhi Belle, per poi chiederle: “Mi sapreste dire dove si trova, signorina … ?”
Lei deglutì ed annuì. Ricordava bene dove il suo amato aveva nascosto quella potente magia: “Non sarà facile. La custodisce … una vecchia amica di Tremotino.”.

~

Henry non capiva proprio dove Emma lo avesse portato, ma si era fidato subito di lei e senza esitare l’aveva seguita. Erano andati verso il nord e l’Oscura, utilizzando i suoi poteri, aveva creato una specie di palazzo, molto simile alla residenza estiva dei suoi genitori, ma senza alcun tocco personale.
Vi ci aveva portato il ragazzo, spiegandogli che per arrivare dai suoi genitori c’era bisogno di un portale particolare e che quindi doveva aspettare qualche tempo affinché lei perfezionasse l’incantesimo.
La verità era che la principessa voleva solo prendere tempo e stava mentendo spudoratamente ad Henry. Si giustificava dicendosi che era per il bene non solo del ragazzo, che non avrebbe mai potuto ricevere amore da una persona così malvagia e senza cuore, ma di tutto il reame. Era la loro principessa e doveva difendere il suo popolo, anche a costo di sporcarsi le mani.
Diede ad Henry un paio di dolcetti da accompagnare ad una tazza di tè e cannella, scoprendo che entrambi adoravano quella spezie dolce e dall’odore ammaliante. Gli sorrise, gli arruffò i capelli e gli disse che, dopo aver mangiato, sarebbe dovuto andare a letto nella sua camera.
Il ragazzino annuì ubbidiente e ringrazio per il pasto. Mentre beveva, i sensi di colpa per essere fuggito così dalla madre adottiva lo colsero e chiese alla bionda: “Emma … non dovremmo avvertire mia madre che stiamo andando a cercare i miei veri genitori ?”
Lei sobbalzò sorpresa, ma rimase seduta sulla sedia davanti al giovane, con le gambe accavallate: “Se lo facessimo, cercherebbe di fermarci. Potrebbe avere paura di perderti … io invece credo che sia giusto che tu scopra chi sono i tuoi genitori biologici, i tuoi veri genitori. Poi sarai tu a decidere con chi stare, sei grande abbastanza.”
Henry fece un gran sorriso e disse di essere d’accordo con lei. Era molto curioso di conoscere i suoi genitori, peccato che Emma volesse solo tenerlo lontano dalla sua battaglia contro Regina. Una volta uccisa la regina malefica, avrebbe dato la colpa ad altri, magari a Robin Hood e alla sua banda, ed avrebbe tenuto con sé Henry, trattandolo come il figlio che non avrebbe mai potuto avere con Killian.
Voleva bene a quel ragazzino ficcanaso proprio come se fosse figlio suo e lui era uno dei pochi che voleva avvicinare a sé. Aveva ancora un po’ di paura, temeva di ferirlo, ma era più fiduciosa in sé. Stava iniziando ad accettare l’idea che era l’Oscura e non più Emma la principessa e questa consapevolezza aveva stabilizzato i suoi poteri, mettendoli finalmente sotto il suo volere.
Quando Henry si addormentò, Emma non riuscì a fare a meno di guardarlo dormiente, accarezzandogli ogni tanto qualche ciocca ribelle.
Vorrei anche io poter dormire così … ma mi accontenterò di guardare te. Presto saremo una famiglia, Henry … e tu non soffrirai mai più di solitudine. Ti voglio bene … e spero che presto tu riuscirai a vedermi come tua madre.
Gli diede un bacio sulla fronte, prima di decidersi finalmente ad uscire da quella stanza. C’era molto lavoro da fare. Dopotutto, doveva trovare il modo migliore per vendicarsi su Regina. Ucciderla e basta non le bastava..

~

“Lo hai trovato ?” chiese la regina al suo fidato specchio. Aveva ancora il volto sconvolto dal pianto. Da quando si era svegliata senza trovare Henry al suo fianco, era entrata nel panico. Ancora di più quando aveva capito che il figlio adottivo non era da nessuna parte nel castello, dunque capì che o era scappato o qualcuno lo aveva rapito.
Il genio scosse la testa, dispiaciuto: “No, mia regina … la cosa mi preoccupa, dato che se fosse in qualsiasi punto di questo mondo riuscirei senz’altro a localizzarlo. Presumo che quindi sia o scappato in un altro mondo o è nelle grinfie di qualche mago molto potente, capace di creare un campo di magia che mi impedisce di trovare vostro figlio.”
Regina digrignò i denti furiosa e gridò: “Dannazione !” Spaccò uno degli specchi, in preda all’ira. Non sapeva più cosa fare né a chi rivolgersi. Aveva messo una ricompensa per chi sarebbe riuscito a trovare Henry ed aveva mandato i suoi soldati neri a cercarlo. Non riusciva più a starsene con le mani in mano. Ringhiò furiosa e frustrata, per poi andare nelle sue camere e cambiarsi. Mise un abito più adatto ad una corsa col cavallo, decisa a trovare lei stessa il figlio.
Partì subito a bordo del suo fedele destriero, scortata da un paio di guardie. Si diresse verso il bosco dove sapeva che il figlio amava avventurarsi e lo perlustrò da cima a fondo, chiamando a gran voce il nome del figlio: “Henry ! Henry, dove sei ?! Mi senti, Henry ?!” All’improvviso si udì un rumore e tutte le guardie caddero a terra, colpite da alcune frecce.
Il cavallo scuro della regina iniziò ad agitarsi, mentre lei tentava di capire chi fossero i suoi aggressori. Ma non ne ebbe il tempo, perché venne subito stordita da un colpo alla tempia. Cadde a terra priva di sensi ed il suo cavallo scappò imbizzarrito. Si risvegliò in un cella e notò subito di essere stata ammanettata. Tentò di usare la magia, ma senza risultati.
Allora capì che erano le manette fatate che Biancaneve ed il principe avevano usato sempre su di lei per incarcerarla. Poi sentì una voce da uomo: “L’avete trovata davvero ? Ottimo lavoro, ragazzi … voglio andarle a parlare personalmente.”
Davanti agli occhi della mora comparve un uomo adulto dalla ispida barba bruna e dallo sguardo gentile. Non sembrava nemmeno che la considerasse una minaccia e la cosa destabilizzò la regina cattiva. Robin Hood le sorrise cordiale, non sapendo nemmeno bene lui il perché: “Salve, regina. Credo che lei mi conosca più per la mia fama che per altro … io sono Robin Hood, il ladro che ruba ai ricchi per dare ai poveri.”
Allungò una mano tra le sbarre, ma Regina non gliela strinse. Lo guardò con diffidenza e disprezzo, per poi sibilare: “Restate sempre un ladro ed un fuorilegge ! Come osate imprigionarmi ?”
L’uomo ridacchio, divertito dalla lingua biforcuta della mora: “Dovreste ringraziarmi, invece. Vi proteggo da morte certa, cara regina. Dovete sapere che è stato il nuovo Signore Oscuro a rapire vostro figlio … ed ora, la sua prossima mossa sarà uccidervi.”
Regina rimase sorpresa dalla rivelazione e sgranò gli occhi. Si chiese però perché avesse rapito Henry. Il panico riprese il possesso di lei ed iniziò a chiedere all’uomo: “Vuole fare del male al mio Henry ? Dove lo tiene ? Lasciatemi andare, devo salvare mio figlio !"
Robin restò scosso dalla determinazione con cui quella donna voleva riprendersi il figlio e pensò al suo e a cosa avrebbe fatto lui se si fosse trovato al suo posto. Regina iniziò ad agitarsi, tentando invano di aprire la cella e stava quasi per mettersi a piangere, gli occhi arrossati al solo pensiero che qualcosa fosse accaduto al suo amato bambino.
Sospirò e poco dopo si sentì il pianto di un neonato. La balia di Roland corse verso Robin con il bambino tra le braccia, spiegando al ladro che il neonato era agitato e che non ne capivano il motivo. Lui prese allora il figlio tra le braccia, cullandolo e cercando di tranquillizzarlo.
Il bambino continuava a piangere, persistente. Regina lo guardò ammaliata, le ricordava moltissimo il suo Henry quando lo aveva trovato, tempo prima. “Una storia …” disse senza pensare, rivolta al ladro, che la guardò allibito. “Gli … gli racconti una storia …” concluse lei, per poi abbassare il capo.
Robin sorrise ed iniziò a raccontare al piccolo Roland di sua madre e di tutte le avventure che avevano passato insieme. Ed anche la regina cattiva era rimasta ad ascoltare le parole di quell’uomo così bello e dall’aria dolce, finché il suo sguardo non si posò sul tatuaggio che Robin aveva sul braccio: un leone rampante. Non è possibile …

~

Biancaneve e James erano parecchio nervosi all’idea di dover affrontare nuovamente Malefica. E si vergognavano moltissimo per ciò che le avevano fatto, era una azione imperdonabile e si chiesero come avrebbero fatto a farsi aiutare da lei.
L’unica soluzione era quella di seguire il piano di Will Scarlett: entrare, rubare e filarsela, il tutto senza farsi beccare. Lui, la famiglia reale, Uncino, Belle e Merlino erano partiti non appena la bruna aveva detto loro dove si trovava la fiala contenente il Vero Amore. Il piccolo maghetto ed il principe avevano entrambi intuito che qualcosa non andava nel comportamento fin troppo nervoso e apprensivo del re e della regina, ma avevano preferito non fare domande e concentrarsi sulla riuscita del piano.
“Per ora, ci accamperemo qua vicino …” spiegò Will, non appena il castello di Malefica fu visibile. “Meglio agire col favore delle tenebre …” concluse il Fante, per poi smontare da cavallo insieme agli altri.
Grazie anche all’aiuto di Merlino, prepararono delle tende dove accamparsi durante il giorno e dormire in attesa della notte. Biancaneve guardò James, facendogli poi cenno col capo di seguirlo.
Si allontanarono un po’ dal gruppo, per poter agevolmente discutere sul da farsi con Malefica. “Non possiamo rischiare che lo scoprano !” esclamò preoccupata la mora. Il re annuì d’accordo, ribattendo: “Ma non possiamo nemmeno restare qua a far finta di nulla ! Abbiamo perso nostra figlia già una volta, non possiamo permettere che accada di nuovo. Dobbiamo sperare che nessuno venga mai a saperlo.”
“Sapere che cosa, padre ?” Neal sbucò da dietro un albero lì vicino, aveva origliato la conversazione dei genitori e voleva sapere che cosa gli stavano nascondendo.
Biancaneve aprì bocca per sgridarlo, ma venne bloccata dal re: “Deve saperlo. Bianca, vedrai … Neal ci perdonerà. Se iniziamo a mentire a nostro figlio, è finita.” La mora lo guardò dritto negli occhi ed annuì, tremando. Iniziò allora a raccontare la giovane principe della profezia su Emma e del rapimento della figlia di Malefica da parte loro. “Abbiamo compiuto un’azione terribile, di cui ci vergogniamo enormemente. E non è nemmeno servita a tenere lontano l’oscurità dalla nostra amata figlia …” concluse la regina, piangente..

~

La notte arrivò puntuale, coprendo anche la luce della luna e delle stelle. Era la serata ideale per il colpo. Will Scarlett e Belle avevano ideato il piano, aiutati da Uncino e gli altri, che ugualmente avevano un minimo di esperienza in azioni di questo tipo.
Decisero di dividersi in due gruppi, uno sarebbe rimasto all’accampamento per intervenire in caso di contrattempi, l’altro sarebbe entrato nel castello di Malefica, grazie anche all’aiuto del mantello dell’invisibilità di Merlino. Il problema era decidere chi sarebbe entrato.
Will disse subito che Belle doveva rimanere all’accampamento, non era il caso di portarla con loro. La bruna iniziò subito a protestare, offesa. Il Fante la zittì dicendole che era troppo pericoloso e che non voleva certo che Tremotino resuscitasse dalla sua tomba per venire personalmente ad ammazzarlo per averla persa.
Al pensiero del suo amore perduto, la ragazza si calmò. Poi si offrirono prontamente Killian, il re James, il principe Neal ed il giovane Merlino, che agitava le braccia come uno scolaretto che vuole rispondere alla sua maestra: “Il mantello è mio, quindi vengo con voi ! Il mio aspetto non conta, anche se sembro un bambino vi sarò di grande aiuto !”
Il pirata gli tirò un pugno sulla testa, irritato: “Marmocchio, non ti montare troppo la testa ! Mica perché sei un mago dimentichiamo che sei un bambino ! Ed i bambini, come le donne, devono restare a casa.”
Il biondino sbuffò seccato ed incrociò le braccia, iniziando a borbottare: “Sono secoli che vengo trattato come un bambino, uffa …”
Alla fine si decise di formare la squadra in questo modo: Will al comando, Uncino ed infine Neal, che sarebbe certamente tornato più utile del re, avendo dalla sua la magia.
Il principe si era offerto al posto del padre anche a causa del segreto che i suoi due genitori costudivano e per cui era meglio non incontrassero mai Malefica. Lasciarono il resto del gruppo, mentre Merlino continuava a lamentarsi e Biancaneve tentava di calmarlo. Si infiltrarono senza problemi nella dimora della strega malvagia, aiutati dal mantello, ed iniziarono a cercare in giro per la casa. Se fossi Malefica, dove nasconderei il potere dell’Amore Vero ? si chiedeva il Fante, spremendosi le meningi. Era chiaro che non sarebbe stato facile da trovare e che probabilmente la strega lo teneva con sé, essendo un potere magico molto potente e difficile da riprodurre in boccetta.
Mentre procedevano per il salone principale, sentirono uno sbuffò sonoro, quasi come se ci fosse un animale dormiente a pochi passi da loro. Trasalirono non appena videro il muso gigantesco da drago di Malefica, che dormiva accucciata come un cagnolino, emettendo ogni tanto sbuffi e nuvolette di fumo dalle narici scure. Will fece segno agli altri due di fare silenzio, avrebbero potuto cavarsela se non avessero fatto rumore e avessero camminato in modo tale da non far sentire al drago il loro odore.
Sentì con l’indice dove soffiava il vento e fece spostare gli altri di conseguenza: erano faccia a faccia col muso dell’animale, che dormiva beatamente, mentre loro camminavano come i granchi.
Dopo alcuni passi riuscirono a superare il drago e solo allora notarono che aveva qualcosa che luccicava tra le scaglie scure del suo collo. Neal fece segno di avvicinarsi di più, in modo tale da capire che tipo di magia fosse. Will stava per ribattere, ma Killian lo fermò con uno sguardo assassino. Avrebbero fatto tutto ciò che era necessario per salvare la sua Emma, anche sgozzare un drago, e non lo avrebbe di certo fermato uno stupido ladro codardo e più egoista di lui. Will sbuffò e seguì gli altri sue, tornando vicino a Malefica.
Dall’interno del suo collo brillava una tenue e dolce luce rosa intenso, che Neal riconobbe come la magia d’amore, grazie alle accurate descrizioni che Merlino gli aveva dato. Uncino ghignò compiaciuto, mentre Will si chiedeva come avrebbero fatto a togliere dal collo di quella bestia la fialetta.
Prima che qualcuno potesse bisbigliare un piano, Killian aveva già messo il suo uncino tra le squame del drago, che ruggì di dolore e si dimenò per liberarsi dalla lama appuntita. Inconsapevolmente scaraventò i tre a terra, che per fortuna rimasero coperti dal mantello.
Il Fante ed il principe stavano per strozzare quell’idiota ed impulsivo di un pirata, ma il drago iniziava a sentire la loro presenza ed annusava l’aria alla loro ricerca: “Chi osa disturbare il mio sonno ? Siete degli sciocchi se pensate che riuscirete ad uscire dalla mia dimora vivi …” Will rabbrividì a quelle parole, dato che ben conosceva i poteri di Malefica, mentre Neal aveva immobilizzato con le braccia il capitano, in modo che non commettesse altre pazzie.
Malefica si alzò con le sue possenti zampe dotate di artigli e si guardò intorno circospetta, chiedendosi quale tipo di magia proteggesse il suo aggressore.
I tre capirono che dovevano agire immediatamente, dopo quello che Killian aveva fatto non c’era altro modo. Neal ed Uncino avrebbero fatto da esche, distraendo la strega, mentre il Fante sarebbe andato a recuperare la fialetta, protetto dal mantello.
Così i due uscirono allo scoperto, brandendo le loro spade, mentre Will si defilava il più lontano possibile dagli occhi e dal naso della bestia. Il pirata ghignò verso Malefica: “Ehi, strega ! Sono stato io, col mio uncino, a farti quella ferita. Siamo venuti qui per recuperare una cosa che non ti appartiene e non ce ne andremo senza !”
Il drago sorrise divertito, rispondendo: “Allora morirete qua !” Sputò fuoco dalle fauci spaventose, in direzione dei suoi due aggressori, che riuscirono a schivare le fiamme.
Neal iniziò a colpirla con delle sfere di fuoco magico, ma senza successo, mentre Killian partì alla carica verso le zampe della bestia, ma la sua spada ed il suo uncino faticavano a scalfire le squame dell’animale, che lo respinse con una zampata, facendolo sbattere contro una colonna. Il principe corse subito in soccorso dell’amico, ma venne scaraventato dalla parte opposta e sbatté la schiena contro il muro. Malefica si avvicinò a grandi passi vero il pirata, intenzionata a fargliela pagare per la sua arroganza.
Lo prese tra i suoi artigli affilati e lo avvicinò al suo volto da drago: “Ora non mi sembri più così spavaldo, pirata. Oggi mi trovi di buon umore, quindi ti concederò di decidere il modo in cui morirai: preferisci essere divorato o carbonizzato dalle mie fiamme ?
” Uncino digrignò i denti e le sputò sul muso: “Non sarai certo tu, lucertolona, ad uccidermi !” Questo fece infuriare ancora di più la strega, che decise di divorare quell’impudente che aveva osato svegliarla nel cuore della notte e profanare la sua dimora, attaccandola senza motivo.
Aprì dunque le sue fauci, pronta a mangiarlo, quando sentì un fortissimo dolore proveniente dal suo collo e qualcosa staccarsi da esso: Will era riuscito ad estrarre la fialetta dal corpo dell’animale.
Malefica, presa dal dolore fortissimo, si accasciò a terra dolorante, urlando ed imprecando contro gli uomini che le avevano fatto questo. Neal intanto riprese i sensi e venne portato via dagli altri due, che correvano come se il diavolo in persona li stesse inseguendo. “Per mille diavoli, Jones ! Avevi intenzione di farci ammazzare ?” gridò il Fante, mentre correvano lontano dalla strega.
Il pirata sbottò: “Io volevo riprendere quella dannata fialetta, Scarlett ! Ora direi che abbiamo cose più urgenti da fare, come allontanarci immediatamente da qua e ritrovare Emma ! Mostrami la fialetta, ladruncolo !”
Questo roteò gli occhi spazientito e mostrò al capitano la boccetta di forma cilindrica, contenente una specie di polverina rosa luminescente. Neal la prese dalle mani del Fante, dicendo che era meglio se della magia si occupassero lui e Merlino, in mani sbagliate quella fialetta avrebbe potuto trasformarsi in un arma letale.
Arrivarono col fiatone all’accampamento, mostrando trionfanti la fialetta ed ordinando al resto del gruppo di salire immediatamente a cavallo, dovevano allontanarsi il più possibile dalla dimora di Malefica, c’era la possibilità che la strega li inseguisse per riprendersi la fiala o per vendicarsi.
Corsero così al galoppo, lontani dal palazzo diroccato e diretti al accampamento di Robin, dove Regina era stata catturata quel pomeriggio.



  
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